Citazione di: Enrico73 il 19 Settembre 2025, 11:00:43 AMGrazie per aver letto la mia teoria, l'argomento è davvero complesso ed è difficilissimo esprimerlo a parole.
La mia idea è che l'inconscio non esista. Lo considero una sorta di scatola in cui riponiamo deliberatamente tutto ciò che non vogliamo affrontare e questo e' l'alibi. La vera sede del libero arbitrio è il pre-conscio, uno stato in cui il concetto di opposto non esiste. È qui che possiamo elaborare pensieri contraddittori senza il rischio di un sovraccarico emotivo.
La coscienza è il risultato di un potente filtro, una "censura" che il pre-conscio mette in atto per evitare il dolore che le contraddizioni provocherebbero. Questo meccanismo di censura ha due scopi:Questo filtro semplifica il pensiero e ci permette di funzionare nella vita di tutti i giorni.
- Proteggerci dal dolore causato da informazioni e pensieri contrastanti.
- Soddisfare i bisogni primari di sentirsi parte di un gruppo e di ottenere riconoscimento.
Ho iniziato a riflettere su questi concetti molti anni fa, anche a causa della mia esperienza con la Sindrome di Asperger. Pur potendo sembrare un paradosso, ho notato che la mia empatia è spesso molto più forte della norma. In alcune situazioni emotive, potrei persino perdere conoscenza, un'estrema manifestazione di quel filtro che si spegne di fronte a un dolore travolgente.
Ciao Enrico e benvenuto. Tempo fa mi diagnosticarono una sindrome bipolare (non accettai le cure, mi sono arrangiato) e dopo averti letto ho percepito delle affinità col tuo pensiero di cui riporto alcuni stralci presenti nel tuo post di esordio:
"L'inconscio non esiste, mi ripetevo come un mantra...
...La sommatoria del sapere acquisito, innato e collettivo di un individuo è come una biblioteca di Babele (Borges)...
...È proprio in questo contesto che emerge la coscienza. Essa non è altro che il risultato di un potentissimo filtro che agisce come una censura volontaria..." (che poi definisci protettiva).
Tempo fa, all'interno di un dialogo tra me e un anti-me, scrissi anche questo pensiero:
"Tal conoscenza (la coscienza umana) è quella che va dall'io al Dio, passa per tutte le cose note, individuale, dinamica ed elastica nel suo transitare per le vie dell'universo ... Costretta a farlo giunta al suo corpo, anzi, sarebbe il corpo a produrla. Si tratterebbe senza fallo di un gran calderone vagante ricolmo di falsità e verità delle quali spesso non ci si domanda nemmeno ... Ma visto infine che di cose si tratta, prova dunque a pensare a ciò che chiamo l'abitudine all'esistenza delle cose ... ammessane l'esistenza"
Penso che in fatto di sofferenza il mio bipolarismo sia in fondo una bazzeccola relativamente alla sofferenza che hai espresso nei pensieri in questo forum. Quello che più mi ha colpito comunque è la tua convinzione che l'inconscio non esista. Mi chiedo cioè: se il bipolarismo apre una porta d'accesso già abbastanza profonda, la tua sindrome potrebbe aprirne altra ancora più profonda.. immagino nella mia ignoranza quella che apre all'impronta genetica
Saluti