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Discussioni - iano

#1
Tematiche Filosofiche / Il filosofo che non sono.
29 Agosto 2025, 16:12:41 PM
Non sono un idealista, ne un materialista, ma uso le idee e maneggio la materia.
Toccare la realtà è descriverla con le sensazioni.
#2
Il racconto della Bibbia inizia con la creazione, ma come si può fare un racconto se non creando il suo inizio?
La realtà potrebbe non avere quell'inizio e quella fine che non può non avere il suo racconto.
#4
Tematiche Filosofiche / Dio vs caso.
07 Agosto 2025, 08:30:19 AM
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)
Questa è l'attuale firma del forumista Duc in altum!
Siccome non credo in Dio, ne al caso o al determinismo,
fra queste scelgo l'ipotesi più utile alla bisogna.
Essendo ipotesi le pongo tutte sullo stesso piano, per cui non devo fare scelte a priori, potendole mettere tutte alla prova, anche quando mi sembrassero strampalate.
A me sembrano tutte quelle sopraelencate, a priori, oggi, ugualmente strampalate.
Ma non è stato sempre così.
L'ipotesi di Dio è stata la prima a sembrarmi strampalata, e le altre solo dopo.
Immagino ciò derivi dalla mia abitudine ad usarle.
Quelle per le quali avevo maggior abitudine hanno faticato ad apparirmi come strane.
Mi pare che l'ipotesi di Dio, o fede in Dio, richieda (necessariamente ? ) il libero arbitrio, da quello che leggo in questo forum.
Questo significa che la ''teoria''  che ne deriva ponga pochi vincoli comportamentali di fatto.
Altre teorie , come quella di Darwin, ne pongono di più, lasciandoci di fatto solo liberi di applicarla o meno, ad esempio per creare nuove specie, cosa che facevamo comunque anche senza conoscere la teoria di Darwin,  in base alle conoscenze empiriche dei pastori.
Creare nuove specie per i credenti suona blasfemo, ma come detto appena sopra non è a Darwin che se ne possa dare in particolare la colpa, ma ai pastori.  Nella teoria divina è Dio a crearle, ma il buon pastore, chiamato ad esempio nei  testi sacri, pascola animali al cui accoppiamento presiede, in modo più o meno mirato, creando nuove specie.

L'ipotesi divina si differenzia dal caso perchè la prima implica volontà, ma l'ipotizzare qualcosa dotato di volontà non è comunque sparito dall'orizzonte degli degli uomini, anche quando escludano l'ipotesi divina.

Io noto che gli effetti del caso, nella sua impersonalità, non sono diversi da quelli del personale libero arbitrio.
Entrambi infatti sono ugualmente imprevedibili.

Il caso sembra un Dio a cui si sia tolto il libero arbitrio, senza incidere però in modo significativo sui risultati.
Di quella che sembra una differenza sostanziale, non si trova poi riscontro nei fatti.
Cioè, se anche immaginiamo un caso dotato di volontà, il risultato, spalmato nella moltitudine individuale, non cambia.
La vera differenza dell'ipotesi divina non è nella volontà messa in campo come libero arbitrio , ma nel fatto che, essendo Dio uno, e non tanti, non vi si può applicare la statistica.



#5
Tematiche Filosofiche / Quell'antipatico di Vattimo.
26 Luglio 2025, 05:24:20 AM
Il pensiero debole, espressione così antipatica per me ( e non saprei dire il perchè) che dal sapere di cosa si tratti mi sono tenuto fin qui lontano.
E' pur vero che trattandosi del filosofo italiano contemporaneo più citato, non ho potuto fare a meno di sentir esporre il suo pensiero, seppur a spizzichi e bocconi, ma solo quel tanto che basta per rafforzare la mia antipatia per esso.
Questioni troppo cervellotiche per poter suscitare il mio interesse, e anzi a dirla tutta l'essenza delle seghe mentali.
Però, la prima volta che vado ad indagarne veramente il suo pensiero, cioè cinque minuti fa, su un sito della rai, è dir poco che esso mi è apparso  chiaro, perché mi è apparso il mio pensiero.
Evidentemente, anche ciò che non si studia, alla fine lo si può far proprio solo respirando il clima culturale, per cui il mio libero pensiero tanto libero non è, e di questo io non mi ero mai illuso, facendomi bastare la sensazione di un libero pensiero.

