I Magi /2
L'evangelista Matteo non dice quanti erano i Magi né i loro nomi, però ci fa sapere che essi offrirono a Gesù tre doni (oro, incenso e mirra) perciò vennero immaginati in tre. Il testo non specifica neanche l'intervallo di tempo trascorso tra la nascita di Gesù e l'arrivo a Betlemme dei Magi.
Dal Vangelo di Luca sappiamo che Giuseppe, Maria e Gesù rimasero a Betlemme 40 giorni, cioè sino alla presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme, poi tornarono a Nazaret. Non si sa se la visita dei Magi sia avvenuta prima o dopo questo avvenimento.
Alcuni studiosi per armonizzare gli eventi raccontati dai Vangeli di Matteo e Luca: la visita dei Magi e la successiva "fuga in Egitto" della "santa famiglia", ipotizzano la partenza di questa dopo la presentazione del neonato al Tempio.
Per quanto riguarda la "stella" (non un meteorite o una cometa), dal punto di vista astronomico non può aver guidato i Magi, precedendoli, da Gerusalemme a Betlemme (le due località distano circa 10 km) per poi fermarsi sul luogo di nascita di Gesù.
Ci sono perplessità anche per le modalità del colloquio dei Magi con il re Erode, persona astuta, che invece di far seguire segretamente da alcuni suoi informatori i Magi, chiede a questi di ritornare per informarlo sul luogo dov'è il neonato Gesù. Non si capisce neanche perché "tutta Gerusalemme" era in apprensione ed aveva timore di questa nascita.
Ovviamente quella di Matteo (o chi per lui) non è la cronaca dell'inesistente episodio; il racconto dell'evangelista ha un fine didascalico, dà un insegnamento, tramite la "novella teologica" dei Magi a Betlemme. In quel tempo nelle letterature religiose c'erano storie simili.
Il biblista Mauro Pesce nel libro titolato "Inchiesta su Gesù" (scritto in collaborazione con il giornalista Corrado Augias) evidenzia che "tutto lascia pensare che la vicenda dei Magi sia solo un artificio letterario-propagandistico. Matteo scrisse intorno all'anno 80, quando la nuova religione si stava diffondendo fuori dalla Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei, dicendo che Gesù si era rivelato anche e soprattutto a loro: infatti per gli Ebrei i Magi erano 'gentili', cioè pagani; eppure, secondo Matteo, seppero dell'arrivo del Messia prima del clero di Gerusalemme'.
E' evidente lo sforzo di far quadrare la figura di Gesù con le profezie bibliche. Per esempio nel Salmo 71 (poi 72) si predice che al Messia sarebbe stato donato 'oro d'Arabia' e che "'i re degli Arabi e di Saba' (= Yemen) gli avrebbero offerto tributi".
Per argomentare sulla famiglia di Nazaret Matteo ricorre ad alcune profezie veterotestamentarie interpretandole per il suo scopo. Secondo questo evangelista il profeta Isaia predisse la venuta dei Magi per adorare il neonato Messia e identificò perfino i doni che essi avrebbero offerto: "Sorgi, splendi, o Gerusalemme: perchè è giunta la tua luce, e la gloria del Signore è sorta su di te... E le genti cammineranno alla tua luce, e i re allo splendore che sorgerà da te.... Una moltitudine di cammelli ti coprirà, i dromedari di Madian ed Efa. Tutti quelli di Saba verranno, portando oro e incenso e dando lode al Signore" (Isaia 60,1-6).
Questa profezia sarebbe "sostenuta" da un passo del Salmo (72, 10): "I re di Tarsis e delle isole offriranno regali: i re degli Arabi e di Saba porteranno doni" (Salmo 72,10).
L'evangelista Matteo non dice quanti erano i Magi né i loro nomi, però ci fa sapere che essi offrirono a Gesù tre doni (oro, incenso e mirra) perciò vennero immaginati in tre. Il testo non specifica neanche l'intervallo di tempo trascorso tra la nascita di Gesù e l'arrivo a Betlemme dei Magi.
Dal Vangelo di Luca sappiamo che Giuseppe, Maria e Gesù rimasero a Betlemme 40 giorni, cioè sino alla presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme, poi tornarono a Nazaret. Non si sa se la visita dei Magi sia avvenuta prima o dopo questo avvenimento.
Alcuni studiosi per armonizzare gli eventi raccontati dai Vangeli di Matteo e Luca: la visita dei Magi e la successiva "fuga in Egitto" della "santa famiglia", ipotizzano la partenza di questa dopo la presentazione del neonato al Tempio.
Per quanto riguarda la "stella" (non un meteorite o una cometa), dal punto di vista astronomico non può aver guidato i Magi, precedendoli, da Gerusalemme a Betlemme (le due località distano circa 10 km) per poi fermarsi sul luogo di nascita di Gesù.
Ci sono perplessità anche per le modalità del colloquio dei Magi con il re Erode, persona astuta, che invece di far seguire segretamente da alcuni suoi informatori i Magi, chiede a questi di ritornare per informarlo sul luogo dov'è il neonato Gesù. Non si capisce neanche perché "tutta Gerusalemme" era in apprensione ed aveva timore di questa nascita.
Ovviamente quella di Matteo (o chi per lui) non è la cronaca dell'inesistente episodio; il racconto dell'evangelista ha un fine didascalico, dà un insegnamento, tramite la "novella teologica" dei Magi a Betlemme. In quel tempo nelle letterature religiose c'erano storie simili.
Il biblista Mauro Pesce nel libro titolato "Inchiesta su Gesù" (scritto in collaborazione con il giornalista Corrado Augias) evidenzia che "tutto lascia pensare che la vicenda dei Magi sia solo un artificio letterario-propagandistico. Matteo scrisse intorno all'anno 80, quando la nuova religione si stava diffondendo fuori dalla Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei, dicendo che Gesù si era rivelato anche e soprattutto a loro: infatti per gli Ebrei i Magi erano 'gentili', cioè pagani; eppure, secondo Matteo, seppero dell'arrivo del Messia prima del clero di Gerusalemme'.
E' evidente lo sforzo di far quadrare la figura di Gesù con le profezie bibliche. Per esempio nel Salmo 71 (poi 72) si predice che al Messia sarebbe stato donato 'oro d'Arabia' e che "'i re degli Arabi e di Saba' (= Yemen) gli avrebbero offerto tributi".
Per argomentare sulla famiglia di Nazaret Matteo ricorre ad alcune profezie veterotestamentarie interpretandole per il suo scopo. Secondo questo evangelista il profeta Isaia predisse la venuta dei Magi per adorare il neonato Messia e identificò perfino i doni che essi avrebbero offerto: "Sorgi, splendi, o Gerusalemme: perchè è giunta la tua luce, e la gloria del Signore è sorta su di te... E le genti cammineranno alla tua luce, e i re allo splendore che sorgerà da te.... Una moltitudine di cammelli ti coprirà, i dromedari di Madian ed Efa. Tutti quelli di Saba verranno, portando oro e incenso e dando lode al Signore" (Isaia 60,1-6).
Questa profezia sarebbe "sostenuta" da un passo del Salmo (72, 10): "I re di Tarsis e delle isole offriranno regali: i re degli Arabi e di Saba porteranno doni" (Salmo 72,10).