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Messaggi - iano

#1021
Citazione di: Alberto Knox il 20 Novembre 2024, 15:07:12 PMEra vivo quando lo ha detto. Ed era ripudiato da tutti fra l altro dalla, famiglia ,dai suoi stessi amici , dalla sua città.
Io trovo che possiamo trovare tutte le scuse del mondo possibili immaginabili per cercare di sottrarci dalla responsailità personale.

Si, hai ragione, però non mi pare che io cerchi  scuse, e anzi mi pare di fustigare a mia volta chi ci prova, esagerando perfino nel farlo, rasentando l'offesa personale, della qual cosa chiedo scusa a tutti voi. Il mio è solo un invito ad affrontare le difficoltà senza nascondersele, anche quando ci appaiano insormontabili.
Anzi a dire il vero, io amo le sfide impossibili, per cui è come invitarmi a pasta e ceci, pronto ad ammettere sportivamente la probabile sconfitta, felice comunque di aver partecipato.
#1022
Citazione di: Alberto Knox il 20 Novembre 2024, 14:59:21 PM"Quel che nasce dalla polvere è polvere , ma ciò che nasce dallo spirito è spirito. E io ora rinasco a nuova vita ."

(San Francesco D assisi anno 1200 . ) allora la vita era molto più breve di quella di oggi eppure già allora si rinasceva a quanto pare.

Bellissima citazione.
Si ma appunto si rinasceva solo dopo la morte, mentre adesso ci tocca rinascere ancora in vita, e non escludo che il mio amato Francesco avrebbe trovato in ciò al pari d noi difficoltà, per quanto santo.
#1023
Citazione di: Alberto Knox il 20 Novembre 2024, 14:28:13 PMIl principio immutabile è il bene però credo di aver capito cosa stai dicendo .l ambiente sociale cambia ad opera delle nostre attività specificamente umane , con l entrata di nuovi tipi di problemi interculturali e cosmopolitiche , trent anni fa in italia non avevamo a che fare con una società multietnica così come oggi ed ecco che nascono nuove esigenze. Trent anni fa non si parlava di intelligenza artificiale e in un mondo che così cambia io ritengo che abbiamo bisogno di fare alleanza tra scienza e filosofia , tra religioni , abbiamo bisogno di un alleanza fra tutte le persone che hanno a cuore l umanità perchè siamo messi male, abbiamo qualche problema e non piccolo, di tutti i tipi . Allora o si depone la volontà di potenza anche a livello di filosofie , anche a livello di religioni , il primato, l assolutezza , la singolarità e si un pò piu umili e  fraterni fra ricercatori spirituali ascoltando quello che le grandi filoosfie e le grandi religioni hanno da insegnare e ciascuno fa sintesi dentro di sè così per come è capace o si fa questo oppure le forze dell indifferenza all etica, le forze del capitale, delle multinazionali, dell economia e dell efficenza a tutti i costi compreso le forze artificiali dell intelligenza artificiale ci toglieranno l umanità . La macchina avrà l intelligenza umana e noi non saremo più macchinisti della macchina ma saremo macchinari che è già più intelligente rispetto a noi . Già escono i libri dal titolo "machina sapiens" ma più sapiente di noi homo e quindi non facciamo altro che consegnare ad un dispositivo non umano la nostra pecurialità e adesso il dispositivo sa fare meglio di noi, piu velocemente di noi , più efficacemente di noi quelle cose che fino a ieri erano specifiche nostre e domani sarà sempre di più perchè è autopoietica l intelligenza artificiale lo sapete cosa significa questo? io non voglio sembrare apocalittico o luddista , capisco l'importanza di una società dove tutto funziona efficacemente  però se il funzionamento della società è a discapito della capacità di anarchia , di ribellione , di sogno , di utopia, di decidere , di sognare qualche cosa di diverso si perde lo specifico umano. Sarà allora la macchina a dirci cosa è etico e cosa no? cosa bisogna fare e cosa no? così che saremo delle brave rotelline che girano nell argoritmo sociale? personalmente non voglio diventare una rotellina.
io ti capisco bene, e volentieri mi unirei al tuo lamento per simpatia, ma temo che il problema non sia nuovo, seppur tale si presenti.
