L'Islam non è una religione, non c'è nulla di realmente religioso in esso se non il riferimento mistificatorio alla figura di "Dio". Ma il Dio delle religioni semitiche (e quindi non solo dell'Islam ma anche dell'ebraismo e del cristianesimo) è semplicemente un legislatore e un dispensatore di pene o di favori. E' un Sultano, un califfo, cioè una autorità centrale e indiscutibile che amministra il suo regno con leggi fisse e inappellabili.
E qui sta la trappola di queste religioni: una legge umana può essere contestata, abrogata o modificata, ma quelle divine no, in special modo dal momento che si è stabilito che l'ultimo e l'unico "profeta" valido – l'unico che ha cioè il sacrosanto diritto di parlare in nome di "Dio", è Maometto. Questo fa sì che l'Islam sia una specie di vicolo cieco, un buco nero, nel quale si può solo entrare e non uscire, se non con la morte, e che impedisce ogni evoluzione della mente umana, il suo fiorire, che può avvenire solo nella libertà e nella adattabilità intelligente a i tempi e ai luoghi.
Dio non richiede obbedienza, Dio, e la vita e il cosmo ne sono testimoni, richiede intelligenza. La stessa idea di obbedienza ad un codice morale scritto e fissato per sempre è una idea profondamente irreligiosa. L'obbedienza è necessaria per evitare i castighi e ottenere i favori, e questo è un rapporto commerciale che fa leva sulla natura dell'ego e non un principio religioso. Adoro (o obbedisco a) Dio perché così mi assicuro un vantaggio, qui o nell'aldilà, e questo è l'egoismo più alto. Questo tipo di "religioni" sono solo un modo per assecondare le idiosincrasie del nostro ego, per fugarne le paure e per dargli una pseudo sicurezza basata su una illusione. La vera religione è la libertà da ogni illusione creata dall'io e non una fuga infantile in immagini inconsistenti.
Diciamo di "adorare" Dio ma in realtà non lo amiamo e non siamo neppure interessati a lui e alla dimensione sacra. Ciò a cui siamo interessati è semplicemente noi stessi, i nostri piaceri, i nostri possessi, Dio è solo lo strumento per ottenere ciò che vogliamo e per questo siamo disposti anche ad uccidere. Il paradiso dei musulmani è un luogo di piacere, una concezione essenzialmente materialistica, e materialistiche sono tutte le pulsioni che guidano i "fedeli". E la natura marcatamente egoica dell'Islam si rivela nella sua ossessione per la conquista, per il potere, per il dominio. Il fatto che questo dominio sia inteso per "Dio", e che quindi ad esso ci si debba sottomettere, è una mistificazione infantile dato che questo "Dio" è solo la proiezione di se stessi, un ego ingigantito e magnificato, e di fatto la sottomissione richiesta e sempre verso una autorità terrena come il califfo.
Se si comprende questo fatto centrale, si comprenderà anche come l'Islam non sia una religione ma solo un movimento politico che si serve dell'idea di Dio per creare una maggiore obbedienza e quindi potere. L'Islam è in ultima analisi una ideologia totalitaria e totalizzante ben più pericolosa del nazismo o del comunismo. Queste ultime due, essendo solo istituzioni umane, possono essere modificate o abolite, ma la legge "divina" non potrà mai esserlo.
L'umanità di trova ad una svolta: accettare l'Islam perché è "politicamente corretto" e perché è una religione consolidata e rispettabile porterà solo ad una illusoria e temporanea tregua sociale – peraltro necessaria – e ad una pseudo tolleranza – ugualmente necessaria. Ma il prezzo che l'umanità dovrà pagare per questo sarà l'arresto di ogni vero sviluppo culturale e spirituale.
E qui sta la trappola di queste religioni: una legge umana può essere contestata, abrogata o modificata, ma quelle divine no, in special modo dal momento che si è stabilito che l'ultimo e l'unico "profeta" valido – l'unico che ha cioè il sacrosanto diritto di parlare in nome di "Dio", è Maometto. Questo fa sì che l'Islam sia una specie di vicolo cieco, un buco nero, nel quale si può solo entrare e non uscire, se non con la morte, e che impedisce ogni evoluzione della mente umana, il suo fiorire, che può avvenire solo nella libertà e nella adattabilità intelligente a i tempi e ai luoghi.
Dio non richiede obbedienza, Dio, e la vita e il cosmo ne sono testimoni, richiede intelligenza. La stessa idea di obbedienza ad un codice morale scritto e fissato per sempre è una idea profondamente irreligiosa. L'obbedienza è necessaria per evitare i castighi e ottenere i favori, e questo è un rapporto commerciale che fa leva sulla natura dell'ego e non un principio religioso. Adoro (o obbedisco a) Dio perché così mi assicuro un vantaggio, qui o nell'aldilà, e questo è l'egoismo più alto. Questo tipo di "religioni" sono solo un modo per assecondare le idiosincrasie del nostro ego, per fugarne le paure e per dargli una pseudo sicurezza basata su una illusione. La vera religione è la libertà da ogni illusione creata dall'io e non una fuga infantile in immagini inconsistenti.
Diciamo di "adorare" Dio ma in realtà non lo amiamo e non siamo neppure interessati a lui e alla dimensione sacra. Ciò a cui siamo interessati è semplicemente noi stessi, i nostri piaceri, i nostri possessi, Dio è solo lo strumento per ottenere ciò che vogliamo e per questo siamo disposti anche ad uccidere. Il paradiso dei musulmani è un luogo di piacere, una concezione essenzialmente materialistica, e materialistiche sono tutte le pulsioni che guidano i "fedeli". E la natura marcatamente egoica dell'Islam si rivela nella sua ossessione per la conquista, per il potere, per il dominio. Il fatto che questo dominio sia inteso per "Dio", e che quindi ad esso ci si debba sottomettere, è una mistificazione infantile dato che questo "Dio" è solo la proiezione di se stessi, un ego ingigantito e magnificato, e di fatto la sottomissione richiesta e sempre verso una autorità terrena come il califfo.
Se si comprende questo fatto centrale, si comprenderà anche come l'Islam non sia una religione ma solo un movimento politico che si serve dell'idea di Dio per creare una maggiore obbedienza e quindi potere. L'Islam è in ultima analisi una ideologia totalitaria e totalizzante ben più pericolosa del nazismo o del comunismo. Queste ultime due, essendo solo istituzioni umane, possono essere modificate o abolite, ma la legge "divina" non potrà mai esserlo.
L'umanità di trova ad una svolta: accettare l'Islam perché è "politicamente corretto" e perché è una religione consolidata e rispettabile porterà solo ad una illusoria e temporanea tregua sociale – peraltro necessaria – e ad una pseudo tolleranza – ugualmente necessaria. Ma il prezzo che l'umanità dovrà pagare per questo sarà l'arresto di ogni vero sviluppo culturale e spirituale.