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Messaggi - paul11

#1006
Ogni forma di potere ha delle controindicazioni.
Se si ritiene che la democrazia sia la migliore, la rappresentanza non può permettersi di avere un habitus sociale e un linguaggio troppo diverso dal popolo che dovrebbe rappresentare.
Il Parlamento non può essere formato soprattutto da professori scolastici ed avvocati, non può rinchiudersi nella gergalicità del
politichese.
Queste forme elitarie, divenute caste, non vogliono bene al popolo, non cercano il bene del popolo, non hanno interesse e volontà
che il popolo maturi politicamente.
Quali virtù deve praticare il rappresentante del popolo. Una è il "buon esempio", e poi?
Per quanto il popolo possa essere ignorante o ritenuto tale, sa riconoscere la virtù in chi governa

Uno dei fallimenti dell'attuale democrazia è il prendere il popolo come " procuratore di interessi economici e sociali".
Significa accettare il tessuto socio economico e culturale, nemmeno lontanamente pensare a forme virtuose di rappresentanze o di governo.
Il Parlamento è l'agone del mercato politico di interessi economico sociali corporativi.
Quando la politica solo prende atto dello status quo esistente, smette di avere un progetto di trasformazione.
La fine delle ideologie, ha praticamente appiattito se non azzerato le dottrine sociali.
Da anni ormai la legge più importante dei governi è "la finanziaria", ma riforme serie e complessive ,sulla giustizia, sulla scuola, sulla sanità? Oggi il problema politico è quanto denaro distribuire a giustizia, scuola, sanità, e così via.
Quando la politica è  spesa dello Stato anche solo per mantenerlo, per "tenerlo in piedi" e si tratta di quali strati di popolazione debbano soprattutto compierlo, il problema si sposta non solo alla crisi della democrazia, ma anche al concetto di
Stato. Cosa è questo "ente mistico" che succhia soldi? Lo stato può essere ritenuto una sovrastruttura come concetto cultural politico, ma è una vera  e propria macchina mangia soldi e a sua volta distributrice di prebende o bastonate.

Se in più aggiungiamo la crisi delle sovranità degli Stati nella fase della globalizzazione economica..........

Ho l'impressione che è la politica, intesa come filosofia e scienza ad essere in crisi.
Vale  a dire che è la cultura che permea come una coltre  l'intera società contemporanea ad essere in crisi: èuna crisi originaria e non contingente o congiunturale
#1007
La democrazia è una forma di rappresentanza e di governo.
Si tratta di capire se è in crisi per
1) natura del concetto astorico, quindi concettualmente superato a prescindere dal tempo storico, quindi come teoria dello Stato.
2) il popolo, (che cosa è cambiato nel popolo dal punto di vista sociologico?)  e la forma indiretta parlamentare è in crisi(chi e come viene eletta la rappresentanza e il governo?)
3) è in crisi la politica(come e cosa si intende oggi per politica, il semplicistico"luogo delle mediazioni e pacificazioni dei conflitti", in quanto rappresentanza di interessi ,più che di cultura?) come capacità di rappresentare nell'agone politico le aspettative del popolo.

L'argomento  è vasto poichè fra individuo e rappresentanza vi è la mediazione dell'associazione partitica.
E' in crisi anche il partito , inteso come libera associazione con caratteristiche di pensiero/azione?

Il rischio di una cattiva analisi è ,come  al solito, di buttare via il bambino con l'acqua sporca.
In epoche di crisi del rapporto individuo/popolo  forma politica di rappresentanza e governo, il rischio
è cadere nella ricerca dell "uomo forte"

Un evidenza della crisi, possono essere i livelli di astensionismo.adatto che il sottoscritto è decenni che non vota più "per dovere civico,
ritengo che la forma democratica indiretta sia in  crisi.

Dipenderà dallo sviluppo della discussione, il grado di approfondimento
#1008
Citazione di: Sariputra il 21 Luglio 2018, 13:35:53 PM
cit.Phil
Tuttavia, se hai davanti un piatto di carbonara e assaggi solo la pancetta/guanciale, non potrai certo sapere se la pasta è scotta o troppo salata... giudicare male un autore da pochi frammenti significa mangiare la pancetta/guanciale e dire "questi spaghetti fanno schifo!" (magari bisogna accertarsi di aver provato anche gli spaghetti, no?).
Visto che qui si parla di testi, direi che è la solita storia del libro e della copertina...


