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Messaggi - iano

#106
Quindi, semmai, e verso di loro che dovremmo sentire di avere un debito, per pareggiare i conti con la fortuna.
#107
Citazione di: Enrico73 il 21 Settembre 2025, 22:25:31 PMLa tua "lode al pregiudizio" è la più grande lode all'assenza di esso, perché ci ricorda che un mondo di persone che si accontentano dei pregiudizi non può che diventare un mondo di fraintendimenti.
Come tu ci confermi, il pregiudizio risente di un forte pregiudizio. :)
Il pregiudizio va visto in senso positivo, se in sua mancanza non vi è altro, quindi nel senso di ''meglio che niente''.
Ciò che va visto in senso negativo secondo me è il rifiuto di cambiare i propri pregiudizi, magari perchè si crede di possedere la verità.
Cambiare i propri pregiudizi all'occorrenza, ma solo per sostituirli con altri.
Però, se io dico che la verità non esiste, siccome tanto se ne è parlato e se parla ancora, mi corre l'obbligo di dire il perchè.
La verità è un pregiudizio non riconosciuto come tale.
In particolare un pregiudizio che non si ha coscienza di possedere è inconfutabile come una verità.

Ora, io non dico che tutti quelli che credono di possedere delle verità si comportino in modo malvagio, e anzi posseggo perlopiù la prova del contrario.
Tuttavia, conoscendo la loro propensione a non cambiare idea, ho verso di loro una prudente, pregiudiziale diffidenza.

Tu dici, ''provate ad immaginare di avere il potere di vedere gli altri per quello che sono''.
Ebbene, sto immaginando di vedere negli altri il diavolo.
Ora immagino anche di avere il potere di metterli tutti alla forca.
Nella mia immaginazione io sono Robespierre.
Poi esco dalla immaginazione e realizzo quanto bene ha fatto la verità, ma anche quanti danni.
La verità è come un fucile a ripetizione.
Puoi essere certo di non ammazzarci nessuno solo se non ce l'hai.

Io preferisco non possederlo, finché non lo ritenga necessario. Medito di usarlo cioè solo come estrema ratio. Perchè?
Perchè non credo di conoscermi tanto da poter prevedere che uso ne farò.
Cioè, sono cosciente che l'uso che ne farò non coinciderà necessariamente con l'uso che dichiaro di fare, perchè non tutto il mio agire dipende dalla mia coscienza.

Io sono bravo e caro, ma non mettetemi alla prova, potreste non uscirne vivi.
Io non credo di essere diverso da tutti quelli che popolano le patrie galere, a parte che sono stato (finora) più fortunato di loro.
#108
Percorsi ed Esperienze / Re: Il Proprio Valore
21 Settembre 2025, 03:01:56 AM
Citazione di: Enrico73 il 20 Settembre 2025, 15:59:08 PMHo provato a conformarmi, a vivere di titoli, incarichi, privilegi, piccoli o grandi successi, ma ho fallito. Cosi per sfuggire all'irresistibile e inconcludente oblio, costruisco e catalogo tutte le possibili versioni di me stesso. Nessun doppione ammesso! Si avranno così innumerevoli forme di un me che sarei potuto essere, alcune senza senso alcuno, altre cariche di troppo senso – frammenti di sogni infranti, echi di scelte mai fatte, simulacri di desideri repressi. La vista di questa ricca abbondanza di possibilità si rivela fonte di grandissima ispirazione, consolazione, ma anche di dolore: dà e toglie confini, ma soprattutto riporta a noi ed al caso il nostro modo di esistere, come se le nostre scelte non ci appartengano davvero.
Più che comprendere, condivido, e perciò comprendo, con l'aggravante che non sono pentito, anzi.
Non dico che sono perfetto, anche se non so che nome dare alle mie sindromi, ma io percepisco solo il muto dolore di coloro che non possono permettersi di fare pause nelle quali potersi dare un voto, accontentandosi del consenso interessato che hanno intorno a se.
Sospetto però che sia saggio sospendere il giudizio.
Diventi saggio, o torni ad esserlo, quando capisci come rendere innocuo il tuo sapere, senza doverlo dissimulare.

