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Messaggi - Carlo Pierini

#1036
Citazione di: Mario Barbella il 17 Settembre 2017, 09:13:03 AMMi limito a far presente che l matematica è uno dei linguaggi che 'Osservatore" usa per approcciarsi e fondersi con realtà dell'Universo (che è, poi, una faccia o un aspetto, se non proprio la sostanza dell'Osservatore, ovvero, l'IO cosciente stesso)

"Fondersi" o "con-fondersi"?
#1037
Citazione di: maral il 17 Settembre 2017, 10:52:09 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 16 Settembre 2017, 12:56:40 PM
Tu vedi solo un volto della verità assoluta (quello che io identifico con un Principio Ultimo), il volto più luminoso che corrisponde con il grado massimamente generale. Poi esiste una vasta gamma di verità  altrettanto innegabili-assolute, ma di grado minore: dalle leggi generali della fisica, della logica, della geometria, ecc.), giù giù fino al grado più umile delle verità innegabili-assolute della vita quotidiana (<<Franco ha un'auto sportiva rossa>>, <<mio padre è stato in guerra>>, ecc.).
Insomma, se è vero che esiste un Comandante Generale dell'Esercito, esistono anche i generali di brigata, i colonnelli, i capitani, i tenenti, ...giù giù fino ai più umili "soldati semplici"; e sono tutti appartenenti al medesimo genere "uomo", come le verità di cui sopra appartengono al medesimo genere "verità innegabile-assoluta".

La verità assoluta può solo essere una e non ammette che se stessa, per questo è indicibile e non ha significato, essendo matrice di ogni significato e altro di essa non si può dire.

Il problema è che quello che hai appena scritto pretende di essere definitivamente VERO. E se non ammetti verità definitive-innegabili, seghi il ramo su cui sei seduto.
Ti ho già fatto l'esempio banale di <<Franco ha un'auto sportiva rossa>> che è una verità che non ammette che sé stessa e che invece, come vedi, è dicibilissima.
Insomma la tua definizione di "verità assoluta" non sta né in cielo né in terra, e, perdipiù, pretende di essere assolutamente vera. Ripropongo ciò che ho già detto a Sgiombo:

Scrive Abbagnano:
<<Affermare: "Questo è assolutamente vero" vuol dire: "Questa proposizione si è trovata ampiamente verificata e non c'è nulla che possa trovarla falsa">>. [N. ABBAGNANO: Dizionario di Filosofia]

Dunque è il contenuto della proposizione che dev'esser vero; e se il contenuto esprime una approssimazione ben determinata del tipo: <<ho circa quarant'anni, mese più mese meno>>, tu non puoi pretendere che sia vero un significato diverso da quello dichiarato; la proposizione sarà vera se la mia età reale non contraddice la mia dichiarazione.  Se poi mi chiederai maggiore precisione, io ti dirò: <<Ho circa quarant'anni e 25 giorni, ora più, ora meno>> e avrò detto un'altra verità assoluta, ma più precisa della prima.
In altre parole, tu stai scambiando illegittimamente l'assolutezza di una verità con la sua precisione, o con la sua eternità, o con la sua universalità, le quali, invece, fanno parte del contenuto della proposizione. Infatti, assoluto deriva da ab-solutus, cioè, "sciolto da-", "liberato da-"; liberato o sciolto dalla possibilità che la dichiarazione (qualunque essa sia) sia contraddetta dai fatti, possa essere trovata falsa.


CitazioneCARLO
Poi esistono le verità relative, che sono solo "mezze verità", cioè, sono vere solo sotto certi aspetti, ma non sotto ogni aspetto (i soldati indisciplinati e "lavativi"). Poi ancora, dulcis in fundo, ci sono le menzogne, che possono essere più o meno condite con brandelli di verità (i soldati bugiardi, traditori, venduti al nemico).
MARAL
Tutto ciò che si pensa e si dice è relativo, non può non esserlo e pensarlo assoluto è il vero errore. Ossia l'errore sta nel ritenere che quanto si pensa possa essere privo di errori...

CARLO
Invece, quanto hai appena detto è privo di errori?

