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Messaggi - daniele77

#1
Citazione di: viator il 13 Luglio 2020, 21:37:49 PM

Ora, a livello di modi di vivere sociali attuali, l'uomo - inseguendo le proprie "utilità" e piaceri particolari (ad esempio potere e ricchezza) ha inventato la semplice regola sociale che dice : "se ci sei e ce l'hai, allora vali qualcosa e magari potrai diventare ricco, potente e famoso..........se invece non ci stai e non ce l'hai, sei solo una miserabile solitaria insignificante merdaccia".


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Semplice no ? Si chiama monetizzazione della stupidità e dello spirito gregario, ed è gestita dai manovratori che rappresentano l'"elite" e che non hanno alcuno spirito gregario ma sono invece mossi ed animati dal suo contrario, cioè lo spirito imprenditoriale (per qualcuno, "rapinatorio").




Secondo me l'ubriacatura "social" non rappresenta altro che la nuova forma di fede, di religiosità organizzata che sta sorgendo all'orizzonte allo scopo di creare e poi quindi soddisfare nuove pulsioni psichiche delle masse.

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A questo punto vedi tu se tale andamento rappresenta un qualche "scimmiottamento" dei meccanismi naturali preumani ed extraumani o se preferisci collocarlo all'interno delle mirabolanti "trovate" di una intelligenza umana estranea, diversa e perversa rispetto ad una "natura" che tu ancora non ci hai definito.

Beh, mi sembra quindi chiaro che non approvi come è diventata la società.



Citazione di: viator il 13 Luglio 2020, 21:37:49 PM

Ho già spiegato che secondo me - a proposito di argomenti come questo - è ridicolmente inutile affidarsi a concetti come meglio e peggio. I giovani fanno bene a pensare di riuscire a migliorare il mondo. Purtroppo - essendo appunto giovani - il mondo non lo conoscono proprio quindi, qualsiasi cosa facciano, si cimentano nell'impossibile : cercare di migliorare ciò che si ignora come sia.

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Perciò il giovane è colui il quale sogna di cambiare un mondo che non conosce il quale, alla fine, provvederà a cambiare il giovane in un vecchio.




qui dici che concetti di meglio e peggio è ridicolo, ma come scritto sopra hai chiaramente dichiarato che questo è un "peggio" (di cosa è ancora da stabilire, sono d'accordo).


Fai notare la tua anzianità e capisco che il tuo percorso sia stato tale da giungere alla conclusione che fare qualcosa è "cimentarsi nell'impossibile".
Ma non sono d'accordo, questo è irrispettoso verso i giovani, verso chi vede il mondo in un certo modo, verso chi al posto di sedersi davanti ad un social e mettere like dalla mattina alla sera cerca di dare un senso alla vita, è irrispettoso verso gli stessi anziani che hanno sicuramente faticato per cambiare qualcosa, per dare ai giovani un futuro degno del suo nome.
limitarsi a termini come "pensare di riuscire", "cimentarsi nell'impossibile", ecc vuol dire arrendersi ed accettare (o peggio rassegnarsi) tutto ciò che ci viene propinato da chi ha capito che la società è diventata una massa di pecoroni che non si chiedono nemmeno se ciò che gli accade attorno è un bene o un male.


La mia generazione potrà non dare risposte, la generazione di mio figlio nemmeno, ma non per questo bisogna andare in letargo e smettere di farsi domande, anche se "ridicole" o "inutili".


Se mi faccio mille domande (anche stupide) e solo ad una trovo una risposta, ho fatto un passo avanti, se non per l'umanità ma almeno per me stesso.


Di domande ne ho molte, e forse non riesco ad esprimerle correttamente, e non smetterò di farle e cercare.
Le tue risposte le ho apprezzate, in quanto non esistono risposte giuste o sbagliate, come domande giuste o sbagliate, sono tutte pezzi di un puzzle che ogni essere umano ha il dovere di cercare di comporre. Il risultato finale non è detto che rispecchi l'aspettativa, e magari non si finirà mai questo benedetto puzzle, ma sicuramente davanti al risultato sarò soddisfatto, non per il risultato stesso, ma per come ho svolto il mio compito.


Spero che tu non sia insoddisfatto del tuo svolgimento.


