E' un problema che in altri tempi si risolveva col ricambio generazionale, mentre oggi non più, perchè tale è la velocità del cambiamento, e di tanto è aumentata la lunghezza della nostra vita, che ci tocca il difficile compito mai prima affrontato dall'umanità, di dover vivere più vite in una, laddove alla morte, che comunque prima o poi arrifìverà, si aggiunge un potente senso di alienazione mai provato nel passaggio da una vita all'altra.
Si tratta propriamente della difficile arte di reincarnarsi in altro da se, mai prima sperimentata, perchè una volta ancor prima di provare a cimentarci in quell'arte la morte di metteva da parte per raggiunti limiti di età .
Gli eroi muoiono giovani e belli,  e a noi sopravvissuti invece lo specchio cosa ci restituisce, quand'anche carichi di cosmetici ritardanti la vecchiaia? :))
Una decadenza morale che sarebbe evento solito, se non per quanto si dimostri stagnante.
Il problema non sono le macchine che ci superano in corsa, ma il fatto che non facciamo in tempo a saltargli in groppa, il che una volta non era un problema, perchè ancora prima di provare a cavalcarle eravamo già morti, e a nuovi fantini era lasciato il compito, tanto difficile per i vecchi, quanto facile per i giovani  su quel cavallo in corsa nati.
#1024
Citazione di: Alberto Knox il 20 Novembre 2024, 12:35:55 PMNon si tratta di uccidere l'io , ho detto che io è inteso come Ego. L'Ego non è il tuo vero io interiore.
Non cadere nel facile errore che l'errore stia solo negli altri, atteggiandoci al savamarola di turno.
Per quanto nella mia ignoranza possa non distinguere l'io dall'ego, mi pare una questione di lana caprina.
Piuttosto mi sembra che in accordo col mio precedente post, possiamo metterci in ascolto di noi stessi, come tu predichi, soltanto se c'è dentro di noi qualcosa con cui interloquire, e che io ho chiamato nocciolo duro etico.
Si tratterebbe solo di cambiare statuto ai comportamenti malvagi rinominatoli come inadeguati, e a noi resterebbe la responsabilità di comportarci in modo adeguato al contesto, non essendovi un comportamento giusto in assoluto.
Non c'è comportamento per quanto si giudichi giusto che non diventi inadeguato se reiterato senza limite alcuno, ciò che può succedere quando si creda che esistano dogmi morali assoluti, immodificabili, e da seguire ciecamente.
Detto ciò è inevitabile che uno stato sociale si fondi su dogmi etici considerati assoluti, stante che il fondamento di uno stato è quello di stare, e non di mutare.
ma il fatto stesso che non esistono stati eterni dimostra che non esistono dogmi etici assoluti.
Il problema non è che viviamo in un epoca di decadenza morale, ma che a questa naturale decadenza, in quanto ogni etica possiede una data di scadenza, non riusciamo a produrre nulla di nuovo adeguato ai tempi.
Nel farlo  riproduciamo vecchie modalità non più adeguate.
Non facciamo in tempo a criticare una nuova tecnologia al fine poi di interiorizzarla che già una nuova si propone, per cui no fai in tempo a sentire parlare della nuova industria 2.0, che già la versione industria 4.0 appare all'orizzonte, con tutti i problemi etici che ciò comporta, e che non riusciamo più a trattare per adeguarli a questi mutamenti, mentre noi stiamo ancora qui a discutere di immutabili imperativi comportamentali, mentre il mondo cambia a velocità luminare.
