Ho appreso qua e là (buddismo, yoga, induismo, ....) che l'accettazione del dolore presuppone necessariamente il superamento dello stesso. Ovviamente c'è dolore e dolore, questa è una premessa dovuta che però non viene mai fatta. Per qualcuno evidentemente, compresi i grandi maestri/guru spirituali, il dolore è dolore. Non sono per niente d'accordo. Prendiamo il dolore lacerante che può colpire una persona, la perdita di una persona cara con la quale si è instaurato un fortissimo legame (figlio, coniuge). Secondo la mia modesta opinione, ma parlo per esperienza personale, la vera accettazione non è il superamento del dolore. C'è a mio avviso un'accettazione superiore, la vera accettazione, che consiste nell'accettare che il dolore possa accompagnare chi rimane per il resto della sua vita. Non si tenta di superarlo o di respingerlo, ma nemmeno si cerca di amplificarlo. Semplicemente lo si accetta così com'è e si accetta il fatto che possa rimanere con noi per sempre (qualunque possano essere le conseguenze). Ovviamente nessuno gode nel provare dolore, ma ci sono degli eventi della vita che la cambiano drasticamente e irrimediabilmente. Almeno per me è così. Siete d'accordo che questa è un'accettazione più autentica?