Riassumendo si tratta di ridurre la verità ad interpretazione, e la realtà a descrizione, e ditemi se di questo io non vi abbia abbondantemente ammorbati fin qui, tanto che mi chiedo quanto  perciò possa esservi risultato antipatico.

Però lasciatemelo dire, che scelta infelice quella dell'espressione ''pensiero debole''.

#6
Tematiche Filosofiche / Definizione di intuizione.
08 Luglio 2025, 04:41:51 AM
Siete in grado di dare una definizione di intuizione?
Io no.
Possiamo invece essere in grado di dare una definizione  degli oggetti della nostra intuizione.
Intuisco ad esempio cosa sia un triangolo, e posso darne una definizione, ma per quanto essa mi soddisfi, non posso dimostrare che il triangolo così definito equivalga al triangolo della mia intuizione. Dovrei dimostare che tale definizione sia univoca, cioè che non sia possibile darne una diversa da quella se non logicamente equivalente, ma in genere è sempre possibile darne diverse non logicamente fra loro equivalenti , e il fatto che una sola di esse soddisfi la mia intuizione , non è quella prova di univocità che cerco.

Posto che questo sia un problema, il problema non sussiste se definisco qualcosa che non sia oggetto della mia intuizione.
Se da questa definizione deduco logicamente qualcosa di parimenti non intuitivo, questo è proprio quello che mi aspettavo.
Quello che invece non mi aspetto è che dalla definizione di un oggetto della mia intuizione segua logicamente qualcosa di non intuitivo,
E questo  non solo succede, ma succede ''sistematicamente'', ( ho usato le virgolette perchè potrei sbagliarmi. In ogni caso non mi viene in mente un esempio contrario) .
Il teorema di Pitagora ad esempio segue logicamente dalla definizione di triangolo rettangolo, ma a differenza di questo, non è per niente intuitivo.

Questo discorso sull'intuizione mi sembra interessante nella misura in cui ad essa leghiamo le nostre verità non banali, laddove un esempio di verità banale è un teorema matematico.
E'  logico ad esempio che sia vero il teorema di Pitagora, data la definizione di triangolo rettangolo, per quanto a noi ciò possa sorprenderci non essendo  intuitivo  come lo è il triangolo.
La deduzione logica non ci dice nulla di ciò che già non sapevamo, ma ce lo presenta semplicemente in una forma logicamente, ma non intuitivamente, equivalente,

