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Discussioni - ricercatore

#1
Quando si parla di esistenza di una realtà oggettiva, viene spesso raccontata la storiella dell'elefante:




Ci sono 6 osservatori diversi (nella storiella sono bendati, ma è un dettaglio) ed ognuno percepisce una parte di elefante.
Tutti hanno ragione perché ognuno ha il suo punto di vista, questa è la morale della storia.

La domanda è: esiste veramente una realtà oggettiva assoluta oppure osservatore e osservato sono indissolubilmente legati? 

La mia tesi è che se si afferma che esiste una realtà oggettiva assoluta deve esistere anche un osservatore assoluto (es. dio) che abbia su di sé l'insieme di tutti gli organi di senso possibili + un intelletto massimo.

Nell'esempio della vignetta infatti, gli osservatori non sono 6.
Ce ne è un settimo.
C'è un super osservatore che effettua una super osservazione (una "meta-osservazione")... ovvero siamo noi, che osserviamo la vignetta, osserviamo l'immagine dell'elefante nella sua totalità e la chiamiamo "realtà oggettiva".
Ma non è una realtà oggettiva: è comunque frutto di una percezione da parte di un osservatore.

Qui possiamo anche ricondurci alla domanda che ci perseguita circa le origini dell'universo, spesso rappresentata così:



Anche qui, senza che noi ci accorgiamo, ci stiamo ponendo come osservatori super-partes, al di fuori della scena.
Ci siamo noi (ovvero la nostra immaginazione) che si eleva così da poter "vedere" la creazione dell'universo.
E' qui che ci sbagliamo.
Non possiamo fare questa mossa.

Osservatore e osservato sono in una relazione così stretta che è impossibile isolare l'osservato.
#2
Ho recuperato in queste vacanze "Il gene egoista" di R.Dawkins.
Ammesso che quanto riportato sia scientificamente ancora valido, la lettura di questo libro non può lasciare indifferenti.

Vedere se stessi (e gli animali e le piante) come macchine, robot programmati dal "gene egoista" affinché egli possa propagarsi, cambia completamente la prospettiva.

In questa visione, sembra non salvarsi nulla.
Né l'amore, né le relazioni, né le arti.
Tutto è "programmato" dal gene egoista e tutto ha lo scopo di propagare determinate sequenze genetiche considerate più adatte.

Da qui la domanda del post: che cosa si salva dopo il gene egoista?



Dal film The Matrix:

Agente Smith: Perché, signor Anderson, perché? Perché? Perché lo fa? Perché si rialza? Perché continua a battersi? Pensa veramente di lottare per qualcosa a parte la sua sopravvivenza!? Sa dirmi di che si tratta, ammesso che ne abbia coscienza!? È la libertà!? È la verità!? O magari la pace... Non mi dica che è l'amore! Illusioni, signor Anderson, capricci della percezione, temporanei costrutti del debole intelletto umano, che cerca disperatamente di giustificare un'esistenza priva del minimo significato e scopo! Ogni costrutto è artificiale quanto Matrix stessa, anche se devo dire che solo la mente umana poteva inventare una scialba illusione come l'amore! Ormai dovrebbe aver capito, signor Anderson, a quest'ora le sarà chiaro, lei non vincerà, combattere è inutile! Perché, signor Anderson!? Perché!? Perché persiste!?
Neo: Perché così ho scelto.
#3
Nel buddhismo un bodhisattva è una persona che pur avendo ormai raggiunto l'illuminazione, e avendo quindi esaurito il ciclo delle sue esistenze terrene, sceglie tuttavia di rinunciare provvisoriamente al nirvana e di continuare a reincarnarsi, sotto la spinta della compassione, per dedicarsi ad aiutare gli altri esseri umani a raggiungerlo, spendendo per loro i propri meriti. (da Wikipedia)

La dottrina buddista tuttavia afferma allo stesso tempo l'assenza di un io eterno e immutabile (quella che noi chiamiamo anima).

Allora, nel caso del bodhisattva, "chi è" che rinuncia al nirvana e continua a reincarnarsi per aiutare gli altri?
#4
E' possibile amare per "comando"?

Nel momento in cui decido di rispettare il comandamento dell'amore, questo si trasforma in dovere.

