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Discussioni - Ipazia

#1
I dintorni sono l'ontologia, oggetto di competenza della "scienza", la cui fenomenologia non è riducibile ad una unica essenza metafisicamente prestabilita ma, come tutte le cose umane, deve rendere conto del contesto fattuale in cui si manifesta.

Dal mio punto di osservazione scorgo tre fenomenologie principali della scienza, esprimibili con lo stesso fonema ma non omogenee tra loro per cui, come Peter Sloterdijk col cinismo, userò una ortografia diversa per distinguerle.

scienza:

E' la fattispecie ideale, cui solo spetta l'attributo di episteme, l'idea originaria di accesso alla verità (a-letheia) disvelata attraverso il sapere (sophia) che anima il suo amante filosofo. Ha un carattere più iperuranico che terreno, interessato solo all'oggetto del suo amore, ma deve fare i conti con la realtà antropologica, più attratta dal falso che dal vero, a causa di altri interessi da soddisfare, dissimulandone gli scopi. Attrazione che dà origine alla

Scienza:

la parte ideologica della scienza (fisicalismo, scientismo), il cui mantra ripetibile ad libitum è "io credo nella Scienza". Ossimoro assoluto, visto che la fede è in rotta di collisione frontale col dubbio metodologico che anima l'amante di sophia, al contrario del soggetto fidelizzato, prodotto ad hoc della

$cienza:

la forma fenomenologica dominante, incarnata nell'attuale "comunità scientifica", sempre più dipendente dal fattore $ per svolgere il suo "mestiere". Fattore $ che poco ha da spartire con l'idea originaria di scienza-episteme e molto con l'uso utilitaristico, mercantile, (crematistico direbbe Fusaro) dell'attività di ricerca. Della quale controlla, attraverso lo strumento finanziario, tanto le scelte che le finalità e le esclusioni.

La supremazia della $cienza sulla scienza, attraverso la Scienza, ha avuto un'accelerazione impressionante man mano che la ricerca scientifica diventava primo instrumentum regni della gestione del potere. Evoluzione conclamata della formula: $cienza del Capitale. Dal cui cervello finanziario rinasce eternamente in questa specifica forma, più squalo che nottola. Cattedre universitarie, organizzazioni scientifiche, istituti di ricerca: tutto è nella disponibilità della $cienza, il cui intreccio: affari-politica-comunità scientifica si è rivelato nella sua ontologica indissolubilità in covidemia, dal laboratorio di Wuhan, alla criminale sperimentazione affaristica covaccinale di massa, fino al Nobel.

Ingenuo, o pretestuoso, isolare i singoli momenti di tale aggregato politico-$cientifico-affaristico in elementi dotati di autonomia operativa ed etica.

Questo è il mio vocabolario quando parlo di "scienza" nel bene (scienza-episteme) e nel male (Scienza, $cienza). Non sarà un vocabolario comune ma almeno l'interlocutore può associare ogni mia uscita al suo preciso contesto semantico, grazie alla grafia.

Gradite come sempre altre prospettive, anche le più discordi.

(La nottola epistemica sopravvive sempre più notturna, senza alcuna protezione e deve stare molto accorta perché la caccia è libera e abbondantemente finanziata).
#2
Ultimo libro letto / Pandemia - autori vari
21 Maggio 2024, 17:15:26 PM
Come raccomanda Primo Levi, l'esercizio della memoria è obbligato quando si ha a che fare con vicende epocali dai risvolti criminali:



Pandemia - Visioneditore - 15 € + spese postali

La "rivista" è in realtà un lavoro di 300 pg. con 24 interventi che spaziano dalla storia alla sociologia, medicina, diritto, circo, religione, fino agli aspetti ideologici e metafisici della covidemia. Caratteri generosi e agilità delle prose rendono la lettura facile, malgrado la criticità della materia e il desiderio (colpevole) di amnesia.

Uno stralcio di Francesco Carraro illumina lo scopo di questo lavoro collettivo, purtroppo privo di tutto ciò che il pensiero unico attribuisce al dissenso no-qualcosa, ma curato da professionisti legittimati ciascuno nel suo campo professionale:

"...Se un domani si chiederanno "come" sia potuto accadere ciò che è accaduto, la risposta non andrà cercata (solo) nei fini reconditi (inconfessati perché inconfessabili) di certe agende riservate a talune élite. Andrà ricercata anche (se non soprattutto) nell'accettazione supina e obbediente delle masse. Di quanti pur potendo informarsi non lo fecero, pur potendo capire non l'hanno saputo fare, pur potendo reagire non l'hanno voluto fare.

I giorni dell'infamia - concluderanno i posteri - furono possibili non solo per la proterva iattanza dei potenti, ma anche per l'atavica predisposizione all'infamia del popolo.

Tuttavia, coltiviamo non una speranza, ma una certezza: contro la verità finiranno per schiantarsi tutte le bugie e tutti i mentitori. Perché la verità non "si adegua", neanche se possiedi, e governi, il novantanove per cento di un sistema mediatico servile. Ce lo ricorda la celebre storiella del faro.

Era notte e l'ammiraglio della nave avvistò una luce a dritta. Allora comunicò, in codice morse: «Siete in rotta di collisione con noi, virate a ovest». Per tutta risposta, arrivò un messaggio insolente: «Virate voi». Allora l'ammiraglio replicò, perentorio: «Qui è la nave imperiale, siete in rotta di collisione con noi, virate a ovest». Di nuovo, tuttavia, il dirimpettaio ribadì: «Virate voi». Allora l'ammiraglio, furibondo, ordinò di trasmettere: «Spostatevi subito, io sono l'ammiraglio in persona della prima nave imperiale». E dall'altra parte, per l'ultima volta: «Spostatevi voi, io sono un faro».

La verità non si sposta."
#3
Idee per migliorare il forum / Intoccabili ? SSN
17 Maggio 2024, 11:46:10 AM
Posto qui perchè, aldilà della materia trattata, il problema è come è stata bloccata la discussione in "Metafisica del coronavirus" da chi ne ha la facoltà.

