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Messaggi - paul11

#1036
ciao Ercole:
esistenzialismo= Kierkegaard
fenomenologia= Husserl
marxismo critico= Adorno
epistemologia=Feyerabend

Aggiungerei l'incontro/scontro sulla tematica" il tempo" secondo Bergson ed Einstein
#1037
Citazione di: Freedom il 14 Luglio 2018, 23:29:09 PM
Fin da bambino la solitudine ha sempre esercitato, su di me, un fascino irresistibile. C'era un fumetto (ai miei tempi i fumetti erano molto letti e, anche, appassionanti) che si chiamava "Lone wolf" e mi piaceva moltissimo. Credo fosse pubblicato sull' "Intrepido" o sul "Monello". Più in generale ho sempre ritenuto il vivere o meglio il saper vivere (nel senso di saper affrontare) in solitudine prova di forza, equilibrio e, addirittura, saggezza. Roba da veri uomini, insomma. 8)


Ora, nella fase avanzata della mia vita, pur non rinnegando l'insostituibile "abilità" necessaria ad ogni essere umano per saper affrontare la solitudine e trarne preziosi insegnamenti; ho maturato la profondissima convinzione che nella relazione con gli altri ci sia "il segreto" della vita stessa.
ricordo anch'io che da bambino ,sui nove dieci anni, non so come e perchè, leggevo moltissimo e di tutto.
Tanto che i miei amici mi soprannominavano "cavernicolo".Erano momenti che duravano anche settimane.

C'è una bella frase in un testo di Giorgio Gaber che ascoltai dal vivo parecchi anni fa:"La solitudine non è mica una follia,
è indispensabile per stare in bene in compagnia".
Ritengo che vadano dosati, come uno ci si sente.Ci sono momenti in cui desideriamo stare soli,per raccoglimento, riordinare le idee, o stanchi dal "casino che ci gira attorno".
La compagnia è fondamentale, noi siamo fatti per socializzare.

Quindi, come per molte o forse tutte le cose del mondo, come una medicina vanno dosati.
L'importante è sentirci in buon armonia
#1038
ciao Carlo P.

che la vita sia conflitto, guerra e violenza purtroppo è una verità .
La cosiddetta civiltà moderna lo ha solo "truccato" il conflitto, ha costruito la pacificazione, ma non ha eliminato le tre servitù aristoteliche : il padre sul filglio, il padrone sul servo, il perdente sul vincente in guerra.

Tutti gli istituti politici sono un "cuscino" per silenziare il conflitto: ambasciatori, sindacati, rappresentanze.
Lo Stato per sua natura ha le armi e quindi è violento con il popolo che è disarmato.Questa è finzione, perchè è lampante che il disarmo totale sia all'interno di confini nazionali togliendo le armi agli istituti che presidiano il comportamento sociale,sia fra Stati
è una pia illusione.Pensare che questa sia stata la strada emancipativa è follia, e infatti questo tempo è folle.

In natura nella stessa specie dove si vive in branco nessun animale forte uccide il debole.
Esistono sfide per determinare le gerarchie dopodichè il maschio "alfa" è il primo a proteggere il branco.
In questo sistema pacificato umano e democratico se accade una guerra, mandano in prima linea il popolo, i "capibranco" stanno al riparo dietro le scrivanie.

Sono riusciti a inculcarci il concetto di progresso e democrazia(una pseudodemocrazia) di una storia lineare ascendete, quando invece il ciclo della civiltà è discendete oggi.
In questa parolona civiltà contemporanea sta la totale incapacità di cambiarla, ci fanno scegliere i capibranco scelti fra altri capibranco.Tutto è finzione,
Nei rapporti di natura, il delirio di onnipotenza umano, perchè questo è stato il vero delirio, non quello di Nietzsche,non hanno accettato che è impossibile mutarne le caratteristiche intrinseche ,inventando istituti estemporanei esterni che non sono altro che prigioni delle autenticità umana, il complesso culturale  della detenzione dei destini, umani , attraverso iter educativi dalle scuole al lavoro che sono esercizio iterativo all'asservimento totale, fino a pensare come nella sindrome di Stoccolma, che in fondo questa prigione è bella perchè è dorata
Non siamo nemmeno più capaci a morire, sintomo che non siamo più capaci a vivere, a capire cosa dobbiamo accettare di questo mondo ,cosa possiamo modificare, rispettando le regole.Noi abbiamo voluto come civiltà dell'angoscia del vivere, costruire enti surrogatori del dolore e della violenza falsificando le regole.Eppure dovresti sapere Carlo, studiando psicanalisi almeno per via traverse, che troppe problematiche psichiche sono dentro questo sistema inautentico.

