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Messaggi - Ipazia

#106
Si ci sonno assonanze, in particolare sul falso e fin troppo enfatizzato nichilismo:

"Ripartiamo da ciò che gli stessi 'nichilisti' (come errando continua a chiamarli la philosophica opinio, che non è filosofia), a partire da Schopenhauer e Nietzsche, ritengono incontrovertibile: ogni caso è e non può non essere...pg 295"

Cacciari cerca di fare il divulgatore mediatico, ma sui libri indossa l'aura professorale, ed anche in pubblico (vedi bobmax) ha difficoltà a comunicare il suo logos ;D

Il libro comunque merita lo sforzo (di lettura e traduzione) perchè è un onorevole tentativo di trarre la filosofia dalle secche in cui la dominante macchina scientista cerca di renderla inoffensiva ed ancella servile.
#107
Prolisso lo è certamente, ma l'erudizione regge i concetti e alla fine è con quelli che bisogna confrontarsi. Io cerco di farlo, trattenendo ciò che trovo chiarificante e affinante la mia visione del mondo. I filosofi professionisti sono fatti così: qualche buona intuizione e tanta zavorra. Tengono famigghia e il numero di pagine fa punteggio. E una volta trovato il filone buono, per quanto liquido sia, ci si naviga ad libitum.
#108
Agghiacciante come l'evoluzione dei marmocchi straviziati di un occidente in cui conta solo la roba, inclusa la vita propria e soprattutto altrui, come roba intesa. Dal Verga ad oggi ne ha fatta di strada la civiltà capitalistica della roba.
#109
"Metafisica concreta" di Cacciari tratta l'oggetto di questa discussione e lo fa tenendo conto di tutte le posizioni metafisiche fin qui inveratesi nella storia della filosofia. L'evoluzione attuale la sussume piuttosto alla categoria del Ni-ente che del Nulla, illuminando così la vexata quaestio del nichilismo, oltre le nebbie in cui restò immerso lo stesso pensiero nicciano ed epigoni.

Passando all'operatività dei concetti, ni-entificare è l'opposto dialettico del nullificare. L'atto del nichilismo è la nullificazione dell'altro (padrone-schiavo; uomo-natura) ridotto ad oggetto di un dominio assoluto. La nientificazione è al contrario la rinuncia al dominio dell'entificazione, per un atteggiamento metafisicamente (e politicamente) più rispettoso dell'alterità, inclusa la sua reticenza ad essere dominata da un logos "infelice" e totalitario.

Vi si scorge una analogia con la "critica della ragion cinica" in cui si distingue tra il nichilistico Zynismus del potere, e l'opposto dialettico del Kynismus, risalente a Diogene cinico, che quella narrazione nega.

Ni-entificare è prendere atto della natura convenzionale, funzionale, dell'(ess)ente e della impossibilità di ricondurlo ad una "cosa in sè", ad una essenza, sostanza, ousia "to ti en einai". Ovvero all'Essere.

Da rideclinare in una ontologia aggiornata. E concreta. Avendo imparato a come non perdersi nell'essere. E pure nel non-essere nichilista, ridefinito pur'esso nella sua concretezza metafisica e sociale.
#110
Cinema, Serie TV e Teatro / Re: Teatro e dintorni
05 Settembre 2024, 07:37:58 AM
La qualità della narrazione è tutto a teatro. Così come nella vita. In fondo sempre di logos si tratta. Di archè ...
#111
Citazione di: Koba II il 26 Agosto 2024, 13:27:34 PMCacciari, che conosco solo per la lettura e rilettura di "Metafisica concreta" (un grande libro di filosofia, veramente notevole), evidentemente crede nell'elemento politico della filosofia, e non si risparmia.

Libro ostico fino a pg 200 dove insiste sull'ente e la sua irreperibile ousia. Più facile nel momento topico di passaggio dall'ente al ni-ente, probabilmente perché il ni-ente è più infiltrato nella nostra attuale visione del mondo, dopo millenni di disperati tentativi, usando la grammatica cacciariana, di entificazione ed esistentificazione del reale.

Qui il già ottuagenario "maestro del pensiero" vuole dare la sua zampata finale, concreta,  Wirkende, alla storia e destino della filosofia. Che è in fondo la stessa storia e destino dell'episteme tutta.

Una lettura decisamente importante - rimemorante qua e là il Cacciari perennis degli anni ruggenti nella forma e nei contenuti - per gli aspiranti filosofi, con dizionari di greco, latino e tedesco al seguito. Ma alla fine si capisce (quasi) tutto.
#112
Indubbiamente esiste anche una ideologia Antiscienza, demonizzante tutto ciò che la tecnoscienza produce. Banchettante trionfalmente di fronte all'imbufalimento della $cienza, di cui la covidemia è stata l'equivalente di Hiroshima 1945.

(Il diavolo non fa i coperchi, ma in quel caso pure la pentola gli è riuscita male)

La soluzione filosofica è evitare di rendere ideologico ciò che non lo è: la scienza-epistéme. Epistemologia aiuta.