Venendo al dunque:

Citazione di: anthonyi il 16 Maggio 2024, 15:56:17 PMIpazia, finchè propini genericamente le tue tesi no vax va bene.
Ma dare consigli a chi ha problemi di salute, magari indirizzando verso chi non é autorizzato legalmente ad occuparsene, può rasentare il penale. Sei invitata a non farlo in questo forum.
Per chi avesse problemi di salute di qualsiasi genere il SSN é affidabile e legale.
Questo é un intervento di moderazione e quindi non può essere commentato.

Sul momento ho replicato:

Citazione di: Ipazia il 16 Maggio 2024, 16:31:32 PMPeggio di FB. Prendo atto: bye.

Infatti certi banner, frequenti nell'epoca più torva della covidemia, oggi non li trovi più nemmeno in FB.
Però, riflettendoci a freddo, ho pensato che prima di andarmene avevo, dopo tanta "militanza", il diritto di far valere le mie ragioni e, a seconda della reazione di chi di dovere, valutare il da farsi.

Mi rendo conto che la mia presenza può essere sgradevole anche per qualcuno che esercita la moderazione e che una induzione ad andarmene possa essere stata presa al volo, ma mi auguro che non sia così generalizzata. Quantomeno mi sarei aspettata che prima del blocco mi si chiedesse la motivazione della mia affermazione, ma evidentemente lo scopo non era discutere una questione tanto evidente, ma censurare la discussione. Per cui le mie ragioni le posto qui.

Entrando nel merito della contestazione ritengo ingiurioso ridurre a "tesi novax" (ho fatto tutte le vaccinazioni "sperimentate sicure e immunizzanti" dell'era pre Lorenzin e non le ho mai rigettate) una critica che si limita al covax.

Ma la bestialità maggiore, non so se dovuta a ignoranza o collusione, è pensare che la soluzione di problematiche gravi e dolorose possa venire da chi è la causa efficiente primaria di tali problematiche, ovvero il SSN, il quale ha un colossale conflitto di interessi di tipo professionale, deontologico, etico, giudiziario ed economico, che lo porta inesorabilmente, pena il suicidio a tutti i livelli citati, a negare la correlazione in chi ha patito gravi o fatali complicanze e bloccare qualsiasi ricerca, sia epidemiologica che clinica, mirata a rendere giustizia e salute alle vittime. Le quali non possono aspettare i tempi della decovidizzazione per riottenere almeno la salute.

L'assurdità della motivazione della censura è analoga alla pretesa che a Norimberga, a valutare le denunce degli ebrei, ci fosse un tribunale presieduto da gerarchi nazisti. Ulteriore assurdità: conferire al SSN una intangibilità che in questo forum non si riconosce nemmeno alla divinità.

Per quanto riguarda l'invito a rivolgersi altrove, il motivo è che giustizia e salute non possono attendere i tempi della conversione, che si presenta assai problematica per i motivi sopra ascritti. Augurando a chi frequenta il forum, e ai loro cari, di non averne necessità, ribadisco che esistono organizzazioni indipendenti che tutelano le vittime, sia legalmente che medicalmente, con specialisti autorizzati ad esercitare la professione sanitaria, che non avendo scheletri negli armadi si prodigano per alleviare, coi mezzi loro disponibili in base a scienza e coscienza, le sofferenze delle vittime abbandonate da chi dovrebbe fare tutto il contrario da quello che fa, com'è noto fin dalla vigile attesa dell'intubazione. Non pubblicizzo nessuno perchè, non avendone necessità, non ho approfondito la questione, ma chi ne avesse bisogno può trovare in rete le informazioni, districandosi nella caccia alle streghe ancora imperante nei motori di ricerca, o eventualmente contattarmi via messaggio personale per quel che posso contribuire e cercare.

Mi auguro di non dovermene andare.
#4
Secondo Bobmax Dio ha l'aspetto aut aut della metafisica teologica radicale: Essere e/o Nulla. Riecheggiante abbastanza la mistica orientale nirvanica, a mio parere. Secondo Socrate76, Dio è assai più immanente e i suoi disegni, per quanto "cattivisti", hanno una logica superiore. Il Dio cattivista è molto gettonato nel forum, nelle opere e nelle Scritture. Il centro (Pio, Freedom) predilige un Dio buonista a cui si chiede di andarci piano con diluvi, apocalissi e guerre, auspicando un magistero più pacato. Il Dio di davintro è filosofico, imperniato sulla separatezza dei piani fisico e metafisico.

Uscendo dal microcosmo Logos, Fusaro si fa araldo di una contrapposizione molto presente nel cattolicesimo attuale tra il teologo Ratzinger e l'imbonitore Bergoglio, sedotto dalla Bourla del secolo. Tra le sette cristiane non si fanno complimenti, ma neppure più vere e proprie guerre di religione, anche se la guerra si serve ancora abbondantemente della religione.

La palma del Dio cattivista spetta sicuramente all'Islam dove il tritolo scorre a fiumi tra sette opposte e contro gli infedeli. Anche l'arma bianca non si disdegna, non solo per sgozzare capretti. Il Dio rivale, e primigenio di Abramo, non le manda a dire, e risponde con le top guns, ora che dispone della Terra Promessa.

Ma il vero volto di Dio, la vera trascendenza, qual'è ?
#5
Tematiche Filosofiche / La morte della Scienza
30 Marzo 2023, 10:40:50 AM
La data di nascita potremmo simbolicamente datarla il 13 marzo 1610 quando il Sidereus Nuncius ne annunciò la nascita in occasione della scoperta di nuovi pianeti con nuovi strumenti liturgici. Nacque già carica di tutto il suo armamentario strumentale e simbolico, come Minerva dalla testa di Giove, e di un suo Verbo che il Nunzio Sidereo chiamerà mathesis universalis.

In un paio di secoli debellò la millenaria religione dei padri, Juditha Triumphans



tra 'ottocento e 'novecento, ma ora le bella carnagione di Artemisia qualche ruga di troppo la mostra, annunciante il declino.

