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Messaggi - Garbino

#1
Nietzsche: l' umo e il suo diritto al futuro.

Prima di riprendere il viaggio una piccola appendice per Green. Sul fatto che per Nietzsche Dio si identifichi con il nulla non c' è alcun dubbio. Ho già riportato varie volte alcune frasi delle sue opere che lo testimoniano. E specificatamente lo annovera come un' invenzione umana che però non è e non può essere. Il discorso perciò parte da lì ma poi prende mille strade, il tutto perciò acquisisce una dimensione enorme di difficile sintesi. Perciò quando ci torneremo avremo delle belle gatte da pelare. Buone vacanze.

A questo punto mi trovo nella condizione di avere molti punti in sospeso, tra i quali il rapporto tra Genealogia della morale e la realtà. L' attacco di Nietzsche al prete asceta o all' ascetismo è profondo e tremendo e non si conclude nell' opera. Anzi negli scritti postumi assume dimensioni ancora più chiare e specifiche. Come per esempio nell' aforisma n138 sempre dell' opera La volontà di potenza curata da Gast e dalla sorella:

I preti sono i teatranti che rappresentano alcunché di sovrumano a cui devono dare un carattere sensibile, di ideali, o di Dei, o di redentori: in ciò trovano la loro vocazione, per ciò posseggono gli istinti necessari; per rendere la cosa più credibile, devono spingersi il più lontano possibile nell'imitazione; la loro accortezza deve soprattutto suscitare in loro stessi ' la buona coscienza ' necessaria per persuadere qualcuno.

Questa precisazione, data in modo così perentorio, senza giri di parole, ci dà una dimensione di quanto Nietzsche veda nel prete asceta la genìa più pericolosa per l' umanità. 

E' ovvio che comunque il prete per avere successo ha bisogno di uomini che siano nella condizione di ascoltarlo e di farsi ammaliare.
Ecco perché, come ipotizzavo in un post rivolto a Maral, ritengo che i periodi storici in cui tale genìa si afferma sono quelli in decadenza. Dove cioè l' uomo cerca certezze invisibili e non discutibili. Certezze cioè che necessitano di un grado di fede maggiore di quelle che gli derivano dai sensi. E questo proprio perché un uomo in decadenza può incominciare  a mettere in discussione le morali o etiche determinate dal credere vere le sensazioni su ciò che lo circonda. Non bisogna dimenticare che tutte le certezze che l' uomo di volta in volta crea e da cui scaturisce una determinata morale necessitano comunque sempre di un grado di fede non indifferente, anche se poi  è necessario che questo grado aumenti o diminuisca in base alla forza dell' uomo che lo crea. 

L' argomento è abbastanza complesso, perciò mi fermo qui e ringrazio per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#2
Nietzsche: L' uomo e il suo diritto al futuro.

Dopo una breve pausa, eccomi qui a riprendere il cammino verso il diritto dell'uomo al suo futuro.
E naturalmente uno degli aspetti principali di questo argomento è il Nichilismo.

X Green

Come da te anticipato, probabilmente sei già altrove, sia con il corpo che con lo spirito, ma non posso comunque non rispondere al tuo ultimo e cruciale post.

Sì, mio caro Green, questi sono due punti cruciali che riguardano la critica e la comprensione di Nietzsche. Che cosa sia il Nichilismo e quanto di ciò è stato compreso dagli intellettuali e pensatori moderni. Anche perché soltanto rispondendo alla prima domanda, dimostrando di aver compreso il Nichilismo, potremo poi fare una valutazione sulla seconda.

E proprio ciò pone dei limiti enormi al nostro argomentare proprio perché chi dovrebbe avallare la risposta alla domanda: Che cosa sia il Nichilismo?, sono poi gli stessi intellettuali che dovremmo poi criticare nella seconda.

Noi naturalmente ce ne infischiamo altamente di tutto e rispondiamo ad entrambe le domande.

Per quanto riguarda la comprensione del Nichilismo presso gli intellettuali la mia opinione è che sia quasi nulla.
E ti posso accennare che, sempre a mio avviso, sia stato proprio questo argomento a sconvolgere Heidegger.  A te ( ma anche a chiunque voglia cimentarsi ) lascio il resto della riflessione in merito.