Posso forse agire come se provassi amore, ma posso forse amare veramente?

Come interpretate questo "comandamento" evangelico?
#5
Tematiche Spirituali / Uomo-Io, Dio-Sé
15 Settembre 2023, 13:03:59 PM
Jung individua due istanze dentro ogni essere umano:
- l'Io, ovvero l'Ego, che ci dona identità e che vive nel tempo
- il Sé, ovvero la parte inconscia che sovrasta l'Io e che vive in una dimensione a-temporale

Coloro che si identificano nel loro Io non "vedono" il Sé.
Ma coloro che riescono a distaccarsi dal loro Io, riescono a scovare l'esistenza del Sé (infatti se riesco a distaccarmi dall'Io, "io" non sono più "Io", dunque chi sono?)

Jung rilegge la storia di Cristo usando queste immagini.
Il sacrificio di Gesù in croce rappresenta la disidentificazione dell'Uomo dal proprio Io: compiendo un gesto libero e volontario di rinuncia ad un proprio vantaggio, l'Uomo si distacca dal proprio "Io" e riesce a scorgere la Luce del Sé.
La resurrezione è la consapevolezza ottenuta a seguito di questo sacrificio.

Questa visione delle cose (forse più vicina allo gnosticismo e alle filosofie orientali) nasconde un grandissimo pericolo: l'Io si potrebbe identificare nel Sé e perciò, anziché essere Figlio di Dio si diventa il Diavolo in persona.
Ciò avviene quando ci si rifiuta di ammettere che il Sé è inconscio e si pretende - in modo arrogante - di conoscere già tutto ciò che c'è da conoscere.

E' per questo che la Chiesa preferisce lasciare Dio all'esterno dell'Uomo piuttosto che al suo interno: conoscendo che cosa esiste dentro l'anima umana e di che cosa può essere capace un'uomo, è una scelta effettivamente molto più prudente. Ma la verità, a me, sembra l'altra.
#6
Tematiche Filosofiche / Tempo e memoria
25 Giugno 2023, 15:39:12 PM
Non esiste il concetto di tempo senza una memoria che sia in grado di registrare gli eventi.


Dunque esiste davvero il tempo? Oppure il tempo esiste solo nella nostra testa (e nella testa di tutti gli altri esseri viventi che hanno una memoria)?


"La misurazione cambia lo stato dell'elettrone. Dopo la misurazione, l'universo non è più lo stesso. Per descrivere ciò che è accaduto, bisogna eliminare la vecchia parola "osservatore" e sostituirla con il nuovo termine "partecipatore". In un certo qual modo, l'universo è un universo partecipatorio." - John Wheeler
#7
Tematiche Spirituali / La Voce di Dio
14 Marzo 2023, 08:45:38 AM
Nella Bibbia sembra esserci una progressiva "scomparsa" di Dio man mano che si prosegue nella lettura.

All'inizio Dio parla direttamente all'Uomo, tipo faccia a faccia: Abramo ha un rapporto molto stretto con Lui.
Anche negli eventi che accadono nel mondo c'è la mano di Dio che interviene in modo esplicito.

Nei libri successivi, più recenti, Dio sembra invece uscire gradualmente di scena: parla poco e interviene sempre meno, fino a scomparire.

La tesi è la seguente: la Voce di Dio potrebbe essere stata concretamente la voce della nostra coscienza che si iniziava a sviluppare in noi.
Forse i nostri antenati interpretavano quei "lampi di genio" o quelle "rivelazioni improvvise" di cui tutti facciamo esperienza nel nostro quotidiano come una voce esterna, quella della Divinità appunto.
Per fare un esempio concreto: ammesso che sia esistito davvero, Mosè scrive le tavole della Legge perché era una persona particolarmente brillante e aveva avuto delle ottime intuizioni in merito ai comportamenti che più "conveniva" adottare per una buona riuscita di vita individuale e collettiva.

Jung sembra confermare questa ipotesi:
"Il primitivo non ha psicologia. Lo psichico è obiettivo ed avviene fuori."

