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Discussioni - Aumkaara

#1

Non sono mai troppo estremista quando si tratta di informazione "alternativa": non dirò mai "non siamo stati sulla Luna!", mi limito ad ascoltare quei fotografi professionisti che dicono che le foto e i video degli allunaggi sono fatti chiaramente in studio, e mi chiedo se sono sufficienti le argomentazioni di chi lo nega o trova spiegazioni "normali" (o normalizzanti) per questa stranezza.
Non dirò mai "le Torri Gemelle le hanno buttate giù gli Illuminati con delle demolizioni controllate", mi limito ad ascoltare le incongruenze della "versione ufficiale" e ad ipotizzare che possano esistere gruppi potenti nascosti, anche se non per forza devono chiamarsi "Illuminati".
Non dirò mai "stanno cambiando il clima con le scie aeree"... aspetta, questo sì, ORA è ufficiale:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Inseminazione_delle_nuvole
anche se non è pubblicizzato sui TG, e mi chiedo perché ci sia la pagina di wiki solo ora, dopo 10 anni in cui ha ormai attecchito l'equazione "inseminazione nuvole = paranoico complottista".
Comunque, SONO estremista quando si tratta di pandemia covid. L'ho sentita (all'epoca era appunto solo una sensazione) falsa da subito: ore di notizie martellanti quando c'erano ancora solo 20 casi in Cina. Non mi sembrava semplice eccesso di zelo giornalistico, soprattutto dopo le false "grandi" pandemie passate, come aviaria e suina.
Quindi fin da subito ho cominciato a mettere al vaglio ogni notizia: ad ogni "morto giovane di 32 anni per Covid, sembrava solo influenza!", andavo a vedere i morti di influenza, nei quotidiani online locali degli anni passati (notizie che all'epoca restavano locali), e vedevo morti di influenza di 32 anni... di 25... di 14... di 6. Vedevo le bare "ammassate" (facile ogni giorno di ogni anno, se non vengono tolte quotidianamente), portate via dai camion militari (solo a Bergamo?), e facevo il confronto con la quantità, a parità di popolazione, dell'obitorio in cui lavoravo anche precedentemente al 2020, e non ci vedevo niente di anomalo. Poi sono arrivate le terapie intensive covid. E, andandoci a lavorare dentro (non sono un sanitario, ma mi sono ritrovato a lavorare comunque in tutti questi reparti: potrei essere un mitomane che se lo sta inventando, ma questo è il "bello" di internet), ho visto sì tre intubati, ma il resto erano quindici persone di cui era difficile capire che problema potessero avere (alcuni erano stravaccati con il cellulare in mano: non dubito che stessero male, comunque). E poi vieni a sapere la logica con cui tali reparti pare siano riempiti: hai un infarto piuttosto grave, o un collasso ad un rene? Ed è il 2019? Se non sei in fin di vita vai nel reparto apposito (cardiologia, ecc.). È il 2020 o il 2021, magari l'infarto o il collasso è persino meno grave, e sei "positivo al tampone"? Finisci in terapia intensiva covid. Con questo criterio, puoi riempire qualunque terapia intensiva (che comunque, erano piene spesso anche negli anni passati).
Una terapia intensiva covid che, a differenza di quello che vedevo in televisione, in cui c'era una parete trasparente ermetica tra pazienti e personale (quando quest'ultimo non era in mezzo ai pazienti vestito con tute protettive), c'è una semplice porta, che può essere tenuta aperta a piacere anche mentre ci passo davanti senza protezioni, con i pazienti lontani cinque metri... di cui io e i sanitari respiriamo la stessa aria dallo scorso anno anche prima del vaccino... senza stragi nelle famiglie del personale...
Ma dicevamo: positivi al tampone, già... gira voce, tra noi stupidi complottisti, che l'ideatore del test della pcr, quello eseguito appunto tramite prelievo con tampone, diceva (fino al 2019, prima di morire: qualche complottista ancora più estremista di me la trova una coincidenza inquietante) che tale test serve a fare ricerca biochimica ma NON può essere usato per fare diagnosi. Non può dire niente del tuo stato di salute, sintomatico o meno. In pratica, prende poche unità di virus, o pochi frammenti, e li amplifica. Per il principio che dentro di noi difficilmente non si trovano un po' tutti i tipi di molecole biochimiche, con tale test può essere trovato un po' tutto in tutti. Quindi non può dire niente sul fatto di avere una carica virale che possa far ammalare o che possa essere trasmessa.
