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Messaggi - Sariputra

#1036
@ Carlo Pierini.

Sì, sono andato maldestramente fuori tema ( si dice Off-topic vero?...) tutto preso e innamorato dal mio paragone "marinaresco"...  :)
#1037
Citazione di: Carlo Pierini il 30 Agosto 2017, 09:51:58 AM
Citazione di: Sariputra il 30 Agosto 2017, 09:09:07 AM"Esiste la verità assoluta" o "Non esistono che verità relative" ? Ambedue le posizioni hanno degli sgradevoli inconvenienti. La pima è paragonabile ad un abile marinaio che si mette in barca munito di una mappa per raggiungere un determinato porto. La seconda allo stesso abile marinaio che si metta in barca sprovvisto di qualsiasi mappa. Il primo raggiungerà l'obbiettivo, che però potrebbe rivelarsi un'insenatura invece di un porto, non rischierà di perdersi in mare, ma non potrà scoprire alcuna isola misteriosa non segnata sulla mappa. Il secondo , sprovvisto di mappa, potrebbe imbattersi in qualche isola misteriosa, vagando nel mare, ma più probabilmente finirebbe perduto nello stesso senza raggiungere alcunché di solido. La scelta spetta al marinaio ed è evidente che è impossibile dire ( prima della partenza) quale sia preferibile. Ce n'è ovviamente una terza...dalla banchina del porto si può gridare all'abile marinaio: "Dove c...o vaiii?" ;D ;D ;D ***
Visto che il cavallo di battaglia del relativismo è la non-identità tra mappa e territorio, io paragonerei l'assolutista con un marinaio che ha una mappa GPS, la quale è anch'essa una mappa sicuramente non-identica al territorio. Ecco, qualcuno può dirmi che tipo di mappa avrebbe un marinaio "relativista"?

La terza posizione o non-posizione ( quella del marinaio che osserva il mare) non è da intendere, erroneamente, come un rifiuto della Scienza e della Conoscenza, bensì come la posizione estetica, la posizione dell'artista , che trova più appagante il "vedere" le cose , piuttosto che conoscerle intellettualmente. Ed essendo che , dal contatto dell'occhio con la realtà esterna, sorgono nome e forma ( ossia tutte le designazioni mentali), diventa fondamentale la "corretta visione", anche dell'eventuale mappa ( con GPS o senza...). :)
#1038
"Esiste la verità assoluta" o "Non esistono che verità relative" ? Ambedue le posizioni hanno degli sgradevoli inconvenienti. La pima è paragonabile ad un abile marinaio che si mette in barca munito di una mappa per raggiungere un determinato porto. La seconda allo stesso abile marinaio che si metta in barca sprovvisto di qualsiasi mappa.  Il primo raggiungerà l'obbiettivo, che però potrebbe rivelarsi un'insenatura invece di un porto, non rischierà di perdersi in mare, ma non potrà scoprire alcuna isola misteriosa non segnata sulla mappa. Il secondo , sprovvisto di mappa, potrebbe imbattersi in qualche isola misteriosa, vagando nel mare, ma più probabilmente finirebbe perduto nello stesso senza raggiungere alcunché di solido. La scelta spetta al marinaio ed è evidente che è impossibile dire ( prima della partenza) quale sia preferibile. Ce n'è ovviamente una terza...dalla banchina del porto si può gridare all'abile marinaio: "Dove c...o vaiii?"  ;D ;D ;D ***


*** variante: l'abile marinaio se ne può stare tranquillamente seduto sulla banchina del porto, fumando la sua pipa e osservando il mare che si fa minaccioso in lontananza...

P.S. In realtà l'abile marinaio compirà, in momenti differenti, tutte e tre le scelte. A volte si servirà della mappa, altre vagherà nei dintorni, altre ancora preferirà starsene tranquillo al porto...
#1039
Presentazione nuovi iscritti / Re:Un saluto a tutti
30 Agosto 2017, 01:10:28 AM
Ciao Ermes
Ben trovato! Se avanzi dell'olio per gli ingranaggi...me ne servirebbe un pò!
#1040
Citazione di: Amphitrite il 29 Agosto 2017, 18:29:34 PM
CitazioneIo invece penso che abbiano ragione loro. Altrimenti, cosa dobbiamo pensare? ...Che è venuto un Gesù storico che ha fallito la sua missione, visto che dopo due millenni dalla sua venuta non c'è stata alcuna Redenzione, anzi, che la Sua Chiesa nel frattempo si è macchiata di gravi delitti, come quelli della "Santa" Inquisizione?
Hai mai sentito nominare il concetto di "Anticristo"? E' colui menzionato continuamente nell'Apocalisse di Giovanni. Essere umano che prometterà la Luna dal cielo nel nome di una dittatura universale. E questo per te il vero "messia"? Un essere dotato di cosiddetta sapienza che soddisfa le vostre esigenze da "intellettuali"? Per te, e per coloro che la pensano come te, una crocifissione e una Resurrezione e' un "fallimento"? In questo caso, provo veramente amarezza. Spiritualmente parlando, Cristo non ha mai fallito. Il miracolo della sua Resurrezione accade ogni anno nella terra di Gerusalemme. Nessuna prova scientifica abbia mai rinnegato questo (strano) fenomeno. Il fatto che la Chiesa ha interpretato a modo suo le parole di Cristo e' una questione totalmente diversa. Pero', da tipici esseri umani testardi e ciechi, siamo abituati a scagliare sempre la pietra contro il Divino pur di non ammettere i nostri errori. Ah, ma alla fine ognuno ha i suoi punti di vista. Non mi sono iscritta qui per fare catechismo a gente adulta né essere stuzzicata da sofisti.

