Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - daniele22

#1021
Ciao Eutidemo, a me piace molto la legge, mi sembra un grande labirinto da scoprire. Premesso che sono una mente anarchica e che sulle pene e la giustizia ne avrei molte da dire, che non sono sicuramente favorevole al "fine pena mai", che il signor Cospito forse non voleva mietere vittime, e pure che non mi è particolarmente simpatico, mi chiedo intanto, giusto perché lo ignoro, per quale motivo abbia dovuto intervenire il ministro di Grazia e Giustizia sulla questione. Non conosco la vicenda processuale, ma mi chiedo pure per quale motivo non si sia potuto anticipare il processo in Corte di cassazione. Dopodiché, per come la metti giù mi sembra che Cospito sia stato vittima di un'ingiustizia. Perché se è vero che la Direzione Nazionale Antimafia ha suggerito l'ipotesi di un passaggio al regime di "Alta sicurezza 2" non penso l'abbia fatto per motivi umanitari, bensì per motivi inerenti a ciò che era stato stabilito dalla Corte d'assise, cioè che non fosse dimostrato alcun nesso tra Cospito e il Circolo Bencivenga e che non vi fosse legame tra il circolo e il Fai. Ma resta la domanda, perché la Corte d'assise, immagino d'appello, ha inflitto a Cospito il 41 bis?
Comunque, io non so bene quali fossero o siano le intenzioni di Cospito, ma pensare di fare lo sciopero della fame per abolire il 41 bis, sia per lui solo o per tutti, a meno che non lo facciano in un centinaio minimo, la vedo molto dura. Penso infatti che il pronunciamento della Corte di giustizia europea avrebbe dovuto riguardare semmai un caso come quello di Bernardo Provenzano. Un saluto
#1022
Presentazione nuovi iscritti / Re: Nuova iscrizione
10 Febbraio 2023, 22:02:17 PM
Citazione di: Ondina il 10 Febbraio 2023, 16:15:52 PMMagari avessi fatto un salto nel vuoto ☺️, siamo tutti fin troppo pieni: di convinzioni, pensieri, filosofie... Il vuoto ogni tanto sarebbe un toccasana
Scherzavo naturalmente ... concordo sul pieno e sul vuoto, ma cosa vuoi farci ... siamo fatti così, chi più e chi meno
#1023
Presentazione nuovi iscritti / Re: Nuova iscrizione
10 Febbraio 2023, 14:06:59 PM
Insomma avresti fatto un salto nel vuoto con questo tuo primo post ... Benvenuta Ondina!
#1024
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
10 Febbraio 2023, 11:05:40 AM
Cit: iano
Con il sostantivo il soggetto si limita ad indicare l'oggetto, secondo una convenzionale etichettatura, ma questa operazione così banale nella sua descrizione puramente matematica, viene sporcata da una possibile parziale identificazione fra soggetto, oggetto e sostantivo, a seconda del grado di senso di realtà che ci abbisogna per sopravvivere, per cui ciò che realtà non è, viene assunto come tale, senza averne necessaria consapevolezza.
Si può cambiare il proprio senso di realtà ponendolo a confronto con quello degli altri, ma la discussione sarà tanto più violenta quanto alta è l'identificazione del soggetto con il sostantivo/oggetto.
Tramite il sostantivo il soggetto parla dell'oggetto cui si riferisce e l'identificazione di cui parli è solo un caso particolare dell'affettività di cui parlo io. Ovvero, il caso in cui ad esempio io mi identifico con l'oggetto dicendo ad esempio "io sono un ateo". Ma difficilmente potrò identificarmi con un barile di petrolio o con un terremoto. Potrò al limite essere empatico, cercare di identificarmi con un essere vivente, ma l'identificazione tiene poco conto degli aspetti repulsivi che sono invece impliciti nelle affettività (paure, desideri). In ogni caso, se il fine è quello di superare l'opposizione tra materialismo e idealismo occorrerebbe probabilmente trovare il difetto che sta in loro, o almeno in una delle due posizioni. Se l'idealismo postula un intelletto puro creatore del mondo materiale, per come la vedo io sarebbe quasi ovvio che si troverebbe in difetto, proprio perché quello che ci fa parlare esponendo delle idee sarebbe subordinato alle affettività di fondo (paure e desideri, oltre alle pulsioni) in cui l'individuo si trova costantemente immerso. Ovvero la ragione sarebbe subordinata e non pura. Ed è proprio per questo motivo che la dialettica è necessaria, avendo la possibilità di offrire due punti di vista leciti per un dato fatto che possono anche essere opposti. Saranno quindi due affettività opposte a disputare su quello che in fondo risulta essere l'interesse maggiore dei contendenti, cioè come si agirà per regolare la disputa. A rigore di raziocinio sarebbe quindi lecito all'idealismo porre l'idea come principio primo per generare un mondo, ma queste sue generazioni sarebbero lecite nella misura in cui ci si rende conto che queste corrispondono ad una mera proiezione delle proprie affettività di fondo. Vi sarebbe dunque un chiaro confine a rendere lecite o no le speculazioni dell'idealismo. L'idea cioè, non essendo di per se stessa illecita, può però trovare la non liceità nelle articolazioni di ordine logico razionale che la reggono. Nella logica della dialettica la parte che si oppone all'idea di turno deve perciò concentrarsi nei presupposti dell'idea e nelle opinioni che cercano di tenerla in piedi, tutto al fine di conferirle o no almeno la dignità di esistenza. Ma per compiere questa operazione dovrebbe avvalersi delle regole imposte dal pensiero puro, cioè quello mondato della sua parte affettiva. Fondamentale al fine che ciò possa compiersi, l'idea oggetto di contesa deve inscriversi in una storia, serve cioè la storia dell'idea, che non può però partire da una supposizione o da un postulato non condivisi, bensì da fatti certificabili o al limite ampiamente condivisi
#1025
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
08 Febbraio 2023, 10:47:41 AM
Citazione di: iano il 07 Febbraio 2023, 09:21:59 AMDirei di si, anche se l'uso del sostantivo e del discorso illecito mi confondono.
Eppure ricordo che ero bravo in analisi grammaticale. ;D