CitazioneJung:
"Cè dunque fra l'"uno" e l'"altro" una tensione antitetica. Ma ogni tensione antitetica urge verso uno sbocco, da cui deriva il terzo. Nel terzo si risolve la tensione, ricomparendo l'uno perduto. [...] La triade è dunque uno sviluppo dell'uno nella conoscibilità. Tre è l'"uno" diventato conoscibile, che senza la risoluzione nell'opponibilità dell'"uno" e dell'"altro" sarebbe rimasto in uno stato privo di una qualunque determinabilità. Quindi il tre appare di fatto come un adatto sinonimo per un processo di sviluppo nel tempo, e costituisce con ciò un parallelo all'autorivelazione di Dio, come dell'uno assoluto nello svolgimento del tre. Il rapporto della triade con l'unità può essere espresso da un triangolo equilatero: a=b=c, cioè dall'identità del tre, dove in ognuno dei tre angoli è data ogni volta l'intera triade". [JUNG: Psicologia e religione - pg.125]
MARAL
E' vero, nel tre ritorna l'uno, ma l'uno che ritorna non è l'uno originario, anche se è identico non sarà lo stesso e quindi ogni volta il processo si ripete, ogni volta l'uno si fa avanti senza trovare soluzione e acquietamento nel tre, senza mai essere conosciuto, ma riproponendosi sempre come conoscenza in atto.

CARLO
Non è così.
Il "tertium" che complementa-unisce gli opposti uomo-donna è "amore". E Dio (Uno) è Amore.
Il "tertium" che complementa-unisce gli opposti libertà-legge è "giustizia". E Dio (Uno) è Giustizia.
In altre parole, il "tertium" che conduce all'unità del due è sempre un archetipo (un aspetto, un attributo) dell'Uno Divino.
Potrai obiettare che un archetipo o aspetto di Dio non è Dio, ma si tratta di una distinzione debole che non tocca la sostanza di quanto detto e che comunque è già stato contemplato dalla speculazione simbolica:

"Con ciò si ripresenta e si risolve a un tempo un problema che da un millennio e mezzo percorre come un filo bianco le speculazioni della filosofia naturalistica alchimistica, il cosiddetto assioma di Maria l'Ebrea (o la Copta): dal terzo procede l'uno come quarto".   [JUNG: La dinamica dell'inconscio - pg.531/32]

"La Biblia pauperum (1471) osserva: «Si legge nel profeta Daniele, che Nabucodonosor re di Babilonia fece porre tre fanciulli in una fornace ardente, e allorché il re andò alla fornace e vi guardò dentro, vide accanto ai tre il quarto che era simile al Figlio di Dio. I tre hanno per noi il significato della Santa Trinità della persona, e il quarto l'unità dell'essere»".   [JUNG: Simboli della trasformazione - pg.169]



L'angolo musicale:
ZIMMER - Il Gladiatore, col. sonora
https://youtu.be/S2Hh6YayzqY?t=25
#1038
Citazione di: maral il 17 Settembre 2017, 10:20:49 AM
Resta il fatto che un universo matematico non esisterebbe se non vi fosse qualcuno in grado di concepirlo matematicamente e valutare da un punto di vista esterno quando il calcolo matematico funziona e quando no.
L'Uno non si esaurisce nella matematica anche se i Greci consideravano la matematica come il fondamento più alto dell'esistenza, ciò che permette di coglierne il ritmo secondo una variazione ripetitivamente modulata per fasi nella variazione che ciclicamente ritorna. Da qui "aritmetica" (potenza del ritmo), da qui, prima ancora della fisica, la musica, quindi il canto e la danza che consentono l'incontro con gli Dei.

Esattamente! Il soggetto - che non si esaurisce nella matematica, ma che è anche pensiero, idealità, arte, ecc. - è la "seconda persona" della triade "oggetto-soggetto-Dio", cioè, "materia-mente-Dio", che il simbolo Wang della "Grande Triade" cinese esprime come "Terra-Uomo-Cielo":

https://1.bp.blogspot.com/-MMeXBndxzYA/WZXZ2hUX4-I/AAAAAAAAAHM/WQ2ZSG-Jp38FvZt13gogcxypVhdmlJaagCLcBGAs/s1600/Triade%2BWang.jpg

E questo stesso paradigma logico triadico è indispensabile anche per la soluzione del problema mente-cervello, attualmente irretito nel conflitto tra due paradigmi estremisticamente contrapposti: quello riduzionistico dell'identità (la mente è il cervello) e quello dualistico-cartesiano (la mente è assolutamente altro dal cervello). Mentre il cosiddetto "dualismo-interazionismo" di Eccles (che in realtà presenta una vera e propria dialettica mente-cervello) è molto prossimo a questa soluzione "triadica" proprio nel concetto di "interazione" tra le "due persone", sebbene non abbia affrontato esplicitamente il problema filosofico del "Tertium/Uno", cioè dell'unità ultima dei due opposti in interazione.