La "resurrezione" è una dimensione del cuore, non dell'intelletto logico-discorsivo. E' una vera follia per la ragione.  Questa resurrezione avviene ogni attimo che riusciamo ad andare avanti, a ri-nascere dalle nostre amarezze, dai nostri dolori e dalle nostre sconfitte.  :)
#1041
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
29 Agosto 2017, 14:59:15 PM
Citazione di: InVerno il 29 Agosto 2017, 14:09:21 PM
Citazione di: Sariputra il 28 Agosto 2017, 09:54:43 AM
Citazione di: InVerno il 28 Agosto 2017, 09:17:36 AM
Citazione di: Sariputra il 27 Agosto 2017, 19:03:35 PMInVerno scrive: Se dovessimo prendere sul serio tutte le allucinazioni (pertanto non volute) saremmo in gravi guai.. Credo ci sia una certa differenza tra allucinazione e visione. Nell'allucinazione il soggetto è inconsapevole che sta percependo qualcosa di irreale e anzi non dubita minimamente che quello che sta percependo lo sia, visto che l'allucnazione quasi sempre si sovrappone all'ambiente reale. Nella visione invece il soggetto è consapevole che sta percependo qualcosa di inconsueto e si mette in posizione critica verso l'oggetto della percezione.
Ho come l'impressione che una persona in stato allucinatorio non abbia la facoltà di definire questo confine, la sua "posizione critica" potrebbe essere infatti frutto dell'allucinazione stessa ed essere parte fondante dell'illusione. Non diversamente dai cosidetti sogni lucidi.
C'è anche una profonda differenza sul piano della reazione fisica ai due eventi che, a parer mio, ne dimostrano la diversità d'origine. L'allucinazione crea sempre agitazione nel corpo. La persona che vive un'allucinazione si immedesima con essa e tenta di interagire con la visione percettiva distorta. Viceversa la visione , che quasi sempre sorge in conseguenza di stati di forte concentrazione, ma può essere spontanea in determinati individui predisposti, lascia un senso di calma (samatha) e di forte consapevolezza, come se la mente fosse diventata "più affilata di un coltello".
Cerchiamo di fare chiarezza, io non metto in dubbio la questione etimologica, capisco la differenza terminologica, quello che mi crea qualche dubbio è che il fatto che esistano parole per descriverle non significhi automaticamente esista questa differenza. Ho vissuto in prima persona, e visto in terza altre persone avere, allucinazioni\visioni, non solo non mi ritrovo con la tua descrizione "crea sempre agitazione", che non penso sia vero, ma rimango molto dubbioso sulla reale possibilità di esprimere un confine tra le due cose e sospeno semplicemente il giudizio. Il fatto è che se c'è una cosa di cui bisogna diffidare sono le nostre abilità percettive\cognitive..

