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Messaggi - doxa

#1021
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
27 Dicembre 2019, 06:04:24 AM
27 dicembre: san Giovanni apostolo ed evangelista

L'evangelista Giovanni fu discepolo di Giovanni Battista (il battezzatore) e poi apostolo di Gesù. Oltre al suo vangelo scrisse tre "Lettere" e forse il testo dell'Apocalisse, facenti parte del Nuovo Testamento.

A lui Gesù, mentre era sulla croce, gli affidò la madre: "Stavano presso la croce di Gesù sua madre (Maria), la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: 'Donna, ecco il tuo figlio !' Poi disse al discepolo: 'Ecco tua madre !' E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa." (Gv 19, 25 – 27)  E con lei, dice la tradizione, visse ad Efeso, città dell'attuale Turchia.


Secondo alcune fonti l'apostolo Giovanni dopo gli eventi pasquali soggiornò ad Efeso insieme alla madre di Gesù.  In questa località la tradizione cristiana vuole che ci sia il sepolcro giovanneo. In quest'area nel VI secolo, durante l'impero di Giustiniano, fu costruita una basilica, della quale rimangono alcune tracce murarie.  
Ad alcuni chilometri a sud di Efeso  c'è una piccola cappella conosciuta come "casa di Maria", ma la costruzione è del IV secolo, preceduta da un ingresso del VII secolo.


                 
Il vescovo e scrittore Eusebio di Cesarea (265 circa – 340 circa)  narra che l'apostolo Giovanni  per la sua fede cristiana fu condannato all'esilio nell'isola di Patmos, dove scrisse l' "Apokàlypsis" (Apocalisse) parola greca che significa "rivelazione", Ma l'autore  di questo testo pur dicendo di chiamarsi Giovanni, non pretende di essere l' omonimo apostolo e non rievoca episodi in cui fu testimone, come fa invece l'autore del quarto vangelo. Anche se fra i due ci sono affinità letterarie le differenze sono numerose.

L'Apocalisse è un testo polisemico composto da Giovanni di Patmos, variamente identificato dagli esegeti. Egli  classifica la sua opera come una profezia (1, 3; 22, 7), che nell'accezione biblica è una proiezione verso il futuro aperta alla speranza.  

Caratteristiche principali del genere letterario apocalittico sono le visioni, le immagini e i  simboli. Le visioni sono esperienze visive che l'autore afferma di aver ricevuto. Non sono fatti storici ma artifici letterari per comunicare un'idea. Le immagini servono per descrivere determinate caratteristiche da attribuire a personaggi o ad animali. Fra i simbolismi sono comprese  anche  le figure simboliche dei "Quattro Cavalieri dell'Apocalisse" (6, 1 – 8.



Albrecht Durer, (ca. 1497–98) "I quattro cavalieri dell'Apocalisse", xilografia

Secondo numerosi esegeti, i cavalieri dell'Apocalisse  non rappresentano calamità ma misteri. Essi appaiono dopo l'apertura di quattro dei sette sigilli da parte  di Gesù. I sigilli indicano i sette misteri del giudizio di Dio sulla storia umana che vengono aperti, cioè svelati, da Cristo stesso.

Essi si presentano all'apertura da parte dell'Agnello (Gesù Cristo) dei primi quattro di sette sigilli, chiusi in un rotolo di papiro o di pergamena che Dio tiene nella mano destra. A parte l'ultimo, chiamato Morte/Peste (il termine greco thánatos, ha entrambi i significati), i nomi dei cavalieri non sono menzionati e perciò il loro significato simbolico deve essere dedotto dai loro attributi.
Le interpretazioni degli esegeti, tuttavia, sono discordanti, soprattutto per quanto riguarda il primo cavaliere, quello che monta un cavallo bianco.
#1022
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
26 Dicembre 2019, 10:26:20 AM
26 dicembre, santo Stefano

In lingua greca il nome "Stefano" significa "incoronato".

Fu il primo dei sette diaconi scelti dalla comunità cristiana di Gerusalemme per aiutare gli apostoli e provvedere alle necessità dei bisognosi, in particolare le vedove e gli orfani.

Stefano è  considerato il primo martire cristiano, perciò protomartire., come tale ricordato il giorno successivo la presunta data di nascita di Gesù.

La Chiesa organizza l'anno liturgico associando ad ogni giorno  le festività cristiane ed il nome del santo o dei santi.  Tale metodo nacque dall'antico uso di commemorare ogni anno i martiri  nel giorno della loro morte. A questi furono poi aggiunti santi, beati, ed altre personalità, in particolare regnanti favorevoli alla Chiesa. I loro nomi sono sul calendario gregoriano che usiamo, perciò  anche detto "calendario dei santi".