Mentre posso affermare che, sempre a mio avviso, ho raggiunto una certa comprensione del Nichilismo, ma non so se mi sarà possibile riportarla in questo momento perché sinceramente ho già diversi argomenti promessi in precedenza di cui trattare e non voglio mancare alle promesse fatte.

L' unica cosa che voglio sottolineare è che il termine Nichilismo si riferisce soprattutto ad uno stato d' animo, e le cui cause sono da ricercare nel nostro passato morale. L' argomento comunque è vastissimo e va dal credere a Nulla ( cioè a Dio ) a non trovare più un senso giustificabile e logico al nostro vivere e perché soffrire. Nel mezzo c' è una marea di casi che ne rende la comprensione molto complicata.

Ringrazio per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#3
Nietzsche - La compassione.

X mcmurphy 38.

In Crepuscolo degli Idoli troviamo il capitolo Il caso Socrate. Ne ho già parlato abbondantemente in una discussione sul vecchio sito. Ma come potrai constatare Nietzsche non critica Socrate per l' argomento compassione. Lo attacca per ritenere la vita senza valore, affibbiandogli il ruolo di decadent come tutti i filosofi in generale. Lo attacca per la dialettica, che non ritiene di carattere aristocratico, ma non per la compassione. Del resto se Platone come Aristotele la ritiene negativa, è davvero difficile che Platone nei suoi dialoghi faccia dire a Socrate qualcosa di diverso.

Come ho detto Schopenhauer è l' unico tra i grandi che osanna la compassione. A torto o a ragione questo è un altro discorso. Ma è un discorso dove, come puoi appurare dalla risposta di bobmax, ci sono delle pregiudiziali morali di carattere religioso che rendono quasi inutile qualsiasi tentativo di discussione. 

Garbino Vento di Tempesta.
#4
Nietzsche - La compassione.

X mcmurphY 38.

Intanto ben arrivato e spero che continuerai a lungo a farci compagnia ed a esprimere le tue opinioni.
Per quanto riguarda la compassione Nietzsche non parla di fine della compassione ma la auspica. E questo perché la ritiene negativa, un veleno per l' uomo. E' un argomento che affronta anche in Genealogia della morale, tuonando contro Schopenhauer che la ritiene invece positiva. E lo sostiene adducendo anche che tutti i grandi filosofi furono dello stesso suo avviso: Socrate, Platone, Aristotele, Kant ed Hegel.

Garbino Vento di Tempesta.
#5
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Green.

Anch' io condivido molto di quello che hai affermato nella tua risposta ( soprattutto che uno dei temi principali di Nietzsche è che la sua via è la via delle Metamorfosi, e aggiungo: una via impervia e per altro completamente o quasi trascurata da molti ). 
Sono d' accordo anche su Heidegger, di cui finalmente sono entrato in possesso dell' opera Nietzsche. Per altro più estesa della versione  più costosa e con argomentazioni tutte da capire e verificare, almeno per me.

Per il resto invece non riesco a seguirti. Poco male, penso che siano argomenti che necessiterebbero di una lunga discussione per chiarire le basi da sui parte o si intende partire.


A questo punto riporto il terzo e il quarto paragrafo della Prefazione de: La volontà di potenza, come avevo promesso:
par. 3: Chi prende qui la parola, viceversa, sinora non ha fatto altro che riflettere: come filosofo ed eremita per istinto, che trovò vantaggio nell' appartarsi, nel restar fuori, nella pazienza, nell' indugio, nel ritardare, come uno spirito audace, indagatore e tentatore che già si è smarrito in ogni labirinto dell' avvenire; come un uccello profeta, che guarda indietro mentre narra ciò che avverrà, come il primo nichilista compiuto d' Europa, che ha già vissuto in sé il nichilismo fino alla fine - e ha il nichilismo dietro di sé, sotto di sé, fuori di sé.

par. 4: Onde non si fraintenda il senso del titolo con cui voglio che sia chiamato questo Vangelo dell' avvenire: "La volontà di potenza. Saggio di una trasvalutazione di tutti i valori" - con questa formula è espresso un contromovimento, rispetto al principio e al compito; un movimento che in un qualche futuro risolverà quel nichilismo compiuto, che però lo presuppone, logicamente e psicologicamente; e che assolutamente non può venire se non dopo dopo il nichilismo e dal nichilismo. Infatti, perché è ormai necessario l' insorgere del nichilismo? Perché sono gli stessi valori che abbiamo avuto finora a trarne le loro ultime conseguenze; perché il nichilismo è la logica, pensata sino alla fine, dei nostri grandi valori e ideali: perché dobbiamo prima vivere il nichilismo per giungere ad intendere cosa fu veramente il valore di questi valori..... In qualche modo abbiamo necessità di nuovi valori.