Anch'io purtroppo ho una lunga esperienza con persona affetta da quella che probabilmente è una delle più terribili malattie che producono allucinazioni ( la demenza dei Corpi di Lewy, la stessa che ha spinto al suicidio il famoso attore Robin Williams) , quindi parlo per esperienza e per consulti e discussioni con vari neurologi.
Ma al di là delle opinioni e valutazioni personali  sulla differenza o non differenza relativa ai due stati mentali, quello che è importante sottolineare, a parer mio, è che è sempre pericoloso fondare la propria fede o non-fede su queste opinioni o su queste esperienze personali.
Credo di averlo già scritto in altre discussioni...
Questo perché, come giustamente scrivi, la nostra mente ha la pessima abitudine di ingannarci.
Quindi, fatto salva la distinzione tra i due stati mentali, direi che, questa differenza, non è prova di maggior veridicità di uno rispetto all'altro...
Nei casi di visioni o di percezioni sensoriali inconsuete la parola d'obbligo, per me, è "prudenza" ( la prudenza è virtù da coltivare in ogni cosa, a dire il vero...fuorché nell'amore! :) ).
La domanda però è: quanto siamo ingannati dalla nostra mente anche nelle nostre "abilità percettive/cognitive" diciamo...ordinarie?
#1042
Tematiche Spirituali / Re:spiritualità e ascetismo
29 Agosto 2017, 10:47:24 AM
Citazione di: donquixote il 29 Agosto 2017, 09:23:31 AM
Citazione di: davintro il 29 Agosto 2017, 02:14:28 AMsiamo abituati solitamente a pensare di riconoscere le persone più attente alla spiritualità come quelle che tendono a rinnegare il valore dei beni materiali, delle comodità offerte dalla tecnologia, della ricchezza, che tendono a inneggiare al "ritorno alla natura", al "si stava meglio quando si stava peggio", al mito del "buon selvaggio", di chi rinuncia al superfluo e tende moralisticamente a giudicare le persone troppo attaccate a beni materiali ritenuti (in base al proprio metro soggettivo" superflui. Quella mentalità oggi incarnata ad esempio, per intenderci da uno come Mauro Corona (tempo fa il "cantore" poteva essere Celentano...). Ma è davvero così? Spiritualità vuol dire ascetismo? Ho forti dubbi. Non siamo puri spiriti, siamo unità di spirito e materia, anima e corpo, e la coltivazione dei talenti, delle esigenze spirituali, l'arte, la conoscenza, la politica, in generale tutto ciò che non rientra nel vivere intellettuale, è qualcosa che viene reso possibile solo nel momento in cui le esigenze meramente biologiche di pura sopravvivenza sono soddisfatte, quando i bisogni corporei sono tacitati e la mente può con tranquillità dedicarsi ad attività miranti a fini intellettuali. Si può filosofare mentre si ha mal di denti? Si possono scrivere romanzi o dipingere quadri mentre si è assillati dal bisogno economico, dalle difficoltà di trovare da mangiare e bere, avere un tetto sopra la testa? In realtà la vera spiritualità apprezza e ringrazia i beni e le comodità materiali, che consentono di risolvere facilmente i problemi pratici, legati al "sopravvivere", per potersi dedicare in tutta tranquillità all' otium, alla vita contemplativa, alle esigenze spirituali vere e proprie il proprio tempo ed energie. Tutto l'opposto dell'ascetismo, della mortificazione della carne. Per paradossale che possa sembrare il flagellante medioevale che percuoteva con la frusta il suo stesso corpo per mostrare il suo disprezzo per la materia non era meno materialista del fanatico salutista, del tizio che passa giornate intere in palestra per avere una forma fisica perfetta, o del tipo che giudica il valore delle persone per come si vestono, per quanti soldi hanno, dell'apparenza esteriore. Entrambi, in negativo o in positivo che sia, pongono il corpo in primo piano e l'attenzione verso la dimensione spirituale è quasi del tutto rimossa. Ma la spiritualità autentica a mio avviso non può essere né una demonizzazione, né una glorificazione del corpo, ma la coscienza della non risolvibilità completa della realtà e delle esigenze umane (ma in forme diverse, direi, di qualunque esistenza) nel corpo, ma che è nobile godere anche e soprattutto di una scoperta scientifica, del modo in cui un personaggio letterario viene descritto nella sua interiorità, e non solo nel buon sapore del cibo o nell'attrazione erotica nei confronti di un bel corpo. Sta nella coscienza che il corpo non è tutto ma comunque c'è , e non si può far finta che non ci sia, che non di solo pane vive l'uomo, ma senza pane muore. Il corpo continuamente pone delle esigenze che continuano a occupare l'attenzione della mente fintanto che non sono esaudite, che vanno dai bisogni fisiologici primitivi, fame, sete, sonno, ai piaceri dei 5 sensi, e la persona dotata di profondità spiritualità non li reprime, perché per far ciò dovrebbe negare una parte fondamentale della propria vita, ma li asseconda quel che basta per calmare gli istinti legati a tali bisogni e preservare quella condizione di serenità per andare "oltre" a seguire gli "appetiti" dell'intelletto. In definitiva spiritualità non è ascetismo, ma armonia: equilibrio nel concedere al corpo quelle soddisfazioni necessarie a "calmarlo" e indurlo a mettersi efficacemente al servizio del valori spirituali che ogni persona trova come costitutivi della sua anima, e che pone guida del suo agire, senza produrre conflitti. Ecco perché la spiritualità al suo massimo grado è razionalità: attività di dominio di sé, di composizione della molteplicità delle tendenze psichiche un'ordine unitario della personalità, dunque armonia tra le differenze. Ovviamente la preservazione di tale armonia presuppone da parte dell'Io un grande livello di autocoscienza, di conoscenza delle tendenze psichiche per poterle gestirle in modo equilibrato e costruttivo senza lacerazioni, intuizione della propria sensibilità spirituale e anche della propria sensibilità corporea.
Friedrich Nietzsche ha scritto le sue opere maggiori e spiritualmente più elevate mentre soffriva di tremendi mal di testa che duravano giorni e a volte settimane e che lo portarono poi alla pazzia; Beethoven ha composto la "Nona" che era già sordo; Chopin soffrì per quasi tutta la vita di una malattia debilitante ed ebbe anche significativi problemi economici; Van Gogh in Provenza era semipazzo, malato, debole, alcolizzato, povero, malnutrito, eppure proprio in questo periodo il suo genio esplose. Penso si possano fare chissà quanti altri esempi di questo tipo, mentre credo siano molto rari quelli in cui qualcuno in perfetta salute, contornato dagli agi e pienamente soddisfatto nelle sue esigenze "corporali", abbia prodotto qualcosa di veramente significativo a livello spirituale. Se Siddharta Gautama non si fosse inoltrato nelle campagne e nei boschi della sua terra ma fosse rimasto a Corte sicuramente avrebbe soddisfatto tutte le sue esigenze materiali, ma non avrebbe potuto esprimere quel che ha espresso a livello spirituale. E un'altra cosa in comune che hanno tutti questi personaggi è la solitudine, a volte prima subita ma poi e molto più spesso cercata ed esaltata, perchè il chiasso intorno distrae e impedisce di guardare dentro se stessi e scoprire appunto lo spirito. Sarà pur vero che senza pane l'uomo non vive, ma il pane non è certo una tavola imbandita quotidianamente con ogni ben di Dio ma quel necessario che permette la mera sopravvivenza fisica. Le esigenze corporali, fra cui vanno annoverate anche quelle "psichiche" come il potere e la fama, sono teoricamente infinite e mai definitivamente soddisfatte, per cui se non ci pensa la natura o il fato a mettere l'uomo in condizioni tali da non poterle perseguire ma, come dici tu, ci vuole "autocoscienza" allora andrà a finire come di questi tempi ove ad una possibilità di soddisfazione delle esigenze corporali mai vista prima nella storia umana fa da contraltare il nulla più totale a livello spirituale.

