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Discussioni - InVerno

#1
Non apro spesso topic e non apro questo perché ho qualcosa di tremendamente interessante da raccontare, ma volevo condividere una teoria di cui mi sono convinto negli anni per capire lo spettro politico e sociale di un paese e che mi ha dato a volte frutti.

Il vero problema che questa teoria vuole risolvere non è quello di offrire un immagine ad alta risoluzione di un paese, ma una a bassa risoluzione che sia migliorativa rispetto al comune sentire. Normalmente infatti si pensa alle divisioni politiche di un paese basandosi sui risultati elettorali, o dei sondaggi, e la loro progressione nel tempo. Questo ha certamente un valore descrittivo, ma non deve dimenticare che si tratta dei risultati della battaglia politica, non delle posizioni di partenza da cui la battaglia è scaturita, quindi avrete es. Partito A 47% voti partito B 53% e questo dovrebbe in qualche modo rappresentare la reale divisione politica del paese, anziché i risultati del conflitto tra due forze che per propria costituzione non possono mai raggiungere tali proporzioni se non temporaneamente in occasione di eventi specifici come le elezioni.

La teoria che propongo invece è che qualsiasi paese, non importa se democratico o autoritario, sviluppa due forze maggiori posizionate agli estremi della finestra di Overton. Queste due forze sono composte circa dal 20% della popolazione, in competizione per determinare l'80% delle conseguenze. Questo 20% è composto da individui altamente politicizzati, razionali, e politicamente attivi, e il terreno di contesa è un circa 60% del paese che costituisce il ventre molle della società, individui depoliticizzati, emotivi e apatici che sceglieranno a quale dei dei due schieramenti offrire la propria forza politica in maniera transizionale, senza mai entrare a far parte di nessuno dei due schieramenti in maniera organica.

Chi siano questi due schieramenti del 20% e cosa rappresentino dipende da tante cose, normalmente si chiamano destra e sinistra, ma volendo darne una definizione alternativa e potenzialmente più interessante, li chiamerei Santi e Pirati, come rappresentazioni di due pulsioni primigenie, ordine e caos, in continua tensione dialettica tra di loro. E se è vero che generalmente si potrebbe tradurre i santi nella destra e i pirati nella sinistra, questo in realtà dipende dalle strategie che mettono in campo per conquistare quel 60% di ventre molle che è la chiave del potere. Per esempio, i pirati sono egualitaristici, ma questo non significa che siano automaticamente progressisti, se riterranno che la strategia migliore è quella di promettere un progresso che porti a più eguaglianza lo saranno, se invece, come è accaduto alla sinistra occidentale negli ultimi 30-40 anni, riterranno di maggior impatto conservare il livello di eguaglianza ottenuto, si sposteranno a destra, dove conservazione è la parola d'ordine.

Tanto vi dovevo e tanto ho scritto, non è una teoria da prendere troppo seriamente e non può essere applicata alle minuzie della diatriba politica, ma a volte torna utile, paradossalmente in special modo nelle dittature, per ricordarsi che quelle alte percentuali che ai dittatori piace sfoggiare sono in realtà un numero composto, non 80% ma 20+60.
#2
Percorsi ed Esperienze / Raduno filosofico 2025
19 Marzo 2025, 14:06:53 PM
In seguito al successo dello scorso anno vorrei riproporre la formula, lo faccio con largo anticipo anche se prima di maggio almeno non ce la faccio, ma se qualcuno è intenzionato a partecipare e ha già delle finestre di tempo da dichiarare, prima si raccolgono informazioni più facilmente riusciremo a far combaciare le esigenze logistiche dei partecipanti. 

Premesso che sono libero anche io di spostarmi se fosse più comodo farlo altrove, se si dovesse fare da me come l'anno scorso, a seconda del numero di partecipanti ho diverse opzioni, l'appartamento che abbiamo usato l'anno scorso per ora è abbastanza libero a maggio, c'è un buco 9-15 luglio, e poi c'è settembre. In teoria dovrei anche arrivare a rendere fruibile il nuovo appartamento, perlomeno in estate, per scaramanzia sto zitto e faccio ancora finta che non sia fruibile, ma se lo fosse la mia disponibilità sarebbe più elastica.

Nel frattempo chi fosse interessato o avesse qualche periodo da suggerire, senza impegno, è pregato di scrivermi qui!
#3
Percorsi ed Esperienze / Raduno filosofico
18 Maggio 2024, 20:13:10 PM
Come suggerito da Jacopus, penso che sarebbe una interessante idea se riuscissimo ad organizzare un raduno dove incontrare tante facce che fino ad ora si sono incontrate solo digitalmente. Io e Jacopus ci siamo incontrati settembre scorso ed e' stata un esperienza interessante e stimolante, viene naturale estendere invito a tutti, e mi sembra un passo ulteriore per rafforzare una comunita spesso flagellata da incomprensioni che derivano in gran parte dal non conoscersi.

Viene altresi naturale considerare me come base per questo raduno, essendo che ho un agriturismo e si puo risparmiare perlomeno sui letti, oltre che a stare in mezzo alla natura. Non che sia l unica opzione, sono disposto a muovere il culo anche io in caso si optasse per soluzioni diverse, semplicemente mi sembra la prima ipotesi valida da proporre. Per darvi un riferimento, mi trovo in provincia di Spezia.

Ben conscio delle difficolta che si incontrano cercando di radunare una comunita di adulti sparsi in tutta Italia perche da dieci anni lo faccio con gli amici incontrati su un altro forum, per ora chiederei solamente di manifestare il vostro interesse alla proposta ed eventualmente dei periodi che sapete anticipare sareste disponibili o pensate possano essere propizi, una volta raccolte un po di adesioni proveremo a trovare una quadra per cercare di includere piu persone possibili.

Chi non viene un leone da tastiera è , è , è
Chi non viene un leone da tastiera è , è , è
 8)
#4
Tematiche Culturali e Sociali / Geopolitica 2024
18 Gennaio 2024, 10:12:41 AM
Topic generico su eventi di politica e relazioni internazionali. Se un tema dovesse diventare preponderante i post verrano separati in altro topic, su richiesta dei partecipanti o per decisione dei moderatori. Fatti di cronaca e discussioni brevi riguardo a conflitti o sviluppi politici possono essere postate qui, per le discussioni meglio argomentate rimane suggerito l'uso di topic tematici appositi.


(Per non lasciare vuoto il topic faccio come a scuola e lascio delle tracce, liberi di parlare di altro.)



Geopolitica: Scienza, disciplina, ideologia o brand editoriale? La rilevanza del determinismo geografico nella comprensione degli eventi mondiali.

Guerra in Ucraina: che fine han fatto i russofoni? Sono salvi? Erano il motivo dell'invasione, secondo alcuni.  Ora "l'Ucraina è storicamente russa" è l'unica motivazione che viene martellata nella propaganda.

UE: Se Orban rompe le palle facciamo i bilaterali. Germania e UK annunciano che in caso di congelamento del conflitto "ci saranno", ma durante una tregua potrebbero mandare anche dei soldati sul fronte?

Brexit: "L'unica nazione che ci vuole vedere fuori dall'UE è la Russia" 2016 Hammond - segretario della difesa UK. A due anni dal voto quelli che sono convinti NON sia stata una buona scelta sono il doppio di chi è ancora convinto del contrario. Memo per l''italia "la propaganda russa NON pensa ai tuoi interessi".

Antiamericanismo: Come è possibile che Travaglio Vauro e Santoro hanno le stesse linea in politica estera di Berlusconi? Antiamericanismo l'elisir di lunga vita del cattocomunista.

L'anno democratico: Elezioni ovunque in America ed Europa, i nazionalisti spuntano come funghi, la sinistra non esiste. L'americanizzazione della politica, dove l'alternativa è tra liberalismo e fascismo.

Taiwan: vince candidato anti cinese, evidentemente ai Taiwanesi questa reunion non piace. La loro opinione verrà considerata oppure finirà sotto le sciocchezze sui battaglioni neonazisti taiwanesi?

Guerra in Yemen: Dieci volte i morti che a Gaza e dai giornali neanche una cartolina. La razionalità dell'indignazione a macchia di leopardo.

Eco fascismo: o maledizione delle risorse in economia. Trovarsi una valanga di idrocarburi sotto il culo rende impossibile la democrazia?
#5
Titolo pretenzioso, l'accento va messo sulla parola "scientifica" perchè di soluzioni proposte ve ne sono tante, e nessuna dovrebbe essere usata in maniera esclusiva, chi sostiene il contrario di solito vende l'esclusiva, io non vendo niente. Tuttavia, la maggior parte di queste proposte e la loro fattibilità nel tempo, è sempre oggetto di interpretazioni e stime molto complesse, facendo i conti della serva la maggior parte delle volte non risolvono nemmeno percentuali del problema. Esiste un eccezione, un intervento che ci potrebbe aiutare a controllare il clima del pianeta e di cui abbiamo certezza scientifica del successo, perchè l' "esperimento" che lo prova è ancora in corso. C'è bisogno tuttavia di cambiare l'ottica del problema in generale, il problema non è più trovare una soluzione che arrivi per tempo, ma prendere abbastanza tempo per preparare una soluzione. Le soluzioni attualmente possibili non sono sufficienti a rispettare le tempistiche considerate non critiche, il problema da solvere è come trovare più tempo.