La chiave di tutto è la frase: che ha il nichilismo dietro di sé, sotto di sé, ( ma soprattutto - aggiungo ) fuori di sé.

Ringrazio per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#6
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.


Non so perché, ma continuo a rimanere affascinato da come quasi tutti ( se non tutti ) i filosofi ed i pensatori ( come noi ci definiamo ) continuino, anzi perseverino in un tragico e fatale errore. E questo errore non è soltanto il ritenere l' uomo come metro di tutte le cose, ma soprattutto deformare questa interpretazione sempre più ritenendo l' uomo genericamente inteso come una copia di sé stessi. E perciò tutti i ragionamenti, argomenti, teorie, ipotesi e deduzioni sono fatalmente false. Menzognere, a volte volutamente menzognere. Se non ci si rende conto, malgrado l' appiattimento sociale, culturale e morale, che ciascun uomo si adatta alla vita in base alla sua radice genetica, saremo ancora qui a parlare e a discutere di nulla per altri mille anni.

Nietzsche lo ha specificato più volte ( ma chi è che lo legge veramente? ) che l' errore basilare dell' uomo è la mancanza di una prospettiva ampia. Che ciascun individuo, come rilevò anche Heidegger, vede il mondo da una certa prospettiva, e che non tenere ciò in considerazione, e ne ha veramente una specificità abissale, significa sempre prendere lucciole per lanterne. Che un ragionamento morale o etico che affermi che l' uomo è così e così e che dovrebbe essere così e così, non è solo fallace ma un' autentica critica al tutto. Il tutto che non è che la determinazione di un momento storico dipendente da tutte le parti che lo compongono ed interagiscono,  e che non può essere diverso da com' è, uomo compreso.

Naturalmente l' argomento andrebbe approfondito, ma per il momento mi fermo qui in attesa di eventuali critiche.

Adesso riporterò la Prefazione che Nietzsche aveva preparato per una eventuale pubblicazione dell' opera La volontà di potenza e che si trova a pag. 3. E la riporto nella speranza di stendere una parola definitiva sulla confusione che si ha su Nietzsche nei riguardi del Nichilismo. La considerazione principale è che lui non è nichilista e non è la causa del NIchilismo. Lui è soltanto colui che rileva questo fenomeno e che ne prevede una sempre maggiore crescita.

Prefazione. Par 2:
Ciò che racconto è la storia dei prossimi due secoli. Io descrivo ciò che viene, ciò che non può più venire in altro modo: l' insorgere del nichilismo. Questa storia può essere narrata già ora: perché qui è all' opera la stessa necessità. Un tale avvenire parla già per cento segni, questo destino si annuncia ovunque: già tutte le orecchie sono tese per questa musica dell' avvenire. Tutta la nostra cultura europea si muove già da gran tempo con un tormento e una tensione che cresce di decennio in decennio, come si tendesse ad una catastrofe: inquieta, violenta, impetuosa: come una corrente che vuol giungere alla fine, che non riflette più, che ha paura di riflettere.

Premettendo che il terzo e il quarto paragrafo li riporterò nel prossimo post, volevo sottolineare che qui non esiste qualcuno che crea, o che auspica un certo tipo di fenomeno legato all' avvenire come il Nichilismo. Lo si prevede. Ne si certifica i sintomi che sono già evidenti nella sua contemporaneità. 

Ringrazio per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#7
Il mistero dei tre cappelli.

X Eutidemo.