Il diacono Stefano fu accusato dal sinedrio di  blasfemia contro Mosé e contro Dio, perciò fu condannato alla lapidazione alla presenza di Saulo di Tarso (san Paolo), uno dei suoi principali accusatori, poi convertito sulla strada per Damasco. 

Il suo martirio, avvenuto nell'anno 36 circa, è descritto dall'evangelista Luca negli Atti degli Apostoli. Racconta l'evento accostandolo intenzionalmente con il processo subìto da Gesù, per mostrare l'ideale continuità tra il Maestro ed il discepolo. Anche il capo di imputazione è affine: "Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro (il Tempio) e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosé (Atti 6, 13 – 14). Per replicare alle accuse, Stefano fece un  discorso difensivo  di tipo apologetico,  criticò gli israeliti per il loro rifiuto degli interventi divini salvifici, come quello di Gesù, ma la reazione dell'uditorio fu violenta. Senza attendere la sentenza e la relativa convalida da parte dell'autorità imperiale romana, Stefano venne lapidato dalla folla.

Il 26 dicembre Santo Stefano è celebrato dalla Chiesa cattolica e da alcune Chiese protestanti. La Chiesa ortodossa lo commemora il 27 dicembre.

In Italia, dal 1947, il 26 dicembre  è un giorno festivo. In precedenza era un normale giorno lavorativo. Non fu la Chiesa a volerlo festivo ma il Parlamento, per prolungare la vacanza del Natale. Lo stesso avvenne nel 1947 per il "Lunedì dell'Angelo", la cosiddetta "Pasquetta", festa non religiosa.  
#1023
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
26 Dicembre 2019, 10:12:56 AM
Adorazione dei pastori   /5
Nei primi decenni del quarto secolo, dopo l'introduzione della festività liturgica del Natale, vennero create altre scene inerenti la nascita di Gesù, come quella dell'adorazione dei pastori.
Vi propongo le foto di tre dipinti: uno del tardo '500 e due del '600


Guido Reni, "Adorazione dei pastori", 1640 - 1642, Napoli, Certosa di San Martino


Jacopo Bassano: "Adorazione dei pastori", 1575; Jean Paul Getty museum, Los Angeles


Gerrit Van Honthorst (detto "Gherardo delle notti"): "Adorazione dei pastori", 1622, Firenze,  Galleria degli Uffizi
#1024
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
26 Dicembre 2019, 09:59:55 AM
Adorazione dei pastori   /4

"E, dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro". (Lc 2,  17 – 20)

Quei pastori furono i primi testimoni della nascita di Gesù, ma l'evento che riferirono fu creduto ?

In uno dei trattati del Talmud (Sanhedrin 25b), raccolta delle antiche tradizioni giudaiche, si legge che i pastori non potevano testimoniare nei processi perché considerati impuri, a causa della loro convivenza con gli animali, e disonesti, a causa delle frequenti violazioni dei confini territoriali e di abusi nei confronti delle coltivazioni altrui. Nell'ambito della società ebraica erano degli emarginati. I rifiutati dal Sinedrio, gli "ultimi", ma diventano i primi nel Regno di Dio, anticipando quel detto di Gesù nella parabola dei lavoratori della vigna:  ".. i primi saranno gli ultimi, e gli ultimi i primi". (Mt 20, 16)

La tradizione cristiana ha idealmente collocato  l'accampamento  dei pastori nella notte della natività nell'attuale villaggio arabo di Bet-Sahur, a tre chilometri da Betlemme, in una località detta "Campo dei pastori".  In questo luogo fu edificato nel IV secolo un monastero bizantino, costruito su sottostanti grotte usate dai pastori come ricovero degli armenti. Sui resti del vecchio monastero nel 1953 fu costruita una chiesa con lo stile architettonico che rimanda alla tenda utilizzata dai beduini nel deserto.  La cupola lascia filtrare la luce all'interno della chiesa.


Campo dei Pastori: il santuario (l'ingrandimento della foto si ottiene cliccando sull'immagine)
#1025
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
26 Dicembre 2019, 09:46:28 AM
Adorazione dei pastori  /3

"...ma l'angelo disse loro: 'Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia'. E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 'Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama'.