#1025
Citazione di: Alberto Knox il 20 Novembre 2024, 12:18:40 PMho già detto che parlare di norme etiche non serve a niente , non si tratta di parlare di ortodossia, si tratta di parlare di ortoprassi. Cosa significa opzioni etiche? che davanti ad una certa situazione si agisce in un modo oppure in un altro e quando si agisce in modo etico? Quando sai che la cosa giusta da fare risponde ad una legge morale universale di cui kant aveva identificato come imperativo categorico il quale volle fondare un etica non più solo eteronoma (bisogna fare il bene perchè lo dice il papa , bisogna fare il bene perchè lo dice gesù ecc) ma autonoma, bisogna fare il bene per il bene stesso che si impone, per il senso di rispetto verso il bene. Ebbene kant nella morale autonoma non può che fondarla su due cose che non hanno niente a che fare con la ragione. Primo il sentimento, perchè è propio il sentire questo rispetto verso il senso del dovere che può far scaturire questo tipo di morale autonoma e il secondo è l'imperativo categorico certo. Quello che il fulcro del mio filosofare si fonda sul pensiero che non c'è eitica , non c'è etica senza l'emozione vitale di un uomo nel sentirsi al cospetto di qualcosa di più grande e di più importante di sè. imperativo categorico, l'etica nasce da questa percezione di dovere.
Io concordo con te , e quindi indirettamente con gli autori da cui con lodevole ammissione di modestia trai il tuo pensiero, illustrandolo oltretutto in modo chiaro a me che lo ignoro, e noto soltanto come l'imperativo categorico possa provenire da fuori di noi, come da dentro di noi, nella misura in cui non sappiamo di possederlo.
Se viene da dentro di noi, non perciò non potremo dirlo categorico, seppur non assoluto, perchè non posso contravvenire a ciò cui  non sapendo di possedere non posso perciò inibire.
La provenienza interna comporterebbe però che da lì derivino anche le azioni che io compio' o chi per me che condivida quel nocciolo ''etico'' ignoto, e che io stesso a posteriori posso giudicare come malvagie sia se compiute da me , con senso di vergogna, sia da altri, con senso di indignazione.
Stante ciò, grazie all'azione della coscienza, e non essendo quel principio etico a me esterno, e non essendo perciò in assoluto immutabile, per quanto difficile da modificare, io posso sperare appunto di modificarlo.
Non posso però sperare di modificarlo per portarlo a un ideale ancora esterno a me, come io credo, se quel nocciolo interno duro è il frutto di esperienze di vita stratificate e condensatesi in quel nocciolo che io ho solo ereditato, potendovi a mia volta pur contribuire alla sua definizione.
Dico ciò in senso evoluzionistico.
Se siamo arrivati fin qui è perchè mediamente ci siamo comportati bene, ma ogni comportamento è giusto quando è adeguato all'ambiente, tenendo conto che l'ambiente cambia, e che la stessa iterazione di un comportamento ''giusto'' può cambiare l'ambiente come sta avvenendo, fino a divenire ''sbagliato''.
Il nocciolo duro etico che possediamo  comporta da un alto un grado di irresponsabilità nel nostro agire alleggerito dall'aver eredidato in parte la soluzione dei nostri problemi in quel nocciolo, mentre rimane tutta nostra la responsabilità di rimodellarlo stante il suo essere relativo che lo rende plasticamente adattabile all'ambiente che cambia.
Io sospetto che quello che chiamiamo problema etico, in un mondo in cui sembra  ognuno sembra ormai libero di agire come gli pare, senza dogmi morali che tengano, è solo un problema di incapacità di adattare l'etica a un ambiente che troppo velocemente cambia, e di cui il nostro comportamento ''virtuoso'' precedente, obbediente a dogmi affermati, ne è la causa stessa.
E' il tempo in cui si costituisce il nostro nocciolo etico a non essere più compatibile coi cambiamenti ambientali.
Cosa dobbiamo fare dunque?