La prova scientifica è già contenuto nel famosisimo grafico delle temperature


Nel periodo del dopoguerra non è che non stessimo emettendo co2, aiosa visto che era boom economico in metà pianeta, ma fino agli anni 70 non inizieranno le regolamentazioni ambientali ed i particolati leggeri in sospensione schermarono il pianeta fermando le temperature. Diminuendo l'inquinamento ambientale, le temperature sono immediatamente cominciate a salire (questo aprirebbe rivoli di discussioni sui contrasti tra ambientalismo ed ecologia).Per farla breve, bisogna ricominciare ad inquinare l'aria come negli anni '60, possibilmente non di fumi di cose a caso ma di particolati che abbiano il maggior potenziale dal punto di vista dello scopo in progetto, i costi ambientali saranno inevitabili ma mitigabili. Non è un idea mia certamente, è una idea che circola da parecchio, semplicemente sono io che mi sono convinto che sia la scelta scientificamente corretta, potremmo anche continuare a ostinarci a non farlo, ma se arriverà il momento critico saremmo comunque costretti all'usato sicuro. Gli argomenti contrari esistono e si possono riconoscere, sempre che vengano soppesati con i costi della non azione o di una controazione complessivamente peggiore. Spesso tuttavia gli argomenti sono più emotivi che logici, come fare leva sulla alienità della parola "geoigneria" e trasmettere la sensazione che si tratti di qualche arte oscura pari alla necromanzia. Il problema è questo: stiamo già geoingnerizzando l'atmosfera, da due secoli, semplicemente lo facciamo senza nessun controllo di quello che scarichiamo, ovvero trattiamo il cielo come una discarica generale, fare geoigneria significherebbe trattare il cielo come un la "coorte comune" del condominio umano. Sarebbe, probabilmente se vuole essere efficiente, un progetto internazionale con quote e che aumentarebbe la coesione internazionale al contrario dell'isolazionismo nazionalista del "i miei pannelli" e "la mia centrale" che ancora non rispondono di che fare di quelli che non se li potranno permettere. Non risolverebbe il problema, ma non lo trascurebbbe neanche, perchè continuerebbe ad essere una spada di Damocle da volerci togliere dalla testa (costi, piogge acide et similia), ma per un periodo sufficiente a fare una transizione economica, urbanistica ed industriale sufficiente (2080+?). In questo momento siamo l'equivalente di un bambino di due anni che ruota a caso il termostato per sentire i "bip" del display, iniziare a ragionare l'atmosfera in maniera attiva ed intellettuale è una necesità della specie, compreso che potrebbe venirci utile con una glaciazione o altri eventi catastrofici non determinati da noi. In più, un programma del genere se di successo, potrebbe essere esteso anche ai mari e altri "beni comuni" che oggi vengono insozzati dalle "externalities" capitalistiche.

Ci sarebbero molti discorsi interessanti da fare sui dettagli (modalità, particolati scelti etc) ma non cambiano realmente la sostanza del problema e sono più che altro tecnicismi di competenza politica, non scientifica. Alcune lezioni si dovrebbero dire però imparate dal fallimento attuale (perchè questo è) e hanno tutte a che fare con il capitalismo, che da questa operazione è meglio stia più lontano possibile. Per esempio Non affidare questi progetti a privati, magari TecnoPonzi illuminati figli di miniere di diamanti che promettono assurdità scientifiche a mandrie di investitori che  hanno completamente dimenticato i principi della termodinamica e bruciano capitali immensi a caso. Il progetto deve essere internazionale e pubblico, i privati possono parteciparvi al massimo come esecutori materiali. Non mettere in piedi un "mercato delle quote" per soddisfare tutti i ludopatici del pianeta, ci devono essere soluzioni di fluidità perchè altrimenti nazioni che non vogliono o non possono partecipare risulterebbero un problema, ma per motivare la "fluidità" del sistema e la sua efficienza, anzichè il profitto, conviene il modo più sicuro per far comportare moralmente le persone da sempre: una pistola puntata alla tempia, in questo caso il monopolio della violenza statale. Chiunque abbia visto che cosa è avvenuto nel "mercato delle quote della co2" dovrebbe capire benissimo il perchè questa critica, ed è finito il tempo delle carote che dovrebbero guidare l'asino, è tempo che le carote ora arrivino da dietro, con ergastoli e fucilate.
#6
Tematiche Culturali e Sociali / Ipercazzola
06 Maggio 2023, 18:46:34 PM
Alexei Yurchak, antropologo russo, coniò il termine "ipernormalizzazione" per descrivere il mondo sovietico durante gli anni '70 e '80, la sua tesi (Tutto era per sempre, finchè non fu più) è che la maggior parte dei russi sapessero che il sistema comunista stava fallendo ma implicitamente e complicitamente lavoravano per mantere un immagine di funzionalità del sistema prolungandone l'esistenza, non riuscendo ad immaginare un alterantiva allo status quo, l'unica opzione di sopravvivenza a disposizione era quella di trasformare la finzione in realtà, processo che Yurchak definisce appunto "ipernomalizzazione".

Adam Curtis prende questo stesso concetto e lo applica al Fukuyamismo, nel 2016 pubblica un documentario dove espone la sua tesi, brevemente qui riassunta: dopo la caduta dell'URSS la politica lascia il potere alla finanza, essendo venuto a mancare l'obbiettivo principale della politica come ricerca del miglior sistema sociale possibile, inebriati della vittoria ideologica, le società occidentali si riducono ad operazioni di regolazione e manutenzione, perdendo aspirazione e trazione, diventano operazioni estetiche dove la verità è confusa con la comodità. La finanza, che più di ogni altra cosa premia la stabilità per la riuscita dei propri affari, è determinante nel congelare il mondo in uno stato di "ipernormalizzazione", e schiacciare ogni tentativo della politica di risorgere propriamente, si crea uno iato tra la società cristallizzata e la realtà dinamica.

Nel 2013 Timothy Morton conia il termine di "iperoggetto", ovvero di un "oggetto" talmente distribuito e dilatato nello spaziotempo da rendere impossibile l'interazione umana. L'iperoggetto è un pericolo per l'ipernormalità perchè gli agenti dell'ipersistema non possono configurarsi con esso, domarlo e contenerlo, sia esso il riscaldamento climatico, l'intelligenza artificiale, il rischio nucleare, il mercato. E' un pericolo non tanto per le sue dinamiche interne a cui si cercano soluzioni raffazzonate, ma perchè ogni relazione con esso è semplicemente vocata alla conservazione dello status quo, non alla risoluzione del problema che necessiterebbe una iterazione funzionale, politica, l'iperoggetto viene perciò vivisezionato e relazionato per compartimenti in maniera contradditoria e disfunzionale. Il moltiplicarsi della complessità sociale moltiplica di fatto gli iperoggetti, e mentre la pretesa delle organizzazioni sociali è quella di riuscire a confrontarvisi, individualmente la scelta preferita è quella della resa, dell'apatia, della banalità..del male.

Il dubbio è sempre quello dell'iperidentificazione: vedo troppo ciò che vorrei vedere? Di bramamorte è pieno il mondo, non riconoscendosi più nella realtà vorrebbero vederla bruciare insieme a sé stessi, muoia Sansone con tutti i filistei, ma i segnali oggettivi della nudità del re cominciano ad accumularsi. Storicamente è un tira e molla, a periodi di grande decompressione e complessificazione, seguono periodi di compressione e semplificazione, il polmone antropico ha due movimenti... E' arrivato il tempo per un inversione di marcia?

#7
Attualità / Guerra in Ucraina III
21 Febbraio 2023, 13:39:02 PM
E' passato un anno dall'inizio della guerra, e così come la pandemia ha tirato fuori dall'armadio virologi ed epidemiologi, questo anno è stato quello giusto per tirare fuori esperti di geopolitica di varia estrazione. Alcuni sono stati trovati traumatizzati, vestiti di stracci, nascosti nelle caverne con un libro di Fukuyama in mano, prontamente gli è stata offerta una coperta mediatica, e l'assicurazione cruciale: siamo di nuovo pronti ad ascoltare, la storia si è rimessa in moto.

Diversi sono stati i tentativi di categorizzare le posizioni sulla questione, ma la maggior parte di queste categorie o ha uno scopo denigratorio, o semplicemente è il frutto  di una determinazione per tifo (filoputin, filoucraino, filonato etcetc) il che è assolutamente normale al bar, ma è un pò riduzionistico in un forum che vorrebbe fare della filosofia la sua colonna portante, così ho pensato di aprire questa terza parte della discussione, tentando di approfondire diverse posizioni partendo dall'impianto filosofico di base, anche se non sono probabilmente la persona più adatta. La primavera porterà sicuramente degli sviluppi importanti sul piano bellico e politico, ma in attesa di ciò, forse farà bene alla discussione ed i suoi partecipanti aprire il ventaglio delle possibilità, partendo dalle due macrofamiglie principali: realismo ed idealismo.

Realismo

Lungi da me voler fare la storia di questa posizione, chi avesse tempo e nozioni potrebbe perlomeno partire da Macchiavelli, io mi limiterò a definire in tal modo una visione della geopolitica orginata da due assunti fondamentali: a) l'uomo è inestricabilmente egoista e razionale, guidato unicamente dalla ricerca del potere e le relazioni tra uomini\uomini e stati\stati sono da intendersi unicamente in funzione della ricerca di potere b) gli ideali sono controproducenti in politica in generale, letali in politica estera, e solamente mezzi per lo scopo politico senza alcuna fondazione o valore. A questo sunto, aggiungo che normalmente il realista intende la geopolitica come un gioco, siano gli scacchi o il poker la metafora più calzante dipende se si tratta di uno scenario a informazione completa od incompleta, ed intende questo come giocato unicamente tra grandi giocatori (USA;RU;CH) e con le loro fiches nella loro sfera d'influenza, ed in questo senso non solo l'Ucraina, ma l'intero continente europeo, sudamericano e centrasiatico, non sono altro che un mucchio di fiches, con tutta una serie di divagazioni sulla teoria dei giochi ed in particolare sul dilemma del prigioniero, alla ricerca di un bilanciamento tra potenze. Inutile dire che questo modello ha avuto la sua massima espansione e successo durante la guerra fredda, ed era stato accantonato seguentemente.. salvo risorgere, ora che Putin dichiara di essere tornati in un mondo "multipolare".. Altresì, ne esistono che io sappia almeno due varianti, realismo offensivo e difensivo, dove nel primo il fine giustifica i mezzi in ogni caso, mentre nel secondo il fine giustifica i mezzi fino al raggiugimento di un livello di sicurezza nazionale ritenuto accettabile. Nel caso di Putin è ovviamente realismo offensivo, mascherato da difensivo, basti pensare che la sua richiesta principale per un negoziato è riportare la NATO al 1997 (qualcuno gli ha chiesto se voleva anche una fetta di culo?) e rendersi conto che un realismo difensivo che se ne strafotte della sicurezza degli altri, non è realmente difensivo, è un realismo teso al disarmo degli altri per facilitare la propria offesa.

Realismo offensivo [Mearsheimer] Mentre le categorie del realismo successive a questa sono quasi uno scherzo o di completamento, perchè a mio avviso sono disoneste nel loro realismo usandolo come strumento retorico a corrente alternata e per comodo, il realismo di Mearsheimer, come quello di Kissinger e di altri è un realismo coerente e perciò interessante. La cosa interessante, socialmente, è sopratutto che diversi veteromarxisti (e russi) hanno condiviso le tesi di Mershmaier, la maggior parte penso superficialmente volendo solo indicare un "mostro" o "fonte avversa" (un americano che giunge alle loro stesse conclusioni) ma siamo ancora qui, dove eravamo ieri, alla congiunzione rossobruna. Mearsheimer sostiene ovviamente che aiutare militarmente l'Ucraina significa irrompere nelle regole del gioco realista, e perciò che l'Ucraina debba essere abbandonata, e la responsabilità della guerra è occidentale. Ma la sua prospettiva è americocentrica, e gli amici veteromarxisti non sanno che calice amaro stanno bevendo citandolo. Mershmaier sostiene la necessità di buone relazioni con la Russia non certo per pacifismo, ma come utile alla convergenza di tutte le forze, europee ed americane, nel distruggere l'ultimo baluardo "comunista" la Cina. Chissà se ha mai parlato con i Russi a riguardo.. ma per un realista è irrilevante! Mearsheimer semplicemente disdegna una guerra, ritenendola inutile e costosa, favorendone un altra, molto più grande e importante con la Cina.

