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Messaggi - Federico Mey2

#1

Citazione di: viator il 11 Luglio 2021, 21:52:10 PM
... quante sono le persone che, intervistate per strada, riuscirebbero a fornire una ragionevole e sensata definizione del termine "spirito"?

Inizio dicendo che non lo so, non vivo molto "dentro" il mondo. Posso provare a dire quanto vale per me, le mie definizioni, che siano o no valide per tutti, ma che io con la mia intuizione considero importanti.
Io faccio una distinzione tra il concetto di "Materiale" e quello di "Spirituale" nell'ambito del ragionamento sulla vita. Un ragionamento di vita (che è l'azione della mente applicata alle decisioni) è materiale se sta all'interno di schemi, se è predefinito. Spirituali sono invece gli altri ragionamenti, quelli che escono dagli schemi, cioè la ricerca e la definizione di schemi, di valori, di principi di vita, cose queste ultime che normalmente sono "date" dall'esterno dell'individuo, dagli altri, la società.
Per spiegarmi meglio posso fare un'analogia. In passato ho fatto il programmatore di computers e trovo facile fare il parallelo tra 2 diverse unità pensanti: la mente umana e il computer.
Il computer ha un sistema operativo, dei programmatori, dei softwares; in alcuni casi il sistema operativo può avere la capacità di autoprogrammarsi. Il sistema operativo è per la mente umana la capacità innata di apprendere le basi di come deve agire. I softwares sono gli schemi mentali che girano in continuazione durante la vita, soggetti ad aggiornamenti continui, che dicono come comportarsi, che decisioni prendere, cosa pensare. Il ruolo del programmatore è svolto dagli altri, dalla società.
Ma alcuni computers dispongono di una funzionalità ulteriore, l'autoprogrammazione: in quest'ultimo ambito trovo l'analogia con la ricerca della propria anima (da me definita come insieme di valori e principi dell'individuo) cioè la spiritualità. Così come pochi computers, pochi umani la attuano.
In altre parole per me materiale significa modo di pensare meccanico (le macchine idealmente stanno sul livello terreno) e spirituale modo di pensare profondo = elevato (che si colloca simbolicamente all'interno della terra, cioè dentro di sè, o sopra la terra, che si avvicina a Dio: lo spirito può volare e non resta sul livello terreno).
Non so se ho chiarito o ho complicato ulteriormente le cose, ma anche per me stesso è importante tentare di tentare di definire un concetto fondamentale come quello di "Spiritualità".

#2
Salve, Alexander mi dice:
Citazione di: Alexander il 11 Luglio 2021, 16:34:36 PM
In un mondo in cui tutto deve essere UTILE, non sarebbe forse propria del filosofo l'inutilità?....
Dò per scontato che la filosofia sia inutile dal punto di vista materiale, e dò ragione ad Alexander di vantarsene, in un mondo ispirato alla filosofia anglosassone che richiede un utilità e un prezzo per ogni cosa, ma il problema è che penso che la teoria filosofica sia inutile, e perfino controproducente, anche dal punto di vista spirituale.
L'abituare la mente a focalizzare i ragionamenti complessi e astratti di tali teorie secondo me immette un elemento di falsità: quello che pensi è diverso da quello che sei. Ci si allontana così dall'autoconsapevolezza e dalla strada dell'elevazione spirituale dell'umanità, che distoglierebbe dalla strada del materialismo oggi segnata quasi irreversibilmente.
#3

Scrivo questo argomento dopo avere letto alcuni libri di uno scrittore francese recente, Pierre Hadot, la cui tesi principale è appunto quella indicata nel titolo: filosofo era chi seguiva determinati stili di vita, che le scuole proponevano, indipendentemente dal fatto che avessero ideato una nuova teoria ma nemmeno dal fatto che fossero abili nel discorso filosofico. Chi era abile nel discorso era catalogato (dai filosofi) come sofista, e insegnava a pagamento. I filosofi erano un'altra cosa, ed erano spesso presi in giro dalla gente comune per i loro modi di vivere strani e antisociali.
Questo fino al I sec avanti Cristo, quando progressivamente questo fenomeno perde questa caratteristica, fino ad arrivare all'espansione del cristianesimo.
Ma non mi interessano le valutazioni storiche: vorrei sapere se secondo voi oggi, la filosofia come stile di vita potrebbe essere una strada da seguire, come una religione in sostituzione del declinante cristianesimo. Questo però buttando sostanzialmente nel cestino tutta la complessa e oggettivamente inutile teoria filosofica che il mondo occidentale ha prodotto in questi due millenni.
Per quanto mi sembra i partecipanti a questo forum sono dei supportatori delle discussioni teoriche filosofiche (che io definisco inutili, per l'umanità). Ma magari qualcuno la pensa come me o gli viene un dubbio.