#2
Citazione di: anthonyi il 13 Luglio 2020, 17:32:55 PM
Citazione di: daniele77 il 13 Luglio 2020, 15:54:54 PM



per questo motivo trovo illogico che molte regole esistano in una società, da qui la mia domanda "ma queste regole si sono create in modo naturale oppure qualcuno con interessi le ha generate?"




Considera la convenzione più banale, il saluto. Se non si saluta non si fa male a nessuno, eppure se non saluti le persone ci rimangono male. Considera un'istituzione come l'esercito, nel quale se non saluti in maniera regolare vieni punito. Tutte le istituzioni sociali hanno riti, convenzioni, che servono a mantenere il controllo sociale, nel linguaggio economico sono detti meccanismi di segnalazione, se non li rispetti sei ritenuto meno affidabile anche per quanto riguarda le cose più importanti. Naturalmente queste convenzioni le ha generate qualcuno per interesse, ma sono gli stessi che le mettono in pratica.




questo è chiaro, ma queste convenzioni dovrebbero interessare tutta la società, è cosi però?
i vari riti e convenzioni che nel tempo si sono instaurate in modo evolutivo (uso il termine "evolutivo" per esprimere un cambiamento lento ed adattivo) si sono affinate e migliorate per meglio adattarsi alla società e all'uomo.
le convenzioni recenti, spesso introdotte senza una reale necessità e solo dettate da interessi estranei alla comunità, ha più l'aspetto di una rivoluzione che evoluzione.


Probabilmente queste convenzioni moriranno, se l'evoluzione farà il suo corso, ma la mia paura è proprio questa, che il danno diventi permanente, che queste convenzioni arrechino un danno tale da portare l'essere umano completamente fuori strada.



#3
Citazione di: viator il 13 Luglio 2020, 15:29:39 PM

I concetti da contrapporre sono semplicemente quelli di TRADIZIONE da una parte e di INNOVAZIONE. Ed in proposito ad essi, non ha ovviamente alcun senso il cercare di stabilire quale delle due dimensioni sia la "migliore" o la più "giusta". E' solo il vecchissimo discorso circa il fatto che non non viviamo nel peggiore o nel migliore dei mondo possibilim ma solamente NELL'UNICO MONDO POSSIBILE date le circostanze che hanno agito in esso.


questo vuol dire guardare da spettatori e non farsi domande.
chiedersi cosa sia meglio e cosa no è l'unico modo per cambiare qualcosa.
non capisco se nel tuo discorso dici "è cosi e basta e non ha senso farsi domande?"


mi sembra più costruttivo farsi domande (anche stupide) che rimanere rigidi su un pensiero.
#4
Citazione di: anthonyi il 13 Luglio 2020, 13:05:47 PM
Se non usi i social non è che sei isolato, sei nella stessa condizione di chi viveva 40 anni fa che aveva l'opportunità di relazionarsi solo con coloro che contattava fisicamente.




non è esatto, se prendiamo il tuo esempio dei social, certo che vieni isolato. Oggi ad esempio alcune aziende ricercano personale solo tramite social, ci sono anche altri casi dove la mancanza di un social pregiudica qualcosa che non è strettamente legato ad avere i social oppure no.
qualche decina di anni fa chi non fumava era visto quasi male, eri spinto a farlo perchè altrimenti non facevi parte del gruppo (prendete l'esempio cosi come è,non voglio aprire discussione sul fumare).
Qui non si sta parlando di un obbligo sociale che va a favore di tutta la comunità, come ad esempio il comportarsi bene, ecc, ecc.
ci sono troppe regole sociali alla quale se non fai parte non sei visto bene, sei strano. ma queste regole non sono assolutamente legate ad un pericolo nella società.
Se mi comporto male, litigo con tutti, va bene essere "esclusi", si tratta di un normale comportamento.
Se non ho i social, se non fumo, se non bevo, se non faccio chissà cosa d'altro oppure mi comporto in un determinato modo, non ha nulla a che vedere con la mia pericolosità nel gruppo.
per questo motivo trovo illogico che molte regole esistano in una società, da qui la mia domanda "ma queste regole si sono create in modo naturale oppure qualcuno con interessi le ha generate?"


è chiaro che ci sono sempre state queste esclusioni, non solo adesso, ma con l'accelerazione tecnologica e con i rapidi cambiamenti in ogni campo, gli interessi sono talmente tanti che vanno a coprire i reali interessi di una società.