Spetta alla vegliarda Filosofia annunciarne la fine imminente nell'averno delle religioni scomparse e lo fa per voce di un avatar che fu, per mano cristiana, la prima illustre martire della scienza, quando non era ancora divenuta religione. Corsi e ricorsi, direbbe il Vico.
#6
Scienza e Tecnologia / Covid19 Danni da vaccino
29 Marzo 2023, 16:25:19 PM
Un video della d.ssa Loretta Bolgan, chimica farmacologa, che aggiorna sulle ultime evidenze dei danni da proteina spike "naturale" e vaccinale.

https://www.telecolor.net/2023/03/box-salute-danni-da-vaccino-e-possibili-rimedi/
#7
Tematiche Filosofiche / Credere nella Scienza
03 Marzo 2023, 08:21:03 AM
"Una delle cose più cretine in assoluto che si sentono dire di questi tempi è "Io credo nella scienza". Se la scienza fosse una questione di credo si chiamerebbe religione. Invece si tratta di mettere sempre in discussione, di dubitare e di verificare che dietro a un'ipotetica causa non ci sia un bel giro di soldi".

https://www.byoblu.com/2021/12/18/perche-credere-nella-scienza-e-antiscientifico/

La covidemia rappresenta un esempio magistrale di cortocircuito logico tra scienza e $cienza, menzogna e verità, cattiva fede e buona, la quale ultima rimanda alla citazione di Marx, sulla via dell'inferno lastricata di buone intenzioni.

Ci siamo ancora dentro, ma già le mirabolanti promesse della "scienza" covidemica hanno sommato una quota di bufale sbufalate da rendere gli affaristi stregoni meritevoli di un legittimo sospetto sul loro operato. Se ciò non accade non è questione scientifica, ma metafisica: la fede nella Scienza.

Divenuta appunto una religione, il vitello d'oro della modernità; l'Anticristo della superstizione scientista, che con raffinata tecnica rna messaggera ha alterato fin nel suo dna la natura genetica veritativa della scienza.

Un Anticristo così sfacciatamente blasfemo e corrotto da aver spalancato la via verso la morte del dio della modernità che aveva affossato il Dio di Abramo: la Scienza.
#8
Tematiche Filosofiche / Morale, moralismo e valore
16 Giugno 2021, 10:16:58 AM
Citazione di: green demetr il 15 Giugno 2021, 03:42:38 AM
Caro studente incontrerai persone che tenteranno di fare della vita una unità di misura, e non un valore.
Ti prego credi nella spiritualità e se proprio devi nella moralità.

Se la vita è il massimo valore di ogni vivente, il tempo antropologico, chiamiamolo Aiòn, per distinguerlo dal tempo della scienza e di produzione Chronos, è la sua unità di misura di valore infinito. Protagora non intendeva certo sminuire l'attività mensurale elevando l'uomo (anthropos) a unità di misura di tutte le cose. L'importante è mettersi d'accordo sul metro e su ciò che viene misurato.

L'attività di misura è relata pure all'ambito morale che è il luogo d'elezione della vita spirituale. Al binomio spirito-morale corrisponde spiritualità-moralità (o eticità). Non vedo pertanto metro diverso per misurare i due ambiti, ponendo lo spirito qualche palmo più lungo della morale. Probabilmente è questione di fondamenti, e qui rimando la palla a Green (... lo spirito - detto dai moderni: psiche - è presupposto della morale...)

Morale e moralista (inteso come atteggiamento etico/morale) vedo invece ben contrapposti a moralismo e moralistico in quanto la prima coppia non ha patrimoni - materiali e/o spirituali - da difendere, la seconda sì. E spesso lo fa con inaudita ferocia.

Per quanto risuoni il monito di Antigone sulle "leggi non scritte – non si sa quando siano state introdotte, perché non da oggi, non da ieri, ma da sempre regolano la vita dell'uomo" esso appartiene ad un mondo antico che già all'epoca era in dura contesa con la legge degli stati emergenti sempre più insensibili a quei fondamenti. Che spazio rimane ad una morale che non decada in moralismo o vuoto conformismo ? Che ágrapta nómima, fondamenti normativi, possiamo noi in- ed e-vocare ?
#9
Fin dal suo nascere il pensiero metafisico ha concentrato l'attenzione su questi tre stati del reale. Eleggendo fin da subito la sua predilezione per l'essere, posto ad essenza degli (ess)enti in una girandola onto-logica autorefenziale il cui demiurgo fu tal Parmenide, venerato da Platone, che ne propagherà il Verbo, universalizzato infine dalla religione cristiana. Sull'essere questo forum ha visto discussioni di tutti i colori e non mi dilungherò oltre, sapendo che ne vedrà di nuovi in questa, se ci sarà.

L'avere è il Figlio minore della metafisica, da intendersi come attributo dell'essere Padre, dal sapore terragno e contingente, che troverà alfine nella borghesia capitalistica la sua rivincita, incarnata nell'essenza metafisica del Capitale e nella proprietà privata sacralizzata. Ma originariamente era un attributo del tutto naturalistico: ogni vivente ha un corpo, organi, sensi, una nascita e una morte.

La contrapposizione tra essere e avere, essenza e accidente, appartiene alla metafisica statica di tipo parmenideo, incapace di dare una visione compiuta del reale. Visione cui porrà rimedio il diabolus in philosophie, Eraclito, col divenire, dall'aroma sulfureo di albero della conoscenza, che nasce già moderno, e con una metafisica di ordine superiore denominata dialettica, che animerà alfine la forma inerte di creta dell'essere parmenideo. Il divenire, col suo demoniaco daimon Chronos, porrà essenze e accidenti in contrasto e ricomposizione perenni, nell'ordine del tempo, come ci rammenta Anassimandro, secondo le leggi della dialettica umana; e naturale, senza indulgere troppo con le analogie che pure vi sono, ma del tutto sprovviste di intenzionalità.
#10
Ad una recente presentazione di un suo libro divulgativo di fisica chiesi all'illustre fisico, prestato alla genetica, Edoardo Boncinelli - alla fine dell'incontro come usa - cosa pensasse del libero arbitrio. Dopo un primo impercettibile sobbalzo l'illustre studioso disse, in soldoni, che preferiva esprimersi in termini di libertà, la quale era facilmente verificabile in ogni giornata della nostra vita. Non si dilungò più di tanto vista l'ora e la materia, ma tale risposta ora consegno al forum per superare l'annosa questione sull'esistenza del libero arbitrio, la cui metafisica appare alquanto stantia, legata ad un sistema di pensiero teologico che su tale concetto si regge per espungere il male dalla divinità, tanto rispetto ai numi del male, gli angeli ribelli, che rispetto agli umani su cui ricade la responsabilità di scegliere il male o il bene.

