Citazione di: paul11 il 24 Giugno 2019, 23:17:48 PM
Poni l'IO, come coscienza ,come concetto irriducibile.
Togli qualunque sovrastruttura culturale: scienza, filosofia, fisicalismo,spirtualità,ecc quindi porsi nella sospensione di giudizio, l'epochè.
Adesso osserva un fenomeno e descrivilo, psicologicamente, logicamente, emotivamente, narrativamente, nella sua completezza e non come le sovrastrutture culturali separano, e avrai l'interezza del fenomeno. E' il tuo IO, soggettivo, personale che in quanto coscienza intenziona le cose del mond., E' in estrema sintesi la fenomenologia di Husserl, il ritornare alle cose del mondo.
Ciao Paul
Vorrei un tuo parere un pò più esteso su questo punto della riflessione fenomenologica...
A me sembra semplicemente assurdo affermare che si possa astrarre da ogni giudizio, diciamo,
"condizionato" per osservare il fenomeno nella sua più intima purezza; nella sua "essenza";
nel suo essere "in sé".
Kant aveva detto che nella pratica si doveva agire "come se" la teoresi avesse reso possibile
la conoscenza "in sé" (e, in definitiva, come se la morale avesse un fondamento certo...).
Aveva cioè lasciata "aperta" la porta dell'indeterminazione; una porta che adesso la
Fenomenologia ri-chiude di nuovo ri-ponendosi di fatto su una posizione idealista (perchè
a me sembra che la Fenomenologia, affermando la conoscibilità dell'"essenza", di fatto
affermi la coincidenza di realtà e razionalità).
saluti