#5
Citazione di: Ipazia il 13 Luglio 2020, 11:18:51 AM
Un canto che ha anche aspetti infernali (Omero docet) per cui, concordo, il discorso (sui limiti e meriti dello sviluppo) resta aperto. Però, personalmente, sono assai critica verso i peana sui bei tempi andati, sullo "stato di natura" e il mito roussoiano del buon selvaggio, quando si moriva a trent'anni, se ci si arrivava, per ogni morbo possibile o per qualche banale incidente.

Vorrei vedere quante Grete rinuncerebbero anche solo a internet  ;D


nessuno parla dei bei tempi andati, anzi, erano sicuramente peggiori.


ed è proprio qui il punto, non moriamo più a trentanni per banalità, abbiamo debellato malattie, abbiamo mandato su marte dei robot, e l'elenco è lungo.... ma siamo anche cresciuti umanamente? non c'è un divario enorme tra crescita tecnologica e umana?
proprio questo divario viene abusato da approfittatori che manipolano a loro piacimento le persone e creano la "loro" società.
E se fosse proprio la tecnologia a rallentare la cresciuta umana?





#6




da quanto vedo ho avviato una bella discussione  :)


ho letto con molto interesse tutti i vostri interventi.


Certo, il termine "naturale" non aiuta in quanto come fatto notare da molti è oggetto di confusione riguardo il significato.
Questo ha portato il discorso a complicare il tutto, rendendolo comunque molto interessante.


Il mio discorso iniziale era molto meno filosofico.


Vorrei fare un esempio banale, per spiegare quanto volevo esprimere.
Prendiamo una tribù che non è mai stata contattata dalla nostra civiltà, dove vivono isolati da sempre.
ovviamente hanno costruito una loro socialità che potrebbe essere violenta o non violenta, ma non ha importanza questo.
Ora ipotizziamo che un individuo riesca a contattarli e per scopi egoistici li convince a cambiare il loro stile di vita cambiando di fatto la loro struttura sociale.
Qui possiamo evidentemente dire che la loro società sia stata cambiata in modo forzato e, per loro, non naturale. Senza questa "intrusione" avrebbero continuato come prima.
Questo è un esempio semplice, con conseguenze rapide ed evidenti.


Quindi mi chiedo, molto semplicemente, la nostra società ha subito questa forzatura? se si, è positiva o negativa?
A mio parere negativa (non in tutto, ma se mettiamo sulla bilancia l'ago pende su negativo), e questo perchè tutto ha subito un'accelerazione eccessiva che l'essere umano non riesce a sostenere. Cambia tutto cosi rapidamente che forse non siamo una società ma tantissime società sempre in conflitto fra loro, in conflitto con il mondo stesso in quanto esigiamo che l'universo stia al nostro passo.
Forse dobbiamo rallentare?
#7
certo si può partire che non esiste giusto e sbagliato, come dici tu "chi stabilisce che sbaglia?".
ma questo significa anche che la massa può non sbagliare o non sbagliare, cosi come il singolo, la minoranza.


se partiamo dal principio che la massa condiziona tutti per il bene comune, allora questo non sta succedendo, o almeno non in modo accettabile.
E' vero come dici che il condizionamento sociale può produrre gli anticorpi giusti, vedasi rivolte sociali (quelle "giuste" e movimenti vari), ma forse siamo arrivati ad un punto dove nemmeno questo è sufficiente? che il condizionamento sociale è pilotato? (attenzione, non parlo assolutamente di idee tipo "ordine mondiale" o altre idee complottistiche, meglio chiarire...).


E' curioso riguardo il discorso "rinunciare al condizionamento" che la molti dei personaggi che hanno fatto la storia (anche se nel bene e nel male) , che comunque hanno aiutato a progredire, siano spesso personaggi fuori dalle righe, quindi tecnicamente "escluse". Quindi la massa in questi casi (quelli positivi) sbaglia.
Ma qui il discorso è più ampio, dato che se fossimo tutti come questi personaggi, forse ci sarebbe più pazzia al mondo o più caos.
resta il fatto che anche la "non normalità" è in piccole dosi estremamente importante per la progressione di una società.
#8



ritengo invece che molti condizionamenti sociali abbiano una forte componente egoistica, non per chi è condizionato ma da chi condiziona.
In una situazione equilibrata di potere ti potrei dare ragione, nel senso che i condizionamenti sociali portano, appunto, ad un equilibrio della società stessa.
ma questi condizionamenti possono essere imposti per motivi egoistici da parte di pochi o più individui (a volte dalla massa stessa).
come spiegare altrimenti situazioni distruttive per la società?