Realismo postmarxista [Chomsky]. Se la geopolitica del realismo è una partita di poker, in questo caso, il poker si gioca col "morto", cioè l'URSS. Argomenti comuni sono quelli di considerare la Russia esattamente come fosse l'URSS (perchè gli sviluppi interni sono irrilevanti, nel realismo) e perciò questo tipo di realista argomenterà probabilmente con la famosa (quanto inesistente) "promessa a Gorbaciov", dipingendo la Russia come unicamente difensiva della propria  "sfera d'influenza", oppure più scaltramente diffamando le popolazioni slave, che sia per screzio personale o vendetta ideologica per i "socialisti ribelli", accompagna una lunga storia nel trattare gli slavi come persone ottuse, i cui travagli sono per la maggior parte sciagure autoinflitte dalla loro stessa stupidità.  Questi popoli di "confine" alle sfere d'influenza devono comportarsi di conseguenza: subire e farsene una ragione, le loro posizioni idealistiche sono carnevalate che  portano danni e nessun risultato, la Russia è un grande impero da rispettare, e in ogni caso, qualsiasi sciagura queste persone possano aver subito e cercato di vendicare, l'america ha sempre fatto di peggio da qualche altra parte. Ho messo Chomsky perchè è più di mezzo secolo che si impegna in questa ginnastica mentale, ma devo dire che in questo specifico caso, è più smarcato del solito, essendo che ce ne sono tanti autoctoni in Italia, non avrete problemi a trovare esempi più attuali o più antichi, Melenchon e Corbyn in caso sono disponibili.

Realismo opportunista [Orsini]. Questa è la posizione più curiosa quanto più insulare e provinciale, ho messo Orsini pur conoscendo solo a sprazzi il suo pensiero, ma  suppongo che ogni nazione ne abbia uno. Il realista opportunista accetta la visione "pokeristica" della geopolitica, non intende rivoluzionarla quanto rispettarla, e provenendo probabilmente da uno dei paesi "fiches", intende suggerire al suddetto paese di comportarsi nè più nè meno come tale, perciò giocando al gioco per ottenere vantaggi opportunistici dalla prospettiva del pedone (es. prezzo del gas etc) ma senza mai disturbare i piani dei grandi giocatori. La parte curiosa di questa posizione, è che premedita una azione da parte di chi al gioco sarebbe teoricamente sarebbe impotente, e spesso ammanta di grandiosità e intelletto politico, mosse unicamente tese a rubare qualche piatto di lenticchie, ma mai e poi mai, a disturbare il gioco, o l'idea del gioco stessa.

Idealismo

In questo caso non citerò autori di rilievo ma zone geografiche, perchè penso che il quid principale di questa posizione è che al contrario del realismo che è molto comune tra professori e statisti, l'idealismo è una posizione "popolare", un realista direbbe che è "la scusa" con cui "vendere" il freddo realismo ai poveri scemi, purtroppo non è proprio così, sopratutto quando gli "scemi" non si comportano come il grande statista vorrebbe. L'URSS è crollata, e non perdendo a poker, ma perchè la fondazione  ideologica su cui si fondava era incosistente, e sopratutto lo ha fatto in maniera quasi totalmente pacifica, in contrasto con l'idea realista del conflitto armato una inevitabilità storica. Kissinger si era preparato a giocare a poker con l'URSS per secoli e secoli (e vedendo l'età a cui è sopravvissuto, intendeva farlo personalmente) salvo un giorno svegliarsi e non trovare più l'URSS a rispondere al telefono, e sopratutto non avendo una spiegazione realista all'evento se non negare che l'evento stesso abbia rilevanza. Le forme, le idee e le ideologie invece sono terribilmente importanti nella visione idealistica, che mette l'accento sullo  sviluppo delle istituzioni, della politica, e della cultura di un nazione, in rapporto alle decisioni che ritiene necessario prendere, o prevede che gli altri prenderanno nei suoi confronti. Nel caso specifico di questo conflitto vediamo due superstiti dell'URSS con due sviluppi interni molto diversi, e che non possono dialogare funzionalmente tra di loro, terrorizzati uno dell'altro per la capacità della propria vicinanza di "contagiarsi" politicamente. In quest'ottica, la natura del conflitto non è per nulla legata alla sicurezza militare, ma alla sicurezza del regime politico.

Idealismo americano. Si può identificare una tradizione realista americana fintanto che la guerra fredda è durata, ma già con Reagan e seguentemente con Bush Senior e poi Junior,  chiaramente le posizioni idealiste hanno prevalso, alternate solamente da Clinton.. ed in qualche misura da Obama, che in maniera molto realista, e nonostante la propaganda russa dichiari sempre il contrario, aveva dato il benestare a Yanukovich ed a lasciare l'Ucraina sotto la sfera d'influenza russa, purtroppo la "fiches" si è ribellata alla sua natura di gettone. Inutile dire che con la guerra in Afghanistan ed in Iraq, l'idealismo americano ha subito, internazionalmente e internamente, una battuta d'arresto gigantesca..esportare democrazia è diventato quello che chiaramente doveva essere sin dall'inizio: uno scherzo semantico idiota, che è confluito in Trump, che ha cestinato a piè pari idealismo e realismo per una posizione isolazionalista e nazionalista. Biden e la sua amministrazione si ritrovano perciò sulle macerie idealistiche americane, a giocare ad un poker nucleare con la Russia, nonostante avrebbero maggiori e più interessanti sviluppi in asia. E sono ben contenti, di essersi ritrovati una "guerra giusta" (cioè giustificabile) dopo tanto disastro, e la percorreranno probabilmente fino in fondo per trovare un nuovo senso alla politica estera americana, sulla traccia del "polizia globale del mondo unipolare" sperando che faccia dimenticare in fretta le sciagure arabe..

Idealismo slavo. Si potrebbe parlare di Pilsudski, il prometeismo, e la funzione anti imperialista delle rivoluzioni nazionali per il cosidetto cosidetto intermarium, ma non volendo parlare di storia, voglio fare un appunto sul presente. Questa zona d'europa è sempre stata vista dalla vecchia europa come "quelli che devono imparare ad essere come noi" e sono anni che gli vengono consegnati moduli da compilare per vedere quanto stanno progrendendo in questo percorso. Io penso che questo sia un errore, perchè per molti versi (e con molti interrogativi), qualche modulo da compilare potrebbero mandarcelo loro (parlo di Polonia, Baltici etc). Per prima cosa hanno visto il futuro economico, dopo la caduta dell'URSS gli americani gli hanno consegnato una bella ricetta neoliberasta, quella che a noi arriva continuamente a piccole gocce loro lo hanno bevuto in un sorso, e vedendo l'immediato disastro, molti di loro hanno messo pezze alla questione, con  ovviamente notevoli eccezioni come l'Ungheria di Orban, che infatti è il nostro futuro, se non impariamo (da loro?) come prevenirlo. Seconda cosa, hanno una tradizione di "fiches", ed è una tradizione profondamente antimperialista (quindi antirealista), mentre qui ancora l'asse franco-tedesco cicinschia di assurdità colonialiste (FR) ed egemoniche (GER) incapaci di trovare una quadra, e di collaborare funzionalmente come gli slavi hanno fatto alleandosi a Visengrad. Sono i paesi più europeisti in assoluto, e non è neanche vero che lo sono unicamente in funzione antirussa.. era forse quindici anni fa che l'esercito polacco era stato invitato sulla piazza rossa ad esibirsi, se succedesse oggi, probabilmente assalterebbero il Cremlino, ma è uno sviluppo idealisticamente razionale. Non vorrei che, continuando di questo passo, i tedeschi debbano mandare moduli a Varsavia, perchè tra neoliberismo e sbaciucchiamenti con Putin, forse sarebbe anche il caso.

Idealismo europeo. Esiste a malapena, nessuno ne parla, abbiamo leader nazionali che fanno dichiarazioni algide e prestampate perchè non sanno chi sono e cosa vogliono, e si concentrano a parlare di cazzate nazionali, ma c'è un lato positivo, l'UE esiste, e questo è un fatto che va conteso con i realisti, perchè l'esistenza dell'UE, anche nel silenzio e nella insipienza dei suoi protagonisti principali è la negazione stessa del realismo, e perciò dell'imperialismo. Kissinger è capace di scherzare  sostenendo che "non sa a chi telefonare per parlare con l'UE", ma il progetto europeo, nel suo idealismo di fondazione è la coalizzazione degli imperi europei falliti per affrontare la crisi della modernità propositivamente e non reazionisticamente, per superare il trauma delle guerre mondiali non tornando all'ottocento ma tentando una stranda ambiziosa quanto mai tracciata, perchè nel caso in cui ci fosse qualcuno a cui telefonare, vorrebbe dire che avremmo fallito. Non si tratta di un progetto unipolare o multipolare, ma di un progetto apolare, in contrasto con l'idea stessa di "polo".Per capire quanto l'UE attuale sia nei suoi fondamentali la negazione della tesi realista, basta vedere come Mearsheimer propose un progetto europeo agli inizi degli anni '90, che praticamente descriveva Francia, Germania e UK, armate fino ai denti (nuclearmente) ma in equilibrio tra di loro, confrontarsi non direttamente ma all'estero (nelle colonie, fiches). Se suona terribilmente familiare, è perchè è la stessa situazione che ha portato alla prima guerra mondiale, e fortunatamente l'idea di Mearsheimer è rimasta sulla carta che ha usato per scriverla, e non c'è nessun bilanciamento militare o coloniale che tenga in piedi la baracca, ma ci sono fortunatamente un paio di idee.


Posizione personale: La tesi realista è a mio avviso una profezia autoavverante nel suo considerare la guerra come una inevitabilità storica, ignorando completamente gli sviluppi interni di una comunità, la comunità degenera fino al militarismo dove la guerra viene normalizzata e poi attuata. Se Putin, anzichè giocare a poker, si fosse concentrato nello sviluppare internamente il proprio paese, forse e dico forse, l'Ucraina (come tutti gli altri confinanti) non sarebbe stata così schifata dall'idea di avervi una relazione politica ed economica.. purtroppo come disse un mio amico riguardo al finanziamento americano dei talebani "chi partecipa a giochi stupidi, ottiene ricompense idiote" e la ricompensa idiota è arrivata anche ai russi.

