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Messaggi - Arianna68

#1
Grazie Apeiron e Sariputra per la vostra attenzione e i vostri commenti.
In linea di massima concordo con voi per quanto riguarda l'"etichetta" che la società affibbia a chi pensa, sente o si comporta in modo di verso dai più. Gli esseri umani si sentono rassicurati dall'omologazione; la differenza, la novità, il pensiero che va controcorrente, o se vogliamo, persino la libertà o la creatività, possono essere fonte di disturbo e per questo vanno represse o "curate" in qualche modo. Sia nel passato che nella società attuale, nei confronti dei "pazzi" si è spesso attuata una vera e propria caccia alle streghe ( vedi lo strumento del TSO o gli psicofarmaci somministrati persino ai bambini).
Al di là di queste considerazioni, indubbiamente ci sono persone che stanno male e che hanno bisogno d'aiuto, poi chiamarli autistici o psicotici o borderline è solo un'indicazione, a volte discutibile, del loro malessere. Certo, ci sono persone che con i loro "malesseri" o con le loro diversità ci convivono bene e non ne soffrono, vedi gli eremiti, i santi, o tutti quelli che non cambierebbero mai una virgola del loro modo di essere, e allora la società dovrebbe imparare ad accettarli e rispettarli.
Ma c'è anche chi con quei malesseri non ci sta bene, ne soffre e vorrebbe cambiarli. E quando si è costretti a chiedere aiuto agli altri le cose vanno ancora peggio di quando si chiede di essere ignorati ed essere lasciati liberi di fare la propria vita.
Personalmente, poter capire di essere autistica (se realmente le cose stanno così) mi ha aiutato ad inquadrare meglio i miei problemi e a far combaciare i tasselli che restavano fuori dal puzzle. Avrei preferito arrivare prime a queste conclusioni ma nel momento critico della mia vita, cioè appunto l'adolescenza, quando il ruolo sociale diventa importante e i nodi vengono al pettine, queste informazioni erano per me totalmente inaccessibili.
E' un sollievo sapere che le nuove generazioni hanno ora a disposizione molti strumenti per informarsi, la conoscenza è il primo indispensabile passo per affrontare le avversità.
Il secondo passo è di sicuro l'amore e la comprensione.
#2

Lascio questo messaggio per segnalarvi la mia storia.
Ho 50 anni e la mia vita è stata distrutta da gravi problemi psicologici che non hanno mai ricevuto sostegno né cure adeguate.
All'età di 16 anni ho iniziato a chiudermi in me stessa e ad aver paura del mondo e delle persone. Ho preso il diploma con grosse difficoltà, non sono riuscita a frequentare l'università né a lavorare, ho passato l'80% della mia vita chiusa in casa dipendendo in tutto e per tutto dalla mia famiglia. Ho scoperto da pochi mesi che il mio disturbo consiste in una particolare forma d'autismo detta Asperger, che negli anni 80 era pressoché sconosciuta. Non ho mai ricevuto una diagnosi corretta e sono stata curata a casaccio: psicofarmaci inutili, tanti anni persi dietro a psicologi e psichiatri incompetenti.
La mia famiglia non mi ha dato alcun aiuto né supporto affettivo, ho solo ricevuto rimproveri, umiliazioni, minacce, schiaffi e punizioni.
Ho resistito a lungo sperando di poter guarire ma ormai ho perso ogni possibilità.
Ho raccontato la mia vita e quella della mia famiglia in un libro, pubblicato sotto forma di blog all'indirizzo: ilcoraggiodivolersibene.blogspot.com
Se avete problemi psicologici o difficoltà legati a fobie, insicurezze, incapacità di esprimersi e comunicare, se nella vostra famiglia va tutto allo scatafascio e vi sembra di essere un alieno sul pianeta terra, forse questa lettura potrà essere utile a capire i meccanismi emotivi che portano a questi problemi.
Devo avvertirvi però che si tratta di un racconto disturbante, inquietante e penoso, che smantella uno per uno i luoghi comuni sull'affetto genitoriale e sulla famiglia come rifugio sicuro; infatti si tratta di una storia di sottili violenze psicologiche, ricatti, tirannie, vendette e mobbing realizzato all'interno delle mura domestiche.
A questo punto della mia vita la sola cosa che posso fare è lasciare la mia testimonianza affinché altre persone possano imparare dalla mia esperienza con la speranza che possa aiutare ad evitare che la mia storia si ripeta.

Grazie
Arianna