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Messaggi - daniele22

#106
Citazione di: Adalberto il 15 Febbraio 2025, 20:47:05 PMTranslator
 
 
Non so se Trump e Putin siano o meno gangster in doppiopetto, ma certo sono ur-fascisti.
 Mi riferisco a Umberto Eco che segnalava  il riaffiorare costante nella storia di questo ur-fascismo che si manifesta sempre sotto spoglie diverse, ma con sostanza uguale. Quella di una autorità che dialoga direttamente con il popolo scavalcando la  pretesa di impersonare un Popolo e la sua idealizzata volontà.
Lo scopo invece è quello di soggiogare le masse smarrite nei momenti di crisi affascinandole con una  oratoria semplificatoria, una gestualità teatrale  e soprattutto proclami roboanti.
Sono tecniche di psicologia delle folle enunciate e denunciate dal lucido Le Bon più di un secolo fa.
Nessuno si consoli pensando all'età di Trump e Putin che presto o tardi verranno sostituiti.
Già è in pista la versione  tech di Musk.

L'Europa sarà in grado di reggere l'urto?

Ciao Adalberto. Umberto Eco, per quello che so, è stato l'unico intellettuale ad associare il fuoco alla conoscenza in senso non metaforico. Se aveva chiara quest'idea di sicuro aveva chiare pure le dinamiche della "legge del più forte", senza stare lì a definire troppo. Saluti
#107
Citazione di: Eutidemo il 14 Febbraio 2025, 19:04:56 PM
Coloro che sono poco informati circa gli intimi rapporti tra Trump e Putin, penseranno che la mia sia solo una premessa di carattere pregiudiziale; ma, evidentemente, non hanno letto "Casa Trump e Casa Putin", di Craig Unger in epoca non sospetta, 2009; un libro che descrive in modo molto dettagliato e molto documentato le interazioni affaristiche e delinquenziali tra i due attuali leader mondiali, al di là di ogni affinità ideologica.
***
Ma, ovviamente, nulla può un singolo libro contro la propaganda congiunta dei due più potenti leader mondiali; a parte Xi Jinping (習近平, 习近平) che fa da sponda ad entrambi a seconda delle circostanze a lui più favorevoli.
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PREMESSA
Tra i due vasi di ferro, l'Europa rischia di fare la classica fine del "vaso di coccio" tra i due "vasi di ferro", di Esopiana memoria.
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Occorre però considerare che:
- gli abitanti dell'Unione Europea sono ben 450.000.000, a fronte di 340 Milioni  di Yankee, e di 116 milioni di abitanti dell'Impero Russo (di cui solo parte sono veri Russi, mentre gli altri sono soltanto loro sudditi coloniali);
- dal punto di vista tecnologico, urbanistico e culturale, gli Europei sono molto avanti rispetto ad entrambi (per questo Trump vuole dazi sui prodotti di consumo).
***
Sotto il "profilo militare", invece, attualmente sono senz'altro preponderanti (anche singolarmente considerati) sia gli USA che la Russia.
Però, se l'Europa si riarmasse, le cose cambierebbero di molto!
Tanto è vero che la Germania ed i suoi pochi alleati europei (solo Italia, Ungheria e Romania), resistettero per ben tre anni alle forze alleate, dieci volte più potenti sul terreno; per cui, "ceteris paribus", secondo me, "tecnicamente", a tavolino, la guerra l'avrebbero vinta loro!
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TRUMP E PUTIN, CULO E CAMICIA!
Ma il tema di questo Topic, non è certo di natura "storica" e "geopolitica", al cui riguardo si possono avere le opinioni più disparate; il  tema di questo Topic, invece, riguarda come la "geopolitica" sia stata subdolamentente influenzata dagli intimi rapporti politico- affaristico-economici di Trump e Putin, a livello strettamente personale  (anche se, ovviamente, si è cercato di dissimularli il meglio possibile agli occhi dei "babbei" occidentali, anche grazie all'intervento dei subdoli TROLL sul molti NETWORK).