Adesso comprendo la tua perplessità. Il fatto è che tutti gli interventi riportati sono in errore. E il fatto che si tratti di illustri matematici dimostra soltanto quanto questi illustri matematici siano assai poco illustri.
Io spero che tu sia con me quando affermo che nella prima scelta si ha i due terzi di indicare un cappello vuoto ed un terzo l' automobile. Adesso passiamo alla seconda scelta e vediamo cosa succede. A questo punto troviamo un cappello vuoto ed uno con l' orologio. In base alla prima scelta il cappello indicato mantiene i due terzi di trovarlo vuoto ed un terzo di trovarvi l' orologio. Ma se ci spostiamo sull' altro cappello, dopo aver eliminato un cappello vuoto, matematicamente avremo due terzi di possibilità di trovarvi l' orologio ed un terzo che sia vuoto.
Quello che bisogna capire è che il cappello da noi scelto continua ad avere una altissima probabilità che sia vuoto ed una bassa probabilità che vi sia l' orologio. Tutto a vantaggio del terzo cappello che adesso avrà un' altissima probabilità che contenga l' orologio ed una bassa probabilità che sia vuoto.
E non è un caso che sui grandi numeri la percentuale della strategia B risulta essere vicina ai due terzi e la scelta A vicina ad un terzo.

Garbino Vento di Tempesta.
#8
Il mistero dei tre cappelli.

X Eutidemo.

Scusami ma non riesco a capire il senso del tuo discorso. Io non sono partito dai grandi numeri e poi cercato di capire come potesse essere possibile. Io ho cercato di dimostrare invece su base matematica quello che poi risulta negli esperimenti effettuati. Ma soprattutto non riesco a capire che cosa ci sia di strano.

Comunque è probabile che non sia stato chiaro. Matematicamente parlando, quando cerchiamo di indovinare la prima volta abbiamo due terzi di indicare un cappello vuoto ed un terzo di indicare quello con l' orologio. Al di là di quella che sia stata la nostra scelta, viene comunque girato un cappello vuoto degli altri due. Dei due cappelli che rimangono uno sarà vuoto e l' altro conterrà l' orologio. Il punto nevralgico è che il cappello da noi indicato avrà sempre una probabilità di due terzi di essere vuoto. E l' altro un terzo. Ma se ha un terzo inizialmente di essere vuoto adesso avrà i due terzi di contenere l' orologio e un terzo il cappello che avevamo scelto. Perciò se decidiamo comunque di cambiare scelta ci aggiudichiamo automaticamente i due terzi delle probabilità di trovarvi l' orologio. Mentre non cambiando ci rimarranno un terzo delle possibilità.

Questo non è un tentativo ma è la dimostrazione matematica che la strategia B comporta i due terzi delle probabilità ed un terzo la A.
Spero di essere stato chiaro. 

Garbino Vento di Tempesta.
#9
Il mistero dei tre cappelli.

Adesso che conosciamo lo schema, e cioè che l' alternativa viene data in ogni caso, il ragionamento cambia considerevolmente.
Infatti non si parte più dalla seconda scelta, ma dalla prima. E questa scelta prevede sì un terzo per ogni porta ( o cappello ), ma i due terzi di trovare una capra ( o nulla nell' esempio di Eutidemo ) e un terzo di trovare l' automobile ( o l' orologio ). Ed è ovvio che stando così le cose, nel secondo passaggio la percentuale che si ha nel cambiare comunque la scelta si inverte a nostro favore. E cioè che cambiando avremo i due terzi delle possibilità; se decidiamo di rivalutare se cambiare o no la scelta fatta le possibilità si stabilizzano tra i due terzi e un terzo, e se decidiamo di confermare la nostra scelta si riducono ad un terzo. 

In pratica:
 la scelta A ha una percentuale del 33,33% periodico;
 la scelta B ha una percentuale del 66,66% periodico;
 la scelta C ha una percentuale del 50%.

Quello che è necessario capire è che nella prima scelta abbiamo una percentuale di due terzi di trovare una capra ( o nulla ) e di un terzo di trovare la automobile ( l' orologio ). E che queste percentuali non variano quando viene scoperta la capra ( cappello vuoto ) dopo la prima scelta. E cioè che la percentuale rimane invariata per le due opzioni rimaste. E perciò abbiamo i due terzi di possibilità che nella scelta fatta si trovi una capra ( o nulla ) e un terzo di aver trovato l' automobile. Quindi decidendo di cambiare ( opzione B ) avremo una possibilità di due terzi di avere successo.

E i grandi numeri riportati da Eutidemo lo confermano. Spero di essere stato chiaro.

Garbino Vento di Tempesta.
#10
Il mistero dei cappelli e dell' orologio.

A me sembra tutto dipendere dallo schema del procedimento. 