Dovremmo parlare da ''uomo ad uomo'' (nel senso umano del termine), e dovremmo parlare perchè, sempre in quel senso umano, siamo fratelli.
Se dopo aver parlato la nostra fratellanza non ne esce rafforzata, allora chiediamoci dive abbiamo sbagliato.


#109
L'uomo non ha un senso, perchè è la condivisione di un senso a farci uomini.
Non è l'estetica a farci uomini, anche se  questa potrebbe essere una affermazione semplicistica, perchè magari è proprio il perseguire un senso a darci forma.
Chi non pratica l'arte può credere che sia una questione di estetica, ma l'estetica e la tappa  di un processo faticoso quanto soddisfacente, che non si arresta, in cui ci ferma ogni tanto , come per ammirare un tramonto, senza conoscere tutto il lavoro che c'è dietro.
#110
Citazione di: Caramello il 21 Settembre 2025, 00:20:54 AMNei testi che ho scritto parlo proprio di questo! L'arte è un linguaggio antropologico universale: per me non nasce come "decorazione" ma come primo gesto filosofico, un modo per dire "sono" nel mondo.
In una realtà in continuo divenire, siccome la fotografia come l'atto conoscitivo richiedono tempo, come fa una a produrre  foto non mosse e l'altro le cose in se?
Se sulla parete della caverna vedo ciò che non c'è, lo posso ''ricalcare''. Tutti adesso possono riconoscere sulla parete un cervo che non è un cervo, perchè condividono il meccanismo della visione del cervo.
Il cervo che vedo non è un cervo, perchè è un simbolo, che a rigore richiederebbe un accordarsi preventivamente sul fatto che quel simbolo corrisponda un cervo.
Quando il simbolo smetterà di essere un cervo l'accordo si renderà necessario.
Abbiamo così reso necessario ciò che a priori non lo era.
Somiglia a quella barzelletta in cui i pazzi ridono pronunciando un numero.

Ridurre il cervo a immagine è come negarlo, perchè l'immagine non è il cervo.
Ridurre l'immagine a simbolo è una seconda negazione, in una successione di astrazioni senza un limite preciso.
Un processo di successive astrazioni, che,  ripercorse all'indietro, non ci fanno più ritrovare il concreto punto di partenza, e il processo inverso si ferma solo se fissiamo in accordo un ipotesi.
Non abbiamo detto nulla della verità, perchè in effetti è stata un catalizzatore del processo che non si ritrova fra i componenti finali della reazione.
La condivisione, o la tensione ad essa, è sempre stata presente invece, palesandosi a priori, o da ricercare a posteriori per dare al tutto un senso.

Qual'è il senso dell'uomo?
Nessuno. E' il condividere un senso a farci uomini.
E' invertendo le priorità che si formulano domande senza senso.
 

#111
Citazione di: Enrico73 il 19 Settembre 2025, 15:41:37 PMImmagina un superpotere, quasi una stregoneria: il dono di vedere qualcuno per quello che è, nella sua essenza o anche solo in una parte di essa.

..........
Una sorta di ringraziamento a chi ci ha visto ed a chi ci ha restituito la speranza di vederci e di vedere gli altri, la speranza di accogliere senza giudizio o aspettative senza che tutto debba per forza avere una collocazione chiara e netta.
Il ''dono'' di vedere qualcuno per ''quel che è'' ce l'abbiamo tutti e si chiama pregiudizio.
Per essere accolti dunque, non per quello che si è, ma per essere accolti e basta, occorre togliere gli occhiali del pregiudizio, perchè quello che siamo nessuno lo sa.