Oddio!...Solo copertina dici? Diciamo un buon 50% del testo. Nel caso dell'"Anticristo" e di " La Volontà di potenza" forse il 90%  è fatto di insulti, scoppi di rabbia e frasi esplicitamente razziste... ;D
Nel mio caso, per es., dopo aver letto due libri di N., e varie interpretazioni date, ho ritenuto di non leggere altro visto che, come scrivono nelle confezioni di medicinali, è opportuno abbandonare la cura se gli effetti collaterali sono superiori ai benefici... ;D
Sappiamo che N. ha vissuto due interpretazioni diverse. Fino agli anni trenta -quaranta era considerato dagli intellettuali cattolici, socialisti e marxisti come un pensatore con un legame, più o meno forte, con il nazismo, o quantomeno con un radicalismo aristocratico dispotico, violento e superomistico, anticipatore del delirio hitleriano. Questa tesi veniva sostenuta da gente come Thomas Mann, Ernst Bertram, Vilfredo Pareto, Benedetto Croce, Karl Löwith ("ha preparato la strada che lui stesso non percorse"), Ernst Bloch, György Lukács...
Dopo la fine della guerra e del nazismo è subentrato il tentativo di denazificare il filosofo, sostenendo soprattutto una tesi: che l'interpretazione nazista sarebbe stata resa possibile dalle falsificazioni della sorella del filosofo, Elisabeth, che avrebbe pubblicato i frammenti de "La volontà di potenza" dopo opportune manipolazioni, e dall'aver trascurato le numerose prese di distanza del filosofo dall'antisemitismo tedesco a lui contemporaneo.
Si dimentica però che "la volontà di potenza" venne pubblicata quando Hitler era ragazzino ed è difficile pensare ad una Elisabeth con doti di preveggenza... :-\
Nonostante sia stata considerato "denazificato" dai filosofi  postnazismo però, questa tesi, non ha trovato uguale accoglienza presso gli storici , propensi per lo più a sottolineare il contrario (da W. Shirer a Eric J. Hobswam, da Gerhard Ritter a Ernst Nolte e Arno Mayer ...).
Anche la tesi del N. anti-antisemita venne messe in discussione dagli storici quando si constatò che N. cercava di trovare un alleato per la trasvalutazione dei valori nella finanza ebraica, e la presenza tra i suoi principali traduttori, divulgatori ed estimatori, quando era ancora in vita, di molti ebrei, come Georg Brandes o Daniel Halévy.
Perché gli ebrei amavano N.? Bella domanda...Odio ebraico per il Cristianesimo? Chissà...
La tesi innocentista  è tornata ad essere messa in discussione negli ultimi decenni anche presso i filosofi, però.  In particolare  Domenico Losurdo ( che mi sembra sia morto di recente...), ordinario di storia della filosofia ad Urbino,  autore del ponderoso volume "Nietzsche, il ribelle aristocratico", tenta una ricostruzione del pensiero di Nietzsche non più 'disancorata' dal contesto storico appropriato: per Losurdo, per esempio, non si può fingere che quando il filosofo parla di "annientamento di milioni di malriusciti", di "popoli malriusciti", di "malaticci, infermicci, estenuati, da cui oggi l'Europa comincia ad essere ammorbata", di "menzogna dell'eguaglianza delle anime"... si tratti solo di metafore innocenti e fascinose, senza legame alcuno con la realtà dell'epoca, segnata dal diffondersi plateale della mentalità razzista e di quella eugenetica promossa anzitutto da Francis Galton (verso cui Nietzsche esprime in più occasioni, esplicitamente, la sua stima).
Quindi il dibattito è tutt'ora aperto e non certo così pacifico come sembra ...
N. non era un nazista ma sicuramente molte delle idee, da lui e da molti altri professate in quella Germania tardo-ottocentesca, in quel clima culturale, furono il brodo da cui trasse la sua forza e la sua ideologia il nazismo...
M.Heidegger invece fu dichiaratamente un vero nazista e antisemita. Non lo sapevo, ma mi sono informato di recente...ho letto qualcosa al riguardo...
Ciao

P.S. E' vero che il filosofo fa i conti con la filosofia e lo storico con la storia, ma il filosofo parla anche della storia e quindi la storia parla anche di un filosofo... ;)
ciao Sariputra,

ognuno ha giudicato dal suo punto di vista,proprio perchè Nietzsche non è sistematico filosoficamente, non sceglie argomentazioni
logiche, se non in rari casi.
Ribadisco, la mia non vuole essere un'apologia, ma un tentativo di capire l'autore, prima di darne un giudizio.