L'annuncio dell'angelo ai pastori:  "...vi annunzio una grande gioia..." (Lc 2, 10) viene anche detto in latino dal cardinale protodiacono per proclamare l'elezione di un nuovo papa: "Annuntio vobis gaudium magnum..." habemus papam.

Il messaggio ai pastori ha come sfondo le lodi a Dio da parte dell'"esercito celeste" (il coro degli angeli): "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che (Dio) egli ama". Quel "gloria" fu poi ampliato dalla tradizione cristiana in un solenne inno di lode, cantato durante la Messa: il "Gloria in excelsis Deo", detto anche "inno angelico".

Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) nel suo libro "L'infanzia di Gesù" dice che la traduzione delle parole degli "angeli"  è controversa.

Fino ad alcuni anni fa il testo latino veniva tradotto così: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà". Ma tale traduzione veniva respinta dagli esegeti perché la consideravano unilateralmente moralizzante.  A Dio la gloria non può essere attribuita dai fedeli perché è già in lui.

Più rilevante è la differenza nella traduzione della seconda parte delle parole dell'angelo: non diciamo più  "uomini di buona volontà", ma "uomini, che egli ama". Il cambiamento fu stabilito dalla Conferenza episcopale italiana.  


Ratzinger si chiede quali siano gli uomini che Dio ama. "Ce ne sono anche alcuni che Egli non ama ?" La traduzione letterale del testo originale greco dice: pace agli "uomini del (suo) compiacimento". Anche qui rimane la domanda: quali sono gli uomini nel compiacimento di Dio ? E perché ? La risposta si può avere dalla narrazione del battesimo di Gesù. L'evangelista Luca racconta che mentre Gesù stava in preghiera, il cielo si aprì ed una voce disse: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento" (Lc 3,22). Quindi l'uomo del compiacimento è Gesù, perché vive in comunione con la volontà di Dio.
 
La comunicazione della nascita del Messia fa andare  i pastori verso il luogo indicato: "Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: 'Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere'. Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia" (Lc 2, 15).


Perché soltanto ai pastori l'angelo dette l'annuncio della nascita del Messia ? I pastori erano considerati uomini "semplici", capaci di comprendere il messaggio angelico. Nel Vangelo di Matteo c'è scritto: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della Terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti ed agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te".

Ed ancora Matteo: "Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 'In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli" (18, 2 – 4).
#1026
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
26 Dicembre 2019, 09:13:13 AM
Adorazione dei pastori  /2
L'arte paleocristiana fu ispirata da mitologie, tipologie e decorazioni pagane, non avendo una propria tradizione, però ai simboli pagani venivano attribuiti significati e valori cristiani.

Tra le immagini ed i simboli della cultura greco-romana (che dava aspetto umano ai concetti astratti ed alla natura) ci sono espressioni artistiche con temi pastorali, come quella del moscoforo (portatore di vitello) e quella del crioforo (portatore di capretto); due epiteti attribuiti al dio greco Hermes (Mercurio per i Romani) che porta sulle spalle un piccolo vitello o un ovino. 


L'iconografia greca del crioforo venne usata nell'arte romana e poi utilizzata dai cristiani come icona del "Buon Pastore, in riferimento all'omonima parabola di Gesù: "Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore" (Gv 10, 11). 

L'immagine del pastore che si prende cura della sue pecore divenne per i cristiani l'allegoria di Cristo salvatore, rappresentato come "agnello sacrificale o come "buon pastore", giovane, imberbe e con i capelli lunghi, con la bisaccia e le calzature usate dai pastori, mentre trattiene con le mani le quattro zampe della pecora che porta sulle spalle.


statuetta in marmo del "buon pastore", fine del III - inizi del IV sec. d.C.;  dalle catacombe di S. Callisto, a Roma; Musei Vaticani, Museo Pio Cristiano.  Immagine simbolica del cristianesimo primitivo.

I cristiani rappresentavano il "Buon Pastore" per comunicare la filantropia di Dio, il suo amore per l'umanità, rivelata in Cristo.

L'icona del Buon Pastore venne molto usato negli affreschi dei cubicoli nelle catacombe cristiane, nei bassorilievi sul fronte dei sarcofagi e nelle epigrafi, come simbolo dell'anima portata nella pace da Cristo pastore.
#1027
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
26 Dicembre 2019, 08:57:12 AM
Adorazione dei pastori

Il Vangelo di Luca è l'unico dei Vangeli canonici a narrare l'evento dei pastori, primi testimoni della nascita di Gesù. 