Proviamo a rifletterci bene,Nella figura dell"aristocratico" Nietzsche ci mette il forte che prende in mano il proprio destino.E' nella sua possibilità anche sopraffare il debole, ma non è assolutamente detto che lo compia, anzi, non ne ha interesse.
Nella nostra società "democratica" i "grandi capi" hanno sostituito l'uomo aristocratico nietzscheano, che si pigliava tutte le responsabilità in prima persona, compresa quella di venire ucciso, ma lo sapeva che questo era nel suo destino., sostituendolo e mistificandolo con la "rappresentanza" dove la finzione è che il capo rimarrà sempre capo, non si piglierà la responsabilità del proprio destino, la farà sempre pagare ai "deboli" fingendoli di proteggere,anche e soprattutto quando sbaglierà,
Così lui sarà sempre il capobranco e altri pagheranno la sua mediocrità e l'inettitudine, senza possibilità di uscirne :
questo sia nel sistema politico che economico.

Dico solo proviamo a rifletterci e so che non è semplice quando ci hanno educato condizionandoci totalmente a questa magnifica cultura contemporanea.
#1039
Sariputra a mio parere ha posto giustamente il problema sulla volontà.
Adatto che negli ultimi tempi cercavo di capire il passaggio fra atto e potenza ,fra possibilità  e volontà in quanto storicamente sono mutati i termini, gli antichi utilizzavano di più  il termine possibilità, è con la modernità che il termine volontà acquisisce più importanza.
Dovere ,potere e volere sono definiti verbi modali, detti anche verbi servili perchè presuppongono qualcosa.

La volontà ha preso forza storicamente relazionandolo con la libertà e i questo ha influito il libero arbitrio del cristianesimo.
Adatto che questo mio studio mi sta mettendo in crisi( e son ben felice quando entro in crisi) alcune considerazioni che avevo, fino a pensare che il termine  potenza vada depotenziato.
Al giorno d'oggi in molte circostanze, motivazionali viene detto comunemente"......basta volerlo", quasi che fossero sparite le condizioni.La possibilità invece rispetta le condizioni di volizione".........io vorrei, ma non so se  posso".
Potere per me è qualcosa ......di arrogante.
Ho cercato a mia interpretazione di come Nietzsche pensi la volontà di potenza, come impulso naturale, il problema è capire se questo impulso sia poi "addomesticabile",ci devono essere insomma delle condizioni di rispetto, dei limiti ed è per questo che nei topic di economia e politica utilizzo il delirio di onnipotenza moderno.
#1040
ciao Donquixote,
vedo che ne hai capito l'essenza di Nietzsche, tant'è che ritengo che l'oltreuomo risponda proprio al criterio umano
da te argomentato negli esempi tratti da alcuni importanti aforismi.

In queste serate estive , rileggendomi vecchi appunti di D.Hume ed E.Severino ,quest'ultimo riconosceva a Nietzsche come il primo "occidentale" che avesse capito che il tempo non è lineare, ma circolare,"l'eterno ritorno".

Con te ,leggendo il tuo scritto, deve andare su un "piano" più alto di argomentazioni.
Quasi a trovare elementi ambigui in Nietzsche, dopo che per tutto il topic ho dovuto vestirmi da "avvocato del diavolo".

Penso, ad esempio che non voglia fare assurgere personaggi come Gesù o Socrate a livelli molto alti, pur avendone le caratteristiche essenziali di sapienti, perchè si sono sacrificati per un'idea.

La "spiritualità" implicita di Nietzsche non può esternarsi in un concetto, in una idea che non rispecchi la volontà di potenza nell'esercizio dell'esistenza come "impulso vitale". da quì la scelta di non concettualizzare e quindi a scegliere un linguaggio direi artistico, piuttosto che sillogistico, logico, proposizionale.
Tra l'altro riconosco che potrebbe avere ragione.

La sua concezione dell'uomo è il semplice prendere atto della natura umana intesa come limite ,per cui ritiene che solo alle regole naturali l'uomo debba rispondere.Non ha,anzi nega, nessuna spiritualità  o religione intesa come costruzione cosmogonica.