Non è possible che uno stesso autore scriva "Così parlò Zaratustra" che è costruttivo e direi "spirituale"(e già quì bisognerebbe capire come coniuga il termine, come lo relaziona in modo diverso dal solito convenzionale) e poi passi ad una parte opposta.
Il motivo, a mia interpretazione, leggendo alcune lettere e carteggi che Nietzsche scrisse ad amici e conoscenti,fu la sua delusione 
per la poca divulgazione che ne ebbe. a quel punto passa alla fase del "vomitare la bile"

Nietzsche è epocale . é il primo antimodernista dichiarato "visceralmente" che mette in discussione almeno due millenni di storia culturale. Questo lo renderà inviso a moltissimi detrattori, a prescindere da cosa scritto ,ma dalla sua posizione filosofica di pensiero.

Se facessi l'elenco di artisti e pensatori che sono entrati in scelte politiche che sempre la convenzione culturale ha deciso che fossero errate, non finiremmo più.
Nell'antimodernismo , sono iscrivibili,  il nazi-fascismo, il comunismo e il cristianesimo, in Occidente.

L'importanza di Nietzsche è quindi storico-filosofica e sua caratteristica è stata la scelta di descrizioni spiritual-emotive che raggiungo gli abissi dell'intimità umana come nessun altro, in quanto tale è sconvolgente.

Per onestà mia, è altrettanto chiaro, come già scritto, che il Nietzsche che"vomita bile", il provocatore dell'uomo mediocre moderno
utilizza una scrittura fin troppo"devastante",ma ritornando a mio giudizio con quanto ho scritto in precedenza, fu probabilmente una sua reazione all'indifferenza ricevuta dall'"uomo mediocre" al suo Zaratustra.
#1009
Citazione di: Raffaele Pisani il 23 Luglio 2018, 17:51:34 PM
. Quanto all'uomo, non penso si possa dire che conosce le leggi della natura, scuole di pensiero ,più del passato che del presente, pretendevano di conoscere più di quanto ora non si pretenda. Abbiamo degli schemi che ci permettono di cogliere delle coerenze e delle prevedibilità e questo lo possiamo chiamare scienza. Io penso che il miracolo, se va contro qualcosa, è contro queste schematizzazioni non contro le leggi di natura.

Ammettendo la possibilità di miracoli, come quello descritto da Sariputra, o esiste un'energia nel dominio naturale sconosciuta attualmente. ma che di fatto è in grado di interagire con la materia fisica, o è riconducibile ad una forma di un dominio superiore che può  a sua volta interagire e intervenire nella fisicità del dominio naturale.

Francamente non scarterei nessuna delle due ipotesi e probabilmente parte già da qualche energia mentale, psichica, spirituale o non so che altro.In quanto non è spiegabile se tutti i mutilati desidererebbero ritornare alla normalità, lui sì e moltissimi altri no.
Nel dominio spirituale il miracolato dell'esempio "si è guadagnato" il favore divino, oppure il suo livello energetico, a noi ora sconosciuto è tale che oltre ad una telecinesi, l'arto si è praticamente da solo ricollegato al corpo
#1010
Citazione di: Ercole il 22 Luglio 2018, 10:26:11 AM
Riprendo un'obiezione di Pietro Pomponazzi: qualora si dovesse ammettere il miracolo anche solo una volta non esisterebbe più la regolarità della Natura e di fatto qualunque cosa potrebbe accadere; aggiungo io che mi sembra che la sola ammissione di un Miracolo (in qualunque tempo o luogo) violerebbe anche:

  • L'Intersoggettività della Scienza: non sarebbe più possibile nessuna forma di controllo nella comunità di scienziati; se si ammette la possibilità di infrazione delle Leggi di Natura (anche solo con la transustazione che in teoria avviene ogni domenica) giocoforza il concetto di controllo perderebbe il suo significato.
  • Il metodo scientifico: il concetto stesso di metodo perderebbe ogni sua specificità rispetto a procedimenti del tutto casuali o basati sulla semplice osservazione e deduzione.
In definitiva: come è possibile conciliare la fede nei Miracoli con la Scienza?
Ha ragione Pomponazzi.
per quanto la scienza ha costruito varie teorie, come la fallibilità, rendendo più elastico il suo dominio, un vero miracolo romperebbe la catena causale e la logica induttiva e deduttiva.
In quanto la natura del miracolo apparterrebbe ad un altro dominio superiore a quello fisico e naturale.

Il problema forse è un 'altro, riconoscere da parte della scienza il miracolo.Adatto che il potere culturale, checchè se ne dica è della tecnica e gli stereotipi culturali con con cui leggiamo e rappresentiamo il mondo convenzionale sono quelli, non riteniamo nemmeno più credibili i miracoli del vangelo.

Quindi ciò che ci arriva dal passato sono favole e ciò che emergerebbe dal presente, un incognita che la scienza "non sa ancora spiegare"-
Il miracolo è precluso
#1011
Un certo Olivetti pretendeva che il più alto stipendio nella sua azienda non superasse, se non ricordo male 7 volte il più basso..
altri tempi..........

Oggi un' azione di una società sale in borsa come tagliano il numero di dipendenti: i tagliatori di teste appunto.
Quindi la forbice oggi è meno dipendenti ai bassi livelli incorporati dalla tecnologia ed esorbitanti stipendi ai massimi livelli.
Quando sbagliano strategie , pagano i salariati, come negli Stati, dove inetti comandano e tanto le tasse le paga il popolo.
L'ideologia non finirà mai e lo scontro è sopito solo in attesa di tempi maturi in una società costruita sul'iniquità.

Alla legge di gravità non ci posso fare niente; le leggi fisiche e di natura sono condizioni immutabili, ma le leggi umane.....
eccome se sono mutabili.
#1012
Citazione di: baylham il 21 Luglio 2018, 16:57:02 PM
Citazione di: paul11 il 21 Luglio 2018, 15:29:29 PM
Baylham
E chi ha  deciso che il lavoro umano e relativa capacità di sopravvivere in un sistema costruito sull'economia di scambio, debba essere per forza di cosa una variabile dipendente ad un termine"economia" che sembra essere un destino divino?
Ecco emergere la filosofia economica e quella cultura pestilenziale della modernità in cui l'uomo si è affidato alla tecnica.

Nessuno ha deciso, perché nessuno ha il controllo del sistema, soltanto un controllo parziale, limitato, tecnico appunto.
Che cosa significa, implica che il lavoro sia una variabile indipendente dall'economia? Per me non ha alcun significato, senso all'interno di un sistema interdipendente. Inoltre il lavoro è un mezzo non un fine.
Non riesco a comprendere questo atteggiamento negativo verso la tecnica: la tecnica è ovunque, è incorporata nella biologia dell'uomo, in qualunque attività dell'essere vivente.

Ripeto per l'ultima volta: l'unico a drammatizzare, enfatizzare le prevedibili, almeno nel segno negativo, stime dell'INPS è stato il ministro Di Maio: volere una frittata (politica) senza rompere le uova (tecnica) "significa perciò perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta".
Per me l'indipendenza dei tecnici dai politici è un bene, i ruoli vanno sufficientemente distinti.
E' la dimostrazione che alla fine o se si vuole all'origine, l'economia ,come molte discipline, è costruita su una ideologia, sulle scelte di postulati scartandone altri.
A me interessa che ognuno vivi dignitosamente a disoccupazione zero. Secondo te non è possibile?