L'angolo musicale:
SCHUBERT: Piano Trio, op. 100
https://youtu.be/R7ixGAOwCiQ
#1039
Citazione di: acquario69 il 16 Settembre 2017, 14:28:06 PM
In riferimento ai due ultimi interventi (maral e Carlo) esprimo il mio pensiero

A me non sembra che maral non risponda in maniera adeguata e inerente alla domanda
ritengo che entrambe le versioni dicano il giusto, cio che cambia e' il punto di vista in cui si e' collocati, e credo sia legittimo poiché ognuno di noi e' come collocato a un diverso punto di vista, come lo e' un punto qualsiasi e diverso della circonferenza da cui "guarda" il centro e che questo e' lo stesso per tutti -il principio ultimo, ossia come lo indica lo stesso termine e' l'inizio e la fine, l'alpha e l'omega allo stesso "tempo",cioè' simultaneo.

la Verità assoluta allora e' come il sole che emana i suoi raggi e questi poi si riflettono sulle cose,(molti sono i suoi riflessi ma una ed unica e' la fonte) cosi che noi possiamo arrivare a coglierla (sempre e solo tramite il suo riflesso)
Chi non "vede" attraverso questo tramite e' dovuto al fatto che essendo noi come specchi questi per poter riflettere adeguatamente devono essere puliti (ed e' questo e' il vero senso dell'umiltà')...e qui mi rifaccio alla "gerarchia" esposta da Carlo...dal Comandante Generale fino ad arrivare ai traditori venduti al nemico (e secondo me sarebbe pure interessante riflettere chi sia tale nemico  :)  )


Il "nemico" è il falso, e il "venduto al nemico" è chi fa uso della menzogna. Mentre i diversi raggi di una stessa verità sono tali solo se sono reciprocamente complementari (che non è il caso mio e di Maral). Insomma, l'alterità-diversità assoluta non è unificabile, mentre l'identità rende apparente, cioè annulla, la diversità-alterità. Pertanto, solo la complementarità permette di unificare la diversità in un "Tertium" superiore senza annullare o rendere apparenti né l'unità né la diversità. Ma una autentica complementarità è tale solo in quanto gli enti complementari sono le diverse e opposte manifestazioni immanenti di quell'Uno trascendente che nel processo di integrazione dei diversi (opposti) viene riscoperto come "Tertium". Scrive Jung:

"Cè dunque fra l'"uno" e l'"altro" una tensione antitetica. Ma ogni tensione antitetica urge verso uno sbocco, da cui deriva il terzo. Nel terzo si risolve la tensione, ricomparendo l'uno perduto. [...] La triade è dunque uno sviluppo dell'uno nella conoscibilità. Tre è l'"uno" diventato conoscibile, che senza la risoluzione nell'opponibilità dell'"uno" e dell'"altro" sarebbe rimasto in uno stato privo di una qualunque determinabilità. Quindi il tre appare di fatto come un adatto sinonimo per un processo di sviluppo nel tempo, e costituisce con ciò un parallelo all'autorivelazione di Dio, come dell'uno assoluto nello svolgimento del tre. Il rapporto della triade con l'unità può essere espresso da un triangolo equilatero: a=b=c, cioè dall'identità del tre, dove in ognuno dei tre angoli è data ogni volta l'intera triade". [JUNG: Psicologia e religione - pg.125]

E' per questo che la dottrina cristiana considera tanto importante il "mistero" della Trinità: perché intuisce che in esso si celi una logica ultima, suprema e universale.


