@taurus: No, secondo me non torna nemmeno l'interpretazione del mito come metafora della non-conoscenza tipica della fanciullezza, poiché si dice che Dio aveva affidato ad Adamo la custodia dell'Eden (cioè in pratica del mondo) perché lo governasse e lo custodisse, ora se non conosceva il bene e il male come poteva avere la responsabilità di prendersi cura del mondo, di controllarlo e di guidarlo secondo i propri valori? Inoltre si legge che Dio disse ad Adamo che sarebbe morto nel momento in cui avrebbe mangiato il frutto proibito, ma se era nella condizione di incoscienza di un bimbo egli non poteva avere consapevolezza della morte come qualcosa di catastrofico invece le parole di Jahwè indicano che Adamo lo sapesse, quindi era evidente che il primo uomo aveva un'alta consapevolezza di ciò che era bene e di ciò che non lo era. Oppure mi sto basando anch'io sulla vulgata falsa e quindi le mie idee sono viziate dalla falsificazione cattolica?