Questa concezione del mondo, impone all'uomo di poter e dover reggersi da solo, sulla propria forza fisica e morale, intesa quì come ricerca interiore e non imposizioni o costruzioni ideali esterne da seguire.

Ora è chiaro che quest'uomo  è "nudo e crudo" e non dovendo rispondere alle condizioni culturali esterne a lui ,deve esercitare la propria volontà sulla natura, poichè è frutto della natura, e su se stesso.

Trovo questo  una forma  "visionaria" più orientale che occidentale .ma proprio perchè essendo il suo fine argomentativo la distruzione della cultura occidentale, avviene un regresso storico che lo porta alla pre-filosofia, oserei dire alla pre-storia lineare occidentale, quando non vi erano ancora le nette differenze fra oriente ed occidente.
Non penso infatti che la scelta del pensiero zoroastriano sia un caso. Questa spiritualità persiana si fonda dall'oriente indiano.

C'è quindi una mistica umana, una distruzione della cultura che assoggetta l'uomo al -non essere, al non-poter e dover-essere, attraverso la mistificazione e la subdola finzione dei nostri dispositivi culturali, ma temo non abbia prassi.

Perchè purtroppo questo uomo mistico consapevole della propria volontà di potenza e del suo uso, a mio modesto parere  trova le vie occluse dalle impraticabilità culturali.
In altri termini necessita una prassi che non possa attendere l'oltreuomo e che sia capace di disattivare i nostri dispositivi culturali.

L'oltreuomo di Nietzsche è per forza di cose un uomo tragico, ma che sa nutrirsi del suo stesso limite. Quì a mio parere è la forza del pensiero di Nietzsche
#1041
Citazione di: Eutidemo il 12 Luglio 2018, 15:55:14 PM
Citazione di: paul11 il 11 Luglio 2018, 21:58:50 PM
E' spesso collegato al ricorso all'emozione:
1) emozioni positive sono associate con X
2)quindi X è vero.
Si utilizza per manipolare le emozioni della gente,per fargli accettare un 'affermazione come vera.
Si sostituiscono vari mezzi per produrre forti emozioni ,al posto della prova a favore di un'affermazione.
Se alle persone "X piace",allora si cade in errore.
Basterebbe chiedersi:"Questa persona che tipo di affermazione sta cercando di fare accettare alla gente in modo di farli agire secondo il suo scopo?"

*Molto interessante*...dovresti approfondire il tema ;)
Ricorso alla popolarità

La maggior parte delle persone approvano X.
Così, anche io dovrei approvare X.
Poiché io approvo X, X deve essere vero.


Ricorso all'emozione

Io approvo X.
Quindi, X è vero.

Secondo questa visione, in un Ricorso alla popolarità l'affermazione viene accettata perché la maggior parte delle persone approvano l'affermazione. Nel caso di un Ricorso all'emozione l'affermazione viene accettata perché l'individuo approva l'affermazione a causa del sentimento di approvazione che percepisce riguardo all'affermazione.

Esempi di Ricorso all'emozione

Il nuovo computer LunarPower ti dà la forza di cui hai bisogno. Se ne compri uno, la gente invidierà la tua forza. Guarderanno verso di te e vorranno essere proprio come te. Conoscerai la vera gioia del potere.

La nuova dieta UltraSlim ti farà sentire alla grande. Non sarai più preoccupato dal tuo peso. Goditi gli sguardi ammirati del sesso opposto. Beati della tua nuova libertà dal grasso. Conoscerai la vera felicità se proverai la nostra dieta!

Bill va a sentire un discorso politico. Il politico dice alla folla dei mali del governo e del bisogno di mandar via la gente che adesso è al potere. Dopo aver sentito il discorso, Bill è pieno di odio per i politici di adesso. A causa di questo, gli piacerebbe mandare via i vecchi politici e accetta che è la cosa giusta da fare a causa di come si sente.


Come ben dice Phil ci sono molte fallacie e sono importanti i bias cognitivi,
Mai sentito di finanza comportamentale utilizzate anche nelle tecniche di marketing?
un esempio è l'effetto ancora molto famoso poichè fu utilizzato da Steve Jobs quando
nelle sue mitiche presentazioni dei prodotti Apple presentò in questo caso l'IPAD.
Alla fine della presentazione delle caratteristiche del prodotto, sulle slide apparve il punto interrogativo sul prezzo di vendita. Dopo apparve il primo prezzo 999 dollari(questo è l'effetto ancora), come dire che quello sarebbe potuto essere il prezzo reale.
Ma poi l'effetto scenico fu che nella seguente slide quel prezzo iniziale si ruppe come un vetro e ne uscì l'effettivo prezzo di vendita 499 dollari, con applausi e urla entusiastici.

