(Amen di essere filosofi)
Una tendenza che ho notato è che col passare del tempo si fa sempre meno conversazione di certi argomenti. Sembra che crescendo fisicamente e materialmente ci formiamo su un presente materiale e le questioni esistenziali profonde lasciano il posto alla pragmatica del fare (presto e sempre prima, automatico e abituale, che il tempo fugge via sempre più rapido).
Che cosa fare? Programmare la realtà o contemplare la bellezza di un programma perfetto?
Il linguaggio del fare, il linguaggio dell'esser fatto.
Quali molecole, quali codici, quali forme primitive, quale linguaggio, quali informazioni avranno la meglio nel dirigere l'aspetto globale del futuro?
Una tendenza che ho notato è che col passare del tempo si fa sempre meno conversazione di certi argomenti. Sembra che crescendo fisicamente e materialmente ci formiamo su un presente materiale e le questioni esistenziali profonde lasciano il posto alla pragmatica del fare (presto e sempre prima, automatico e abituale, che il tempo fugge via sempre più rapido).
Che cosa fare? Programmare la realtà o contemplare la bellezza di un programma perfetto?
Il linguaggio del fare, il linguaggio dell'esser fatto.
Quali molecole, quali codici, quali forme primitive, quale linguaggio, quali informazioni avranno la meglio nel dirigere l'aspetto globale del futuro?