E cioè: 
1) Se lo schema viene applicato comunque, anche se si indovina al primo colpo dov' è l' orologio, tutte le strategie comportano una probabilità del 50%.
2) Nel caso in cui viene applicato soltanto se si sbaglia, la strategia A avrà lo 0%, la strategia B il 100% e la strategia C il 50%.
Dal momento che però noi non sappiamo, perché non viene indicata, quale sia la procedura, la percentuale di probabilità diviene media e perciò:
la strategia A avrà una percentuale del 25%, la B del 75% e la C del 50%.

Garbino Vento di Tempesta.
#11
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Questa è la settimana pasquale e colgo l' occasione per augurare a tutti una Felice Pasqua, dovunque siate o andiate.

Inoltre ho un' informazione che piacerà a tutti gli appassionati di Nietzsche: è finalmente uscita una versione economica del 'Nietzsche' di Heidegger, sempre dell' Adelphi mi sembra (ma ha poca importanza l' editore), al costo di £ 28,00. Io ne ho già richiesta una copia e spero di averla al più presto.

Avevo scelto diversi brani del testo La volontà di potenza ( curata da Gast e dalla sorella Elizabeth ), ma preferisco soprassedere per affrontare l' argomento avviato da Viator e poi ripreso da Eutidemo e su cui è intervenuto Green. Questa è la mia opinione.

La frase presa in esame è sicuramente non corretta. E' ovvio che non si può parlare di un' unica razza umana ma di specie. Ma sarebbe stato ancora più indicato parlare di obiettivo principale dell' uomo ( ma specie umana sarebbe stato ugualmente accettabile ). Anche il termine obiettivo nel senso di scopo o di senso non è proprio il massimo. Comunque, sempre a mio avviso, restringe il campo tra la scelta che si ci dà o che ci è stata imposta da altri e non dovrebbe essere inteso o interpretato come qualcosa di innato.

Ed infatti ciò che segue sembra confermarlo perché Christiane ci dice che vedrebbe tacere Nietzsche come uno degli idoli che lui vuole siano al crepuscolo.... Questa naturalmente è quello che pensa lui e del resto tutto l' intervento è una critica a Nietzsche anche se sembra provenire da qualcuno che di Nietzsche ha letto poco o fa finta di aver letto poco.

Quello che affermerebbe Nietzsche, sempre a mia opinione, è che qualsiasi scopo, principale o non, e che per esso segue determinati obiettivi è sempre il frutto della menzogna. E che qualsiasi senso o scopo che si ponga degli obiettivi non è automaticamente negativo, né del resto positivo. Ciò che conta, come ho affermato più volte, è se questo scopo o senso è favorevole o contrario alla vita. Nel primo caso sarà positivo nel secondo caso negativo, in entrambe i casi nonostante la menzogna.

A Jacopus invece vorrei controbattere che, sempre a mio avviso, il suo punto di vista non è assolutamente scontato. E che le cause del domino dell' uomo sulla natura e sugli altri uomini ha radici ben più profonde e che risalgono molto più in là nel tempo. Ciò che è cambiato sono gli effetti. Le macchine, e tutto ciò che ad esse è collegato, hanno ormai un potere devastante. E l' uomo le usa, come le ha da molto tempo usate, trascurando completamente i loro effetti. E molte volte con la buona coscienza di fare il meglio per l' umanità.
Ma come Nietzsche afferma più volte, il massimo errore dell' uomo è di aver sbagliato come umanità.

X Green. 

Mio caro Green, gli scienziati che parlano di astoricità non sanno neanche di cosa parlano.  Il loro limite è quello di essere avvinghiati alla Matematica e perciò incapaci di studiare qualcosa in divenire. E così si definiscono astorici. Ma questo termine indica colui che abbraccia intere epoche senza cadere nelle trappole temporali. Valutando ogni epoca proprio in modo diveniente. E questa peculiarità può appartenere soltanto al genio filosofico.

Grazie per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta
#12
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Per prima cosa non posso sorvolare sul fatto che oggi è l' otto Marzo e quindi esprimo un grande augurio a tutte le donne.

Devo sinceramente confessare che la lettura de La Volontà di potenza (frammenti postumi ordinati da Peter Gast e la sorella Elisabeth) mi sta impegnando a fondo, e quando mi siedo per scrivere un post mi ritrovo quasi sempre la testa vuota.

