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Messaggi - Visechi

#1
Citazione di: Eutidemo il 30 Gennaio 2025, 13:40:34 PMMi dispiace di non poter rispondere a tutti, perchè gli interventi sono troppi:
- alcuni li trovo molto intelligenti, per cui dovrei limitarmi a meramente sottoscriverli; ;)
- altri, invece li trovo talmente stupidi, da non meritare risposta. :-X
Mi resta troppo poco tempo da vivere, per sprecare il mio tempo a sparare sulla Croce Rossa! O:-)

Epico!

Della serie: siate liberi.
#2
Citazione di: baylham il 29 Gennaio 2025, 15:30:27 PML'invito di Liliana Segre ad accogliere l'altro è rivolto a tutti, l'accoglienza è quindi una relazione di reciprocità.

Il prossimo del comandamento cristiano è proprio lo straniero, il nemico: l'esempio del samaritano che aiuta il giudeo è chiaro in questo senso. Nei Vangeli Gesù afferma che a voler bene agli amici son capaci tutti, voler bene al nemico è molto più difficile.


Il suo è un Vangelo minimalista.
#3
Citazione di: PhyroSphera il 29 Gennaio 2025, 13:06:57 PMHai mutato la mia similitudine luce-coscienza in luce-conoscenza, te ne sei scordato e hai replicato a sproposito.

In ogni caso l'amore più grande non ha un perché, la scienza non impedisce l'idolatria, anzi ne può essere oggetto, il dio del fulmine è di per sé espressione per il mistero della divinità dietro un fenomeno naturale, non indica un idolo, solo intuizione parziale e non va confusa con una teoria. Questo lo fai tu, che pensi entro la prospettiva dell'idolo, avendo nichilisticamente evitato concentrazioni su di esso, ma non rifiutandolo.


MAURO PASTORE
Sbagli! L'Amor più grande parrebbe abbia un perché, ma io lo riterrei insoddisfacente, soprattutto se si pesano vantaggi e sacrifici. Non si mette in piedi tutto quel popò di architettura teologica, filosofica etc... solo per garantire maggior sicurezza e conforto.

Ma riesci, una volta che sia una a confrontarti col prossimo (che non è il vicino, ma proprio l'alterità assoluta) senza mostrare il lato grifagno della tua personalità? Possibile che stia sempre in trincea?
#4
Citazione di: InVerno il 29 Gennaio 2025, 14:14:17 PMIo sono d'acccordo con la Segre che bisogna aumentare le ore di storia, senza aumentare il monte totale di ore che sono già più che sufficienti, i tuoi scritti potrebbero dare l'impressione che siano le ore di filosofia quelle a dover far spazio a quelle di storia, se la filosofia serve a biforcare la lingua di turlupinatori che parlano di "diverse capacità razziali" e dargli dignità tra un Barth e un Derrida, è meglio che questi concetti vengano espressi nella loro crudità senza nascondersi tra ampollose sciocchezze che potrebbero inavveritamente nobilitarli.