#4
Citazione di: sapa il 26 Febbraio 2021, 11:04:44 AM
... a mio avviso sarebbe meglio far precedere qualcosa sullo schema generale di pensiero che ti sei dato. Mi piacerebbe seguire il discorso, penso che una filosofia della Perfezione possa portare ad esplorare lontano ...
Sappi che è mio obiettivo lo scrivere un libro che descriva compiutamente il mio pensiero, che malgrado sia ben definito dentro di me, lo è solamente in modo intuitivo. Mi risulta infatti difficile esprimermi compiutamente soprattutto per mancanza di dialogo, e mi sono iscritto al forum proprio sperando di realizzarlo, ma ho ottenuto soltanto risposte poco costruttive. Comunque se vuoi, facendo una ricerca sul mio nome, puoi guardare i miei primi argomenti, in cui ho tentato di farlo.


Citazione di: viator il 26 Febbraio 2021, 13:17:14 PM
...Ma il credere FERMAMENTE, CONVINTAMENTE, PUNTIGLIOSAMENTE che non ci sia nulla in cui credere..................secondo te sarebbe espressione di una FEDE o sarebbe espressione di uno SCETTICISMO ?....
Si può chiamare Qualunquismo; o Distruttivismo, cioè ambizione a distruggere qualsiasi cosa senza intendere costruire niente.
O Mancanza di Valori: certo, si può vivere nella povertà (filosofica), ma forse non è una vita degna di essere vissuta...


Citazione di: niko il 26 Febbraio 2021, 18:47:56 PM
Assolutamente falso che il sesso penetrativo corrisponda necessariamente ad una dinamica sadomasochistica; ... dire che tutti i rapporti sessuali tra uomo e donna siano necessariamente così è solo una grande generalizzazione ed esagerazione.
E' certamente discutibile la mia tesi secondo cui tutto il sesso (nella sua versione perfetta, cioè depurata, semplificata) è sadomasochismo, ma credo sia una proposta interessante.


Citazione di: viator il 27 Febbraio 2021, 14:02:05 PM
Salve FedericoMey2. Citandoti : "Questo istinto è una scala con vari livelli, con un grado via via maggiore di spiritualità e quindi di superiorità".
Non capisco come un istinto (gli istinti sono dotazione di tutti gli essere viventi che possiedano un qualche abbozzo di sistema nervoso) possa, nell'uomo, trasformarsi da una pulsione di base genetica (quindi biologica e materiale)......................sino a diventare pulsione e condizione spiritualistica (ciòè situazione, tendenza che riguarda la immateriale anima)...
Sì, forse dovevo più correttamente dire che l'istinto (sessuale) FORMA una scala di spiritualità crescente, non che "è una scala". Dal primo gradino, solido, subisce come i corpi una trasformazione verso il liquido e l'etereo, ottenendo simbolicamente lo spirito alla fine.
#5
Citazione di: baylham il 25 Febbraio 2021, 17:02:04 PM
Secondo la filosofia dell'identità degli opposti, la perfezione è imperfezione, la tensione è rilassamento, uno è molti. La contraddizione è fondante questa filosofia.
Infatti, dando un'occhiata all'aria che tira in questo forum si ha proprio quest'impressione, che valga tutto e il contrario di tutto, e di conseguenza che non ci sia nulla in cui credere.
Ma io sono diverso.
#6

