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Discussioni - Jean

#1
Pensare all'... aldilà stranamente (?) mi fa focalizzare meglio l'aldiqua, realizzando l'immensa fortuna d'aver ancora un corpo-coscienza in funzione; altresì a loro associati, detengo qualche risparmio, l'auto e un blog personale.
Di quest'ultimo prima o poi pagherò una decina di annualità, nel caso... e poi polvere al vento...

Così, per associazione, ti domando, Ivo, se hai pensato a tua volta il destino futuro di questo forum, un luogo virtuale dove ho trovato persone reali e trascorso tempi interessanti.

Siamo tutti di passaggio... tuttavia, per un tempo più o meno lungo, qualcosa di noi permane.
Grazie (in ogni caso, per qualunque risposta).
 
Cordialement
Jean
#2
  Riflessioni sull'arte dell'amanuense
                (dedicato a doxa)





Vi son campi di fior ma sol uno colsi
che 'l suo profumo viene questo maggio,
s'espande e copre tutti quelli falsi
e con garbo sceglie il suo linguaggio.

L'uomo che di tanto, sol  la guerra vide
e l'occasion pospone e poi rinvia,
senza lo spirto il suo cuor uccide
ma l'amanuense lo riporta al crocevia.

Là t'appare la vita invero spoglia,
senza risposta la brama d'aver altro
e prosciugata la fonte della voglia
non guardi avanti né ti volti indietro.

Ma su quel foglio, tra le parol tessute
cerchi il segno ascosto alla pupilla
come il calore quando vien l'inverno,
per dar un senso a tutte le cadute
e respirar  la prima tua scintilla,
pria che l'anima ritorni nell'eterno.


#3
https://www.riflessioni.it/logos/index.php?msg=74303

Ciao doxa, il cagnolino cancellato e poi risorto è senz'altro una delle curiosità del dipinto... nella pittura non son poche simili evenienze... a cui ti puoi dedicare in mancanza d'altre idee (eh, senza impegno!).

Ma trovo maggiormente curioso e suggestivo, qui richiamandolo alla tua attenzione, un aspetto dell'opera che hai tralasciato d'evidenziare (nessun appunto, d'altronde si devono far delle scelte):
 
"Interessante la resa del cielo, ove la stesura cromatica lascia a tratti spazio alla tela lasciata grezza, con un effetto del tutto particolare"

Parere personale: Tiziano prestava la massima attenzione al cielo, affatto uno spazio "secondario da riempire, en passant..." vedi Amor sacro e Amor profano; Miracolo del marito geloso; Pala Pesaro... e lo sconcertante Martirio di San Lorenzo, con  lo squarcio ad aprire la porta tra la dimensione terrena e ultraterrena, principale soggetto dell'opera.

https://it.wikipedia.org/wiki/Martirio_di_san_Lorenzo_(Tiziano)

 
Ora, forse a causa della birra (o mirra?) che hai mancato d'offrirmi sostituendola col tuo commento (ben fatto, come al solito... doxa è una certezza...) vorrei chiederti (per integrare lo scambio reciproco) se hai notizia dell'uso di tal espediente (tela lasciata grezza) in epoche e pittori antecedenti il pittor da Battiato cantato, in quel di Pieve di Cadore?


https://youtu.be/dx4PnjHDlQg

(caro, fumi sempre?)
#4
Attualità / 667
16 Maggio 2023, 22:04:13 PM

Attualità

Serie discussioni argomentate su fatti e avvenimenti del momento
Moderatori: donquixote, Freedom, Lou, anthonyi, InVerno

Messaggi: 11.707
Discussioni: 666

Ultimo messaggio: 15 Maggio 2023, 17:49:44 PMRe: Guerra in Ucraina II... di InVerno


Per togliere questo numero (prima che sia troppo tardi..?) serviva una nuova discussione...

In Girotondo De André dimostra che nessuno fa niente per fermare la guerra, malgrado siano in molti - il mondo intero - a non volerla.

Se verrà la guerra, Marcondiro'ndero
se verrà la guerra, Marcondiro'ndà
sul mare e sulla terra, Marcondiro'ndera
sul mare e sulla terra chi ci salverà?

Ci salverà il soldato che non la vorrà
ci salverà il soldato che la guerra rifiuterà.

La guerra è già scoppiata, Marcondiro'ndero
la guerra è già scoppiata, chi ci aiuterà.
Ci aiuterà il buon Dio, Marcondiro'ndera
ci aiuterà il buon Dio, lui ci salverà.

Buon Dio è già scappato, dove non si sa
buon Dio se n'è andato, chissà quando ritornerà.

L'aeroplano vola, Marcondiro'ndera
l'aeroplano vola, Marcondiro'ndà.

Se getterà la bomba, Marcondiro'ndero
se getterà la bomba chi ci salverà?

Ci salva l'aviatore che non lo farà
ci salva l'aviatore che la bomba non getterà.

La bomba è già caduta, Marcondiro'ndero
la bomba è già caduta, chi la prenderà?

La prenderanno tutti, Marcondiro'ndera
siam belli o siam brutti, Marcondiro'ndà

Siam grandi o siam piccini li distruggerà
siam furbi o siam cretini li fulminerà.

Ci sono troppe buche, Marcondiro'ndera
ci sono troppe buche, chi le riempirà?

Non potremo più giocare al Marcondiro'ndera
non potremo più giocare al Marcondiro'ndà.

E voi a divertirvi andate un po' più in là
andate a divertirvi dove la guerra non ci sarà.

La guerra è dappertutto, Marcondiro'ndera
la terra è tutta un lutto, chi la consolerà?

Ci penseranno gli uomini, le bestie i fiori
i boschi e le stagioni con i mille colori.

Di gente, bestie e fiori no, non ce n'è più
viventi siam rimasti noi e nulla più.

La terra è tutta nostra, Marcondiro'ndera
ne faremo una gran giostra, Marcondiro'ndà.

Abbiam tutta la terra Marcondiro'ndera
giocheremo a far la guerra, Marcondiro'ndà...

https://youtu.be/XwlOvp170Qc

Girotondo di Fabrizio De André: analisi

Il testo di Girotondo di Fabrizio De André è considerato kafkiano, perché rimanda alla visione dualistica dello scrittore boemo secondo cui:
Il male conosce il bene/ma il bene non conosce il male.
Al ritmo del vivace ritornello per l'infanzia Marcondirondero, De André canta una filastrocca accompagnandosi con la chitarra. Ad affiancarlo è un coro di voci bianche: i bambini pongono al cantautore delle domande. Ma non si tratta di domande allegre così come non lo è la premessa che dà avvio al componimento, ovvero: "Se verrà la guerra".
De André ebbe la geniale intuizione di non porre una domanda così scomoda e terribile ai potenti della terra, ma di interrogare i bambini, ovvero coloro che non conoscono il male e che nella loro innocenza non possono neppure concepirlo.
 Ritrae l'assoluta follia della guerra attraverso il girotondo dei bambini che, come una metafora, ne riprende il ritmo forsennato, accelerato e senza senso.

Come nella trama di un romanzo distopico la canzone di De André raffigura un mondo sconvolto dalle bombe e dai lutti dove non c'è più posto per far giocare i bambini, che alla fine si devono rassegnare a giocare alla guerra, continuando così il loro girotondo.


https://www.sololibri.net/girotondo-canzone-fabrizio-de-andre-contro-guerra.html
#5
Percorsi ed Esperienze / Sens of humor
20 Aprile 2023, 22:09:09 PM
Bonsoir à tous les auditeurs,

L'episodio della Biblica manna potrebbe suggerire che,
al di là di ogni ateismo mistico,
essere filosofo (oggi 20 aprile 2023, ore 22) significa
aver la capacità di porre domande,
consapevole del limite della cultura umanistica
o tecnica, vedi l'ennesimo fallimento di Starship.
Giovanni "Vide e credette"
ma qui non vale il tutti per uno, uno per tutti.
Risolvere l'enigma dello spago e della plastilina,
senz'altro meno arduo della conversione di Saulo
o correre con la bici con le ruote quadrate
richiede conoscenze di Medicina e fisica, con i Pro e contro del loro rapporto sempre più stretto.
Sì, c'è la guerra in Ucraina III (... e forse IV; V;VI...)
per cui vi invito alla trascendenza: ricercate il vostro tra i mille volti di Dio
io (egodistopicamente...) sceglierei l'ineffabile sens of humor... ciao!
#6

Di qua d'una muraglia che delimita il confine
di un mondo conosciuto dove ogni cosa scorre ,
apparendo all'esistenza per ritonar nel nulla,
di cui non  trovi ragione nè il pensier soccorre
placando l'inquietudo dell'abisso senza fine,
apre la corazza e l'ali  la rossa coccinella.
 
