La fisica sta operando con quelle grandezze. Io non esagero: prendo atto.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: iano il 04 Febbraio 2024, 10:46:58 AMGli dei di una volta erano emanazione di una natura condivisa, una natura a cui tutti erano ugualmente soggetti, per cui dopo una guerra era ''naturale'', venendone a conoscenza, scambiarsi i propri dei, condividendoli.In occidente il passaggio dall'animismo al teismo si chiama Socrate alias Platone. Anche gli ebrei c'erano arrivati per conto loro, producendo un nume ad uso e consumo esclusivo degli ebrei. I cristiani, col tarsiota, hanno fatto la sintesi e i musulmani hanno seguito a ruota. Se la natura è di tutti, il dio personalizzato dei monoteisti è molto più esigente e divide il mondo in fedeli e infedeli, redenti e dannati, peccatori e santi.
Ci si raccomandava ai propri dei in battaglia ma non si combatteva in nome degli dei, perchè non ha senso combattere in nome della natura, come seguaci dei venti piuttosto che degli oceani.
Paradossalmente nel momento in cui gli dei si sono unificati in un solo dio, almeno nominalmente, non è stato più possibile scambiarselo e condividerlo.
Ma nella mia ignoranza non sò come sia avvenuto questo processo di riduzione divina da tanti ad uno.
Forse è un processo che equivale al processo di allontanamento dalla natura?
Una natura che quell'unico Dio ha creato a nostro uso e consumo, mentre prima essere soggetti alla natura, senza esserne padroni, equivaleva ad essere soggetti a tutti gli dei che la abitavano?
Ed oggi, al crescere della coscienza ecologica, come si sta modificando la spiritualità? Gli Dei che sono usciti dalla porta stanno rientrando dalla finestra, magari senza fare troppo clamore?
Perchè finché il testo sacro unico, per quanto reinterpretatile a nostro uso e consumo, unico rimane, ciò esclude un possibile ritorno al politeismo in modo dichiarato e palese.
Citazione di: niko il 02 Febbraio 2024, 10:38:57 AMPutin non e' l'Eurasia, l'Eurasia e' pace, amore e globalizzazione. Grazie a una potenza di fuoco superiore.
Citazione di: anthonyi il 02 Febbraio 2024, 18:20:04 PME quale sarebbe l'ingenuità? Voi siete fissati con la storia di fascisti e nazisti da una parte, e comunisti ed anarchici dall'altra che si scontrano per imporre il rispettivo modello sociale e non vi rendete conto che il 90 % del mondo non li calcola proprio.La storia è vecchia come il cucco e risale in letteratura a Menenio Agrippa: la mente e le braccia, ragionevoli e populisti. Cambia il nome, rimane la differenza di classe.
Quel 90 % oscilla tra una richiesta ragionevole di benessere e la deriva del populismo, il vero pericolo della nostra società. La gente non ha più fantasie sulla societa, e fa bene, perché sono fantasie pericolose, del tutto differenti dalla realtà che ti presentano a posteriori.
Citazione di: iano il 31 Gennaio 2024, 23:32:33 PMSi potrebbe dire che conoscere consiste nel distingue le parti di cui è fatta la realtà, ma ciò è vero solo se l'atto del conoscere non influenzi la realtà, e sarebbe paradossale che una conoscenza fatta di parti causali non fosse causa.
Come spiegare inoltre appunto il come queste parti si facciano causa, cosa in sè non necessaria, se non col fatto che la suddivisione in parti non è in sè necessaria, e che la causalità rifletta propriamente ciò?
In tutto ciò inoltre l'apparente necessità di fatto di dover distinguere parti propriamente tali ed altre come virtuali, mette in crisi la supposizione che la conoscenza consista propriamente nel distinguere le parti della realtà, se non tutte riusciamo a distinguerle con pari certezza.
In questa percezione differenziata c'è forse una necessità di fatto, ma non teorica.
in teoria non c'è distinzione sostanziale fra le parti, e seppure ciò appare non può essere reale.
A dispetto di ciò un buon esercizio filosofico sarebbe sforzarsi di scambiare queste apparenze differenziate, non annullando le differenze, ma ribaltandole,
per sondarne la loro natura funzionale, perchè ogni apparenza potrà non essere reale, ma è sempre funzionale.
L'ho buttata giù un pò cervellotica Ipazia lo sò, e ne sono già pentito.
Ma in sostanza a me sembra strano che si possa avere una tale fede nell'essere, ignorando tutte le sue sfumature, che però hanno tutti pari dignità, per cui dare ad una di esse maggiore dignità mi sembra un esercizio metafisico di troppo, stante che la metafisica non si può eludere, ma che il suo eccesso storpia.