La tecnica di ripetere un discorso con parole proprie è un buon modo di comprenderlo facendolo proprio.
Quando non capisco un argomento mi  improvviso come esperto dell'argomento che cerca di spiegarlo ad altri, e superando le difficoltà del doverlo spiegare lo comprendo.
Colgo comunque l'occasione per correggermi: ''Non sono invenzioni del tutto arbitrarie'', perchè credo che anche quando riempiamo i serbatoi con la più sfrenata fantasia non riusciremo mai a sganciarci del tutto dall'attrazione gravitazionale della realtà.
Bene bravo 7+ ;) ... Ciao iano ... sono abbastanza ignorante in materia di storia della filosofia e forse non so nemmeno quale possa essere la differenza tra idealismo e materialismo. Ma essendo un eretico forse avrò da ridire su tutte e due le posizioni. Il mio ridire principale, anche se immagino che l'argomento non sia manifesto nelle due correnti di pensiero penso possa riguardare il concetto di sostantivo. Tralascio quindi l'ultimo periodo del tuo intervento ... sono comunque d'accordo con esso ... perché avrebbe a che fare con quello che io chiamo pensiero illecito e mi sembrerebbe di uscire un po' dal tema.
Tu parli di esistenze, là dove io parlo di sostantivo; ne parlo appunto perché le esistenze sono etichettate da almeno un sostantivo, e la lingua, che senz'altro esprime conoscenza, si manifesta anche per tramite di tali oggetti grammaticali. Per quel che riguarda ciò che è pubblico, chiedo: possiamo quindi dedurre che il sostantivo possa corrispondere all'unità minima di conoscenza che si abbia della realtà?
Ci si chiede poi come mai "la cosa in se", sempre etichettata da un sostantivo, non possa stare in piedi, così come anche tu e altri sostengono mi sembra. Secondo me "la cosa in se", etichetta compresa, non regge perché la cosa a cui si riferisce il sostantivo possiede diverse funzionalità che trascendono senz'altro la sua definizione razionale così come appare in un vocabolario. Queste varie funzionalità che infine tutti giungono a riconoscere verrebbero a generare per ciascun singolo individuo, dico io ineluttabilmente, una gerarchia di valori di natura affettiva che emerge dalla nostra relazione con l'oggetto, per cui il "vitello" quand'anche il "capitalismo" possono assumere diversi aspetti per ciascun individuo. Per inciso, non so se ti turba o vi turba il fatto che io abbia tirato in ballo un sostantivo (capitalismo) i cui referenti nell'ambito del discorso sono altri sostantivi, ma comunque là fuori esistono pure banche, soldi etc etc. Concludendo, queste funzionalità infine molteplici ed eventuali, conferirebbero per questo motivo una gradazione assai relativa a ciò che si pretenderebbe essere l'unità di conoscenza, ovvero il sostantivo. Ne deriva senza ombra di dubbio che nelle dispute più accese, l'affettività rivolta ad una funzione dell'oggetto abbia la meglio, nel senso che questa rende molto difficile una condivisione della soluzione di un dato problema. Le due parti solitamente non si comprendono, vedi pure qui nel forum, o forse fanno finta di non comprendersi, o forse sono portatrici di fissazioni ... e per questo la disputa si fa accesa e insoluta.
Mi fermo qui per il momento, attendo cosa ne pensi, o ne pensiate, e se hai da aggiungere. Un saluto
#1026
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
07 Febbraio 2023, 08:44:08 AM
Citazione di: iano il 05 Febbraio 2023, 12:26:29 PMNon sono invenzioni arbitrarie, per cui ci si può aspettare che vengano condivise, ma non sono neanche univoche, quindi non possono possedere ''una esistenza in se''.
Se vogliamo descrivere lo stato della società non possiamo riferirci agli individui uno per uno, quindi creeremo dei superindividui o classi funzionali al racconto, e una volta che le abbiamo create in un certo senso ne percepiamo l'esistenza in un modo non diverso da come percepiamo un insieme matematico una volta che lo abbiamo definito.