Essa potrebbe volar di là dai cocci aguzzi,
fuggir il merlo, la serpe e le biche di formiche
giungendo all'ignoto, lontano palpitar del mare.
Ma forse paventando la sua fine tra gli spruzzi
al par di te si adatta a quelle mura amiche,
al frinir delle cicale che invitano a sognare.

................

"Meriggiare pallido e assorto"

Meriggiare pallido e assorto
 presso un rovente muro d'orto,
 ascoltare tra i pruni e gli sterpi
 schiocchi di merli, frusci di serpi.


Nelle crepe del suolo o su la veccia
 spiar le file di rosse formiche
 ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
 a sommo di minuscole biche.


Osservare tra frondi il palpitare
 lontano di scaglie di mare
 mentre si levano tremuli scricchi
 di cicale dai calvi picchi.


E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia 
com'è tutta la vita e il suo travaglio 
in questo seguitare una muraglia 
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

E. Montale
#7
Covid 19 – Progetto Testimonianze

https://rumble.com/vnag6b-vaccini-da-israele-il-progetto-testimonianze-da-non-perdere-e-condividere.html

In questa sezione di libero interscambio propongo la visione del film in oggetto per condividere l'esperienza del dubbio di cui parlava Alexander:

-dubito dei no-covid-vax e dubito anche dei pro-covid-vax

Trattandosi di un'opera che esula dall'ambito scientifico-statistico, pregherei chi volesse intervenire di astenersi dall'OT e, come si dice in gergo giornalistico, stare sul pezzo.


Grazie

J4Y
#8
La descrizione dei contenuti ammessi in questo topic (che ci riporta ai tempi del buon Maral) non potrebbe esser più calzante:


Come il progresso tecnico scientifico viene a mutare il significato del nostro esistere


Quanto accade in Israele, per ovvi motivi, è argomento ricorrente che ci riguarda da vicino-vicino, come due piselli in un bacello... Ma quanto realmente sappiamo di quello che sta avvenendo? Se fosse vero quanto afferma Robert Malone (uno dei massimi esperti di tecnologia genomica per i vaccini):


RM – Proprio così... Sembrerebbe che la Pfizer sia particolarmente aggressiva. Ho appreso proprio ieri sera da miei colleghi in Israele che i termini della Pfizer nel contratto stipulato per ottenere da parte di Israele l'accesso anticipato al vaccino sono tali per cui la Pfizer ha accesso a tutti i dati e per cui gli eventi avversi che si stanno verificando sono effettivamente disponibili alla Pfizer, ma non sono disponibili per la divulgazione al pubblico.
Quindi, quando sentiamo che non sono stati segnalati eventi avversi in Israele, beh, in realtà è per legge, per contratto, che non possono divulgare tali eventi avversi, e i termini del contratto sono tali per cui non possono essere divulgati per un periodo di 30 anni.

Quindi la Pfizer è molto aggressiva nel proteggere i propri interessi. Non credo assolutamente che facciano gli interessi del resto del mondo. Forse, quindi, c'è un'influenza indebita sui governi da parte dell'industria farmaceutica, un po' alla base di tutto... penso che questa possa essere un'ipotesi.

avrebbe ben ragione la mia amica Ipazia a dubitar del lupo che non perde il vizio.
Con lei condivido molte "perplessità" che man mano approfondiremo in questa discussione, una cosa – con calma – alla volta.


J4Y
#9
CIT. paul11 - Ci sono parecchi punti esiziali che la scienza attuale non sa ancora capire, ma ribadisco, ammetterlo significherebbe perdere credibilità, quindi ad ogni domanda rispondono con sicurezza.

Ciao paul11,


la scienza è una delle molte/possibili strutture di cui – questo il miracolo – può disporre la coscienza che ci alberga per i suoi scopi. Quando non esisteva la scienza, almeno non nella forma codificata come l'attuale, l'umanità nasceva, cresceva si moltiplicava e moriva... né più né meno di quella attuale, i passaggi fondamentali sono sempre gli stessi.


Non è mia intenzione discorrere dei tempi passati né di far confronti con l'oggi, poiché qualsiasi discorso lascerebbe ognuno con le sue convinzioni (alias il tempo che trova), in quanto la coscienza a mio vedere è un processo in atto e solo l'intervento di "energie" (leggasi "fatti") maggiori di quelle di cui ognuno dispone può alterarne il momentum (corso/direzione).


Ok, questo è il mio e il tempo di tutti e non abbiamo che queste nostre case variamente collocate nel globo terrestre dove vivere... il pensiero unico afferma l'idoneità di alcuni a scapito di quella altrui e nel contesto di questa discussione necessariamente dobbiamo prender atto che la "guida" del mondo è grandemente sottoposta al pensiero scientifico dominante.


La forza del potere finanziario-politico e dei numeri che riesce a manovrare determinano una crescente marginalizzazione del "dissenso", così che un semplice punto di vista, financo un dubbio quando espresso, può condurre "all'etichettatura", la più gettonata vax e no-vax.


Oggi, dopo un anno e mezzo di "regolamento pandemico" quello che era inimmaginabile man mano diventa realtà... la libertà non è più diritto ma concessione a seguito di qualche forma di obbedienza, la più esecrabile delle quali ottenuta col sottostare a pratiche mediche sul proprio corpo...


Non riprendo più articoli e titoli che ormai abbondano... riecco i noti virologi (molti in conflitto d'interessi con le case farmaceutiche) prospettare, dopo il divieto di movimento per chi non disponga del cosiddetto verdebile-pass, la definitiva chiusura nelle proprie abitazioni... cioè, i "vaccinati" che non dovrebbero temer nulla, protetti dall'incontro con i "sani" (perché non contagiati o di già guariti) ?


Ma, non bastasse - In Francia stanno provando a metterla sugli "effetti collaterali desiderabili" della vaccinazione, alias libertè, in alto i calici ed effusioni - stante l'auspicato obbligo e la non-insignificante percentuale di "renitenti", si arriverà in ultima... forse a TSO per chi non firmerà l'assenso?


Se e quando la scienza supporterà tali azioni avrà perso ogni residua credibilità e forse guarderemo con occhio diverso ai tempi passati, quelli delle foreste...



J4Y
#10


Il titolo di questa discussione è funzionale a distinguerla dalle altre dove, come penso direbbe la mia amica Ipazia (e Nunzio Filogamo https://youtu.be/jMGanySpxrE) tutto va bene madama la marchesa...

L'allegra (?) canzoncina da conto di una sequenza di eventi negativi (a dir poco) scaturiti da un ladro che si introduce nella proprietà e che infine causa anche la morte del cavallo... che analogia con il subdolo virus attuale!
Ma i rimedi come la cronaca quotidiana riporta pur se... statisticamente insignificanti possono rivelarsi peggiori del male, come la notizia di oggi pare anticipare:
Autopsia paziente vaccinato, Tiboni (MIC): "La Spike che danneggia le cellule trovata in ogni organo. Chieste spiegazioni al Ministro della Sanità".
https://www.altrainformazione.it/wp/2021/06/18/autopsia-paziente-vaccinato-tiboni-mic-la-spike-che-danneggia-le-cellule-trovata-in-ogni-organo-chieste-spiegazioni-al-ministro-della-sanit/


Val la pena di leggerlo non fosse altro che per un particolare a dir poco sconcertante: dopo centinaia di migliaia di morti, limitazioni delle libertà e quant'altro, possibile che quello riportato sia il


Primo caso di studio post mortem su paziente vaccinato contro SARS-CoV-2; "RNA virale trovato in ogni organo del corpo"

Bigfarma e scienza connessa, stratosfericamente veloce a costruire rimedi (vaccini) da vendere (facendosi finanziare anche in anticipo...), non dovrebbe esserlo anche nell'indagare le problematiche che via via emergono..?


