mi piacerebbe essere una grande scrittrice. la nostra politica offre a volte degli spunti degni di un grande romanzo. a volte si manifestano dei personaggi tragici.
uno dei personaggi più tragici secondo me è fini. non ne sto facendo una questione di partito. quel che mi interessa in questo momento di fini è la sua storia. o, meglio, quel che vi intravedo io della sua storia.
mi colpisce la sua storia, mi colpiscono le sue vicende.
come uomo politico, al di là delle proprie opinioni personali, era considerato un politico di gran razza, era cresciuto all'interno di un partito politico, era stato considerato come il delfino, l'erede prediletto, di un personaggio fortemente carismatico come almirante. sotto la sua guida il suo partito si era trasformato fino a diventare un partito relativamente importante nello scenario politico nazionale. si potevano non condividere le sue idee, ma si doveva convenire che sapeva esporle con chiarezza e difenderle con efficacia. nel panorama politico nazionale spiccava per il fatto di avere una visione politica abbastanza articolata e coerente, come hanno solo coloro che hanno compiuto studi specifici e acquisito esperienza in campo politico. in effetti non c'erano molti politici degni di questo nome. a parte lui rimaneva qualcuno che aveva fatto parte dell'ex partito comunista.
si può parlare male quanto si vuole dei partiti della prima repubblica, ma si deve riconoscere che erano strutture in grado di formare persone in grado di avere una visione politica e di sostenere le proprie idee in un confronto.
chi si ricorda le tribune politiche di jader jacobelli. una volta a settimana un politico veniva sottoposto a domande di 5 o 6 giornalisti, anche di giornali stranieri e il politico doveva rispondere puntualmente a tutte le domande. se non riusciva ad essere convincente il suo partito perdeva di credibilità. i segretari di partito e i politici di spicco dovevano saper cavarsela anche in caso di domande spinose ed imbarazzanti.
ecco fini era uno dei pochi politici italiani in grado di reggere un simile confronto politico.
per queste sue caratteristiche - e forse non solo - era tenuto in grande considerazione sia dai simpatizzanti delle sue idee che dai suoi avversari.,era un punto di riferimento nello scenario politico.
era quel che si dice un politico di razza. lo so che questa espressione desta un gran sospetto, ma con questa espressione voglio indicare una persona di capacità dialettiche e di solida preparazione socio-politico-economico. uso questa espressione in senso positivo.
tutto gli andò bene, dal punto di vista politico, fino a quando non ebbe la (s)ventura di incontrare una giovane donna, già amante di un mezzo farabutto più vecchio di lei di oltre trent'anni. il mezzo farabutto oltretutto era piuttosto brutto, ma era piuttosto ricco. chiunque avrebbe sospettato che costei doveva essere molto sensibile al portafoglio. chiunque avrebbe avuto un minimo di prudenza, lui no. fini se ne invaghì tanto da lasciare la moglie e farci anche due figlie.
a me fini sembra che sia stato raggirato in maniera archetipica. non mi viene altro aggettivo. proprio perché archetipico questo raggiro ha avuto conseguenze altrettanto archetipiche: il gran politico di razza sii fidò dei familiari della sua nuova moglie che erano uno peggio dell'altro. in particolare il fratello di lei si appropriò in maniera fraudolenta di un appartamento a montecarlo. in pratica fini e tutta la considerazione di cui godeva e tutta la carriera furono svenduti dal cognato senza scrupoli per un milione di euro o poco più.
tutti gli archetipi hanno in sé la forza della tragedia.
non posso fare a meno di paragonare fini a qualche grande eroe tragico.
me lo immagino nei panni di re lear.
me lo immagino nel momento in cui ha capito di essere stato raggirato dalla donna che lo aveva stregato. se fossi una grande scrittrice mi piacerebbe descrivere l'incredulità, lo stupore, la rabbia, la delusione, l'amarezza, la compassione per le sue due povere figlie innocenti che per tutta la loro vita porteranno il peso di essere le figlie di una poco di buono.
me lo immagino disperarsi per essere stato uno sciocco da aver buttato così malamente una carriera politica e anche la sua reputazione di uomo onesto.
me lo immagino nel momento in cui iniziò a riversarsi su di lui il fango di uno scandalo.
me lo immagino continuare ad essere innamorato della donna a cui ha sacrificato tutto quel che aveva costruito in tutta la sua vita.
