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Discussioni - pepe98

#1
Se i molti fossero, il non essere di una cosa sarebbe qualcosa, sarebbe "altro". I molti sarebbero quindi definiti dal non essere degli altri. Ma in base a quale criterio(qual è il principio) i molti sono definiti cosí e non in un altro modo? Come possono le cose essere così DEFINITE per principio? La questione si risolve solo negando l'esistenza del molteplice: il non essere di una cosa non è, quindi la cosa è una sola. Poiché è una sola, non è definita dal non essere di qualcosa, ma solo ed ESCLUSIVAMENTE dal non essere del nulla, che è una verità evidente(nulla=non essere, per definizione). Questa cosa, che coincide con l'essere parmenideo, non ha quindi forma, e non è definita né spazialmente, né nel tempo: al di fuori di essa c'è il nulla, quindi né spazio né tempo. Tale cosa è dunque eterna ed immutabile.
Ora, poiché io esisto(se siete coscienti potete capirmi), ed esiste una sola cosa, esisto solo io. Le persone(noi) sono in realtà un unico IO. Noi siamo il tutto, che è la semplice non esistenza del nulla, e non è un ente astratto e definito, ma il totale concreto. Io sono tutto, eterno ed immutabile. Il molteplice è astrazione: concreto percepire separatamente. Ma tutto il percepire, che è la non esistenza del nulla, avviene tutta in un "eterno istante".
#2
Ecco quello che succede, in vari istanti, in un mondo in cui un certo Albert ha inventato la macchina del tempo: azionandola il tempo inizia a scorrere all'indietro. Riporto qui i pensieri di Albert, in vari istanti(o intervalli di tempo molto piccoli, se preferite) prima e dopo l'azionamento della macchina:
t1: "ho capito come costruire la macchina per invertire il flusso tempo."
t2: "ho quasi completato la costruzione, finalmente potrò azionarla PER LA PRIMA VOLTA."
t3: "ho completato la costruzione, ora non mi rimane che azionarla".
t4:  la macchina viene azionata.
t5: "ho completato la costruzione, ora non mi rimane che azionarla".
t6: "ho quasi completato la costruzione, finalmente potrò azionarla PER LA PRIMA VOLTA."
t7: "ho capito come costruire la macchina per invertire il flusso tempo."
Povero Albert. Continuerà a vivere il passato senza sapere di averlo già vissuto. Non aveva pensato ad una cosa: se tutto torna indietro, anche il suo pensiero, parte del tutto, torna indietro. Lui sta perdendo informazioni dalla memoria, eppure è convinto di starle accumulando.
Immagina ora di trovarti nella stessa situazione di Albert.
Ha senso ordinare gli eventi da t1 a t7 quando non sappiamo quale viene prima? Non è forse una nostra abitudine, caratteristica, disporre eventi in memoria secondo un ordine logico preciso, funzionale alla percezione del mondo(e quindi, forse, alla sua stessa esistenza)? Ha senso distinguere tra le coppie t1 e t7, t2 e t6, t3 e t5, quando il loro contenuto è il medesimo? -"Certo che ha senso, perché si ripetono in due momenti diversi, t1 e t7, t2 e t6, t3 e t5."-Beh, noi che abbiamo immaginato di vedere la scena dall'esterno, su un tempo già preimpostato, non abbiamo motivo di dubitarne. Ma immaginiamo che ciò avvenga nel mondo reale: c'è forse qualcuno, in un tempo esterno dal nostro(come il nostro è esterno rispetto a quello di Albert, subordinato al nostro), che si diverte a modificare il nostro tempo come se fosse una coordinata per lui percepibile per intero? E se anche il suo fosse tempo illusorio, e così via? O, piú semplicemente, il tempo non esiste al di fuori della nostra coscienza, cioè ogni momento dell'esistenza è simultaneo agli altri, ed eterno? In questo caso Albert vive tutti gli istanti di tempo contemporaneamente, ed in ognuno di questi istanti è convinto di stare accumulando informazioni in modo continuo: è percepibile solo ció che appare come nuovo, e non è percepibile ció che viene perso.
#3
Tematiche Filosofiche / l'uno inteso letteralmente.
28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
Espongo ora tre principi che mi sembrano in grado di creare un'unità perfetta con il tutto: 1)IL MUTAMENTO NON ESISTE. 2)L'UNICA PERSONA SONO IO. 3)L'ESSERE È SOLO IO.
Essi non sono altro che proposizioni che analizzano intuitivamente l'unico principio di questa filosofia: ESISTE SOLO L'UNO.
Ponendo questi principi, ed adattando il nostro pensiero ad essi (giustificarli intuitivamente senza andare contro principi logici), può nascere la filosofia più perfetta.