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"Casa di Trump, Casa di putin", è la prima indagine completa sulla relazione decennale tra Donald Trump, Vladimir Putin e la "Mafia Russa" (di cui, almeno secondo la nostra intelligence, l'MI6 e quella Francese, è il capo indiscussso); un legame che ha aiutato Trump ad arrivare alla Casa Bianca per ben due volte.
Ho detto "aiutato", come fece Sam Jancana con Kennedy, non certo  "portato"!
Una storia avvincente che inizia negli anni settanta – quando Trump fa la sua comparsa nel settore immobiliare di New York, un mondo pieno di soldi e in espansionei. Quel giorno segna il punto di arrivo del lungo progetto russo di indebolire la democrazia occidentale attraverso un presidente "compromesso".
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A dire il vero, si trattava di progetto che era cominciato trent'anni prima, quando la mafia russa puntò le proprietà di Trump per "riciclare" il proprio denaro sporco, e che ha portato gli oligarchi di Putin e i boss mafiosi a salvare il tycoon da una serie di clamorosi fallimenti dei suoi hotel e casinò ad Atlantic City.
Questa è storia!
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Tutte le "intelligence" del pianeta, infatti, sanno benissimo che gli  affari immobiliari di Trump sono diventati il veicolo perfetto per riciclare miliardi di dollari della Mafia Russa degli anni '90, più o meno diretta da Putin.
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Questo lo sanno tutti gli operatori mondiali di intelligence, però, in "Casa di Trump, Casa di Putin", Craig Unger segue le tracce dell'alleanza tra le alte sfere della politica americana e i protagonisti del mondo sommerso della mafia russa. Documenta l'ascesa di Trump da magnate immobiliare alla più alta carica del paese. Descrive la rinascita russa dalle ceneri dell'Unione Sovietica così come il suo incessante desiderio di rivalsa contro l'occidente, per reclamare il suo ruolo di superpotenza globale.
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Forse questo, almeno secondo me, è un po' esagerato; ma non c'è dubbio che, senza Trump, alla Russia sarebbe mancato un elemento chiave per tornare alla sua grandezza imperiale.
D'altronde, senza la Russia, Trump (forse) non sarebbe presidente, con quei suoi capelli assurdi e la sua ridicola cravatta "sottopanza" .
Il libro di Craig Unger, ed i suoi circostanziali documenti comprobatori, è una lettura essenziale per comprendere i veri poteri che manovrano nell'ombra il mondo in cui viviamo.
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CONCLUSIONE
Il progetto di Trump per concludere la pace in Ucraina, non è altro che la copia del progetto di Mussolini per evitare la guerra in Cecoslovacchia (dettatogli sottobanco da Hitler).
Cioè, una COLOSSALE PRESA PER IL CULO!!!
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Ovviamente, per gabbare i gonzi, Putin farà il "ritroso"; ma solo per ingannare i babbei.
A tal fine farà finta di essere riluttante su  qualche punto, per gettare fumo negli occhi; però accetterà senza problemi quello che avrà già concertato (più o meno segretamente) con Trump.
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Resta da vedere se l'Ucraina e l'Europa saranno tanto deboli (e/o cretine) da accettare  (come temo)!
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P.S.
Troll, risparmiatevi la fatica di contraddire l'ovvio; salvo che non siate tenuti per la parcella ricevuta, nel qual caso vi giustifico, perchè capisco che il qualche modo  bisogna pure sbarcare il lunario. :P

