Salve, mi sono da poco iscritto a questo forum e per iniziare vorrei proporre il seguente argomento.
Accettando la premessa secondo la quale esistano il bene e il male, vorrei porvi il seguente quesito: Esiste il bene (di conseguenza anche il male) oggettivo e reale o è tutto un costrutto mentale umano? Riflettiamoci, quando noi commettiamo un'azione malvagia veniamo giudicati come cattivi dai nostri simili. Ora, a prescindere che il tacciarci come cattivi per avere commesso un'azione "malvagia" sia giusto o sbagliato, dobbiamo chiederci se l'azione sarebbe rimasta sbagliata anche senza il giudizio degli altri uomini. Infatti se noi commettessimo una qualsiasi ingiustizia ,senza mai venire scoperti dai nostri simili, non subiremmo alcun giudizio su ciò che abbiamo fatto, o almeno, alcun giudizio altrui in quanto nella maggior parte delle persone, quando sono consapevoli di aver commesso un atto riprovevole, si sviluppa il senso di colpa che è però la risposta ad un giudizio (ovviamente un giudizio negativo) sempre di una persona, la stessa persona che ha commesso l'atto riprovevole. Dunque detta così sembrerebbe che il bene e il male non siano altro che un giudizio scaturito dall'animo umano, ma sarà davvero così? Proviamo ad uscire dalla prospettiva umana e per fare ciò, ahimè, mi servirà far uso di un esempio che sia d'impatto : Un uomo violenta una donna in un vicolo alle 3 di mattina. Ecco, ovviamente a sentire una notizia del genere ci si inorridirebbe giustamente, ma ora proviamo a mettere da parte l'empatia e a riflettere sull'accaduto. Abbiamo un uomo, colui che commette l'azione ovvero violentare, una donna, colei che subisce l'azione di colui che agisce, il luogo in cui ciò accade, un vicolo, e infine il tempo in cui si svolge l'azione, le 3 del mattino. Bisogna notare come in ciò che è accaduto non vi sia traccia di bene o male, ma solo un susseguirsi di individui, azioni, luoghi ecc... Adesso proporrò un altro esempio: Luca porta ogni giorno la figlia a scuola. Eseguiamo la stessa operazione di prima e otteniamo che Luca è colui che compie l'azione, la figlia è colei che la subisce, il luogo è la scuola mentre ogni giorno è il tempo in cui si ripete l'azione.
Se posta in questo modo sembra quasi che non vi sia alcuna differenza tra il primo esempio e il secondo esempio. Infatti, se analizzato concretamente, non troviamo alcuna traccia di malvagità nel primo esempio, dunque dobbiamo dedurre che il male ( perciò anche il bene) sia necessariamente legato ad un giudizio umano. Ma, se così fosse, ciò significherebbe che in un ipotetico mondo privo di umani( intesi come esseri capaci di giudizio) non esisterebbero ne' il bene ne' il male.
Vi invito a discuterne e nel caso a confutare ciò che vi sembra errato.
Accettando la premessa secondo la quale esistano il bene e il male, vorrei porvi il seguente quesito: Esiste il bene (di conseguenza anche il male) oggettivo e reale o è tutto un costrutto mentale umano? Riflettiamoci, quando noi commettiamo un'azione malvagia veniamo giudicati come cattivi dai nostri simili. Ora, a prescindere che il tacciarci come cattivi per avere commesso un'azione "malvagia" sia giusto o sbagliato, dobbiamo chiederci se l'azione sarebbe rimasta sbagliata anche senza il giudizio degli altri uomini. Infatti se noi commettessimo una qualsiasi ingiustizia ,senza mai venire scoperti dai nostri simili, non subiremmo alcun giudizio su ciò che abbiamo fatto, o almeno, alcun giudizio altrui in quanto nella maggior parte delle persone, quando sono consapevoli di aver commesso un atto riprovevole, si sviluppa il senso di colpa che è però la risposta ad un giudizio (ovviamente un giudizio negativo) sempre di una persona, la stessa persona che ha commesso l'atto riprovevole. Dunque detta così sembrerebbe che il bene e il male non siano altro che un giudizio scaturito dall'animo umano, ma sarà davvero così? Proviamo ad uscire dalla prospettiva umana e per fare ciò, ahimè, mi servirà far uso di un esempio che sia d'impatto : Un uomo violenta una donna in un vicolo alle 3 di mattina. Ecco, ovviamente a sentire una notizia del genere ci si inorridirebbe giustamente, ma ora proviamo a mettere da parte l'empatia e a riflettere sull'accaduto. Abbiamo un uomo, colui che commette l'azione ovvero violentare, una donna, colei che subisce l'azione di colui che agisce, il luogo in cui ciò accade, un vicolo, e infine il tempo in cui si svolge l'azione, le 3 del mattino. Bisogna notare come in ciò che è accaduto non vi sia traccia di bene o male, ma solo un susseguirsi di individui, azioni, luoghi ecc... Adesso proporrò un altro esempio: Luca porta ogni giorno la figlia a scuola. Eseguiamo la stessa operazione di prima e otteniamo che Luca è colui che compie l'azione, la figlia è colei che la subisce, il luogo è la scuola mentre ogni giorno è il tempo in cui si ripete l'azione.
Se posta in questo modo sembra quasi che non vi sia alcuna differenza tra il primo esempio e il secondo esempio. Infatti, se analizzato concretamente, non troviamo alcuna traccia di malvagità nel primo esempio, dunque dobbiamo dedurre che il male ( perciò anche il bene) sia necessariamente legato ad un giudizio umano. Ma, se così fosse, ciò significherebbe che in un ipotetico mondo privo di umani( intesi come esseri capaci di giudizio) non esisterebbero ne' il bene ne' il male.
Vi invito a discuterne e nel caso a confutare ciò che vi sembra errato.