Se io vi dicessi esistono alberi più o meno superiori a 365 metri di altezza e quale secondo voi è l'altezza dell'albero più alto, non è la stessa cosa che se vi dicessi
esistono alberi più o meno altri di 200 metri, ecc.
Il numero che vi dò influisce sulle vostre scelte, è stato testato molte volte.
Questa tecnica è utilizzata ad esempio nella negoziazione dei  prezzi,

Ma ancora.
Acquisto un auto da 60.000 euro, il venditore mi propone optional per 3.000 euro.
Quei tremila euro rapportati al prezzo dell'auto sono relativamente bassi, così quando ci offrono una ulteriore assicurazione su un elettrodomestico dicendoci che il ciclo di vita del prodotto spesso è di poco superiore alla garanzia dei due anni del codice del consumatore, e così via.

Il rapporto , prezzo in più, noi lo relazioniamo non come cifra in assoluto, ma al prezzo di vendita del prodotto che è ben superiore e quindi molto spesso finisce che accettiamo, l'optional, l'assicurazione in più ecc.
Cosa volete che sia una cover da 50 euro su una smartphone da 1000 euro?
E così ci convinciamo........
#1042
ciao Carlo P.,
scusa se mi intrometto;capisco il tuo discorso, che mi si creda è quello che penso anch'io .
Ma l'ambiguità è ragionae dentro le categorie delle nostre morali.
Ad esempio cosa significa "debole"? Se togliamo l'aspetto fisico, il forte e il debole, nella nostra società è l'organigramma gerarchico funzionale al potere che costruisce i forti e i deboli nelle categorie sociali del politico e dell'economico.

Ma daccapo, al netto della nostra cultura e sovrastrutture mentali, ad esempio Gesù è debole o forte,con chi utilizza la propria
misericordia o la propria "spada per dividere"? 

Nietzsche ritiene che la nostra cultura è costruita sulla finzione dove il mediocre e il debole di "spirito" hanno costituito la società pacificata del mediocre.

Il debole e il forte non sono proprio per niente spariti nella nostra cultura, sono solo rappresentati nello scenario culturale occidentale basato su dispositivi culturali falsamente pacificanti,in quanto per niente i valori morali sono vincenti, anzi sono quelli spariti e mortificati lasciando il posto alala vigliaccheria dei mediocri che facendo gli imbonitori, difesi e impuniti dalle istituzioni, esercitano demagogie e retoriche.

Ora è meglio la crudeltà della realtà vera ,dove è chiaro chi è forte e debole, oppure il teatrino delle sembianze, dove le melliflue retoriche imperanti ci dicono che tutti siamo uguali e intanto qualcuno è sempre uguale più degli altri e questo da secoli in secolorum?
Quando si sono visti Trump e il nord coreano insieme ,sembravano due residui da osteria di borgata stornellatori persi dalle truppe cammellate. Vi sentite inferiori e deboli quando li osservate?
Ora quali sono i nostri meccanismi culturali che permettono oltre alle messe in scena  che personaggi di questo genere assurgano al ruolo di potenti del mondo:i"forti"
#1043
ciao Aperion,
premetto che sono più vicino al tuo sentire che probabilmente a quello di Nietzsche, ma a mio parere c'è chi lo esalta inopportunamente
o chi lo mortifica altrettanto inopportunamente, perchè ragionano con i sentimenti e non con  un'analisi delle culture.
Nietzsche è il james Dean dei filosofi, oppure è identificato in Hitler. Errano entrambi.
Io mi sento cristiano, e Nietzsche ne ha dette per i porci sul cristianesimo, ribadisco bisogna andare oltre la provocazione se si vuole leggerne le profondità

Il termine"volontà di potenza" ad esempio che anch'io utilizzo ad esempio in politica ed economia  ha significati diversi .La sua volontà di potenza è la vita che si dispiega nell'esistenza
Il mio significato è il delirio dei potenti , non è propri ola stessa cosa.

