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Discussioni - paul11

#1
 ".....rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori....." tratto dal Padre Nostro.
Si dice sia l'unica preghiera insegnata da Gesù e mi sono sempre chiesto come mai sia stata inserita in una preghiera.  Al di là dell'aspetto spirituale, diversamente avrei aperto la discussione in spiritualità, oltre alla filosofia  teoretica del fondamento , mi appassionano gli istituti giuridici ed economici come ricerca "archeologica", da dove e come nascono determinati istituti giuridici e alcuni concetti economici. Una mia ricerca storica  a suo tempo riguardò come e dove storicamente nascesse l'interesse economico, il tasso d'interesse sul capitale.
Ebbene già nel codice di Hammurabi si parla di affitto di terreni ,di tasso d'interesse.
Adatto che a mio parere la scienza economica moderna non è neppure scienza, è opinione, eppure nulla come l'economia è così impellente materialmente per poter vivere.
La mia domanda è: è possibile vivere senza fare debiti?
Questa mia domanda nasce dalla constatazione contemporanea che l'economia si sostiene col debito e col debito si perde l'equipollenza fra valore monetario e bene (qualunque oggetto scambiabile economicamente). Quello che economicamente viene definito inflazione, deflazione, svalutazione è il tentativo di riequilibrare il rapporto economico fra valore monetario e bene. Ormai tutti fanno debiti e le finanziarie sono tutte pronte a finanziarlo questo debito, dallo smartphone ,al mutuo per la casa.
Un'altra considerazione che pongo : il debito riguarda anche la morale? E' questa domanda che mi ha spinto verso il problema filosofico di un concetto  economico.


Su queste due domande chiederei le vostre argomentazioni.
#2
Tematiche Filosofiche / La sicurezza
16 Gennaio 2021, 16:08:21 PM
 Pongo la tematica in ambito filosofico, in quanto ritengo che la sicurezza  sia la motivazione che porta a molte costruzioni strutturali filosofiche, anche se poteva starci benissimo anche  nel forum in attualità e cultura.


Analizzando diversi profili interdisciplinari, che vanno dalla psicologia soprattutto, passando per l'economia, politica, ritengo che la sicurezza vada abbinata al conformismo.


Perchè l'uomo tende ad avere il controllo delle  innumerevoli situazioni che la vita propone.
Quando perde il controllo, in qualunque campo, ma soprattutto psicologico, diventa autodistruttivo.


La scienza nasce dal punto di vista motivazionale come predizione. Potremmo dire che gli oracoli, i riti "magici" predittivi erano il tentativo di avere sotto controllo anche il futuro e il futuro per sua natura è instabile, insicuro, rischioso.


Siamo conformisti per natura, nel senso che tendiamo a ritualizzare gesti quotidiani che ci rassicurano ,che non ci fanno perdere tempo ed energie a pensare o fare. Ci sediamo a casa al nostro posto, scegliamo nel letto dove dormire la nostra posizione, lo scandire quotidiano del tempo fanno scoccare i tempi ordinari del fare, del pensare, del leggere, del riposare.


Tutto ciò che rompe la conformità, la sicurezza, la pace, l'equilibrio, che sono personalizzati, rompe "le scatole", perchè si entra nella zona del disagio e delle difficoltà.
Questa sicurezza della conformità è rassicurante, è naturale e diventa forte nel momento in cui i nostri pensieri costruttivi semplici, che sono dicotomici (ognuno ha una propria idea di buono/cattivo, bene/male, ecc.) costruiscono, via via, possibilità di predire, anticipare, gli eventi che la vita propone, così che o siamo confortati dal fatto "...ecco lo sapevo che finiva così", oppure se non riusciamo ad anticipare gli eventi che non rientrando nelle significazioni di senso degli eventi, sconnettono la sicurezza dei nostro nucleo di pensiero.


Perchè questa sicurezza, conformità è importante?
Perché il popolo è conformista, economicamente, politicamente, psicologicamente, perché uscire dal sentiero naturale per rischiare nuovi sentieri....è una scommessa sul futuro.


Ma nonstante tutto esiste l'intraprendenza, la libertà che collidono con la sicurezza.
In politica dall'attentato delle torri gemelli al covid attuale l'antitesi fra maggiore sicurezza porta a minore libertà oppure viceversa.


Filosoficamente stavo pensando: "Chissà cosa direbbe Nietzsche?". Nel senso che la sua idea di natura forse è in contrasto con quanto su esposto.