Tale impostazione rigorosamente dicotomica, manichea, necessaria per tenere in piedi quel sistema teologico, si è insinuata anche in una metafisica altrettanto manichea, debordando fino al dibattito scientifico che investe i molteplici ambiti fisiologici e psicologici del comportamento umano.

L'evoluzione del concetto verso la libertà implica al contrario un atteggiamento mentale pluralistico, relativistico se volete, che lo declina nelle sue gradazioni fisiche e "metafisiche" all'interno delle infinite situazioni della vita reale, rompendo il circolo chiuso della metafisica sì/no.

Se, come affermava Protagora, l'uomo è misura di tutte le cose, l'invito della discussione è  misurare il grado di libertà nelle condizioni reali e nella loro molteplicità, al netto degli scontati vincoli di essa, pur sempre esplicitabili.
#11
Scienza e Tecnologia / Oltre i quanti
18 Gennaio 2021, 09:41:26 AM
A due passi dalla SISSA, santuario dell'episteme dominante dedicato alla ricerca scientifica fondamentale, un fisico dell'Università di Trieste, Angelo Bassi, si interroga sul riduzionismo quantistico che imperversa dalla fisica alla metafisica, dalla scienza alla filosofia all'esoterismo religioso. Per chi fosse interessato al suo approccio critico consiglio di ascoltare questa intervista in Radio3Scienza.

La tesi che lo scienziato sviluppa in sede sperimentale riabilita l'antico principio metafisico che il tutto non è riducibile alle sue parti, ripreso dalla dialettica materialistica con la formula della quantità che diventa qualità.

Tornando ai quanti, essi devono subire un traumatico "salto quantistico" per aggregarsi in atomi e molecole che ne modificano la natura. Ed un salto non-più-quantistico separa la materia inanimata da quella animata, che infine deve fare un salto per-nulla-quantistico per passare dallo stadio di biologia molecolare a quello di biologia (auto)cosciente.

Tali processi hanno caratteristiche di irreversibilità atte a condannare la reductio ad quantum al purgatorio delle fallacie scientifiche e filosofiche. In compagnia ai riduzionismi nati sulla scia del darwinismo e della teoria einsteiniana della relatività.
#12
Tematiche Spirituali / Spiritualità atea
11 Novembre 2020, 22:35:29 PM
Citazione di: Gustave FlaubertQuando gli dei non c'erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c'è stato un momento unico in cui è esistito l'uomo, solo

Questa frase, ripresa da Margherite Yourcenar nel suo capolavoro dedicato all'imperatore Adriano, mi pare il miglior prologo all'argomento spinoso e complesso della spiritualità atea, la quale si è presentata a più riprese anche prima e dopo quel "momento unico".

La spiritualità atea ha il suo apeiron, l'infinito leopardiano, che passato il vagamente pascaliano spaurarsi (effraie), felicemente naufraga nel mare eterno della sua immane immanenza.

Ha la sua misura, matura già nella perfetta formulazione di Protagora, a compendio dell'intuizione Parmenidea sull'essere, coniugando tra i due l'impossibilità del non essere e la misura delle cose che non sono in quanto non sono. Il tutto posto in movimento dal panta rei di Eraclito definendo, fin dalla notte classica dei tempi, lo spaziotempo dell'universo antropologico.

La spiritualità atea ha la sua forma, disegnata da Leonardo, e aggiornata recentemente. Ma pure da un anonimo pittore rinascimentale. Forma che si esprime anche nel rispetto delle humanae litterae cui accostarsi con abiti curiali, come raccomanda Machiavelli.

La spiritualità atea ha un suo fondamento:

Citazione di: Nietzsche-ZarathustraVi scongiuro, fratelli, rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di sovraterrene speranze! Lo sappiano o no: costoro esercitano il veneficio. Dispregiatori della vita essi sono, moribondi e avvelenati essi stessi, hanno stancato la terra: possano scomparire!

Su cui il matematico impenitente Piergiorgio Odifreddi ha scritto un "Credo"

La spiritualità atea ha una sua filosofia etica, un suo antico testamento risalente al tempo degli dei, prima che sorgessero le religioni del libro unico.

Fin dagli albori della rinascita umanistica la spiritualità atea ha trovato nel monito dell'Ulisse dantesco il senso del proprio destino nel "seguir virtute (nel senso laico di virtus romana) e canoscienza"
#13
Tematiche Filosofiche / I postulanti dell'Assoluto
17 Agosto 2020, 16:43:12 PM
Da tempi immemori, intrecciandosi con la religione, la filosofia ha perseguito il mito dell'assoluto. Esso costituisce il Santo Graal del pensiero metafisico e, malgrado le sciabolate della modernità e post che ne hanno disintegrato i fondamenti ontologici ed epistemologici, i postulanti dell'assoluto continuano nella loro nave di Teseo a sostituire pezzi teoretici per permettere all'assoluto di riprendere il mare della riflessione filosofica.

L'impresa è disperata e assomiglia piuttosto al celebre quadro di Théodore Géricault che ad una tranquilla avventura del pensiero.

Partendo dai numi fino alla cosa in sè si sono fatti numeri da circo per sostenere la causa dell'assoluto, il quale sempre più si è negato affogandone le pretese nel fiume Pantarei già noto agli antichi più metafisicamente accorti. Volendo trovare una mediazione si dovrebbero riporre le aspettative in assoluti alquanto relativi, ma che interessano un po' tutti noi, come la vita umana e la cura e preservazione del pianeta che ci ospita. Là c'è spazio per fare, cum grano salis, esercitazioni di assoluto. Rigorosamente con l'iniziale minuscola e la falsificazione dietro l'angolo.
#14
Mi scuso per la lunghezza del post di apertura, ma per capire l'atomo di Friedrich Nietzsche (FN) la cosa migliore è, filologicamente, lasciare a lui la parola percorrendo il suo pensiero lungo l'intera vita filosofica, cui inframezzerò, tra una citazione e l'altra, qualche opinabilissima riflessione personale. Tutte le citazioni sono tratte dalla edizione filologica Colli-Montinari pubblicata da Adelphi.