Queste definizioni possono portare a contraddizioni che però non ne inficiano necessariamente la funzione, ma  quelli che avranno creduto nell'esistenza di ciò che sono stati ''invitati'' a percepire, stanti le contraddizioni, andranno in confusione totale.
Provo a tradurti in questa prima parte assecondando il mio pensiero. Mi dirai se noti incongruenze.
I sostantivi esistono e non sono invenzioni arbitrarie, per cui ci si può aspettare che vengano condivisi, ma non sono neanche univoci, quindi non possono possedere ''una esistenza in se''. Mi sembra che questo fatto sia condivisibile da ampia platea.
Proseguiamo.
Se volessimo descrivere lo stato della società non potremmo riferirci agli individui uno per uno, ma a suo tempo si originarono dei sostantivi, delle categorie (insiemi di sostantivi) tenuti insieme da un pensiero che si esprimeva in discorso e che si riferiva ad una data realtà. A tutto questo sistema corrisponde una certa funzionalità per ciò che riguarda il nostro muoverci nell'ambiente. Ovverosia il sistema sostantivo/categoria regge. Una volta generate le esistenze di tali sostantivi e categorie, molte persistono ancor oggi e in un certo senso ne percepiamo l'esistenza in un modo non diverso da come percepiamo un insieme matematico una volta che lo abbiamo definito. Mi permetto una similitudine rovesciata in senso temporale: così come per un sostantivo (ovvero il sistema definito) apprendemmo prima di definirlo in voce almeno una funzionalità importante dell'oggetto a cui si riferiva.
Andiamo avanti.
Queste definizioni possono portare a contraddizioni che però non ne inficiano necessariamente la funzione, ma quelli che avranno creduto nell'esistenza di ciò che sono stati ''invitati'' a percepire, stanti le contraddizioni, andranno in confusione totale.
Più che condivisibile. Questo andare in confusione totale possiede secondo me due aspetti:
Il primo è quello che si manifesta nella rappresentazione dell'arte del discorso illecito. Cioè, prima di andare in confusione, il martello del discorso illecito continuerà a martellare imperterrito nonostante le evidenze che possano contrariarlo.
Il secondo sembra quasi una profezia che sicuramente condivido e che trovo pure estremamente inquietante ... nel senso che in questo punto storico in cui ci troviamo ora ho come la percezione che tutti i nodi stiano arrivando al pettine. E che tutti questi nodi siano appunto causati dall'arte del discorso illecito. Ma tutta quest'ultima parte è un po' un andare fuori tema. Mi piacerebbe invece sapere se siamo concordi nella prima parte del discorso che hai fatto
#1027
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
05 Febbraio 2023, 10:19:11 AM
Citazione di: iano il 01 Febbraio 2023, 13:52:00 PMGrazie per la puntuale precisazione Anthony, avendo mancato io di specificare che Dio era preso solo come esempio.
Concordo che le classi non esistono, anche se non riesco a immaginare come si sarebbe potuta raccontare la storia recente senza le classi.
Se si può raccontare una storia in fondo è solo perchè vi sono pregiudizi condivisi.
Si potrebbe parlare di ''esistenze'' funzionali al racconto della storia, con l'inconveniente però che le esistenze tendono a sopravvivere alla storia.
Non è che ciò che con fatica riusciamo a ''porre in essere'' sparisca poi a comando.
Ma se l'oggetto della fede può cambiare, la fede resta.
Nel nostro esempio resta la fede nell'individuo, che però non sembra essere una fede, data l'evidenza con cui ci appare.
Ma questo è il punto.
Quanto ancora possiamo considerare attuale ''l'evidenza''?
La mia tesi è che se non possiamo più farlo quella dell'opposizione fra materialisti e idealisti è storia passata.
La storia nuova è allora quella in cui si costruiscono classi funzionali?