L'angolo musicale:
STEFANO ROSSO: Giordano Bruno
https://youtu.be/TgQaUnfi93s
#1040
Citazione di: maral il 16 Settembre 2017, 12:13:52 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Settembre 2017, 13:58:30 PM
Allora facciamo così: dimmi cosa intendi tu per "verità assoluta" e per "verità relativa". E poi fammi un esempio dell'una e dell'altra.
La verità relativa risulta vera nel contesto che la rende vera. E' quindi parziale e limitata, in quanto ogni contesto è limitato. I contesti non sono peraltro isolabili, dunque tutte le verità relative sono di fatto discutibili. Le verità relative sono sempre molte.
La verità assoluta è una verità illimitata in quanto valida in ogni contesto, non è prospettica, non si evolve, non è rappresentabile linguisticamente ed è definitiva. Appare come una rivelazione improvvisa e devastante per l'io e può fare riferimento solo a un modo di sentire in cui il soggetto si trova completamente assorbito nell'oggetto (quindi è estremamente rischiosa, perché nella verità assoluta il soggetto, nella sua coscienza di sé, muore e non è detto che ritorni in sé dopo averla avvertita). La verità assoluta è una sola, collegata all'esperienza mistica (religiosa o artistica) o folle. E' come una luce così forte che rende ciechi, come nell'esperienza mistica (o folle) di San Paolo.
Normalmente noi esistiamo solo nel gioco delle verità relative, tutte le verità che affermiamo e su cui si vuole razionalmente convincere sono relative. Le verità relative sono quelle che ci permettono normalmente di esistere e muoverci seguendo le nostre prospettive mentre tentiamo di farlo il più appropriatamente possibile mantenendoci nei limiti che ci sono propri.
Spesso c'è la volontà di presentare verità relative come se fossero la verità assoluta, è una volontà impositiva falsificante alla radice di tutti i peggiori guai del genere umano.

Tu vedi solo un volto della verità assoluta (quello che io identifico con un Principio Ultimo), il volto più luminoso che corrisponde con il grado massimamente generale. Poi esiste una vasta gamma di verità  altrettanto innegabili-assolute, ma di grado minore: dalle leggi generali della fisica, della logica, della geometria, ecc.), giù giù fino al grado più umile delle verità innegabili-assolute della vita quotidiana (<<Franco ha un'auto sportiva rossa>>, <<mio padre è stato in guerra>>, ecc.).
Insomma, se è vero che esiste un Comandante Generale dell'Esercito, esistono anche i generali di brigata, i colonnelli, i capitani, i tenenti, ...giù giù fino ai più umili "soldati semplici"; e sono tutti appartenenti al medesimo genere "uomo", come le verità di cui sopra appartengono al medesimo genere "verità innegabile-assoluta".
Poi esistono le verità relative, che sono solo "mezze verità", cioè, sono vere solo sotto certi aspetti, ma non sotto ogni aspetto (i soldati indisciplinati e "lavativi"). Poi ancora, dulcis in fundo, ci sono le menzogne, che possono essere più o meno condite con brandelli di verità (i soldati bugiardi, traditori, venduti al nemico).

Ecco, è tutto qua; ciò che ho scritto è banale, è roba per bambini di scuola elementare, non per adulti partecipanti ad un forum filosofico. E il fatto che ci si debbano scrivere sù decine di pagine, la dice lunga sulla condizione involuta-degradata della filosofia moderna.


L'angolo musicale:
BRITNEY SPEARS: Criminal
https://youtu.be/s6b33PTbGxk?list=RDs6b33PTbGxk&t=85

FERGIE: Clumsy
https://youtu.be/tf_gPZSDIxI
#1041
Citazione di: Mario Barbella il 16 Settembre 2017, 10:07:48 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Settembre 2017, 15:06:18 PMEPICURUS
Domanda: secondo te basta che una proposizione sia formulata in linguaggio logico/matematico, e allora questa proposizione è vera in modo immutabile?

CARLO
, se il tuo computer funziona!  :) Voglio dire: se milioni di computers - che sono costruiti ciascuno sulla base di migliaia di corrispondenze rigorosetra certe regolarità fisiche e il linguaggio matematico - funzionano da anni (in certe condizioni ben determinate), non vedo alcun motivo per cui, a parità di condizioni, non dovrebbero funzionare anche domani. Tu ne vedi?
Insomma, se ti pare ridicolo pensare che domani 5x4 non farà più 20, perché non trovi altrettanto ridicola l'idea che - sempre a parità di condizioni - il tuo computer potrebbe non funzionare più? Perché le leggi della matematica dovrebbero essere più stabili delle leggi della fisica.?