Inizialmente FN non si discosta dalla concezione di atomo della scienza del tempo, che assume così com'è, iniziando a macinarci sopra:

Citazione di: Frammenti postumi 1869-1874
19 [159] L'urto, l'effetto di un atomo su di un altro, presuppone anch'esso la sensazione. Cose in sé estranee non possono agire le une sulle altre. Il difficile, nel mondo, non è il risvegliarsi della sensazione, bensì quello della coscienza. Ciò tuttavia si può ancora spiegare, ammesso che ogni cosa possieda la sensazione. Se ogni cosa possiede sensazione, noi abbiamo allora un intrecciarsi di centri piccolissimi, più grandi e grandissimi di sensazione. Questi complessi sensoriali, più grandi o più piccoli, dovrebbero chiamarsi «volontà››. E, difficile per noi liberarci dalle qualità.

FN si documenta sui testi di fisica e chimica e ad un certo punto compare Eraclito:

Citazione di: Frammenti postumi 1875-1876
9 [2] La conservazione dell'energia di B. Stewart:
(...)Queste molecole sono in movimento continuo e nella loro lotta si urtano tra loro : finché un urto è cosi forte da separarei due o tre atomi da cui una molecola è composta. Allora subentra un nuovo assetto. L'atomo fondamentale è immortale, ma "sempre in movimento. Questo è un altro limite della nostra conoscenza ; nulla si trova in stato di quiete.

Finchè, nella fase di trapasso dalla fase artistica, "wagneriana", egli arriva al centro della questione filosofica: Parmenide (essere) vs. Eraclito (divenire). L'arte è solo una illusione umana troppo umana, la fissazione artificiosa di un attimo fuggente, che la natura, impietosamente diveniente, disvela in tutta la sua illusorietà.

Citazione di: Umano, troppo umano, l e Frammenti postumi 1876-1878
24 [68] L'arte non appartiene alla natura ma soltanto all'uomo. In natura non vi sono note, essa è muta; né colori. Non vi è neppure figura, perché questa è il risultato di un rispecchiamento della superficie nell'occhio, ma in sé non vi è né sopra né sotto, né dentro né fuori. Se si potesse vedere diversamente che mediante il rispecchiamento, non si parlerebbe di figure, bensì si vedrebbe dentro, in modo che lo sguardo un poco alla volta sezionerebbe una cosa. La natura dalla quale si detrae il nostro soggetto è qualcosa di assai indifferente, non interessante ; non è l'abisso originario e misterioso, non è l'enigma rivelato del mondo; noi possiamo mediante la scienza superare molteplicemente la percezione sensibile, per esempio intendere la nota come un movimento vibratorio; quanto più disumanizziamo la natura, tanto più essa diventa vuota, priva di significato per noi. L'arte si fonda integralmente sulla natura umanizzata, sulla natura irretita e intessuta di errori e illusioni, dalla quale non vi è arte che possa prescindere; essa non coglie l'essenza delle cose perché è completamente legata all'occhio e all'orecchio. Solo l'intelletto deduttivo ci conduce all'essenza; per esempio, ci insegna che perfino la materia è un antichissimo pregiudizio innato, derivante dal fatto che l'occhio vede superficie piane e il tatto umano è un organo molto ottuso: dove cioè si percepiscono punti di resistenza, ci si costruiscono spontaneamente dei piani continui resistenti (che però esistono solo nella nostra rappresentazione), sotto l'illusione, ormai diventata abitudine, dell'occhio che rispecchia e che in fondo non è altro, appunto, che un grossolano organo di tatto. Un conglomerato di correnti elettriche, che girino attorno a punti determinati, si farebbe sentire come qualcosa
di materiale, come un oggetto solido, e l'atomo chimico è anzi una tal figura, circoscritta dai punti terminali di vari movimenti. Oggi siamo abituati a distinguere l'oggetto mosso e il movimento; ma in mosso è inventato, è messo dentro la realtà con la fantasia, perché i nostri organi non sono abbastanza sottili da percepire dovunque il movimento e ci mettono innanzi qualcosa di persistente, mentre in fondo non vi sono « cose », né vi è alcunché di persistente.

Si entra nella fase della (gaia) scienza e la (meta)fisica atomistica nicciana diventa più complessa, seguendo con grande libertà i sentieri del suo pensiero, più o meno interrotti (Holzwege) nel prosieguo:

Citazione di: Aurora e Frammenti postumi 1879-1881
6 [252] La massa spontanea di energia distingue gli uomini, non un atomo individuale. Poi i movimenti appresi con l'esercizio o comunicati ereditariamente in questa massa. È la stessa forza che viene consumata ora dai muscoli ora dai nervi.

Citazione di: Idilli di Messina-La gaia scienza e Frammenti postumi 1881-1882
I I [58] In qualche modo noi ci troviamo al centro - da una parte, per l'immensità del mondo, dall'altra, per la piccolezza del mondo infinito. Oppure l'atomo ci è più vicino dell'estremo limite del mondo? Il mondo per noi è qualcosa di più di un compendio di relazioni misurate in un certo modo ? Appena questa misura arbitraria viene a mancare, il nostro mondo si dissolve !

I I [250] Qualità "simili" dovremmo dire, invece di "uguali" - anche nella chimica. E  "simili" per noi. Niente avviene due volte, un atomo di ossigeno in realtà non ha il suo uguale ; per noi è sufficiente l'ipotesi che ve ne siano innumerevoli uguali.

Esaurito l'aspetto fisico, non rimane che la considerazione metafisica della dissoluzione di ogni certezza quantificante e calcolante, inclusa la chiave di volta di tutto il sistema di misura: A=A, il principio di identità. L'atomo non sfugge a tale metafisicizzazione e si troverà ben presto in compagnia di altri venerabili soggetti della metafisica.