Dal Vangelo di Luca: "C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: 'Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia'. E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
'Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama'.
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: 'Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro"
 (Lc 2, 8 – 20)



                 
Georges de La Tour: "L'Adorazione dei pastori", 1644, Museo del Louvre, Paris

Questo artista caravaggesco fu un abile pittore del chiaro scuro e della luce, del lume di candela con la qualeillumina la crepuscolare scena, come in questo dipinto., che  presenta al centro il neonato dormiente, con gli occhi chiusi, stretto nelle fasce, disteso su un giaciglio di paglia.

Il neonato ha su di sé l'attenzione di cinque persone disposte a semicerchio. 
 
Da sinistra a destra ci sono:

- Maria, la madre di Gesù, assorta e con le mani giunte in segno di preghiera;   

- un pastore con i baffi che stringe in mano un bastone ed ha in braccio un agnellino che bruca la paglia nella culla ed ha la funzione simbolica di ricordare la Passione di Cristo;

- un altro pastore con la mano destra si sta per togliere il cappello in segno di rispetto, mentre nella mano sinistra  stringe il piffero;

- una nutrice che con le mani sorregge la ciotola con la zuppa per la puerpera;

- Giuseppe, il padre putativo, tradizionalmente raffigurato anziano, sorregge una candela accesa con la quale illumina la scena, però la  luce naturale sembra provenire dal neonato.

In questa raffigurazione La Tour è fedele al verso di Luca (2, 16), anche se questo evangelista non dice quanti erano i pastori  e se portarono doni al bambino. I dettagli sono in alcuni vangeli apocrifi e commenti omiletici,  utilizzati dagli artisti per le loro realizzazioni.

Nel '600 furono numerosi i dipinti  con soggetto l'adorazione dei pastori. In questo quadro  La Tour ha proposto il tema in modo "anti-barocco", senza angeli, aureole, pose estatiche, asino e bue.   

Joseph Ratzinger (papa Benedetto XVI) nel suo libro "L'infanzia di Gesù" evidenzia che il Bambino nacque in un ambiente in cui i pastori portavano gli animali al pascolo. Era perciò normale che essi, in quanto i più vicini all'evento, venissero chiamati per primi alla mangiatoia. 

Comunque l'episodio denota l'attenzione di Dio verso gli umili. In quel tempo gli Ebrei consideravano i pastori i reietti della società. 


Anche Davide, il re di Israele da ragazzo faceva il pastore. 
#1028
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
25 Dicembre 2019, 20:31:00 PM
Liete feste anche a te, Anthonyi.

La voglia  di capire come stavano veramente le cose riguardo al Natale ed altro, mi motivò ad approfondire l'argomento. Merito dell'allora prefetto della Biblioteca  e Pinacoteca Ambrosiana di Milano e attuale presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, cardinale Gianfranco Ravasi.

La partecipazione ad alcuni suoi convegni, la lettura dei suoi articoli su riviste cattoliche e sui suoi libri mi spronarono a saperne di più,  a capire la differenza tra realtà e leggenda nei racconti biblici.

Il risultato ? Non sono un credente ma tratto il cristianesimo con rispetto. E sono un fan di Ravasi. :)
#1029
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
25 Dicembre 2019, 17:27:08 PM
Il bue e l'asino
Il giorno di Natale è al tramonto. Non si può lasciarlo passare senza dire qualcosa di altri due "interpreti" della Natività: il bue e l'asino.


Andrea De Litio, "Natività", 1460 – 1470, particolare del ciclo di affreschi riguardanti le "Storie di Maria" nel coro del duomo di Atri, (prov. di Teramo).

Maria è in posizione orante. Al di sopra della capanna le colline, paesi turriti,  i pastori e i contadini che convergono verso il bambino divino.

Questi due animali furono scelti in base a  dei versetti veterotestamentari, uno del profeta Isaia (1, 3) e l'altro del profeta Abacuc (3, 2).

Isaia: "Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende"(1,3). Questo passo di Isaia non è connesso con la Natività di Gesù, invece la tradizione della Chiesa lo considera una profezia riguardante il Bambino Gesù nella stalla. Isaia lamenta che Israele non riconosce più il suo Dio, mentre persino le bestie riconoscono il loro padrone.

Abacuc: 
"Signore, ho ascoltato il tuo annunzio,
Signore, ho avuto timore della tua opera.
Nel corso degli anni manifestala
falla conoscere nel corso degli anni"(3, 2).