EPICURUS
Io suppongo tu non creda a questo,

CARLO
...Supponi male, perché persino Pitagora e Galilei, tra molti altri, pensavano che la matematica sia il linguaggio della Natura, cioè, la logica originaria con cui il "Demiurgo" ha costruito il mondo materiale: e la rivoluzione scientifica - che si fonda proprio su quest'idea - dimostra che i Nostri erano sicuramente più prossimi alla verità di quanto non lo siano gli sconsiderati e noiosi piagnistei relativisti sull'incommensurabilità tra mappa e territorio, tra soggetto e oggetto o tra rappresentazione e cosa. Lo stesso Einstein scriveva:
;) <<...C'è un rompicapo che ha disturbato gli scienziati di tutti i tempi: come è possibile che la matematica, che è un prodotto del pensiero umano indipendente dall'esperienza, si adatta così eccellentemente agli oggetti della realtà fisica? Può forse la ragione umana senza l'esperienza scoprire col puro pensiero le proprietà delle cose reali?..>>. [A. EINSTEIN, tratto da "Fisica senza dogma" di FRANCO SELLERI - pg. 46]

MARIO BARBELLA
Aggiungerei la nota (o l'idea) che potrebbe essere anche una raccomandazione, quella di considerare un "uno" inscindibile : "Osservatore Universo osservato (ovvero: vissuto) sì ché una così detta "Legge fisica" sia proprio questa fusione naturale; detto questo suggerisco di continuare il nostro consueto rapporto con la scienza  purché non si dimentichi questo.

Di <<uno inscindibile>> si può parlare solo nei termini di una complementarità ontologica tra osservatore e osservato, tra soggetto e oggetto, così come  yin e yang sono reciprocamente complementari in quanto emanazioni polari di un medesimo Tao-Uno originario che, tuttavia, trascende sia il soggetto che l'oggetto. Senza questo piano ulteriore dell'Uno rispetto ai piani del Due, soggetto e oggetto si con-fonderebbero nell'unità, diventerebbero indistinguibili (il mito del dio Saturno che divora i propri figli), mentre, al contrario, l'esperienza ci mostra una compiuta (non "assoluta") alterità tra simboli matematici e grandezze fisiche, due mondi non-riducibili l'uno all'altro.
Torniamo, cioè, alla necessità logica di concepire una "trinità ontologica", senza la quale parlare di "unità del due" sarebbe una contraddizione pura (in un medesimo piano, 2 non può essere uguale a 1) che ci obbligherebbe a considerare apparente o l'unità, oppure la dualità.


L'angolo musicale:
TALKING HEADS: Nothing but flowers
https://youtu.be/bq0Gnft1FpQ

PHILL COLLINS: Against all odds
https://youtu.be/uVjEcIANv1o
#1042
Citazione di: Apeiron il 15 Settembre 2017, 19:50:19 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 14 Settembre 2017, 20:54:12 PM
Citazione di: Apeiron il 14 Settembre 2017, 19:39:03 PMVari "significati" del termine assoluto. Una verità valida per ogni "qualcuno". Ossia valida per ogni mente ecc ecc. Oppure è la "mappa perfetta" La conoscenza diretta senza il "velo di Maya"...
Il significato più semplice e più appropriato di "verità assoluta" è quello di "innegabile" (<>). Se poi si tratta della verità di un Principio universale ultimo che è valido in ogni disciplina del sapere e in ogni aspetto della vita ("la mappa perfetta"), il suo grado di assolutezza sarà massimo (il Logos). Se, invece, è associato ad una verità semplice come <> il suo grado di assolutezza sarà ...umile. Cristo ha sia la dignità del "Verbo Divino incarnato", del Logos del Giudizio Universale, sia l'umiltà di chi ...lava i piedi ai suoi discepoli. La <> per i buddhisti è al di fuori della parola. Mentre noi stiamo parlando della verità nella parola. L'angolo musicale: VIVALDI: Veni me sequere fida, op. Giuditta T.: https://youtu.be/zM0-tT8ghvA

Non credo di aver affermato una cosa troppo diversa dalla tua  :P Ho solo sparato un po' di possibili significati partendo dalla parola "assoluta". Uno dei quali è appunto quando nessuno può dubitare tale verità  ;)

Sì, infatti solo la prima è ambigua: <<una verità valida per ogni "qualcuno">>. Anche una "verità di fede", cioè, una "verità" solo soggettiva, può essere valida "per ogni qualcuno" senza tuttavia essere necessariamente una verità autentica, la quale deve avere un saldo supporto oggettivo nella concordanza con l'osservazione.