Come ho già trattato in precedenti argomentazioni, in particolare nell'ultima che ho appena pubblicato, la Filosofia della Perfezione prevede che quest'ultima si collochi al livello più alto: la tensione verso la Perfezione è equivalente alla tensione verso un Dio monoteistico, e la tensione verso altri elementi, in particolare quella verso il Bene e/o il Male dev'essere assecondata, non ci deve essere un'esaltazione di essi.
Questo dato mi ha fatto pensare a una possibile contraddizione, valutando di come nella mia vita siano rilevanti gli elementi di Bene e Male nell'ambito del binomio Sesso-Amore. La contraddizione è il primo nemico della Perfezione, e sento il bisogno di chiarire l'argomento.
Inizio col dire che la Perfezione si esprime, nell'individuo, in varie modalità: Equilibrio, Coerenza, Semplicità, ecc... e tra le altre cose anche la Completezza.
Essendo l'istinto sessuale/affettivo connaturato alla persona, essa deve tendere verso il suo raggiungimento e la sua massimizzazione, altrimenti non sarebbe completa e perfetta.
Questo istinto è una scala con vari livelli, con un grado via via maggiore di spiritualità e quindi di superiorità.
Il nucleo originario, il livello più basso è il sesso penetrativo, l'atto sessuale di base, in cui l'elemento femminile subisce sofferenza (e da ciò trae piacere) mentre l'elemento maschile trae piacere dalla sofferenza inflitta al partner.
Elevandosi di un livello, lo stesso mix di sofferenza e di piacere si ritrova estendendosi alle innumerevoli attività sessuali diverse dal sesso penetrativo di base, cioè il Sadomasochismo (SM), di cui l'atto sessuale di base è soltanto un caso particolare. Più che evidente in questo campo che la sofferenza sia un'elemento presente e importante, e non certo un errore come avevo affermato riguardo altri tipi di sofferenze non sessuali/affettive. Fondamentale è però ricordare come l'Equilibrio resti elemento fondante della persona perfetta e che non bisogna mai travalicare il confine dell'ambito sesso/amore, perciò in particolare la donna deve essere rispettata come persona, anche se si verifica una sofferenza dell'elemento femminile finalizzata a questa elevazione spirituale e completezza che il rapporto sessuale offre.
Elevandosi e spiritualizzando il sesso ancora di più, si entra nel campo dell'Amore. Anche per esso si dà un mix di sofferenza e piacere (pene d'amore...), in cui si arriva a perdere i ruoli di elemento maschile attivo e elemento femminile passivo.
Per ottenere la Perfezione l'individuo ideale deve aspirare anche a salire questa scala, preferendo i livelli più alti e spirituali.
Ripeto quindi che la sofferenza è un Errore e si deve tendere alla sua eliminazione, ma tranne quella relativa al campo Sesso/Amore (importante è non valicarne i confini), in cui è comunque mista a piacere anche dell'elemento passivo e che serve a entrambi i partners per elevare/massimizzare la propria Spiritualità, Completezza e Perfezione.
#7
Una Filosofia della Perfezione invita a rispondere alle questioni della vita se esse sono Giuste o Sbagliate, piuttosto che Giuste o Ingiuste, cioè pone la questione della Perfezione al livello più alto, privando di valore la questione del Bene e del Male, vista al limite come problematica non necessaria e comunque superabile dalla prima.
Ad esempio io non giudico come Ingiusta la situazione degli animali sofferenti negli allevamenti, ma come Sbagliata, perchè Male e Sofferenza sono soltanto una forma di Errore, e non sono una questione fondante perchè potrebbero al limite non esistere.
Veniamo agli argomenti esposti nel titolo, che indica chiaramente come Cristianesimo e Nazismo siano tra i miei nemici filosofici più noti.
Vista da un Filosofo della Perfezione la questione del simbolo della croce sta in questi termini: qual'è la simbologia che esprime meglio la Perfezione? In un uomo, la Perfezione è principalmente Equilibrio e Forza, e come si fa ad esprimere l'Equilibrio? Dunque, per esprimere forza equilibrata l'uomo deve trovarsi in una situazione difficile, che metta alla prova il suo equilibrio, un cammino stretto è l'emblema di tale situazione. Per cui deve stare con le gambe strette e automaticamente allarga le braccia. In altri termini è l'equilibrista sul filo la posizione simbolica più adatta ad esprimere l'uomo equilibrato e quindi perfetto. Cioè guarda caso proprio la croce!
La mia teoria è che non è un caso che i teologi cristiani l'abbiano scelta come simbolo per loro: è stato per prevenire l'imposizione ipotetica del simbolo della Perfezione, dicendo a chi ci pensa magari soltanto inconsciamente per un attimo: cancella la tua idea di uomo perfetto, non esiste questa possibilità, è il nostro idolo, l'apoteosi dell'errore (la sofferenza è errore) che sta sopra di tutto il resto, la Perfezione non può esistere!
Venendo a Nietzche, il motivo per cui lo considero qui è per il titolo di un suo noto libro che mi ha tratto in inganno in passato, facendomi credere che lui stesse dalla mia parte, in antitesi col nazismo, a predicare la Perfezione. Il libro, ma direi più che altro il titolo, è "Al di là del Bene e del Male".
Quanto ho premesso all'inizio sul prevalere della questione della Perfezione su quella del Bene e del Male indica infatti chiaramente che questo titolo potrebbe essere facilmente il titolo di un mio libro, esprime perfettamente la mia idea.
Se non che si tratta di un inganno e Nieche non va affatto al di là del Bene e del Male, ma, seguito coerentemente dal nazismo, va semplicemente "al di là del Bene" per approdare al Male. Esso, vivendo in una società profondamente influenzata dal cristianesimo che si oppone al Male e sostiene la legge del Bene, si ribella come un bambino insoddisfatto e capriccioso a questa legge e presenta la possibilità rivoluzionaria opposta, fallendo con i suoi amici nazisti alla fine inevitabilmente.
E' una ribellione superficiale, che non va in fondo a criticare la questione morale del Bene e del Male per farla superare da un'altra questione più importante.
Come invece fa la mia Filosofia, che appunto va correttamente "al di là" oppure, se vogliamo, ne sta "al di qua", non affronta la questione fin dall'inizio (pur comprendendola correttamente) perchè non la considera degna di tale superiore importanza, e ne resta per sempre pulito a vivere in Paradiso, sazio di ogni tipo di verdure e di mele.
#8
Volevo dire qualche parola per contraddire (se mai non fosse già evidente) l'affermazione ricevuta nell'ultima risposta secondo cui il nazismo sia perfetto (relativamente al tema proposto).