E con questa pappardella concludo, sperando di non aver tagliato troppi angoli e non aver banalizzato troppo, se spingerà una discussione sarò felice di leggere, altrimenti, spero di non aver annoiato troppo e mi rifarò vivo con qualche notizia più terra terra più avanti.

#8
Topic teoricamente molto lungo, ma svilupperò il resto solo se vedrò che c'è interesse, cosa che dubito, ma vediamo.


L'altro giorno sono stato colpito da un affermazione di un magnaschei produttore di automobili che denunciava il clima di "antagonismo ideologico" verso le automobili, che ha definito "autofobia". Prevedendo, io,  che l' "autofobia" prenderà il sopravvento nei prossimi anni, nonostante le migliori pubblicità, man mano che le automobili raddoppiano di prezzo e dimezzano l'autonomia (elettriche) e diventano sempre più un oggetto di lusso (continuate pure a sperare nell'economia di scala), mi volevo lanciare in un analisi riguardo al fatto che l'urbanistica europea parte con un grande vantaggio in questa transizione, comparativamente a quella americana, e che questo potrebbe essere, se adeguatamente sfruttato, un gigantesco vantaggio per un economia del futuro.

Zoomando dal satellite in una periferia qualsiasi periferia americana troverete questo:




Come si è arrivati a questo disastro, che conoscerete bene dalla moltitudine di film americani che lo rappresentano, è una storia lunga e complicata, che mescola segregazione razziale, schemi di Ponzi, e assoluta prioritarizzazione del profitto davanti ad ogni altra logica. Non è realmente importante, importante è che vivere in questo luogo senza un automobile è semplicemente impossibile. Mettete "il pallino" in una qualsiasi di queste periferie, e scorprirete che siete a chilometri da scuole, negozi, ristoranti e qualsiasi altra forma di servizio di base. Presa l'auto, vi toccherà incolonnarvi su una delle arterie principali dove stanno costruendo un'altra corsia in sfregio a qualsiasi nozione di domanda indotta, morire nel traffico per arrivare in centro dove sono accumulati tutti i servizi, cercare un gigatesco parcheggio per automobili sovradimensionate, e tentare di raggiungere il servizio che desiderate mentre traversate una città pensata per le auto, non le persone, mentre vi tentano di tirare sotto il cofano da destra e sinistra, senza alcuna possibilità di movimento pedonale e ciclistico. La chiamavano "rapallizzazione" in sfregio alla simpatica città di Rapallo, che in confronto a questo disastro urbanistico è una pallida imitazione, perciò sarebbe meglio chiamarla "suburbanizzazione americana".

Ma InVerno, checcevole, basta metterce er bus. E invece no, l'inculata di questo modello urbanistico è data dal fatto che è praticamente irriformabile, se non attraverso una sana dose di bulldozer. Il motivo è presto detto: la densità abitativa è talmente bassa, che per qualsiasi mezzo pubblico che ragionevolamente lavorerà "a fermata" è praticamente impossibile da adattare e rendere economico, perchè ovunque voi piazziate "la fermata" servirete in un ragionevole raggio di distanza da percorrere a piedi un centinaio di utenze, mentre se piazzate una fermata in un qualsiasi centro urbano europeo, potrete servire (e farvi pagare) da venti volte le utenze, e nel caso americano le distanze da percorrere per raggiungere il servizio sono triplicate necessitando, di capienze mastodontiche. Se guardate infatti una periferia a caso italiana, non solo troverete una mescolanza di fabbricati a diversa densità abitativa, ma anche una moltitudine di servizi entro una ragionevole distanza, che potrebbero anche convincervi a camminare o prendere la bicicletta. (nota a margine: mentre gli oligo\monopoli internazionali se magnano tutta la libera impresa a favore di grandi magazzini sovietici - Liberismo yuhu! - questo vantaggio sta in realtà svanendo, ma può essere ripristinato)

L'urbanistica americana è progettata sulla macchina e per la macchina, se togli la macchina, l'urbanistica non ha senso. E' anche per questo che i geniali inventori americani come Elon Da Vinci, propongono boiate tragicomiche come queste per affrontare la transizione: https://www.youtube.com/watch?v=NFWZWDqyV2I
Sicuro che non vi sarete fatti ingannare dalle mirabolanti promesse del Ponzi dei Gonzi, sapete già qual'è l'unica invenzione di cui abbiamo bisogno per una mobilità senza automobile, energeticamente ed umanamente efficiente: il treno. Su strada, su binario, sott'acqua, nel tunnel, il treno è senza ombra di dubbio il mezzo di trasporto del futuro, per qualsiasi tratta che non preveda l'attraversamento di un oceano o debba servire zone rurali e sperdute.

Ma InVerno, gli USA so stati fatti sulla ferrovia, la ferrovia è la storia dell'america. Lo era, nel 1800. Ma se vi piacciono i dindini sonanti, sui treni non ci mettete le persone, puzzano, sono irrazionali, pagano poco.. ci metti le merci, quelle si che pagano bene e del trasporto di persone te ne strafotti, fai passare i binari nelle zone industriali non quelle abitate etc etc. E una volta che la frittata urbanistica è fatta, se volete costruire sei binari nel centro di NewYork, auguri.
#9
Attualità / Democrazia e informazione
03 Luglio 2022, 18:59:50 PM
Democrazia ed informazione

Un americano su cinque sostiene che ad un certo punto sarà necessario ricorrere alle armi contro il governo. Per i repubblicani si tratta di uno su due. Questo dato è scarsamente collegato al fatto che chi parla possieda un arma o meno, comunque un terzo dei detentori di armi ritiene che sarebbe necessario usarle.

Repubblicani e Democratici sono d'accordo, tre quarti di loro sostiene che chi è affiliato all'opposizione è un bullo che vuole far prevalere la propria opionione, senza rispetto per la verità, ma con il solo obbiettivo di disinformare. La metà dei sondaggiati, sostiene che ha smesso di confrontarsi e parlare con chi sostiene il partito opposto.

La causa di tutto questo, secondo il 50% dei sondaggiati, sarebbe la disinformazione, il fattore primario per cui le idee degli oppositori sono irricevibili è perchè queste persone sono misdirette. Il 25% sostiene che la polarizzazione li ha deteriorati psicofisicamente, e un 10% sostiene di aver dovuto accedere a terapie.

Il 48% del campione sostiene che l'obbiettivo principale dei mezzi di informazione è presentare un punto di vista specifico, non rappresentare i fatti (37%)

Questa è chiaramente una polveriera che se esploderà travolgerà tutto il mondo, la guerra in Ucraina a confronto sarà un ricordo dei bei tempi di quando la benzina si pagava poco. Le prossime elezioni americane saranno cruciali, e ancor più cruciale sarà un verdetto della corte suprema (Harper vs Moore) atteso tra poco, che deciderà (in pratica) il potere dei singoli stati membri nel determinare l'esito delle elezioni, se l'interpretazione dei giudici conservatori dovesse passare, praticamente, i singoli stati avranno sufficienti poteri per aggirare il voto popolare. Il risultato più ovvio è che entrambe le fazioni avranno sufficienti motivi per non riconoscere la legittimità dell'elezione se non dovesse andare a loro favore, e specialmente i Trumpiani, sembrano pronti a mettere mano alla fondina.
#10
Attualità / Guerra in Ucraina II
19 Maggio 2022, 08:07:57 AM
Guerra in Ucraina II

Il topic precedente è andato perso per problemi tecnici, ne apro uno nuovo per continuare con lo stesso modello, discussioni specifiche altrove, discussioni generali qui.

Nel frattempo che stiamo avendo in diretta una lezione "sulla NATO", ovvero che la stessa si espande sulla base del consenso popolare, e che serve l'unanimità per fare entrare un membro checchè ne pensino gli USA, e che perciò la NATO in Ucraina poteva espandersi solamente previo consenso popolare, e che la Russia avrebbe potuto ricattare all'infinito un membro (chessò, Germania? Turchia?) per porre il veto sull'Ucraina, sono particolarmente sicuro che tempo qualche mese e i soliti furbacchioni dimenticheranno tutto e faranno finta che la NATO si espande aggressivamente in barba a tutto a tutti per motivare il proprio antiamericanismo.

Ottandue giorni di guerra, e ogni giorno che passa sarebbe un giorno migliore degli altri per invadere la Russia, per chi lo volesse davvero ovviamente, che ormai comincia ad  avere seri problemi di rifornimento con segnalazioni di riparazioni fatte con pezzi di frigoriferi, disertori e difficoltà di recluatamento etc. Se le intenzioni NATO fossero state di invasione della Russia, ogni giorno che passa è un giorno migliore per metterla in pratica, ma va da sé che le atomiche forniscono un deterrente formidabile, che le basi NATO siano in Ucraina o in Portogallo, la sicurezza nazionale russa continua a non essere minacciata minimamente, se non dalle azioni della Russia stessa. Putin ha comunque saggiamente deciso di non dichiarare la mobilitazione generale il 9 maggio, memore del pericolo rappresentato da mezzo milione di uomini armati stanziati nella capitale pronti per essere mandati al macello, e che fine fanno gli Zar quando questo accade.

E qui si torna agli inizi delle argomentazioni filoputiniane, ovvero della guerra come risposta all'espansionismo NATO, qualcuno ci crede ancora, ma la maggior parte ha capito che questa guerra si combatte per qualcosa altro e le argomentazioni filoputiniane si affinano, un pò come i nomask diventarono nogreenpass. Gli irriducibili, in Italia capitani dal prezzemolino televisivo Orsini, continuano a far finta di non vedere che lo stesso non ha ancora azzeccato una previsione se mai ha avuto il coraggio di farne una, ma vabbè, come ha detto Furio Colombo: "ha funzionato come il frate che solleva i confratelli e i fedeli per riformare una chiesa" e se di chiesa si tratta, i chierici mai criticarono il prete.