Ho tralasciato di rispondere all' ultimo argomento dal momento che lo considero irrilevante. Infatti non credo che possa essere importante stabilire l' utilità o il danno di qualsiasi messaggio filosofico dal momento che è un argomento che non fa testo. Se poi aggiungiamo che l' argomento aveva una caratteristica personale e non generale, la possibilità di interesse si riduce ancora di più. Forse sarebbe interessante fare uno studio sul modo in cui ciascun filosofo è stato ritenuto utile o dannoso nel corso della Storia, ma lo ritengo un  argomento molto complesso da trattare. Anche perché in ogni periodo ciascun filosofo è stato interpretato diversamente, e come ad esempio accade ancora con Nietzsche anche nello stesso periodo. Ma questa è una sorte che si ripete e si è ripetuta per tutti i grandi. E che continua ancora oggi sicuramente per Socrate, Platone ed Aristotele.

La mia opinione comunque è che l' importanza di un filosofo, come la sua utilità in senso generale, non dovrebbe basarsi sull' utilità o il danno che può provocare su un individuo o su di un intero periodo storico, ma proprio su quanto il filosofo abbia contribuito alla conoscenza.

La conoscenza. Filosofia: Amore per la conoscenza. Eppure sembra incredibile che uno degli argomenti più profondi svelati da Nietzsche riguarda proprio la conoscenza. Il dramma e la tragedia che contornano la conoscenza. Non dimentichiamo infatti che proprio la sua affermazione che non è possibile la conoscenza in un mondo che diviene è al tempo stesso una delle affermazioni filosofiche più importanti. Una delle affermazioni più geniali e al tempo stesso, paradossalmente, uno dei più grandi contributi alla conoscenza stessa.

 Grazie per la cortese attenzione

Garbino Vento di Tempesta.
#13
Verticalità e Orizzontalità AGAIN versione Random.

Per prima cosa auguro a tutti voi un Buon Natale ed un Felice Anno Nuovo. Anche se siamo alle strette e tutto ciò che accade non fa che aumentare, almeno a me, ad un livello di guardia il Pessimismo.

Mio caro Green, questo argomento mi coglie un po'  impreparato ma ti rispondo per quello che riesco ad arguire.
Sul Big Data, il fenomeno è allarmante, sono completamente d' accordo. Anche perché non molto tempo fa ho seguito una trasmissione proprio sul Big Data e che riguardava il codice genetico umano. Infatti Google è riuscita ad invogliare migliaia di persone per un test di DNA, naturalmente a carico dell' utente. E così in pratica ha incominciato ad accumulare dati sul DNA umano con il preciso scopo di guadagnarci un bel po' di denaro fornendo i dati relativi alle case farmaceutiche. Il fenomeno poi investe anche gli ospedali e le cliniche private da cui si tenta di approvvigionarsi del maggior numero dei dati, nonostante le leggi sulla privacy, sempre per fornirle alle case farmaceutiche che così potranno orientare le loro ricerche su settori più remunerativi. La legge dei grandi numeri diventerà la strategia vincente in ogni campo dell' industria. Con grande vilipendio di chi forse avrebbe più bisogno ma non interessa al mercato. E' una cosa veramente inaccettabile, ma su cui non si può avere nessun controllo. Ed alla fine pagheranno, come al solito, i più deboli.

Qui mio caro Green, a mio avviso, ma da neofita posso anche permettermi di dire sciocchezze, non si tratta più di verticalità o orizzontalità, qui si parla di profondità in ogni direzione. Dove il numero cresce lì andrà l' economia. E questo non solo è inaccettabile, ma assolutamente squallido. Un mondo moderno che tradisce tutta la sua pochezza e la sua incapacità ad affrontare i problemi razionalmente. L' unica cosa che si sa dire è noi seguiremo il grande numero, un po' come i tedeschi seguivano Hitler e il nazismo. Tu continui a sperare che le cose possano volgere in altro modo, e che gli intellettuali si ravvedano. Ma non ci sono più intellettuali. Ci sono soltanto burattini che seguono la marea.

Per quanto riguarda Nietzsche, io sono dell' opinione che si stia facendo un mucchio di risate lassù, visto che tutto sta volgendo  come lui aveva predetto. E lui non può salvarci: è troppo presto perché qualcuno possa capirlo veramente e così ascoltarlo.

Tanti Auguri caro Green e sursum corda. Tanto possiamo salvarci soltanto da soli.

