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Messaggi - Stefaniaaa

#1
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 04 Agosto 2025, 06:51:32 AM
Ciao, io ho qualche dubbio sul libero arbitrio rispetto a questa vita terrena. Per esempio, a differenza dei miei simili io non ho mai potuto scegliere di correre, saltare o arrampicarmi sugli alberi quando ciò era fisicamente possibile per i miei coetanei, quindi secondo me il libero arbitrio esiste solamente a livello di Anime che scelgono un percorso di (re)incarnazione, in questo o quel corpo. Diversamente Dio può così affermare di avermi lasciato libero di decidere, ma io non ci credo. Immagino che sia la stessa cosa per chi, nato in una famiglia che non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, voglia ma non possa studiare. Perciò, secondo me il libero Arbitrio, senza considerare la metempsicosi, non è possibile, perché non siamo liberi di scegliere, perché dobbiamo vivere in un corpo o in una condizione che, senza reincarnazione, non abbiamo in alcun modo scelto noi.

Credo che anche le problematiche di salute, le malformazioni o le condizioni in cui una persona nasce non siano direttamente decise da Dio, ma siano il risultato di un lungo susseguirsi di azioni, scelte e conseguenze messe in moto fin dall'inizio del mondo. Ogni gesto, ogni errore, ogni cambiamento ambientale, ogni incrocio genetico ha contribuito a costruire, passo dopo passo, quello che oggi chiamiamo "caso" o "sfortuna".

Allo stesso modo, penso che anche nascere in un contesto povero non sia frutto di una decisione divina, ma il risultato di una catena di scelte fatte – o non fatte – dalle generazioni precedenti. Una persona nasce in un determinato luogo e in certe condizioni perché chi l'ha preceduta ha preso delle strade, ha vissuto delle rinunce o ha compiuto delle azioni che, nel tempo, hanno tracciato quel destino.

Per questo credo che Dio non decida come o dove nasciamo. Ha dato all'uomo il libero arbitrio sin dall'inizio, e proprio quel libero arbitrio, con le sue infinite diramazioni, ha generato ciò che oggi viviamo. Anche il singolo individuo, con le sue condizioni di salute e il suo ambiente, avrà a sua volta un margine di scelta, limitato o ampio che sia. E userà quel margine, grande o piccolo, per determinare le sue azioni future.

Siamo frutto di una lunga catena, ma ogni anello ha comunque la sua parte di responsabilità.
#2
Ho riflettuto bene e 
Credo che Dio esista, ma non decide nulla della nostra vita. Non sceglie chi nasce, né quando, né come. Perché decidere chi nasce, significherebbe decidere che due persone si conoscano, stiano insieme, si uniscano e concepiscano un figlio. E questo implicherebbe togliere loro la libertà di scelta. Lo stesso vale per la morte: non può esserci una data prefissata da Dio, perché ogni evento dipende dalle scelte nostre o altrui, da coincidenze, da errori, da gesti intenzionali o accidentali.
#3
Il libero arbitrio non è un optional, non è un'idea astratta, non è una concessione divina da accettare o rifiutare a seconda dell'umore. Il libero arbitrio è la libertà totale di scegliere: cosa fare o non fare, cosa è giusto o sbagliato, se seguire una religione oppure no.

Dio ha deciso soltanto il momento della nostra nascita e della nostra morte. Non ha deciso come moriremo, né tantomeno le scelte che compiremo nel mezzo della nostra vita. Quelle sono tutte nostre, e solo nostre.

Ogni cosa che accade è la conseguenza delle nostre scelte, o delle scelte di qualcun altro che in qualche modo ci toccano e cambiano il nostro cammino. Questa è la realtà: viviamo dentro una rete di decisioni interconnesse, una catena di cause e effetti in cui la libertà individuale resta però la chiave di volta.

Questa libertà non è un regalo da prendere alla leggera: è giusto — ed è giusto che sia così. Senza libero arbitrio, ogni giudizio, premio o punizione sarebbe un'ingiustizia cosmica. Non possiamo essere premiati o condannati se non abbiamo avuto la reale possibilità di scegliere.

Quindi, Dio ci giudica, e deve per forza rispettare la nostra libertà, anche quando questa libertà significa allontanarsi da Lui, o mettere in dubbio la sua esistenza.

Non si può costruire una fede autentica senza libertà. Senza di essa, tutto diventa un copione scritto, e noi semplici comparse senza merito né colpa.

Questo è il mio punto di partenza, senza giri di parole, senza veli: il libero arbitrio è la base di tutto, la condizione imprescindibile per qualunque senso abbia parlare di Dio, di fede e di giustizia.
#4
Citazione di: Duc in altum! il 03 Agosto 2025, 19:05:01 PMGentile utente/signora @Stefaniaaa, purtroppo non funziona così...

