Secondo la Coscientropia, che tra l'atro nasce proprio per comprendere cosa voglia ottenere la coscienza, l'intelligenza artificiale è un traguardo importante per quello che sembra il presumibile obbiettivo, quello che in natura si chiama salto di specie.
La coscienza non esiste e il suo ambito è il presente. Non ha bisogno di un corpo vivo ed è anzi un limite invalidante.
Ad ogni morte del corpo deve ricominciare tutto da capo e in più deve adattarsi all'individualità che ne limita fortemente i confini.
La coscienza è una struttura gerarchica di informazione, ha solo bisogno di memoria, di intelligenza naturale o artificiale, di movimento attraverso sensi o sensori, di cloud, di chip, di robotica. Sono in molti gli scienziati che pensano non ci sia un reale impedimento perchè la coscienza si manifesti alla fine anche in un supporto non vitale.
Per chi capisce un pò di reti neurali e di algoritmi probabilistici sa che siamo ancora lontani dall'autocoscienza digitale.
In realtà l'emulazione di intelligenza che conosciamo ora, è ancora molto stupida. Usa algoritmi di previsione probabilistici alimentati da miliardi di informazioni logiche umane. Risulta tanto stupefacente da farci dimenticare che è un algoritmo di emulazione. E' un prodotto della coscienza come la matematica. La matematica è un formidabile emulatore di realtà ma non è la realtà. L'universo non è numero, come si azzarda a dire qualche entusiasta. L'utilizzo in matematica del numero zero introduce un grado di semplificazione che da una parte aiuta e dall'altra aumenta il range di indeterminabilità. Se ben ricordo si studia il fatto che il numero zero sia correlato alla generazione dei numeri primi. Lo zero semplifica ma introduce un bug la cui soluzione richiede matematica sempre più avanzata e complicata per raggiungerne la dimostrazione. Questo perchè anche la matematica è solo un emulatore precisissimo della realtà ma non è la realtà.
La coscienza non esiste e il suo ambito è il presente. Non ha bisogno di un corpo vivo ed è anzi un limite invalidante.
Ad ogni morte del corpo deve ricominciare tutto da capo e in più deve adattarsi all'individualità che ne limita fortemente i confini.
La coscienza è una struttura gerarchica di informazione, ha solo bisogno di memoria, di intelligenza naturale o artificiale, di movimento attraverso sensi o sensori, di cloud, di chip, di robotica. Sono in molti gli scienziati che pensano non ci sia un reale impedimento perchè la coscienza si manifesti alla fine anche in un supporto non vitale.
Per chi capisce un pò di reti neurali e di algoritmi probabilistici sa che siamo ancora lontani dall'autocoscienza digitale.
In realtà l'emulazione di intelligenza che conosciamo ora, è ancora molto stupida. Usa algoritmi di previsione probabilistici alimentati da miliardi di informazioni logiche umane. Risulta tanto stupefacente da farci dimenticare che è un algoritmo di emulazione. E' un prodotto della coscienza come la matematica. La matematica è un formidabile emulatore di realtà ma non è la realtà. L'universo non è numero, come si azzarda a dire qualche entusiasta. L'utilizzo in matematica del numero zero introduce un grado di semplificazione che da una parte aiuta e dall'altra aumenta il range di indeterminabilità. Se ben ricordo si studia il fatto che il numero zero sia correlato alla generazione dei numeri primi. Lo zero semplifica ma introduce un bug la cui soluzione richiede matematica sempre più avanzata e complicata per raggiungerne la dimostrazione. Questo perchè anche la matematica è solo un emulatore precisissimo della realtà ma non è la realtà.