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Messaggi - punto X

#1
Tematiche Filosofiche / Re:Problema Irrazionalità
28 Luglio 2016, 21:19:35 PM
Citazione di: Giorgio32 il 29 Aprile 2016, 01:33:40 AMBuona sera, Ultimamente per motivi vari, che non sto a spiegare, mi sono dovuto incentrare, per quanto possibile, nello studio dell irrazionale(scrivo "per quanto possibile" perché insomma l "Irrazionale" per definizione è qualcosa che sfugge alla ragione). Uno dei grandi dubbi che mi sono sorti e che vorrei condividere con voi, è che se ho due cose irrazionali, quest ultime possono comunicare?? Ma, se la risposta fosse di si, non sarebbe una contraddizione poiché tra queste due cose irrazionali si istaurerebbe un relazione e quindi una funzione logica?? Mi è stato detto che comunque sarebbe possibile e mi è stata consigliata una via di pensiero che si focalizza su "l essere e gli enti" che non sono riuscito a sviluppare bene. In conclusione voi come risolvereste il problema, anche tralasciando la via di pensiero che mi è stata consigliata?? Attendo vostre risposte, Buonaserata.

Citazione di: Phil il 28 Luglio 2016, 17:36:07 PM
P.s. Probabilmente è più corretto parlare di logiche, al plurale, perché se non erro sono stati formalizzati differenti tipi di logica (con differenti gruppi di assiomi di riferimento) anche se, comunemente, si considera la logica come una sola.

Citazione di: Habboista il 12 Luglio 2016, 16:12:07 PMPer ragione io intendo la logica, perciò se tu parli di irrazionalità penso a qualcosa che non segue la logica. X ed Y sono enti irrazionali in quanto, per esempio, esistono e non esistono allo stesso tempo. Comunicare = scambio di informazione = influenza reciproca. Ora, possono X ed Y comunicare? La risposta è irrazionale, ovviamente: comunicano e non comunicano allo stesso tempo. Infatti, considerando la "parte esistente" di X, essa può comunicare con la parte esistente di Y e non con quella inesistente. Ma la parte inesistente di X(che è X stesso!) non può comunicare con nulla poiché non esiste. Da qui potrei dedurre che l'interazione tra enti irrazionali è irrazionale.

Citazione di: Phil il 27 Luglio 2016, 20:24:25 PMHabboista ...   "Contraddizione" e "irrazionale" sembrano anche loro essere posti quasi come sinonimi nelle tue domande, ma qui credo sia doveroso distinguerli. La contraddizione viene intesa logicamente (dall'omonimo "principio di non contraddizione") come l'essere allo stesso tempo "vero" e "falso" e, anche nel parlare comune, questa bivalenza paradossale è ciò che denota la contraddizione (ad esempio, è contraddittorio dichiarare di apprezzare i sapori della cucina italiana, e poi sostenere che sia una cucina immangiabile e sgradevole). L'irrazionale invece non credo sia (sempre) contraddittorio ... 

Cari Phil e Giorgio32 , non potrebbe essere che proprio la ragione sia  il frutto della comunicazione di vari enti , per definizione irrazionali dato che la ragione ancóra non esiste ? Se cosí fosse non avrebbe senso parlare di ragione , di logica o di enti irrazionali se questi ultimi non potessero comunicare , anche se in effetti non possono perché la comunicazione non esiste , infatti quello che chiamiamo comunicazione , per esempio tra due o piú persone , avviene attraverso un linguaggio con il quale vengono veicolati dei messaggi , ma in realtà i messaggi non sono il prodotto del linguaggio , invece il linguaggio è parte integrante del messaggio , cosí se il destinatario del messaggio non ne conosce per lo meno per sommi capi il contenuto il linguaggio non lo aiuterà , quello che invece può avvenire è una rete di equivoci in cui uno dei dialoganti incomincia ad utilizzare il linguaggio dell' altro per veicolare i propri messaggi travisandone completamente il senso e che l' altro , invece di comprendere quello che gli viene detto , cosa che evidentemente non può fare , recepisca una versione del messaggio piú consona a quello per comunicare il quale quel linguaggio era stato originariamente preordinato e che cerchi a sua volta di inviare un messaggio di risposta che verrà a sua volta travisato come messaggio di risposta a quello che si era effettivamente cercato di inviare e questo in effetti è ciò che chiamiamo comunicazione ,  nasce cosí un nuovo linguaggio comune in grado di generare autonomamente una quantità di messaggi che tutti possono utilizzare per comprendere il mondo , il meccanismo è piú o meno simile a quello delle costellazioni , io posso guardare le stelle e tracciare dei disegni piú o meno arbitrari , magari inventando anche delle storie , ma se continuo a riempire il cielo con i miei disegni prima o poi raggiungerò qualcosa di simile alla totalità del cielo e potrò effettivamente avvicinarmi ad una maggior comprensione del cielo stesso ed io credo che la ragione possa essere questo , inoltre non condivido l' idea che una relazione sia logica per il fatto stesso di essere una relazione , se io dico A B pongo una relazione tra A e B per il fatto stesso di averlo detto , ma non è detto che sia in grado di sapere quale relazione ho posto , anzi , non è nemmeno detto che mi sia reso conto di avere detto ciò che ho detto , tuttavia ho posto una relazione , non condivido neanche l' idea che un discorso contraddittorio non possa essere logico , anche se l' ideale della logica sarebbe quello di produrre un discorso coerente e consequenziale , tuttavia non sempre le due cose sono conciliabili , cosí a volte nascono dei discorsi logici consequenziali , ma non coerenti , difficilmente coerenti ma non consequenziali , essi possono essere chiamati paradossi o cicli a seconda del contesto , spesso la spiegazione "logica" che viene fornita per questo fenomeno è "È sbagliata la premessa" , il che contraddice la premessa stessa della logica , cioè che tutto può essere sbagliato fuorché la premessa ...

