CARLO
E' proprio per evitare degli irritanti "ipse dixit" che ho proposto delle esperienze concrete sulle quali misurare le idee di Jung. Non ho parlato delle mie "visioni" per esibizionismo, o per vanagloria (c'è poco da vanagloriarsi di esperienze che la mentalità comune associa a gravi disturbi mentali), ma solo per mostrare quanto esse siano profondamente coerenti con la teoria di Jung e con nessun'altra teoria attualmente esistente, né in campo scientifico, né in campo psicologico, né in campo filosofico.
Dovrebbe generare stupore, sorpresa, cusiosità, non irritazione, il fatto che una teoria formulata nella prima metà del secolo scorso (e derisa dai più) sembri essere stata costruita ad hoc su esperienze che qualcuno (io) ha vissuto trent'anni dopo la morte del suo elaboratore. Se c'è irritazione, l'ipse dixit è l'ultima delle ragioni a cui ci si possa appellare, visto che in questo NG non c'è ombra di lamentele nei confronti di chi fa massiccio uso di autentici ipse dixit, riferiti, per esempio, a Kant, Nietzsche, Hume, e altri numerosi filosofi che non portano a sostegno delle loro tesi che il loro ...dixit. Lascio alla tua intelligenza (peraltro notevolissima) la ricerca delle vere ragioni di tanta irritazione (che non riguarda solo te) verso gli argomenti che propongo.
Io ho solo parlato di inconsueta attività neurale dei nuclei del lobo prefrontale destro, e precedentemente avevo espresso la cosa in termini di mia minore attività (del lobo); a te non ascrivevo nessunissimo tipo di "patologia", e nel concepire l'esperienza religiosa come maggiore o minore attività del lobo (qualunque esso sia, ma c'è; il fatto è che non posso ricordarmi tutto) non significa attribuire giudizi di valore a questa attività neurale più o meno intensa.
Altro discorso per i "mistici", conoscerai meglio di me la S. Teresa del Bernini; che altro devo dire che non sia stato detto sulla mistica femminile.
Su quella maschile manco inizio a documentarmi perchè vorrei conservare ancora un miserrimo senso del sacro.
CARLO
Dovrebbe generare stupore, sorpresa, cusiosità, non irritazione, il fatto che una teoria formulata nella prima metà del secolo scorso (e derisa dai più) sembri essere stata costruita ad hoc su esperienze che qualcuno (io) ha vissuto trent'anni dopo la morte del suo elaboratore.
Si, ma la questione non è ne dubitare della tua esperienza, (a parte l'ironia sul pisolino postprandiale, ma quella è la suora di kant...) ne discutere la teoria junghiana.
La questione è che l'esperienza personale viene positivamente riferita quando "funziona" per l'individuo che la esperisce.
Per te ha funzionato, e l'hai vissuta come rivelazione o come esperienza reale degli archetipi.
Il fatto che la teoria junghiana abbia funzionato è perchè hai "strutturalizzato" la tua esperienza sull'impalcatura junghiana e questa faccenda ha funzionato.
Se non avessi tu, avuto a disposizione la "struttura junghiana" avresti elaborato la tua esperienza inquadrandola in un altra struttura, e se questa struttura non ti avesse restituito senso, ne avresti cercato od elaborato un altra.
Avresti autonomamente "processato" tutte le fasi archetipe (siamo con Jung ed ammettiamo esistano) e le avresti processate cercando di salvaguardare l'integrità dell' Io, che è poi lo "scopo" di tutta la danza.
Avresti elaborato l'esperienza archetipica a seconda dei mezzi che avresti avuto a disposizione, e questo avrebbe portato ad una "risoluzione positiva o negativa" oppure ad una qualche "sintesi".
Riuscire ad elaborare "positivamente" un "conflitto" è secondo me una "cosa" che non può attestare la validità generale di ciò che ha "risolto" il conflitto. Ha funzionato ? Benissimo, meglio per tutti.
