Buonasera a tutti.
Questa volta mi piacerebbe parlare di un argomento su cui sto riflettendo ultimamente e che sta portando (forse) un cambiamento in me. Premetto che ho 28 anni e di cose da sperimentare ne ho ancora molte. Però ho già "visto" cose che mi sembrano interessanti per uno della mia età. O magari mi sbaglio.
Comunque...
Ho la sensazione che si voglia sempre andare oltre nelle cose...fare sempre di più. Pensare in maniera sempre più complessa. Pensare sempre più in grande ecc...
Ma perché non volere di meno? Perché non si riesce a vivere di quelle quattro cose che servono e lasciare che il mondo, la vita, vadano avanti?
Perché pensare,agire, dover essere? Quell'istinto che ci spinge a superare i limiti in ogni campo da dove viene? Perché c'è?
Io vedo che il mondo è una gabbia. Si, una gabbia che vuole ucciderti. Ogni cosa in tutto l'universo è progettata per eliminare la vita.
E la vita stessa compare non appena c'è la minima possibilità.
Ma anche se c'è questa lotta tra opposti (vita e morte) che cosa rimane a noi se non l'eternità di un ciclo continuo di nascita-vita-morte? Perché prima di nascere eravamo qualcosa e dopo la morte saremo qualcosa.
È la solita solfa del "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma".
Ma perché? Perché le cose stanno così?
E si ritorna a "perché c'è qualcosa invece che il nulla?" Ecc...ecc...
Per arrivare poi a "perché il perché?" E a "cos'è la domanda?" E "il linguaggio?" "La verità?"
Ma perché non volere "la falsità?" Oppure ancora..."niente affatto?"
Forse tutto questo è perché non abbiamo niente di meglio da fare una volta soddisfatti i nostri bisogni fondamentali.
Allora viva la concretezza! Si ma...la fantasia? Il progresso? L'ispirazione?
Cosa sto cercando secondo voi?
Il perché dei perché? La domanda delle domande?
Ma perché, invece, non dire Tutto ed il suo contrario che tanto... perché mettere ordine?
Io sento, percepisco che il mondo va...ma...dove? Perché?
E fatta pure questa considerazione, perché mi ostino a fare un discorso di senso compiuto in un forum su internet invece che parlare a caso di qualsiasi cosa che, come detto prima, tanto... perché mettere ordine?
E a quell'ordine mi riferisco alla filosofia, alla scienza, ad ogni forma di pensiero.
E perché mi ostino a imporre il verbo, il punto di vista? Perché voglio essere quello che dice La Verità (con la "v" maiuscola)?
Ok, ma perché?
E rincomincia il loop infinito dietro alla stessa cosa...alla fine non ho detto nulla di nuovo, vedete? E poi si dice che filosofia è pensiero logico, consequenziale e discorso di senso compiuto...forse una volta...ora le cose sono cambiate.
Ma il mio discorso, quindi, dove voleva arrivare? Ovunque e da nessuna parte.
Non ho mai studiato in vita mia...al massimo letto qualcosa qua e la (di filosofia e di scienza) e non leggerò (credo mai) un libro di filosofia o di scienza perché mi annoierei a morte (credo non so). Se volete fare discorsi e consigliarmi letture/studi siete liberi di farlo o meno però io credo che non intraprenderò mai un percorso universitario di tipo umanistico/scientifico perché...non ho voglia.
Ma allora perché cerco di andare sempre oltre, sempre più a fondo nelle cose se poi non ho la minima coerenza né in quello che penso, che dico e né in quello che faccio?
Come posso darmi un limite in tutto ciò? Oppure sarebbe sbagliato darmelo?
Ho pensieri molto altalenanti in tutto ciò. Un momento penso:"si, diventerò il più grande pensatore di tutti i tempi" e l'istante dopo:"esci, vai in discoteca e chissenefrega di tutto ciò".
E tornando al titolo del post: Mah...ditemi voi.
Un caro saluto al forum,
Bergamaschi Damiano.