Forse chi l'ha scritto si riferiva ad esempio al fatto di saper produrre macchine che funzionano bene, prive di qualsiasi difetto.
Faccio notare 2 osservazioni:
La prima è che un filosofo deve saper distinguere tra i due livelli dell'apparenza e della sostanza, e ciò che appare è spesso fuorviante da ciò che è, per cui non bisogna farsi trarre in inganno da un mondo che appare funzionare bene per dedurne che va tutto bene.
La seconda è che io mi riferisco, il tema di tutto l'argomento proposto, è la perfezione spirituale, ben diversa e agli antipodi da quella materiale, per cui anche in un mondo che materialmente "non funziona", inefficiente, si può trovare perfezione spirituale. Anzi è proprio lì dove è più probabile trovarla.
Tanto che al limite il problema è chiedersi se mai è possibile che un mondo materialmente perfetto possa esserlo anche spiritualmente.
La mia risposta è più no che sì, perchè la filosofia ha anche uno scopo pedagogico, di insegnamento e comprensione. Ve lo immaginate un Socrate elegante, che parla sempre con modi formalmente perfettini, a dare gli insegnamenti che ha dato? No, non è compatibile, lui doveva essere un po' sporco, rozzo e burbero come era, per far capire ai sofisti (perfetti materialmente, nell'eloquio) che erano in errore.

La perfezione a cui mi riferisco è sinonimo tra le altre cose di equilibrio, e il nazismo ha dato troppa prova evidente di mancarne, visto l'inquietudine non rivolta verso la pace e la stabilità.
E' sinonimo di completezza e di ottimalità, sia nel singolo, che aspira a completa e ottimale massimizzazione della soddisfazione dei propri bisogni e della propria personalità, e nell'estensione (sempre per una questione di completezza) agli altri di questa massimizzazione.