Con un tampone di questo tipo si può quindi far passare per covid qualunque malattia, o qualunque condizione di salute.
Guarda caso, il Covid, da sindrome respiratoria, è passata ad essere... tutto. Può colpire dal cervello ai piedi, letteralmente (i così detti "piedi da covid"). (Ma se qualcuno avesse dubbio che, ad esempio, gli infarti siano aumentati proprio direttamente a causa del covid:
https://www.nurse24.it/dossier/covid19/aumento-mortalita-infarto-durante-era-covid-19.html ).
Qualcuno (pochi, anche tra i complottisti), ha cominciato a pensare che forse stiamo catalogando come covid qualunque malattia abbiano coloro che risultano positivi al tampone.
Sono andato a cercare informazioni su questa dichiarazione ("non usare la pcr per fare diagnosi") fatta direttamente dall'ideatore del test pcr. E i risultati su Google (Open di Mentana in testa) dicono che è una falsa notizia. Pochi click in più, e un sito complottista (ora chiuso) metteva semplicemente il link del video in cui tale ideatore del test dichiara che non va usato per fare diagnosi:
https://youtu.be/8OIfPlkC1gQ

E allora, i morti in più? Anche qui mi ritrovo solo: i miei "colleghi complottisti" dicono che "tutto sommato, anche se i governi e gli scienziati stanno esagerando, c'è stata e c'è una nuova malattia problematica". Io, sempre con qualche click in più, trovo, almeno per Italia, Inghilterra, Stati Uniti e Brasile, che i morti per infarto, senza positività al covid, sono quasi triplicati perché le popolazioni non chiamano più volentieri i soccorsi per paura di infettarsi. E triplicare i morti di infarto all'anno vuol dire arrivare ad 80 mila morti in più in Italia, 550 mila negli Stati Uniti, ecc. Senza contare i morti per altre malattie meno curate durante la "pandemia". Se si considera che i morti in più totali nel 2020 sono stati 92 mila (rispetto al 2019: fare il confronto con i cinque anni precedenti falsa il risultato, almeno in una nazione che negli anni precedenti aveva sempre più anziani e sempre meno nascite), c'è ben poco posto per i sedicenti morti in più da coronavirus. Vedere i seguenti articoli, NON complottisti, di vari Paesi:
Italia:
https://www.google.com/amp/s/amp24.ilsole24ore.com/pagina/ADfKTYP
Gran Bretagna:
https://www.google.com/amp/s/www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/10/28/news/gran-bretagna-appello-a-johnson-si-salvano-i-malati-di-covid-a-spese-di-tutti-gli-altri-dateci-le-cifre-1.39471749/amp/
Brasile:
https://www.google.com/amp/s/epoca.globo.com/sociedade/mortes-por-doencas-cardiacas-aumentam-50-durante-pandemia-no-brasil-24501900%3fversao=amp
Come direbbero quelli più giovani di me: e, niente. Era tanto per condividere con qualcuno per scritto. A voce non puoi mettere i link. Comunque, quelle poche volte che l'ho scritto altrove, c'è stata una IMPERMEABILITÀ totale su queste informazioni. Il video dell'ideatore del tampone, gli infarti triplicati per non aver chiamato i soccorsi in vari Paesi... niente, la risposta è sempre: il Covid c'è, è più o meno come viene raccontato (oppure no, comunque C'È), punto, senza sentire il bisogno di tenere conto di questi pochi ma fondamentali dati che da soli farebbero crollare TUTTO.
Per dirla complottisticamente: basa una nuova malattia su di un test inadatto a rilevare le malattie, e dichiara pandemia, e tutto andrà secondo i piani (magari proprio degli Illuminati: da complottista estremista, tanto vale rimanere sul classico, che tra l'altro aiuta a classificare il tutto come assurdità, per coloro che non hanno neanche voglia di controllare i link, o fare semplici ricerche su quanti sono i morti da infarto nei vari Paesi, e cosa vuol dire, numericamente, triplicarli per mancata richiesta di soccorso). E nessuno se ne accorgerà? No. Io sono circondato da medici tutti i giorni, e nessuno mette in dubbio niente PER PRINCIPIO. Forse perché sanno già che fine hanno fatto i loro colleghi anche solo per aver messo in dubbio alcuni "fatti scientifici accertati (non industriali ed economici, no... puramente scientifici...), tipo alcuni vaccini.