Lo stato italiano è laico e non è in alcun modo legato alle prerogative dell'etica cristiana, che meglio farebbe a fare mille meaculpa di fronte alle fanfaluche del deicidio che hanno costituito la base etica per tutte le persecuzioni degli ebrei, ben prima che i teutonici meccanizzasero i processi di persecuzione. Esiste certamente una non integrabilità dei monoteismi, ma il problema dell'integrare zucconi con complessi di superiorità può essere tuttavia risolto ignorando le loro pretese suprematiste e sostituendole con un educazione moderna e liberale.
😂😂😂😂
Niente di più, nulla di meno.
#5
La coscienza, una volta che è illuminata dalla conoscenza, ancorché parziale e non ultima, per quel tratto di strada, quel segmento che è stato anche momentaneamente illuminato, non si spegne, come pensi tu. L'illuminazione permane silente, sottotraccia, conservata, deve solo essere riattivata, e lo è alla bisogna. La conoscenza è un processo, un work in progress che si avvale, volta per volta, della strada percorsa in precedenza: ne rinnova e rinfresca l'asfalto, prolungandone ed arricchendone il tracciato. È uno stratificarsi e sovrapporsi di successive illuminazioni che s-velano e ri-velano. L'area della trascendenza, quella del mistero si è vieppiù assottigliata, ha contratto il proprio confine. Non si prega più il cielo perché piova, abbiamo smesso di idolatrare il tuono e di sacrificare al Dio del fulmine. L'area del sacro si è contratta. Pur tuttavia, nonostante le continue violazioni che l'occhio indagatore compie, ancor oggi permangono spazi non profanati dalla conoscenza.
I come hanno smesso di destar sacro stupore, sopravvivono i perché.
L'area grigia che la conoscenza scientifica e tecnica non son riusciti ancora a violare (e mi auguro non riescano mai) è quella dei perché delle cose, degli eventi, degli stati. È l'area del senso: uno spazio immenso ed anche il più ricco di vero nutrimento. Le scienze raccontano meglio di ogni religione o spiritualità il come delle cose: come si attiva l'attenzione, quali siano i recettori eccitati, quale chimica esploda nella mente; come si accende l'amore, quali stimoli sono suscitati, quali neuroni entrano in gioco e come ciò accade. Sono i perché a sottrarsi alla sua indagine, l'area del senso non è appannaggio delle scienze, che devono occuparsi di spiegare il susseguirsi degli eventi senza curarsi del perché gli eventi. Abbiamo smesso di invocare il Dio della pioggia o quello dei fulmini, e se ciò ancora oggi accade è solo per stupida superstizione, ma non abbiamo smesso di chiederci il perché ci innamoriamo; perché accade che si sia disposti a mettere a rischio la propria vita – il bene più prezioso – per aiutare un terzo sconosciuto; perché piango o rido: gli stati d'ansia, perché avverto il dolore di un ago acuminato che scava dentro l'anima al cospetto dell'atroce, o, viceversa, perché godo e avverto un senso di pienezza e sazietà nel procurar dolore. La psicologia ti racconta la successione degli eventi, ed inquadra l'uomo, il suo essere nel mondo, nel suo status patologico, ma tace di fronte al perché degli eventi umani. Difficilmente la scienza potrà fornire una soddisfacente risposta al perché si è spesso disposti a mettere in gioco la propria esistenza per aiutare o salvare un estraneo: quali sono i meccanismi dello spirito che sono eccitati? Qual è il fine del sacrificio?
Oltre il gene egoista c'è tanto altro che la scienza, non deputata a farlo, non potrà spiegare.
#6
Citazione di: PhyroSphera il 27 Gennaio 2025, 22:42:25 PMC'è afasia in questa risposta.
Se con essa si vuol significare che il mio messaggio è un tentativo di contrastare i giudizi, allora invito a rileggere daccapo, perché non ci siamo proprio.
Inoltre l'ideologismo non c'entra con quanto ho detto io, ma con quanto mi verrebbe opposto.

MAURO PASTORE
Ma se non sai neppure cosa eventualmente ti verrebbe opposto. 
#7
Grazia Deledda
NOI SIAMO SARDI


Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,
romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono
sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo,
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
delle onde che ruscellano i graniti antichi,
della rosa canina,
del vento, dell'immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.
#8
Citazione di: PhyroSphera il 28 Gennaio 2025, 00:12:13 AMC'è la politica per mezzo, la quale però non muta nulla, non inventa nulla che possa cambiare tale quadro. Essa può agire in, per, o senza, contro consapevolezza. Se essa allontana il quadro reale, la realtà indicata da questo quadro resta identica. Il coinvolgimento etnico si basa su alcunché di originario, cioè non arbitrario. Come psicologicamente siamo fatti di pensiero, sensazione, intuizione e sentimento, così abbiamo una vita etnica, positivamente o non positivamente vissuta; e la politica non crea, non muta questa sorta di struttura di fondo.



MAURO PASTORE



Più che di ethnos sia impastati di cultura, e la cultura è quanto di più permeabile possa esserci alle ibridazioni.
#9
Citazione di: ricercatore il 30 Dicembre 2024, 11:52:09 AMDa qui la domanda del post: che cosa si salva dopo il gene egoista?
L'area del mistero e del trascendente si contrae sempre più, man mano che la scienza progredisce, questa si assottiglia in maniera proporzionale. Tuttavia, ancora oggi resta uno spazio non occupato, privo del perché sia così. Resta tutto ciò che la scienza non è riuscita ancora a de-finire, de-limitare. C'è ancora spazio per i perché, forse è il come che smette di essere un mistero, ma il perché ancora oggi reclama il suo spazio.
#10
Citazione di: baylham il 26 Gennaio 2025, 10:11:16 AMVisechi, evidentemente per te e molti altri è normale che bisogni elementari, cibo, alloggio, cure mediche, degli uomini dipendano dalla carità, dall'elemosina, dal volontariato.