Forse ci si può chiedere, al di là della questione del nazismo, se la mia idea di perfezione implica l'assenza di limitazioni. Non è proprio così: una limitazione (o una minimizzazione) è possibile nel momento in cui permette, favorisce la massimizzazione, l'ottimalità di un elemento di livello superiore: ad esempio la sessualità può essere limitata se questo è un mezzo per raggiungere il massimo del livello superiore, cioè ad esempio l'Amore.
Il nazismo invece cerca di reprimere in modo fine a sè stesso, e ciò (benchè possono esserci delle analogie apparenti sul livello materiale, cioè su ciò che concretamente si fa o si può fare) è in sostanza l'opposto di chi aspira alla perfezione spirituale.

La figura del nazista è tipicamente, all'occhio di un osservatore neutrale della storia (di un altro pianeta, ad esempio) quella di un rompicoglioni, di un molestatore del mondo, perennemente insoddisfatto, che cerca disperatamente di estendere agli altri abitanti del mondo, attraverso l'invadenza, questo suo complesso psicologico evidentemente simbolo di imperfezione e caos.

Mi sembra di avere spiegato abbastanza perchè il nazismo sia sinonimo di errore e l'opposto del mio concetto di perfezione spirituale.
#9
Mi sono tornati in mente i seguenti tipi di risposta al mio argomento sulla perfezione spirituale, a cui avevo risposto in modo un po' superficiale, ma che danno in realtà 2 spunti importanti di argomentazione:

Da Inverno: La vita di qualcuno è sempre la morte di un altro, il veganesimo è un ideologia pericolosa proprio perchè si astrae da questa regola... Una filosofia che veramente superi la dicotomia bene-male è  una filosofia della contaminazione, della ricerca di equilibrio, della caducità, che non ricerchi facili scappatoie morali e offra strambe vie per uscire dal circolo vita-morte. Bisogna imparare a sopportare che ogni nuova vita porta con se un carico inevitabile di morte per essere vissuta.
Non so in quale regno vivente si manifesti la sofferenza e chi lo decida, tendo però a non dare un valore assolutamente negativo alla sofferenza, anzi penso che le cose più belle nascano proprio dalla sofferenza e che senza di essa non potrebbe esistere nulla di "buono", inteso anche come assenza di sofferenza. Meno male che la sofferenza esiste...

Senza rispondere direttamente alle affermazioni, dico che le Filosofie di Vita (o Psicofilosofie, come le ho chiamate in passato) si possono distinguere in due tipi: quelle che credono nella Perfezione (e quindi nell'Equilibrio, nell'Armonia, nella Coerenza...) e quelle che non ci credono, e che non si può dire che credano nell'Errore (loro non direbbero così di loro stesse) ma che considerano qualche imperfezione, disequilibrio, incoerenza o contraddizione, falsità... come elementi la cui presenza è imprescindibile, necessaria, e che negano la possibilità della fede nella Perfezione.
Tra le seconde, le Filosofie di Vita corrispondenti alle religioni occidentali, a partire dal Giudaismo, per il quale questa questione è emblematicamente svolta nella storia del peccato originale, che invita a perdere l'armonia, l'equilibrio e l'ingenuità originarie che viene sporcato con un ordine illogico e contraddittorio di Dio, perchè quel popolo (e così tutti gli altri occidentali) non crede che l'uomo possa "farcela" a restare perfetto. Per proseguire col Cristianesimo, in cui la contraddizione, l'imperfezione sta nell'esaltazione della morte sofferente del cristo, opposta all'esaltazione di uno stato di benessere che invece è equilibrio e armonia. E l'esaltazione di una famiglia irregolare (nella non corrispondenza del padre al figlio) piuttosto che esaltare la regolarità, perfezione di un'ipotetica famiglia esemplare. E ci aggiungo il non equilibrio dello spirito nazista, la sua inquietudine non diretta verso la stabilità e la pace (a differenza totale dallo spirito giapponese, la cui inquietudine lo è).
Tra le prime, tendo a classificare lo spirito orientale: non a caso il tema dell'attuale impero giapponese è l'"Armonia".
Ma al di là che corrisponda allo spirito orientale, io dico che c'è spazio per una nuova Filosofia di Vita, (o nuova Fede, nuova Religione...) che proponga la Perfezione come tema dominante e che contrasti direttamente chi ne nega la possibilità.
Per cui chi sostiene affermazioni citate che esaltano la necessarietà della morte e della sofferenza non sono sbagliate, ma sono semplicemente parte delle Filosofie di Vita del secondo tipo. Ma si può credere in qualcos'altro.