PS: già i vaccini, quelli covid... non c'è molto da dire (a parte il divertentissimo effetto della moneta magnetica sul braccio di alcuni vaccinati covid, o per lo meno con uno dei tipi di vaccini, alla seconda dose: sembrava la più stupida delle "comolottistate", e poi ne ho avuto conferma diretta su di un parente acquisito: si sente proprio l'attrazione magnetica, pur se debole, quando si avvicina una monetina di rame, che rimane attaccata ben più saldamente di quanto possa fare il sudore, e in assenza di residui di colla da cerotto): presto (da domani, forse) partiranno le nuove regole sui lasciapassare verdi (se non lo dico in inglese si capisce comunque?) che presto o tardi potrebbero non far salire molte persone neanche sugli autobus, almeno in certe regioni e in certi periodi. E tutto perché, se anche ci fosse davvero una nuova malattia problematica, ho delle perplessità a veder obbligare (di fatto) a far assumere, con varie dosi, ogni tot mesi, dei farmaci dichiaratamente sperimentati sul campo, fatti di fretta saltando alcune procedure, la maggior parte dei quali usano tecniche biomolecolari nuove ed invasive, e di cui dichiaratamente non si sanno gli effetti a medio e lungo termine. Senza contare che dubbi sulla preparazione e la composizione dei vaccini in generale sono anni che vengono dichiarati da scienziati di cui posso vedere le dichiarazioni in internet (se riesco a muovermi tra i video assolutamente pro-vaccini che mi compaiono prima di tutto), ma che non vedo in televisione se non per essere frettolosamente denigrati (stesso discorso per scienziati e medici che hanno messo in dubbio i vaccini covid in particolare e la narrazione covid in generale).
E, niente, così, si fa per parlare.
#2
Scienza e Tecnologia / Abbasso le astrattezze
29 Ottobre 2020, 21:36:12 PM

In un argomento precedente avevo accennato all'etere, in modo non troppo convinto ma trovando alcuni suoi aspetti interessanti per spiegare fatti che la fisica ha rilevato ma che ha accettato senza sentire il bisogno di ulteriori spiegazioni.
Subendo poco il fascino delle personalità scientifiche, tanto quanto poco subisco il fascino di quelle religiose, di quelle politiche e di quelle mediatiche, non ho difficoltà a pensare che molte delle conquiste, anche in ambito scientifico, possano essere frutto di fraintendimenti decennali o persino secolari, e, nonostante la scienza viva proprio con il mettere in dubbio anche ogni propria scoperta, o per meglio dire mettendo in dubbio le conclusioni ipotetiche che formula su ogni nuova osservazione empirica, a volte prima di rendersi conto degli errori accumula enormi quantità di ulteriori congetture basate su tali errori, con relative presunte prove a supporto (è facile interpretare e far quadrare qualcosa alla luce di ciò che si è pensato valido), perdendo tempo e risorse.
Alcune delle implicazioni del concetto di etere potrebbero servire non solo per spiegare alcune osservazioni sulle cui cause non sono state formulate teorie, ma anche per spiegare in modo più semplice alcune osservazioni sulle cui cause sono state formulate teorie troppo astratte o che conducevano a più problemi di quanti ne risolvessero.
Non è necessario mantenere il nome e le caratteristiche ottocentesche del concetto di etere, ma basterebbe rendere più concreto il concetto di campo, o di vuoto quantistico: perché definirlo vuoto se vi sono state rilevate o comunque ipotizzate attività che lo riempiono totalmente e costantemente? E perché dargli le caratteristiche di un campo astratto, invece di estendere anche ad esso le caratteristiche che riscontriamo nelle osservazioni più grossolane descritte con le formulazioni classiche newtoniane?
Ripercorriamo cosa significherebbe attribuire delle caratteristiche fisicamente classiche al "campo vuoto" in cui avvengono tutti gli eventi microscopici e quindi anche macroscopici (non essendo questi due livelli separati ma solo due diversi gradi di osservazione di un medesimo evento):
0) premessa: il campo di esistenza fisico in cui tutto avviene, se avesse appunto caratteristiche fisiche, avrebbe una consistenza, una elasticità, una capacità di assorbimento e di dispersione, e quindi di attrito, come qualunque altro oggetto fisico: nel suo caso in modo particolarmente fluido, essendo più sottile di qualunque gas. Anzi, può essere visto proprio come lo stato di condensazione base e tendenzialmente omogeneo, su cui talvolta appaiono onde, che, condensandosi maggiormente, appaiono ulteriormente come oggetti apparentemente singoli e puntiformi, cioè come particelle ovviamente NON davvero puntiformi ma con una propria struttura. Aggregandosi tra loro, questi piccoli addensamenti formano schemi che assumono comportamenti sempre più densi, ovvero plasmatici, gassosi, liquidi, solidi.