Si consideri però che il pregiudizio è cosa positiva, perchè senza non avremmo alcuna apparenza di realtà, il che sembra davvero una stregoneria.
Chi è il nostro prossimo, noi non lo sappiamo davvero, e il solo dono che possiamo fargli è vincere la paura dell'ignoto.
Non è cosa logica da farsi. Si chiama infatti amore.
Se il pregiudizio ci fa vedere, l'amore ci fa stravedere,  azzerando l'apparenza, rendendoci ciechi.
#112
Il silenzio in se non esiste, ma è il risultato della nostra capacità di ignorare i suoni.
Volendo quindi fare una analogia con la nostra interiorità, il ''silenzio interiore'' si raggiunge avendo la capacità di ignorare gli avvenimenti, compresi quelli tragici, che ci stanno attorno, il che in condizioni di sovracarico emotivo può essere salutare, ma non lo è in generale, perchè significa comportarsi da ''incoscienti''.
L'analogia così come è stata proposta, e come in effetti si propone solitamente, si basa sulla nostra ignoranza di quanto sia sensibile il nostro udito, perchè esso lavora perlopiù sotto la soglia della coscienza, diversamente dalla vista, che perciò consideriamo erroneamente come il nostro senso principale.
Chi assegna alla coscienza grande valore, limitandosi magari solo a ridefinirà, come pre-conscio, o altro, mediti su ciò.
I nostri sensi fanno uso della coscienza solo quando serve, e quando non la usano è perchè non è utile farlo.
In casi eccezionali può essere però utile ridefinire il peso.
I ciechi ad esempio hanno maggior coscienza delle nostre capacità uditive.

La coscienza esiste, e va usata quando serve.


#113
Citazione di: Enrico73 il 19 Settembre 2025, 20:33:22 PMIo so di non sapere e le domande sono solo la convenzione che abbiamo per cercare di sfuggire dall'ignoranza. Cosa ne pensi?
Benvenuto Enrico.
Sapere di non sapere è il punto di arrivo.
Il punto di partenza è non sapere di sapere.
Le domande trasformano il sapere in ignoranza.
Quello che credi di sapere, appena te lo chiedi, non lo sai più.
E non lo dico io, ma Sant'Agostino.

Quello che dico io è che l'unica possibilità di dare una risposta a una domanda è trasformarla in un affermazione.
 Ad esempio, Sant'Agostino si chiede cos'è il tempo, e non sa rispondere. Cosi scopre di non sapere quello che credeva di sapere.
Gli scienziati hanno dato una risposta, dando una definizione di tempo, ma il significato che ha per noi il tempo non coincide con la loro definizione.
#114
 La risposta giusta ad ogni domanda è che la domanda è sbagliata.

Le domande non hanno una risposta, perchè diversamente  non ce le faremmo.

Sappiamo sempre le risposte finché non ci facciamo le domande.

Quando troviamo risposta ad una domanda, è perche abbiamo cambiato il significato dei suoi termini.
Per cambiare il significato di un termine basta definirlo.

#115
Tematiche Spirituali / Re: Inventare una nuova religione
18 Settembre 2025, 23:07:27 PM
Citazione di: Duc in altum! il 18 Settembre 2025, 22:27:26 PMEsatto, coscienza e conoscenza.
Infatti, le tre C del cristianesimo, spiegano questa realtà:
1) Credere in Dio
2) Conoscere Gesù
3) Cooperare con lo Spirito Santo

Sono 3 passi inevitabili (anch'essi! :))): Fede, Conoscenza, Coscienza... straordinario!

Pace & Bene
Si, però quando scovo una fede nascosta, nel migliore dei casi la trasformo in ipotesi, quando non la nego e basta.
Una fede per me è una gabbia. Ci sto bene finché non la vedo.
#116
Tematiche Spirituali / Re: Inventare una nuova religione
18 Settembre 2025, 18:14:43 PM
Citazione di: Alexander il 18 Settembre 2025, 14:52:31 PMBisogna considerare anche che la fede potrebbe essere una risposta biologica allamancanza di senso della vita.