Come dicevamo altrove il tempo è galantuomo, a volte col senno di poi...
J4Y
#11
Attualità / L'aiutino
01 Ottobre 2020, 11:43:54 AM
Ammetto d'essermi cimentato da studente con foglietti e annotazioni varie (comprese scritte sul palmo delle mani... sgamate quasi subito...), quindi non posso ergermi a paladino contro gli "aiutini", specie quando l'età si fa sentire...

Sto parlando del dibattito tra Biden e Trump, prendendo spunto da video come questo:  https://youtu.be/GdJBcKvt3-A   tratto da riprese in tempo reale, il cui contenuto è difficilmente eliminabile.

Già se ne parlava ai tempi di Hillary di codesti aiutini tecnologici (in quel caso anche di "farmacologici") e non fosse per la posta in gioco (... cosucce, magari il destino del mondo...) verrebbe da sorridere al veder la gerontocrazia inseguire il potere usando mezzi illeciti.


Personalmente porrei il limite d'età a 70 anni per incarichi di una certa importanza (quindi per aspirare ad esempio a divenire Presidente degli Stati Uniti, 66 anni con scadenza dell'unico mandato improrogabile a 70), pur non avendo niente contro gli anziani (lo sono a mia volta).   

Voi sapete come m'interessi dell'aldilà... 'un vorrete mica che qualcuno trovi il modo di comunicar dall'altra sponda e da lì continuar (via avatar) a mantenere il potere politico?

Battute a parte m'interessa sentir la vostra opinione.


Cordialement
Jean
#12
Estratti di Poesie d'Autore / E' frusco il lonfo!
07 Giugno 2020, 09:49:05 AM
Al di là della semantica... la metasemantica e... viceversa.

In ricordo di Fosco Maraini
(Firenze, 15 novembre 1912Firenze, 8 giugno 2004)

(F. Maraini, M. Marcellini, Gnòsi delle fànfole. Baldini & Castoldi, 1994)



Il Lonfo                                                   Il Pirla (bischero, mona....)


Il Lonfo non vaterca né gluisce                 
Il Pirla che s'alterca deglutisce
e molto raramente barigatta,                    e ben frequentemente a tutti obbietta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce       ma nell'attraversar le strisce
sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.      sentendosi insicuro il passo affretta.

E' frusco il Lonfo! E' pieno di lupigna          O Pirla, ti capisco! La vita tutti pugna
arrafferia malversa e sofolenta!                e sì, le foglie toglie a chi s'adonta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna             Molteplici trionfi l'occhio abbaglia, indegna
se lugri ti botalla e ti criventa.                   di pigri gusti la papilla mai contenta.

Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto        E tu mio caro Pirla anacoluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi   fetecchia monca e bersaglio dei miei lazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;                        a ragion mi fai bersaglio del tuo sputo;

e quasi quasi in segno di sberdazzi            or facile la rima con smerdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto           sì che mi ridesti dallo sbeffo. Ma tu muto
t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'ac*****.    la strada l'hai passata e non olezzi.

(Fosco Maraini)                                         (Galvan)

https://youtu.be/AKgxlCIGqc8


Cordialement
Jean
#13

3.000 anche questa volta?

Non una di più, questa la condizione.

Suvvia, ti prego, l'argomento è complesso... c'è una componente affettiva che andrebbe ben sviluppata.

Stai inutilmente mangiandoti la sabbia della clessidra... perdendo battute e tempo ed io la pazienza, forse è meglio se ti ritiri.

No, accidenti a te... glielo devo, è un mio caro amico, forse aspetta anche il mio saluto... su, dammi uno spunto...

Semplice, V&V.

Ah, per risparmiar battute poi me le fai sprecare a domandarti, significa?

Virtù & Vizi.

Sì, certo... le due facce della moneta, yin e yang...

Titti e Silvestro... però la imposterei sul sacro e profano, per dar spessore...

Ok, ho capito... il mio problema è sempre l'incipit...

C'era una volta...

Ma dai..!

... una vecchia vite, addossata al muro della Villa...

... vecchia di cent'anni quella primavera cominciò a seccarsi... ci sono?

Ci sei, vai... vivi!

Le giovani foglie si accartocciarono e il vento dell'impermanenza man mano le trasse con sé.
Il fattore pur se dispiaciuto smise di curarsene, dedicando il suo tempo ai vitigni sani, all'orto e a quanto poteva dar frutti per sostener la vita.

La vite forse era ormai morta e la grande pergola che ne sosteneva le fronde e le panche sotto a quella parevano la sala d'aspetto d'una stazione ai tempi del virus... vuoto e desolazione...

Vedi di non allargarti troppo...

Già... ora io, che mi ritengo amico di tal fattore, dovrei in poche righe dar conto del suo animo, facendone risaltare i fiori di loto sviando l'attenzione dal fango di cui si nutrono... ma sarei un vero amico, cosi agendo?

Ah... perché no?

Perché sarei come il Visconte Dimezzato ed il mio essere giustificherebbe il suo, che nella realtà si è tutti interi oppure dimezzati...

C'est vrai... sarebbe falsità... ma anche fantasia, metafora... ben detto! E quindi?

Quindi chi lo volesse conoscere non ha che da mangiar i frutti del suo cuore e del suo tempo, i suoi scritti qui conservati che son la realtà ove io e tu, lettore, viviamo...

La vite?

Ah... certo... il mio amico usava sedersi sulla panca sotto la pergola ma... ieri l'ha tolta e tagliato la vite, e sapete, la panca è il foglio dell'ispirazione... dove mai potrà nuovamente posarsi?

... non si poserà...

Appunto, qual condannata all'esilio attenderà che si apra la porta della città celeste... ma accadde che il mio amico provò nostalgia della grande pergola e sedette per terra, stanco, appoggiandosi al tronco svezzato...
E sognò...

... sì, sognò che tutte le più belle donne del mondo venissero ad accarezzarlo, congratulandosi con lui per aver reciso la pianta dell'impermanenza e con ciò guadagnando la vita eterna per tutti quelli che da allora l'avessero ascoltato...

Finita?

Eh no... nel sogno avvertì che qualcosa lo pungeva sulla schiena e pur se a malincuore si destò per controllare... indovina...

Ganzo... il tronco secco aveva gettato un piccolo tralcio... c'era ancora vita!


... non essendo ancora del tutto desto poté udire le parole della regina del Mondoltreilgiardino

... sì Sari, se c'è amore allora... ama, se c'è vita vivi... e se qualcuno chiama...

Ok, ma troppi puntini...



Cordialement
Jean
 

#14
La libertà... è partecipazione... cantava un grande della musica italiana.


E per come si è sviluppata la vita dell'uomo sulla terra, giusto o sbagliato, meritevole o frivolo... e tutte le coppie d'aggettivi opposti che vogliate considerare... la partecipazione è socialità in tutte le sue declinazioni.

Ma senza un corpo che la sperimenti la socialità è un'astrazione, cibo per palati sopraffini, al di là dell'umana condizione... che neppur il tempo doma... i desideri non invecchiano quasi mai con l'età, cantava l'altro.

Ogni stagione ha i suoi fiori, foglie o rami nudi... c'è un tempo per ogni cosa e questo odierno di "cose" permesse ne ha certo ancora molte – quelle virtuali poi si son accresciute a dismisura... addirittura la scuola e chissà che direbbe Carlo Magno che un'altra canzone individua qual creatore dell'istituzione – ma ne ha "sospese" troppe d'importanti.

Oggi 1° maggio rammento con rispetto il lavoro, prima su tutte, da cui la dignità dell'uomo.

Naturalmente il lavoro di chi non l'aveva e l'avrebbe voluto e dei molti che l'avevano e che devono sopravvivere (se arriva come "promesso") con un sussidio vitae di stato,  intanto costretti a "prestiti", sempreché in grado di compilare 19 documenti e trovar la banca che faccia, alla faccia... un "atto d'ammore"...

Vedete, si torna sempre là, all'ammore appunto, cui si chiede di intervenire se non per problemi ambientali-sociali-militari od anche politici almeno  per quelli d'economia domestica di base... metter in tavola pranzo e cena (o solo uno dei due, purtroppo). 