Cosa ne pensate di questa interpretazione?
#8
Scienza e Tecnologia / Chat GPT
21 Dicembre 2022, 12:28:15 PM
Nelle ultime settimane ha fatto molto parlare di sé un progetto chiamato "Chat GPT" realizzato dall'azienda Open AI.
Questa "Chat GPT" è un'intelligenza artificiale, addestrata con dati aggiornati fino al 2021, simile a Siri, Alexa, Google Assistant, Cortana ma è superiore a queste di almeno un'ordine di grandezza.

Si può provare gratuitamente (basta iscriversi al sito) e sono certo che vi stupirà, come ha stupito a me.
Se non volete iscrivervi, basta cercare su Youtube e troverete molte persone che ci stanno giocando.

Pensavo a come nei prossimi anni questo strumento possa diventare un Oracolo, un'entità alla quale chiedere qualsiasi cosa: informazioni, consigli, ispirazioni.

In passato il giovane chiedeva al vecchio informazioni, consigli, ispirazioni.
Oltre ad ottenere ciò che desiderava sapere, si creava una relazione.
C'era un arricchimento sia nel giovane sia nel vecchio.
C'era l'Altro.

Già oggi, senza ChatGPT, mi rendo conto che quando ho bisogno non ricorro all'Altro, ma all'Algoritmo.
L'Altro non c'è, sono chiuso autisticamente nel mio mondo, solo con lo Strumento.

Non ho una domanda specifica da porvi, volevo soltanto esternare la mia inquietudine e sapere il vostro punto di vista in merito a ciò.
#9
Semplificando molto, oggi vedo ancora nella nostra Società le due fazioni storiche:
- i credenti: coloro che credono in un Dio, seguono un libro "sacro" e cercano di ubbidire ai comandamenti "sacri"
- i non credenti: coloro che non credono in Dio e tendono ad ignorare il contenuto di questi libri "sacri"

Per quella è che la mia visione delle cose finora, alcuni credenti (non tutti chiaramente) sembrano ostinarsi a non voler vedere ed ignorare ciò che la Scienza (antropologia, storia, psicologia, fisica, biologia, ...) ha scoperto e dedotto in questi anni.
Perché secondo loro "Dio" ha parlato ad alcuni uomini del passato e ora ha smesso di manifestarsi a noi oggi?
Perché secondo loro si possono ritenere attendibili certi racconti "esagerati" (i miracoli) scritti nel libro "sacro" mentre non vengono ritenuti attendibili altri racconti "esagerati" tratti da altri libri o da altre cronache del passato?

Dal lato opposto invece, i non credenti (non tutti chiaramente) proprio perché ritengono del tutto fantasioso il contenuto dei libri "sacri" ignorano totalmente ciò che è riportato al suo interno ("sono solo sciocchezze e superstizioni oppure forme di controllo per governare le masse e mantenere l'ordine").
La saggezza presente in questi antichi libri è invece davvero preziosa; certo, il linguaggio è antico, ma lì dentro ci sono importanti verità per una vita "felice" (o perlomeno con meno dolore possibile).




Faccio un esempio, per spiegare meglio il concetto.
Il comandamento "non giudicare se non vuoi essere giudicato" è un dato di fatto, che ogni psicologo "professa" durante il suo lavoro.
Quando si è molto severi verso gli altri, si tende ad esserlo molto anche con se stessi (e viceversa).
Ammorbidendo il giudizio verso chi sbaglia, tenderemo ad ammorbidire il giudizio verso noi stessi quando saremo noi a sbagliare. Questo ci fa stare molto meglio, ci fa vivere più leggeri e più sereni.
Nessun comandamento dunque, ma semplicemente un dato di fatto che può essere utile a tutti gli esseri umani.

Mi chiedo allora: perchè continuare ancora a parlare di "sacro"?
Perché parlare ancora di "comandamenti di Dio" quando abbiamo capito che sono delle deduzioni, delle constatazioni, degli accertamenti?