Capisco cosa intendi per quanto riguarda chi viene additato come "diverso", e che si tratta di un meccanismo difensivo, ma realmente chi è diverso (apparentemente) sono meno affidabili?
se uno è realmente pericoloso per la società ti do ragione, ma è giusto escludere le persone per "difetti" immaginari?
Al giorno d'oggi sei definito strano anche solo se non bevi al bar, oppure (come qualche decina di anni fa) non fumavi. e questo sono solo esempi banali ma si potrebbero elencare a decine.


L'essere umano ha sempre avuto il bisogno di sentirsi appartenente ad un gruppo, di non essere escluso, e per questo è facile convincere le persone di fare qualcosa che in realtà farà solo del male.
il mondo del marketing è perfettamente cosciente di questo per esempio, ma c'è poco di "non egoistico" in tutti questi condizionamenti sociali.


Il mondo animale attua questi meccanismi su piccola scala, il leone alza la cresta per mantenere il controllo sulla sua "piccola" società.
ma con l'evoluzione l'essere umano è diventato in grado di sottomettere masse e popoli interi.
il problema sta proprio li, siamo evoluti tecnologicamente ma non umanamente, in fondo siamo rimaste delle "bestie" e mi domando spesso se tutta questa evoluzione non sia come dare in mano ad un bambino un fucile carico.
#9
ecco il mio primo topic.

Ho sempre pensato che la nostra società ha qualcosa di poco "naturale", l'essere umano è di natura sociale, ma la Società, come la conosciamo oggi, è una normale evoluzione naturale oppure è una forzatura?
la mia impressione è che sia una forzatura, una manipolazione come l'essere umano è abituato a fare con tutto ciò tocca.


Gli animali, molti, hanno una loro socialità, che rispecchia totalmente la natura. Ad un animale non viene imposto un modo di vivere, nasce con quell'istinto.
L'essere umano, a mio parere, nasce pure lui con un istinto che però viene poi alterato dai meccanismi di una società "malata", una società modificata nel tempo da svariati motivi (la maggior parte motivi egoistici).
Questa alterazione una volta avviata difficilmente si riesce a fermare e meno ancora farla regredire.
Chi non viene alterato viene con ogni probabilità escluso o additato come "strano", "diverso", perdendo tutti i (apparenti) benefit sociali.


C'è anche da dire che l'evoluzione dell'intelligenza umana è la causa della nostra società, del nostro modo di pensare (naturale che sia o imposto), quindi è anche vero che si può affermare che tutto ciò è una normale evoluzione naturale.
Come in natura c'è la specie che distrugge l'ambiente di altre specie , la nostra specie distrugge altre specie.
ma nessuna (a mia conoscenza) specie al mondo ha mai distrutto se stessa o il suo ambiente, cosa che l'essere umano sa fare molto bene.


Personalmente faccio molta fatica a guardare la nostra società come se tutto fosse normale, negli anni ho sempre pensato che fossi io il problema (e magari in parte è cosi, non ho e forse non avrò mai una risposta), ma allo stato attuale sono convinto che quella sensazione di fastidio, quella vocina che ti dice "occhio che qualcosa non quadra", sia dovuto a tutto questo, ad un disallineamento del mio vero "essere" con la vera natura.


Non so, sono solo una mia opinione, curioso di conoscere la vostra...  ;)


A presto.

#10
Presentazione nuovi iscritti / Eccomi qui
09 Luglio 2020, 13:38:42 PM
Ciao a tutti,


oggi ho scoperto questo forum e mi sono subito registrato.


come si capisce dal mio nome utente mi chiamo Daniele e ho 42 anni.
Sono una persona molto curiosa e nella mia vita ho sempre avuto la sensazione di essere fuori posto, che il mondo attuale non rispecchia ciò che dovrebbe essere e percepisco una sensazione di vuoto, di incompletezza.
Per questo sono sempre alla ricerca di un "qualcosa" che possa mostrarmi cosa sia questo "qualcosa".
Chissà, magari qui farò qualche passo in più...  ;)


Sono molto sensibile (esiste una teoria che parla di PAS - Persone Altamente Sensibili) se effettivamente esistono io ne faccio parte.


Grazie a tutti e spero a presto in qualche discussione.


Daniele