Parole sante!
I desideri del corpo e della mente sono infiniti e mai soddisfatti in modo duraturo. Ti trascinano in continuazione, ora di qua , ora di là.
L'uomo saggio si accontenta del necessario ( del cibo, del vestiario e di un tetto sopra la testa) e nel poco trova il tanto.
Il corpo non va disprezzato, ma neppure idolatrato.
Il suo destino è finire divorato dai vermi.
Adesso vado a darmi un paio di colpi di scudiscio... ;D

P.S. Anch'io, nel mio piccolo, non riesco a scrivere o dipingere nulla di decente se non sono in uno stato di "melanconia creativa", quasi di tristezza esistenziale. Infatti, in quest'ultimo periodo, che mi sta posata sul capo un'insolita allegria, non mi vengono che baggianate... :(
Probabilmente i due terzi dell'arte mondiale non esisterebbero se i loro autori non fossere stati sostanzialmente dei disperati...

P.S.II  Il vero ascetismo è vuoto di dispute e di contese. Il vero ascetismo non disprezza il corpo, ma trova felicità nella rinuncia. "Di tutte le felcità possibili, la felicità frutto della rinuncia è la più alta" (Buddha Shakyamuni)
#1043
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
28 Agosto 2017, 09:54:43 AM
Citazione di: InVerno il 28 Agosto 2017, 09:17:36 AM
Citazione di: Sariputra il 27 Agosto 2017, 19:03:35 PMInVerno scrive: Se dovessimo prendere sul serio tutte le allucinazioni (pertanto non volute) saremmo in gravi guai.. Credo ci sia una certa differenza tra allucinazione e visione. Nell'allucinazione il soggetto è inconsapevole che sta percependo qualcosa di irreale e anzi non dubita minimamente che quello che sta percependo lo sia, visto che l'allucnazione quasi sempre si sovrappone all'ambiente reale. Nella visione invece il soggetto è consapevole che sta percependo qualcosa di inconsueto e si mette in posizione critica verso l'oggetto della percezione.
Ho come l'impressione che una persona in stato allucinatorio non abbia la facoltà di definire questo confine, la sua "posizione critica" potrebbe essere infatti frutto dell'allucinazione stessa ed essere parte fondante dell'illusione. Non diversamente dai cosidetti sogni lucidi.

C'è anche una profonda differenza sul piano della reazione fisica ai due eventi che, a parer mio, ne dimostrano la diversità d'origine. L'allucinazione crea sempre agitazione nel corpo. La persona che vive un'allucinazione si immedesima con essa e tenta di interagire con la visione percettiva distorta. Viceversa la visione , che quasi sempre sorge in conseguenza di stati di forte concentrazione, ma può essere spontanea in determinati individui predisposti, lascia un senso di calma (samatha) e di forte consapevolezza, come se la mente fosse diventata "più affilata di un coltello".
#1044
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
27 Agosto 2017, 19:03:35 PM
InVerno scrive:
Se dovessimo prendere sul serio tutte le allucinazioni (pertanto non volute) saremmo in gravi guai..

Credo ci sia una certa differenza tra allucinazione e visione. Nell'allucinazione il soggetto è inconsapevole che sta percependo qualcosa di irreale e anzi non dubita minimamente che quello che sta percependo lo sia, visto che l'allucnazione quasi sempre si sovrappone all'ambiente reale.
Nella visione invece il soggetto è consapevole che sta percependo qualcosa di inconsueto e si mette in posizione critica verso l'oggetto della percezione.
#1045
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
27 Agosto 2017, 11:21:10 AM
@acquario scrive:
Avevo appena diciannove anni e in quel periodo avevo una macchina che all'epoca (1988) costava venti milioni delle vecchie lire....tra parentesi oggi me ne vado beatamente in giro con la bicicletta ed evito il più possibile di usare la macchina, che ha ormai 15 anni, quasi sempre ferma parcheggiata sotto casa e che di tanto in tanto mi ci faccio un giro di palazzo e solo per evitare che la batteria si esaurisca)[/font][/size] ..eravamo io e un paio di amici, uno di loro doveva fare una telefonata (all'epoca cerano le cabine telefoniche :) ) cosi mi accosto parcheggiando in doppia fila... viene una ragazza,all'incirca della nostra eta in attesa che la cabina si liberi e a un certo punto chiede se la macchina fosse la nostra...il mio amico fa; "si perché?..che te ce voi fa un giro?" :)..e lei; "si ma di chi e' ?" ..insomma hai capito che bella conversazione! ::) Ora non ricordo esattamente come andarono le cose subito dopo..fatto sta che ci uscii con questa ragazza e per non farla inutilmente lunga a me venne in seguito di avvicinarmi a lei in una maniera che oggi sicuramente non ripeterei e che fino a un certo punto (ma solo fino a un certo punto) pare andasse bene anche a lei...solo che quando terminata la serata l'avrei riaccompagnata a casa era molto cambiata..e un po, forse un bel po,ce l'aveva con me. Ora come ho già detto, non mi permetterei più di comportarmi in quella maniera (comunque mettici pure l'inesperienza e l'asprezza di quell'eta da parte di entrambi) pero quello che si può dire e' che eravamo senz'altro condizionati entrambi da modelli profondamente sbagliati, estremamente superficiali. dall'inizio mi sembrava palese che lei fosse interessata prima ancora all'automobile ed io devo averlo come registrato dentro perché poi mi venne di non tener conto di altro. Naturalmente e' solo un mio personale episodio, una mia personale esperienza..che pero non ho dimenticato [/quote]