Ciao iano, tema interessante per come l'hai posto e per come l'ha ben ricalibrato anthonyi. Provocatoriamente chiedo: se "l'evidenza" fosse l'esistenza del sostantivo? Cioè, se la "classe" esiste e "Dio" esiste mi verrebbe da pensare che almeno qualcuno ne abbia colto l'esistenza e che qualcun'altro ne abbia accettato l'idea
#1028
Ciao inVerno. Sarebbe sempre meglio trovare un accordo, poi ognuno si tiene le proprie idee e ciascuno a casa propria. Hai ragione a dire che faccio propaganda, ma posso dire a mia difesa che la mia propaganda è abbastanza limpida perché sono chiari i miei fini, i quali sono storicamente documentabili in questo forum. Insomma, sono l'esatto contrario di Machiavelli e penso di essere uno dei pochi qui dentro. Non che gli altri siano machiavellici, ma almeno io non dovrei esserlo per certo. Come tu dici ho rilevato e mi sono scagliato contro quella frase che per me resta idiota e al tempo stesso profiqua. Quasi incredibile questo contrasto. Eutidemo, a suo tempo disse questo:
"Il papa ha dichiarato che la "guerra giusta" non esiste; però ritengo che tale affermazione necessiti di qualche doverosa precisazione, per non ingenerare pericolosi ed incresciosi equivoci.
***
Ed infatti, sia sotto il profilo "logico" sia sotto il profilo "etico", può definirsi "giusto" o "ingiusto" soltanto "un" comportamento "univoco" (singolo o collettivo), ma mai "due" comportamenti "contrapposti", posti in essere con modalità e finalità diverse; il che sarebbe "logicamente incongruo", ed "eticamente sbagliato" (ed errato anche sotto il profilo giuridico)."
A parte che io non sono proprio d'accordo col Papa, lo sono cioè fino ad un certo punto, dico che sarebbe più che sensato che non possa definirsi giusto o ingiusto lo scontro a fuoco in se stesso, quindi torto o non torto nell'invasione. Questo poiché lo scontro a fuoco deve prodursi, e per prodursi uno dei due lo deve pur iniziare; emerge poi l'esigenza di stabilire chi sia dalla parte del torto o della ragione. Di sicuro è stato violato un diritto internazionale e quello è un torto certo, oggettivo come si usa dire, ma non oltre quello. Non so cosa ne pensi tu, ma astieniti pure dal dirlo se non ti va di farlo. Quello che però ti contesto è senz'altro che il mio post fosse fuori argomento. E questo proprio perché io vidi il cardine del tema proposto da sapa in questo punto della sua esposizione:
" ... ma la mia riflessione è: se è praticamente impossibile, per i contemporanei ai fatti che avvengono, discernere la verità storica in mezzo al bombardamento mediatico delle varie propagande, come si può giustificare che, ancor oggi, non ci sia chiarezza e quindi la possibilità di discernere una ed una sola verità storica su fatti avvenuti quasi un secolo fa, se non anche più antichi?"
Ora non sto qui ad argomentare, ma il nesso mi sembra facile, dato anche il mio primo intervento in cui parlo di polemiche tra storici sui fatti di un tempo. Sarebbe cioè limpido che la visione della guerra in corso sarebbe già distorta in partenza, e lo storico Barbero, a differenza di Mieli ad esempio, a suo tempo mise in guardia dal prendere scorciatoie del genere, cioè quella dell'aggressore e l'aggredito. Bisognerà comunque vedere chi la scriverà questa storia. Quindi, dopo quel che hai detto sarebbe senz'altro chiaro che se tu hai visto un altro cardine nel topic, e non te lo contesto di certo dato che sta nella domanda finale di sapa, discuteremmo sicuramente riferendoci a due cose diverse nell'ambito dello stesso discorso di sapa. Ognuno seguirebbe cioè le sue preoccupazioni e sarebbe dunque naturale che io, per la mia propaganda, ma pure per mia attidudine, abbia puntato gli occhi su cose diverse da quelle che vedono altri ... alla faccia dell'oggettività, e vai con la propaganda ... Per quel che riguarda la malafede, sempre vista con l'occhio sensibile dell'osservatore disincantato, sarebbe questa l'unica cosa su cui è quasi impossibile pronunciarsi, ma il dubbio, in questa società specialmente, è sempre più che lecito. Quindi, nulla di personale ... diciamo che la malafede la intendo come parte del gioco, e qualche volta mi concedo il lusso di barare, così tanto per provocare. E' stata Ipazia a farmi considerare con attenzione questa cosa, un assist dalla mia acerrima nemica comunista. Mi scuso infine se ti sei sentito offeso. Un saluto
#1029
Mi son preso la briga di risponderti perché forse hai capito male qualcosa, forse.
Questo comunque è un tuo grosso arbitrio di qualche giorno fa fondato chissà su quali pregiudizi. Ho tagliato il pezzo che porta alla tua supposizione perché era più che condivisibile.
"Suppongo infatti che le persone che sono state immediatamente convinte dalla narrativa russa siano anche quelle che hanno meno dimestichezza con altre guerre del passato, altrimenti avrebbero richiesto delle prove ben più solide prima di ripetere come pappagalli quello che sentivano detto, che altro non è che ciò che si sarebbero dovuti aspettare da una nazione che ne vuole aggredire un altra"