Garbino Vento di Tempesta.
#14
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Green Demetr

Ho iniziato la lettura di alcuni racconti di Rilke e per il momento non ho trovato nulla di così abissale per cui tu non ti debba sentire all' altezza. Ma perché poi ci dovrebbe essere un autore che ti provoca questa sensazione? Proprio non lo capisco. Se mi dicessi di un grande filosofo, Aristotele o Platone, lo comprenderei, ma se mi citi un romanziere del secolo scorso come Rilke non ha proprio senso. Probabilmente dovrò passare alla sua opera più indicata come il suo capolavoro e cioè I Quaderni di Malte per venirne a capo. Comunque non ti svilire. Con la tua cultura nessuno ti può far sentire non all' altezza.

X Apeiron.

Bravo, va benissimo così. Mi compiaccio delle tue risposte a Kobayashy e le ritengo di un ottimo livello. Anche la scelta dei brani la ritengo ottimale. E penso che l' interessato possa trarne validi suggerimenti per i suoi dubbi e riflessioni.

Però vorrei puntualizzare alcune cose. Per quanto riguarda la stima di Nietzsche per Cristo e Buddha posso tranquillamente affermare che non sono d' accordo. Su Cristo basta leggere attentamente L' Anticristo ( in un punto come ho già detto lo definisce 'idiota' ) per ricredersi su questo aspetto. Mentre per quanto riguarda Buddha, le cose sono un po' più complesse. E mi spiego. E' vero che Nietzsche inquadra il Buddhismo come una morale positiva, ma sempre come l' unica risposta possibile ad uno stato di crisi. E come hai affermato rimane comunque una religione nichilista. E cioè che non affronta il problema delle cause ma risolve tutto nel non agire per non infierire su di una condizione di degrado fisico-biologico-psichico e di sofferenza. Il Nirvana per Nietzsche è la morte stessa dell' individuo anche se in quello stato la sofferenza determinata dalle sue sensazioni esterne non lo raggiunge più. Questo da profano. Mi sono soltanto riferito a ciò che Nietzsche scrive in diversi brani delle sue opere.

Altra puntualizzazione riguarda la domanda di Kobayashy su quale sia la tipologia di uomo più vicina all' oltreuomo. Nietzsche non afferma mai che una delle due sia la più vicina, altrimenti avremmo un metro di paragone su cui riflettere. Diciamo che entrambe le tipologia possono dare uno spunto, ma niente di più. E soltanto perché lui le ritiene categorie umane che possono essere in grado di generarlo, ma non di rappresentarlo. Non dimentichiamo il Capitolo dello Zarathustra in cui Nietzsche descrive le metamorfosi dello spirito per tornare fanciullo.
L' oltreuomo cioè può esserlo sempre prima in potenza, ma poi deve diventarlo. Deve diventare ciò che è, ma la strada è di un' asperità enorme. Le tre fasi: cammello leone fanciullo, di  Delle Tre Metamorfosi, sono l' arduo cammino che aspettano l' oltreuomo in potenza per divenire tale. E' solo allora che potrà volgere le spalle al proprio passato, rinnegarlo pur amandolo, e grazie all' arte creare nuovi valori. Ed è perciò che ritengo molto difficile identificare un qualsiasi paragone che lo possa rappresentare. Lo stesso Nietzsche, ripeto, dichiara che l' uomo moderno lo definirebbe 'terribile'.

Naturalmente ci sono altre interpretazioni su cui, come tu stesso hai ipotizzato, non siamo d' accordo. Ma le ritengo superabili col tempo ed un sempre maggiore approfondimento del grande filosofo. Ti rinnovo i complimenti e continua così.

X Kobayashy

Ritengo che alla maggior parte delle tue domande tu abbia avuto risposte più che soddisfacenti. Ciò non toglie che tu possa avere ulteriori dubbi e perciò ti rassicuro sul fatto che siamo sempre qui.

Rimane invece da approfondire l' aspetto dell' amore. Quello che tu hai supposto è una delle possibili varianti a livello più superficiale dell' inconscio. Io mi riferisco a qualcosa di più profondo. A quel qualcosa che ci porta ad avere una certa cura di noi stessi ed a resistere a varie tendenze autolesionistiche che il vivere può comportare. E ciò, sempre a mio avviso, corrisponde ad un grado di armonia che non può dipendere da fattori ambientali o di crescita, ma che ha, o a me sembra avere, caratteristiche più profonde. Comunque, qualsiasi ne siano le cause o la provenienza, ho questa teoria che mi si presenta sempre davanti, e cioè che la nostra disponibilità ad amare e a porci positivamente sia già connaturata, e che la frase ama il prossimo tuo come te stesso sia in un certo senso tautologica, perché è già il nostro modo di porci.