PS: va da sé che le idee non comunicano tra di loro in modo dissimile dalle persone, in fondo , proprio come le persone , le idee non sono che dei testi dinamici
#2
Tematiche Filosofiche / Re:NIZZA
26 Luglio 2016, 21:50:30 PM
Citazione di: Jothin Cook il 19 Luglio 2016, 15:08:48 PMA me sembra, Eutidemo, che il punto relativo a questa triste problematica degli attentati, non sia da porsi semplicisticamente e genericamente nei termini del rapporto che l'uomo debba avere con la morte, né in quelli della maggiore o minore sofferenza che questa comporti. Infatti, come giustamente affermava Seneca, siamo liberi in ogni momento di andarcene come meglio crediamo.    
Caro Jothin Cook , forse Eutidemo si è espresso in maniera un po' troppo approssimativa e , per cosí dire , " banale " , tuttavia penso che sia sbagliato affermare che cercare di comprendere i fatti di Nizza a partire dalla condizione umana e dal modo in cui gli esseri umani cercano di gestire il problema della morte rappresenti di per sé un' inaccettabile semplificazione , al contrario , prendiamo per esempio la questione del gioco d' azzardo , perché le persone continuano a scommettere sapendo che perderanno ? Per vari motivi tra cui


  • la speranza : per quanto improbabile e per quanto dannosa possa essere la scelta di continuare a scommettere c'è sempre una piccolissima probabilità di vincere , sarebbe un po' come andare a Lourdes , d' altra parte se non ci fosse la speranza nessuno andrebbe piú dal medico né si prenderebbe piú cura dei propri interessi e delle proprie responsabilità
  • il senso di appartenenza : se io svolgo deliberatamente una certa attività insieme a qualcuno allora ho un compagno e se io soffro insieme a qualcuno per un motivo analogo se non per lo stesso motivo probabilmente ho un amico , ma se io svolgo una certa attività insieme a qualcuno che soffre per la stessa ragione per la quale soffro io allora ho un amico e un compagno , se poi ci sono piú persone a svolgere la mia stessa attività soffrendo per le mie stesse ragioni allora posso dire di appartenere ad un gruppo di compagni e di amici , la qual cosa potrebbe essere fonte di grande felicità
  • il libero arbitro : in realtà la libertà dalla morte e da un paio di altre "cosette" , vale a dire che se io mi limito a subire le cose che mi càpitano non sono libero , ma se io mi faccio del male da solo sono io che ho scelto di far succedere le cose che non vorrei mi succedessero , dunque sono libero di scegliere di far succedere le cose ( e anche di non farle succedere ! )

in altre parole le ragioni del gioco d'azzardo si possono riassumere in una sola : la condizione umana . In quanto alle ragioni degli attentati io credo che siano molto simili a quelle del gioco d'azzardo, con la differenza , se cosí la vogliamo chiamare , che probabilmente gli attentatori pensano " Noi siamo liberi perché abbiamo scelto e voi invece no . " quando in realtà gli attentatori e le vittime hanno semplicemente fatto due scommesse diverse , solo che la scommessa delle vittime era piú sensata , forse dopo tutto ha ragione Pascal quando dice che la fede è una scommessa , perché è di fede che stiamo parlando , anche se non è detto che la fede debba per forza di cose esprimersi in questi termini , lo stesso Pascal dimostra a mio avviso come la fede possa persino costituire il fondamento di un principio di laicità , dico , però , che a volte le cose vanno male e quando questo succede non c'è fede né filosofia né altro in grado di impedirlo , personalmente io non sono credente né,tanto meno, credo nell' esistenza del Diavolo , tuttavia se ci credessi direi che il Diavolo non sfrutta le tendenze peggiori dell'uomo , bensí le migliori