Dell'andamento della guerra si possono distinguere tre categorie di analisti: A) quelli che avevano previsto la situazione attuale prima del 24 febbraio B) quelli che si sono fatti un idea nei primi tre/sette giorni C) Quelli che ancora non hanno capito, tra i quali lo stesso Orsini che continua a sostenere che la Russia sia destinata inevitabilmente a vincere e perciò converrebbe agli Ucraini arrendersi. Io mi ritengo nella seconda categoria, se il topic di 45 pagine non fosse andato perso (per colpa mia tralaltro) ci sarebbero anche i post per dimostrarlo, ma dove sono i rarissimi di categoria A? Ne ho collezionato una decina, con la speranza di poter leggere ulteriori loro lavori, visto che furono così bravi a guardare oltre alle facciate di cartone del villaggio potemkin russo. Uno di questi è balzato alle cronache occidentali recentemente, tale Colonnello Mikhail Khodaryonok:

https://video.corriere.it/esteri/ex-colonnello-russo-tv-ucraini-ben-addestrati-determinati-mosca-situazione-peggiorera/7b4105ce-d5ab-11ec-883e-7f5d8e6c8bf0

Che cosa scriveva lo stesso, il 3 febbraio su una rivista militare russa? Mi scuserete se farò uso del traduttore automatico, le traduzioni professionali sono un lavoro serio, e comunque il senso del testo mi sembra conservato abbastanza bene, salvo qualche asperità:

****

PREVISIONI DI SCIENZIATI POLITICI ASSETATI DI SANGUE
A proposito di falchi entusiasti e cuculi frettolosi
Mikhail Khodaryonok


Alcuni rappresentanti della classe politica russa oggi sostengono che la Russia è in grado di infliggere una schiacciante sconfitta all'Ucraina in poche ore (e si menzionano anche periodi più brevi) se scoppia un conflitto militare. Vediamo come tali affermazioni corrispondono alla realtà. Nella comunità di esperti della Russia, recentemente si è radicata con forza l'opinione che non sarà nemmeno necessario inviare truppe nel territorio dell'Ucraina, poiché le forze armate di questo paese sono in uno stato deplorevole.Alcuni analisti politici sottolineano che un potente attacco di fuoco russo distruggerà quasi tutti i sistemi di sorveglianza e comunicazione, l'artiglieria e le formazioni di carri armati. Inoltre, un certo numero di esperti conclude che anche un solo colpo schiacciante dalla Russia sarà sufficiente per porre fine a una simile guerra. Come ciliegina sulla torta, alcuni analisti sottolineano il fatto che nessuno in Ucraina difenderà il "regime di Kiev".


NESSUNA PASSEGGIATA FACILE

Cominciamo con l'ultimo. Affermare che nessuno in Ucraina difenderà il regime significa, in pratica, una totale ignoranza della situazione politico-militare e dell'umore delle grandi masse popolari nello stato vicino. Inoltre, il grado di odio (che, come sapete, è il carburante più efficace per la lotta armata) nella vicina repubblica nei confronti di Mosca è francamente sottovalutato. Nessuno incontrerà l'esercito russo con pane, sale e fiori in Ucraina. Sembra che gli eventi nel sud-est dell'Ucraina nel 2014 non abbiano insegnato nulla a nessuno. Poi, in fondo, si aspettavano anche che l'intera sponda sinistra ucraina, in un solo impulso e nel giro di pochi secondi, si sarebbe trasformata in Novorossia. Abbiamo già disegnato mappe, individuato il personale delle future amministrazioni di città e regioni e sviluppato bandiere di stato. Ma anche la popolazione di lingua russa di questa parte dell'Ucraina (comprese città come Kharkov, Zaporozhye, Dnepropetrovsk, Mariupol) non ha sostenuto tali piani nella sua stragrande maggioranza. Il progetto "Novorossiya" è stato in qualche modo impercettibilmente spazzato via ed è morto silenziosamente. In una parola, la campagna di liberazione del 2022, a modello e somiglianza del 1939, non avrà successo in alcun modo. In questo caso, le parole del classico della letteratura sovietica Arkady Gaidar sono più vere che mai: "È chiaro che ora non avremo una battaglia facile, ma una dura battaglia".


Ora sul "potente attacco di fuoco della Russia", che presumibilmente distruggerà "praticamente tutti i sistemi di sorveglianza e comunicazione, l'artiglieria e le formazioni di carri armati delle forze armate ucraine". Questa sola espressione mostra che solo i lavoratori politici potrebbero dire una cosa del genere. Per riferimento: nel corso di ipotetiche operazioni militari sulla scala di un teatro delle operazioni, vengono effettuati attacchi su obiettivi prioritari e massicci attacchi di fuoco. Si noti che nel corso della pianificazione operativa-strategica, gli epiteti "potente" (oltre a "medio", "debole", ecc.) non vengono utilizzati. La scienza militare sottolinea che gli attacchi possono essere strategici (questo si applica principalmente alle forze nucleari strategiche), operativi e tattici. A seconda del numero delle forze coinvolte e degli oggetti colpiti, gli scioperi possono essere massicci, di gruppo e singoli. È comunque meglio non introdurre o utilizzare altri concetti, anche in opere di natura politologica. Attacchi a obiettivi prioritari e massicci attacchi di fuoco possono essere effettuati nell'ambito del fronte (non sono ancora stati formati fronti ai confini occidentali della Russia) o del comando principale delle forze armate nel teatro delle operazioni (finora, uno non è stato creato nemmeno nella direzione strategica sud-ovest). Qualcosa di meno non è più un grande successo. E cos'è, ad esempio, un massiccio attacco di fuoco (MOA) del fronte? Per cominciare, notiamo che il numero massimo di forze pronte al combattimento e mezzi di aviazione, truppe missilistiche e artiglieria, equipaggiamento di guerra elettronica a disposizione del comandante delle forze del fronte (formazione strategica operativa) è coinvolto nel MOU. Il MOU consiste in una massiccia sortita aerea, due o tre lanci di sistemi missilistici OTP e TR e diversi raid di artiglieria. Bene, se il grado di danno da fuoco al nemico è del 60-70%.

Qual è la cosa più importante in questa materia in relazione al conflitto con l'Ucraina? Naturalmente, il MOU infliggerà pesanti perdite a un potenziale nemico. Ma aspettarsi di schiacciare le forze armate di un intero stato con un solo colpo di questo tipo significa mostrare semplicemente un ottimismo sfrenato nel corso della pianificazione e della conduzione delle operazioni di combattimento. Nel corso di ipotetiche azioni strategiche sul teatro delle operazioni, tali MOU dovranno essere applicati non uno o due, ma molto di più.
Va aggiunto con tutti i mezzi che le scorte di armi di alta precisione nelle forze armate RF non sono di natura illimitata. I missili ipersonici del tipo Zircon non sono ancora in servizio. E il numero di Kalibr (missili da crociera lanciati dal mare), Kinzhals, Kh-101 (missili da crociera lanciati dall'aria) e Iskander si misura al massimo in centinaia (decine nel caso dei Kinzhals). Questo arsenale non è assolutamente sufficiente per spazzare via dalla faccia della Terra uno stato grande quanto la Francia e con una popolazione di oltre 40 milioni di abitanti. Vale a dire, l'Ucraina è caratterizzata da tali parametri.

SULLA SUPERIORITÀ AEREA

A volte si afferma nella comunità di esperti russi (dai fan della dottrina Douai) che poiché le ipotetiche operazioni militari in Ucraina si svolgeranno in condizioni di completo dominio degli aerei russi nell'aria, la guerra sarà estremamente breve e si concluderà nel minor tempo possibile. Allo stesso tempo, è in qualche modo dimenticato che le formazioni armate dell'opposizione afgana durante il conflitto del 1979-1989 non avevano un solo aereo e non un solo elicottero da combattimento. E la guerra in questo paese si è trascinata per ben 10 anni. Anche i caccia ceceni non avevano un solo aereo. E la lotta contro di loro è continuata per diversi anni ed è costata molto sangue e vittime alle forze federali.
E le forze armate ucraine hanno ancora una specie di aereo da combattimento. Così come i mezzi di difesa aerea. A proposito, gli equipaggi ucraini delle forze missilistiche antiaeree (per nulla georgiane) hanno pizzicato in modo significativo l'aviazione russa durante il conflitto del 2008. Dopo il primo giorno di ostilità, la leadership dell'aeronautica russa era apertamente scioccata dalle perdite subite. E non dovresti dimenticartene. Ora sulla tesi "Le forze armate dell'Ucraina sono in uno stato deplorevole". Naturalmente, le forze armate ucraine hanno problemi con l'aviazione e i moderni sistemi di difesa aerea. Ma bisogna riconoscere anche quanto segue. Se fino al 2014 le forze armate ucraine erano un frammento dell'esercito sovietico, negli ultimi sette anni in Ucraina è stato creato un esercito qualitativamente diverso, su basi ideologiche completamente diverse e in gran parte sugli standard della NATO. E armi e attrezzature molto moderne vengono fornite e continuano ad essere fornite all'Ucraina da molti paesi dell'Alleanza del Nord Atlantico.
Naturalmente, oggi le forze armate dell'Ucraina sono significativamente inferiori alle forze armate della Federazione Russa in termini di capacità di combattimento e operative. Nessuno ne dubita, né in Oriente né in Occidente. Ma neanche questo esercito può essere preso alla leggera. A questo proposito, bisogna sempre ricordare il testamento di Alexander Suvorov: "Non disprezzare mai il tuo nemico, non considerarlo più stupido e più debole di te".
Ora per quanto riguarda l'affermazione che i paesi occidentali non manderanno un solo soldato a morire per l'Ucraina. Va notato che è probabile che sia così. Tuttavia, in caso di invasione della Russia, ciò non esclude affatto un'assistenza massiccia alle forze armate ucraine dall'Occidente con un'ampia varietà di armi e equipaggiamento militare e consegne all'ingrosso di ogni tipo di materiale. A questo proposito, l'Occidente ha già mostrato una posizione consolidata, senza precedenti fino ad ora, che, a quanto pare, non era prevista a Mosca. Non c'è dubbio che gli Stati Uniti ei paesi dell'Alleanza Nord Atlantico inizieranno una sorta di reincarnazione del Lend-Lease, sul modello della seconda guerra mondiale, non c'è dubbio. Non è da escludere un afflusso di volontari dall'Occidente, che può essere molto numeroso.

PARTIGIANI E METROPOLITANA

E infine, sulla durata di un'ipotetica campagna. Nella comunità di esperti russi vengono chiamate diverse ore, a volte anche diverse decine di minuti. Allo stesso tempo, in qualche modo si dimentica che abbiamo già affrontato tutto questo. La frase "prendere la città con un reggimento aviotrasportato in due ore" è già diventata un classico del genere.
Vale anche la pena ricordare che il potente NKVD stalinista e il multimilionario esercito sovietico hanno combattuto la clandestinità nazionalista nell'Ucraina occidentale per più di 10 anni. E ora c'è un'opzione che l'intera Ucraina può facilmente entrare nei partigiani. Inoltre, queste formazioni possono facilmente iniziare ad operare già sul territorio della Russia. La lotta armata nelle grandi città ucraine è generalmente difficile da prevedere. È risaputo che la grande città è il miglior campo di battaglia per la parte debole e tecnicamente meno avanzata del conflitto armato. Esperti seri sottolineano che in una metropoli è possibile non solo concentrare un raggruppamento di migliaia e persino decine di migliaia di combattenti, ma anche nasconderlo alla superiore potenza di fuoco del nemico. E anche per fornirgli risorse materiali per lungo tempo e compensare le perdite di persone e attrezzature. Né le montagne, né le foreste, né le giungle oggi offrono tale opportunità. Gli esperti sono convinti che l'ambiente urbano aiuti i difensori, rallenti il movimento degli attaccanti, consenta di piazzare un numero record di combattenti per unità di area e compensi il ritardo di forze e tecnologie. E in Ucraina ci sono più che sufficienti grandi città, comprese quelle con un milione di abitanti. Quindi l'esercito russo nel corso di un'ipotetica guerra con l'Ucraina potrebbe incontrare molto più che Stalingrado e Grozny.