L'altro punto che volevo trattare era relativo al fatto che una qualsiasi idea (si parlava del veganesimo) fosse "pericolosa".
E io dico: per fortuna, che i filosofi sono pericolosi! La Vera Filosofia lo è, quella a cui è abituato chi lo ha scritto, probabilmente no, è un'esercizio di chiacchiere inutili e di retorica, come a me risulta essere questo forum.
La vera filosofia, come era Socrate, deve essere scomoda, eliminare certezze, stimolare inquietudine, rivoluzionaria. Quelli che fanno esercizio di retorica, e si interessano soltanto dell'apparenza, e non della sostanza dei problemi, non sono veri filosofi ma bravi oratori tutt'al più. Questo ultimo commento ricevuto esprime meglio di ogni altra cosa quello che intendo.

Da viator: Con il linguaggio, il quale è strumento rigorosamente AUTOREFERENZIALE, si può solo GIRARE IN TONDO rispetto ai grandi concetti. E il girare un tondo è quello che stiamo facendo, che si è sempre fatto in questo Forum da parte di TUTTI, che sempre ed ovunque è stato fatto nella storia del genere umano.
Tu per caso conosci qualche verità assoluta ? Io si, una sola (giustamente, poichè l'assoluto è sempre singolare).........sta in calce (cioè qui sotto) ad ogni mio intervento.
Comunque, fortunatamente, solo pochissimi sanno che le discussioni non porteranno mai a progressi incontrovertibili.............altrimenti la dialettica umana cesserebbe e non potremmo più "divertirci".
Infine, se a qualcuno i girotondi non piacciono, può sempre tirarsene fuori (e questo non è un mio invito per nessuno dei partecipanti !!)
#10
Citazione di: viator il 25 Maggio 2020, 10:50:08 AM
...In realtà, di fronte ad un computer che non si accende, non abbiamo la minima idea di chi chiamare a ragion veduta : non possiamo sapere se a non fungere sia la meccanica-fisica del pulsante o un errore-ammaloramento dei dati di software.
Non mi pare proprio...
Citazione di: viator il 25 Maggio 2020, 10:50:08 AM
... Anche perchè la logica (linguaggio del software mentale) non è certo assoluta bensì relativa solamente al "sistema" convenzionale che l'ha concepita per comunicare con altri "sistemi" sempre convenzionali, cioè particolari, relativi e circoscritti. Saluti.
La Logica non è un linguaggio, è una scienza, un modo di vedere le cose, che permette di determinare verità assolute (cioè se affermazioni sono vere o false ad esempio), in modo totalmente indipendente dalla realtà del mondo e dalla fisica.
Se non dài valore di assolutezza alla Logica (che sta alla base dei ragionamenti) le nostre posizioni resteranno sempre incompatibili.
#11
Citazione di: viator il 24 Maggio 2020, 22:39:44 PM
Salve Federico. OK. Credo allora di capire che tu, attribuendo il nulla concettuale ad una parte della "realtà" (quella mentale), consideri il nulla stesso come relativizzabile. Secondo te quindi può esistere un nulla solo mentale (quindi relativo) circondato da tutto il resto di una qualsiasi realtà (quindi anch'essa relativa ?).
A questo punto avrai pure "esotericamente" "ragione" ma filosoficamente staresti facendo confusione tra il "vuoto" locale di una mente ed il "pieno" (nel senso di "esistente") al di fuori della mente in questione.
Comunque qui siamo nella sezione "spiritualità" ed il "padrone di casa saresti tu e non io ("ospite" - credo - a malapena tollerato). Secondo me comunque i termini ed concetti di"nulla" ed "essere"("esistente") sono rigorosamente incompatibili avendo entrambi significato intrinseco di sinonimi dell'Assolutezza. Saluti.
Stiamo parlando probabilmente di 2 materie diverse: tu ti interessi di ontologia, io no.
Io faccio un ragionamento sempre filosofico ma che ha un punto di vista diverso dall'ontologia. Quindi se sei disposto ad uscire dal modo di ragionare ontologico bene, altrimenti non ci capiremo mai.
Volendo rispiegare la mia idea, io valuto, negli esseri pensanti, 2 aspetti: quello fisico (corpo, cervello, il fatto che si sia vivi o morti) e quello mentale (come si ragiona, come ci si comporta). Posso fare una analogia molto semplice: anche i computers sono esseri pensanti, e l'hardware e il software corrispondono esattamente a quei 2 aspetti.
Il mio Nulla, o l'annullamento, corrisponde allo svuotamento dei pensieri, che per un computer significa non avere in esecuzione dei programmi ma soltanto il sistema operativo. Per un umano significa essere in uno stato dove dominano istinto, spontaneità, intuizione, e assenza di ragionamento calcolato.
Io mi interesso di software.
L'esistenza e la forma di umano sono un problema di hardware. L'essere vivi o morti anche: se il computer ha problemi di accensione o spegnimento chiami l'elettricista, non il tecnico software.
Ha senso parlare di Nulla di software? Penso proprio di sì. Tu potresti dirmi: ma se l'hardware non esiste o se il computer è spento il problema software non esiste. Ma ciò non toglie che sia un problema di valore assoluto.
Perchè la Logica ha valore assoluto: se ci sono le precondizioni per la vita degli esseri pensanti, è un problema assoluto indagare come ragionano, è indipendente dai problemi hardware: è una scienza a parte.