Questo invece è il mio riassunto. Sapa apre un tema e tutti diciamo la nostra, la guerra attuale si mostra e non si mostra finché arriva l'intervento di Aspirante Filosofo sul quale io faccio un dura reprimenda per via della frase "l'invasore ha sempre torto". Questo è un momento topico del tema. Lo è perché quella frase demenziale ha sostanzialmente retto tutta la narrazione che si è fatta fino ad oggi della guerra. La storia, fino ad oggi cioè, è stata scritta dall'affermarsi di una sentenza che più idiota di quella si fa fatica a trovarne. E l'isterismo dal sapore fascista con il quale la si è proclamata ha fatto il resto. A guerra conclusa si vedranno altre scritture, forse. E fin qui siamo ancora in tema. Poi si è fatta strada la polemica fino al tuo intervento infelice che chiaramente non poteva essere quello sulla Jugoslavia, dato che quello corrispondeva solo ad una visione diversa da quella di Ipazia; era bensì quello relativo all'Alto Adige, sul quale avevo pure fatto un inciso ieri sera. Allora, tutto ciò per me significa ancora una volta che, o fai finta di non capire, o non capisci proprio, tu e la tua ars maieutica di voler estrarre fuori qualcosa da me. La Moscovia ha conquistato prima le città verso nord ovest e dopo, ai primi del seicento o giù di lì, Kiev. Semplicemente questo avrebbe potuto anche voler dire Putin dicendo che l'Ucraina fa parte della Russia ... non mi sembra ci sia nulla di così eclatante da sollevare così tanti e grossi clamori, se non la solita questione della puntualizzazione estrapolata dalla storia dei discorsi per sviare il senso generale. Un saluto
#1030
Citazione di: InVerno il 31 Gennaio 2023, 12:14:46 PMUno potrebbe anche argomentare che è salutare per un leader voler evitare la damnatio e rimanere nelle memorie delle genti positivamente...ma quando questa salutare aspirazione è accompagnata da altre argomentazioni storiche come "l'Ucraina è storicamente Russa", la miscela comincia a diventare pericolosa, esplosiva. Che cosa vorrebbe dire esattamente? Gli Ucraini non avrebbero egual diritto di reclamare la Russia o una sua parte, come storicamente ucraina? Fintanto che non si sono aperte le rotte fluviali del nord (cioè la colonizzazione della area transuralica), Kiev era il centro nevralgico dell'area russofona e ortodossa, ma non mi sembra che i nazionalisti ucraini, per quanto sicuramente tipacci per niente raccomandabili, abbiano cominciato a fantasticare sul chiamare la Russia "Ucraina del nord" o "NovoUcraina", perciò mi sembra chiara la pericolosità di dell'ossessione intrinseca relegata a argomentazioni storico-etniche, e la loro contrarietà sistematica ad un principio di autoderminazione. Aggiungici pure teorie storiche sul "declino dell'occidente" che non avrebbe risposto perchè troppo occupato "a contare i soldi", un fondo di verità esasperato dal machismo nazionalsita che, altra rima, sottovaluta sempre gli avversari sottoforma di disgusto, etnico, politico o religioso.. o veteromarxista.