Nelle mie visioni deliranti di società utopiche, mi immagino delle "parrocchie laiche"; luoghi di incontro dove parlare, discutere, promuovere certi aspetti di vita senza parlare di angeli, demoni, divinità,... etc.
A mio avviso ce ne sarebbe davvero davvero bisogno.
#10
Percorsi ed Esperienze / Sogno e tempo
12 Maggio 2022, 14:58:05 PM
Tratto da "L'interpretazione dei sogni di Freud":

"Un sogno fatto da Maury è diventato famoso. Era malato e stava a letto nella sua camera, la madre gli sedeva accanto. Il sogno era ambientato nel periodo del Terrore. Dopo aver assistito ad orribili scene di assassinio, fu egli stesso portato davanti al tribunale rivoluzionario. Là vide Robespierre, Marat, Fouquier-Tinville e il resto dei sinistri eroi di quei giorni terribili. Fu da loro interrogato e, dopo alcuni incidenti che non riuscì a trattenere nella memoria, fu condannato e condotto al luogo dell'esecuzione, circondato da una folla immensa. Salì faticosamente sul patibolo e fu legato alla tavola dal boia. Fu ribaltato, la lama della ghigliottina cadde, egli sentì la sua testa separata dal corpo, si svegliò in uno stato di ansia estrema e si accorse che la spalliera del letto era caduta e aveva colpito la sua vertebra cervicale proprio nel modo in cui la ghigliottina lo avrebbe colpito."

A me non è capitato ancora un sogno del genere, tuttavia mi è capitato qualcosa di simile.
Una mattina, evidentemente ancora immerso in un sonno profondo, ho udito suonare la sveglia sul comodino: in quel momento stavo sognando di esser bambino, nell'aula di scuola ed era appena suonata la campanella della ricreazione.
Mi sono svegliato ed ho avuto l'impressione che il tempo si fosse mescolato, che causa-effetto si fossero invertite: come se nel sogno avessi predetto l'immediato futuro, cioè che la sveglia sarebbe suonata.

Il sogno di Maury, riportato da Freud, è tuttavia molto più elaborato del mio e davvero affascinante.

Come possiamo spiegare questi fenomeni?
- Un certo stimolo fisico (cade la spalliera del letto, suona la sveglia) stimola il cervello affinché questo generi un sogno con una trama nel giro di qualche millesimo di secondo?
- Oppure il corpo avverte lo stimolo fisico, ma lo invia "in ritardo" dando modo al cervello di generare una trama coerente (una storia) che possa spiegare quello stimolo?
- Oppure, volando con la suggestione, la magia e la fantasia: possibile che nel sogno sia possibile intravedere per qualche istante una dimensione senza tempo? Dove causa ed effetto si mescolano e la variabile "t" (tempo) svanisce? Potrebbe questa dimensione spiegare quello che non riusciamo a spiegare? Possibile che anziché esserci davvero svegliati (come la nostra auto-consapevolezza ci farebbe dedurre) in realtà ci siamo addormentati? Quindi noi Sapiens saremmo gli unici a dormire e vivere in una dimensione che non esiste (il tempo), mentre il resto dell'Universo (piante ed altri animali) sono invece davvero svegli (dimensione senza tempo, senza causa-effetto)?

In tutti i casi, qualunque sia la Verità, resta la certezza che il nostro cervello è davvero straordinario.
#11
Che cosa è una illusione e come posso distinguerla da una non-illusione?

In altre parole, se un'illusione mi conduce ad un risultato reale, posso definirla ancora tale?

Ad esempio, consideriamo l'effetto placebo.
Se una pallina di zucchero prescritta dal mio medico provoca in me una guarigione reale, posso chiamarla illusione?
#12
Tematiche Culturali e Sociali / Gli Eroi
23 Aprile 2022, 10:26:36 AM
Un Eroe è colui che difende e protegge la sua comunità da una minaccia insidiosa, oppure è colui che rinnova e arricchisce la sua comunità grazie al compimento di una missione pericolosa.

Ho letto da poco "Il libro degli eroi", un testo che riporta antiche leggende dei Narti e sono rimasto affascinato dai questi straordinari racconti mitologici.
Poeticamente, mi sono immaginato vecchi, adulti e ragazzi sedersi attorno ad un fuoco e narrarsi queste prodigiose vicende. Mi sono immaginato l'entusiasmo dei giovani e lo Spirito che ha animato i loro sogni dopo aver ascoltato queste leggende: chissà, un giorno sarebbero diventati anche loro degli Eroi!

Ritornando con i piedi per terra, vi pongo queste 3 domande:

1) Quali sono gli Eroi della nostra epoca?