Il primo passo è criticare quello che è stato finora il nostro fare, seppur lo avessimo mai considerato virtuoso, compiacendoci del fatto che non derivando da principi immutabili, lo possiamo cambiare.
#1026
Citazione di: PhyroSphera il 20 Novembre 2024, 09:24:15 AMIl fatto che l'uso delle cosiddette AI sia in relazione con un tentativo di partecipazione mistica, ci conduce alla necessità di valutarne secondo i significati dei piani religiosi, la cui utilità e funzionalità è attestata da varie scienze: antropologiche, sociologiche, psicologiche - a patto di valutarne gli studi appropriati.
Che sono quelli studi da te esclusivamente approvati, e della cui esistenza non possiamo neanche essere certi, visto che non li citi.
Che la tecnologia si presti ad essere idolatrata è un dato di fatto.
Giusto quindi lanciare l'allarme, ma precisando che non c'è nulla di nuovo sotto il sole.
Mi preoccuperei piuttosto del fatto, che posso confermare, che alla soglia della nostra estinzione qualcuno ancora discuta dell'opportunità di cambiare nome a  quest'era chiamandola antropocene.
Il problema mi sembra comunque ormai superato, perchè sfido chiunque a ricordarsi la vecchia denominazione senza andare a guardare su Wikipedia.
#1027
Citazione di: PhyroSphera il 20 Novembre 2024, 09:24:15 AMIl termine e il concetto sono controversi. Secondo alcuni teorici, non vi sarebbe ancora l'influsso umano determinante per fare davvero epoca. Secondo una possibile e necessaria riflessione etica, l'attuale esorbitante attività planetaria di vasta umanità non obbedisce a una logica autenticamente umana: una alienazione, entro una mimesi che in definitiva - è stato notato non da pochi - assume per modelli da imitare proprio le creature preistoriche dette dinosauri. Inoltre le azioni sono diversamente accadenti: nei fatti lo zelo dei modificatori finisce col riprodurre le attività massive degli animali inferiori, quali gli insetti. La prepotenza delle masse umane che pretende di fare come i tirannosauri o altre creature simili finisce con l'omologarsi alle animalità minime; ciò che, secondo alcune teorie, accadeva anche ai dinosauri durante la loro fase di estinzione non trasformazione.
Qui siamo alla pura fantasy, se siamo cosi addentro alla cultura dei dinosauri da poterla imitare.
E' solo una delle tante salse con cui condisci la tua avversione ideologica all'evoluzionismo, di tutte questa la più improbabile.
#1028
Citazione di: PhyroSphera il 20 Novembre 2024, 09:24:15 AML'utente si trova così doppiato dalla macchina, ma, si badi, secondo procedimenti aritmetici e in specie logaritmici che non possono obbedire ai suoi desideri.
Credo che non si possa declassare a tecnicismo una tecnica che mi consente  il desiderabile risultato di produrre in sei mesi un vaccino, piuttosto che in due anni, sopratutto se con epidemia in corso.
Vero è che non si può scongiurare che qualcuno la scambi per la lampada di Aladino. Però facciamo attenzione a che, per puri motivi ideologici, non si butti via il bambino con l'acqua sporca.
Infatti non può che derivare da pura ideologia demonizzare una tecnologia prospettandone le possibili negatività e ignorando volutamente le possibili positività, rifiutandosi di usare la propria intelligenza, ancor prima che quella artificiale.
#1029
Partendo dall'amore per se stessi, si giunge all'amore per gli altri, se il nostro essere è relativo, se il nostro ''essere io'' è casuale, e avremmo perciò potuto essere ognuno degli altri, se non c'è una predestinazione nell'essere ciò che siamo.
Quindi forse dovremmo rivalutare il caso dal punto di vista etico, piuttosto che cercare di far derivare l'etica da un principio d'ordine.

Se diamo retta alla saggezza popolare, chi non fà non sbaglia, e questa è l'unica etica infallibile e perfetta. L'unico comportamento etico possibile è astenersi dall'agire.