Dal Vangelo secondo Giovanni - Capitolo 20
[24]Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. [25]Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
[26]Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [27]Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». [28]Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». [29]Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».

Spero che questa "parola" (non mia!) possa aiutarvi...
Pace&Bene
Conosco già la storia di Tommaso, ma chi può dire con certezza che sia vera? Che sia davvero accaduta e non semplicemente raccontata?
#5
Citazione di: anthonyi il 03 Agosto 2025, 17:50:24 PMD'altronde, se mi dici che per te Gesú non é risorto, come ti é stato insegnato, é evidente che sei ancora molto legata a quella realtà culturale. Credo che tu debba provare a guardare meglio il mondo musulmano dal quale provieni, non con il desiderio di trovare un mondo perfetto come lo immaginavi, ma con la volontà di trovare il tuo mondo.
Non si è musulmani senza preghiera e senza sottomissione. La parola 'musulmano' significa proprio questo: colui che si sottomette ad Allah e obbedisce ai Suoi ordini. Se non prego, non leggo il Corano, mangio ciò che voglio senza pormi il problema di ciò che è halal o haram, fumo, non dico 'Bismillah' prima delle azioni quotidiane... allora  non sono musulmana.

È vero, ci sono ancora concetti e regole dell'Islam che considero giusti e sensati. Per esempio, mi sento a disagio all'idea di uscire di casa svestita, perché quel pudore mi è rimasto dentro. Ma questo non basta a definirmi musulmana.

Quanto a Gesù, non credo che sia risorto. Non perché lo neghi o non lo affermi il Corano, ma semplicemente perché non esiste alcuna prova storica affidabile che lo confermi. E io ho bisogno di prove, non di racconti.
#6
Citazione di: anthonyi il 03 Agosto 2025, 17:17:24 PMIn un mondo dove le risorse sono limitate devi scegliere dove allocarle, se ti occupi dei tuoi  genitori anziani devi sacrificare qualcun altro, in natura infatti i genitori si occupano dei figli, ma i figli non dei genitori, ed é naturale sia così.
Sui comportamenti sessuali certamente la famiglia da stabilità, ma é indubbio che in contesti caratterizzati da alta promiscuità le nascite sarebbero maggiori, certo sarebbero  sbandati, ma sarebbero numericamente di Piú.
 Quelli che applico sono ragionamenti di razionalità evoluzionistica che probabilmente tu non hai gli strumenti per capire e che mi servono per spiegare che la complessità dei comportamenti definiti dalla religione non sono naturali.

Non credo affatto che ignorare o non curarsi dei propri genitori sia qualcosa di naturale. Al contrario, è un segnale del degrado dei legami umani e affettivi, che dovrebbero invece rappresentare una base solida per l'individuo.

Quanto al discorso secondo cui le relazioni promiscue, o il fare sesso con chiunque e senza regole, porterebbero a una maggiore "produzione" di esseri umani... beh, è un ragionamento che non regge. Una donna, per quanto possa avere rapporti con più uomini, può portare avanti una sola gravidanza per volta. Non è che se va a letto con tre uomini resta incinta tre volte contemporaneamente.

Quindi, che il sesso venga vissuto in modo responsabile e dignitoso oppure in modo caotico e privo di senso, il numero potenziale di nascite non cambia. La differenza la fanno il rispetto, il contesto, e il valore che si dà all'atto e alla vita che può generare. Ovviamente, questo ragionamento si basa sull'assenza di contraccettivi, proprio come previsto dalle Scritture. E da questo punto di vista, le regole sessuali che vi si trovano non ostacolano la vita, anzi, se applicate, la favoriscono in modo ordinato e sano.
#7
Citazione di: InVerno il 03 Agosto 2025, 13:15:01 PMIl tuo approccio è un pò naif, ma mi piace, per esperienza sono proprio le domande più semplici che pongono
le maggiori difficoltà, la mia domanda ad Alberto mi sembrava altrettanto semplice ma in sua difesa devo dire che la risposta era difficile se non impossibile. I miei "atei" preferiti sono sempre i bambini, quando li vedo in chiesa sbadigliare e alzarsi dalle panche per giocare anziché farsi ipnotizzare come gli adulti, vedo chiaramente che lì il Dio dell'innocenza non c'è, altrimenti loro starebbero attentissimi. Però, come ti ha fatto notare Phil sei in direzione dell'ateismo anche se forse non te rendi conto, se non abbassi gli standard nessuna religione riuscirà a convincerti e farai la fine di noi anime empie, non che ci sia niente di male, ma ti avviso, sei in rotta di collisione, non con un Dio specifico ma con l'idea stessa.
Quello che dici sui bambini in chiesa mi ha fatto sorridere, perché mio figlio — che ha l'ADHD — l'unico posto dove riusciva davvero a stare fermo e concentrato era proprio la chiesa. Anzi, faceva addirittura il chierichetto! Poi vabbè, ci siamo trasferiti e ha smesso... ma ci teneva davvero, e sì, lo lasciavo andare perché era una sua scelta.
A volte mi chiedo: possibile che lui percepisse lì dentro qualcosa che noi adulti non sentiamo più?