Questa volta mi piacerebbe parlare di un argomento su cui sto riflettendo ultimamente e che sta portando (forse) un cambiamento in me. Premetto che ho 28 anni e di cose da sperimentare ne ho ancora molte. Però ho già "visto" cose che mi sembrano interessanti per uno della mia età. O magari mi sbaglio.
Comunque...
Ho la sensazione che si voglia sempre andare oltre nelle cose...fare sempre di più. Pensare in maniera sempre più complessa. Pensare sempre più in grande ecc...
Ma perché non volere di meno? Perché non si riesce a vivere di quelle quattro cose che servono e lasciare che il mondo, la vita, vadano avanti?
Perché pensare,agire, dover essere? Quell'istinto che ci spinge a superare i limiti in ogni campo da dove viene? Perché c'è?
Io vedo che il mondo è una gabbia. Si, una gabbia che vuole ucciderti. Ogni cosa in tutto l'universo è progettata per eliminare la vita.
E la vita stessa compare non appena c'è la minima possibilità.
Ma anche se c'è questa lotta tra opposti (vita e morte) che cosa rimane a noi se non l'eternità di un ciclo continuo di nascita-vita-morte? Perché prima di nascere eravamo qualcosa e dopo la morte saremo qualcosa.
È la solita solfa del "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma".
Ma perché? Perché le cose stanno così?
E si ritorna a "perché c'è qualcosa invece che il nulla?" Ecc...ecc...
Per arrivare poi a "perché il perché?" E a "cos'è la domanda?" E "il linguaggio?" "La verità?"
Ma perché non volere "la falsità?" Oppure ancora..."niente affatto?"
Forse tutto questo è perché non abbiamo niente di meglio da fare una volta soddisfatti i nostri bisogni fondamentali.
Allora viva la concretezza! Si ma...la fantasia? Il progresso? L'ispirazione?
Cosa sto cercando secondo voi?
Il perché dei perché? La domanda delle domande?
Ma perché, invece, non dire Tutto ed il suo contrario che tanto... perché mettere ordine?
Io sento, percepisco che il mondo va...ma...dove? Perché?
E fatta pure questa considerazione, perché mi ostino a fare un discorso di senso compiuto in un forum su internet invece che parlare a caso di qualsiasi cosa che, come detto prima, tanto... perché mettere ordine?
E a quell'ordine mi riferisco alla filosofia, alla scienza, ad ogni forma di pensiero.
E perché mi ostino a imporre il verbo, il punto di vista? Perché voglio essere quello che dice La Verità (con la "v" maiuscola)?
Ok, ma perché?
E rincomincia il loop infinito dietro alla stessa cosa...alla fine non ho detto nulla di nuovo, vedete? E poi si dice che filosofia è pensiero logico, consequenziale e discorso di senso compiuto...forse una volta...ora le cose sono cambiate.
Ma il mio discorso, quindi, dove voleva arrivare? Ovunque e da nessuna parte.
Non ho mai studiato in vita mia...al massimo letto qualcosa qua e la (di filosofia e di scienza) e non leggerò (credo mai) un libro di filosofia o di scienza perché mi annoierei a morte (credo non so). Se volete fare discorsi e consigliarmi letture/studi siete liberi di farlo o meno però io credo che non intraprenderò mai un percorso universitario di tipo umanistico/scientifico perché...non ho voglia.
Ma allora perché cerco di andare sempre oltre, sempre più a fondo nelle cose se poi non ho la minima coerenza né in quello che penso, che dico e né in quello che faccio?
Come posso darmi un limite in tutto ciò? Oppure sarebbe sbagliato darmelo?
Ho pensieri molto altalenanti in tutto ciò. Un momento penso:"si, diventerò il più grande pensatore di tutti i tempi" e l'istante dopo:"esci, vai in discoteca e chissenefrega di tutto ciò".
E tornando al titolo del post: Mah...ditemi voi.
Un caro saluto al forum,
Bergamaschi Damiano.