In merito alle posizioni del decreto dignità, o meglio ai ruoli.Sono d'accordo che chi ha un ruolo di boiardo non debba esser influenzato dal colore politico dei ministri.
Ma è altrettanto vero che una stima, una critica, non è mai neutra e in questo caso a mio avviso è strumentale , è un gridare "al lupo!" si un decreto che poco muta nel sistema economico e sociale.
E se si cominciano a fare stime solo per cambiamenti di virgole, significa che quando dovrà toccare al reddito di cittadinanza,
alla modifica del riforma Fornero sulle pensioni. ci sarà un forte muro di ululati che peroreranno la causa del fallimento dello Stato italiano.
L'economia si regge su pseudo paradigmi che  poco o nulla hanno di scientifico, ma è solo un equilibrio di poteri di forza.
Per cui ogni analisi è all'interno di uno scenario rappresentativo precostituito.
Ma adatto che non sono solo i boiardi di Stato a errare, ma FMI, Banche Centrali, Enti internazionali che continuano a cambiare le stime di indici molto più importanti, di ciò che stiamo discutendo dimostrando che nulla di predittivo è formulabile è dentro la logica della rappresentazione di un sistema complesso come l'uomo.
Quindi le stime sono ormai "psicologia mediatica" che condizionano le motivazioni all'acquisto o al risparmio, a creare imprese, investire, ecc.
#1013
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 18:14:03 PM
Citazione di: paul11 il 17 Luglio 2018, 10:54:23 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 02:34:25 AM
Citazione di: paul11 il 16 Luglio 2018, 23:21:30 PMCARLO Secondo me, tu fai lo stesso errore dei preti: scambi dei racconti mitici per racconti storici. Magari credi anche tu che Cristo sia un personaggio storico capace di moltiplicare pani e pesci, di resuscitare i morti e poi di morire, risorgere e di salire al cielo senza tuta spaziale? ...Che Mosè abbia aperto fisicamente le acque del Mar Rosso, che Elia sia stato rapito in cielo dagli extraterrestri, ecc.? ...Che Atlantide sia una storia vera? Non ti seguo su questo terreno. Le esperienze visionarie che ho vissuto io si intrecciano profondamente con molte delle mitologie di tutto il pianeta, ma non hanno nulla a che vedere con razze superiori, ma solo con "spiriti" superiori che "confinano" con le profondità di noi stessi. Non riesco a capire come una persona intelligente e perspicace come te possa credere alla storia delle razze superiori, senza alcuna prova oggettiva, ma solo sulla base di antichi racconti in bilico tra mito e storia. Leggiti qualche trattato di storia comparata dei simboli mitico-religiosi e comincerai a capire che molti dei "luoghi" e dei "personaggi" da te citati come reali, sono in realtà dei simboli tipici, anzi, ...archetipici riconoscibilissimi che, magari, "hanno preso in prestito" dei luoghi e dei fatti reali per esprimere il loro contenuto simbolico. ...Ah, adesso ho capito perché non sei d'accordo con la seconda citazione di Evola che ho riportato sopra! :)
PAUL11
Che i numeri dati da un certo Yahweh a Noè per la costruzione dell'Arca e Mosè per la costruzione prima dell'arca dell'alleanza e poi saranno date le misure per costruire il tempio di Gerusalemme, hanno significati di orientamento astronomico planetario.

CARLO
Come fai a credere al mito di Noè come ad un racconto storico? Ti sembra credibile che un uomo di più di tremila anni fa sia stato in grado di raccogliere in un'arca TUTTE le specie animali (un centinaio di milioni) di ogni parte del mondo, come: orsi polari, koala e canguri australiani, lemuri del Madagascar, formiche rosse dell'Amazzonia, pinguini del polo Sud, tartarughe delle Galapagos, ecc.?
Sulla base DI COSA puoi sostenere che non si tratta di un mito, ma di un evento storico?
quando un racconto lo trovi in preesistenti racconti;spoglialo dalla metafore e cerca.
Noè in sumero è  Ziusudra,in accadico Atrahasis e in babilonese Ut-Napishtim.
Cercalo quindi in altri racconti............
#1014
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Scythia_serica.jpg

Ciao Inverno,
se ti interessa sapere da dove proviene la principessa dell'Altai ,che non è di razza mongola, troverai sulla piantina antica in alto
l' Oceanus Hyperboreus.
E' da lì che vennero gli Arii della cultura vedica indiana e persiana zoroastriana, da lì venne Orfeo e chissà quanti altri......

Provare a cercare iperborei.............
#1015
.........mamma mia.......
si è partiti da un misero aumento della contribuzione per arrivare allo schema della globalizzazione scomodando la storia dell'economia e gli scenari monetari.

Ma quando fate un semplice budget personale o famigliare ,chiamate la ragioneria di stato e Keynes?