Voi cosa ne pensate in generale se davvero la sicurezza è una nostra (ma direi di tutti gi esseri viventi)prerogativa naturale?
#3
 Nietzsche distingue il pensiero genuinamente filosofico, dal pensiero calcolante.
Il filosofo è mosso da una intuizione mistica,dalla fede nell'unità delle cose, che non proviene dalla ragione. Questa intuizione ci spinge al di là dei limiti dell'esperienza. L'intelletto calcolatore poi la segue pesantemente, cercando degli appoggi. Il pensiero filosofico non va confuso con il pensiero calcolante., perché percorre rapidamente grandi spazi, mentre quello calcolante procede a tentoni. E perché è spinto dalla fantasia, una forza illogica, che lo fa balzare di possibilità in possibilità. Il filosofo sa  dunque che il suo linguaggio, la dialettica, è inadeguato a esprimere l'unità mistica che sta al di là delle cose, ma questo linguaggio è l'unico mezzo per esprimere metaforicamente ciò che ha contemplato.
Il filosofo sa distinguere ciò che è più grande e più importante, più meritevole di essere conosciuto, da ciò che non lo è.
La scienza per contro si getta a capofitto sulle cose che divora tutte, senza distinguere,
La filosofia disciplina il desiderio di conoscenza con il concetto di grandezza, indirizzando il sapere verso l'essenza delle cose.
#4
Tematiche Filosofiche / Dialogo socratico Menone
26 Aprile 2020, 11:32:34 AM
 "L'aristocrazia,da cui siamo retti e che si è conservata, da quel tempo fino ad oggi, quasi ininterrottamente: uno lo chiama democrazia, un altro con un altro nome che gli piace; in verità si tratta di aristocrazia accompagnata dal consenso popolare. Abbiamo sempre avuto dei re, o di nascita o di elezione, ma padrone della Città è stato per lo più il popolo che affida cariche e poteri a chi, ogni volta, ne sembra più degno, senza che alcuno venga escluso per mancanza di appoggi, povertà od oscurità di nascita, né per condizioni opposte venga insignito di onori, come nelle altre Città, ma questa sola norma  vige, che abbia  i poteri e governi chi gode fama di saggio e virtuoso. Il fondamento di questo tipo di costituzione è l'eguaglianza dell'origine; mentre le altre Città sono formate da uomini di disparati generi e provenienze, così che anche i loro governi risentono di tali disuguaglianze e sono tirannidi e oligarchie e quanti vi abitano si considerano reciprocamente o schiavi o padroni, noi e i nostri, invece, tutti fratelli, perché generati dalla stessa madre, non riteniamo giusto essere schiavi o padroni gli uni degli altri, ma l'uguaglianza della nascita, secondo natura, ci spinge a ricercare anche la parità giuridica attraverso la legge e a non sottometterci gli uni agli altri, se non di fronte a superiorità di virtù e di intelligenza."




Questa era Atene duemilacinquecento anni fa.
.......passa il tempo, diviene la storia, mutano le generazioni...............
sono superate le considerazioni che Socrate  pone o qualcosa rimane nel vento della storia?
#5
Tematiche Filosofiche / Il ruolo della filosofia
09 Marzo 2020, 00:44:16 AM
 Ultimamente in diverse discussioni filosofiche, emerge un diverso intento filosofico.
Mi chiedo e chiedo, ma quale ruolo ha, o dovrebbe avere la filosofia in generale?
Ha avuto un ruolo storico e quale?
Quale ruolo dovrebbe avere la filosofia oggi?


Queste domande me le pongo io stesso periodicamente.
Quando iniziai , parecchi anni fa a studiare filosofia, la mia motivazione era che la filosofia segnava una cultura. Il modo in cui la filosofia costruiva i suoi fondamentali determinava il modo in cui le persone rappresentavano le loro domande e risposte e di conseguenza si comportavano.
La scuola insegna che ogni periodo storico, ogni civiltà ha avuto dei pensatori, artisti, scienziati, che
anticipavano i tempi e segnavano le epoche.