E comunque, no, non mi definisco atea. Finché crederò in Gesù, non potrò mai essere atea, perché credere in Lui per me significa credere in Dio.
#8
Citazione di: Alberto Knox il 03 Agosto 2025, 12:40:23 PMio penso che sarebbe troppo bello, e anche troppo comodo, se bastasse leggere un libro (per quanta Sacralità possiamo conferirgli) per capire esattamente come dobbiamo vivere, come dobbiamo agire, come dobbiamo scegliere. L'esistenza ci impone di vivere in maniera autentica, siamo attori mandati in scena senza un copione da seguire, senza alcun suggeritore che di volta in volta ci dice le parole che dobbiamo usare, e le decisioni che dobbiamo compiere. Per questo è molto importante riflettere sulle nostre scelte, perchè ne siamo completamente responsabili. In un aula di tribunale non possiamo dire "Eh ma lo letto sulla Bibbia, lo ha detto internet , lo ha detto la tv" come difesa non avrebbe alcun valore. Sei tu stessa che devi decidere chi vuoi essere, prendere una posizione, accettare o non accettare, non esistono mezze misure, O Cristo è risorto il giorno di Pasqua oppure no e se accetti che è risorto allora questo fatto è talmente potente, talmente assurdo da influenzare per sempre la tua vita. Gli indecisi non servono propio a niente. Vuoi essere credente, sii un buon credente , vuoi essere ateo sii un ateo nobile, sincero e parla dei principi su cui è fondata l esistenza che saranno diversi, ma non per questo meno interessanti.

Non ho bisogno di un libro sacro per sapere come comportarmi nella vita. So riconoscere il bene dal male, l'educazione dalla maleducazione, la vita dalla morte, la povertà dalla ricchezza, l'ignoranza dalla cultura. Lo so. So cosa può arrecare danno agli altri e cosa invece può dare valore. Conosco la Costituzione, conosco l'etica, conosco l'umanità.

Quello che cercavo in un libro sacro non erano le basi del vivere civile, quelle le avevo già. Cercavo un senso più profondo, regole spirituali, magari anche rigide, perché ero abituata così: da musulmana, seguivo norme precise, e in un certo modo mi davano struttura. Ma quando ho capito che il Corano non viene da Dio, è stato uno shock. Mi sono sentita persa, come se mi avessero tolto il terreno sotto i piedi. E da lì è iniziato anche il dubbio su Dio, non perché non lo sentissi nel cuore, ma perché tutto intorno a me cominciava a sembrare falso, costruito, manipolato.

Per quanto riguarda Gesù... non credo che sia risorto.
#9
Citazione di: niko il 03 Agosto 2025, 11:22:34 AMIo credo che le tre principali assurdita' su Dio, siano in ordine progressivo, di assurdita':

Che esista Dio, e' "assurdo ma non troppo", (primo grado, di assurdita') che questo Dio esista E si curi dei fatti umani e' molto piu' assurdo della sua mera esistenza (perche' mai dovrebbe? Secondo grado.); infine, che esista, si curi dei fatti umani E abbia una giustificazione per i mali del mondo o possa trarne un bene superiore (il padre buono) e' l'assurdita' somma (terzo grado). Un essere onnipotente e buono, non agisce strumentalmente, quindi, non trae, il bene dal male, pone in essere, direttamente il bene.

Isaia e' il piu' cristianeggiante dei profeti biblici, in esso troviamo il concetto dell'espiazione vicaria (il servo di Dio), la profezia dell'Emmanuel, la Gerusalemme redenta come sposa del Dio creatore, il concetto che la salvezza e la gloria di Israele saranno la salvezza e la gloria di tutta l'umanita'.

Io pero' non credo nell'espiazione
vicaria, perche' non credo in generale che la sofferenza sia l'espiazione di una colpa, quindi, non credo (di conseguenza, nemmeno) che la punizione, volontariamente accettata, dell'innocente sia un annuncio di non-punizione per i colpevoli, e quindi, qualcosa di cui gioire. Il sillogismo dell'espiazione vicaria e':

> In generale, Si soffre sempre per una colpa.