Quello che la matematica sembra dimostraci è che ciò che a noi pure appare chiaro, in effetti è oscuro,  se la chiarezza può equivalere logicamente all'oscurità.
#7
In altre parole - Puntata del 5/4/2025
L'intervista di Gramellini a Crosetto è dopo la prima ora.
Crosetto trae certamente i suoi valori dalla sua religione, quella cattolica.
Eppure parla di valori che non si traggono da una ideologia, come se una religione a una ideologia non si potesse assimilare allo scopo.
Ma la parte dell'intervista che mi preoccupa di più è verso l'ora e quindici, dove dice che al G7 in futuro non ci saranno più nazioni che esprimono valori, ma forza, se questo fosse il progetto del governo per restare ancorati al G7.
Le opinioni che esprime Crosetto mi sembrano in generale  rassicuranti, ma una lettura diffidente fra le righe mi sembra d'obbligo.
Cosa penso io di Crosetto?
Diciamo che l'intervista a Crosetto l'ho ascoltata fino alla fine con molto interesse, mentre quando fa capolino la Meloni, ( è più forte di me), cambio canale.
Però, lo dico con dispiacere, mi succede in parte anche con Elly.
Mi piace immaginare un paese normale, dove a dialogare siano Crosetto e Bonaccini, non volto tutto al pragmatismo come dice Crosetto, ma che comunque da quello non deroghi.
Alle ideologie sono divenuto allergico anch'io, ma da qualche parte i valori bisogna trarli, e possono essere condivisibili, ma mai assoluti, come lascia intendere Crosetto.
Certo, è più facile condividere valori ereditati, che consideriamo tali per abitudine, che inventarsene di nuovi per poi convergervi, cosa di fatto impossibile da ottenere, e certamente molti dei valori che ho ereditato giocoforza girano intorno alla cultura cattolica italiana, e forse per questo, pur non essendo  credente, l'intervista a Crosetto mi è piaciuta, ma la diffidenza, e non poca, rimane.
#8
Tematiche Filosofiche / Paradossi divulgativi.
19 Giugno 2025, 10:49:23 AM
Nella divulgazione delle teorie Einsteniane si parla di distanze che si accorciano e si allungano, ma un metro che si accorcia o si allunga rimane sempre della lunghezza di un metro, quindi non si allunga ne si accorcia.
Il tempo invece rallenta o va più veloce, cioè il tempo cambia nel tempo, il che però non significa niente.
Eppure è con queste spiegazioni paradossali che si cerca tradizionalmente di spiegare nei testi divulgativi teorie fisiche che ci appaiono paradossali, ma che paradossali non sono, perché esse nascono dalla constatazione dei fatti, che potranno apparirci insoliti, ma che non sono mai paradossali, perchè i fatti sono fatti.
Il problema non sta quindi nella difficoltà di comprendere certe teorie, seppure la matematica che vi sta sotto può essere un difficile scoglio da superare, ma nell'accettare i fatti da cui derivano.
Questa difficoltà di accettare i fatti si presenta ovunque, non facendo differenza quale parte dello spazio abitiamo, e si risolve solo col passare del tempo.
Quindi in sostanza non c'è nulla da capire, ma c'è solo da aspettare che  certi fatti insoliti diventino soliti nella nostra considerazione, e quindi c'è solo da aspettare che ciò avvenga.
In alternativa si può cercare di forzare i tempi, accorciandoli, con la forbice della ragione.
Quindi se non cia avete capito niente in certe teorie fisiche, avete capito bene, perchè non c'è nulla da capire.
L'unica cosa che ci resta da capire quindi, è cosa significa per noi capire.
#9
Tematiche Filosofiche / L'ordine dell'universo.
12 Giugno 2025, 15:17:02 PM
La realtà non ha in se un ordine, ma si presta a ricevere un ordine, senza il quale essa non potrebbe apparirci, e per questo essa ci appare ordinata, e non essendoci un solo modo di ordinarla, diversamente potrà apparirci.
L'evidenza con cui la realtà ci appare deriva dalla non conoscenza dell'ordine che gli abbiamo assegnato.
Quando questa conoscenza c'è, l'evidenza scompare, perchè l'evidenza è una ''inconsapevole conoscenza''.
Una palla da biliardo non è una sfera, ma la sfera è il modo in cui ci appare.
Se analizziamo meglio la sua superficie, scopriamo infatti le sue irregolarità, che però è in effetti un modo di assegnargli nuove regolarità, fatte di dossi, spigoli e avvallamenti, finché a un certo punto non riusciamo più a dargli un ordine geometrico, ma un ordine di altro tipo, che non la fa più apparire, traducendo l'evidenza in altra forma di conoscenza, che rimane comunque matematica, ad esempio un equazione.
Per noi comunque il capire rimane legato al riuscire a dare una forma alla realtà, anche solo per analogia.
Questa forma è in ogni caso matematizzabile, cioè un caso particolare di matematica, per cui se vogliamo allargare la nostra capacità di comprensione dovremo estenderla ad ogni possibile tipo di  matematica.
#10
Tematiche Filosofiche / Abitudine.
12 Giugno 2025, 13:53:00 PM
E' dall'abitudine che si genera la percezione della normalità delle cose?
Lo dimostrerebbe il fatto che, siccome le abitudini cambiano, cambia di conseguenza ciò che percepiamo come normale , per cui non esisterebbe nulla di normale in se.
Nel tempo quindi cambia la percezione di normalità, ma senza aspettare quel tempo, noi possiamo provare a farla cambiare mettendo la testa fuori dall'abitudine, cosi come il pesce la mette fuori dall'acqua, cosa che prima o poi avviene per caso, ma che si può anche provocare, quando non si è pesci.
Cose che ci appaiono normali , tanto normali cosi' non appariranno a ben vedere.
Penso che quest'argomento abbia rilevanza filosofica, se è vero che su queste normalità si costruiscono castelli filosofici dalle fondamenta poco solide.
Poco male se questi errori ci insegnano qualcosa, il che però è raro che succeda, essendo più facile che in quei castelli ci si chiuda a difesa.
#11
I luoghi, come tutte le cose che hanno un anima , possono perderla.
Non andate nei luoghi turistici, dunque, ma fate turismo raggiungendo un luogo, di cui racontare al ritorno agli amici qualcosa che essi già non sappiano,  di come quel luogo sembrasse avere un anima.
 Raccontate le meraviglie che vi avete trovato, e che essi non potranno più trovare, perchè il vostro racconto gli avrà rovinato la sorpresa.
Fate allora che non sia un invito a ripercorrere i vostri passi, ma ad imitare il vostro andare.
In questo modo ai racconti dei luoghi aggiungerete i luoghi da raccontare.