me lo immagino e mi fa pena.
uno dei personaggi più tragici secondo me è fini. non ne sto facendo una questione di partito. quel che mi interessa in questo momento di fini è la sua storia. o, meglio, quel che vi intravedo io della sua storia.
mi colpisce la sua storia, mi colpiscono le sue vicende.
come uomo politico, al di là delle proprie opinioni personali, era considerato un politico di gran razza, era cresciuto all'interno di un partito politico, era stato considerato come il delfino, l'erede prediletto, di un personaggio fortemente carismatico come almirante. sotto la sua guida il suo partito si era trasformato fino a diventare un partito relativamente importante nello scenario politico nazionale. si potevano non condividere le sue idee, ma si doveva convenire che sapeva esporle con chiarezza e difenderle con efficacia. nel panorama politico nazionale spiccava per il fatto di avere una visione politica abbastanza articolata e coerente, come hanno solo coloro che hanno compiuto studi specifici e acquisito esperienza in campo politico. in effetti non c'erano molti politici degni di questo nome. a parte lui rimaneva qualcuno che aveva fatto parte dell'ex partito comunista.
si può parlare male quanto si vuole dei partiti della prima repubblica, ma si deve riconoscere che erano strutture in grado di formare persone in grado di avere una visione politica e di sostenere le proprie idee in un confronto.
chi si ricorda le tribune politiche di jader jacobelli. una volta a settimana un politico veniva sottoposto a domande di 5 o 6 giornalisti, anche di giornali stranieri e il politico doveva rispondere puntualmente a tutte le domande. se non riusciva ad essere convincente il suo partito perdeva di credibilità. i segretari di partito e i politici di spicco dovevano saper cavarsela anche in caso di domande spinose ed imbarazzanti.
ecco fini era uno dei pochi politici italiani in grado di reggere un simile confronto politico.
per queste sue caratteristiche - e forse non solo - era tenuto in grande considerazione sia dai simpatizzanti delle sue idee che dai suoi avversari.,era un punto di riferimento nello scenario politico.
era quel che si dice un politico di razza. lo so che questa espressione desta un gran sospetto, ma con questa espressione voglio indicare una persona di capacità dialettiche e di solida preparazione socio-politico-economico. uso questa espressione in senso positivo.
tutto gli andò bene, dal punto di vista politico, fino a quando non ebbe la (s)ventura di incontrare una giovane donna, già amante di un mezzo farabutto più vecchio di lei di oltre trent'anni. il mezzo farabutto oltretutto era piuttosto brutto, ma era piuttosto ricco. chiunque avrebbe sospettato che costei doveva essere molto sensibile al portafoglio. chiunque avrebbe avuto un minimo di prudenza, lui no. fini se ne invaghì tanto da lasciare la moglie e farci anche due figlie.
a me fini sembra che sia stato raggirato in maniera archetipica. non mi viene altro aggettivo. proprio perché archetipico questo raggiro ha avuto conseguenze altrettanto archetipiche: il gran politico di razza sii fidò dei familiari della sua nuova moglie che erano uno peggio dell'altro. in particolare il fratello di lei si appropriò in maniera fraudolenta di un appartamento a montecarlo. in pratica fini e tutta la considerazione di cui godeva e tutta la carriera furono svenduti dal cognato senza scrupoli per un milione di euro o poco più.
tutti gli archetipi hanno in sé la forza della tragedia.
non posso fare a meno di paragonare fini a qualche grande eroe tragico.
me lo immagino nei panni di re lear.
me lo immagino nel momento in cui ha capito di essere stato raggirato dalla donna che lo aveva stregato. se fossi una grande scrittrice mi piacerebbe descrivere l'incredulità, lo stupore, la rabbia, la delusione, l'amarezza, la compassione per le sue due povere figlie innocenti che per tutta la loro vita porteranno il peso di essere le figlie di una poco di buono.
me lo immagino disperarsi per essere stato uno sciocco da aver buttato così malamente una carriera politica e anche la sua reputazione di uomo onesto.
me lo immagino nel momento in cui iniziò a riversarsi su di lui il fango di uno scandalo.
me lo immagino continuare ad essere innamorato della donna a cui ha sacrificato tutto quel che aveva costruito in tutta la sua vita.
me lo immagino e mi fa pena.