Ti rispondo senza commentare il tuo post solo per ricordarti che difficilmente, anche se non in modo assoluto, replicherò ad un tuo eventuale intervento ... sarebbe solo perdere energia per nulla. Questo concetto ricordo di averlo già espresso pochi giorni fa proprio con te. Fai solo propaganda, questo è il punto. Hai fatto un intervento su Ipazia senza cogliere il senso del suo brevissimo dire ... e giù con la propaganda. Bisogna leggere quello che uno dice. Un intervento tra l'altro proprio infelice perché gli esempi si commentano citando la storia, non una contro storia inventata lì per lì solo per dar contro. Tutto questo fa sì che uno possa poi anche svalutare la tua attendibilità su altre tue presunte conoscenze, ma diciamo che capita, capita a tutti. Hai fatto poi un intervento su di me senza cogliere minimamente il senso del mio discorso ... e poi giù ancora di propaganda. Beh, io non so se lo fai apposta, questi sono fatti tuoi, ma il tuo comportamento non è proprio dei migliori ai miei occhi. Voglio dire cioè che la dinamica, la storia del discorso all'interno di un determinato tema (che in questo caso si poteva anche dire concluso) non si può perdere più di tanto in sciocca polemica, puntualizzando continuamente su questioni atte solo a fare propaganda. Io penso che Putin non sia la Russia, lui sarà la mente con le sue manie magari, ma la Russia è la Russia, una nazione che in questo sprazzo di storia, anche complesso probabilmente, è comandata da lui, e sostenuta da altri.
#1031
Iano dice che "La storia siamo noi, nessuno si stenta offeso''. Non mi sembrerebbe questa un'affermazione molto felice. Direi invece che la storia siamo noi, sentiamoci tutti responsabili, e non solo testimoni quindi. Al moderatore che puntualmente non viene assecondato nel suo monito, dico che quando parla inoltre degli aneddoti su Putin gli contesto che l'ossessione di entrare nella storia forse ce l'hanno in tanti, ma non lo dicono. D'altra parte chi non è toccato almeno un po' dal mito della fama anche oltre la vita? La nostra devozione alle "grandi menti" la dice lunga. Sarebbe dunque questo non dire a testimoniare l'ossessione di chi invece lo dice? Ad Aspirante Filosofo dico che dovrà aspirare molto ancora prima di diventare un filosofo un po' più equilibrato. A iano ancora dico che la storia cambia sempre aspetto, ma noi siamo sempre uguali ... un po' come dice Qohelet, o come dice Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo. Ed è proprio per questo che le guerre continuano imperterrite a governare il mondo. Si continui dunque a pensare che l'invasore ha sempre torto, che c'entrano eventualmente solo gli Usa, i cinesi, i russi, gli europei, gli italiani, ma noi non c'entriamo mai perché siamo solo testimoni. A sapa posso solo dare il mio banale consiglio: se ti interessa un argomento prenditi un paio di testi, o lezioni audio, fatti da due autori. Cerca di cogliere quella che magari ti sembra una discrepanza significativa e continua ad indagare circa quella discrepanza rivolgendoti ad un terzo autore ... forse perdi solo tempo o forse no. Concludendo, penso che la storia insegni poco, soprattutto ai sordi che sono tanti, ma proprio tanti. Ed è ben strano questo fatto, perché dalla nostra storia individuale recepiamo molti insegnamenti. Chissà come mai?
#1032
Giusto così prima di andare a dormire vorrei fare una precisazione circa gli esempi. A parte che l'Austria è molto ambigua nei confronti dei sudtirolesi, i martellatori della val Passiria, che sarebbero sempre più che ben disposti a martellare gli italiani sono tenuti invece a freno e a più miti atteggiamenti dai loro stessi compagni di Heimat (patria) più moderati. Gli italiani sono abbastanza bistrattati dai sudtirolesi, tanto che non dico che stiano scappando tutti, ma di sicuro le fasce più giovani tendono ad andarsene. La terra, tra l'altro, è tutta in mano loro e ben si guardano dal venderla agli italiani, anche se magari qualcuno lo fa ... mosche bianche. Per concludere, non mi meraviglierei se nel 2024 il sindaco di Bolzano, Bozen, Bulsan fosse uno di lingua tedesca ... sarebbe la prima volta dal 1922
#1033
Se ho tirato fuori la storia prodotta dallo slogan "l'invasore ha sempre torto" non l'ho fatto per entrare nella polemica della guerra in corso. Dissi comunque che lo slogan funzionò e continua a funzionare. Funziona pure l'altro slogan "è giusto inviare armi all'aggredito", ovvio, ne è conseguenza quasi necessaria. Riscontro comunque che non sarebbe stato applicato lo stesso metro di giudizio ad altre guerre che si sono svolte sempre durante i nostri tempi. E' naturale che "l'invasore ha sempre torto" sia una pagliacciata bella e buona. Cioè, noi siamo individui e ragioniamo dal punto di vista dell'individuo. Ma la nazione è una proiezione dell'individuo, e il suo comportamento è simile a quello dell'individuo. Ora, a me, individuo comune, è capitato sicuramente un paio di volte nella mia vita di aver preso le parti dell'aggressore ... e anche con imbarazzo dato che si trattava di conoscenti, comunque non ho mai preso parte attiva, se non solidarietà. Beh, io non credo che a voi non sia mai occorsa una situazione del genere. Allora penso che non sia lecito dare un giudizio fissandosi in una puntualizzazione spazio temporale, ovvero il momento dell'aggressione. Il giudizio dovrebbe cioè fondarsi sulla storia. Il tutto assomiglia ad un esperimento di fisica quantistica, dove il momento dell'aggressione rappresenta l'interferenza sul sistema oggetto di studio. Ma l'oggetto di studio corrisponde nel teatro della guerra, allo stato da noi preparato affinché un risultato si producesse, cioè, in questo caso, il momento dell'aggressione. Va da se che l'esempio abbia i suoi limiti, visto che nella guerra in corso i fotoni e le onde sono russi, americani, europei etc etc, ma la sostanza sarebbe di quello stesso ordito. Pertanto, riprendendo il tema del giudizio, occorrerebbe infine tener presente la quantità di moto delle forze in campo, e questa quantità di moto ci è fornita solo dal peso della storia con le sue evidenze documentate. E' inquietante per me pensare a come moltissime persone abbiano acquisito questa forma-mentis. Sembra quasi che non riescano ad organizzare le informazioni in loro possesso per produrre un'adeguata risposta al contesto in cui vivono
#1034
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 29 Gennaio 2023, 10:36:35 AMPrima dell'invasione, in entrambi i casi, forse poteva sussistere qualche dubbio su chi avesse ragione e chi torto, mentre è chiaro, lampante, che gli invasori hanno sempre torto!