1) le cosiddette particelle elementari della fisica quantistica, con i loro incomprensibili comportamenti sia di onda che di corpuscolo, sarebbero quindi semplici tensioni e addensamenti del campo: in cui appaiono increspature ("comportamenti ondulatori") e addensamenti vorticosi più concentrati ("comportamenti corpuscolari).
2) gli strani comportamenti degli oggetti, particolarmente rilevabili quando sono veloci o massicci, ovvero il loro comprimersi nella direzione del moto (anche nel cosiddetto vuoto), l'aumento della loro massa in movimento, la crescente quantità di energia necessaria oltre le aspettative per farli accelerare a velocità elevate anche nel presunto vuoto, sarebbero spiegabili con il normale comportamento che avrebbero degli addensamenti e delle aggregazioni di fluido all'interno del resto del fluido stesso: incontrerebbero una certa resistenza ("compressione nella direzione del moto"), sembrerebbero aumentare la loro massa visto che dovrebbero spostare la massa di fluido davanti a loro, e avrebbero bisogno di molta più energia per accelerare, rispetto a quella che occorrerebbe in un effettivo vuoto.
3) le distorsioni dello stesso spazio in presenza di oggetti grandemente massicci o che accelerano enormemente, sarebbero spiegabili proprio con il fatto che lo spazio non sarebbe vuoto ma fluido, elastico, comprimibile.
Considerati questi punti, c'è anche altro che potrebbe essere spiegato, perdendo le caratteristiche di stranezza che la fisica relativistica e quantistica attribuisce alle condizioni più estreme dell'esistenza micro e macroscopica osservate:

4) la distorsione del tempo non sarebbe più un evento paradossale, anzi, non avverrebbe proprio. Prendiamo una delle osservazioni più determinanti che proverebbero la distorsione del tempo descritta dalla fisica relativistica einsteiniana: la vita media di un muone, una delle cosidette particelle elementari. I muoni si formano ad esempio con le interazioni dei raggi cosmici e l'atmosfera terrestre, e vivono circa 2,2 microsecondi. Per quanto veloci vadano, ovvero quasi alla velocità della luce, non farebbero in tempo ad arrivare al livello del mare, neanche tenendo conto della sola distorsione spaziale descritta dalla fisica relativistica. Eppure, ci sono tantissimi muoni alle nostre altitudini, tanto che noi ne siamo continuamente investiti. La fisica relativistica spiega questo fatto con la distorsione del tempo che avverrebbe appunto andando vicini alla velocità della luce: la velocità dei muoni accorcerebbe sia lo spazio che il tempo, e quindi per loro passerebbe molto meno tempo per arrivare dagli strati alti dell'atmosfera al livello del mare. Di nuovo, si introduce un concetto paradossale: il tempo sarebbe una ulteriore dimensione spaziale, che misteriosamente noi vivremmo in modo diverso rispetto alle altre tre, e che, al pari di quest'ultime, sarebbe deformabile pur essendo anch'essa vuota di struttura.
