Ho visto un frammento di storia. Forse. Il 3 ottobre 2025 è stato il giorno in cui la nostra intrinseca INDIFFERENZA si è scontrata con un fatto chiaro.
L'origine di tutto è stata un dolore insopportabile, il dolore dell'impotenza, l'orrore dinnanzi al genocidio dei palestinesi e alle brutalità contro i civili israeliani che non si poteva più guardare dall'altra parte. Il punto di rottura, la scintilla che ha acceso il fuoco, è stato l'arresto di chi cercava di portare aiuto simbolico, rivelando l'ipocrisia del sistema: esiste UN LIMITE INVALICABILE. In quel momento, le persone hanno compreso che la procrastinazione era finita. Ignorarlo o banalizzarlo sarebbe PORNOGRAFIA INTELLETTUALE
Ciò che definiamo "caos" o "potere al popolo" è stata solo una cosa: la reazione a quel dolore. Non violenza cieca e irrazionale; è stata una scelta obbligata dettata dalla necessità. Come una persona stanca che deve fermarsi per guarire, la gente ha detto: Basta.
La risposta, a livello globale, sono stati gli scioperi. Non per uno stipendio, bensì per un'esigenza molto più antica: la PACE. Gli scioperi sono diventati il nostro muro. Non un muro di droni, bensì un muro di voci e canti che si è alzato contro il rumore assordante della guerra e dell'indifferenza. È stata la dimostrazione che siamo stanchi di vivere in un mondo oceanico senza avere le branchie.
È stato il monito a tutti i colori politici: esiste un LIMITE A TUTTO, un confine che non si può più tollerare. Non permetteremo a nessuno di OLTREPASSARE QUESTO LIMITE.
L'auspicio è che questo sia solo l'inizio, e che includa presto anche l'Ucraina, attraverso l'innalzamento delle spese per la PACE al 5% del PIL. Forse, è l'ennesima credenza salvifica.
Perché, in fondo, l'unica cosa di cui sono certo è che non ho risposta alcuna né soluzioni brillanti. So però che la GUERRA NON È MAI LA RISPOSTA GIUSTA ALLA GUERRA.
L'origine di tutto è stata un dolore insopportabile, il dolore dell'impotenza, l'orrore dinnanzi al genocidio dei palestinesi e alle brutalità contro i civili israeliani che non si poteva più guardare dall'altra parte. Il punto di rottura, la scintilla che ha acceso il fuoco, è stato l'arresto di chi cercava di portare aiuto simbolico, rivelando l'ipocrisia del sistema: esiste UN LIMITE INVALICABILE. In quel momento, le persone hanno compreso che la procrastinazione era finita. Ignorarlo o banalizzarlo sarebbe PORNOGRAFIA INTELLETTUALE
Ciò che definiamo "caos" o "potere al popolo" è stata solo una cosa: la reazione a quel dolore. Non violenza cieca e irrazionale; è stata una scelta obbligata dettata dalla necessità. Come una persona stanca che deve fermarsi per guarire, la gente ha detto: Basta.
La risposta, a livello globale, sono stati gli scioperi. Non per uno stipendio, bensì per un'esigenza molto più antica: la PACE. Gli scioperi sono diventati il nostro muro. Non un muro di droni, bensì un muro di voci e canti che si è alzato contro il rumore assordante della guerra e dell'indifferenza. È stata la dimostrazione che siamo stanchi di vivere in un mondo oceanico senza avere le branchie.
È stato il monito a tutti i colori politici: esiste un LIMITE A TUTTO, un confine che non si può più tollerare. Non permetteremo a nessuno di OLTREPASSARE QUESTO LIMITE.
L'auspicio è che questo sia solo l'inizio, e che includa presto anche l'Ucraina, attraverso l'innalzamento delle spese per la PACE al 5% del PIL. Forse, è l'ennesima credenza salvifica.
Perché, in fondo, l'unica cosa di cui sono certo è che non ho risposta alcuna né soluzioni brillanti. So però che la GUERRA NON È MAI LA RISPOSTA GIUSTA ALLA GUERRA.