Ma l'ammore è cosa pura e impura allo stesso tempo, sacro e profano che solo bocche  di rosa son capaci di coniugare... mentre tutti gli altri devono attendere - sul filo dell'ultimo minuto, prendiamocela comoda – spiegazioni e delucidazioni che solo gli eletti (?) potranno, bontà loro, elargirci per tentar di sollevarci dalla nostra atavica ignoranza in materia che non c'arriva, cavernicolarmente parlando, a comprendere che l'ammore non sia solo attrazione... perché occorre discernere tra quelle "stabili", come la legge di gravità e quelle ancor in via d'esserlo... e quelle che magari sono stabili, ma in modo non consono o insufficiente a consentirne attualmente l'interazione (ohibò!) fisica... gli amici ad esempio... non basta WhatsApp? (c'ha puro er video...).

Perché è sempre quella la nostra colpa, la colpa dell'uomo, d'esser (anche) materia e carne, proteine più o meno nobili...

Insomma... al di là dell'espressione "ormonale", un po' di ragione ce l'ha Niko o no?

https://www.riflessioni.it/logos/attualita/covid19-i-'congiunti'-'disgiunti'!/msg43471/#msg43471


Certo c'è modo e modo di dirlo e oggi ne ho visto uno che è un autentico capolavoro e che se non pensaste che voglia rifarmi ai contenuti (e doppi sensi) dell'opera - sì, opera d'arte comica, una delle più difficili che a far piangere ci vuol nulla -  direi che m'ha sollevato la giornata... 

https://youtu.be/Mbf1aoJhHts


Chapeau, Zalone e Virginia, splendidi umani...




Cordialement
Jean
#15

Parlare della vita del signor Brix non è semplice. Non era un uomo particolare e condusse quella che si può definire una vita normale, nel senso di indistinguibile dalle altre. Il tipo di vita della maggior parte delle persone che pur svolgendo attività diverse segue la via dei padri e della tradizione, facendosi una famiglia e crescendo, con tutte le difficoltà, dei figli. Dubitando solo in qualche sporadico momento che non fosse la cosa giusta per sé.

Non accettò ogni cosa gli capitasse, si oppose contro quelli che riteneva soprusi ma non si tirò indietro quando si trattò di trovare una raccomandazione al figlio per un lavoro. Pagando il prezzo di quel tipo di favore che difficilmente viene elargito gratuitamente. Contraddizioni? E dove non ve ne sono? E rispetto a cosa, a un ideale che altri indicano senza seguirlo per sé? Lo si voglia o no la normalità contiene anche questo, altrimenti il mondo non sarebbe quello che è. Qualcosa di troppo grande, complicato, imprevedibile, ingiusto, per tentare di metterci le mani e migliorarlo. C'è sempre qualcuno che ci prova, spinto dalla sua coscienza. Nobili tentativi talvolta premiati da risultati più che apprezzabili. Localmente. Non in grado di influire globalmente. L'inerzia accumulata nel tempo spinge il mondo e chi vi risiede in una direzione secondo molti non proprio rassicurante.


Brix aveva passato i settant'anni ed era ancora in forze. Quelle che gli rimanevano dopo aver lottato per decenni con i problemi che gli davano i figli, sposati e con prole a loro volta. Come conducevano la loro vita fu sempre troppo distante dal suo modo di sentire, e non lo consolava saperlo quasi normale per i tempi attuali. In poche parole per i figli il denaro non era mai abbastanza. A tutti farebbe comodo disporne di più, ma senza pensarci in continuazione. Per loro non era così, e pure mogli e nipoti l'intendevano allo stesso modo. Il fatto era che non solo ci pensavano, si applicavano con convinzione per arrivare a risultati concreti. Dato che più di tanto non ricavavano dalle loro professioni e che la fortuna non li andava a cercare, rivolsero l'attenzione alle fonti più vicine, le famiglie d'origine. Quelle delle nuore, a causa della distanza, vennero solo parzialmente toccate dalla loro bramosia. La sua, fatalità, distava poco dalle case dei figli che aveva contribuito a far costruire. Cosa di cui si pentì in breve tempo.


La storia cominciò molto presto e Brix si rimproverò di non aver vigilato a sufficienza, intervenendo con maggior determinazione. Ma non avendolo sperimentato su di sé non comprendeva come quella smania di possesso potesse avere una tale presa su di loro, anche se talvolta la cronaca riportava notizie di figli che massacrarono i genitori per un'eredità o per le proprietà, addirittura per un modesto appartamento! Erano più di trent'anni che suo malgrado veniva coinvolto in beghe, dissapori, litigi, richieste, scenate... sempre per lo stesso motivo, denaro. Non fosse stata la moglie a ricordargli che erano suoi figli e che doveva esserci un motivo se il destino li aveva fatti in tal modo, forse avrebbe agito diversamente, con più forza. Probabilmente arrivando a mettere un confine invalicabile, a salvaguardia della tranquillità sua e della moglie. Lei quel motivo lo individuava in una volontà superiore, a cui si inchinava, accettandola. Mai pensando, neppure per un istante, di separare la propria vita dalla sua discendenza, costasse qualunque prezzo. Brix, all'inizio incapace di tale prospettiva, non trovava pace. Le pensò tutte, nessuna esclusa, e ne provò diverse senza risultati duraturi. Non si capacitava di come fosse possibile che ben due famiglie, nove persone nessuno escluso, fossero preda di quella che a lui pareva una specie di malattia.


Non perderemo tempo a raccontare singoli tristi episodi, per capire come stavano le cose basti dire che molti anni prima della dipartita di Brix e della moglie cominciarono delle vere guerre per la spartizione dell'eredità. Non una gran cosa – la casa di famiglia con un discreto appezzamento
che ospitava giardino, orto e prato – dove il loro animo avvilito trovava sollievo. Tuttavia la speranza non la persero mai, al contrario dei loro risparmi che presero la via dell'una o dell'altra famiglia. Brix provò a opporsi senza riuscirci alle mani bucate della moglie, Ada, per i figli - "Non ti porterai nulla dall'altra parte, usiamolo ora che serve."  - diceva. Serviva sempre allo stesso scopo, soddisfare l'avidità di figli e nuore. Quando ci si misero anche i nipotini a batter cassa, andandoli a trovare metodicamente con quel preciso intento e riportando i discorsi dei genitori sulla grandezza della casa, le spese di manutenzione, l'età che avanza e ben di più, Brix impose alla moglie di cambiare il loro status intestando a lui solo la proprietà. Per il denaro si era rassegnato, la decente pensione bastava, ma per la casa e lo scoperto dovevano aspettare sino alla fine.
Aveva diversi amici, Brix, e confidandosi discretamente si convinceva sempre più di quanto fosse anomala la situazione. Troppe coincidenze fanno una certezza. Anche Ada, pur non esprimendosi, la vedeva come lui, ne era certo. Ne ebbe conferma quando un giorno gli prese le mani e fissandolo pronunciò quelle parole che lo scossero profondamente: "Li aiuteremo fin che siamo qui, ma dobbiamo preparare la loro salvezza prima di andarcene. Questo è il nostro dovere." - fu la prima volta che ne parlava e in poche parole disse tutto quello che c'era da dire. Brix conosceva la profondità da cui provenivano, e un po' la temeva. Ada non parlava per condividere, alleviare o cercare consolazione, ma per dire quanto bisognava fare. Le poche volte che cercò di controbattere alla sua visione delle cose gli accadde qualcosa di strano: man mano gli mancavano le forze tanto da doversi sedere, con la confusione che gli attorcigliava le parole. Furono poche volte, ma bastarono a non provarci in quest'ultima. Di aiutarli era convinto anche lui, anche se sperava non fosse durato così a lungo... Ma salvarli! Da cosa, da sé stessi? Se non avevano potuto far niente sinora mettendocela tutta, di quale dovere parlava? Non glielo chiese, sentendo che lei aveva indicato la direzione e toccava a lui trovare la strada.
Ritornò col pensiero alla sua certezza, che la situazione fosse anomala. Del tutto. Ma voleva una conferma da qualcuno capace di metterla in parole. Dedicò molto tempo a individuare la persona giusta a cui porre quelle due domande: com'è successo, e come farlo finire. Alla fine la trovò. Si chiamava Gabriele, ma non diremo niente di questa persona. L'importante fu quello che egli disse.

