I dintorni sono l'ontologia, oggetto di competenza della "scienza", la cui fenomenologia non è riducibile ad una unica essenza metafisicamente prestabilita ma, come tutte le cose umane, deve rendere conto del contesto fattuale in cui si manifesta.
Dal mio punto di osservazione scorgo tre fenomenologie principali della scienza, esprimibili con lo stesso fonema ma non omogenee tra loro per cui, come Peter Sloterdijk col cinismo, userò una ortografia diversa per distinguerle.
scienza:
E' la fattispecie ideale, cui solo spetta l'attributo di episteme, l'idea originaria di accesso alla verità (a-letheia) disvelata attraverso il sapere (sophia) che anima il suo amante filosofo. Ha un carattere più iperuranico che terreno, interessato solo all'oggetto del suo amore, ma deve fare i conti con la realtà antropologica, più attratta dal falso che dal vero, a causa di altri interessi da soddisfare, dissimulandone gli scopi. Attrazione che dà origine alla
Scienza:
la parte ideologica della scienza (fisicalismo, scientismo), il cui mantra ripetibile ad libitum è "io credo nella Scienza". Ossimoro assoluto, visto che la fede è in rotta di collisione frontale col dubbio metodologico che anima l'amante di sophia, al contrario del soggetto fidelizzato, prodotto ad hoc della
$cienza:
la forma fenomenologica dominante, incarnata nell'attuale "comunità scientifica", sempre più dipendente dal fattore $ per svolgere il suo "mestiere". Fattore $ che poco ha da spartire con l'idea originaria di scienza-episteme e molto con l'uso utilitaristico, mercantile, (crematistico direbbe Fusaro) dell'attività di ricerca. Della quale controlla, attraverso lo strumento finanziario, tanto le scelte che le finalità e le esclusioni.
La supremazia della $cienza sulla scienza, attraverso la Scienza, ha avuto un'accelerazione impressionante man mano che la ricerca scientifica diventava primo instrumentum regni della gestione del potere. Evoluzione conclamata della formula: $cienza del Capitale. Dal cui cervello finanziario rinasce eternamente in questa specifica forma, più squalo che nottola. Cattedre universitarie, organizzazioni scientifiche, istituti di ricerca: tutto è nella disponibilità della $cienza, il cui intreccio: affari-politica-comunità scientifica si è rivelato nella sua ontologica indissolubilità in covidemia, dal laboratorio di Wuhan, alla criminale sperimentazione affaristica covaccinale di massa, fino al Nobel.
Ingenuo, o pretestuoso, isolare i singoli momenti di tale aggregato politico-$cientifico-affaristico in elementi dotati di autonomia operativa ed etica.
Questo è il mio vocabolario quando parlo di "scienza" nel bene (scienza-episteme) e nel male (Scienza, $cienza). Non sarà un vocabolario comune ma almeno l'interlocutore può associare ogni mia uscita al suo preciso contesto semantico, grazie alla grafia.
Gradite come sempre altre prospettive, anche le più discordi.
(La nottola epistemica sopravvive sempre più notturna, senza alcuna protezione e deve stare molto accorta perché la caccia è libera e abbondantemente finanziata).
Dal mio punto di osservazione scorgo tre fenomenologie principali della scienza, esprimibili con lo stesso fonema ma non omogenee tra loro per cui, come Peter Sloterdijk col cinismo, userò una ortografia diversa per distinguerle.
scienza:
E' la fattispecie ideale, cui solo spetta l'attributo di episteme, l'idea originaria di accesso alla verità (a-letheia) disvelata attraverso il sapere (sophia) che anima il suo amante filosofo. Ha un carattere più iperuranico che terreno, interessato solo all'oggetto del suo amore, ma deve fare i conti con la realtà antropologica, più attratta dal falso che dal vero, a causa di altri interessi da soddisfare, dissimulandone gli scopi. Attrazione che dà origine alla
Scienza:
la parte ideologica della scienza (fisicalismo, scientismo), il cui mantra ripetibile ad libitum è "io credo nella Scienza". Ossimoro assoluto, visto che la fede è in rotta di collisione frontale col dubbio metodologico che anima l'amante di sophia, al contrario del soggetto fidelizzato, prodotto ad hoc della
$cienza:
la forma fenomenologica dominante, incarnata nell'attuale "comunità scientifica", sempre più dipendente dal fattore $ per svolgere il suo "mestiere". Fattore $ che poco ha da spartire con l'idea originaria di scienza-episteme e molto con l'uso utilitaristico, mercantile, (crematistico direbbe Fusaro) dell'attività di ricerca. Della quale controlla, attraverso lo strumento finanziario, tanto le scelte che le finalità e le esclusioni.
La supremazia della $cienza sulla scienza, attraverso la Scienza, ha avuto un'accelerazione impressionante man mano che la ricerca scientifica diventava primo instrumentum regni della gestione del potere. Evoluzione conclamata della formula: $cienza del Capitale. Dal cui cervello finanziario rinasce eternamente in questa specifica forma, più squalo che nottola. Cattedre universitarie, organizzazioni scientifiche, istituti di ricerca: tutto è nella disponibilità della $cienza, il cui intreccio: affari-politica-comunità scientifica si è rivelato nella sua ontologica indissolubilità in covidemia, dal laboratorio di Wuhan, alla criminale sperimentazione affaristica covaccinale di massa, fino al Nobel.
Ingenuo, o pretestuoso, isolare i singoli momenti di tale aggregato politico-$cientifico-affaristico in elementi dotati di autonomia operativa ed etica.
Questo è il mio vocabolario quando parlo di "scienza" nel bene (scienza-episteme) e nel male (Scienza, $cienza). Non sarà un vocabolario comune ma almeno l'interlocutore può associare ogni mia uscita al suo preciso contesto semantico, grazie alla grafia.
Gradite come sempre altre prospettive, anche le più discordi.
(La nottola epistemica sopravvive sempre più notturna, senza alcuna protezione e deve stare molto accorta perché la caccia è libera e abbondantemente finanziata).