Condizionamenti pesanti certamente: culturali, sociali e di ruolo che si perdono nella famosa notte dei tempi. Da sempre l'uomo e la donna si sono mal compresi, interpretati a vicenda in modo approssimativo, blanditi e bastonati allo stesso tempo. Personalmente sono convinto che le donne siano migliori dell'uomo, l'ho spesso pensato anche se...proprio ieri, guardando alla tv un servizio su quella signora americana che ha sbancato la lotteria, vincendo 700 e spiccioli milioni di $, mi è sorto il solito dubbio che mi attanaglia. Osservando con quanta "delicatezza" masticava il suo chewing-gum davanti ai giornalisti e alla telecamere, priva di qualunque grazia, di qualunque magnetismo femmineo, mi son chiesto:" Non è che forse le idealizziamo troppo queste donne? O, per essere più precisi...non è che io le idealizzo troppo?". Infatti , mentre osservavo la scena, il mio solito spiritello maligno mi ha spinto a chiedermi...lo so che è un pò cinico..."Ma quanto chewing-gum si potrà comprare con 700 e passa milioni di $?"... :o
Ecco, di fronte ad un simile esemplare di femmina, ma sarebbe più preciso definire come "oma" o "donno", tutta la poesia di cui andiamo parlando, caro Acquario, svanisce, si dilegua, fugge a gambe levate. E questo proprio in ragione dei pesanti condizionamenti subiti, che ci fanno vedere un archetipo ( tanto per restare in tema con quello che si dibatte aspramente, attualmente, sul nostro forum...) di femmina che forse non è reale, non è concreto, una pura illusione...
Pensa che, da giovane, cresciuto in una famiglia di soli maschi, a parte mia madre ( ma la mamma è un'altra cosa, lo sanno tutti...) e dopo aver frequentato una scuola d'agraria in cui la presenza femminile era ridotta a due esemplari su circa 5oo studenti (poveracce!...) mi ero convinto, senz'altro a motivo della mia inesperienza, che le ragazze fossero esseri angelici, più spirituali che materiali. Quindi esattamente al contrario di te che, probabilmente già "svezzato" nelle cose di mondo, le valutavi in base all'attenzione dedicata al tuo nuovo bolide...ingannandoti a tua volta!
E mentre tu cercavi di capire , concretamente  ;), quanto valeva siffatta attenzione...io sognavo! Idealizzavo, componendo sonetti d'amore per lo sguardo  e il mezzo sorriso, mal interpretato, che qualche giovane fanciulla mi degnava ( in realtà temo che osservassero con curiosità più la mia incipiente calvizie e i miei strani occhiali ...ma io volevo illudermi...e soffrivo. Quanto soffrivo, allora! :'( :'(...Ci son voluti anni per realizzare che le donne osservano tutto anche per sola curiosità, mentre pensavo che, spirituali com'erano, senz'altro comprendevano la mia solitudine e si volessero degnare di alleviarla...).
Pensa che inganni ci costruisce la mente , nel valutare erroneamente le percezioni visive... :(
Raggiunsi il fondo quando, tutto preso da questi sorrisi di una bellissima fanciulla di nome Beatrice ( va beh!...si chiamava davvero così...non sto idealizzando ancora...) mi risolsi di inviarle una patetica ( già all'epoca) lettera di vibrante amore, in cui avevo riversato ettolitri di nobile sentimento, restando sveglio sino all'alba per comporla...
Qualche giorno dopo averla spedita...me ne vergogno ancora, ma lo racconto a guisa di monito per tutti gli illusi come me... l'incontrai per strada insieme ad un gruppo d'amiche ( tutte assai carine , mi sembrarono al momento...solo al momento...) e fui fatto oggetto di risatine sommesse, di lazzi e financo di distorte e spassossime citazioni tratte dalla mia povera letterina... :-[ :-[  
Fu in quel periodo che mi risolsi di iniziare a studiare il buddhismo... :'(
Lo so che, detta così...non mi fa onore! Ma rifletti, caro Acquario, alla base di ogni risoluzione di abbracciare la spiritualità non vi è forse un amore deluso? Una femmina  malvagia?...Scherzo, ovviamente ;D ...