In questo versetto  di Abacuc non si parla di animali, ma nella versione dei Settanta dell'Antico Testamento in lingua greca, tradotta dall'ebraico ad Alessandria d'Egitto, il terzo rigo fu erroneamente interpretato e la frase "Nel corso degli anni manifestala", fu  tradotta "in mezzo ai due animali Tu ti manifesterai":  questa locuzione fu considerata la conferma della predetta profezia di Isaia sulla presenza del bue e l'asino alla nascita di Cristo.


E' davvero sorprendente  che la leggenda  e la tradizione "del bue e dell'asino" vicino la "mangiatoia-culla" del neonato Gesù siano nate da un errore di traduzione.

L'unico testo apocrifo che cita un bue e un asino vicino alla mangiatoia in cui fu sistemato Gesù appena nato è il Vangelo dello pseudo-Matteo: "Il terzo giorno dopo la nascita del Signore, Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla: mise il bambino nella mangiatoia e il bue e l'asino lo adorarono. Così si adempì ciò che era stato preannunziato dal profeta Isaia, che aveva detto: 'Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone'. Infatti questi animali, avendolo in mezzo a loro lo adoravano continuamente. E così si adempì ciò che era stato preannunziato dal profeta Abacuc, che aveva detto: 'Ti farai conoscere i mezzo a due animali'. In quel luogo Giuseppe e Maria rimasero col bambino per tre giorni" (14, 1).
#1030
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
25 Dicembre 2019, 15:22:21 PM
Liete feste anche a te Viator.

Debbo mantenere la promessa al nick Isfrael di descriverle la Natività da diversi punti di vista. Il "cronoprogramma" prevede la conclusione dei miei post sul tema con l'arrivo e la partenza dei Magi. Poi me ne andrò con loro verso "Oriente".

Nel frattempo Jesus come uomo cresce d'età e lo incontrerò di nuovo alla fine della sua vita terrena. Il "meeting" avverrà a Gerusalemme nella "Domenica delle palme", poi, nel giorno della Pentecoste, io e lui ci  diremo addio per sempre. Su richiesta potrò argomentare sul suo "fine vita".

Tornando alla Natività, di cose da dire ce ne sono tante.  Ho cominciato a documentarmi da ragazzo per capire meglio, per distinguere la religiosità popolare, che aborro, dalla "verità storica".

Ciò che sto "postando" in questi giorni, non è la "faticaccia" in quest'ultimo mese, ma il copia e incolla di quanto ho archiviato negli anni, prima sul cartaceo e poi nei miei documenti virtuali, che a volte necessitano di aggiornamenti e correzioni.  

Per documentarmi ho frequentato varie biblioteche, comprese quelle conventuali e monastiche.

Un bel saluto Viator. Ormai sono "assuefatto" al tuo "salve", "saluti", e se non li scrivi mi viene la "crisi di astinenza". :)  
#1031
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
25 Dicembre 2019, 09:50:20 AM
Canzoni natalizie /2

"White Christmas" (= bianco Natale).
E' la più famosa canzone natalizia  americana. Scritta dal compositore musicale Irving Berlin, di origine russa, naturalizzato statunitense,  morto nel 1989 all'età di 101 anni.
Il nome Irving Berlin è uno pseudonimo. Si chiamava Izrail' Moiseevič Bejlin (18881989). Fu autore di numerosi brani musicali, fra i quali il noto "White Christmas", elevato al successo da Bing Crosby nel 1942.

Fu per il film "Holiday Inn" che compose nel 1942 White Christmas, per cui ricevette anche  l'Oscar per la migliore canzone.  Il 3 ottobre  1942  il brano, cantato da  Bing Crosby raggiunse il primo posto nella classifica americana. Da allora, il brano è sempre riapparso in classifica ogni anno per Natale.


"Jingle Bells": è una delle canzoni natalizie più conosciute e cantate al mondo. Il brano fu creato dal compositore e cantautore statunitense James Pierpont e pubblicato nel 1857 con il titolo "One Horse Open Sleigh".

Anche se è associata al Natale, la canzone la scrisse per essere cantata nel "Giorno del ringraziamento":  ogni anno negli Stati Uniti d'America  il quarto giovedì di novembre.

Secondo la Medford Historical Society, Pierpont per la composizione del testo fu ispirato dalle popolari corse delle slitte che si svolgevano nella città di Medford nel XIX secolo.

Nel 1859 la canzone venne ripubblicata con il titolo "Jingle Bells, or the One Horse Open Sleigh" ed ebbe diffusione e successo.
Jingle Bells non argomenta sul Natale, ma di bevute, slitte e anche ragazze.