> Ma, qualcuno evidentemente non soffre per una colpa propria.

> Qundi, quel qualcuno soffre per una colpa altrui.

Da cui il capro espiatorio, il servo di Dio in Isaia, il Cristo stesso. Che essendo punizione dell'innocente sono tutte figure di riconciliazione con il padre buono, promessa di non-punizione (invece) per i colpevoli. Il tutto supponendo che i figli nevrotici, in massa, si sentano colpevoli, chissa' perche', davanti al "padre buono", e quindi in ansia, per l'imminenza di una, inevitabile, punizione. Che si rivela sfangata, evitata, cioe' "rimessa" a partire dall'istante in cui, viene punito, invece, l'innocente volontariamente offertosi. Per questo, la sofferenza dell'innocente volontariamente offertosi e' salvifica.

Ma io, scusa, davanti a certe abberrazioni tribali, salto a pie' pari direttamente la premessa, cioe' come ho detto prima, che la sofferenza sia sempre e comunque la conseguenza di una colpa, puoi immaginare quanto me ne importi, della conclusione. La sofferenza, in questo schema di pensiero, deve essere la conseguenza di una colpa, perche' il padre, deve essere buono, quindi e' inaccettabile, l'idea che questi faccia soffrire i suoi figli "gratuitamente". Senza la prospettiva di una correzione, quindi, di un bene maggiore.

Sul futuro radioso e di redenzione che attenderebe l'umanita' non mi dilungo, specie se si suppone che questo futuro radioso sia conseguenza diretta della sottomissione volontaria e gongolante di tutte le nazioni del mondo a Sion ed Israele, e dell'annientamento totale di quelle poche che gli resistono. Dico solo che un Dio che redime (solo) il futuro quando avrebbe (benissimo) la possibilita' di redimere anche il presente ed il passato (e' o non e' onnipotente?), e' un Dio sadico. Ma se l'ha visto Isaia... in questi, troviamo anche l'affermazione che la grazia di Dio per il redenti del futuro, per gli abitanti della Gerusalemme redenta, comprendera' l'oblio di un passato, di sofferenza. Quindi tu, soggetto individuale o collettivo, soffri adesso, nella migliore delle ipotesi, per dimenticartene nel futuro. Di aver sofferto. Creato, e messo al mondo, da un padre buono, e onnipotente, che (invece) avrebbe potuto, non farti soffrire, per niente. Finche' saremo paghi, di simili assurdita', non progrediremo mai, spiritualmente. Per fortuna, sempre di meno lo sono, cioe' viviamo in un'epoca nichilistica. E meno male. Almeno ci sbomballiamo con la ragione tecnica strumentale, con le merci e col consumo, e non con le favole, del padre buono.



Noi non siamo nessuno per giudicare perché Dio fa una cosa e non un'altra, o per mettere in discussione i suoi piani. Il punto è proprio questo: se davvero credi che Dio esista, allora non ti arroghi il diritto di giudicare le sue opere, né la sua volontà, né tantomeno il suo modo di pensare. Inizi ad avere un atteggiamento di amore verso di lui, poi di timore, e infine di speranza. È una questione di umiltà.

Se invece non ci credi, allora ti poni certe domande basandoti su un'idea tutta umana di come "dovrebbe" essere Dio e di come "dovrebbe" comportarsi. Ma chi ha detto che Dio deve per forza essere buono, secondo i nostri parametri? La verità è che non sappiamo davvero com'è Dio. Sì, è scritto nelle Scritture che Dio è buono... ma quanto di quelle Scritture è davvero ispirato da Lui, e quanto invece è frutto della mente e della penna degli uomini?