Io temo che la conoscenza di un etica perfetta, come principio comportamentale definitivo, se questo poi fosse per ipotesi seguito immancabilmente da tutti, ciò equivarrebbe all'essere soggetti a leggi naturali simili a quelle che regolano il comportamento della materia.
Alla fine dunque non resterebbe che fare ricorso al libero arbitrio per contravvenirvi, restando questo l'unico modo per sentirsi ancora vivi, perchè solo una pietra dell'essere soggetta a leggi naturali immutabili  non  soffre,  perchè  incosciente dell'esser soggetta a un principio a cui non può contravvenire.
Paradossalmentye se le cose andassero davvero come ''speriamo'', se trovassimo questo ''disiato'' principio d'ordine etico universale, sapremmo allora  come fare ad andare  in paradiso, perseguendo , ''con sguardo dritto'' un moto rettilineo uniforme, dimentichi ormai dei sentieri irrazionali su cui ci conduceva amore.
#1030
Citazione di: Alberto Knox il 19 Novembre 2024, 23:14:23 PM"... il vero valore di un essere umano si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi dell io. "
Si, ma si può vivere senza l'io? Io credo di no.
Quindi ti liberi dell'io, ma solo per ricostruirlo diversamente, acquisendo la coscienza della sua relatività.
E perchè mai poi questa operazione dovrebbe comportare l'acquisizione di un etica di livello superiore?
Ciò comporterà vedere la realtà con occhi nuovi, ma non sarà una visione superiore, ma solo diversa, acquisendo coscienza della relatività del modo in cui la realtà ci appare.
Se non il nuovo io, però la coscienza della sua relatività potrebbe comportare effettivamente un etica superiore.
#1031
Già intravedo folle di minolli e sarchiaponi che supplicano il nuovo Noè di prenderli con se.
Non vorrei che ci spacciassimo tutti per umane chimere  pur di poterci salvare.
Non so se riusciremo a salvarci dalla tragedia, ma salviamoci almeno da questa commedia.
#1032
Citazione di: Jacopus il 19 Novembre 2024, 07:04:38 AMQuello che è ancora difficile da capire è la capacità sempre più limitata da parte del mondo fisico di assorbire il nostro "consumo" del mondo. Leggi Serge Latouche su questo argomento. È molto istruttivo. Con questo concordo con te sul fatto che homo sapiens non è più natura, né naturans nè naturata.
Io proverei a vedere il bicchiere mezzo pieno, perchè se è maturale che organismi viventi siano causa di estinzione di massa, come è già avvenuto, la novità è che noi, in quanto causa di una nuova estinzione già in atto, per la prima volta siamo organismi viventi in grado di invertire la rotta.
Mi preoccupa però il fatto che questa inversione debba avvenire passando per una snaturalizzazione dell'uomo per le molte conseguenze negative aggiuntive che potrebbe avere questa assunzione, che vanno dalla più innocua alla più disastrosa.
Mi sembra infatti di intravedere già una storia che si ripete dove pochi uomini puri ''naturali'' si salvano dentro un arca di nuova concezione.
La scommessa è salvarsi tutti, da uomini qual siamo, come la natura, e non noi, ha deciso che fossimo, e se ci riusciremo questo sarà ancora da annoverare fra gli eventi naturali.
Ma qualcuno potrebbe obiettare che se tutto è natura allora nulla lo è, e questo è vero.
E' evidente che il termine ''natura'' nasce per distinguere la realtà in ciò che è natura da ciò che non lo è al fine di darne una descrizione, ma il pericolo è che qualcuno andando oltre la funzione del termine creda che la descrizione coincida con la realtà, traendone conseguenze potenzialmente disastrose e ipotesi complottiste messe in atto da uomini contronatura, nuova versione degli uomini empi.