Mi sembra una buona ipotesi.
Se un senso della vita esiste, come siamo arrivati fin qui, seguendolo, senza conoscerlo?
Non sappiamo dove andremo a parare, ma cosa può esservi di peggio se non...restare imbottigliati seguendo un senso obbligato ?
L'evoluzione non segue un senso. Non ne ha bisogno, e anzi potrebbe essergli di impiccio.
Essa si affida al caso in diversi modi, e uno di questi è disporre di un congruo numero di individui provvisti di libero arbitrio, di modo che, essendo le loro scelte imprevedibili, equivalgano perciò a scelte casuali.
Essi devono essere quanto più lontani dal comportarsi come materia, la quale ha un senso che segue senza eccezioni.
Si potrebbe dire che l'evoluzione è pò vigliacca, perchè non prende mai chiaramente posizione, però in questo modo non sbaglia mai.
La ricerca di senso,  porre fede in un senso, è essenziale perchè un individuo cosciente svolga la funzione assegnatagli  dall'evoluzione.
Quella nella coscienza è una fede per molti non cosciente, una fede nascosta, ma alla fine la coscienza è un modo di verso di fare le stesse cose.
Io dichiaro la mia fede che la coscienza sia ciò che caratterizza la vita, ciò non esiste vita non cosciente.

#117
Citazione di: Kob il 18 Settembre 2025, 16:29:04 PMNaturalmente all'uomo della conoscenza (così lo chiama Nietzsche, intendendo l'uomo innamorato del sapere, il filosofo) la scienza in senso stretto si manifesta come sapere depositato nei testi. Non come una prassi esercitata all'interno di un laboratorio.
Noi, in quanto uomini della conoscenza, desideriamo comprendere. E non possiamo accettare che qualcosa che amiamo possa rimanere fuori dalla nostra portata. Non si tratta del sogno di un nuovo enciclopedismo – sarebbe ridicolo. Ma che anche le basi della scienza moderna (compresa quindi la sua struttura matematica) debbano essere fuori dalla nostra portata... no, questo non possiamo accettarlo.
Adesso il tuo intento mi risulta molto più chiaro.
AI, può essere molto di aiuto, nel modo in cui ne hai detto.
Ma non risolve il problema.
Il problema è: come faccio a comprendere qualcuno che si esprime in una lingua che non conosco?
La risposta è imparando la lingua, almeno a un livello basico.
Per Sean Carroll, nel suo ''Spazio, tempo, e movimento'', però è quanto basta, come promette.
Egli scrive, una cosa è dire che ''la massa e l'energia causano la curvatura dello spaziotempo'', un altra è leggere l'equazione di Einstein.
Puoi leggere tutte le spiegazioni che vuoi, ma finché non capisci questa equazione, non capirai davvero la teoria di Einstein.''

Detto ciò io non dispero che si possano trovare altre strade, cercando fra gli attrezzi dei filosofi.
Quanto sia immane però il compito deve essere chiaro.
In sostanza ci proponiamo di evitare la via diretta, sperando che quella più tortuosa possa essere più agevole, e tutti possano avervi più facile accesso.

Il tema che poni è comunque centrale, e riguarda il rischio di essere tagliati fuori dalla cultura, pur con tutta la nostra volontà di restarvi aderenti.