Però bisognerebbe ragionare in funzione di quello che è il tema proposto dal forum, o in modo funzionale, utile ad esso. Nel mio caso io sono pronto ad applicare il mio ragionamento riguardo ad esempio al Nulla mentale, ottenendo delle conclusioni interessanti (in tema religioso e morale per esempio), mentre mi sembra che il discutere ontologico di cosa ha più o meno titoli ad essere definito come Nulla sia piuttosto inutile.
#12
Citazione di: viator il 23 Maggio 2020, 21:06:40 PM
Salve Federico Mey2 : Citandoti (dal tuo intervento del 21/04 scorso) : "Al limite della semplicità troviamo il Nulla, e il Nulla è perfetto perchè in esso non c'è l'Errore (non essendoci nulla!)".

Naturalmente penso sarai d'accordo con me nel trovare che - raggiunto il nulla - staremo contemplando null'altro che la morte (a meno che tu trovi possibile la coesistenza di un nulla con il fenomeno vita), e che quindi la perfezione altro non è che la MORTE. Cioè la condizione nella quale nè tu nè io potremo gustarla (la perfezione).

Il Nulla a cui mi riferisco non è in senso fisico, ma in senso mentale: è l'azzeramento del pensiero, e delle sue strutture.
E' la direzione indicata dal Buddismo, e credo ambita ad esempio da chi si dedica alla meditazione Zen.
E' uno dei modi di ottenere la perfezione, ma non l'unico: partendo da zero si possono assumere schemi di pensiero, cioè riempire la propria mente, senza errore, sempre restando nella coerenza con sè stessi e nel rapporto col mondo.
Il peccato originale a mio parere rappresenta l'emblema del punto di rottura di questo processo armonioso.
Se tu parli di vita e di morte temo che sei fuori strada dal tipo di discorso che intendo io.
#13
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
12 Maggio 2020, 20:13:24 PM
Citazione di: iano il 12 Maggio 2020, 16:38:02 PM
Ciao Federico.
Stai dicendo  il numero di leggi che presiedono ad un evento , note e ignote ,a volte di fatto si annullano fra loro ,di modo che si possa considerare l'evento come casuale.
Questo però non dimostra che il caso esiste...
Per quanto mi riguarda, il punto di partenza della discussione era la mia osservazione:

Non mi pare proprio sia banale l'affermazione che "un ordine si trova sempre". Ma oltre a non essere banale a me sembra decisamente falsa.
Chi te lo dice che un ordine si trova SEMPRE?
Non hai evidentemente la certezza matematica del "sempre", quindi è un'affermazione falsa.