La CBC (l'equivalente della Rai in Canada) fece  fare le ricerche per un servizio con la vera storia di "Jingle Bells" e scoprì che il brano non è un  allegro inno da cantare in famiglia. Fu composto in una  specie di "osteria" per essere cantato  durante le bevute.
«Jingle bells, jingle bells, jingle all the way. Oh, what fun it is to ride in a one-horse open sleigh». Il ritornello del pezzo sarebbe in pratica un inno a divertirsi durante le corse di slitte che nel periodo invernale  si svolgevano sulle rive del Mystic River, a Medford, a nord di Boston.

Oltre alla prima strofa della canzone (l'unica cantata) e leggendo le successive (spesso dimenticate), c'è da credere che il divertimento cui si riferisce il pezzo effettivamente non sia quello dello stare in famiglia a Natale.

The first Noel (= "Il primo Natale"):l'origine del titolo di questo canto natalizio è controverso. Secondo alcuni studiosi non è il "noel" di origine francese ma la contrazione della frase "Now all is well", divenuto "Now well",  abbreviato in "Nowell", da cui "Noel".

E'un tradizionale canto natalizio inglese, pubblicato nel 1823  con un arrangiamento ed aggiunte nel testo ad opera di  Davies Gilbert.


Dopo essere stata tramandata oralmente, la composizione "The first Noel" fu pubblicata  nel 1833 in una collezione di "Christmas Carols".  

Il testo ha 9 strofe di contenuto religioso: la nascita di Gesù, l'annuncio dell'angelo ai pastori, l'arrivo dei Magi, ecc.. Tre delle nove strofe vengono spesso tralasciate nelle versioni contemporanee.
#1032
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
25 Dicembre 2019, 09:41:17 AM
Canzoni natalizie

"Tu scendi dalle stelle": è la più famosa canzone natalizia italiana.  Parole e musica furono composte nel dicembre  1754  dal sacerdote Alfonso Maria de' Liguori mentre era  a Nola (prov. di Napoli) per le sue  prediche durante la novena di Natale. E' la versione in lingua italiana di un coevo motivo in dialetto napoletano, "uanno QQuanno nascette Ninno", dello stesso autore, vescovo e santo.
 
"Stille nacht":  (= Notte silenziosa)  è il titolo in lingua tedesca  di un'altra famosa canzone natalizia, più conosciuta in Italia col titolo "Bianco Natale",in inglese "Silent night".
Le parole furono scritte nel  1816 dal sacerdote  austriaco Joseph Mohr, invece  la musica fu composta nel 1818  dall'austriaco  Franz Xaver Gruber, che egli stesso suonò per la prima volta nella notte di Natale nella chiesa di St. Nikolaus ad Oberndorf.  


La versione italiana di "Stille nacht" è "Astro del ciel":  non è una traduzione del testo tedesco  ma un elaborato scritto dal prete bergamasco Angelo Meli (1901-1970).

In "Stille nacht" il sacerdote Mohr esprime la pace interiore dopo varie disavventure e  malattie. Prima dell'ordinazione sacerdotale aveva vissuto a Salisburgo, dove era solito ubriacarsi e giocare d'azzardo.

A diffondere questo canto natalizio prima nel Tirolo poi nel resto dell'Austria e in Germania, fu un costruttore di organi, Mauracher. Si era recato ad Oberndorf per riparare l'organo della chiesa di San Nicolaus, ascoltò la canzone, gli piacque e decise di prendere lo spartito per stamparlo e diffonderlo. Il brano piacque anche al re di Prussia, Federico Guglielmo IV, che lo fece cantare dal coro del duomo di Berlino.

Alla fine del XIX secolo gli emigranti tedeschi fecero conoscere "Stille nacht" negli Stati Uniti e nel Canada.
 
"Adeste fideles": canto natalizio in lingua latina d'incerta "paternità". Alcuni l'attribuiscono, in parte, al compositore e musicista britannico John Francis Wade (1711 – 1786).  Lo avrebbe trascritto da un tema popolare  irlandese nel 1743 circa. Nel canto ci sono citazioni tratte dalla Bibbia e dalle preghiere del Gloria e del Credo.

Il testo del canto è costituito da otto strofe di cui solo la I, V, VI e VII furono trascritte da Wade. Le strofe II, III e IV vennero composte dal vescovo cattolico e teologo franceseÉtienne-Jean-François nel 1794  e  l'VIII da un anonimo.
#1033
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
25 Dicembre 2019, 07:52:43 AM
25 dicembre: Nascita di Gesù /2

Joseph Ratzinger, durante il suo pontificato, nell'udienza generale del 23 dicembre del 2009 disse che "Il primo ad affermare con chiarezza che Gesù nacque il 25 dicembre è stato Ippolito di Roma, nel suo commento al Libro del profeta Daniele, scritto verso il 204".