Infatti quanti di questi uomini che lanciano l'allarme di una crescente innaturalità dell'uomo non stanno così' sottintendendo una autodichiarezazione di appartenenza a una élite umana eccezionalmente buona, chiamandosi fuori contraddittoriamente dalla naturale  umanità che vogliono denunciare, per cui se quella è naturalmente empia,  sarebbero loro ad essere innaturalmente buoni?
#1033
Nello specifico la compassione può essere definita come il comportamento che deriva dalla consapevolezza che qualunque sia la posizione in cui ci troviamo, quella di essere giudicanti o giudicati, le parti potrebbero essere state invertite, dipendendo ciò  solo da quel CASO dalla soggezione del quale non potremo mai del tutto liberarci.
Una società stabile e ordinata, retta da rigide leggi morali perfettamente rispettate, gode della immutabile salute di un cadavere, e realizza pienamente il nostro desiderio di eterna stabilità, perchè una società morta non morirà mai.
#1034
Dunque, se come pare , non sia evitabile usare questa presunzione giudicante e punitiva, ricordarsi che non esiste un etica superiore alla compassione, anche se non è scritto in nessuna costituzione, perchè è l'unica legge etica che vale sempre, e non cambia al naturale cambiamento dell'ambiente vitale, finché un umanità ci sarà.
La compassione è un assicurazione sui nostri errori di giudizio, anche se non  risarcirà del tutto dal danno che potremo provocare con le scelte che non possiamo comunque esimerci dal fare.
#1035
Se astraiamo dalla natura la coscienza, avremo un semplice agire per tentativi .
Se aggiungiamo la coscienza non cambia la sostanza, perchè si continuerà ad agire a caso, ma si eviterà tendenzialmente di ripetere ''errori'' già fatti. Si continuerà ad agire a caso perchè anche quando escludi da un dado alcune facce, sempre un dado rimane.
Parlare di errori inoltre è fuorviante, perchè ciò che può rivelarsi un errore in un contesto può risultare la cosa giusta quando il contesto cambia.
E' pur vero che tutte le società sembrano reggersi su un etica, per cui sembra logico pensare  che quando questa  venisse a decadere  le società crolleranno.
Però se un agire può considerarsi corretto in un contesto stabile, essendo in effetti solamente adeguato a quel contesto, è quando cambia il contesto che l'etica risulta inadeguata decadendo, laddove per etica si intenda il prevalere di un comportamento che si è mostrato essere adeguato in un contesto sociale relativamente stabile.
L'aspirazione ad un etica assoluta potrebbe essere quindi solo il contraltare di un desiderio di stabilità.
Quindi forse più che basarsi su un etica, è da uno stato sociale, inteso come un vivere comune dentro un ambiente relativamente stabile, che inevitabilmente sorgerà naturalmente un etica.
Cercare di mantenere quell'etica equivale a cercare di mantenere stabile un ambiente che però essendo naturale sarà comunque soggetto a cambiamenti.
Funzionale a questo tentativo è predicare un etica assoluta, per cui quando il contesto cambierà, piuttosto che ammettere che inadeguata sia ormai quell'etica,  si cercherà di raddrizzare la natura per adeguarla a quell'etica.
Allora se giusta si è giudicata l'etica in assoluto, e il mondo non sembra più corrispondervi, come se si fosse messo al contrario, si cercherà di raddrizzarlo dando la caccia all'untore, che di volta in volta si individuerà nello zingaro, nell'omosessuale, nel clandestino, secondo un copione che non cambia.
Se un etica assoluta veramente c'è sarebbe quella di mandare al macero questo copione, anche quando ciò non risultasse funzionale al mantenimento di uno stato sociale, ammettendo uno stato a quello superiore che l'umanità intera comprenda in tutta la sua ricca diversità, nessuno escluso.
Se poi ciò non fosse del tutto possibile, in subordine evitare ogni estremizzazione che un etica possa dettarci, per quanto a noi possa sembrare giusta, perchè non è dato a noi giudicare cosa sia in assoluto giusto e cosa sbagliato.