La tua posizione per me equivale all'affermare: il caso non può esistere.
Ma io non voglio affatto affermare che il caso esiste senz'altro (tanto è vero che ho ammesso più volte che tutti gli eventi potrebbero essere controllati da Dio), ma limitarmi a contraddire la tua certezza che esso non esiste.
In altre parole voglio affermare che il caso può esistere, non che ne sono certo.
Quindi non devo dimostrarlo.
Chiaro?
#14
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
12 Maggio 2020, 15:20:07 PM
Citazione di: iano il 12 Maggio 2020, 11:06:34 AM
...
È altrettanto ovvio che nella tua testa hai chiari i concetti di caso e di ordine , ma da tuoi tuoi post non è per niente chiaro cosa intendi .
...
Qualunque definizione si voglia dare dovrebbe essere preferibilmente di tipo operativo.
Dovremmo poterci fare qualcosa poi con quella definizione .
Non hai dato alcuna definizione (apparentemente).
Allora, abbiamo una situazione precedente un esperimento
Abbiamo progettato di fare un esperimento
Abbiamo un insieme di eventi, possibili risultati dell'esperimento
Abbiamo/non abbiamo delle regole (es. leggi fisiche), per le quali un esperimento produce un evento piuttosto che un altro, nell'ambito dell'insieme che abbiamo predefinito

Ora, è vero che regole come leggi fisiche ne esistono sempre, e se si prende il caso di un lanciatore di moneta si potrà andare sempre nel dettaglio a capire il perchè si è determinato un evento o l'altro, ma in alcuni casi (soprattutto se gli esperimenti dipendono da decisioni di esseri pensanti, ma credo anche in altri casi) l'insieme dell'influsso delle leggi scientifiche coinvolte tende ad annullarsi, lasciando spazio alla perfetta casualità matematica.

Per cui, come ho già detto, la casualità è l'assenza di regole che, dato un esperimento, influiscano direttamente sul risultato, determinando un evento.
Si può anche arrivarci usando il concetto "determinabilità": un ipotetico onniscente che sappia tutte le leggi che regolano il mondo, può determinare quale sarà il risultato?
All'esempio già riportato della mela newtoniana, come esempio di ordine, aggiungerei quello di prevedere dove cadrà un fulmine o un terremoto domani. Nel caso della mela ci sarà soltanto una legge. Nel caso del fulmine ci saranno più leggi e la conoscenza della situazione del giorno prima.
Ma la moneta no, quello è proprio casuale: l'importanza di leggi (mi sto sempre riferendo a leggi fisiche) e situazione del giorno prima tende decisamente a zero e si può per me non considerare neanche.
Ripeto anche che quando definisco la casualità, definisco anche l'ordine, che per me è il suo contrario.

Per quanto riguarda l'operatività, poi sono d'accordissimo: per quello a me sembra che vi perdiate in un bicchier d'acqua: riferendomi a Dio, infatti, indico dove può portare al limite il ritenere che niente sia casuale, come fate voi. Che appunto ogni evento sia voluto da lui! (vedi il proverbio "non si muove foglia che Dio non voglia")
Questo lo ritengo un argomento al limite più interessante e più operativo per un filosofo.
#15
Citazione di: Il Mondo Che Vorrei il 17 Marzo 2017, 18:58:14 PM
Ciao a tutti cari amici, oggi desidero porre a tutti voi, una domanda.
Avete mai fatto un giro intorno al mondo?
Da qualche settimana sono sempre più convinto di voler provare a fare questa nuova esperienza, penso che mi possa permettere di crescere e vedere tutto da diverse prospettive.
Voi che ne pensate?
In caso avete qualche consiglio?
Ciao, scusa per il ritardo, ma non leggevo mai questa sezione del forum.
Io 10 anni fa l'ho fatto, procedendo in direzione ovest. Ho viaggiato da Milano in Inghilterra, da lì nel Cile (compresa un'isola sperduta nel Pacifico), poi Corea, Thailandia, Svezia, Norvegia e ritorno.
Esperienze molto belle sono state l'isola del Pacifico (in cui mi sono confrontato con la sopravvivenza e istinti suicidi), la Corea (con i suoi monasteri buddisti e nessun occidentale visto per 1 mese intero), la Thailandia (con la sua vita notturna e le isole tropicali) e la Norvegia coi suoi panorami costieri.
Avevo anche l'intenzione di prendere un treno a Vladivostok per il ritorno (e testare la mia conoscenza del russo), ma poi sono invece tornato in aereo purtroppo.