Ippolito, teologo ed esegeta, fu il primo antipapa nella storia della Chiesa. Scrisse commentari su libri dell'Antico e Nuovo Testamento, fra i quali quello sul "Libro di Daniele". In questo testo, in quattro volumi, c'è la parte riguardante il giorno e il mese della nascita di Gesù:  "Riguardo alla prima Venuta del Salvatore nella carne, quando nacque in Betlemme, (occorre sapere che avvenne) otto giorni prima delle calende di Gennaio (25 dicembre), il quarto giorno della settimana (Giovedì), quando Augusto regnava già da quarantadue anni. Dal tempo di Adamo erano passati cinquemilacinquecento anni. Egli (il Cristo) soffrì a trentatré anni, otto giorni prima delle calende di Aprile (25 Marzo), nel giorno della Preparazione, durante il quindicesimo anno di Tiberio Cesare, insieme con Rufo, Rubellio e quando Gaio Cesare e Gaio Celestio Saturnino erano consoli per la quarta volta". (Ippolito di Roma, Commentario a Daniele, 4.23.3).

Papa Benedetto XVI in quell'udienza del 23 dicembre 2009 disse anche:  "Nella cristianità la festa del Natale ha assunto una forma definita nel IV secolo, quando essa prese il posto della festa romana del "Sol invictus", il sole invincibile; si mise così in evidenza che la nascita di Cristo è la vittoria della vera luce sulle tenebre del male e del peccato".
Infatti, come  ho scritto in un precedente post, nella 'Depositio Martyrum', scritta nel 336, si dice che a Roma il dies natalis di Gesù veniva celebrato il 25 dicembre. 


La stessa notizia è nel Cronografo dell'anno 354(Chronographus anni 354), scritto da Furio Dionisio Filocalo:  "VIII kal. Ian. natus Christus in Betleem Iudeae" (= il 25 dicembre nacque Cristo a Betlemme di Giudea).

Fu scelto il 25 dicembre perché si credeva  che fosse la data del solstizio d'inverno. In quel giorno si festeggiava il  "Dies Natalis Solis  Invicti", la nascita del nuovo Sole, che dopo la notte più lunga dell'anno riprendeva ad aumentare la luce diurna.

"Sol Invictus" ("Sole invitto") o, per esteso, "Deus Sol Invictus" ("Dio Sole invitto") era anche l'appellativo religioso usato per diverse divinità  nel tardo Impero Romano, quali Helios, El-Gabal, Mitra, che finirono per essere assimilate, nel periodo della dinastia dei Severi, in un monoteismo solare.

Il 25 dicembre la comunità cristiana di Roma festeggiava la nascita di Gesù, considerato da loro "la luce del mondo".
Il simbolismo teologico "Cristo-Luce" è caratteristico del Vangelo di Giovanni (1, 4 – 9 e 8, 12) che mette in evidenza la contrapposizione tra luce e tenebra.

Anche nelle lettere di Paolo di Tarso la simbologia della luce è presente con diversi significati, ad esempio in quella agli Efesini (5, 8 – 14). Da aggiungere il profeta Isaia:  "Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse" (9, 1).

Ma fu difficile sconfiggere la festa pagana del "Sol Invictus". Nel 460 il papa Leone I "Magno" sconsolato scrisse: "E' così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella basilica di san Pietro, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei". (settimo sermone nel Natale del 460). 
 
Le date in cui si festeggia il Natale nella cristianità:
Il 25 dicembre cattolici, protestanti e ortodossi che seguono il calendario gregoriano;
il 6 gennaio le chiese ortodosse orientali;
il 7 gennaio gli ortodossi che seguono il calendario giuliano;
il 19 gennaio la Chiesa Armena Apostolica di Gerusalemme che segue il calendario giuliano.


Il nucleo centrale della festività natalizia è di 8 giorni: dal 25 dicembre all'1 gennaio.

 
#1034
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
25 Dicembre 2019, 07:42:50 AM
25 dicembre: Nascita di Gesù


                 
"Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). Con questa affermazione l'evangelista Giovanni esprime l'evento dell'Incarnazione: Dio si è fatto uomo a Betlemme.