Quello che intende dire Nietzsche, ami interpretazione, è che una persona con potenzialità non può e non deve livellarsi a livello della mediocrità.Non mi pare che Nietzsche accettasse il positivismo, il capitalismo, ecc., e nemmeno il socialismo, perchè li riteneva tutti "istituti" culturali nati dalla medesima fonte culturale. Quindi  il termine sfruttamento non è lo stesso termine utilizzato ad es, da Marx.
Se  si  legge  attentamente l'aforisma da te postato, significa che ognuno ha una propria liberalità di potere gestire "la su volontà di potenza", il problema è quando la cultura e gli istituti culturali(quello che io chiamo dispositivi culturali) costruiscono come base la mediocrità livellando tutto  e tutti, costruendo  i cosiddetti ipocriti "convenevoli".
Quando noi diciamo che questa società ruolifica e pretende da ognuno di noi quello che gli serve e  non n quello che veramente noi saremmo, significa che quella volontà di potenza di vita è stata mortificata.

Chiariamo un punto, non sono affatto relativista o nicciano e altrettanto non mi pongo pregiudizi fra fisica e metafisica fra assoluti e relativi.
Potrei descriverti la fase cosiddetta del Secondo Tempio , descrivendo le varie sette e conoscenza, esseni, farisei ecc., e le differenze di pensiero fra la comunità di Antiochia cristiana con quella di Alessandria d'Egitto e in più gli influssi gnostici e zoroastriano.

Ora chiediti. chi ha vinto e perchè ah vinto e perchè hanno istituito una Chiesa. Nè l'Islam e neppure l'ebraismo, per citare gli altri due monoteismi,  hanno un'istituto pari alla Chiesa romana. e te lo dico da cristiano anche se sono "fuori standard".

Il pensiero di S.Paolo e identico a quello di S. Pietro e a loro volta è identico a quello di S.Giovanni?
Chi ha deciso e come con la patristica quale fosse il solco di canonico a differenza dell'apocrifo: chi ha deciso il giusto e il falso?


La cosa vale sulle correnti buddiste e spiritualità orientali, la cosa vale ad esempio nell'Islam fra sciti e sunniti e via discorrendo.
E allora dimmi chi ha deciso le etiche e morali, chi ha deciso il giusto e l'ingiusto.
O ancora,su cosa si fonda l'etica e la morale?

Tu lo sai che chi vince la guerra, chi vince culturalmente, chi vince economicamente, aggiusta la storia a posteriori, presentandosi "sono  dalla parte di Dio"
Se Nietzsche nega l amorale e nega la cultura che la sostiene ed esalta la volontà di potenza dell avita, probabilmente nega ciò che noi chiamiamo morale ed etica, ma attenzione"come costruzione culturale", non penso proprio neghi  il piacere di stare in compagnia, di salutare un passante, di aiutare la vecchietta ad attraversare la strada se questo fa piacere, ma quel che penso e che non voglia il "dovere" morale che crea obblighi.
Ribadisco, ciò che vorrebbe "distruggere" è l'isitiuto " morale ed etico che è all'interno della cultura..
Altro ancora  sarebbe l'oltreuomo" e"l'eterno ritorno"

Detto questo, Aperion, è altrettanto chiaro che il pensiero di Nietzsche, non essendo una tipica rappresentazione logico argomentativa, ma costruita volutamente sul linguaggio metaforico degli aforismi, dia una certa "ambiguità" che ,come dicevo, è molto interpretabile.

Nutro anch'io delle perplessità nel suo pensiero e anche nelle sue analisi.
Ad esempio io credo in Dio e questo mi pone come costruzione filosofica in 
maniera quasi opposta a Nietzsche
#1044
......dipende prima della devastazione psicologica quel fosse o non fosse ad es. l"immagine di Dio" che si era posta.