L'angolo musicale:
TELEMANN - Sinfonia Spirituosa (fino a 2':58'')
https://youtu.be/gMlGtyMrqp0
#1043
Citazione di: baylham il 14 Settembre 2017, 16:01:59 PM
"La falsità non può essere negata" suona altrettanto bene.

Prova ad applicare questo principio in un tribunale: per falsa testimonianza puoi farti anche qualche annetto di galera, proprio perché la falsità non può essere impedita.

BAYLHAM
L'unica interpretazione che riesco a dare a "la verità non può essere negata" è che ciò che è vero è vero che è vero e ciò che è falso è vero che è falso, 

CARLO
Quindi, se ciò che è falso, è vero che è falso, il falso è anche vero. Vuoi dire questo? ...Rispondimi di no, please!!!

BAYLHAM
Un altra interpretazione è che tutto ciò che è è vero, ma contraddice gli esempi proposti e il sistema della logica diventa inutile.
Sarò infantile, duro di comprendonio, ma continuo a non capire il senso della proposta.
Comunque il giudice non decide la verità, decide la sentenza, cosa ben diversa. Lo stesso sistema penale riconosce e rimedia agli errori giudiziari.

CARLO
Mi fa venire la pelle d'oca leggere simili ...limbi della ragione in un forum di filosofia.
#1044
Citazione di: iano il 15 Settembre 2017, 23:23:48 PM
Al rompicapo di Eimstein esistono diverse risposte e tutte sono le benvenute,anche le tue.


La mia risposta, se ti interessa, l'ho data nel topic " La Conoscenza è una complementarità di opposti. E i numeri sono archetipi"
nella sezione "Tematiche spirituali" (il primo post e la Risposta #3)

IANO
Rispondo solo alle cose che capisco,perché per mio limite non sono in grado di comprendere tutto quello che scrivi.

Per la parte che capisco non condivido nulla,ma non per questo devi mostrarti astioso,Carlo.
Se me lo chiedi in modo esplicito non ti rispondo più.
Con simpatia,Senastiano.

CARLO
Non c'è nessun astio; né ti chiedo di astenerti dal commentare quello che ti pare opportuno commentare. Preferirei, però, il dialogo, e specialmente delle risposte alle mie domande di chiarimento, che erano comprensibilissime. Altrimenti ne esce un'arida e anche un po' monotona giustapposizione di monologhi. Tutto qua.
Con altrettanta simpatia.


L'angolo musicale:
MOZART: Tu sai per chi m'accese, op. Mitridate
https://youtu.be/NNmRbpOYngw
#1045
Citazione di: iano il 15 Settembre 2017, 17:22:20 PM
Frege dice che la logica matematica è la scienza dell'essere vero.E io sono d'accordo.
Sostiene inoltre con Platone che la matematica vive in un regno tutto suo.E io non sono d'accordo.

Intanto, Platone, Pitagora e Galilei dicono qualcosa di più e di ben diverso da uno scarno e parodistico "regno tutto suo". E, se non sei d'accordo, la tua è una questione di fede allo stato puro, e quindi del tutto trascurabile da un punto di vista epistemologico.

IANO
Ma che la matematica viva in un regno tutto suo o che venga inventata lì per lì,più o meno alla bisogna,cosa cambia nella pratica e nelle applicazioni della matematica?

CARLO
No, ma qui siamo in un NG di filosofia, non di matematica applicata. E alla filosofia interessa investigare anche sulla natura generale di quei curiosi simboli che chiamiamo "numeri" e sulla loro origine.

IANO
A parte ciò  l'idea che la matematica viva in un regno tutto suo è una fantasticheria superflua.

CARLO
E' superflua per te che non sai vedere oltre la siepe dell'orticello materialista, ma non per chi, come centinaia di ricercatori delle cosiddette discipline dello spirito (o della cultura), che hanno portato alla luce in questi ultimi 70-80 anni una gran mole di osservazioni-indizi convergenti (quindi di prove) sull'esistenza degli archetipi. E i numeri hanno tutte le carte in regola per appartenere alla categoria degli archetipi, proprio come indicavano le intuizioni "superflue" di Pitagora, Platone, Dionigi, Scoto Eriugena, Galilei, Frege, e, ciascuno a suo modo, altre decine e decine di filosofi del passato

IANO
Sappiamo di aver raggiunto la conoscenza quando sparisce la meraviglia,

CARLO
O forse la meraviglia sparisce quando crediamo saccentemente che il mondo sia riducibile entro i confini esplorabili dai nostri strumenti tecnologici di osservazione e dai nostri gretti e ingenui strumenti concettuali di tipo scientifico.