2) Quali dovrebbero essere gli Eroi della nostra epoca?

3) Infine una domanda personale (facoltativa) se vi va di rispondere: chi è stato o chi è il vostro Eroe?
#13
Ultimamente sto leggendo alcuni libri che riguardano l'importanza psicologica delle storie (romanzi, fiabe, racconti, film). Mi sto rendendo conto che queste non sono (solo) intrattenimento, anche se mi pare di vedere che vengono presentate e trattate come tale.

Noi uomini siamo profondamente "religiosi", siamo legati inevitabilmente al "mito".
Anche se ci pare di aver superato quelle fasi "antiche", parte di noi ha bisogno ancora di nutrirsi di quei materiali ancestrali.

Questo è dimostrato dal successo che hanno moltissimi film.
Molti di questi riprendono le stesse trame e gli stessi contenuti del mito, opportunamente adeguati per motivi commerciali (Star Wars, Harry Potter, The Matrix, Il Signore degli Anelli, molti film Pixar ...).

I film sono pertanto potentissimi mezzi di educazione (nel bene o nel male), non semplice intrattenimento.

Non sono sicuro che nella nostra cultura ci sia questa consapevolezza, soprattutto per quanto riguarda la crescita dei bambini.
Osservando alcuni genitori intorno a me, vedo che i film e le storie vengono prese sottogamba, come se fossero effettivamente solo un modo per trascorrere un'oretta divertente e piacevole.
Ed invece nutrire un bambino con delle storie "giuste" può davvero fare la differenza.

Ciò vale anche per gli adulti.
Personalmente "Il Signore degli Anelli" è una storia che mi ha profondamente colpito e mi da inspirazione anche nella vita di tutti i giorni.
Frodo, l'eroe più inadeguato di tutti, è costretto ad affrontare qualcosa di terribile che non voleva, ma che doveva per forza di cose fare: non è qualcosa di straordinariamente reale?

Le storie ci forniscono modelli di comportamento che possiamo adottare nella pratica.

Cosa ne pensate?
#14
Tematiche Spirituali / Sottomissione a Dio
25 Marzo 2022, 15:33:59 PM
In una organizzazione aziendale esistono delle procedure e dei codici "etici" da rispettare.
Queste "leggi" devono essere osservate da tutti i dipendenti, compreso l'amministratore delegato.
Anche lui, carica massima all'interno dell'organizzazione, si sottomette a quelle regole.
Se l'amministratore delegato dovesse violare tali "leggi" verrebbe rimosso dalla sua posizione.
Questa sottomissione alla Legge è fondamentale per la sopravvivenza a lungo termine dell'azienda.

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Ogni persona conduce la sua vita sulla base delle idee che ritiene più valide (i cosiddetti "valori").
Se credo fermamente nei principi del "green", tutta la mia vita sarà in funzione di quell'idea: mi muoverò a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, berrò acqua del rubinetto, consumerò meno carne.
Rinuncerò a qualche comodità pur di rispettare quel valore in cui credo.
Posso incarnare una missione precisa e questa darà una direzione alla mia vita.

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Se si considera "Dio" non come un Ente Superiore (o appartenente ad una dimensione metafisica) ma come un Valore (quello massimo nella gerarchia di tutti i valori umani, reali e concreti) tutto sembra tornare.

Anche i cosiddetti "testi sacri" assumono una luce diversa e leggendoli laicamente-psicologicamente risultano ancora molto validi.

E dunque l'espressione "Sottomissione a Dio" non risulta più essere fastidiosa, ma al contrario risulta essere addirittura necessaria per la conduzione di una "buona vita" individuale e collettiva: sempre che si scelga, ovviamente, un "Dio" vero e non un dio minore.

Mi rimbalza in testa la frase dal libro "La strada" di  Cormac McCarthy:
"Non c'è nessun Dio e noi siamo i suoi profeti"

#15
Tematiche Filosofiche / Pensieri e parole
15 Febbraio 2022, 12:39:42 PM
"Per pensare ci vogliono le parole. Tu puoi pensare limitatamente alle parole che conosci" - Umberto Galimberti

Mi ricollego ad una nozione che avevo riportato anche tempo fa su un'altra discussione.
Pare che i cinesi, culturalmente legati al momento presente (vedi taoismo), non siano buoni risparmiatori nel lungo termine a causa dei limiti presenti nella loro lingua: sembra infatti che la loro "grammatica" non preveda il concetto di futuro remoto.
Non so se è vero o se è una leggenda metropolitana, ma è una suggestione interessante.