Introducendo il concetto di campo fisicamente concreto, al posto di un vuoto e anche paradossalmente deformabile spazio-tempo quadrimensionale, sarebbe sufficiente comprendere che, offrendo una resistenza a qualunque cosa lo attraversi, tale campo non solo deforma gli aggregati di particelle, ma deforma le particelle stesse, essendo esse dei piccoli vortici addensati dello stesso campo (e non oggetti astrattamente puntiformi). In questo modo la resistenza che tali vortici/particelle incontrano deformano sia il campo (la "distorsione spaziale" di cui abbiamo già parlato), sia loro stesse (la "compressione nella direzione del moto" già accennata), e sia la propria attività interna che le conforma nei modi che sono propri alle caratteristiche riscontrate nelle varie particelle, ovvero la resistenza incontrata rende più difficoltoso e lento il vorticare intrinseco delle cosiddette particelle, rendendo così più lente anche le estrinsecazioni delle caratteristiche dovute al vorticare stesso. In pratica, non è il tempo a rallentare, ma sono le attività delle stesse particelle a farlo, dovendo fare più fatica all'aumentare della resistenza del fluido in cui si muove;
5) la cosmologia moderna è convinta, già da tempo, di aver osservato l'espansione dell'universo. Osservazione che portò alla concezione del Big Bang, ovvero al primo momento, più o meno ben calcolato e ogni tanto riveduto e corretto, in cui iniziò l'espansione (a cui sono seguite varie ipotesi, ognuna con il proprio periodo di gloria, su quale sarà la fine a cui porterà tale espansione). Questa concezione di un inizio dell'espansione è stata ulteriormente supportata da osservazioni successive, come le varie fasi dei primi addensamenti stellari e galattici, ancora rilevabili ingrandendo la luce visibile partita da quei momenti e che ancora viaggia nel cosmo; e soprattutto supportata dalla rilevazione di una radiazione di fondo dell'universo, interpretata come l'impronta residua della deflagrazione avvenuta col Big Bang.
Per spiegare il fatto che non è osservabile un punto di origine da cui tutte le galassie si sarebbero allontanando, è stato proposto un modello di espansione inflazionistica in cui non sarebbero gli oggetti dell'universo ad allontanarsi tra loro ma sarebbe lo spazio multidimensionale ad espandersi, trascinando con sé gli oggetti tridimensionali e quindi allontanandoli l'uno dall'altro, un po' come il gonfiarsi di un pallone tridimensionale porta ad allontanare tra loro le immagini bidimensionali disegnate sulla sua superficie.
Da qualche tempo, rapportando le osservazioni indirette sulla presunta espansione con alcuni punti di riferimento standard, si è anche aggiunta la convinzione di aver osservato una accelerazione costante in tale espansione, invece di un atteso rallentamento, il che ha portato ad ipotizzare l'esistenza di una energia sconosciuta, la cosiddetta energia oscura, che sarebbe causa di tale accelerazione (da non confondersi con la materia oscura, ipotesi sorta dall'osservazione del fatto che la gravità non è sufficiente a spiegare le formazioni e le coesioni galattiche; che forse potrebbero essere spiegate anch'esse con l'introduzione del concetto di spazio pieno e fluido in cui sarebbero immerse mantenendo così tendenzialmente coesa la loro materia, che invece in uno spazio vuoto si disperderebbe).
Senza negare il movimento che avviene per ogni oggetto dell'universo, che anzi sarebbe favorito proprio se fossero tutti immersi in un campo fluido, l'espansione dell'universo potrebbe essere solo un fraintendimento: essa è ipotizzata non certo grazie ad una effettiva osservazione di un allontanamento delle galassie, degli ammassi di galassie, dei superammassi di galassie, ecc., ma semplicemente per aver notato che la luce osservabile degli oggetti più lontani si sposta verso le lunghezze d'onda più leggere, il cosidetto spostamento verso il rosso, redshift. Questo è stato interpretato come il segno di un allontanamento progressivo degli oggetti (o una espansione dello spazio tra gli oggetti), perché l'osservazione di onde elettromagnetiche più lunghe indicherebbe un allontanamento da noi dell'oggetto che le emette, e l'osservazione di un tale spostamento verso il rosso maggiore di quello precedentemente rilevato comporterebbe l'ipotesi che tale allontanamento acceleri invece di rallentare.
Basterebbe però anche in questo caso dare allo spazio caratteristiche fisiche newtoniane di un campo fluido pieno. In questo modo, lo spostamento verso il rosso sarebbe spiegabile non con un allontanamento tra gli oggetti dell'universo (e ancor meno con una espansione dello spazio, comunque assurda se considerato vuoto), ma con un normale rallentamento dell'onda elettromagnetica all'interno di un fluido che, per quanto sottile, per miliardi di anni luce fornisce una continua resistenza di attrito che disperde e quindi smorza l'energia di tale onda.
Se si aggiunge che la dispersione di energia non avviene solo parallelamente al raggio dell'onda, ma anche perpendicolarmente, ecco che trovano spiegazione anche gli inaspettati rapporti calcolati tra lo spostamento verso il rosso e alcuni punti di riferimento (detti candele standard) senza ricorrere a presunte espansioni accelerate, inspiegabili se non con l'introduzione in tutto l'universo di un'enorme quantitativo di energia non rilevabile.