IANO
Una prova considerata forte riguardò al fatto che il teorema di Pitagora può  solo scoperto e non inventato,è il fatto che sia stato elaborato nel tempo da diverse culture e in diversi tempi in modo indipendente.A me non sembra un argomentazione così forte.

CARLO
Neanche a me.

IANO
A meno che uno non pensi che la clava si a l'invenzione di un sol uomo e che da questi si sia diffusa all'intera umanità.
Ma certamente no.E' stata scoperta e riscoperta come il teorema di Pitagora,senza bisogno di inventarsi il favoloso mondo in cui vivono le clave.😄

CARLO
Sì, ma è un po' più difficile applicare lo stesso discorso banale della clava ad un archetipo come, per esempio, il "caduceo" della visione che ho descritto nel topic "Una esperienza visionaria molto istruttiva". Una clava nasce da una esperienza oggettiva col mondo che è comune a tutti gli uomini, mentre la nascita di un archetipo presenta ben altre difficoltà concettuali da risolvere.

P.S.: non capisco (o forse sì) perché i tuoi interventi sono limitati ai monologhi-proclami, e eviti di rispondere punto per punto alle domande e alle obiezioni che ti vengono mosse, come faccio io. Questo NG dovrebbe essere un luogo di dialogo, non una sala conferenze.
#1046
Citazione di: maral il 15 Settembre 2017, 11:07:15 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 14 Settembre 2017, 10:09:58 AM
Il relativismo rifiuta il concetto di "verità assoluta" perché lo identifica erroneamente con l'ambizione all'onniscienza, con l'arroganza di voler spiegare in poche parole ...questo mondo e l'Altro, di credersi il "Verbo incarnato". Invece è l'esatto contrario: una verità è assoluta solo quando è innegabile; e può esser tale solo quando ammette i propri limiti epistemici, cioè quando dichiara il proprio dominio di validità...

La verità assoluta che ammette i propri limiti epistemici dichiarando il proprio dominio di verità è peraltro una verità relativa, essendo relativa al campo definito dai propri limiti, ossia è una verità parziale.

Allora facciamo così: dimmi cosa intendi tu per "verità assoluta" e per "verità relativa". E poi fammi un esempio dell'una e dell'altra.
#1047
Citazione di: baylham il 15 Settembre 2017, 10:39:27 AM
E' la mia verità, relativa, può essere rifiutata e smentita.

...E allora non ho motivi per tenerne conto.
#1048
Citazione di: baylham il 14 Settembre 2017, 17:50:34 PM
Una verità è assoluta quando non esiste.

...Quindi, quello che hai appena detto è una verità relativa, cioè confutabile?

BAYLHAM
Quando viene detta è la verità di qualcuno su qualcosa, una verità relativa.

CARLO
Anche tu, come tutti i relativisti, stai giocando disonestamente con le parole.
"Relativo", infatti, ha due accezioni di significato diverse: una che significa "passibile di confutazione", e l'altra che significa "riferito a-". Tu hai usato la seconda contrabbandandola per la prima.  ...E questa si chiama "truffa verbale"!  :(
#1049
Citazione di: sgiombo il 14 Settembre 2017, 10:45:13 AM
PER CARLO PIERINI


E mi sa che dovrai attendere ancora a lungo, anzi all' infinito, perché ho deciso di non perdere ulteriormente tempo a cercare inutilmente di farti capire cose che con tutta evidenza non sei in grado di comprendere (come la differenza fra i concetti di "contraddizione" e di "complementarietà", che già avevo cercato di farti capire in un altra occasione, ma che tu continui bellamente a ignorare);a questo scopo, per non cadere in tentazione di perdere altro tempo, ho deciso che nemmeno ti leggerò più (continua pure tranquillamente a coltivare la pia illusione che io non ti fornisca argomentazioni solidissime e realissime che confutano inoppugnabilmente le tue elucubrazioni).

...Ricevuto!
#1050
Citazione di: Angelo Cannata il 14 Settembre 2017, 19:14:47 PM
Crearsi un sistema di pensiero inconfutabile è la cosa più facile di questo mondo: è sufficiente avere risposte per ogni questione e tutto è fatto. 

Per me è ancora più facile: basta includere in ciò che si afferma i limiti di validità di ciò che si afferma.