Citazione di: Al di là del bene e del male 1885-1886
12.  Per quanto riguarda l'atomistica materialistica, essa appartiene alle teorie meglio confutate che siano mai esistite, e forse non c'è oggi in Europa, tra i dotti, nessuno così indotto, da attribuirle ancora una seria importanza, salvo per comodità d'uso giornaliero e domestico (vale a dire come un'abbreviazione dei mezzi espressivi) - grazie soprattutto a quel polacco, Boscovich, che insieme al polacco Copernico è stato fino ad oggi il più grande e il più vittorioso avversario dell'evidenza immediata. Infatti, mentre Copernico ci ha persuaso a credere, in opposizione a tutti i sensi, che la terra non è immobile, Boscovich ci insegnò a rinnegare la fede nell'ultima cosa della terra che «stava immobile », la fede nella «sostanza», nella «materia», nell'atomo come residuo terrestre, come piccola massa ; è stato il più grande trionfo sui sensi che sia mai stato ottenuto sino a oggi sulla terra. - Ma si deve ancora andar oltre e dichiarar guerra, una spietata guerra all'arma bianca, anche al «bisogno atomistico », che continua sempre ad avere una pericolosa sopravvivenza, in regioni insospettabili a chiunque, analogamente a quel più famoso « bisogno metafisico » : si deve prima di tutto dare il colpo di grazia anche a quell'altro e più funesto atomismo che il cristianesimo ci ha ottimamente e tanto a lungo insegnato, l'atomismo delle anime. Ci sia consentito di caratterizzare con questa parola quella credenza che considera l'anima come qualche cosa di indistruttibile, di eterno, d'indivisibile, come una monade, come un atomon; questa credenza deve essere estirpata dalla scienza! Non è assolutamente necessario, sia detto tra noi, sbarazzarci con ciò anche dell'« anima » e rinunziare a una delle più antiche e venerande ipotesi : come suole accadere all'imperizia dei naturalisti, ai quali basta sfiorare appena l'« anima » per perderla. Ma la strada per nuove forme e raffinamenti dell'ipotesi anima resta aperta : e concetti come «anima mortale» e «anima come pluralità del soggetto» e « anima come struttura sociale degli istinti e delle passioni» vogliono avere, sin d'ora, diritto di cittadinanza nella scienza. Col preparare una fine alla superstizione, che fino ad oggi ha lussureggiato con un rigoglio quasi tropicale intorno alla rappresentazione dell'anima, lo psicologo nuovo si è certamente spinto, per così dire, in un nuovo deserto e in una nuova diffidenza - può anche darsi che la condizione degli psicologi più antichi fosse più comoda e allegra ; - ma infine egli si rende conto che appunto con ciò è condannato anche a inventare - e, chissà, forse anche a trovare. -

L' a-tomon, l'indivisibile "sostanza" della fisica, si trova ben presto accoppiato all'indivisibile sostanza della metafisica (...teologica): l'anima monadica. FN punta sull'abilità creativa ed investigativa dello scienziato dell'anima, lo psico-logo FN medesimo, per traghettare l'anima verso altri lidi.

La tomistica nicciana (atomistica senza a, il rasoio; non c'entra Tomaso d'Aquino) non risparmia un altro mostro sacro della metafisica parmenidea e della contigua superstizione del logos ("i logici"): l'io, dissolvendo pure esso nel panta rei eracliteo:

Citazione17. Per quanto riguarda la superstizione dei logici, non mi stancherò mai di tornare sempre a sottolineare un piccolo, esiguo dato di fatto, che malvolentieri questi superstiziosi sono disposti ad ammettere, -vale a dire, che un pensiero viene quando è «lui » a volerlo, e non quando «io» lo voglio ;* cosicché è una falsificazione dello stato dei fatti dire: il soggetto «io» è la condizione del predicato «penso». Esso pensa: ma che questo «esso » sia proprio quel famoso vecchio «io» è, per dirlo in maniera blanda, soltanto una supposizione, un'affermazione, soprattutto non è affatto una «certezza immediata ».* E infine, già con questo «esso pensa » si è fatto anche troppo : già questo «esso» contiene un'interpretazione del processo e non rientra nel processo stesso. Si conclude a questo punto, secondo la consuetudine grammaticale : «Pensare è un'attività, a ogni attività compete qualcuno che sia attivo, di conseguenza . . .» . Pressappoco secondo uno schema analogo il più antico atomismo cercava, oltre alla «forza » che agisce, anche quel piccolo conglomerato di materia in cui essa risiede, da cui promana la sua azione, l'atomo ; cervelli più rigorosi impararono infine a trarsi d'impaccio senza questo «residuo terrestre» e forse un bel giorno ci si abituerà ancora, anche da parte dei logici, a cavarsela senza quel piccolo «esso» (nel quale si è volatilizzato l'onesto, vecchio io).

Fino alla apoteosi finale eraclitea che travolge l'ultimo bastione della metafisica (dell'essere): il principio di causa-effetto:...

Citazione di: Frammenti postumi 1885-1887
1 [32] - Il postulare atomi è solo una conseguenza del concetto di soggetto e di sostanza: in qualche posto ci dev'essere «una cosa» da cui l'attività comincia. L'atomo è l'ultimo rampollo del concetto di anima.

2 [61] Lo sviluppo del modo di pensare meccanicistico e atomistico non è a tutt'oggi consapevole del suo necessario punto d'arrivo; - è questa la mia impressione, dopo aver abbastanza a lungo riveduto le bucce ai suoi esponenti. Esso finirà con la creazione di un sistema di segni: rinuncerà a spiegare, abbandonerà il concetto di «causa ed effetto».

7 [56] Contro l'atomo fisico. Per comprendere il mondo, dobbiamo poterlo calcolare; per poterlo calcolare, dobbiamo avere cause costanti; ma poiché non troviamo tali cause costanti nella realtà, ce ne inventiamo alcune - gli atomi. È questa l'origine della teoria atomistica. La calcolabilità del mondo, l'esprimibilità di tutti i fatti della vita in formule - è questo davvero un «comprendere» ? Che cosa si sarebbe mai compreso di una musica, quando si fosse calcolato tutto ciò che in essa è calcolabile e si può abbreviare in formule? Poi le «cause costanti», cose, sostanze, quindi qualcosa di «incondizionato»: inventato - che cosa si è raggiunto?

... caduto il quale FN penetra risoluto nel sancta sanctorum del castello metafisico: la "cosa in sè", ...

Citazione di: Genealogia della morale 1887
13 ....non esiste alcun «essere» al di sotto del fare, dell'agire, del divenire; «colui che fa» non è che fittiziamente aggiunto al fare- il fare è tutto. Il volgo, in fondo, duplica il fare; allorché vede il fulmine mandare un barbaglio, questo è un farfare: pone lo stesso evento prima come causa, e poi ancora una volta come effetto di essa. I naturalisti non agiscono in modo migliore quando dicono: «La forza muove, la forza cagiona» e simili - la nostra intera scienza, a onta di tutta la sua freddezza, della sua estraneità a moti affettivi, sta ancora sotto la seduzione della lingua e non si è sbarazzata di questi falsi infanti supposti, i «soggetti» (l'atomo è, per esempio, un siffatto infante supposto, così come la kantiana «cosa in sé»)

... e si può rinchiudere (o liberare, scindendolo, secondo i punti di vista) l'atomo nella sua dimensione metafisica fallace e illusoria, per arrivare alla sintesi di tutto il percorso analitico nicciano: ...