Concordo pienamente con te: quelli da te citati non sono solo bisogni, ma attengono alla dignità della persona, sono pertanto diritti inalienabili ed irrinunciabili, non possono in nessun caso dipendere dalla pietas umana che la loro carenza deve suscitare. Non era di certo mia intenzione circoscrivere ed emarginare questi diritti, tra l'altro riconosciuti dal diritto internazionale, entro un'area intrisa di commozione e compassione. No! Bene fai a farlo notare, qualora io avessi indugiato su questo versante e per questi aspetti. Non mi pare, ma non ho troppa voglia di cercare ora nel mio scritto le ragioni della tua reazione.
Non credo, però, che tu possa confondere l'impegno fattivo di chi, latitando le istituzioni, si prodiga per alleviare disagi e sofferenze altrui. Questo non è melenso sentimentalismo, non è neppure patetico, come scrivi tu, citarlo nelle cronache dei nostri tempi, non più adusi al suono del e troppo propensi ai Niet. Non è pietismo essere mossi a commozione nell'osservare tanta umanità stuprata da un meccanismo sociale ed economico che, nei suoi danni collaterali, ingloba la creazione di scarti umani. Non è neppure pietismo l'impegno di tante persone che, pur potendo limitarsi alla comoda    osservazione indignata, hanno scelto lo scomodo coinvolgimento fattivo, che, credimi sulla parola, reca conforto ed allevia il dolore... a differenza di tante parole riversate sul web. Non si tratta di eroi, bensì di persone semplici, che sanno però immedesimarsi e vivono con empatia le difficoltà di questi scarti umani. Non sempre è necessario un impegno gravoso, alle volte è già molto avvicinarli e parlarci, farsi raccontare le loro storie (prova a farlo, te lo consiglio... si cresce), dicono che li faccia sentire accettati o perlomeno per quell'attimo in cui sono insieme non si percepiscono come rifiuti, dei paria inavvicinabili. Non è pietismo tutto questo. Non è neppure retorica da anime belle. È semplicemente vita... anche questa lo è.
In ogni caso, stanne certo, se mi scorgo a pensare me nella situazione di questi dannati (non mi riferisco esclusivamente agli immigrati) preferirei incappare in questo stucchevole, melenso buonismo da anime belle che nel grugno severo che ringhia con suono gutturale il fatidico niet. Ci son cose, situazioni, condizioni impermeabili alle mediazioni, e su questi temi il mio pietismo d'accatto non si dispone a favore della mediazione.
#11
Citazione di: niko il 25 Gennaio 2025, 22:23:15 PMAh si?
::)
Ma davvero non vuoi battibeccare?


E allora parla chiaro, quali sarebbero i benefici conquistatici dai partigiani, (che poi questi, per te, rappresenterebbero le "generazioni precedenti", nel loro grande "sacrificio", come poi spieghi in seguito) di cui io secondo te, maestrino di sto cazzo, ad oggi godrei immeritatamente, o che io, sempre secondo te, sprecherei incoerentemente?

Benefici materiali? Tv, snack di cibo spazzatura, scarpe nuove, pc?

O forse, oh grande ed hegelianissimo professore, lei intendeva benefici non rozzamente materiali, ma sociali, politici e pseudo spirituali? E quindi: cose come la fantastica conquista della democrazia contro il fascismo, ad opera dei fantastici partigiani per come li hai in mente Lei... la Costituzione del miglior staterello (colonia americana e vaticana) del mondo, il venticinque aprile eccetera?

O Tutti e due? Materiali e spirituali?

Guarda che sei meno di sabbia sul selciato, la retorica, di quelli come te, modestamente è interamente contenuta, nella mente, di quelli come me...

Eppure tu insinui di conoscermi, di dedurre qualcosa di me dalle mie parole, o perché io sarei troppo opulento nello stile di vita, o perché troppo antidemocratico, per i tuoi gusti...

Che cosa sei venuto a insegnare qui, su di me, piuttosto che sulla filosofia in generale, oh professore? Parla chiaro, sù, perché tutti sappiano...

Dovrei vivere in povertà in coerenza con i miei ideali comunisti? Al punto da non avere un pc per controbattere alle stronzate di omuncoli come te?

Io come San Francesco? In rispetto ai sacri e sacrificalissimi partigiani, i quali hanno portato tanta bella ricchezza materiale e tecnologica (naturalmente insieme agli alleati) di cui non sono degno, o perché lo dici tu?