«Io e altri le chiamiamo ricorrenze, ma hanno molti nomi a seconda della tradizione. Adesso è di moda energie negative, ma il significato è sempre lo stesso, un intervento esterno capace di condizionare le persone. Di solito ha una durata, anche se in quel tempo può provocare danni permanenti. Tuttavia quando sono coinvolte più persone, in questo caso addirittura tutti i membri di due famiglie, il tempo non farà diminuire l'intensità di una tale forza. Da quanto ne so sono come le pestilenze, l'uomo si illude di averle debellate, in realtà scemano da sé, purtroppo dopo aver ottenuto quanto volevano. Da dove vengano non si conosce veramente, comunque vada prima o poi ritorneranno, in quella o in un'altra forma. Non c'è modo di impedirglielo.»
- disse Gabriele. «Ma perché proprio tutta la mia famiglia?»  - «Non fosse stata la sua sarebbe stata quella di un altro, a cosa serve sapere il motivo? Se proprio vuole posso darle qualche indicazione, da esperienze precedenti, avvisandola che potrebbero non essere corrette nel suo caso. Non le prenda per buone, potrebbe confondere la faccenda.»  - «Eh, peggio di così...»  - «Non lo dica signor Brix, c'è sempre una speranza. Mi pare di aver capito che sua moglie crede in una possibilità.»  - «Non so come faccia, ma di sicuro pagherebbe qualunque prezzo.»  - «Appunto, è tale intenzione che permette a quella possibilità di non essere un'illusione.»  - «Cosa intende, signor Gabriele?»  - «Sarò franco, da come me l'ha descritta mi meraviglio che abbia potuto ancora farlo. La pestilenza uccide, è il suo scopo. Ma voi, undici persone, siete tutte in vita. Per quanto in un instabile equilibrio nessuno è stato ancora sopraffatto. La cosa ha dell'incredibile.» - «È tanto diverso dalle altre situazioni, quelle indicazioni di cui parlava?»  - «Non troppo diverso, però molto più raro. Perché qui le forze in gioco sono di una intensità non controllabile per chiunque. A volte accade che qualcuno attivi queste forze, queste ricorrenze, involontariamente. Più spesso di proposito, per ottenere qualcosa, senza avere coscienza di dove vanno a cacciarsi. Ma quando hanno un tale potere sono ricorrenze già in azione, a cui per giunta qualcuno apre la porta, quasi un invito a entrare. Il peggior caso. Solo una forza contraria può opporvisi, a caro prezzo e per un tempo limitato.»  - «Vorreste dire... mia moglie?»  - «Non sua moglie, quello che c'è dentro quell'involucro umano. Stupefacente! Se il filo non si è rotto si deve a quello. Ma non sarà per sempre. Le parole di Ada sono profetiche, signor Brix. Anche se riuscirete a fare qualcosa non ne vedrete i frutti, il premio sarà nell'aver fatto il vostro dovere.»  - «Quindi c'è qualcosa che si può fare?»  - «Sì, capire con chi o cosa avete a che fare, poi le cose si muoveranno da sole.»  - «Me lo dica, dunque, con cosa abbiamo a che fare?»  - «Lei lo sa, non io.»  – «Ma io non lo so, non sarei qui altrimenti!» - «No signor Brix, lei lo sa molto bene, ma non vuole dirlo, ne ha timore.»  - «Non ho timore di nulla, neppure di morire!»  - «Neanch'io, ma di questo devo aver timore. In qualunque modo lo si raffiguri fa parte del mondo, dell'universo. Forse è una forza primordiale, ma come umani gli abbiamo dato nomi e forme. C'è, lo si voglia o meno. Tutti lo temono, ma chi davvero lo riconosce non scappa. Sa che è inutile, appena qualche passo nei casi più fortunati.»  - «... è questo, dunque... potrebbe essere il diavolo?»  - «Senza dubbio il diavolo, signor Brix. La sua mente ha prodotto questo nome e così lo conoscerà. Lei è uno degli undici, non quello che gli impedisce di riscuotere, ma colui che protegge quella forza amica e a lui contraria che è in Ada. Adesso che l'ha nominato prima o poi si presenterà per incontrarla. È quello che voleva, no? Poter fare qualcosa. Dovrà dare molto più del suo meglio e sarà ancora poco, quasi nulla.»  - «Non ho speranze con un tale avversario?»  - «No, assolutamente. In sua presenza sarà solo, ma non lo sarà nell'animo. Chi pagherà il prezzo più alto per questa possibilità sarà Ada. Ma aveva accettato di pagarlo fin dal primo momento. Adesso non attende che questo.»  - «Morirà per questo!?»  - «Tutti moriranno, per questo o qualcos'altro, non fa differenza. Non sia romantico, signor Brix. In un certo senso lei è già morto trent'anni fa quando iniziò la storia. Lei e Ada siete morti alla vita normale per tenere testa a situazioni e forze dirompenti. Avete conquistato la possibilità di tentare. Non le basta?»  - «Sì, signor Gabriele, mi basta. La ringrazio, ero senza speranze.»  - «Anch'io devo ringraziarla, per lo stesso motivo. Non avevo più speranze di incontrare un uomo che accettasse la sfida. Mi inchino al suo coraggio, e al cuore di Ada. Buona fortuna, signor Brix.»

Informò la moglie di aver conosciuto qualcuno che gettò un po' di luce sulla faccenda. Soprattutto volle dirle che poteva contare sul suo impegno assoluto, sino alla fine. Ma non riuscì a trattenere un moto d'emozione, che per lui equivaleva al piangere, quando ricordò che la prova per Ada sarebbe stata ben più dura. Non immaginava quale potesse essere, il solo pensarlo gli dava i brividi. Non voleva entrare nei dettagli della conversazione né lo voleva lei, a cui bastò la conferma dell'impegno. Nel tenersi le mani ebbe conferma di quella forza di cui parlò Gabriele, capace di infondere una tranquillità che adesso lo pervadeva, completandolo. Essendo un uomo la sentì femminile, e anche se il genere aveva poca importanza a lui andava bene così.
Fosse o meno un involucro, per lui era Ada, e solo per lei era pronto a ogni prova.

Trascorsero mesi da allora, Brix e Ada dovettero far fronte a un crescendo di situazioni al limite del sostenibile. Per dirne una Brix fu convocato dal giudice cui si erano appellate le nuore. Gli furono chiesti chiarimenti sulla donazione di Ada della propria quota di proprietà della casa. Rimase calmo e rispose che fu fatto con l'intento di non creare problemi d'eredità con beni suddivisi. Se c'era qualcosa che non andava era pronto, subito, a far diversamente. Il giudice gli credette, provando pietà per il padre trascinato in beghe giudiziarie dai suoi familiari. Un'altra fu l'uso come deposito di una parte del vecchio grande fienile. Senza domandarlo. Man mano si spingevano sempre più dentro casa, dentro la loro residua intimità. Senza nessuna reazione da parte loro. I vicini, in buoni rapporti da sempre, che sapevano quali arie tiravano con i figli, rimasero attoniti a vederli arrivare in piena notte per questionare con i loro genitori per dei nonnulla. Compresero che ormai la loro casa non gli apparteneva quando videro spianare l'orto e il giardino per farne un deposito di roulotte, un'altra attività di uno dei figli. Piansero per loro e furono lacrime vere. Se c'era qualcosa che Ada amava era il suo giardino, sempre più piccolo nel tempo ma mai meno colorato. Allo stesso modo Brix adorava il suo orto e quanto ne ricavava. Dopo cinquant'anni non aveva ancora trovato la giusta rotazione delle colture e quell'ideale gli faceva compagnia. Ma anche stavolta non si opposero, tra l'incredulità di chi vide un tale sfregio.



Mancava solo di ucciderli, come quelle notizie di cronaca cui accennavamo all'inizio. Non sarebbe stato facile, comunque. Per qualche motivo nessuno entrò mai nella loro camera. Lo tentarono una sola volta, i due figli e le nuore. Determinati a trasferire il loro letto e tutti i mobili in una stanzetta al pianterreno – poverini, le scale... – ovviamente senza domandare se andasse bene. Brix e Ada non videro cosa accadde. Lo sentirono. Si accapigliarono tra loro e si menarono a lungo urlandosi a vicenda di chi avrebbe preso con diritto la stanza, mentre i nipoti all'esterno giocavano tirandosi i frutti dei meravigliosi susini e a far altri danni. Non provarono più a entrare. In quella stanza i due coniugi ormai anziani passavano la maggior parte del tempo. Gli importava poco del giardino e dell'orto, nel loro stare uniti c'era anche il ricordo di tutti i fiori e frutti che raccolsero. Nessuno poteva levarglielo. Qualcuno nella zona cominciò a usare quella parola parlando dei comportamenti dei figli e delle loro famiglie. Poi la usarono tutti, chiudendo porte e finestre al vederli arrivare. Erano degli...


continua
#16
Racconti Inediti / Coronavirus, la realtà.
10 Marzo 2020, 19:02:46 PM
 
Molti ancora oggi non sanno cosa accade al di là di quella barriera che separa il nostro mondo da quello dove persone straordinarie sono impegnate in una impari battaglia per cercare di mantenere in vita i nostri familiari, amici, conoscenti o esseri umani come noi.