E' proprio per evitare degli irritanti "ipse dixit" che ho proposto delle esperienze concrete sulle quali misurare le idee di Jung. Non ho parlato delle mie "visioni" per esibizionismo, o per vanagloria (c'è poco da vanagloriarsi di esperienze che la mentalità comune associa a gravi disturbi mentali), ma solo per mostrare quanto esse siano profondamente coerenti con la teoria di Jung e con nessun'altra teoria attualmente esistente, né in campo scientifico, né in campo psicologico, né in campo filosofico.
Dovrebbe generare stupore, sorpresa, cusiosità, non irritazione, il fatto che una teoria formulata nella prima metà del secolo scorso (e derisa dai più) sembri essere stata costruita ad hoc su esperienze che qualcuno (io) ha vissuto trent'anni dopo la morte del suo elaboratore. Se c'è irritazione, l'ipse dixit è l'ultima delle ragioni a cui ci si possa appellare, visto che in questo NG non c'è ombra di lamentele nei confronti di chi fa massiccio uso di autentici ipse dixit, riferiti, per esempio, a Kant, Nietzsche, Hume, e altri numerosi filosofi che non portano a sostegno delle loro tesi che il loro ...dixit. Lascio alla tua intelligenza (peraltro notevolissima) la ricerca delle vere ragioni di tanta irritazione (che non riguarda solo te) verso gli argomenti che propongo.
Io ho solo parlato di inconsueta attività neurale dei nuclei del lobo prefrontale destro, e precedentemente avevo espresso la cosa in termini di mia minore attività (del lobo); a te non ascrivevo nessunissimo tipo di "patologia", e nel concepire l'esperienza religiosa come maggiore o minore attività del lobo (qualunque esso sia, ma c'è; il fatto è che non posso ricordarmi tutto) non significa attribuire giudizi di valore a questa attività neurale più o meno intensa.
Altro discorso per i "mistici", conoscerai meglio di me la S. Teresa del Bernini; che altro devo dire che non sia stato detto sulla mistica femminile.
Su quella maschile manco inizio a documentarmi perchè vorrei conservare ancora un miserrimo senso del sacro.
CARLO
Dovrebbe generare stupore, sorpresa, cusiosità, non irritazione, il fatto che una teoria formulata nella prima metà del secolo scorso (e derisa dai più) sembri essere stata costruita ad hoc su esperienze che qualcuno (io) ha vissuto trent'anni dopo la morte del suo elaboratore.
Si, ma la questione non è ne dubitare della tua esperienza, (a parte l'ironia sul pisolino postprandiale, ma quella è la suora di kant...) ne discutere la teoria junghiana.
La questione è che l'esperienza personale viene positivamente riferita quando "funziona" per l'individuo che la esperisce.
Per te ha funzionato, e l'hai vissuta come rivelazione o come esperienza reale degli archetipi.
Il fatto che la teoria junghiana abbia funzionato è perchè hai "strutturalizzato" la tua esperienza sull'impalcatura junghiana e questa faccenda ha funzionato.
Se non avessi tu, avuto a disposizione la "struttura junghiana" avresti elaborato la tua esperienza inquadrandola in un altra struttura, e se questa struttura non ti avesse restituito senso, ne avresti cercato od elaborato un altra.
Avresti autonomamente "processato" tutte le fasi archetipe (siamo con Jung ed ammettiamo esistano) e le avresti processate cercando di salvaguardare l'integrità dell' Io, che è poi lo "scopo" di tutta la danza.
Avresti elaborato l'esperienza archetipica a seconda dei mezzi che avresti avuto a disposizione, e questo avrebbe portato ad una "risoluzione positiva o negativa" oppure ad una qualche "sintesi".
Riuscire ad elaborare "positivamente" un "conflitto" è secondo me una "cosa" che non può attestare la validità generale di ciò che ha "risolto" il conflitto. Ha funzionato ? Benissimo, meglio per tutti.