O dovrei smettere di profanare la democrazia, la democrazia portataci dal cielo dagli eroici partigiani (e naturalmente dagli eroici alleati), è forse questo il tuo vero problema, di cui hai ritenuto necessario mettere a parte tutti, perché chi non fa, preventiva, professione di odio antirusso, secondo te è indegno della democrazia? Sono incoerente nel mio usare la democrazia per propagandare idee secondo te distruttive, della democrazia stessa? Tipo che non voglio finanziare la prossima guerra mondiale con il due, o presto con il cinque, percento della spesa sociale del mio stato? Che non credo manco per niente che la Russia trami per attaccare un paese nato nei prossimi tre-cinque anni?

Beh ti ci dovrai abituare, perché la democrazia contiene ad oggi, tante persone che votano, e scrivono sui forum, pur non avendo fatto preventiva professione di odio antirusso. Pur non avendo fatto penitenza e autodafe'. Pensa, alcuni di loro non hanno fatto nemmeno preventiva professione di odio anti Hamas... nonostante il sette ottobre... Tante persone che secondo te, caro paranoico sfigato, stanno con il nemico. E come tanti virus, godono della democrazia in attesa di distruggerla dall'interno... non spegnere la luce... spranga bene tutte le porte... controlla bene in tutti gli angoli... non cedere al sonno...










Ti chiedo perdono, ma al terzo capoverso ho rinunciato a proseguire nella lettura. Tuttavia, ho rilevato una tua reazione davvero furente quanto interessante. Concedimi solo 5 minuti perché devo cercare di capire se sono profondamente intimorito dal tuo tono da macho oppure se non riesco proprio a trattenermi dal ridere.
1 minuto
2 minuti
3 minuti
4 minuti
5 minuti.
Nulla, proprio non riesco ad essere intimorito, ma non credo sia giusto rifiutarti una reazione 😹😹😹😹

Bye.
#12
Citazione di: niko il 25 Gennaio 2025, 20:30:28 PMScusa sai, ma il, diciamo così, "disegnino ad uso delle capre", ovverosia la parte sicuramente più semplice, e per inciso non scritta da me, era appunto in fondo, al mio ultimo intervento, capoverso a cui tu, comprensibilmente non sei arrivato...

Non volevo escluderti, giuro, prova a leggere dalla parte finale in poi, almeno capisci quello che c'è da capire pur se naturalmente non sei d'accordo, che sono almeno tre post che battibecchi con me e cerchi la lite, sinceramente, non capisco perché (oppure forse lo capisco, che è peggio).




No, ma che dici? Ti assicuro, nessuna intenzione da parte mia di battibeccare con te. Non ne comprenderei le ragioni. La vita è troppo breve ed io non ho alcuna intenzione di dedicare più tempo del dovuto al battibecco su argomentazioni espresse in maniera cacofonica e sostanzialmente indecifrabile. Ti assicuro pure di non essermi minimamente sentito escluso. Sono ben attrezzato per confrontarmi anche con pensieri e ragionamenti complessi, purché sensati e che abbiano un qualche significato; viceversa, non mi trastulla neppure un pochino dover leggere o tradurre in italico intelligibile idioma pensieri stenti e mal espressi, per cui, credimi sulla parola, appena m'imbatto in guazzabugli lessicali o caleidoscopici ragionamenti privi di arte ed anche di parte, immediatamente rinuncio a proseguire nella decifrazione dei glifi.
The end!
#13
Citazione di: niko il 25 Gennaio 2025, 19:26:22 PMLa festa dei fauni e' un simbolo, da me innalzato contro, la retorica resistenziale e sacrificale piu' che banalotta con cui, e in, cui, alcuni utenti, Visechi, Inverno, e ora anche tu Jacopus, (complimenti) vi state crogiolando da una decina di post.

Retorica che per altro, adesso apprendo, da te, presume, con improvvida e antistorica saccenza, che a fare una guerra (mondiale) sotto bandiera sabauda, repubblichina o nazifascista si rischi la pelle, e il freddo, e il cannibalismo, e le torture qualora si cada in mano nemica, di meno; di meno, naturalmente, rispetto, natutalmente, ai "gloriosi" partigiani.

Guai, anzi, anatema, se qualcuno qui vi fa notare che, da punto di vista prettamente "sacrificale", cioe' del sacrificio del singolo a trame politiche piu' grandi di lui, un (morto) partigiano e' uguale identico a un (morto) soldato del regio esercito, o anche, addirittura, a un fascista.

Guai, se qualcuno fa notare questo a tutta la benvestita italica gente per bene, formalmente, e ancora per poco, "antifascista".

I partigiani non hanno, e non detengono il primato del sacrificio. Non credo proprio, sia questo il punto, e nemmeno che essi, se potessero ancora lucidamente parlare, un tale... cosi' poco invidiabile... primato vorrebbero detenere.