Noi entriamo in crisi quando un evento della vita sconvolge una nostra credenza, perchè quella credenza probabilmente era ritenuta  la nostra ancora  di salvezza. Non si è rivelata tale, e allora sono possibili scelte di diversi sentieri da percorrere.......
#1045
Citazione di: Eutidemo il 11 Luglio 2018, 12:58:29 PM
La fallacia di consistenza è un comunissimo errore logico, in cui ancor oggi non di rado si incorre; e spesso lo si fa  intenzionalmente, ricorrendo al c.d. "argumentum ad judicium", cioè quando si afferma che una tesi è corretta soltanto perché è sostenuta da un gran numero di persone.
Un'estensione di tale abuso logico, è l'"argumentum ad populum", cioè quando si sostiene che una cosa è vera (buona e giusta), solo perchè la vuole il "popolo".
Tale secondo argomento, a differenza del primo, è doppiamente fallace, in quanto:
- non è mai avvenuto storicamente che un intero popolo abbia voluto unanimemente la stessa cosa (a parte nelle "sceneggiate" totalitarie), per cui bisognerebbe parlare di "maggioranza del popolo", e MAI di "popolo "tout court";
-  ciò premesso, quando la "maggioranza del popolo" vuole una determinata cosa, in un regime democratico -e nei limiti della costituzione-, è indiscutibilmente "LEGALE" che quella cosa si debba fare, ma questo non significa affatto che sia quella cosa sia anche "GIUSTA"!
Ma attenzione:
- come detto, non è affatto detto che la decisione presa dalla maggioranza (popolare o parlamentare) sia "GIUSTA";
- però è invece indubbiamente "GIUSTO", almeno secondo me, che ogni decisione sia presa dalla maggioranza (popolare o parlamentare), perchè, tutto sommato fino ad oggi non mi pare che si sia trovato un sistema migliore.
Ed infatti, se è vero che la decisione presa dalla maggioranza non è necessariamente quella "GIUSTA" (anzi, spesso non lo è), è anche vero che che ancora meno può risultare "GIUSTA" quella presa da una minoranza, o, al limite, da un solo uomo; se non bastasse la logica a farcelo capire, basterebbe la storia ad insegnarcelo.
Una Repubblica governata da pochi saggi filosofi, è solo un sogno platonico. ::)
P.S.
Ci sarebbe anche da considerare come, a volte, determinate minoranze possano manipolare le decisioni delle maggioranze, ricorrendo ad abili espedienti ("mass media", condizionamenti mirati su INTERNET ecc.); ma questo è un altro interessante discorso, che, però, merita un "thread" a parte.
E' spesso collegato al ricorso all'emozione:
1) emozioni positive sono associate con X
2)quindi X è vero.
Si utilizza per manipolare le emozioni della gente,per fargli accettare un 'affermazione come vera.
Si sostituiscono vari mezzi per produrre forti emozioni ,al posto della prova a favore di un'affermazione.
Se alle persone "X piace",allora si cade in errore.
Basterebbe chiedersi:"Questa persona che tipo di affermazione sta cercando di fare accettare alla gente in modo di farli agire secondo il suo scopo?"
#1046
ciao Carlo.P.
in via generale condivido il tuo post.

ciao Aperion, 
avresti ragione se la crudeltà di natura, che fingiamo di ignorare sublimandola, fosse il punto di arrivo e non di partenza del pensiero di Nietzsche.

Il bene e il male sorgono con le religioni è un dato di fatto storico e susseguentemente sono serviti per costruire le prime forme di codificazione del diritto.
La legge nasce per dare una pena e allontana costruendo una difesa, una barriera, la possibilità della rivolta contro l'autorità,

E' come se i maschi del cervo per poter sfidarsi e accoppiarsi con le femmine ,dovessero fare un referendum prima, agire con carte bollate e attendere che l'assemblea delle femmine decida se sia giusto o ingiusto.....passa anche la voglia.

Forse non abbiamo capito chei giusto  o ingiusto sbagliato  o esatto sono pure essi dei relativi.
Vogliamo discutere delle dispute religiose, del perchè esistano canoni accettati dalle istituzioni e altri lasciati fuori,come gli apocrifi? Vogliamo fingere che non vi siano state dispute, magari assassini in nome di una verità o di un bene "comune"

Mi sarebbe piaciuto  avere un'opinione di M.L. King, dopo che Obama è diventato presidente degli USA: cosa è cambiato in sostanza nel passaggio uomo bianco o uomo nero se il dispositivo culturale è identico?

Nietzsche non è seguito dai filosofi relativisti, ma dai continentali e ontologici:per quale motivo?
#1047
ciao  Sariputra,
secondo me sei un buon filosofo se si è perspicaci.
Mi tocca fare l'"avvocato del diavolo", anche se non ne ho conoscenze profondissime.
Ma soprattutto Nietzsche è il filosofo per antonomasia ,interpretabile.Ho letto il pensiero di parecchi filosofi su Nietzsche ed ognuno ha un suo modo, a volte contrastanti con gli altri filosofi.

La parte distruttiva è sulla sovrastruttura culturale, non sull'uomo, che a suo dire ha vincolato e veicolato l'uomo a forme non più autentiche.