RISULTATI

In generale, non ci sarà il blitzkrieg ucraino. Le dichiarazioni di alcuni esperti come "L'esercito russo sconfiggerà la maggior parte delle unità delle forze armate ucraine in 30-40 minuti", "La Russia è in grado di sconfiggere l'Ucraina in 10 minuti in caso di guerra su vasta scala" , "La Russia sconfiggerà l'Ucraina in otto minuti" non ha motivi seri.

E infine, la cosa più importante. Un conflitto armato con l'Ucraina attualmente non è fondamentalmente nell'interesse nazionale della Russia. Pertanto, è meglio che alcuni esperti russi sovraeccitati dimentichino le loro fantasie di odio. E per prevenire ulteriori perdite di reputazione, non ricordarlo mai più.
#11
Alla Cop26 Jeff Bezos, noto gestore dei "GUM del libero mercato", ha annunciato che dopo essere stato nello spazio si è reso conto che deve salvare il nostro pianeta, e quindi ha deciso di "scendere in campo" come un nostro noto amico, ed investire 10miliardi di dollari in progetti "green".

https://www.youtube.com/watch?v=I1uVpSsDDs8

Nessuno pare essersi messo a ridere fragorosamente all'annuncio di progetti green da uno che sponsorizza il turismo spaziale, io invece voglio fare una previsione riguardo a questi dieci miliardi di dollari, vediamo se ci azzecco? Nonostante non ci sono evidentemente notizie riguardo a come e dove verranno allocati questi soldi, dalla breve descrizione che Bezos ha fatto nel video, io penso di sapere dove andranno a finire, e si tratti secondo me di progetti di "carbon offset", sottoforma di donazioni, ovviamente, in modo tale da evitare di pagare quelle poche tasse che già non paga.

Il "carbon offset" è una pratica di dubbia utilità e senso, i meno eufemistici parlano di "truffa", che in pratica permette di pagarsi il cosidetto "greenwashing". L'idea, per farla spicciola, sarebbe perciò: ho superato il limite di emissioni di co2 previsto, anzichè subire conseguenze legali o di immagine, prendo un sacco di soldi e vado a finanziare progetti "green" per l'esatto quantitativo di emissioni che ho ecceduto.

Questi progetti però devono avere determinate caratteristiche:

Devono essere permanenti (?),
devono essere esclusivi (cioè lo stesso progetto non può essere offset di più enti)
e comprensivi (cioè non basta spostare risorse tra diverse giurisdizioni).

Il problema principale di questo progetti risiede nel primo requisito, l'essere "permanenti", che cosa vuol dire esattamente? Prendiamo ad esempio il progetto di carbon offset che viene utilizzato più frequentemente: piantare alberi, alberi "permanenti" nondimeno.

Se nessuno si fosse insospettito del fatto che quando questi progetti vengono avviati gli alberi scelti da piantare sono quasi sempre monocolture, e monocolture adatte al taglio per cellulosa o legno, io mi insospettisco parecchio, e la domanda che mi faccio è: siamo sicuro che fra vent'anni, quando le piante saranno "pronte" non verrano invase da un marea di motoseghe? Perchè ai maliziosi come me, pare un ipotesi molto probabile sin dalla nascita di queste "riserve" che non sembrano avere alcuna "pretesa" biosistemica.
E che cosa succederebbe ai carbon offset di vent'anni prima? Andremo a prendere Bezos per le orecchie per chiedergli i danni? Ma Amazon esisterà ancora?E se il risarcimento fosse "too big to ask?" per un noto "too big to fail"? E se Bezos avesse dato tutto in appalto a una cooperativa di straccioni, la colpa sarà degli straccioni o la sua, e chi dovrà rimettere i propri crediti se gli straccioni se li saranno già venduti tutti? La parola "permanente" pone molti problemi.

Ma facciamo finta che viviamo nel mondo delle buone intenzioni e nessun esercito di motoseghe si abbatta sulla foresta che ha fornito il carbon offset. Che cosa succederebbe per esempio se la foresta in oggetto, prendesse fuoco e rilasciasse tutta la co2 intrappolata nell'atmosfera? Evento raro, qualcuno dirà, e invece no, e anzi, dovremmo aspettarcelo con sempre più frequenza viste le peculiarità del riscaldamento climatico, alla faccia del permanente. Ad una foresta dell'Oregon che veniva  tutelata in cambio di "carbon credits" è successo due volte in tre anni bruciando al 90%, e l'assicurazione in "carbon credits" che doveva tutelare il progetto per cento anni, è in grado di ripagare solo il 10% dei crediti perduti. La co2 è nell'aria ora, e le complicazioni legali in campo pare che lasceranno tutti con un palmo di naso.

Ma la maggior parte di questo mercato non è in america, ma in "postacci" come la foresta amazzonica. E che succede quando un ettaro di boschi amazzonici viene delegato a "carbon credit" e viene impedito il taglio? Che l'ettaro vicino viene tagliato al doppio della velocità per rifarsi delle perdite.. Questo in teoria dovrebbe far saltare il principio di comprensività, ma nella pratica ciò che si vede è l'esatto contrario, ed è anche uno dei motivi per cui le motoseghe abbattono con sempre più velocità determinate aree amazzoniche, ed è anche uno dei maggiori motori del cosidetto "landgrabbin" , ovvero della privatizzazione di quelli che dovrebbero essere invece dei beni comuni, con le conseguenze ben note sulle popolazioni natie e sulle economie locali.

Posto che dovrebbe essere ovvio, i carbon offset dovrebbero essere una "estrema ratio" e non la via maestra, posto che non dovrebbero essere scaricati sul terzo mondo dove il rischio che vengano alterati o dirottati è molto più alto, e posto che dovrebbero essere usati per progetti strutturati e coordinati in un piano che necessariamente coinvolge le comunità nel loro insieme e non fare aiuole in giro per il mondo dove la terra non costa niente..

Purtroppo sono conscio del fatto che anche gli stati normalmente si bevono tranquillamente la storia del carbon offset, più che bersela, se ne ubriacano, infatti gran parte degli obbiettivi promessi dai leader nazionali alla Cop26, li sfruttano ampiamente. Però mi sia permesso di essere un attimo più fiducioso se a fare questi progetti sono enti pubblici anzichè privati, essendo che la natura stessa di questi progetti dovrebbe essere non profit, che senso ha farli finanziare a chi dei profit fa la propria ragion d'essere? Il senso è che queste persone sono evidentemente allergiche a pagare le tasse, e vorrebbero far passar l'idea che pagarle (quando vogliono loro, e quanto vogliono loro) sia una sorta di "atto di generosità". Poco male se con quei dieci miliardi forse uno stato potrebbe ammodernare le linee elettriche, o fare altri progetti di ampio respiro e infrastrutturali, vuoi mettere con avere qualche ettaro di alberi in Sudan? Perchè prendersi il fastidio e la noia di gestire migliaia di progetti di riforestazione in giro per il mondo in maniera permanente, quando basterebbe pagare le tasse e lasciar fare alle burocrazie pubbliche?

Penso comunque che sia d'obbligo scrivere all'agenzia dell'entrate, perlomeno per informarmi se questa possibilità sia aperta anche a me, se posso piantare alberi anzichè pagare le tasse, ho già pronta la vanga.
#12
Attualità / La falsa dicotomia energetica
17 Novembre 2021, 16:15:19 PM
Mentre le più importanti masse celebrali italiche da ormai due anni si sono spostate dal discutere di diritto marittimo per arginare i flussi migratori all'epidemiologia campestre, concorre, nelle sedi dove ancora la politica non ha ancora abdicato al provincialismo e alla difesa del sacro giardino individuale, la discussione sul nucleare. Nucleare si, o nucleare no? E sopratutto: rinnovabili o nucleare?
In questo rinnovato spirito manicheistico, dove due soluzioni che potrebbero tranquillamente convivere, vengono poste una contro l'altra per nessun motivo evidente, o forse salvaguardare gli interessi della lobby di riferimento, qualche indomito si lancia in interventi a gamba tesa. Pars pro toto, stamattina ad esempio leggo, Ignazio Corrao con questo articolo sul FQ.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/17/esiste-un-nucleare-sostenibile-il-piano-francese-non-e-supportato-da-alcun-dato-scientifico/6394499/

Estratti..

"a oggi però non è in alcun modo supportata da alcun dato scientifico, sia a livello ambientale, che a livello di costi e tempistica."

Chissà cosa legge Corrao, andiamo a vedere gli ultimi dati forniti dall'IPCC
https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2018/02/06_figure_7.6.png
Quindi i costi in co2 infrastrutturali (non esistono emissioni dirette) e di produzione del nucleare sono assimilabili ad eolico ed idroelettrico,  mentre sono un terzo per il fotovoltaico su tetto, un quinto del fotovoltaico a struttura indipendente, e la metà del fotovoltaico concentrato. Alla domanda iniziale perciò se il nucleare è "green", la risposta è "almeno tre volte di più dei pannelli che sicuramente hai sul tetto, Corrao, e parimenti "green" rispetto alle altre rinnovabili".

Sullo smaltimento dei rifiuti si spiega che non esiste ancora, in tutto il mondo, un deposito geologico profondo per i rifiuti ad alto livello in funzione.
Similarmente, non esiste il riciclo dei pannelli fotovoltaici, che attualmente finiscono in discariche africane. Entrambi i problemi vengonospesso declinati al futuro dai proponenti di entrambe le tecnologie, perciò se "ci sarà" il riciclo dei pannelli, "ci saranno" anche depositi geologici.

Per quanto riguarda l'estrazione dell'uranio, va ricordato che la maggior parte delle miniere si trova al di fuori dell'Ue e non è soggetta alla sua regolamentazione o al suo controllo

Invece dove si trovano, Corrao, le miniere per i minerali rari necessari alla costruzione dei pannelli fotovoltaici? Bassano del Grappa? Pizzo Calabro? Oppure in Cina e Africa, fuori dalla giuristizione UE?