Sempre secondo Sean Carroll comprendere il linguaggio matematico è un lavoro che richiede una vita intera, per soli specialisti.
Tuttavia gran parte del loro lavoro consiste nel risolvere equazioni, e trovare la soluzione di un equazione può impegnare l'intera vita di un fisico.
Noi non dobbiamo risolvere equazioni, ma comprendere le equazioni, e non è un compito facile, ma comunque alla portata di chi ne ha voglia.
L'intelligenza artificiale può più proficuamente sollevare i fisici dal trovare le soluzioni delle equazioni, perchè lei è più brava a farlo, o comunque ci mette molo meno tempo.
#118
Tematiche Spirituali / Re: Inventare una nuova religione
18 Settembre 2025, 13:29:44 PM
Citazione di: InVerno il 18 Settembre 2025, 08:59:11 AMMa questo teorema dell'inevitabilità della fede funziona anche con gli animali? Voglio dire, mi sembra che si comportino in maniera piuttosto morale, limitando la violenza al necessario, curando la prole, accudendo i compagni, lo fanno per qualche imperativo imposto dal dio cervo?
L'inevitabilità della fede mi sembra una buona ipotesi.
Io pongo più l'accento sulla nostra capacità di credere che inevitabilmente porta ad acquisire fedi.
Possedere una fede mi sembra cioè la normalità, ma è la capacità di credere che mi sembra straordinaria.
Dichiarare una fede significa averne coscienza.
Se gli animali ne avessero coscienza sarebbe un dio cervo.
Per dichiarare la propria fede bisogna superare una prova difficile, il senso del ridicolo che un Dio , cornuto o meno che sia, possa suscitare.
Non è una prova che noi due possiamo superare.
Credo però che possediamo molte fedi non dichiarate, e perciò al riparo dal senso del ridicolo.
Noi crediamo di poter riconoscere i cervi dalle corna, ma sono convinto che comportandoci da cervi all fine   le corna ci spuntano.


#119
Citazione di: Kob il 18 Settembre 2025, 11:20:08 AMIl mio problema in quanto uomo della conoscenza, cioè uomo che è stato contagiato dalla filosofia, è delineare un modo nuovo di praticare la conoscenza. Ecco perché questo tentativo di lettura della Gaia scienza.

Se per te ''L'interpretazione della scienza, in generale dell'impresa scientifica attuale, da questo punto di vista, è secondaria, cioè per quanto ineludibile non è l'oggetto della discussione.'', e per quanto, grazie alla tua ottima esposizione, posso verificare una buona coincidenza fra il mio pensiero e quello di F.N., dal resto che aggiungi deduco solo che la conoscenza , nella forma attuale di scienza, sia per te solo fonte di delusione, non soddisfacendo le tue aspettative.
Però io credo che tu ed io, in quanto singoli, non possiamo non vedere l'impresa scientifica come un fatto, in quanto impersonale è i suo creatore, per quanto ognuno di noi vi contribuisca.
In quanto fatto, il volervi prescindere a cosa può portare di nuovo, se non a un distorsione dei fatti?

Nel caso questa insoddisfazione fosse dovuta alla constatazione dell'aridità cui è divenuta la materia, secondo me sbagli.
Cercare di fare a meno della metafisica ha solo chiarito quale sia il suo ruolo insostituibile.

Sarà interessante seguire l'evoluzione del tuo pensiero, perchè comunque è un piacere leggerti.
#120
Tematiche Spirituali / Re: Inventare una nuova religione
18 Settembre 2025, 01:57:43 AM
Citazione di: Duc in altum! il 17 Settembre 2025, 22:35:55 PMMa che scherzi?!
Io ho sempre ribadito che ognuno è libero di credere in quel che vuole... io in Gesù, tu nella ragione, un altro nel buddismo, ecc. ecc.
Ciò che ribadisco è semplicemente che non esiste qualcuno che può vivere senza avere fede... quindi non accetto che ci si presenti (per convenienza o astuzia) come non credente in Pinco, invece di comunicare (e quindi giocare ad armi pari) l'essere credente in Pallino!
Facile smontare le altrui fedi, difficile trovare le proprie, prima ancora che doverle ammettere.
Lo si capisce quando ci si inizia ad arrampicare sugli specchi, come quando si parla relative verità o di ragionevoli emozioni.