Il problema che poni nella tua seconda parte a mio parere è fondamentale, vale a dire cosa intende per uomo "autentico" Nietzsche?
A parer mio quello secondo natura, al netto di culture e spiritualità "culturali" . Da quì sorge la volontà di potenza.
Attenzione è una mia interpretazione.
La natura non ha morale ed è crudele, tragica per l'uomo.La crudeltà, ma non come criterio morale, ma come criterio naturale è a mio parere la scelta secondo Nietzsche della strada umana e del suo destino.
La natura del lupo non è farsi pecora o della pecora farsi lupo, la finzione culturale in natura può essere solo il mimetismo animale.

Il problema che apre Nietzsche è quindi quale sia la natura autentica umana e il rapporto fra uomo e cultura, inteso come "ambiente" costruito culturalmente. Se la cultura, sempre a mia interpretazione, non è coerente con le regole della natura, l'uomo perde l'originaria autenticità e si "depotenza".

La morale e l'etica sono prodotti culturale di ogni singolo cultura ,dal tagliatore di teste al cannibale, all'europeo.

Ora, sempre a mio parere, se l'uomo autentico fosse considerato come natura "sociale" e spinto alla formazione della comunità.
l'istinto corrisponde alla costruzione intellettiva. ma se le costruzioni intellettive negassero l'autenticità umana, allora l'uomo è comunque alienato, perchè perde sempre qualcosa di sè.

Prendere il tutto con il beneficio d'inventario, in quanto intepreto anch'io Nietzsche.
Nemastè
#1048
No Carlo.P. ,in fondo Nietzsche è volutamente provocatorio,......come d'altra parte è anche in un tuo modo di fare :D


Onestamente anche a me danno fastidio alcuni passaggi di Nietzsche, ma è un provocatore nel momento in cui vuol e togliere i dispositivi culturali, le maschere delle condizioni culturali in cui siamo  o consapevolmente o inconsapevolmente ormai immersi.


Tutto è un "affare economico" nella nostra cultura dai farmaci ai migranti, dalla disoccupazione alla sepoltura in un cimitero
eppure tutto è irrorato, permeato da un ipocrisia morale, da melliflui sorrisini.


Nietzsche è il primo dei filosofi moderni che mette in discussione l'intera cultura occidentale iniziando dall'antichità, in quanto da lì secondo Nietzsche, avremmo ereditato una morale interna alla cultura che ha portato l'uomo ad essere "debole", decaduto, costruito sulla finzione, inautentico.


I termini e attributi "forti" che utilizza è per diradare le nebbie delle "vie di mezzo" che l'uomo occidentali si è costruito.
Obbliga quindi o ad essere accettato o respinto, non ha mezze misure. lnvece la nostra cultura è fatta sulle mezze misure che nascondono guerre nelle proclamazioni di pace, progresso per pochi e miseria per troppi.


Quando noi reclamiamo chiarezza e trasparenza al mondo politico e sociale e culturale , in una società dove si piglia lo "schiaffo  del soldato" senza sapere da dove arriva è perchè i dispositivi culturali sono edificati sull'anonimato dietro cui si nascondono i poteri che sono occulti, tutto ciò grazie a forme di "trascendenza" di antichi istituti culturali.Riflettiamo: "la mano invisibile" dell'economia:che cosa è se non una finzione.Lo Stato politico cosa è se non poteri forti occultati, dietro parvenze di pezzetti di
democrazia, di libertà, di'uguaglianza, cosa sono se non finzioni?

Quando esigenze"giuste" non riescono mai ad incidere negli istituti di diritto, della politica ,della cultura, significa che questi sono "autoimmuni"  e bisogna chiederci il perchè. Come ci siamo arrivati a postulare una mano invisibile economica quando sono uomini e non meccanismi sopra o sotto la testa  degli uomini che sono ritenuti "ingovernabili".
Che cosa è lo Stato quando prima proclama la democrazia dove ognuno di noi dovrebbe essere governatore per poi sentirci schiacciati da questo stesso Stato che "dovremmo essere noi".
Dove sta, permettetemi la volgarità, "la presa per il culo" culturale che sostiene i meccanismi culturali in cui noi agiamo, pensiamo, viviamo?


Le morali egoistiche e le  etiche retoriche che resistono ai passaggi di tempo,come sedime di un uomo lui stesso nichilistico in senso autodistruttivo, cosa sono se non l'accettazione di un destino dettato dai dispositivi culturali "immutabili",dove l'uomo percepisce lo iato, la differenza fra sè e ciò che dovrebbe essere comunità?