Un livello così semplice di contribuzione agisce sulla microeconomia.
Se doveste discutere dei tassi attivi e passivi bancari e dei flussi interbancari cosa scomodate?

Baylham
E chi ha  deciso che il lavoro umano e relativa capacità di sopravvivere in un sistema costruito sull'economia di scambio, debba essere per forza di cosa una variabile dipendente ad un termine"economia" che sembra essere un destino divino?
Ecco emergere la filosofia economica e quella cultura pestilenziale della modernità in cui l'uomo si è affidato alla tecnica.
#1016
Ciao anthonyi,
mettetevi d'accordo tu e baylham, vi nascondete dietro economisti  per non dare nemmeno un esempio.
Il mercato delle merci non risente del mercato del lavoro, semmai accade viceversa, quando la domanda del consumo cala, allora si lasciano a casa lavoratori.L'occupazione/disoccupazione è funzionale al mercato delle merci, come devo dirlo ancora.
E' altrettanto chiaro che se i lavoratori hanno bassi salari/stipendi ,la domanda del consumo scende.
Il numero dei lavoratori non aumenta o cala se la domanda del consumo è stabile e fatte salve le altre componenti del costo(capitale e materie prime).
I sindacati si illudono e illudono  di contrattare i livelli(il numero) occupazionali, loro servono a contrattare le declaratorie e i livelli salariali, il costo del lavoro per il datore.In quanto il numero di occupati, lo ribadisco per l'ennesima volta, è il mercato con  la domanda, vale a dire i consumatori, che lo decidono.
Il mercato del lavoro, come si sa ha la domanda (chi cerca lavoro) e l'offerta(chi offre lavoro).
Il numero dei disoccupati (l'esercito di riserva salariale e degli stipendiati) serva a comprimere le richieste di aumenti salariali, a mantenere comunque basso il costo del lavoro.
Si è capita la differenza fra numero dei lavoratori e costo del lavoro?Se uno specialista è raro trovarlo è chiaro che il suo stipendio è generalmente e relativamente più alto ,perchè come si suol dire "ha il mercato ".

Quindi il precariato è tipico per bassi profili professionali dove è relativamente più facile sostituire i lavoratori, o ancora, laddove nel mercato dei disoccupati è facile trovare le sostituzioni.

C'è il sindacato nei lavoratori pubblici, nella scuola, sanità ecc.? La controparte è pubblica e non privata.
#1017
Citazione di: sgiombo il 20 Luglio 2018, 16:23:27 PM
Citazione di: paul11 il 20 Luglio 2018, 13:01:25 PM
Se invece riteniamo che questo è il mondo migliore possibile, e questo è già un giudizio  è altrettanto chiaro il giudizio su Nietzsche: un folle visionario.

No, guarda che non c' é  proprio bisogno di credere che questo sia il migliore dei mondi possibili per valutare a ragion veduta Nietzche (e pure Heidegger, non a caso sostenitore del nazismo) pessimo, "antiumano" e indegno della propria attenzione (altro che "folle visionario"!).

Non é corretto deformare caricaturalmente le opinioni di chi la pensa diversamente da noi con attribuzioni false e indebite di sciocchezze che non ha mai sostenuto o addirittura (come sarebbe il caso mio; se per caso a me ti riferissi) ha esplicitamente negato.
forse ho sbagliato io nella comunicazione, per cui anch'io son mal interpretato...............o forse il gran caldo.
se voglio alludere a qualcosa, argomento direttamente senza giri di parole, per cui non c'è alcuna mia volontà di attribuire a chicchessia qualcosa,tanto meno a te.

La mia voleva essere una metafora del parallelismo del "scendere in profondità" culturale di Nietzsche, come in Jung nella sua professione, ecc.
Nulla d'altro volevo alludere.
#1018
visto che non serve a niente argomentare.............
ci vuole una ginnastica di obbedienza ed assuefazione per non capire che questo governo, bello  o brutto, piaccia o non piaccia, è scomodo ai poteri forti.
Il problem è politico e per  niente economico.
Se fosse economico quando i sindacati richiedono gli aumenti nelle tornate contrattuali cosa succede?
Che l'INPS e la Ragioneria di Stato stimano ,tutti a casa, disoccupati 10 milioni? 