Persino la già accennata radiazione cosmica di fondo, colonna portante tra le prove del presunto Big Bang, sarebbe spiegabile come la costante energia assorbita ed emessa dalle microattività del campo fluido pieno, presente ovunque, che assorbe energia dalle attività degli "oggetti" presenti in esso e che subisce costanti trazioni e deformazioni (fisiche, non semiastratte come nello spazio vuoto della fisica relativistica, paradossalmente deformabile, e assurdamente senza che a ciò consegua nessun assorbimento e rilascio di energia).
Un universo del genere avrebbe ancora un inizio ed una fine (eventualmente cicliche), dovute alla formazione e ai tempi di decadenza delle "particelle" elementari, che a loro volta hanno portato rispettivamente alle aggregazioni che hanno formato gli oggetti visibili e che porteranno alla loro disgregazione. Rimarrebbe "soltanto" da scoprire cosa mette in moto la loro conformazione, e il motivo delle loro caratteristiche peculiari; eventi ancora inspiegabili anche nei modelli fisici correnti, a parte alcuni tentativi teorici (come la M teoria di cui fa parte anche la teoria delle stringhe) che almeno in parte potrebbero essere validi anche partendo da un universo "pieno e fluido", invece che partendo da un universo incongruentemente relativistico e quantistico.
#3
Tematiche Spirituali / Quanto importa?
21 Ottobre 2020, 12:28:41 PM

Vedendo quante pagine ha suscitato qui di recente il problema resurrezione, viene da chidere: quanto importa, ad un devoto pervaso dall'amore di Dio, di come, se e quando risorgere fisicamente?
Comprendo che per un devoto cristiano "medio", che crede alla resurrezione fisica, la questione come minimo incuriosisce (o lo fa sperare tantissimo e la pone a fondamento della sua fede).
Persino ad uno ancora più mediocre, come me, se gli venissero a proporre di riavere il corpo che già conosce, e in una vita migliore, direbbe di sì (magari dopo aver chiesto tutto ciò che comporta, e se ci sono clausole nascoste o condizionalità inespresse, ovviamente poste a fin di bene trattandosi di Dio...).
Leggendo queste parole del 1453 del teologo e cardinale Nicola Cusano ("La Pace della Fede", Jaca Book, 1991):
<<Dio, in quanto creatore, è trino e uno; in quanto infinito, né trino né uno; né nulla di quello che si può dire, poiché i nomi che si attribuiscono a Dio sono formati dalle creature. Egli stesso è ineffabile in sé ed è al di sopra di tutto quello che si può nominare o dire.>>
Per coloro che tendono verso Dio (ma sul serio, "infiammati" da questa tensione) non in quanto creatore (quindi come mezzo per avere un mondo di cui godere) ma in quanto ciò che è di per sé, quanto potrà mai interessargli di avere un particolare corpo simile al precedente ma più perfezionato, con cui guardare al resto del creato, fosse anche un creato migliorato dopo la Resurrezione? Certo, anche per questi amanti supremi il creato non è (o non dovrebbe essere) da disprezzare, ma non lo pongono in primis, e quindi non credo pongano in primis anche il corpo che vi abiterà. Lasceranno fare a Dio, senza pensarci troppo, non certo dicendo "senza la Resurrezione la nostra fede sarebbe vana" come sento dire (anche da Paolo, o sbaglio?).
A meno che non si stabilisca in qualche modo che ci voglia un corpo simile al nostro anche per tendere all'assolutezza di Dio.
#4
Lo pubblico qui su Tematiche Spirituali e non su Percorsi ed Esperienze, perché ciò di cui scrivo l'ho paragonato ad alcune esperienze descritte da molte religioni (vedo che ci sono già argomenti aperti che parlano di ciò che vado a raccontare), più che presentarlo come una curiosità aneddotica tutta personale:
anche se il raccontare le "esperienze spirituali" è considerato una "malattia spirituale" in alcune tradizioni (ad esempio nello zen, credo), racconto, nel caso possa essere di aiuto, il tipo di "risultati" che si possono avere grazie ad una piccola esperienza.