La guerra, la razza, sono provocazioni, in quanto non ammettono eufemismi nemmeno linguistici
#1049
caro Jean,
Gesù incontra dei posseduti da Dibbuk.
Più tardi nel tempo i Dibbukim verranno ritenuti spiriti di persone che non sono state sepolte e quindi divenute demoni.
Questa idea, insieme a quella della reincarnazione divenne nel Medio Evo popolare, considerandoli come spiriti con enormi peccati che non riuscivano a "trasmigrare" e quindi dovevano possedere un corpo.Il posseduto veniva a sua volta ritenuto un peccatore per poter ricevere il Dibbukim.A questo contribuirono scritti della Kaballah.

Romanzieri, cineasti, ecc. ne hanno fatto un "filone" per far soldi.

In ebraico c'è un termine baal zevuv, cosa ricorda? Belzebù viene ritenuto un demone, in realtà era il signore dei microorganismi.In un passo biblico vinee indicata una pratica magica risalente al dio Ekron.Erano i signori della medicina.
queste e altre tecniche erano  conosciute da Gesù.

buone ferie anche a te
#1050
la tematica sul demone è vastissima e non riconducibile alla macchietta per mass media che la modernità ha prodotto.
Se ne parla nei RìgVeda come "asura",dove inizialmente il termine è simile a dio,come gli Ahura dello zeroastrismo; era
applicato ad Idra,Agni, Veruna.In seguito prenderà il significato opposto nelle parti più tarde del RigVeda.
(Questo passaggio è molto simile al cristianesimo,All'inizio il demone era un angelo).
Secondo il Taittiriya Brahamana, il respiro (asu) di Prajapati,creò Asura e sempre nella stessa opera ".........ha creato Asura
dal suo respiro inferiore".Secondo il Vishnu Purana sono stati prodotti dall'inguine di Brahma.

Nel rotolo di Qumran "1QM! c'è un testo " la guerra dei Figli della Luce contro i Figli delle Tenebre", noto come "regola della Guerra" acquistato dall'Università ebraica nel 1947..

Per l'Islam abbiamo i Jiin.
Per la cultura religiosa ebraica la tematica è molto variegata, non esistendo i dogmi, ma solo procedimenti ermeneutici sulla Bereshit e la Tanack e molte correnti spirituali, per alcuni Satan non ha il significato di demone e non è un nome proprio di demone, bensì signiifca "accusatore" ,"oppositore".

Veniamo ad una figura  simile a quella cristiana "dibbuk". E' uno spirito maligno che si "insinua nel corpo di una persona e parla
attraverso di esso" in questo caso necessita l'esorcismo. Nella Kabbalah è descritta la procedura dell'esorcismo

Come per tutte l figure spirituali e le costruzioni religiose, sembrerebbe che inizialmente vi sia solo storia, poi i personaggi entrano simbolicamente nelle religioni e avviene nel momento in cui fra gli umani si costruiscono le codificazioni legislative, il che significa se c'è la legge c'è la pena e quindi il giusto e l'ingiusto, il bene e il male, ancora dopo appaiono forme di narrazioni spirituali, mistiche, sapienziali e ancora dopo si rielaborano i testi reinterpretandoli e attualizzandoli.
le religioni sono stratificazioni dove divine difficoltosa la fonte originaria che si perde nelle interpretazioni culturali che riammodernano il pensiero antico perdendo i significati originari..
Non è un lavoro psico-antropologico di chiacchiere che reinterpretano in chiave contemporanea scritture che hanno significati profondi e che al loro interno nascondono storie reali e vere tramandate.
i parallelismi fra india antica, Persia zoroastriana che è influita direttamente dagli Arii, gli ebrei che deportati in Babilonia apprendono le ritualità Caldee degli antichi sumeri, l'esoterismo egizio, nascondono all'interno la stessa storia ma stratificata nell'endemismo delle proprie lingue e storie: ogni tradizione fa sua l'identica storia che ovviamente è unica perchè è unica l'umanità.
Quindi non sfugge, persino nelle tradizioni nordiche dell'Europa,un identico modello del ben e del male e di una lotta avvenuta realmente, così come avvenne il diluvio,Quindi il demone, che sia incarnazione o solo spirito, che ci crediamo o no, è dentro i dispositivi culturali che furono propedeutici alle prime codificazioni legislative non solo religiose , ma del diritto dei re, poi degli imperi, fino alle democrazie moderne.

Dio regna, ma il demone governa.