Il racconto di Daniele Macchini mi ha impressionato per la profondità con cui ha colto gli aspetti della vicenda, altresì scritto in un italiano che rende onore alla nostra bella lingua.

Io, al di qua di quella barriera, potevo solo immaginare la situazione che Daniele ha così ben descritto e che desidero ringraziare, assieme a tutti coloro che sono impegnati in questa tremenda battaglia, per la loro abnegazione.

Grazie.

Daniele Macchini

6 marzo alle ore 16:04


In una delle costanti mail che ricevo dalla mia direzione sanitaria a cadenza più che quotidiana ormai in questi giorni, c'era anche un paragrafo intitolato "fare social responsabilmente", con alcune raccomandazioni che possono solo essere sostenute.
Dopo aver pensato a lungo se e cosa scrivere di ciò che ci sta accadendo, ho ritenuto che il silenzio non fosse affatto da responsabili. Cercherò quindi di trasmettere alle persone "non addette ai lavori" e più lontane alla nostra realtà, cosa stiamo vivendo a Bergamo in questi giorni di pandemia da Covid-19.
Capisco la necessità di non creare panico, ma quando il messaggio della pericolosità di ciò che sta accadendo non arriva alle persone e sento ancora chi se ne frega delle raccomandazioni e gente che si raggruppa lamentandosi di non poter andare in palestra o poter fare tornei di calcetto rabbrividisco.
Capisco anche il danno economico e sono anch'io preoccupato di quello. Dopo l'epidemia il dramma sarà ripartire. Però, a parte il fatto che stiamo letteralmente devastando anche dal punto di vista economico il nostro SSN, mi permetto di mettere più in alto l'importanza del danno sanitario che si rischia in tutto il paese e trovo a dir poco "agghiacciante" ad esempio che non si sia ancora istituita una zona rossa già richiesta dalla regione, per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro (tengo a precisare che trattasi di pura opinione personale).
Io stesso guardavo con un po' di stupore le riorganizzazioni dell'intero ospedale nella settimana precedente, quando il nostro nemico attuale era ancora nell'ombra: i reparti piano piano letteralmente "svuotati", le attività elettive interrotte, le terapie intensive liberate per creare quanti più posti letto possibili. I container in arrivo davanti al pronto soccorso per creare percorsi diversificati ed evitare eventuali contagi. Tutta questa rapida trasformazione portava nei corridoi dell'ospedale un'atmosfera di silenzio e vuoto surreale che ancora non comprendevamo, in attesa di una guerra che doveva ancora iniziare e che molti (tra cui me) non erano così certi sarebbe mai arrivata con tale ferocia.
(apro una parentesi: tutto ciò in silenzio e senza pubblicizzazioni, mentre diverse testate giornalistiche avevano il coraggio di dire che la sanità privata non stava facendo niente).
Ricordo ancora la mia guardia di notte di una settimana fa passata inutilmente senza chiudere occhio, in attesa di una chiamata dalla microbiologia del Sacco. Aspettavo l'esito di un tampone sul primo paziente sospetto del nostro ospedale, pensando a quali conseguenze ci sarebbero state per noi e per la clinica. Se ci ripenso mi sembra quasi ridicola e ingiustificata la mia agitazione per un solo possibile caso, ora che ho visto quello che sta accadendo.
Bene, la situazione ora è a dir poco drammatica. Non mi vengono altre parole in mente.
La guerra è letteralmente esplosa e le battaglie sono ininterrotte giorno e notte.
Uno dopo l'altro i poveri malcapitati si presentano in pronto soccorso. Hanno tutt'altro che le complicazioni di un'influenza. Piantiamola di dire che è una brutta influenza. In questi 2 anni ho imparato che i bergamaschi non vengono in pronto soccorso per niente. Si sono comportati bene anche stavolta. Hanno seguito tutte le indicazioni date: una settimana o dieci giorni a casa con la febbre senza uscire e rischiare di contagiare, ma ora non ce la fanno più. Non respirano abbastanza, hanno bisogno di ossigeno.
Le terapie farmacologiche per questo virus sono poche. Il decorso dipende prevalentemente dal nostro organismo. Noi possiamo solo supportarlo quando non ce la fa più. Si spera prevalentemente che il nostro organismo debelli il virus da solo, diciamola tutta. Le terapie antivirali sono sperimentali su questo virus e impariamo giorno dopo giorno il suo comportamento. Stare al domicilio sino a che peggiorano i sintomi non cambia la prognosi della malattia.
Ora però è arrivato quel bisogno di posti letto in tutta la sua drammaticità. Uno dopo l'altro i reparti che erano stati svuotati, si riempiono a un ritmo impressionante. I tabelloni con i nomi dei malati, di colori diversi a seconda dell'unità operativa di appartenenza, ora sono tutti rossi e al posto dell'intervento chirurgico c'è la diagnosi, che è sempre la stessa maledetta: polmonite interstiziale bilaterale.
Ora, spiegatemi quale virus influenzale causa un dramma così rapido. Perché quella è la differenza (ora scendo un po' nel tecnico): nell'influenza classica, a parte contagiare molta meno popolazione nell'arco di più mesi, i casi si possono complicare meno frequentemente, solo quando il VIRUS distruggendo le barriere protettive delle nostre vie respiratorie permette ai BATTERI normalmente residenti nelle alte vie di invadere bronchi e polmoni provocando casi più gravi. Il Covid 19 causa una banale influenza in molte persone giovani, ma in tanti anziani (e non solo) una vera e propria SARS perché arriva direttamente negli alveoli dei polmoni e li infetta rendendoli incapaci di svolgere la loro funzione. L'insufficienza respiratoria che ne deriva è spesso grave e dopo pochi giorni di ricovero il semplice ossigeno che si può somministrare in un reparto può non bastare.
Scusate, ma a me come medico non tranquillizza affatto che i più gravi siano prevalentemente anziani con altre patologie. La popolazione anziana è la più rappresentata nel nostro paese e si fa fatica a trovare qualcuno che, sopra i 65 anni, non prenda almeno la pastiglia per la pressione o per il diabete. Vi assicuro poi che quando vedete gente giovane che finisce in terapia intensiva intubata, pronata o peggio in ECMO (una macchina per i casi peggiori, che estrae il sangue, lo ri-ossigena e lo restituisce al corpo, in attesa che l'organismo, si spera, guarisca i propri polmoni), tutta questa tranquillità per la vostra giovane età vi passa.
E mentre ci sono sui social ancora persone che si vantano di non aver paura ignorando le indicazioni, protestando perché le loro normali abitudini di vita sono messe "temporaneamente" in crisi, il disastro epidemiologico si va compiendo.
E non esistono più chirurghi, urologi, ortopedici, siamo unicamente medici che diventano improvvisamente parte di un unico team per fronteggiare questo tsunami che ci ha travolto. I casi si moltiplicano, arriviamo a ritmi di 15-20 ricoveri al giorno tutti per lo stesso motivo. I risultati dei tamponi ora arrivano uno dopo l'altro: positivo, positivo, positivo. Improvvisamente il pronto soccorso è al collasso. Le disposizioni di emergenza vengono emanate: serve aiuto in pronto soccorso. Una rapida riunione per imparare come funziona il software di gestione del pronto soccorso e pochi minuti dopo sono già di sotto, accanto ai guerrieri che stanno al fronte della guerra. La schermata del pc con i motivi degli accessi è sempre la stessa: febbre e difficoltà respiratoria, febbre e tosse, insufficienza respiratoria ecc... Gli esami, la radiologia sempre con la stessa sentenza: polmonite interstiziale bilaterale, polmonite interstiziale bilaterale, polmonite interstiziale bilaterale. Tutti da ricoverare. Qualcuno già da intubare e va in terapia intensiva. Per altri invece è tardi...
La terapia intensiva diventa satura, e dove finisce la terapia intensiva se ne creano altre. Ogni ventilatore diventa come oro: quelli delle sale operatorie che hanno ormai sospeso la loro attività non urgente diventano posti da terapia intensiva che prima non esistevano.
Ho trovato incredibile, o almeno posso parlare per l'HUMANITAS Gavazzeni (dove lavoro) come si sia riusciti a mettere in atto in così poco tempo un dispiego e una riorganizzazione di risorse così finemente architettata per prepararsi a un disastro di tale entità. E ogni riorganizzazione di letti, reparti, personale, turni di lavoro e mansioni viene costantemente rivista giorno dopo giorno per cercare di dare tutto e anche di più.
Quei reparti che prima sembravano fantasmi ora sono saturi, pronti a cercare di dare il meglio per i malati, ma esausti. Il personale è sfinito. Ho visto la stanchezza su volti che non sapevano cosa fosse nonostante i carichi di lavoro già massacranti che avevano. Ho visto le persone fermarsi ancora oltre gli orari a cui erano soliti fermarsi già, per straordinari che erano ormai abituali. Ho visto una solidarietà di tutti noi, che non abbiamo mai mancato di andare dai colleghi internisti per chiedere "cosa posso fare adesso per te?" oppure "lascia stare quel ricovero che ci penso io". Medici che spostano letti e trasferiscono pazienti, che somministrano terapie al posto degli infermieri. Infermieri con le lacrime agli occhi perché non riusciamo a salvare tutti e i parametri vitali di più malati contemporaneamente rilevano un destino già segnato.
Non esistono più turni, orari. La vita sociale per noi è sospesa.
Io sono separato da alcuni mesi, e vi assicuro che ho sempre fatto il possibile per vedere costantemente mio figlio anche nelle giornate di smonto notte, senza dormire e rimandando il sonno a quando sono senza di lui, ma è da quasi 2 settimane che volontariamente non vedo né mio figlio né miei familiari per la paura di contagiarli e di contagiare a sua volta una nonna anziana o parenti con altri problemi di salute. Mi accontento di qualche foto di mio figlio che riguardo tra le lacrime e qualche videochiamata.
Perciò abbiate pazienza anche voi che non potete andare a teatro, nei musei o in palestra. Cercate di aver pietà per quella miriade di persone anziane che potreste sterminare. Non è colpa vostra, lo so, ma di chi vi mette in testa che si sta esagerando e anche questa testimonianza può sembrare proprio un'esagerazione per chi è lontano dall'epidemia, ma per favore, ascoltateci, cercate di uscire di casa solo per le cose indispensabili. Non andate in massa a fare scorte nei supermercati: è la cosa peggiore perché così vi concentrate ed è più alto il rischio di contatti con contagiati che non sanno di esserlo. Ci potete andare come fate di solito. Magari se avete una normale mascherina (anche quelle che si usano per fare certi lavori manuali) mettetevela. Non cercate le ffp2 o le ffp3. Quelle dovrebbero servire a noi e iniziamo a far fatica a reperirle. Ormai abbiamo dovuto ottimizzare il loro utilizzo anche noi solo in certe circostanze, come ha recentemente suggerito l'OMS in considerazione del loro depauperamento pressoché ubiquitario.
Eh sì, grazie allo scarseggiare di certi dispositivi io e tanti altri colleghi siamo sicuramente esposti nonostante tutti i mezzi di protezione che abbiamo. Alcuni di noi si sono già contagiati nonostante i protocolli. Alcuni colleghi contagiati hanno a loro volta familiari contagiati e alcuni dei loro familiari lottano già tra la vita e la morte.
Siamo dove le vostre paure vi potrebbero far stare lontani. Cercate di fare in modo di stare lontani. Dite ai vostri familiari anziani o con altre malattie di stare in casa. Portategliela voi la spesa per favore.
Noi non abbiamo alternativa. E' il nostro lavoro. Anzi quello che faccio in questi giorni non è proprio il lavoro a cui sono abituato, ma lo faccio lo stesso e mi piacerà ugualmente finché risponderà agli stessi principi: cercare di far stare meglio e guarire alcuni malati, o anche solo alleviare le sofferenze e il dolore a chi non purtroppo non può guarire.
Non spendo invece molte parole riguardo alle persone che ci definiscono eroi in questi giorni e che fino a ieri erano pronti a insultarci e denunciarci. Tanto ritorneranno a insultare e a denunciare appena tutto sarà finito. La gente dimentica tutto in fretta.
E non siamo nemmeno eroi in questi giorni. E' il nostro mestiere. Rischiavamo già prima tutti i giorni qualcosa di brutto: quando infiliamo le mani in una pancia piena di sangue di qualcuno che nemmeno sappiamo se ha l'HIV o l'epatite C; quando lo facciamo anche se lo sappiamo che ha l'HIV o l'epatite C; quando ci pungiamo con quello con l'HIV e ci prendiamo per un mese i farmaci che ci fanno vomitare dalla mattina alla sera. Quando apriamo con la solita angoscia gli esiti degli esami ai vari controlli dopo una puntura accidentale sperando di non esserci contagiati. Ci guadagniamo semplicemente da vivere con qualcosa che ci regala emozioni. Non importa se belle o brutte, basta portarle a casa.
Alla fine cerchiamo solo di renderci utili per tutti. Ora cercate di farlo anche voi però: noi con le nostre azioni influenziamo la vita e la morte di qualche decina di persone. Voi con le vostre, molte di più.
[font=]Per favore condividete e fate condividere il messaggio. Si deve spargere la voce per evitare che in tutta Italia succeda ciò che sta accadendo qua.[/font]