Un buon intervento Aspirante Filosofo, la guerra dobbiamo regolarla dentro di noi come dici. Però ti contesto nel tuo dire che gli invasori hanno sempre torto. Questa equazione non è del tutto lecita, o meglio lo è solo a livelli formali. Se c'è una regola che stabilisce che l'invasione è illecita, il torto è senz'altro quello, ma null'altro puoi dire di altri torti, specie se nel trovarli ti fidi di informazioni di cui non sei in grado di attestare la veridicità, oppure ti fidi troppo di un pregiudizio. Chiaramente è il buon senso che dovrebbe guidarti, ma fatalità in tre anni ormai da che siamo un po' scossi, come non mai mi è capitato di ribaltare la mia opinione su professionisti e/o pure su attori mediatici. Sono rimasto sinceramente sorpreso a volte. Uno può dire che sono io ad avere idee balorde, però siccome siamo animali, riusciamo anche a percepire quando c'è una nota stonata tra il dire e l'atteggiamento nel dire, perché 'sta gente è furba nello spendere le loro parole. Però a volte lo si percepisce pure nella loro gestualità e nella perentorietà delle loro opinioni ... del tipo "l'invasore ha sempre torto", con tutti i dipinti allegati dell'invasore ... chiaramente un pensiero poco felice, ma tutto sommato fecondo, a mio modesto parere. Un saluto
#1035
Citazione di: niko il 29 Gennaio 2023, 14:04:00 PMIo invece penso che il fondamentalismo, in quanto riduzione della religione alla veridicita' storico-realistica del discorso  religioso, sia l'uomo di paglia, (ovvero l'avversario facile, ma scelto per paura di quello difficile), di chi seriamente, da ateo, si voglia confrontare con la religione.