Il 25 dicembre nella Messa solenne viene letto il prologo dell'evangelista Giovanni:  "In principio era il Verbo, /  e il Verbo era presso Dio, / e il Verbo era Dio" (1, 1)
Il  latino "Verbum" traduce il greco Logos, questo sostantivo significa parola, intesa come manifestazione del pensiero. In termini filosofici è un'idea astratta, un concetto,  che si è concretizzato, rendendosi visibile, ascoltabile, toccabile. in una determinata persona.

Per la teologia cristiana è Gesù Cristo, il Figlio di Dio, divino e umano, vero Dio e vero uomo, e fa parte della Trinità insieme al Padre e allo Spirito Santo.

La stessa espressione "In principio..." è usata all'inizio del racconto della creazione nel libro della Genesi: "In principio Dio creò il cielo e la terra...", però l'evangelista Giovanni si riferisce ad un altro "principio", a Gesù Cristo, nato a Betlemme secondo la profezia di Michea (5, 1).

Secondo i cristiani Michea, che visse nell'VIII sec. a.C. (ed era contemporaneo dei profeti Isaia ed Osea), profetizzò la nascita del Signore a Betlemme...
#1035
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
24 Dicembre 2019, 17:06:55 PM
Liete feste Sari. 
al tuo post rispondo con questa storiella.

Lo scrittore e drammaturgo francese Alphonse Daudet (1840 – 1897) nella raccolta di novelle titolata "Lettres de mon moulin" (= Lettere dal mio mulino), c'è un racconto dedicato a "Les trois Messes basses", le tre messe non cantate, perciò basse, che il sacerdote celebrava il 24 dicembre. 

La storia è ambientata alla fine del 18/esimo secolo. Don Balaguère, cappellano della chiesa nel castello sul monte Ventoux, è un prete goloso che viene tentato dal diavolo nelle sembianze del suo chierichetto, di nome Garrigou, che gli descrive lo squisito menù della vigilia di Natale, del gran lavoro in cucina per preparare la cena di mezzanotte: 

"- Due tacchini tartufati, Garrigou? ...

- Sì, reverendo, due bellissimi tacchini ripieni di tartufo. Ne so qualcosa, dato che sono io che ho contribuito a riempirli. Sembrava che la loro pelle si spezzasse quando arrostita, così tesa era ...

- Gesù Maria! io che amo tanto il tartufo! ... Dammi subito la mia cotta, Garrigou ... E con i tacchini, cosa hai visto di nuovo in cucina? ...

- Oh! tutti i tipi di cose buone ... Da mezzogiorno abbiamo solo strappato fagiani, upupe, gelatine e galli cedroni. La piuma volava dappertutto ... Poi dal laghetto abbiamo portato anguille, carpe dorate, trote, gamberetti ...

- Quanto è grande, la trota, Garrigou?

- Grande come quello, Reverendo ... Enorme! ...

- Oh! Dio! mi sembra di vederli ... Hai messo il vino nelle ampolle?

Sì, reverendo, ho messo il vino nelle ampolle, ma non vale quello che berrete nel castello dopo la Messa di mezzanotte, tutte quelle caraffe piene di vini di tutti i colori ... E i piatti d'argento, i fiori, i candelabri! .... Il marchese ha invitato molti nobili. 

- Andiamo, andiamo, bambino mio. Facciamo attenzione al peccato di gola, specialmente alla notte della Natività ... Vai veloce e accendi le candele e suona il primo colpo della Messa; perché è quasi mezzanotte e non dobbiamo essere in ritardo ...". 

Il sacerdote vorrebbe resistere al "peccato di gola", ma non riesce a liberarsi dall'idea della cena mentre si prepara per celebrare la terza Messa. E' ormai preda del demone della golosità, e durante la celebrazione eucaristica salta frasi intere del messale, omette il "credo" e il pater" per l'ansia di sedersi a tavola. 

All'ite missa est non lui solo, ma tutti i fedeli presenti furono contenti: "Deo gratias" risposero in coro, poi corsero fuori dalla chiesa per partecipare alla cena della vigilia nelle loro case. Invece don Balaguère partecipò insieme ai nobili alla cena organizzata dal marchese nella grande sala del castello. 

Il prete mangiò e bevve così tanto che durante la notte morì d'infarto senza potersi pentire. 

Per la sua empietà il Signore non lo fece entrare nel Paradiso e gli disse: "Tu mi hai rubato una Messa di mezzanotte...Me la ripagherai trecento volte e non entrerai in paradiso fino a quando non avrai celebrato trecento messe di Natale nella tua cappella, alla presenza di tutti quelli che hanno peccato con te e per colpa tua".