Citazione di: Genealogia della morale 1887
IL PROBLEMA SOCRATE-5.
L'essere viene ovunque pensato, interpolato come intima causa delle cose ; dal concepimento dell'«io » consegue, come derivato da esso, il concetto di «essere» . . . Al principio sta l'errore, grandemente funesto, che la volontà sia qualcosa di agente, che la volontà sia unafacoltà . . . Oggi sappiamo che essa è soltanto una parola . . . Assai più tardi, in un mondo reso chiaro in mille forme, la sicurezza, la soggettiva certezza nel maneggiare le categorie della ragione giunse sorprendentemente alla coscienza dei filosofi : essi conclusero che queste non potevano avere un'origine empirica - ma che anzi l'intera esperienza era in contraddizione con esse. Dove sta dunque la loro origine? - E in India come in Grecia si è commesso lo stesso errore: « Dobbiamo già avere dimorato una volta in un mondo superiore (- invece di dire : in un mondo molto inferiore: ciò che sarebbe stata la verità), dobbiamo essere stati divini, giacché abbiamo la ragione ! » ...In realtà, nulla fino a oggi ha posseduto una più ingenua forza di persuasione che l'errore dell'essere, come fu formulato, ad esempio, dagli Eleati : esso ha anzi a suo favore ogni parola, ogni frase che noi pronunciamo ! - Anche gli avversari degli Eleati soggiacquero alla seduzione del loro concetto dell'essere : tra gli altri Democrito, quando escogitò il suo atomo . . . La «ragione» nel linguaggio : ah, quale vecchia donnaccola truffatrice ! Temo che non ci sbarazzeremo di Dio perché crediamo ancora alla grammatica...(*38)

*38 W II s, 68 aveva : (prima stesura)
« ... trasferisce la parvenza del soggetto su tutto il resto, dovunque santificando un essere e ponendo l'essere come causa. Se questi saggi antichi, come gli Eleati tra i Greci, ebbero una forza di persuasione cosi grande per tutti, persino per fisici materialisti (- Democrito si sottomise alla fissazione concettuale eleatica dell'ente, quando inventò l'atomo -), non dobbiamo dimenticare chi avevano dalla loro parte: l'istinto nel linguaggio, la cosiddetta ragione. Questa crede a un mondo "che è", le sue categorie non potrebbero essere applicate in un mondo di assoluto divenire . . . - noi ci troviamo oggi in realtà nella difficoltà di non avere a disposizione una formula per i nostri concepta e di dover trascinare con noi le vecchie categorie: cosi, ancora oggi, ci serviamo della parola "causa", ma l'abbiamo vuotata del suo contenuto - ed io temo che tutte le nostre formule si servano della vecchia parola in un senso che è perfettamente arbitrario».

I QUATTRO GRANDI ERRORI-3.
. . . L'uomo ha proiettato fuori di sé i suoi tre «fatti interiori », ciò in cui egli più saldamente credeva, la volontà, lo spirito, l'io - ha cavato per prima cosa dal concetto dell'io il concetto di essere, ha dato l'essere alle «cose» secondo la sua immagine, secondo il suo concetto dell'io come causa. C'è forse da stupirsi se in seguito ha continuato a ritrovare nelle cose soltanto quel che ci aveva messo? - E persino il vostro atomo, signori meccanicisti e fisici, quanti errori, quanta rozza psicologia restano ancora nel vostro atomo ! Per non parlare della « cosa in sé», dell' horrendum pudendum dei metafisici ! L'errore dello spirito come causa scambiato con la realtà ! E fatto misura della realtà ! E chiamato Dio !

(continua)
...
#15
Esiste già una vecchia discussione, ma ho preferito accogliere il suggerimento della scritta rossa dopo aver velocemente scorso i post in gran parte di utenti non più presenti.

Apro la discussione per questo fatto di cronaca che segna un punto significativo nell'evoluzione culturale verso la buona morte:

Una coppia di anziani triestini, di cui uno solo dei componenti grave in salute, sceglie l'eutanasia in Svizzera e lo fa con l'aiuto delle figlie residenti (saggiamente) all'estero. Tanto più marcato è il divario tra queste morti e quello inumano dei defunti covid in un paese che ha ostacolato con ogni mezzo il diritto all'eutanasia.

Credo che questo evento rilanci la discussione sul diritto all'autodeterminazione della morte e forse in altri momenti avrebbe riempito le prime pagine dei giornali, solitamente invase dalle ciullarate politichesi, animandole non poco.
#16
Tematiche Filosofiche / Il pensiero
29 Marzo 2020, 10:33:03 AM
Lo cercan qua, lo cercan là, ma dove sia nessun lo sa.

Però tracima da tutte le discussioni irrompendo dai più variegati territori semantici dotti e faidatè.

Quindi, per evitare che l'argomento impesti tutte le discussioni con un R0 infinito, vediamo di far convergere tutti i pensieri sul pensiero in questo contenitore.

E che Dio, se c'è, ce la mandi buona.
#17
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
23 Marzo 2020, 19:58:13 PM
I virus sono prodotti evolutivi collocati sul confine tra materia inanimata e animata in quanto sprovvisti della capacità di riprodursi e alimentarsi in assenza di una cellula biologica che infettano. Già questo parassitismo archetipico può indurre riflessioni metafisiche sul senso della vita e su come essa funzioni all'origine della sua evoluzione.

Ma più interessante è un'altra questione: la virulenza con cui il coronavirus ha impattato sulla nostra vita attualizza un dibattito ricorrente nel meta-evoluzionismo su chi, tra noi e i virus, sia il vero vincitore al vertice della catena alimentare e di dominio del pianeta. Stavolta dobbiamo riconoscere che il virus ha marcato parecchi punti a suo vantaggio, esibendo impietosamente la nostra vulnerabilità nei suoi confronti, malgrado i potenti mezzi biotecnologici che la rivoluzione scientifica ha prodotti dai tempi in cui eravamo in sua totale balia e l'unica difesa che potevamo opporre si collocava ai livelli metafisici più bassi dove diventa superstizione.