E'chiaro che preparano il blocco al reddito di cittadinanza e alla riforma di quella sottospecie di iniqua legge che è sulle pensioni dell Fornero. Così come bloccano ,ovviamente con mandato europeo, di non trovare soluzioni "organiche" all'immigrazione.

Gli avvoltoi ,stanno attendendo che entrano in crisi i due partiti, poichè se non portano a casa qualche contenuto per cui hanno avuto
 i voti dai cittadini, sono finiti.
#1019
ciao Carlo,
cosa fa Jung per analizzare psicologicamente una persona? Viaggia interiormente fin che può negli abissi della profondità dell'inconscio, subconscio ecc. fino ai simboli  e significati.Questo lavoro toglie anche  tutte le etiche e morali, tutte le sovrastrutture che conducono l'uomo ad essere quello che la superficie ha determinato nei suoi modi di pensare e di fare.
Chissà quante volgarità, quante insensatezze, quante irrazionalità sono foriere del paziente. ma lo psicoanalista. lo psicologo, lo psicoterapeuta deve ascoltare e spesso immedesimarsi per capire.
Un medico quando apre un cadavere non può avere schifo di ciò che trova e vede e un inserviente delle feci e urine degli ammalati immobilizzati.

Che cosa veramente ci fa ribrezzo?Che cosa è naturale per quanto ci possa raccapricciare e quanto è cultura per quanto possa alienarci inconsapevolmente come un'anestesia fino a farci dimenticare il dolore?

Penso che Nietzsche scelga gli abissi dell'animo umano e persino  i simboli  e quindi non utilizzi appositamente il linguaggio razionale, perchè giù in fondo non c'è ragione.Non c'è il concetto del raziocinio, c'è l'intuito  quindi psiche, anima  anche anima-le; la nostra natura.
Ribadisco, ha scelto un metodo , altro è giudicare se sia giusto  o errato, ma farlo con le categorie dell'uomo malato moderno e contemporaneo è foriero di sguardi di disgusto.Per questo Nietzsche non ammette mediazioni.

Se invece riteniamo che questo è il mondo migliore possibile, e questo è già un giudizio  è altrettanto chiaro il giudizio su Nietzsche: un folle visionario.

Ma dovrebbe farci pensare che davvero se Nietzsche fosse solo un folle e bravissimo visionario, sarebbe già stato dimenticato ,forse nemmeno assunto al ruolo di notorietà. La categoria culturale va oltre l'invaghimento o l'odio per questo pensatore.
Se Heidegger è ritenuto  l'ultimo dei grandi filosofi ( a sua volta può o non piacere) deve molto alla lettura di Nietzsche.
Se  è citato da miriadi di uomini di cultura, anche di tutt'altra "sponda" e non scema la sua notorietà con la sua provocazione è perchè ci fa riflettere ,dentro c'è un pensiero.
#1020
Prendete se volete la mia analisi con tutti i benefici d'inventario.
Le part i sgradevoli di Nietzsche, e la mia non vuole essere una giustificazione o un criteri di valutazione, da leggersi magari con il "naso turato" richiedono una'analisi a monte.
Per Nietzsche è l''intero sistema culturale moderno che è assolutamente mistificatorio e quindi rende la totalità del genere umano meschino. la sua invettiva provocatoria anche al massimo grado, tanto da indispettire chi lo legge, è voluta.
Perchè dentro la cappa culturale moderna l'uomo è inautentico, che sia capitalista o proletario, che sia dotto o analfabeta.
Anzi se la prende di più con gli apparenti "forti" che in realtà poggiano la loro potenza, intesa come occupazione dei ruoli di poteri, come continuatori di questa cultura mistificata. In realtà nella sua lettura siamo tutti "deboli" poichè "accettatori",  supini  della mistificazione culturale, che utilizza le condizioni morali, come a titolo di esempio i sensi di colpa, ai fini della conservazione e perpetuazione della mistificazione. Quindi anche( m adirei soprattutto) i dotti, i sapienti di una cultura mistificata, sono coscienti o incoscienti, perseguitori e perpetuatori di questa cultura che ritine mistificata.

Quindi il vero giudizio, sempre a mio parere è quale cultura ritiene autentica Nietzsche e quale uomo in questa cultura dovrebbe essere autentico.