https://www.facebook.com/daniele.macchini.52/posts/3395152210500625
#17
Racconti Inediti / Logospedia
14 Febbraio 2020, 18:14:21 PM
-        Perché sei qui?
-        Beh, per una questione apparentemente semplice... la faccio breve, vorrei un suggerimento per un raccontino...
-        Certo... che genere di racconto?
-        ...ino, una cosetta breve, mi serve per una nuova sezione di quel forum dove ogni tanto scrivo e meno spesso converso (sarà che c'ho la fissa dell'aldilà... 'un è che garba molto codesto argomento). Una sezione nuova e il mio potrebbe essere il primo... non vorrei figurar male... la reputazione, l'amor proprio... va beh, l'ego...
-        Resterebbe sempre in vista, capisco.
-        Sì, ci vorrebbe qualcosina di originale...
-        Ah, originale... ma non convenivi con me che tutto è già stato detto e che alla fine è la solita zuppa, solo diversamente rimescolata nel calderone?
-        Certo, la penso ancora così... ma se esiste la parola "originale" deve pur esserci qualcosa che gli corrisponda, non trovi?
-        Se lo trovo non è più originale... ma queste son sottigliezze filosofiche.
-        Sì, magari per la sezione principale del forum. Suvvia, che le battute del testo aumentano... un aiutino...
-        Far da te no, eh...
-        Lo sai bene che il "mio" è zuppa neppur rimescolata...
-        Già, ci conosciamo da un bel po' ormai... va bene, "dettagli"...
-        A chi e cosa detto?
-        No, non il verbo...  intendevo "dettaglio": particolare, piccolezza, finezza, rifinitura, minuziaparticolaritàquisquiliapeculiarità. Come gli accenti, che cambiano il significato delle parole. Che ti sembra?
-        Mmh... interessante. Come dire, c'è un pagliaio...
-        E trovarci l'ago è un bel colpo! Il pagliaio ovviamente è...
-        ... la zuppa...
-        Infatti! Ma aggiungendo un ingrediente "segreto", sennò l'originalità va perduta... non è più la solita zuppa!
-        Ma, basta così poco?
-        Eh, il poco sfugge... i più scrivono e discutono altisonanti concetti con ridondanti parole... chi è interessato alla quisquilia, alla minuzia?
-        Pochi, credo.
-        Quasi nessuno, te lo garantisco... non sei certo il solo a venir da me e non ricordo altri interessati alle piccolezze...
-        Ma se non ci son persone interessate alle minuzie... che lo scrivo a fare un raccontino in merito? È darsi la zappa sui piedi... annoierà e basta.
-        Ti sbagli, (quasi) tutti son sul treno in corsa a scrutare ampi e profondi panorami... gli universali, la cosa in sè, l'assoluto... ti par questa la misura dell'uomo?
-        Non lo è? L'aspirazione alla conoscenza?
-        La conoscenza dell'intero pagliaio? Sai quanto è grande?
-        Beh, no...
-        Appunto, non lo sa nessuno... e intanto la clessidra si svuota...
-        Che si può fare?
-        ... i dettagli... i piccoli granelli di sabbia...
-        Che saran mai?
-        Sono tutta la tua vita, che scorre...
-        Va beh, ma che differenza c'è tra panorama e dettagli... alla fine...
-        Sì, alla fine si arriva "a casa".... Ma intanto, la zuppa...
-        Capisco... ha un gusto diverso... qualcosa di nuovo eppur d'antico...
-        ... troppi puntini...
-        Intendi piccolezze?
-        No, intendo proprio puntini, di sospensione... esageri, non ti sai contenere.
-        Eh, hai ragione, come sempre... ma per me i puntini son come il respiro, quando leggo e li incontro proprio respiro... e li scrivo per far respirare gli altri.
-        3.120
-        Che?
-        Battute, spazi inclusi. Il raccontino è finito, se levi un po' di puntini rientri a 3000...
-        Accidenti... 'un posso farcela... grazie Logos...
 