Ah, Donna! Mistero senza fine bello. (G.Gozzano-Signorina Felicita)
#1046
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
26 Agosto 2017, 23:38:23 PM
Caro Acquario
Ricambio con piacere la visita che gentilmente hai fatto nella mia "stanza" ("Sono un essere inadeguato"). Stanza che ovviamente ha sempre porta e finestre ben aperte, direi quasi spalancate, per tutte le osservazioni del caso. L'avevo pensato quello spazio,  all'inizio, come una sorta di racconto e in parte così è stato, salvo poi aggiungervi riflessioni personali, appunti, pensieri in libertà ed è così diventato una sorta di bacheca su cui appuntare un pò di tutto...comprese ovviamente le note autobiografiche.

Ricordo perfettamente il fascino degli occhi di una bella cameriera di pasticceria, che hai così minuziosamente descritto (suscitando in me un interiore moto... di invidia  :)) credo l'anno scorso di questi tempi , quando discutevamo , tra il serio e il faceto, d'amore.  E se ben rammento, dopo aver amoreggiato con Odisseo per l'intero Mediterraneo, eravamo rimasti con la convinzione che alla malìa di due occhi "che non concedono nulla all'artifizio" l'uomo solitario, finanche l'asceta , difficilmente resiste. E perché poi non perdersi in essi? Cosa c'è di più innocente di due sguardi che s'incontrano, a maggior ragione se vengono accompagnati da un abbozzo di sorriso?... Un archetipo dici? Una complementarietà degli opposti?...Senza scomodare la filosofia, condita di psicologia e spruzzata d'alchimia che mi sembra non ci conceda il sapore di uno sguardo reale ( e in verità sarei ben disposto ad abbandonare la mia poca conoscenza delle suddette materie per una concreta e tangibile visione... "degli occhi che mi avrebbero trasportato negli affascinanti deserti arabi,dove il riverbero del sole cade a picco in tutto il suo fulgore all'ennesima potenza...    " che magnificamente descrivi...) direi che ancestrale, questo richiamo della femmina ( Ecco! L'ho detto ancora...perché continuo a dir femmina?...Che sia per via del fatto che è veramente ancestrale? :-[ ...) sembra proprio esserlo. Non sembra anche a te, delle volte, di sentire come un richiamo che proviene dalla notte dei tempi? Un dolcissimo richiamo: "Adamoooo! Adamoooo! ...Vieni Adamuccio bello...guarda che cosa ho trovato!...Vieniii!!". Per questo, quando incontriamo lo sguardo seducente ( perché è seducente Acquario, dobbiamo essere onesti con noi stessi...la desideriamo quella femmina, diciamocelo tra uomini...la desideriamo in tutti i sensi e in particolar modo desideriamo la sua dolcezza ...che non tutte hanno purtroppo, ma questo già si capisce dallo sguardo ...) di una giovane cameriera o di qualcuna che ci rimanda ad infuocati tramonti, ci perdiamo, ci dimentichiamo finalmente di noi, delle nostre finzioni, delle nostre costruzioni concettuali, perché è proprio questo l'effetto benefico che fa una vera femmina sul nostro animo. Mi sentirei quasi di sostituire il famoso "Solo in Dio lo spirito riposa" con "Solo avvinghiato alla femmina il nostro spirito riposa"... ;D ;D 
Però temo che non sia il contrario...già Eva sembrava quasi considerare il suo amato Adam ...un semplice accessorio! :(  
#1047
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
25 Agosto 2017, 11:34:51 AM
Cena da amici. Una serata tranquilla, cordiale. Qualche risata insieme, un discorrere del più e del meno...Queste sono le situazioni in cui devo tenere a freno la mia inadeguatezza. Me lo riprometto sempre, ogni volta prima di partire: "Devo adeguarmi alla situazione, alle persone". Me lo ricordano: "Sari, non esagerare con i discorsi...lascia parlare anche gli altri". Il bello è che a me sembra sempre di passare tutto il tempo ad ascoltare e invece...mi dicono di lasciar spazio! Forse è per il fatto che sono così solitario che, una volta trovato qualcuno disposto a dedicarmi un pò d'attenzione...esagero. Mi ricordano spesso che non sta bene parlare di certi argomenti durante una cena. Durante la cena si cazzeggia, dicono...ma che ci posso fare se finisco sempre per parlare di cose "serie", noiose, veramente pallose?
Mi sembra anzi che questo attragga l'attenzione, la curiosità dei commensali...almeno mi illudo che sia così. Al ritorno mi si fa presente che invece stavano tutti lottando per non addormentarsi! Dio...che inadeguatezza! Però...l'altra sera è stato diverso. Una ragazza , invero assai carina anche se un pò in carne...questi sono dettagli che non vi interessano, lo so...ma scusatemi, è più forte di me... seduta casualmente alla mia destra ( giuro che non lo faccio apposta...mi ci ritrovo in certe situazioni), alla mia domanda su come ama passare il tempo libero, mi ha risposto:" Mi piace molto scrivere. Ho scritto anche dei brevi racconti e una specie di romanzo". Ohoh!...Dai che stasera trovo qualcosa di interessante di cui discutere, mi son detto. Quando gli ho fatto presente che pure a me piace scrivere, seppur in malo modo, in maniera inadeguata dovrei aggiungere...beh! E' corsa in camera sua ed è tornata