#12
Tematiche Filosofiche / Esperimento mentale.
27 Maggio 2025, 00:56:49 AM
Per quanto la velocità con cui si trasmette una informazione abbia come limite la velocità della luce nel vuoto, non c'è un limite di spazio in cui possa diffondersi.
Cosa succederebbe se invece questo limite  ci fosse?
Se ci fosse, anche solo in casi particolari, ce ne potremmo accorgere?
#13
Se una qualunque legge fisica, ad esempio la legge di gravità, descrive in modo soddisfacente la realtà, potremo dire perciò che la gravità è reale?
Potremo dirlo, ma ciò comporta di poter incappare in diversi paradossi , un modo di risolvere i quali è smettendo di dirlo.
Uno smettere di dirlo che non comporta alcun problema per l'impresa scientifica, ma solo per quella filosofica.
Tutto dipende da cosa pretendiamo dalle leggi fisiche, e credo che il miglior modo di mortificarle sia quello di delegargli le problematiche filosofiche, salvo poi criticarle perchè non assolvono al compito di servirci a pranzo la verità.
Cioè dipende da quali siano le nostre aspettative su di esse, e da quanta soddisfazione relativamente a ciò ne riceviamo.
Ora a noi ce ne potrebbe fregare più di tanto delle leggi fisiche, nella misura in cui possediamo già una nostra idea di realtà pienamente soddisfacente, come mi pare tutti possediamo.
Dunque qual'è il nostro vero problema?
Che altri vadano a cercarsi nuove idee di realtà che collidano con le nostre?
Da ciò infatti potrebbe derivare una incomunicabilità fra noi e loro , e questo credo sia il vero problema, ed è di tipo sociale quindi.
Vi dico dunque come la penso io.
Se da un lato mi tengo stretta la percezione naturale, quella sensitiva, anche perchè sarebbe veramente assurdo buttare nel cesso il lungo lavoro evolutivo che l'ha generata, non la considero però più in modo esclusivo, e non è un problema per me se  diverse percezioni collidano fra loro, perchè la ricerca di quella vera, ha smesso per me di essere appunto un problema, e mi basta che facciano il loro sporco lavoro, sia da sole, che collaborando insieme.
Il timore che tale atteggiamento possa espellere il fattore umano dal contesto io l'ho tacitato, perchè provo non meno ammirazione per la realtà come la vediamo che per come la teorizziamo, e non vedo perchè dovrei rinunciare a una di queste meraviglie in nome di una verità unica, la quale, se mai venisse raggiunta, avrebbe solo conseguenze nefaste, se solo uno ci volesse ragionare sopra.