Con questo voglio finirla di leggere Corrao, lasciando irrisolto il proverbiale dubbio se ci è o ci fa, ma indirizzare verso il vero punto della questione, ovvero questa artificiosa contrapposizione tra due tecnologie che hanno pro e contro molto diversi, e che potrebbero, e anzi dovrebbero, coesistere completandosi una l'altra.

Se il nucleare è una fonte energetica con un inerzia molto importante, utile per fornire il cosidetto "carico di base" su una linea elettrica, le rinnovabili non avendo nessuna inerzia ma una fortissima modulabilità sono meglio adatte a gestire picchi e carichi temporanei.
Se il nucleare ha molto più senso per servire un grande agglomerato urbano, le rinnovabili hanno molto più senso negli ambienti rurali e a scarsa urbanizzazione oltre che nelle nazioni in via di sviluppo.
Se il nucleare necessariamente sarà gestito da grandi capitali, le rinnovabili possono essere gestite in maniera sia economicamente che gestionalmente più diffusa..
Se il costo al kw dell'energia nucleare è più basso di quello delle rinnovabili, può aiutare a calmierare le bollette mentre la griglia energetica viene rinnovata per supportare un maggior apporto delle rinnovabili, comprese soluzioni di accumulo..

E si potrebbe andare avanti per ore.. è evidente che quello che non può fare il nucleare possono fare le rinnovabili e viceversa, ma per qualcuno tutto ciò non è per niente evidente, ed in nome del "meglio", argomentato solitamente come fa Corrao, cioè alla cazzo, sacrificano il bene. Il nucleare è di destra, le rinnovabili di sinistra, e Corrao viene dal partito che diceva che sinistra e destra non esistono più ma esiste il buon senso, anche se evidentemente adoperarlo non è così semplice come parrebbe..
#13
Attualità / Il Superflop 110%
07 Luglio 2021, 10:50:26 AM
https://www.youtube.com/watch?v=74QUHWaTb8w

Non volendo sostituirmi al lavoro degli storici dei flop che sicuramente avranno tempo, e già stanno adoperandosi, per compilare argute e compiute analisi riguardo del come e perchè.. Vale la pena guardarne alcune in particolare, così, quasi fosse un "trailer" (capirete perciò il forse esagerato utilizzo di materiale video) di quello che sarà il piano di rinascita (o che altro era la supercazzola?) perchè in fin dei conti quello del superbonus110 dovrebbe essere una prima mossa che sfrutta le capacità finanziarie messe in moto recentemente a livello europeo, quindi a guardare come sorge il sole...

L'idea di base era piuttosto semplice e neanche particolarmente rivoluzionaria: Tu mi attesti che la ristrutturazione che stai facendo migliorerà di due classi energetiche l'edificio che stai andando a ristrutturare, e io ti pago tutto quello che è necessario a farlo, e ci metto anche un 10% per coprire le spese del credito che andrai a chiedere alla banca. Il giorno dopo la notizia, una nutritissima schiera demograficamente variegata, dal palazzinaro al proprietario di unifamiliare, cominciarono a invadere uffici tecnici, banche, sedi di ditte, fornitori in quella che sempre cinematograficamente potrebbe essere definito un assalto alla diligenza. Oggi ci si guarda in giro.. e di cantieri se ne vedono ben pochi, sopratutti se relazionati a quelli che erano gli entusiasmi iniziali.. ma che è successo? Come al solito in Italia, bisogna andare dallo psichiatra per capirlo.

A) Negazione
Era passato inizialmente in sordina e molti sopratutto tra i proprietari avevano sottovalutato, il fatto che per essere destinatari di questo credito, bisognava attestare la conformità urbanistica e catastale.. Nell'immaginario collettivo, l'abusivista è colui il quale avendo costruito una palazzina sulla battigia della spiaggia, si fa tronfiamente fotografare su quella stessa spiaggia con completo bianco, camicia rosa aperta all'ombelico ed espadrillas. L'abusivismo edilizio! La piaga contro cui tutti saprebbero dire parole di disprezzo e prendere le distanza, politici o meno. E i condoni edilizi, cose per Berlusconi e sodali! Ebbene, sta di fatto, che l'Italiano medio nega di essere un abusivista, ma se lo stato gli propone una scommessa che più o meno potrebbe esser riassunta in "Scommettiamo che se vengo a vedere, quei centomila euro che hai preso, me li dai indietro tutti?" L'italiano cincischia, si guarda intorno, tentenna, ci pensa... siamo sicuri, che anche io non sono un abusivista edile? Ignaro del fatto che se prima degli anni '90 avessi portato una variante in comune per dichiarare lo spostamento di una finestra in corso d'opera, tutto il comune ti avrebbe riso dietro con forza tale da riportarti all'entrata solo per spostamento della massa d'aria, ora scopre anche che la zona dove questa finestra è stata spostata è diventata a tutela paesaggistica (non si sa perchè non si sa per come, la zona è un cesso a cielo aperto, ma vai a capire) e che ora non solo l'abuso è praticamente insanabile, ma c'è pure il penale, e ci ballano cifre a molti zeri. Ma allora..sono anche io un abusivista?
https://www.youtube.com/watch?v=LNb8I0jr2ik

B) Rabbia
https://www.youtube.com/watch?v=UvWKmgDpXiQ

C) Contrattazione
La contrattazione dura ormai da tempo, si contratta con il tecnico per trovare la gabola, si contratta con la ditta per finire entro giugno (perchè nell'intenzione del legislatore, il patrimonio edile si rimette in sesto in un anno : lo sconto per il set di pentole è sempre SOLO PER OGGI), si contratta con il legale per trovare la paraculata, si contratta con il fornitore che nel frattempo ti fa notare: i prezzi sono triplicati, e continuano ad aumentare, chessifà? E tu rispondi: ma qui davanti c'è una delle più grandi fabbriche di isolanti in europa, possibile che non trovo della dannata lana di roccia a un prezzo decente? E il fornitore, che son anni legge sempre il giornale anzichè vendere materiali, è diventato un esperto di geopolitica e della teoria domanda/offerta, e te la spiega tutta: Se tutti preventivano lavori il prezzo si gonfia, che poi una parte minuscola li faccia lo vedremo, ma intanto hai sentito parlare della crisi dei container? La Cina ha preso in ostaggio i contaneir di mezzo mondo e chi ti dice che non continuerà a farlo?
https://www.youtube.com/watch?v=PwXVO9AUF78

D) Depressione
https://www.youtube.com/watch?v=U66r-8ik98E

E) Accettazione
Beh non ci sarebbe niente da dire, ma le forme di espressione sono le più disparate, c'è chi ci scherza, c'è chi scappa senza pagare la parte di lavoro già svolto, c'è chi si da al benaltrismo: ma hai visto in america? Ti pagano tutto, ma poi lo stato ti centuplica le tasse sulla casa per ripigliarsi isoldi, e non hai modo di sapere di quanto in anticipo! Vah che forse non è solo in Italia,

forse sono proprio io il problema,

forse è la casa,

forse dovrei iscrivermi a quel corso di nuoto,
o forse imparare uno strumento musicale?
Forse.....
#14
Attualità / Caino e Abele
01 Maggio 2021, 07:26:15 AM
Caino e Abele

Il nome del topic è biblico, perchè ho riletto qualche giorno fa in sezione spiritualità la storia del cattivo allevatore e del buon agricoltore, ma il tema è quanto di più moderno.Vi sarete imbattuti anche voi in qualche articolo\video o generico pezzo di infotaiment dove venivano esposti i meravigliosi vantaggi per il pianeta "se tutti fossimo vegani", potrei linkarne qualcuno a caso (tanto sono tutti uguali) ma lascio volentieri sfogare la vostra fantasia sulla barra di ricerca di google, se fino ad ora (incredibilmente) non vi hanno ancora bombardato con queste guide per "salvare il pianeta in 3 semplici step". Questi pezzi, oltre ad essere fatti con lo stampino, hanno anche una somiglianza con qualcosa di scientifico e parrebbero pure credibili.. ed uno degli argomenti maggiormente ricorrenti è quello del consumo d'acqua (ne affronterei volentieri altri in futuro, ma non è neanche terribilmente interessante, essendo che il metodo "mistificatorio" è sempre lo stesso). L'argomento è spesso presentato in forma infografica, per esempio

Magari comparando una piscina e quattro hamburger, un lago e una vacca, o addirittura (wao!) numeri che spiegano che per ogni kilo di carne sono necessari X litri di acqua. Il dato è probabilmente corretto, effettivamente per far crescere un vitello serve parecchia acqua, l'operazione che viene fatta in questo caso è omettere che la gran parte di questa acqua non è nè irregimentata nè raccolta, più del 90% dell'acqua che serve per far crescere un animale infatti è sorprendentemente.. acqua piovana.. che gli erbivori assumono sotto forma di .. erba fresca. Non è acqua che potrebbe essere destinata agli esseri umani, all'agricoltura, o chissà quale altro scopo, è pioggia che cade sul terreno e aiuta a crescere quei vegetali che l'erbivoro normalmente mangia, che siano coltivati o meno (o che vengano mangiati o meno, l'erba cresce comunque)..E meraviglia delle meraviglie, che l'animale generalmente incamera nella vescica, e poi espelle in buona parte (a differenza dei vegetali, che normalmente non pisciano) . Non è un caso che i fenomeni di siccità più critici degli ultimi anni ruotino tutti intorno non ad allevamenti, ma all'agricoltura (Vedi California delle mandorle\prugne o il Cile dell'avocado etc etc). Ovviamente, nessuno nega che sia necessaria anche molta acqua "blu" per allevare, ma le proporzioni sono decisamente meno drammatiche di quanto la "lobby vegana" vorrebbe dare a intendere, e il motivo principale è che viene omessa la differenza tra acque verdi (piovane) acque blu (di superficie\sottosuolo) e acque grigie (di processo) al solo scopo di fare infografiche terrorizzanti. Se ragioniamo in questi termini infatti, la questione diventa sensibilmente diversa e ci sono i disegnini per dislessici anche in questo caso.

Oppure per chi è amante delle calcolatrici, alcuni numeri, sopratutto in proporzione della quantità di calorie\proteine prodotti, perchè va sempre tenuto conto che i prodotti animali li contengono in maniera concentrata, essendo il risultato di un processo di raffinazione biologico e "green" (la digestione degli intestini poligastrici) e un chilo di piume è diverso da un chilo di piombo.