Staccate pure da questo muro virtuale il nuovo "crocifisso due punto zero", il "crocifisso partigiano" che ci avete voluto appiccicare con tutta 'sta retorica partigiana fuori tempo massimo, e accendete il cervello.

La differenza, tra i partigiani e gli altri, non e' sacrificale, e non e', tantomeno,  giacente sul piano dei benefici e o dei rischi, e' politica. La differenza, e' politica.

Dovendo in un modo o nell'altro rischiare di morire, essendo comunque colto nel pieno del furoreggiare di un, terribile, e che non risparmia nessuno, guerra, il partigiano rischia di morire dalla parte giusta della storia e della barricata, per i suoi reali interessi sociali e di individuo e il suo unico reale possibile futuro... e naturalmente contro la disumanita' in generale della guerra, di ogni guerra, e in particolare contro la disumanita' dei fascisti come soggetto politico che, in nome di una molto piu' immacolata e imperturbabile borghesia, la guerra, la fanno, e sono, "gurdacaso", da essa tollerati proprio perche', e nella misura in cui, la iniziano, la portano avanti e la fanno.

E quindi, la festa e' nel cuore, la condizione partigiana e' antisacrificale.

Perche', l'uomo che si fa' macellare per interessi e priorita' proprie, con questo semplice atto rifiuta, di per cio' stesso, di farsi macellare per interessi e priorita' non proprie.

Rifiuta l'alterita' , appunto di una certa  "trascendenza" a cui quelli come voi, oggi, come ieri, vogliono consegnare, di fatto per neutralizzarla, la vicenda partigiana con tutto il suo portato di emozione e di memoria.

E invece, il presente ci insegna che non c'e' (proprio) nessuna trascendenza: ci sono quelli a cui una guerra (mondiale) fa comodo, e quindi secondo ragione, e a prescindere dalle posizioni personali hanno motivo di volerla, e quelli, la stragrande maggioranza in realta', a cui la stessa guerra mondiale non fa comodo, e non hanno, secondo ragione e a prescidere da gusti e vissuti, motivo di volerla. L'attimo presente, che fu dei partigiani, e' ancora attuale.

E questo, e' (l'unico) motivo, per quanto mi riguarda, di gloria eterna ai partigiani.

Il resto, il resto della retorica sacrificale e supereroistica, dico, dura, nel tempo, quanto il rutto ecumenico dell'italietta delle banane presuntamente antifascista costituita dal dopoguerra in poi finche' non arriva, vivaddio, il papi, Berlusconi, a distrarla con altre priorita'. E menomale.

Il sacrificio, e' la dimensione retorica e pratica della morte. E nella morte, noialtri uomini siamo tutti uguali. Rossi, neri, imboscati, apolitici, e perfino, per quanto mi dolga ammetterlo, pidduisti e democristiani. E' nella vita, cioe' nella possibilita' di una scelta e di una dinamica antisacrificale, semmai, che non siamo manco per niente, e problematicamente, uguali.

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"Noi vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo: "A coloro che hanno dato la vita per la patria", che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori.
I monumenti, ai disertori, rappresenteranno anche i caduto in guerra, perche' ognono di loro e' morto maledicendo la guerra, e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza, nasce dalla diserzione"

(Partigiano antifascista, Venezia, 1943).





Confesso che al terzo capoverso ho rinunciato... non sono abituato a leggere la glossolalia e tantomeno sono attrezzato a capirla, men che meno ho tempo e voglia da perdere appresso a concetti strampalati espressi in maniera grossolana che esprimono praticamente nulla.
Insomma, pensieri figli di un ideologismo che fa più male a chi lo esprime di quanto sia in grado di trasmettere un messaggio comprensibile.
#14
Citazione di: baylham il 25 Gennaio 2025, 17:46:11 PMVeramente patetico, non mi stupisce che con questo approccio fallimentare la povertà assoluta, la mancanza delle condizioni economiche minime per una vita autonoma e dignitosa, sia endemica da millenni.




Non capisco il senso di questo laconico intervento. Magari qualche parola in più aiuterebbe a comprendere.
#15
Citazione di: niko il 25 Gennaio 2025, 16:25:02 PMLa "definirei" per quello che e', diserzione, in armi, alla presente e a tutte le guerre dello stato, del capitale e della borghesia, una festa dei fauni e della terra, l'atto piu' antisacrificale possibile..


Stratosferico! Non ci avrei mai pensato. Sai, parli quasi come Fusaro!
Vero, vero.