La religione pretende di affermare verita' universali, di suo non e' dunque fondamentalista, ovvero le narrazioni religiose funzionerebbe pure nella loro falsita' storica.

Non ci si puo' confrontare su quello, perche' il terreno di confronto, di solito, non e' quello, e non lo e' neanche per l'interlocutore religioso, di un eventuale dialogo tra credenti e non.

Il Genesi funziona come simbolo, pure nell'ipotesi che il mondo si sia creato con il big bang e i dinosauri.

Mose' che apre le acque, come narrazione e come storia, funziona come simbolo pure nell'ipotesi che il fatto storico in se' non sia andato proprio cosi'.

C'e' una certa sensibilita' specificamente cristologica e antropopatetica nel senso della vita e dell'amore come valori assoluti (e secondo me un po' perversi) in un "cosmo" come quello italiano/talico (e non solo) che e' un cosmo molto piu' cristiano che biblico, per cui se adesso io scrivo una roba un po' provocatoria del tipo:

"anche la storiella, evangelica, di Gesu' che risorge dalla tomba e se ne va in giro a mangiare, a fare gli scherzi e a salutare praticamente tutti quelli che lo credevano morto"

funzionerebbe benissimo, in quanto storia, anche come simbolo e come veicolo di verita' universali e anche se le cose storicamente e realmente non fossero andate proprio cosi'...

Cioe'

essa, la vicenda stessa di Gesu', funzionerebbe benissimo anche in una sua interpretazione NON FONDAMENTALISTA, cioe' non incentrata sulla veridicita', ma semmai sulla verita', che NON e' la stessa cosa...

probabilmente la meta' circa degli utenti del forum, che sono ferventi cristiani, un pochino in fondo si risente (loro credono che sia andata davvero, letteralmente cosi'! Con l'uomo fisicamente uscito dalla tomba, e fisicamente mangiante, e salutante! E non solo ci credono, il che ancora non sarebbe niente, ma basano la loro ipotetica salvezza eterna su questo loro credere!).

Ma e' alla loro incoerenza che adesso io mi rivolgo, ovvero:

Se voi, e intendo voi utenti cristiani del forum, accettate la sfumatura nel simbolico e nell'allegorico, ad esempio nel Genesi, e non credete (spero!!!) che il mondo sia stato creato in sette giorni, e abbia poche migliaia di anni di eta', e nel corso della sua breve storia abbia contenuto sempre lo stesso numero e tipo di specie, poiche' TUTTE, e dico tutte, le evidenze scientifiche lo sconfessano, sconfessano l'interpretazione letterale del Genesi...

perche', poi, voi stessi, penso quasi tutti, non riconoscete la stessa identica sfumatura nell'allegorico e nel simbolico nella storia di un uomo -Gesu'- che fa miracoli, moltiplica i pani e i pesci, muore e poi risorge.

Anche quello, potrebbe non essere storicamente e realisticamente vero, ma importante spiritualmente per un lettore.

Il corpus, della narrazione e' lo stesso, quindi anche il criterio interpretativo, dovrebbe essere lo stesso.

Per non parlare poi del livello etico-morale della narrazione biblica, che e' stato, a ragione, teologicamente identificato cone un livello intermedio tra significato letterale e significato spirituale: una norma si puo' giudicare dalla qualita' di vita delle comunita' umane che osservano quella norma, e la qualita' della vita normata diventa ulteriore criterio di verita'.

Quindi fare una affermazione del tipo:

Le comunita' che osservano la norma "non uccidere" sono mediamente piu' felici e tranquille delle altre...

(interpretazione morale, di un testo sacro)

Non e' la stessa cosa del dire:

Il vocione di Dio che dal monte comanda "non uccidere" e' VERIDICO

(interpretazione letterale, di un testo sacro)

Il che a sua volta non e' la stessa cosa del dire:

Il vocione di Dio che dal monte comanda "non uccidere" e' VERO

(interpretazione spirituale, cioe' in cui la verita' dovrebbe in qualche modo, per il lettore, assumere valore personalissimo e universale).



Sono senz'altro d'accordo col post ... personalmente ho sempre visto i testi sacri per quel poco che ne so come testi sapienziali. Immagino cioè che le religioni costituirono la prima forma ufficiale di scienza umana, e lo stesso direi anche riguardo ai corpi di testo che formarono l'Iliade e l'Odissea