Che ne pensate?
Un linguaggio povero implica pensieri meno strutturati?
#16
Tematiche Spirituali / La via di liberazione
27 Gennaio 2022, 11:22:42 AM
L'Oriente pone le sue fondamenta su due pilastri "filosofici":
- il confucianesimo
- il taoismo

Il confucianesimo si interessa alle convenzioni linguistiche, etiche, giuridiche e rituali, che provvedono a mantenere l'ordine nella società.
Il prezzo da pagare per mantenere l'ordine è la repressione della spontaneità che appartiene all'uomo: la naturalezza viene contenuta, confinata e messa in gabbia.
Il taoismo allora viene in soccorso indicando una via di liberazione dalla convenzione: non insegna a respingerla violentemente, ma piuttosto a prenderla per quello che è, ovvero uno strumento.

Se guardiamo in Occidente mi viene in mente un parallelismo interessante:
- Vecchio Testamento
- Nuovo Testamento
Il primo promuove un Dio severo, il Dio della Legge che premia il giusto e punisce il malvagio: l'ordine nella società viene così mantenuto dall'adozione di questa Legge Sacra.
L'uomo, chiaramente, si trova nuovamente di fronte allo stesso problema: quando la Legge si irrigidisce troppo, egli si sente schiacciato da essa. Allo stesso modo, questo è il prezzo da pagare per mantenere l'ordine.
Il messaggio di Gesù, nella sua forma originale e non istituzionalizzata, si presenta come una via di liberazione: il Dio d'Amore supera il Dio della Legge perché "Il sabato è fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabato".

Se questa tesi è corretta, in Occidente abbiamo un problema.
Il messaggio di Gesù è stato appunto istituzionalizzato da una Chiesa che nel corso della storia si è seduta nella sedia del Potere.
E il Potere, per ovvi motivi sia positivi che negativi, necessita mantenere l'Ordine e contenere il Caos.
Perciò anziché trovare nel messaggio di Gesù una via di liberazione, troviamo la via della convenzione.

Che fare?
Chi può prendere questo posto vacante?
#17
Tematiche Spirituali / Etica nel regno animale
17 Dicembre 2021, 10:45:10 AM
Ciao a tutti,
ieri, leggendo il libro "21 lezioni per il XXI secolo", sono rimasto "scosso" dalla tesi scientifica secondo la quale l'Etica nasce prima del genere umano: gli altri mammiferi sociali infatti (lupi, delfini, scimpanzé) hanno dei codici etici veri e propri.

Se un cucciolo di lupo, durante il gioco, morde troppo aggressivamente oppure infierisce su un altro cucciolo che si è "arreso" a lui, viene escluso gli altri cuccioli smettono di giocare con lui.

Negli scimpanzé, il maschio Alpha non ruba mai banane ai membri più deboli: se lo fa, perde il suo ruolo.
C'è una storia incredibile riguardo un maschio Alpha che ha preso sotto la sua protezione un cucciolo orfano di scimpanzé, che era finito ai margini della "società": il primo caso documentato di "adozione". Per chi volesse approfondire:
https://en.wikipedia.org/wiki/Chimpanzee_(film)

Possiamo dire che l'Etica non è un'esclusiva del genere umano?
Possiamo dire che i concetti di Bene o Male sorgono esclusivamente dalla necessità di cooperazione sociale?
Noi uomini abbiamo sviluppato l'auto-consapevolezza, i lupi e gli scimpanzé a quanto ne sappiamo no: possiamo allora dire che la scelta tra Bene e Male non riguarda la Coscienza?

Aggiungo: la definizione di Spirito, secondo il dizionario è:
Realtà immateriale configurabile come entità superiore o trascendente (divinità) o come principio, immanente all'uomo, della vita morale, religiosa e intellettuale.
Io arrivo a concludere che lo Spirito, ammesso che esista, ce lo debbano avere anche i nostri "fratelli" scimpanzé.