Tanto più grande è dunque lo scotto di fronte all'attuale arretramento, che fino a due mesi fa avremmo ritenuto fantascientifico, convinti di aver relegato quel medioevo in archivio per sempre, possedendo, anche per i casi letali ancora in essere, capacità di contrasto e confinamento a prova di pandemia. C'eravamo supponentemente illusi di potercela fare pure di fronte alle drastiche misure che la Cina ha dovuto attuare per contrastarlo ed anche alla fine di febbraio i nostri metafisici occidentali, forse non saggi, prestati alla virologia, ci assicuravano con nonchalance che si trattava di una influenza solo un po' più complicata che, come ogni anno, avrebbe dato il colpo di grazia a qualche vegliardo comunque giunto al suo fine vita. Sbufalati a velocità luminare dai camion militari che portano le bare da Bergamo a Ferrara. Anche sul piano metafisico, dopo il covid-19 a.d. 2020, nulla sarà come prima. La natura ha bussato pesantemente alla porta attraverso il nostro più titolato rivale che forse avevamo preso troppo sottogamba.

Altro elemento metafisico è il ritorno alla grande del memento mori che accompagna le pestilenze e il duro determinismo etologico a cui  questa ritirata costringe tanto nel corpo che nell'anima. La quale, nelle sue oggettivazioni sociali, rigurgita di essenze e miasmi che ignoravamo, ma che sottotraccia vagavano facendo noi finta di nulla, al pari dei nostri espertoni di fronte al virus. E' tutto un irrompere di carnevalate, fobie, pogrom untoriali, grida manzoniane, che nuociono gravemente all'autostima individuale e collettiva. Ma tornando a casa, mai silenziosa come ora, e cullandosi in questo regalato silenzio, è possibile forse trovare gli stimoli di una metafisica antica e mai sepolta, in un territorio laddove, come dice Marguerite Yourcenar, gli dei non esistevano più e Cristo doveva ancora arrivare, gustando il senso antico del vivere e del morire.

Animula vagula blandula
hospes comesque corporis
quae nunc abibis in loca
pallidula rigida nudula,
nec ut soles dabis iocos
...

"Piccola anima dolce e vagabonda,
ospite e compagna del corpo,
discenderai in piccoli luoghi
pallidi rigidi nudi
non scherzerai come prima...

Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più...

Cerchiamo d'entrare nella morte a occhi aperti..."
.
#18
Attualità / Pandemic Bond
14 Marzo 2020, 16:37:23 PM
Se i perfidi comunisti cinesi (pare) fanno mercato sugli organi dei loro prolet, l'OMS, foraggiata anche coi soldi nostri, fa mercato pure sulle epidemie. Oggi ne sono stata informata da certo dr. Montanari, antivaccinista, che sostiene l'innoquità del corona e l'inutilità delle mascherine (imbecilli !), ma sui pandemic bond dice la verità: esistono.

Passo la questione ad eutidemo perchè ci delizi con la consueta sottileria, a green perchè abbia ulteriore conferma dei mala tempora currunt e a tutti gli altri per una filosofica riflessione.

Nel paradiso del Capitale c'è pure il casinò finanziario della peste: sapevatelo.

(Si accompagna a questo l'ipotesi complottara di guerra biologica USA ai danni della Cina attraverso una compagnia di atleti militari americani peraltro atleticamente scarsi. Ma questa è un'altra saga)
#19
Tematiche Spirituali / Extra ecclesiam salus
19 Gennaio 2020, 15:02:18 PM
E' possibile una spiritualità atea che cerchi la salute al di fuori di ogni chiesa religiosa o secolare ?

La scommessa è ardua per una specie da branco che tende ad accasarsi in un modo o nell'altro. Richiede quantomeno un pieno controllo sul dualismo dato dalla natura sociale cui si contrappone dialetticamente la ricerca della libertà individuale. Libertà che una volta affermatasi in un processo rivoluzionario del pensiero poi finisce col ripristinare nel trantran quotidiano i meccanismi clericali di dominio contro cui aveva combattuto.

La caduta del muro di Berlino è stata una liberazione per i comunisti atei che non ne potevano più della chiesa impresentabile costruita sui loro principi di liberazione. Doppiamente liberatoria perchè toglieva alla chiesa avversa del Capitale l'ultimo muro che gli impediva di manifestarsi in tutta la sua iniquità. L'esempio storico serve solo a dimostrare che la struttura ecclesiale non è pertinenza esclusiva dell'area classicamente intesa del sacro e del religioso, ma contamina pure l'immanenza secolare.

L'essenza più genuina dell'ateismo, la sua salute "eterna", andrebbe quindi cercata nel rifuggire da ogni modello ecclesiale, fondato su dogmi,  tenendo sempre presente la natura tattica, amministrativa, del branco rivoluzionario da tenere ben disgiunta dall'obbiettivo di una libertà di pensiero non clericalizzabile.
#20
Tematiche Filosofiche / Lo spazio dell'assoluto
18 Gennaio 2020, 17:43:01 PM
In una discussione attuale Anthonyi afferma che durante il medioevo "lo spazio per l'assoluto era già saldamente occupato da Dio" e questo creava un certo bilanciamento tra i vari poteri e interessi secolari. Io concordo con tale affermazione e porrei tale spazio dell'assoluto divino cristiano lungo l'arco di un millennio abbondante: da Teodosio all'Illuminismo. Qualche cane sciolto miscredente vi sarà pure stato, ma irrilevante di fronte allo spazio dell'assoluto vigente nella società considerata.

Osservo solo, a margine, che i "ministri" dell'Assoluto si trova(va)no in una posizione di favore che rende(va) tale bilanciamento meno equo. Ma tale posizione è giustificata dalla responsabilità del ministero. Se postuliamo l'Assoluto, va da sè che chi ne è rappresentante qualificato non può che collocarsi un gradino sopra gli altri e godere di maggiore autorità logica, politica, etica e giuridica "per" la funzione svolta nei riguardi dell'assoluto.

Quello che io mi, e vi, chiedo è:

esiste realmente uno "spazio (per e) dell'assoluto" ?