Riguardo alla $cienza, la risposta non può che essere politica, rafforzata da tutto ciò che è umanesimo, filosofia umanistica. Senza sconto tattico o mitologico alcuno.
#113
Tematiche Filosofiche / Re: Credete nel libero arbitrio?
04 Settembre 2024, 11:48:20 AM
In realtà è il concetto "Nulla" ad essere un prodotto della materia divenuta cogitante. Siamo alle solite con la (vetero)metafisica: realtà capovolta, nella visione delle cause e degli effetti. Con distorsione ontologica al seguito. Una volta capovolta la realtà, tutto è possibile per l'immaginario cogitante.

Perfino la fisica moderna comincia a dubitare che esista uno spazio vuoto, equivalente fisico del Nulla metafisico. La teoria quantististica ha quantizzato la dimensione spaziale, rendendola un ordito granulare in cui i fenomeni tessono le loro trame.

Tempi grami per il Nulla, che permane solo nella domanda di senso antropologico. Peraltro facilmente riempibile, come afferma l'esistenzialismo meno tanatofilo.
#114
Racconti Inediti / Re: QUEL MONDO DI NEBBIE
04 Settembre 2024, 07:16:12 AM
Gli asperger sono solitamente più sintetici nelle loro acute riflessioni, ma un asperger maturo può anche esprimersi così,  quando decide di farlo. Il loro essere parziamente immunizzati dal baccanale antropologico li spinge a profondità insondabili per noi baccanti e quando ce ne fanno dono è di valore inestimabile. Il modo con cui possiamo sdebitarci è il contatto fisico, più incisivo di qualsiasi ragionamento. Come accenna pure il racconto, cogliendo all'unisono, con l'asperger che è in noi, il loro attimo.
#115
Il con-testo era diverso: grandi spazi aperti tra cielo e mare e l'eco soltanto delle cicale.

Ti dò un altro breve assist più antropico. Di un corteggiatore pressante scrissi:

Se le tue dita non fossero
Lame affilate in cerca
Di una preda in più
#116
Citazione di: niko il 03 Settembre 2024, 13:44:01 PMIpazia, uno potrebbe anche non essere d'accordo nel merito, ma se presenti abilmente la discussione come una dismbiguazione delle tue stesse e frequentemente usate parole e' chiaro, che siamo tutti d'accordo  :D

L'argomento resta la scienza e il suo oggetto ontologico. Il mio "glossario" è a latere e serve a esplicitare la mia posizione a riguardo, che non pretende alcun accordo a prescindere.

@knox

Se l'episteme moderna si limitasse a rendere innegabili le sue proposizioni, sarebbe comunque sempre vincente. Bisogna però vedere con che mezzi lo fa e si ricade nella mia fenomenologia. Non credo però che questo potere sia così inscalfibile. Aletheia prende le scale e prima o poi arriva.

Gli antichi forse credevano ad una verità assoluta, perseguibile con vari dosaggi di misticismo religioso, esoterismo e tarocchi logici. Ma la barriera socratica dimostra come anche allora i più sapienti non si facessero troppe illusioni sulle facoltà cognitive umane. Per cui una episteme contestuale è il massimo che ci si potesse attendere fin dalla notte dei tempi filosofici. E oggi sappiamo che è così.

Poi si può giocare con l'apparire contrapposto all'essere, ma alla fine tutti si attendono che quando premi il pulsante della luce, la luce si accenda. E quando ciò accade siamo nell'ambito epistemico.
#117
Mi venivano improvvise le quartine, come la seguente, durante una splendida traversata a piedi delle Cinque Terre liguri, in un tratto petroso e selvaggio, il cui unico segno antropico erano basse viti dall'apparenza antica.

Su pietre consumate
come d'antichi imperi
scivola il mio corpo
di giovane animale
#118
"Verità" a km zero in tempo zero. Con l'immancabile esperto che non sa di non sapere. Tanto l'importante è imbonire.
#119
Citazione di: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 03:36:31 AMse è così la scienza non dice verità , ne conoscenza certa , quindi nulla a che fare con  l'attributo dell episteme, ma solo un interprestazione al momento funzionante ed esatta. ovvero in accordo con le osservazioni fatte fin ora.
L'episteme "sa di non sapere" fin dai tempi di Socrate. Può solo disvelare, rimuovere il buio lethe da tratti prossimi del reale per poter avanzare. Anche metafisicamente l'episteme aveva meno illusioni dello scientismo attuale e quindi una scienza-episteme è un salutare ritorno a casa della verità possibile. Accumulando indizi e prove a favore di una migliore rappresentazione della realtà, come fece Galileo.

Con ricadute importanti sull'intera scienza astronomica che vanno aldilà dell'apparire e speculare antropologico. E pure sulla metafisica che impara a districarsi, relativizzandoli, dai dogmi.
#120
"poiesis vuol dire creare
ed ogni parto è dolente"

scrissi quando avevo velleità poetiche. "dolente" rimava con "indifferente". Però chiunque abbia sperimentato la scintilla poetica, magari un solo verso, sa quanto gioioso possa essere questo parto.