immediatamente con un pacco di fogli. Vista la differenza d'età ( potrei ben esser stato suo padre, anche se...come mi vergogno a dirlo...faccio fatica a sentirmi padre quando sono vicino ad una femmina...ho detto femmina...perché ho detto femmina?...) la ragazza non aveva il coraggio di chiedermi se mi avrebbe fatto piacere leggerli. Ma io intuisco...intuisco sempre quel che vogliono le donne e glieli ho presi , con delicatezza, dalle mani assicurandole che, la sera stessa, li avrei letti. Questo sembrava renderla veramente felice. Il suo sorriso è stata la cosa più bella e commovente dell'intera serata. Valeva la pena sottostare a questo rito della cena solo per vedere quel magnifico sorriso, mi son detto. Ecco! Queste sono quelle piccole cose, quelle banalità quasi, che ti riempiono la giornata, che ti scaldano il cuore. Allora le ho chiesto di che genere di racconti si trattava: "Sono racconti di esperienze varie, anche d'amore. Alcuni sono un pò fantasy".  Sul primo foglio spiccava il titolo"Il faro". Hai letto "La luce sugli oceani?" le ho chiesto..."Parla proprio della vita su un'isola sperduta nell'oceano e di un guardiano di faro"...Allora è scattata a prendere penna e foglietto e si è scritta il titolo. "Grazie! Non l'ho letto, ma è quel genere di romanzi che mi piace. Ho scritto anch'io una storia che parla di un faro..."
Quella sera stessa, invece di scrivere e recitar la parte dell'esperto sul mio solito forum di filosofia, mi sono dedicato alla lettura di quei brevi racconti. C'era curiosità, ma anche il ricordo di quel sorriso ...
Un brevissmo racconto portava il titolo "La solitudine". Ora, ovviamente, non vi riporto per filo e per segno quello che c'era scritto ma ho capito, e ricordato, di come questo sentimento aleggi nella gioventù e si inchiodi nella carne più che nell'età adulta in cui, sempre più spesso, la solitudine viene cercata più che subita ( e questo perché, alla fine, anche le relazioni stancano...). Ma un giovane soffre veramente e spera, sogna...sembra quasi in attesa. Pur con tutti i mezzi, i social, la possibilità di viaggiare, il senso di solitudine incombe sui giovani come una nuvola carica di pioggia che rende grigie le giornate di quello che dovrebbe essere, ma non lo è, il periodo più spensierato della vita. E così la sofferenza imprime il suo marchio, passando attraverso le attese e le speranze di gioia tradite dalla vita.
"Scrivere fa bene" mi son detto. In fondo quella ragazza non aveva perso la sua capacità di sorridere. La sua bellezza era intatta, nonostante le ferite profonde che via via scoprivo immergendomi nella lettura...
Verso l'alba un violento temporale mi ha svegliato. I fogli erano sparsi sul tavolo. Le caprette si agitavano nella stalla. Il vento, passando nelle aperture del granaio di Villa Sariputra, prendeva voce, lamentandosi. Son corso a chiudere le imposte. Mi son fermato ad osservare mia figlia che dormiva profondamente, incurante del fracasso, dei tuoni e dello scricchiolare delle porte. Anche lei aveva un leggero sorriso sul volto. Chissà che starà sognando, mi son chiesto...
#1048
@ C.Pierini
Ti ringrazio per la risposta.
Cercare l'armonia, l'equilibrio tra "ragione e sentimento"  va nella direzione di una crescita complessiva della propria umanità ed è spesso un'ardua lotta tra tendenze che a volte appaiono contradditorie.
Anche il corpo e le sue esigenze e necessità rientra chiaramente in questo processo, sempre in divenire, da cercare e attuare in noi. Però, come non tutti i terreni sono adatti a coltivare ogni tipo d'uva ( per restare in tema con il prosecco... ;D ), ogni uomo sviluppa aspetti della spiritualità più confacenti alla propria indole e alle proprie possibilità.Per una persona che si approccia spontaneamente con la bhakti (devozione) sarà ovviamente difficile, se non impossibile, seguire una strada fatta di studi teorici estremamenti complessi e approfonditi. Viceversa, colui che passa il tempo immerso in studi teorici e approfonditi, spesso rischia di non  accorgersi nemmeno della sofferenza delle persone che gli stanno attorno, tutto preso dal suo desiderio di accumulare conoscenza. D'altronde, se si crede alla presenza e all'opera attiva di un'entità trascendente, non sarebbe ragionevole porre limiti alla sua opera e al suo modo di manifestarsi. Che la semplicità d'animo ( che non fa rima con stupidità...), l'umiltà ( che non fa rima con sottomissione), la gentilezza ( che non fa rima con codardia), la capacità di accontentarsi del necessario ( che non fa rima con apatia) siano aspetti lodati in ogni spiritualità seria, a tutte le latitudini, già è un'indicazione importante, una buona traccia da seguire, si potrebbe dire...Tra queste trovo che l'umiltà ( così disprezzata dalla mentalità corrente...) sia fondamentale. L'umiltà è quella proprietà mentale che ti fa  prendere tutto con molta attenzione e rispetto, ma che soprattutto combatte il desiderio continuo della nostra mente di installarsi sul "piedistallo" delll'"Io so. Io conosco". Pertanto...