Da ciò ne consegue una tensione all'espansione del mio essere ateo, aggiungendo al mio essere senza Dio, il mio essere alocale, adeterministico, cioè non credo nella località, e non credo nel determinismo,come non crederei nella madonna se  mi apparisse, così come mi appare la località di un mondo deterministico.
Riesco in tal modo a vedere la positività delle teorie fisiche che  mettono in discussione località e determinismo., anche quando non comprendendole appieno riesco solo a trarre il succo filosofico.
Lo dico meglio.
Che le descrizioni della realtà conptemplino località o alocalità, determinismo o indeterminismo, nessuna di esse ha per me valore di sacralità, non essendo nessuna descrizione della realtà, passata presente e futura, da considerarsi alla stregua di un testo sacro.
Sono ateo in senso totale, e al tempo stesso consapevole di possedere fedi inamovibili nella misura in cui non so di possederle.
Tutto quello che so è che nel momento in cui verrano fuori io smetterò di credervi, e la località e il determinismo  sono esempi di queste fedi che non sapevo di avere, e che grazie alla scienza ho perso.
La scienza non si inventa nulla di nuovo, ma è un modo di portare alla ''luce del sole'' tutte le nostre utili convinzioni, le nostre fedi nascoste, per metterle in discussioni, e ridefinendole aumentarne l'utilità. Cioè è un modo di fare diversamente ciò che abbiamo sempre fatto, perchè non c'è un modo univoco di rapportarsi con la realtà così come non c'è una umanità immutabile.
Ogni stagione dell'umanità ha le sue verità, ma ciò è solo un modo di caratterizzare i diversi step evolutivi, laddove  l'umanità si descrive per quel che è, come se non ci fosse un domani.

Volendo riassumere, io non credo in ciò che vedo, ma credo che una fede lo faccia apparire.
#14
Il re è nudo e la verità è vestita.
#15
Tematiche Filosofiche / il velo di maya
13 Maggio 2025, 19:38:27 PM
Per ri-velare ''l'uomo invisibile'' basta mettergli un velo sopra.
#16
La perfezione è qualcosa che non si può guadagnare, ma solo perdere.
Chi ce l'ha non sa di averla, finché non ne acquista coscienza nel perderla.
La perfezione è dunque ignoranza.
La perfezione è ciò che non ha chi di essa sa, e quindi ne può parlare.
Se ci diciamo imperfetti, dobbiamo pur avere un modello, un idea di perfezione. Ma da dove ci viene?
Come possiamo parlare di ciò che non abbiamo sperimentato?
Se ne parliamo dunque una qualche esperienza dobbiamo averla avuta.
Questo in effetti è quello che sembra suggerirci la bibbia nella sua grande saggezza, con la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso, che hanno barattato la perfezione con l'idea che ne abbiamo, e più in generale con la conoscenza, che è coscienza di essere prima di ogni altra cosa.
Nel paradiso si realizza la perfezione che non sa di avere il perfetto essere che non sa di essere.

Possiamo umilmente ammettere i nostri limiti, ma c'è un altra possibilità, ed è che noi non siamo limitati se la perfezione non esiste.