E poi c'è un altro punto spinoso: chi ci dice che Gesù ha davvero pagato per i nostri peccati? Lo troviamo scritto nel Nuovo Testamento... ma il Nuovo Testamento è proprio la parte che io faccio più fatica a credere, proprio perché è una raccolta di parole degli uomini, dopo i fatti. E se invece Isaia, quando parlava del "sofferente", non intendesse dire che Gesù ha pagato al posto nostro, ma che a causa dei peccati degli uomini dell'epoca—come non credere alla sua parola, maltrattarlo, ucciderlo—quella sofferenza e quella morte sono state la conseguenza naturale del loro male? Non un riscatto magico, ma una tragedia generata dal peccato umano.
Alla fine, la fede non può poggiare su dogmi rigidi, ma su una ricerca onesta, su un cuore che non smette di interrogarsi e cercare.
#10
Citazione di: anthonyi il 03 Agosto 2025, 07:54:41 AMAltro esempio é la forte castigazione della sessualità comune a tutte le culture religiose, castigazione che chiaramente riduce le possibilità di riproduzione, eppure ha un ruolo fondamentale ed estremamente diffuso nelle società umane.
Onorare il padre e la madre non significa occuparsi solo di loro trascurando la propria famiglia. Il rispetto non implica sacrificare il proprio ruolo di genitore o partner: onorare non è annullarsi.
E per quanto riguarda le regole sul sesso presenti nei libri sacri, non sono fatte per limitare la vita o frenare i concepimenti. Anzi, se le guardi bene, seguendole aumenta di brutto l'umanità: promuovono la fedeltà, la stabilità, e la nascita di figli all'interno di una struttura solida. Sono leggi pensate per far crescere e allargare la famiglia.
#11
Citazione di: InVerno il 03 Agosto 2025, 01:05:43 AMTu l'hai trovata questa parola? Quale passo, quale capitolo, quale versetto, tra i tanti falsi veleni, ti ha convinto che quella doveva essere per forza la parola di Dio? Un comandamento? Una parabola? Perchè io posso anche dare ragione a tutto il tuo post in linea teorica, però mi piacerebbe vederlo nella pratica questo metodo di discernimento, come si capisce cosa è veleno e cosa parola di Dio? Ci sono passi che senza l'ispirazione divina ritieni impossibili da concepire per un essere umano?
Ma soprattutto, davvero Dio avrebbe permesso che nel suo libro, accanto alle verità divine, si infilassero menzogne, invenzioni umane e persino truffe? Che senso avrebbe avuto ispirare un testo sacro se poi lasciava che venisse contaminato da falsità?
#12
Citazione di: iano il 02 Agosto 2025, 20:00:58 PMSopravvalutando razionalità e logica , oltre a rischiare di restarne delusi, si rischia di non comprendere quali strumenti meravigliosi il buon Dio... :) ... o chi per lui, ci ha donato.






Dici di non essere credente, però poi scrivi questo
#13
Citazione di: anthonyi il 02 Agosto 2025, 19:04:51 PMMa perché, se ci fosse stato qualche documento quale sarebbe stata la differenza? Un'autorità di allora non avrebbe potuto dichiarare il falso, o semplicemente essere stata ingannata!
In realtà una prova secondo me esiste, ed é nella fede che gli uomini hanno continuamente riposto in quella narrazione, se ci hanno creduto é perché l'hanno ricevuta da altri uomini che avevano anch'essi fede, tornando indietro ricorsivamente arriviamo a quelli che hanno avuto la fede da uomini che qualcosa avevano visto, e per questo credevano.
Però a questo punto si potrebbe dire la stessa cosa anche del Corano e dei musulmani, no?
#14
Citazione di: Alberto Knox il 02 Agosto 2025, 18:45:38 PMMa siamo sicuri che questo cercare la verità nei fatti sia indice che troveremo verità? non è possibilie che a forza di cercare la verità nei fatti ci si accorga che a volte questi fatti la nascondo? cioè non è possibile che esista una verità più vera di tutti i fatti? Cercarla , farsi una propia idea, immetterla in una struttura di comprensione, è quella che io chiamo coltivare una vita spirtuale. Che forse condurrà a qualcosa o forse non condurrà a niente, ma almeno, ci ho provato.
Questo pensiero mi ha sfiorato spesso.
E se esistesse un'altra verità, ancora nascosta?
Qualcosa che va oltre le versioni confezionate nei libri, oltre ciò che ci raccontano o vogliono farci credere?
Forse c'è una verità che nessuno ha ancora colto, qualcosa che sfugge ai dogmi, alle religioni, persino alla scienza.
Un livello più profondo della realtà, che non si lascia afferrare così facilmente...
E se la vera verità non fosse mai stata scritta?
#15
Citazione di: iano il 02 Agosto 2025, 19:19:27 PMMi pare quindi che tu abbia abbracciato il punto di vista scientifico, per il quale nulla è vero a priori e tutto deve essere falsificabile, abbandonando il punto di vista della fede.
Ho una mente troppo razionale per riuscire a credere senza prove. La mia razionalità, nel bene o nel male, prevale sempre sulla fede. Non riesco a consegnarmi completamente al "credere" se non c'è qualcosa di concreto a sostenerlo. Fidarmi alla cieca mi fa sentire ingenua, quasi stupida. Non è superbia, è un bisogno profondo di coerenza, di logica, di senso. Se non vedo un fondamento solido, non riesco a metterci il cuore.