Ringrazio per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#15
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Green Demetr.

Mio caro Green, ho approfondito un po' l' argomento Dostojevsky, per altro visionando il monologo riportato da Sari e tratto da L' Idiota. Ma, pur riconoscendo una certa profondità, non cambio opinione. Si tratta del pensiero di un credente ortodosso che affronta i problemi del mondo contemporaneo da credente. E' sempre la stessa solfa. Quella solfa che Nietzsche ha rimosso in modo esplosivo. 

Non c' è da stupirsi che un ortodosso parli male del Cristianesimo Romano, ma lo fa sempre e soltanto dal punto di vista del credente. Per altro ripercorrendo eresie che nacquero anche all' interno del mondo ecclesiastico medioevale. Ed è logico che il nulla che Dostojevsky ritrova negli atei acquisti una dimensione diversa da quella di Nietzsche. Non dimentichiamo che per Nietzsche già Dio è il nulla. E che il Nichilismo ha le sue basi proprio nel Cristianesimo.

Ma mentre per Dostojevsky l' amoralità raccolta nella frase: se Dio non esiste tutto è concesso, dipende direttamente dall' assenza della fede in Dio ma in presenza di una fede atea, per Nietzsche si tratterebbe soltanto di una razionalizzazione. Di un pensiero che nasconde la grande crisi dell' uomo moderno e nient' altro. Il fatto che Dostojevsky sia riuscito a delineare questa crisi è senz' altro notevole, ma, a mio avviso, è il suo punto di vista, la sua prospettiva ad essere sbagliata. E' come se si potesse affermare che l' uomo in presenza della fede in Dio non si sia concesso nulla di efferato nella sua Storia. Cosa talmente assurda che ogni pagina dei libri di Storia smentisce. E guarda caso proprio quella medioevale è quella che presenta un compendio di atrocità commesse nel nome di Dio e di Cristo.

Ma l' esplosività del pensiero di Nietzsche è proprio nel suo modo di osservare il mondo da ogni prospettiva possibile. E Genealogia della Morale ce lo consegna in tutta la sua grandezza. E' l' ascetismo, la menzogna necessaria che però porta a ripudiare la vita e a farne un calvario nell' attesa del nulla, ad essere il responsabile di questa svolta nella Storia dell' umanità. E' l' ascetismo che da una risposta assurda al perché soffrire. Ma che comunque rimane una risposta a cui l' uomo preferisce credere piuttosto che ravvisare che si soffre, quando si soffre, per nessun motivo.

Ho sempre avuto il desiderio di leggere Rilke, ma non l' ho mai fatto. Mi impegno a farlo nel breve, ma ti chiedo di consigliarmi l' opera che ritieni indispensabile leggere. Quella in cui possa confrontarmi con il suo pensiero in modo ottimale.

X Apeiron.

Non conosco Stirner, ma dando uno sguardo al web mi sembra che venga più accomunato ad un anarchismo di tipo Bakuniano di cui poi sembra grande ispiratore.
Al contrario di Green, ho preferito soprassedere all' argomento della disoggettivazione dell' io che va affrontata, a mio avviso, in separata sede, e non ritengo di poter affrontare argomenti riguardanti il pensiero orientale su cui mi sento impreparato. Lo conosco veramente poco.

X Kobayashy

L' errore in cui spesso molti pensatori incorrono è quello di pensare ad un' umanità composta da persone che bene o male, oltre ai nostri stessi bisogni, hanno anche le nostre stesse peculiarità. L' errore fondamentale cioè è di non accorgersi della varietà delle tipologie caratteriali umane, e l' unicità che in ogni uomo si manifesta. 

E questa prospettiva, diverso tempo fa, mi ha portato a supporre ( una teoria di cui ho già parlato altre volte ) che noi già amiamo ( o odiamo ) il prossimo come noi stessi. Ciò te lo propongo come spunto di riflessione dal momento che non abbiamo ancora affrontato qualcosa insieme e perciò non saprei da dove incominciare.

Ringrazio per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.