Esperienza che, pur cessata da anni nella sua brevissima spontaneità, a tutt'oggi mi è comunque accessibile con un semplicissimo atto di attenzione (il problema è mantenerla per più di qualche decina di secondi). L'esperienza fu semplice: l'impossibilità, ad un certo punto, di trovare la presenza dell'io. Potremmo definirla come esperienza della vacuità dell'io, descritta e ricercata soprattutto da molte correnti Buddiste. Poco importa se ciò avvenne per un corto circuito tra reti neurali o grazie ad anni di ricerca spirituale fin dall'infanzia, ricerca varia e multiforme ma incentrata soprattutto sulla cultura Vedica ("a dispetto" di chi crede che ci sia una vera differenza tra il "cercare l'atma" della cultura vedica e l'insegnamento sull'anatma del buddismo, ma questo è un altro discorso, a cui si potrebbero aggiungere le esperienze della kénosis cristiana, della "estinzione nella contemplazione" islamica, ecc.). O meglio: "poco importa" nel mio caso, stabilire se è stato un guizzo mentale o un preciso prodotto di "sperimentazione spirituale" (anche se non specificamente voluto), perché generalmente vivo un discreto livello di stabilità mentale e di tranquillità, a parte piccole difficoltà quotidiane ed una emotività e una sensibilità innate piuttosto accentuate (ma non tanto da darmi grandi difficoltà, almeno oggi); il discorso sarebbe diverso per coloro che hanno pesanti problemi emotivi o psichici, che, se sperimentassero negativamente tale "vuoto di sè", potrebbero ricevere ulteriori forti disagi e probabilmente gli andrebbe diagnosticata e curata una qualche forma di derealizzazione o depersonalizzazione (da ciò però si potrebbe dedurre che spesso l'unica differenza tra il dichiarare una esperienza come malattia mentale ed il dichiararla invece come positiva esperienza interiore poco comune, sta solo nel modo in cui viene vissuta).
Nel mio caso, (nonostante, ripeto, ciò sia di nuovo ottenibile solo attraverso un atto volontario, che si mantiene al massimo per qualche decina di secondi consecutivi, e il perché di questo sarebbe da discutere separatamente) il risultato che ne deriva, non essendoci più "chi" si arroga di sperimentare questo o quello, è di veder assottigliarsi il confine di separazione tra le cose, e anche di veder attenuare le varie proprietà attribuite ad esse.
Ad esempio, come sperimentato di recente, un piccolo malessere durato pochi minuti perde, una volta "evocata" di nuovo la vacuità del senso dell'io, la sua qualità di malessere. Il dolore, che era accompagnato da una piccola confusione cognitiva (non proprio un giramento di testa, ma diciamo qualcosa di simile, per capirci), si sono "trasformati" in... niente. C'erano, ma erano il normale stato del momento, erano inseparabili da tutto il resto, erano ciò che c'era, niente di più. Essendo evidente che mancava colui che ha interesse a valutare e giudicare, i malesseri non erano più qualificabili come negativi, e quindi veniva meno il senso di repulsione, senza per questo perdere le motivazioni razionali che suggeriscono di non protrarre, favorire o ignorare le possibili conseguenze o le cause del malessere. In pratica, tolta la chiave di volta dell'apparente  individuazione, crollano come tessere di domino anche il senso di concretezza, di separazione, di successione, di distinzione, crollo che non conduce alla confusione o ad un triste disinteresse, non se il senso dell'io è veramente sperimentato come un'impressione e non semplicemente sminuito razionalmente o emotivamente.
#5
Scienza e Tecnologia / Etere
29 Settembre 2020, 11:58:07 AM

Con la funzione di ricerca di parole del forum, non mi sembra ci sia già stato un argomento del genere. Che di solito si trova, nelle librerie, solo avvicinandosi al reparto esoterismo, insieme a libri con titoli come "Contatta il tuo Angelo Guida", "Gli Alieni Sono già tra Noi" e "Il Nuovo Ordine Mondiale degli Illuminati". Senza voler denigrare titoli del genere (confesso: quelli simili al terzo titolo un po' li sfoglio...), mi sono imbattuto in una spiegazione di "pseudiscienza" piuttosto interessante, pur nella sua facilità di comprensione (quindi attraente per un profano come me che di scienza ha forse una buona infarinatura rispetto alla media ma che sfigurerebbe di fronte anche solo ad uno studente del primo anno di una qualunque facoltà scientifica), ma forse proprio per questo scientificamente sospetto, visto che la vera scienza (o per lo meno ritenuta tale) di solito si presenta ben poco semplicistica. A me sembra comunque una soluzione più che convincente nell'attenuare le incompatibilità tra relatività, quantistica, e anche se di solito è un problema che sembra meno sentito, anche tra queste due e la fisica classica.