Heidegger il secolo scorso disse il famoso e provocatorio "la filosofia è morta". E' morta davvero?
Un altra domanda è implicita: ma che cosa è la filosofia?
#6
Tematiche Filosofiche / Sileno
27 Febbraio 2020, 14:13:30 PM
 Da: La tragedia greca di F. Nietzsche


Racconta la favola antica, che il re Mida inseguì a lungo nella selva il savio Sileno, il compagno di Dioniso, senza poterlo prendere. Quando finalmente gli cadde nelle mani, gli domandò il re quale fosse per gli uomini la cosa migliore e la più eccellente di tutte. Il demone taceva, rigido e immoto; finché, sforzato dal re, ruppe in un riso sibilante con queste parole.
"Stirpe misera e caduca, figlia del caso e dell'ansia, perché mi costringi a dirti ciò che è per te il meno profittevole a udire? Ciò che è per te la cosa migliore di tutte, ti è affatto irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma, dopo questa impossibile, la cosa migliore per te, ecco, è morir subito."



Ci sono parecchie chiavi di lettura.....oltre a quella di Nietzsche



#7
Tematiche Filosofiche / Filosofia politica
08 Novembre 2019, 00:14:24 AM
La giustizia

Inizierei dalla giustizia.

Ci sono due forme classiche di giustizia: quella commutativa e quella distributiva.
La commutativa è definita giusta quando lo scambio è di uguale valore. Regola i rapporti dei singoli fra di loro.
La distributiva si ispira all'autorità pubblica dove oneri ed onori sono gli oggetti; ma a ciascuno viene dato a seconda dei criteri che possono cambiare la situazione oggettiva,oppure dei punti di vista, in cui i criteri più comuni sono sono:
- a ciascuno secondo il merito,
- a ciascuno secondo il bisogno,
- a ciascuno secondo il lavoro.

La giustizia commutativa avviene fra due parti: la giustizia distributiva avviene fra tutte le parti.


Non voglio, almeno per ora, scrivere di più.
In funzione dei post che ci saranno, si vedrà.

Nella giustizia distributiva i criteri personalmente li deciderei in questo modo:
1) tutti devono avere un minimo vitale che gli consenta di avere una casa, non necessariamente di proprietà, e i beni e servizi necessari al sostentamento.
2) il criterio del lavoro e del merito sono relazionati. Si dovrebbe decidere che dal più basso salario/stipendio/ rendita, al più alto vi sia un moltiplicatore che non superi una certa cifra remunerativa.
Se ad es. il più basso fosse 1.000 euro netti al mese (per 40 ore di lavoro settimanale), il più alto
non può superare i 5.000 euro. Il moltiplicatore è quindi 5 volte. E' solo un esempio.

Cosa ne pensate? Come concetto di giustizia. Come commutazione e distribuzione.
Il ruolo dei singoli e il ruolo dello stato.
Come si è storicamente, giuridicamente, politicamente e filosoficamente mutato il concetto
nelle forme e dottrine sociali.
#8
Appunti su "Minima moralia" di Theodor W, Adorno che scrisse il testo fra il 1945 e 1947
L' edizione a cui feci riferimento è del 1954 e i miei appunti del 1986; edito da Einaudi.

Questi alcuni appunti.
-Chi vuole apprendere la verità sulla vita immediata, deve saper scrutare la sua forma immediata, le potenze oggettive che determinano l'esistenza individuale.
-Lo sguardo aperto sulla vita è trapassato nell'ideologia, che nasconde il fatto che non c'è più vita alcuna.
-Il borghese è tollerante: il suo amore per la gente com'è nasce dall'odio per l'uomo come dovrebbe essere
-Gli intellettuali sono gli ultimi nemici dei borghesi o, nello stesso tempo, gli ultimi borghesi: in quanto si concedono ancora il lusso del pensiero contro la nuda riproduzione dell'esistenza, si comportano come privilegiati; arrestandosi al pensiero, dichiarano la nullità del loro privilegio.
-L'immoralità della menzogna non consiste nella violazione della sacrosanta verità. Il diritto di
richiamarsi a quest'ultima spetta meno che mai ad una società che sollecita i suoi membri coatti a parlare con franchezza per poterli poi più facilmente acciuffare. L'errore è nell'eccessiva sincerità.
-C'è una nuova specie di avaro nel nostro tempo: l'avaro per cui nulla è troppo per sé e tutto è troppo caro per gli altri. Egli pensa in equivalenti, e tutta la sua vita privata sta sotto la legge di dare meno di quello che riceve,ma sempre abbastanza da ricevere qualcosa. In ogni piacere che essi fanno, si avverte la riflessione:"ma è veramente necessario?",La loro amabilità è la misura della loro spietatezza
-Gli uomini disapprendono l'arte del dono, è implicita la diffidenza. La donazione è necessariamente congiunta all'umiliazione, attraverso la distribuzione, il calcolo esatto dei bisogni,
in cui il beneficiato viene trattato come un oggetto. La vera felicità del dono è tutta nell'immaginazione della felicità del destinatario.
-La perfetta inumanità della guerra è il sogno umano della guerra senza odio.
-Quelli che mettono in vendita la propria individualità fanno proprio -giudici involontari di se stessi- il verdetto che la società ha già pronunciato su di loro. E giustificano così, anche oggettivamente l'ingiustizia che hanno subito
-Il luteranesimo ha identificato immediatamente la libertà spirituale con l'affermazione dell'oppressione reale.
-Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza
- Il compito attuale dell'arte è di introdurre il caos nell'ordine.