#17
Tematiche Filosofiche / Spazi e punti di vista.
04 Aprile 2025, 05:29:15 AM
Se non vi è un punto di osservazione privilegiato nell'universo, allora le leggi generali della natura debbono potersi esprimere mediante equazioni che valgono per tutti  i sistemi di riferimento nello spazio.
Da ciò non segue necesariamente l'univocità di tali equazioni.
Il moto di un pianeta attorno al sole può essere interpretato come la deviazione dal suo modo inerziale causata dalla forza di attrazione gravitazionale, o come un moto inerziale nel campo gravitazionale.
Il moto inerziale di un corpo lo definirei come il moto che esso segue in mancanza di cause che lo determinino.
Moti diversi da quello vanno quindi spiegati cercandone la causa.
Se definisco inerziale il moto di un corpo dentro un campo gravitazionale, non essendovi una causa che lo genera, allora esso non è soggetto ad alcuna forza.
In sostanza la definizione di moto inerziale equivale alla scelta dello spazio di riferimento.
Se scelgo lo spazio di Euclide il moto inerziale sarà quello rettilineo uniforme, moto in cui il corpo permane finché una forza, ad esempio gravitazionale, non lo devi.
Paradossalmente il corpo sembra obbligato al moto rettilineo uniforme senza che vi sia una causa.
Se ci si pensa bene però anche il moto di un pianeta attorno al sole sembra come essere obbligato, anche se in questo caso l'obbligo deriva dalla forza gravitazionale esercitata dal sole.
Se però noi definiamo inerziale questo moto, allora non vi sarà più alcuna forza a determinarlo.
Non è una magia, ma la conseguenza di essere passati da una descrizione possibile dai una ad essa alternativa, ma equivalente.
Se faccio prendere al campo di gravità il posto dello spazio euclideo, la forza di gravità sparisce, e l'orbita che un pianeta descrive attorno al sole diviene il moto che naturalmente segue, pur in mancanza di una causa che lo obblighi.

Riflessioni a margine della lettura, non ancora completata, di ''Einstein, dalla relatività alle onde gravitazionali'' di un autore che non conoscevo, e che direi di buona capacità divulgativa, Leonardo Gariboldi, edizioni Grandangolo, di cui non ci ho capito nulla, finché con non poca presunzione, ho cercato di riportarlo qui, e solo metre lo facevo , mi è parso di capire,
Non so se succede così anche a voi che, ciò che vi sembra veramente impossibile da capire, vi appare come chiaro nel momento che con sfacciata presunzione cercate di spiegarlo ad altri, come quando dalle nuvole spunta il sole.
#18
Percorsi ed Esperienze / Avere o essere?
04 Aprile 2025, 04:30:17 AM
E' il titolo di un libro di Erich Fromm, che mi ha formato, laddove io, in accordo con l'autore, ho scelto di essere.
Oggi però, col senno di poi, fra l'essere e l'avere, scelgo il divenire, se nel percorso per ottenere ciò che desidero divengo ciò che sono.
La felicità sta nel possedere la capacità di ottenere qualcosa, e non nel possederla, perchè il possederla grava, mente la capacità di ottenerla rende leggero il nostro cammino.

#19
Un punto è sufficiente a rappresentare l'universo, perchè esso prima che essere fatto di tante cose è fatto da se stesso.
E' questo però un universo immobile, se per dire che un punto si muove ne occorre un altro a far da riferimento, e che per contro assumeremo essere in quiete.
Quindi se ne abbiamo due solo uno, a turno, potrà muoversi, e mai due insieme.
Due punti però non bastano a dimostrare che movimento vi sia, perchè per ciò  occorre misurare una velocità, e per far ciò ancora occorre un unità di misura, e due punti bastano appena per avere questa , la quale essendo però per assunzione immutabile, non potrà certificare il movimento di un punto rispetto all'altro.
Per parlare di movimento occorrono allora almeno tre punti, dei quali due sono unità di misura del terzo, se pur bastano, del che non sono del tutto certo.
Se un universo fatto di punti si espandesse potremmo non rilevarlo, perchè non si può determinare con certezza la dimensione di qualcosa che è fatto di cose prive di dimensione, e così via, un ragionamento dopo l'altro, possiamo, seppur con difficoltà, innalzare templi alla ragione, e così è dunque se vi pare secondo Pirandello, figlio della valle dei templi di Agrigento, capitale della cultura 2025, non meno difficile da raggiungere per fantascienza di strade, su cui è meglio stendere un velo pietoso, come bitume sui tombini.




#20
...anche perchè non essendo un politologo, non posso usarne molte.
La democrazia diretta potenzialmente realizzabile attraverso i nuovi media, nella misura in cui in modo pur non istituzionalizzato sta realizzandosi di fatto, è la causa delle crisi epocali che stiamo vivendo, e siamo solo all'inizio.