Insomma, se domani "diventassimo tutti vegani", non risparmieremmo granchè acqua al di fuori di quella piovana che in realtà seguirebbe lo stesso identico ciclo che vi siano animali o meno. Distinguerei però due tipi di persone che propugnano questi temi, infatti, un conto sono i vegani che avendo fatto una comprensibile scelta etica\morale gironzolano a cercare di esporre dati per assicurarsi il proprio piedistallo morale dal quale dire messa agli altri, un conto sono  quelle persone che vorrebbero seguire questa strada per motivi prettamente "laici", ecologici e scientifici. Trovo che i secondi siano di gran lunga più pericolosi, perchè offrono una falsa soluzione al problema che avrebbe risultati solo marginali, e facendolo bloccano la strada innanzitutto alla realizzazione del problema generale (siamo troppi, non importa cosa mangiamo) e alle conseguenti soluzioni che potrebbero derivarne una volta capito.

Se vedrò che il topic è di interesse, affronterò anche il consumo di cibo e di terra da parte degli allevamenti, altrimenti, alla prossima!
#15
Attualità / Wallstreet bets e la rivolta di reddit
28 Gennaio 2021, 14:51:22 PM
Ho provato a cercare qualche articolo in Italiano, ma comprensibilmente noi siamo occupati a cambiare il biberon a Renzi e quindi ci siamo chiusi nel nostro enclave in attesa delle fumate colorate dal Colle. Il corriere ne parla in qualche modo, pur non rilevando per niente la "gravità" della situazione in corso, come invece sta avvenendo in america: https://www.corriere.it/esteri/21_gennaio_27/cos-gamestop-perche-sta-sbancando-wall-street-grazie-congiura-piccoli-investitori-eb2e4660-60d3-11eb-b90c-509c7d96fdd2.shtml


Non essendo sufficientemente ferrato in materia finanziaria, evito volontariamente valutazioni in merito. Quello che da profano posso dire, girando su reddit, è che all'apparenza molti investitori stanno semplicemente tentando di sfruttare i vantaggi economici di una bolla finanziaria, altri invece sembrano convinti di portare avanti una operazione politica, principalmente punitiva, nei confronti di Wallstreet, tentando volontariamente di mettere in difficoltà fondi di investimento trilionari. E il titolo sta reggendo, primo a poi molleranno la presa, ma se nel frattempo avessero "fatto danni" sufficienti? Potrebbe essere questo l'inizio di un nuovo tipo di "guerriglia" del ventunesimo secolo, sui mercati finanziari? E i soloni del libero mercato, la permetteranno, oppure chiameranno il loro "miglior nemico", lo stato, per salvaguardare i propri interessi?
#16
Cinema, Serie TV e Teatro / Tiger King
15 Novembre 2020, 19:30:24 PM
https://www.youtube.com/watch?v=wm2nhTMXCF8

Vista la mia diffidenza per le serie tv, i prodotti Netflix, le americanate, e tutta un altra serie di cose, il trailer di questa roba potrebbe tranquillamente essermi passato davanti dieci volte al giorno e avrei comunque deciso di non guardarlo.. Quindi non biasimo chi deciderà di non guardarlo a sua volta. Ma siccome un amico di cui mi fido mi ha caldamente consigliato la visione, mi sono lasciato trasportare.. e devo dire che sono seriamente stupefatto.

Posso solo immaginare l'estasi del regista a cui viene presentato questo soggetto, mentre capisce che non si tratta di un opera di finzione di una persona MOLTO fantasiosa, ma di qualcosa che può andare lì fuori a filmare con la sua camera e farci un documentario con i protagonisti veri. Un allevatore\domatore di tigri,narcisista e megalomane, redneck fino al collo, gay poligamo, candidato alla presidenza, che gestisce uno zoo privato con l'aiuto di scappati di galera, si trova a combattere una battaglia con una animalista che gestisce un centro di recupero tigri come una setta a scopo di lucro, accusata di aver ucciso il marito e averlo dato in pasto alle tigri,....e i coprotagonisti sono sufficientemente "colorati" da forse meritare un documentario a loro volta. Non è nemmeno sensato provare a fare riassunti.

Per la polifonicità, i chiaroscuri, i dilemmi, l'umanità dei personaggi, la metaforicità... Questo è tranquillamente un soggetto Dostoevskiano, con tutti i crismi del caso, ma con gli esplosivi, le tigri, la droga e i gay.  ::)
#17
Cinema, Serie TV e Teatro / Silence
25 Ottobre 2020, 21:09:21 PM
https://www.youtube.com/watch?v=NrerRLfVvhE

Voglio provare un topic sperimentale, siccome il problema della sezione è quello di avere un bassissimo numero di risposte, sarebbe interessante vedere che cosa succederebbe se si prendesse una discussione ormai esausta  (https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/se-gesu'-non-e'-risorto-perche'-gli-apostoli-sono-morti-predicando/)  proporre un film che affronta la tematica, e vedere se almeno i vecchi partecipanti alla discussione (almeno loro) volessero espanderla in prospettiva del film in questione. Perciò questa volta, anzichè fare un veloce riassunto che rischia di spoilerare la trama, o tessere le lodi di un film come se dovessi venderlo (posso comunque farlo: è probabilmente il miglior film di Scorsese, probababilmente uno dei migliori film sulla fede cristiana, e sicuramente il miglior film sul martirio, ad oggi disponibile, comprate, comprate, comprate!) posso solo invitare chi avesse visto il film a rivisitare le proprie argomentazioni alla luce del film ed esporle, e gli altri a vederlo e poi in caso partecipare. Vediamo che succede!
#18
Trailer : https://www.youtube.com/watch?v=SOpKy_Znaxk

Chissà che il nostro moderatore non vorrà darci la sua opinione anche su questo film a base di DonQuixote ?

In ogni caso, dare un opinione riguardo questo film è estramemente complesso, più che un film si tratta di un metafilm, dove la produzione di un film è lo stage del film stesso, e Donquixote è un attore che calatosi troppo nella parte, è convinto di essere il vero Donquixote. Il film è un delirio onirico e lisergico dove realtà e finzione si amalgamano senza soluzione di continuità, lo spettatore viene continuamente rimbalzato tra lo stage del film, il film stesso, e i deliri dell'attore, e questi tre piani non hanno confini netti, ma si compenetrano continuamente rompendo la quarta parete e comunicando tra se stessi.

Per farla breve penso che il senso del film sia, arrivati alla fine, quello di buttare lo spettatore in una tale confusione mentale da rendergli difficile distinguere i mulini a vento con dei giganti, e perciò sentirsi esso stesso una sorta di Donquixote.
Dal mio punto di vista il film ci riesce benissimo, e quindi lo ritengo un esperimento riuscito, è però vero che chi volesse approcciarsi "analiticamente" alla visione, rimarrà sicuramente insoddisfatto, perchè anche volesse cimentarsi nell'arduo compito di "tenere il filo" si ritroverà molto probabilmente ad aver perso il senso del film, cercando di ingabbiarlo.

Tutto sommato un esperimento unico nel suo genere che io ho trovato molto godibile. La mia compagna ha prima imprecato e poi si è addormentata.
#19
Cinema, Serie TV e Teatro / The platform
06 Maggio 2020, 07:59:15 AM
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=RlfooqeZcdY

Curiosa produzione spagnola dove il senso del film viene sbattuto in faccia talmente violentemente da far male (al film stesso). L'idea è quella di un penitenziario dove un ascensore parte pieno di cibo dal piano più alto, per arrivare al piano più basso con sopra di esso solamente i resti di cibo che quelli sopra hanno avuto il buon cuore di lasciare ai piani di sotto. (insieme ad un altro paio di regole per evitare che il sistema sia exploitabile).

Il diffetto di questo film è che non è nemmeno metaforico, è talmente chiaro che cosa questo edificio immaginario vuole rappresentare, che qualsiasi persona di buon senso si accorgerebbe che rischia di diventare banale e lampante dopo i primi dieci minuti, di non aver nulla da offrire se non una rappresentazione visuale della piramide sociale e della lotta di classe. E allora lo sceneggiatore e il regista si prodigano in una moltitudine di sottotrame e sottotemi per cercare di distogliere l'attenzione del fruitore, foglie di fico per lasciare il pene all'immaginazione. Alcune di queste sono riuscite, altre, sopratutto quelle "horror" a mio avviso sono particolarmente superflue, ma sicuramente sono mirate a destare l'interesse dell'utenza più commerciale.

Il pregio di questo film è che la sottotrama principale, sebbene a mio avviso non sviluppata al massimo delle sue potenzialità, si presta talmente bene alla trama da incastonarvisi come un gioiello. Il protagonista infatti è un redidivo DonQuixote (il persoggio letterario, non il moderatore) che tenta di districarsi con il suo proverbiale idealismo idiotico (in senso Dostojievskiano) all'interno di questa piramide, e addirittura fomentare una rivoluzione. Vedere un personaggio con le caratteristiche di DonQuixote, immerso in un mondo talmente diverso, è sicuramente una delle perle migliori che il film riesce a offrire.

Il film a tratti si perde in sé stesso e sopratutto a spiegare sé stesso, è un film che non vuole abbandonare i suoi fruitori un pò lenti a capire e gli spiega sempre, è un film che non vuole abbandonare i suoi fruitori dai bassi istinti e gli offre qualche pezzo di carne da succhiare, è un film che non è completamente sicuro di sé stesso e di quello che sta facendo, ma che in fin dei conti riesce a offrire intrattenimento e riflessione.
#20
Cinema, Serie TV e Teatro / Kolyma
04 Maggio 2020, 23:06:06 PM
Gioite gioite, il documentario è gratuito https://www.youtube.com/watch?v=oo1WouI38rQ
Il documentarista in questione sta suscitando un grande scalpore in madre Russia, venti milioni di views quasi tutte riscosse in madre patria sono un numero ragguardevole, un russo su sette circa. Questo documentario ripercorre la storia di una porzione dell'arcipelago Gulag attraverso le immagini dei luoghi e le storie dei discendenti dei sopravvissuti.

Avendo un pò di dimestichezza con la storia dei gulag non ci ho trovato nulla di particolarmente sorprendente, ma mi sento di consigliarlo a chi volesse incuriosirsi del tema o espanderlo attraverso microstorie. Devo dire che ho apprezzato molto "trovarmi a casa", aggiungere ulteriori pagine alle mie collezioni sul grottesco sovietico, e vedere tante immagini mozzafiato di una delle parti del mondo che più apprezzo, la Siberia, anche se ad una latitudine leggermente superiore a quella che ho visitato ed amato (in estate) in compagnia, persino - visto il contesto - di quel tipico umorismo russo, tra orsi e gasolio, che mi ha aiutato a tenermi sveglio.