 
Cordialement
Jean
 
 
 
#18
 

La mente ha una forma, o come un liquido assume quella del contenitore?

Confido nella vostra duttilità per afferrare quanto vi propongo che non segue le canoniche vie logico-deduttive. 
D'altronde chi mi conosce forse è un po' avvezzo al mio mescolar ambiti e contenuti, ma se ciò sia una forma di duttilità della (mia?) mente che mi capita d'usar e d'esser da essa usato non saprei dirlo.

Prendiamo un'ideologia, qual che sia... che si può immaginare come una costruzione di pensiero ben organizzato... e aderitevi, fatela vostra... non direste che la vostra mente, per il tempo del soggiorno in quella costruzione, ne assume la forma, come l'acqua in un bicchiere? 

Se vi riesce difficile figurarvi  la mente come acqua, pensatela come un gas, estremamente rarefatto, che tuttavia viene attirato nella trappola del pensiero, condensandosi come traccia in una camera a bolle. 
Una  traccia che usualmente vien considerata un "nostro" prodotto.   

Uno dei motivi che accomuna tutti noi che trascorriamo un po' (o molto) del nostro tempo a lasciar la nostra traccia digitale sulle pagine virtuali del Logos, messi da parte quelli immediatamente riconducibili all'ego, è di render manifesta la forma della nostra mente imprigionandone un pezzetto sotto forma di post.

Qualcuno scrive post lunghissimi senza alcuna spaziatura, compatti... dove le parole son come pietre d'una fortezza. 

Altri intervallano corsivi e grassetti, elenchi puntati e numerati... ahimè, talora troppe maiuscole... troppo rumore.

Qualcun altro nel redigere i post cerca di conferirgli la forma dell'aforisma, quasi a privilegiare (la ricerca del) l'eleganza alla comprensione.

Il sottoscritto ama gli spazi, la rarefazione... ma qual che sia la forma della nostra mente così rivelata dai nostri scritti, qual il motivo?

Certo, per farci vedere e apprezzare o asserire la superiorità del nostro pensiero, della nostra cultura e formazione. 

A volte per toccare ed essere toccati, nel modo in cui si può farlo attraverso delle parole in scatola.

Ma forse il vero motivo è che cerchiamo di fissare, cristallizzare in tal modo  la forma della nostra mente, per renderla riconoscibile agli altri ma prima ancora a noi stessi.

Cerchiamo, come dice il titolo del topic, il nostro centro di gravità attorno al quale attirare e far ruotare il mondo... per ricavarne quel senso di sicurezza costantemente minacciato ed espunto dalla vita, dalle traversie dell'esistenza e dal braccio armato del destino, il tempo.

Strano essere, l'uomo... assediato dall'impermanente e destinato a soccombervi si ostina con la sua calamitina ad attrarre luccicanti scagliette con cui imbellettarsi per il ballo.

Beh, le scagliette sono i pensieri... ma che cos'è la calamitina?
 

Cordialement
Jean
#19
Racconti Inediti / Un luogo particolare.
06 Agosto 2019, 10:41:52 AM
-        Dev'esserci un errore... che ci faccio qui?
-        ... un errore, difficile... ma il Tutto lo contempla. Che ci fai qui? Semplice, sei arrivato a destinazione...
-        Ma quale destinazione, codesto luogo non lo conosco, io andavo a Firenze.
-        Certo, quella era la tua destinazione... terrena... cominci a capire?
-        ... mi son fermato in un nuovo autogrill..?
-        Ah, ecco perché sei giunto qui direttamente, il bonus!
-        Quale bonus?
-        Quello concesso a chi abbia sense of humor... d'accordo, il Regno Unito sta messo male oggi ma le cose buone che ha prodotto rimangono, come quel "sense" e qui, ché dalle vostre parti sta scomparendo, noi si continua ad usarlo... con moderazione, naturalmente...
-        E codesto bonus... m'ha portato dalla mia vettura direttamente qui? Accidenti, non ho manco appetito, potevo usarlo in seguito!
-        Come si dice da voi... ci sei o ci fai?
-        Mah... ora che vedo meglio, il bar non è attrezzato... manca il personale e i clienti là in fondo intanto aspettano. O che non si poteva terminarlo del tutto prima d'aprirlo?
-        ... non ci sei... guarda un po' meglio, suvvia...
-        Beh, la tunica alla Demis Roussos qualcuno la mette ancora in Versilia, però colorata... tutta bianca ti prenderebbero per un vù cumprà... va beh, dai... ti sta bene, alto come sei... però i capelli, almeno un codino... me pari biblico... si scherza, eh... il sense, appunto...
-        ... decisamente, ti meritavi il bonus... benvenuto, sono il Portiere.
-        Ah... il bancone è dell'Hotel allora... adesso mi par di ricordare, m'era venuto sonno...
-        Sì, bravo... e hai cercato di resistere... non si dovrebbe, alla guida.
-        Ci sono abituato e avevo un appuntamento importante... eh, ma poi l'ho capita e ho cercato un Motel...
-        Eh, no... hai pensato che sarebbe stato opportuno farlo... alla prossima uscita... i segnali vanno colti al volo...
-        Segnali di chi?
-        Credi che il Motel fosse un tuo pensiero?
-        E di chi, altrimenti?
-        ... mmh... capisco il bonus ma effettivamente qualcosa non torna, non dimostri d'avere i requisiti...
-        C'ho tutto in macchina, documentazione, offerte, depliants... documenti e... mannaggia, dov'è il mio portafoglio... chi m'ha messo sta tunica?! Ma che è, un club esclusivo? Io non li frequento quei luoghi... dov'è la mia Audi?
-        La vuoi vedere, davvero?
-        E come no, con quello che m'è costata... ancora 24 rate...
-        L'hai voluto tu, eccola là...
-        Quella 'un è la mia, è un rottame da sfasciacarrozze...
-        Guarda meglio, da vicino...
-        Beh, il colore... ma son tutte grigie oggi, sì il modello è lo stesso ma i sedili, a parte che son tutti sghembi... i miei non sono rossi, 'un mi piace quel colore!
-        ... ancora più vicino...
-        ... ah, ma sò sporchi... e che è, pittura?
-        ...no, sangue fresco...
-        Sangue? Accidenti, e di chi?
-        Tuo.
 
 
Cordialement
Jean
 
-         
#20
Poiché l'ho un po' tirata,
la storia del 500 utente
adesso che è arrivato
non posso non dir niente,
però... sarà vera questa entrata?

Va beh che s'è firmato
ma c'è qualcuno dietro
o ha sol colto l'occasione
d'apparir sul vetro?  (vetrina, ndr)

Per risolver la questione
non resta che mandare
al nikke ch'è indirizzo
l'avviso di chiamata
e se non vuoi barare
risponni co nu schizzo...
e dopo tutti al mare
a mostrar...

 https://youtu.be/mUUSBDyQJAk
 
Cordialement
Jean