Mi farebbe piacere conoscere la vostra opinione in merito, nella speranza di poter fare un po' di ordine nella mia testa  ;)
#18
Ciao a tutti,
il credere nel Paradiso e nell'Inferno non risulta in difficilmente conciliabile con il concetto di vera libertà?

L'Inferno, la sofferenza eterna, è un'immagine talmente terribile che se si crede in essa, non c'è possibilità in questa vita terrena di compiere alcuna scelta. La paura è talmente tanta, che non si può non scegliere la via del Bene.
Allo stesso modo l'idea del Paradiso non riesce a farmi compiere buone azioni in maniera disinteressata.

E' vero che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare (un conto sono le intenzioni, un conto sono le azioni realmente compiute), ma non mi interessa questo al momento.
Mi interessa piuttosto capire come può posizionarsi la libertà in questo quadro.

A me sembra infatti che il valore di una azione ci sia solamente se quell'azione è compiuta in piena libertà, cioè senza essere condizionata da un'eventuale punizione/premio eterni.
Solo così è possibile esercitare la propria libertà, solo così l'azione è realmente sincera ed onesta.

Arrivo dunque ad un paradosso: il vero "credente" non è forse ateo?
#19
Tematiche Spirituali / Fuga dalla libertà
04 Ottobre 2021, 12:59:37 PM
Tutti, apparentemente, vogliamo la libertà: se qualche "oppressore" la minaccia o la vorrebbe limitare, reagiamo tempestivamente
e se necessario anche con la forza.

La storia dell'uomo è ricca di avvincenti battaglie, politiche, religiose, sociali, economiche che vedono l'eroe (il ribelle) sconfiggere l'oppressore e restituire la libertà al suo popolo.

Eppure, una volta ottenuta la tanto desiderata libertà si scopre che questa pesa come un macigno.

Finché c'è un "oppressore", questi è anche una guida: è vero che mi toglie la libertà, ma comunque mi dice che strada devo prendere, cosa devo fare e quale sarà il mio futuro. E' vero che sono in gabbia, ma lì dentro mi sento protetto e al sicuro.
Caduto l'oppressore, conquistata la libertà, l'animo è invaso da ansia ed insicurezza.
Ho mille possibilità davanti a me, quale scelgo ora? Dove vado? Cosa faccio?

Questa sensazione spiacevole e spesso intollerabile, ci predispone nuovamente a nuove sottomissioni: andiamo alla ricerca di nuovi "padroni" che possano ridarci sicurezza ed identità, oppure ci "droghiamo" con qualcosa (distrazioni, "oppi" e altre fughe).

Secondo voi, come si può sostenere in maniera sana il peso della libertà? Ci riuscite? (personalmente no  ;D )
#20
Sto leggendo in questo periodo un libro di E.Fromm (Fuga dalla libertà) e sono stato colpito da un aspetto a cui non avevo mai pensato.

Questo il passo:
"...Non ci rendiamo sufficientemente conto che, pur trattandosi di una vittoria contro quei poteri della Chiesa e dello Stato che non consentivano all'uomo di praticare il culto che gli dettava la sua coscienza, l'individuo dei tempi moderni ha perduto in gran misura la capacità interiore di aver fede in qualcosa che non sia dimostrabile per mezzo dei metodi delle scienze naturali."

La credenza in qualcosa di più grande, in Dio, negli anni passati ha condotto l'uomo a realizzare qualcosa di incredibile.
Credere che l'impossibile fosse possibile è stata un'attitudine mentale e psicologica che ha consentito all'uomo di progredire e di evolvere efficacemente.
Anche la stessa Scienza, probabilmente, è figlia di questa attitudine (a parte l'apparente diatriba tra Fede e Ragione).
Anche l'Ateo moderno, inevitabilmente, è figlio di una cultura che ha plasmato la sua mente a credere che domani può essere meglio di oggi.

Secondo voi, con la caduta degli dèi (che sembra proseguire di anno in anno), rischia un giorno di venir meno anche questa capacità interiore?
Rischia di venir meno la curiosità e il coraggio dell'esplorare l'impossibile?
Lo spirito dello Scienziato rischia di affievolirsi?
Quali potrebbero essere le conseguenze per l'Uomo e per la sua crescita?