Una soluzione che, pur non impedendo a priori secondo me (ma forse un po' meno, secondo coloro che la supportano e la divulgano) di continuare a ritenere almeno parzialmente valide queste tre teorie quando vengono applicate nelle rispettive situazioni specifiche in cui funzionano meglio, e che non impedisce anche di cercare soluzioni matematicamente più complesse ed "elevate" per poterle unificare (che sia la teoria delle stringhe nel caso di quantistica e relatività, oppure altre ancora più moderne, adesso poco importa), a me sembra comunque degna di nota per come va ad appianare incongruenze e fatti bruti accettati e non spiegati un po' troppo pedissequamente per i miei gusti.
Tale soluzione sarebbe quella che la maggioranza vede come uno stupido "rigurgito" dell'Ottocento, e che altri viceversa vedono come una scienza superiore ma complottisticamente nascosta per fini economicamente più vantaggiosi: la teoria dell'Etere. Essa è stata negata in un modo che a me pare essere stato un po' frettoloso: un vecchio esperimento la cui conclusione è stata ripresa come conferma anche per la teoria della relatività, ma che mi sembra di capire che potrebbe benissimo anche confermare invece quella dell'etere, se teniamo conto della possibile contrazione di Lorentz-Fitzgerald nella direzione del moto (come accennato al secondo punto del paragrafo "Conseguenze" qui: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Esperimento_di_Michelson-Morley
Ma lasciamo stare, a me interessa quello che la teoria sull'Etere va a chiarire:
1) la dualità onda-corpuscolo non sarebbe più una strana incongruenza di comportamento delle cosiddette particelle, ma il diverso comportamento dell'etere, che apparirebbe come una normale onda di un fluido (quale sarebbe appunto l'etere) quando si comporta appunto come onda, e apparirebbe come corpuscolo quando forma piccoli vortici.
2) ancora più evidente è la spiegazione che darebbe ai comportamenti, altrimenti inspiegati e semplicemente accettati come fatti bruti, che hanno sempre gli oggetti quando si muovono, ma che diventano evidenti e rilevabili solo a "velocità relativistiche": il fatto che, anche nel cosìdetto vuoto, si contraggono in senso opposto alla velocita del loro moto, aumentino la propria massa, con lo spazio stesso che si contrae (ma non era un vuoto?). Gli stessi scienziati affermano che, al pari della dualità onda-corpuscolo, questi sono eventi strani la cui spiegazione sarebbe che "la natura si comporta così".
Presupponendo invece un etere, sarebbe normale che, per quanto possa essere rarefatto tale etere, prima o poi aumentando la velocità di un oggetto (che comunque sarebbe solo una composizione di tanti piccoli vortici dello stesso etere) questo incontrerebbe una resistenza che lo farebbe schiacciare in senso contrario rispetto al moto, che sembrerebbe aumentargli la massa e che contrarrebbe anche il mezzo fluido in cui si trova, appunto l'etere-spazio. Proprio quello che vediamo avvenire nei fluidi più densi a velocità più ridotte: se vai veloce nell'aria, ti senti schiacciare all'indietro, fai più fatica come se fossi diventato più massiccio, e l'aria stessa che spingi, oltre che spostarsi, si contrae davanti a te.
Effettivamente sembrano spiegazioni troppo semplicistiche (ma potrebbe essere la conseguenza delle troppe astrattezze della scienza di oggi, con cui ottiene comunque risultati, ma che magari potrebbero essere persino migliori con spiegazioni più semplici, come pensano i sostenitori di Nikola Tesla che pare seguisse proprio teorie "eteriche"). Probabilmente apparirà tutto ridicolo a chi si interessa di scienza più di me, al pari del voler rispolverare la teoria della terra piatta come fanno alcuni oggi, ma non si può negare che siano soluzioni per lo meno divertenti e meno ridicole rispetto alla suddetta piattezza terrestre.

#6
Mi ero iscritto tempo fa senza aver mai scritto niente, e a quanto pare non mi ero presentato. Formato in ambito Vedantico, con apporto di conoscenze di tanti altri tipo, sia di filosofia, sia di scienze e di religioni, sia di argomenti affini o comunque poco "mainstream", negli ultimi anni sono stato molto meno aderente alle tradizioni che mi hanno formato, probabilmente dopo che alcuni piccoli obiettivi me li avevano fatti raggiungere.