Quando si parla di esistenza di una realtà oggettiva, viene spesso raccontata la storiella dell'elefante:

Ci sono 6 osservatori diversi (nella storiella sono bendati, ma è un dettaglio) ed ognuno percepisce una parte di elefante.
Tutti hanno ragione perché ognuno ha il suo punto di vista, questa è la morale della storia.
La domanda è: esiste veramente una realtà oggettiva assoluta oppure osservatore e osservato sono indissolubilmente legati?
La mia tesi è che se si afferma che esiste una realtà oggettiva assoluta deve esistere anche un osservatore assoluto (es. dio) che abbia su di sé l'insieme di tutti gli organi di senso possibili + un intelletto massimo.
Nell'esempio della vignetta infatti, gli osservatori non sono 6.
Ce ne è un settimo.
C'è un super osservatore che effettua una super osservazione (una "meta-osservazione")... ovvero siamo noi, che osserviamo la vignetta, osserviamo l'immagine dell'elefante nella sua totalità e la chiamiamo "realtà oggettiva".
Ma non è una realtà oggettiva: è comunque frutto di una percezione da parte di un osservatore.
Qui possiamo anche ricondurci alla domanda che ci perseguita circa le origini dell'universo, spesso rappresentata così:

Anche qui, senza che noi ci accorgiamo, ci stiamo ponendo come osservatori super-partes, al di fuori della scena.
Ci siamo noi (ovvero la nostra immaginazione) che si eleva così da poter "vedere" la creazione dell'universo.
E' qui che ci sbagliamo.
Non possiamo fare questa mossa.
Osservatore e osservato sono in una relazione così stretta che è impossibile isolare l'osservato.

Ci sono 6 osservatori diversi (nella storiella sono bendati, ma è un dettaglio) ed ognuno percepisce una parte di elefante.
Tutti hanno ragione perché ognuno ha il suo punto di vista, questa è la morale della storia.
La domanda è: esiste veramente una realtà oggettiva assoluta oppure osservatore e osservato sono indissolubilmente legati?
La mia tesi è che se si afferma che esiste una realtà oggettiva assoluta deve esistere anche un osservatore assoluto (es. dio) che abbia su di sé l'insieme di tutti gli organi di senso possibili + un intelletto massimo.
Nell'esempio della vignetta infatti, gli osservatori non sono 6.
Ce ne è un settimo.
C'è un super osservatore che effettua una super osservazione (una "meta-osservazione")... ovvero siamo noi, che osserviamo la vignetta, osserviamo l'immagine dell'elefante nella sua totalità e la chiamiamo "realtà oggettiva".
Ma non è una realtà oggettiva: è comunque frutto di una percezione da parte di un osservatore.
Qui possiamo anche ricondurci alla domanda che ci perseguita circa le origini dell'universo, spesso rappresentata così:

Anche qui, senza che noi ci accorgiamo, ci stiamo ponendo come osservatori super-partes, al di fuori della scena.
Ci siamo noi (ovvero la nostra immaginazione) che si eleva così da poter "vedere" la creazione dell'universo.
E' qui che ci sbagliamo.
Non possiamo fare questa mossa.
Osservatore e osservato sono in una relazione così stretta che è impossibile isolare l'osservato.