Ribadisco, sono solo alcuni appunti. ma emerge la malattia sociale e individuale e sono scritti dell'autore appena dopo l'ultima guerra mondiale:cosa ne pensate?
#9
Attualità / Articolo 67 della Costituzione italiana
27 Settembre 2019, 16:22:16 PM
"Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni SENZA vincolo di mandato".Così recita l'articolo.

Il vincolo sarebbe legato agli elettori, al partito, al luogo(circoscrizione) elettorale, a cui il membro parlamentare dovrebbe fare riferimento. Ma essendo, una volta eletto, rappresentante all'interno di un Parlamento che ha caratteristiche nazionali e non particolari, l'articolo antepone
il bene nazionale a qualunque altro vincolo di mandato rappresentativo.

Adatto che il M5S lo vorrebbe modificare, per bloccare la possibilità che un membro eletto in una lista di un partito, possa poi avere il diritto di poter cambiare anche il partito :

cosa ne pensate?
#10
Tematiche Filosofiche / Eric Voegelin
29 Agosto 2019, 23:30:26 PM
Erich Voegelin è un importante personalità del Novecento, di cui, in sintesi, potrebbe così essere descritto il suo pensiero:

[tratto da https://www.cosmopolisonline.it/articolo.php?numero=XI22014&id=17 ]

L'essenza dello gnosticismo consiste nell'eliminare il piano trascendente dell'esistenza umana, nell'immanentizzare l'eschatoncristiano, nel sancire la morte di Dio autodivinizzando l'uomo e, infine, nel fornire un modello di salvezza affine a quello cristiano, ma opposto ad esso, perché mondano. In base a queste coordinate, la comprensione del simbolismo gioachimita si precisa: quattro sono i simboli che Voegelin ricava leggendo Gioacchino sotto la lente dell'escatologia gnostica. Il primo è la concezione della storia come sequenza di età (la terza delle quali raggiungerebbe un completamento finale); il secondo è quello del leader che introduce ogni epoca; il terzo è il profeta ed il quarto è la stessa comunità di perfezione .
Voegelin enuncia poi tre possibili varianti gnostico-ideologiche: se l'accento è posto sulla componente teleologica del pellegrinaggio quale movimento verso un non chiaro futuro di perfezione, ne consegue un'interpretazione progressista come in Diderot e D'Alembert; se l'accento cade sulla componente di perfezione finale ,unmondo di sogni assiologici, senza chiarezza circa i mezzi per raggiungere tale stato, ci troviamo di fronte a risultati utopistici, come quelli di Tommaso Moro o dei più recenti idealismi sociali; qualora il movimento progressivo e l'obiettivo finale siano chiaramente messi in luce e quindi il processo di immanentizzazione si estenda al simbolismo cristiano nel suo complesso, ne risulta il misticismo attivista di uno stato di perfezione, come prefigurato, per esempio, da Marx -


E' bene chiarire che per Voegelin c'è una forte differenza fra cristianesimo e gnosticismo.
Il cristianesimo trascende e Voegelin ne è d'accordo; lo gnosticismo, invece ,credendo che un demiurgo (il male) abbia creato il mondo, l'uomo immanentemente (contrario al trascendente) deve cambiare il corso della storia, ponendosi nella mondanità.

Gioacchino da Fiore è un famoso abate del dodicesimo secolo.
Credeva che la storia umana seguisse il principio trinitario : il tempo del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo (che è la modernità). Voegelin ritiene che il simbolismo gioachimita segua il processo gnostico, di immanentizzazione.
D'altra parte ,nella storia del pensiero cristiano apparvero fra gli altri ,ad esempio, anche i millenaristi .

Voegelin fuggì dal nazionalsocialismo tedesco intravvedendone i simbolismi gnostico immanentistici, fin dalla prima ora.