CARLO
Tra le cose che ho scoperto in questa "avventura" è che l'emisfero intellettuale-razionale della nostra anima ha una dignità, una "sacralità" e un'importanza non inferiori a quelle dell'emisfero "amore-cuore": l'uno illumina e feconda l'altro. Un individuo "tutto cuore e niente cervello" può fare tanto male (a sé e agli altri) quanto un individuo "tutto cervello e niente cuore". Il segreto è l'equilibrio e l'accordo tra le due "polarità".



Sono d'accordo con questo importante passaggio, anche se personalmente non le vedo come "polarità" ma come modalità  dell'attività mentale. Infatti anche il sentimento ( che non fa rima con sentimentalismo...) dispone di una propria intelligenza, anche se non , ovviamente, di tipo logico-discorsivo.
Sul fatto che...

 Il "sacrificium intellectus" tanto caro alla dottrina cristiana, ma anche a molte dottrine orientali, è, a mio avviso, tra le cause principali dell'allontanamento in massa dell'umanità moderna dalla religione.

Direi che, se questo sacrificio ha riguardato la storia delle religioni abramitiche, non credo si possa avanzare la stessa accusa per quelle dell'Oriente, che però, essendo religioni che cercano la "liberazione", hanno da sempre messo l'accento sulla pratica esistenziale più che sulla conoscenza intellettuale. Aggiungerei che, questo abbandono in massa riguarda sostanzialmente il solo cristianesimo, visto che la religione Islamica è in forte espansione e tende a riscoprire ( purtroppo anche con il fenomeno della radicalizzazione...) e a dare nuovamente risalto al suo senso di appartenza all' Imam-Inam-Islam e anche l'ebraismo, essendo sostanzialmente una religione su base etnica, non conosce grossa crisi. Dovremmo anche aggiungere che, oltre al fatto che un tempo la religione cristiana s'imponeva d'autorità e con la persecuzione, oggi , nelle nuove generazioni è il frutto di un percorso personale, a volte contro la propria stessa famiglia, e spesso portato avanti con sofferenza ed emarginazione.
Se poi parliamo di "ateismo pratico", anche tra quelli che si dichiarano credenti, beh...non credo che l'uomo medioevale, per esempio, ne praticasse meno di quello attuale... ;D
L'autentico interesse per la spiritualità, a mio parere, è sempre stata una cosa molto...limitata, mentre il suo uso e abuso a fini d'autorità politica e di tornaconto personale o sociale , al contrario, molto praticato ( purtroppo!). Il cristianesimo ha sofferto molto dell'ipocrisia dei suoi esponenti...  >:(

Sul tema delle "visioni" ho la mia esperienza personale, me essendo una problematica troppo soggettiva e "sensibile", cerco sempre , in primo luogo d'inquadrarla all'interno della mia pratica ed esperienza meditativa, quindi anche confrontandomi con i possibili inganni e stratagemmi che la nostra mente mette continuamente all'opera, e poi evitando di metterla in risalto perché, essendo un vissuto soggettivo esperienziale, è più opportuno confrontarlo con soggetti che, in vario modo, ne abbiano anche loro fatto esperienza. Nella pratica può diventare un ostacolo, più che una "rivelazione", soprattutto se ci si attacca e non si lasciano andare tutte queste "vicissitudini". Nel topic "Al di là dell'aldilà" ho fatto esperienza di tutta la difficoltà...e ci sta, ovviamente!  ;D ;D  
#1049
@Carlo Pierini

Volevo porti una domanda un pò personale. Ovviamente puoi ignorarla, se non ti va di rispondere. Volevo chiederti: Questa visione tra la veglia e il sonno che ha dato il via alle tue ricerche sul valore spirituale degli archetipi umani, che tipo di cambiamento ha prodotto in te come essere umano? Non sto parlando ovviamento del cambiamento di interesse culturale e di ricerca, ma di quel che ha comportato nelle tua vita personale, nei tuoi rapporti con chi ti sta attorno. Hai notato un aumento di amore e di altruismo, oppure no? Uno smussamento dei lati più spigolosi del carattere, oppure no? Una diminuzione dei desideri di possesso verso i beni materiali, oppure no? ecc.
Questa domanda ne porta con sé naturalmente un'altra : Si è trattato di sostituire una teoria sull'esistenza con un'altra, o è stato qualcosa di più profondo, che ha significato il rimettere in discussione anche se stessi e il proprio rapporto con la realtà sul piano pratico, delle relazioni, degli affetti? Perché, a mio modesto parere, se si tratta di sostituire la visione materialista con quella spirituale solo sul piano intellettuale, di semplice conoscenza teorica, senza alcuna ricaduta sulla capacità di trasformazione personale, non riesco francamente ad intuirne la validità. La spiritualità non può essere "sterile",  una semplice proliferazione di teorie indimostrabili, ma deve farsi "carne viva". Ecco il senso della mia domanda.  :)
#1050
Varie / Re:Varie
22 Agosto 2017, 16:51:52 PM
Cara Amphitrite, la tua presenza è preziosa come l'oro. Se ancora segui questo forum...riflettici!!  :)
Ciao