Ciao Eutidemo, già intuiamo che uno stato debba per forza di cose gestire affari strategici con la malavita. Se Putin fosse dunque il capo delle mafie russe, oltre che tenere la chiesa sotto controllo, bisogna proprio dire che sarebbe al top dei top in fatto di potere perché nemmeno Trump potrebbe così tanto. E mentre da una parte la Meloni cerca improbabili flirt con gli Usa dall'altra Al Bano, forse manovrato dalla propaganda russa, è lì che scalpita per il suo concerto da tenere sulla Piazza Rossa. Beh, Al Bano non è certo la Meloni, ma con un piede là e uno qua noi comunque ci siamo. Chi ci capisce qualcosa è davvero bravo, anche perché alla fine dovranno pur dire qualcosa a Zelensky. A proposito di empatia invece non capisco proprio come Mattarella si sia prodigato ad accostare la Russia alla Germania nazista, ma forse lui sa cose che noi non sappiamo circa la potenza di fuoco con la quale la Russia si impossesserebbe dell'Europa. Un saluto
#108
Tematiche Filosofiche / Re: Capisco di non capire.
12 Febbraio 2025, 18:21:57 PM
"What I can not create, I'll never know understand"
A me sembra una bella risposta indiretta alla prima domanda kantiana 

#109
Citazione di: anthonyi il 10 Febbraio 2025, 16:02:41 PMQuesto attiene alle idee di quelli che il partito lo fanno. Alla fin fine il discorso sui partiti si rivela strumentale perché alla base ci sono sempre i cittadini che i partiti devono farli funzionare.
Certo anthonyi, tutto dipende da cosa desidera una persona, che in ultima analisi sarebbe ciò che promuove la nascita di un partito e il suo funzionamento. Ma se questo desiderio lo si consideri come un fine, le idee che stanno alla base per raggiungerlo possono anche essere giudicate giuste o sbagliate assecondando i criteri della logica e della ragione. La quale si applica alla realtà in cui si vive che è comunque profondamente soggettiva, un problema in più insomma.
Mi capitò tempo fa di leggere un esergo a un testo che era un pensiero di uno dei primi presidenti Usa, forse Jefferson, forse Lincoln, la mia solita ignoranza paradossale insomma. Il pensiero esprimeva che la ricchezza di una nazione non è un valore in sé stesso, ma si rivelerebbe tale in relazione ad altra nazione meno ricca (o più povera, non ricordo). Ineccepibile direi, ma a monte di quel pensiero possono esservi due desideri contrapposti: uno a mantenere il primato e l'altro a cederlo arricchendo il meno ricco. ¿Ma perché mai dovrei cedere? si chiede la persona o la nazione abbiente. Ed è quello che mi chiedi tu mi sembra.
Io penso che stiamo attraversando un periodo di crisi di reciproca fiducia che radica fin dai tempi in cui molti si ribellarono all'idea di Dio, fiducia che invece sarebbe necessaria alla coesione di una comunità. Tale fiducia in qualche modo si era ripresa con l'avvento della scienza moderna, ma, grazie pure a una certa crisi del positivismo, sempre per mancanza di fiducia, ad oggi ci perviene un individuo allo sbando come non mai, il cui slogan preferito è "sono tutti uguali" e se va a votare vota per chi pensa che gli concederà qualcosa non curandosi più di tanto che questo qualcosa sia inserito in un più ampio organico che lo includa. Paradossale poi che molti di questi abbiano fiducia nei terrapiattisti, suprematisti, complottisti, ferragnez e via dicendo. La causa della crisi "ultima" della fiducia, a mio vedere quasi irrimediabile, starebbe proprio in quello che tu hai detto ancora a maggio dell'anno scorso, e ribadisco ancor oggi, con grande onestà. Dicesti allora che l'Italia è un paese libero e nei limiti di legge ognuno ha il diritto di informare e di disinformare. Ora, i nostri Almirante, Fanfani, Berlinguer e compagnia bella avevano probabilmente maggior cultura politica e passione, ma strucca strucca, avevano semplicemente più spazio di manovra per disinformare, tanto più in un'epoca in cui la TV era dai più considerata la bocca della verità ... "l'han detto alla televisione" fu la satira di quel fenomeno. Figuriamoci infatti l'ammirazione credula del popolo che seguiva al tempo stesso le lezioni di alfabetizzazione del maestro Manzi e le grandi orazioni della gente colta. Ma i tipi umani sono sempre quelli fin dalla notte dei tempi, e sono questi a muovere il mondo, specie i più aggressivi. Questo diritto a disinformare dunque, per mancanza di spazi, ora ci presenterebbe il conto che mette in mostra appunto l'individuo allo sbando che non sa bene come muoversi in un regime di diffidenza quand'anche di malfidenza nei confronti degli altri. Si aggiunga a questo l'azione di organismi di potere sovranazionali e lo stato disastroso in cui versa la giustizia che non riesce certo a garantire l'effettiva efficienza delle sue norme, e tralasciamo sulle commistioni tra poteri. Giungo quindi a quello che hai detto nella tua perfetta sintesi: "In assenza di partiti le decisioni le prendono tendenzialmente singoli individui che generalmente vengono definiti dittatori". E questo mi sembra ciò che sta accadendo nelle attuali democrazie dell'uomo partito, vedi i desiderata di Trump, la Meloni che vola negli Usa senza Tajani, il governo che non consegna alMasri alla cpi anche per malfidenza nei confronti di questa, e quindi pure di malfidenza nei confronti di altre nazioni che possano manovrarla. E aggiungiamoci pure gli spyware. Sic stantibus rebus quindi, come dicevo sopra, se si desidera un mondo non dico migliore, ma più tranquillo, mi chiedo senz'altro in quale modo un partito possa illudersi di recuperare la fiducia dell'individuo, di recuperare cioè un individuo che si senta utile, e non solo numero quindi, in una nazione che di fatto si rivelando inetta. Per questo motivo dico allora che se si desidera un mondo più tranquillo sostenere politiche che si rivolgono a rinforzare il concetto di patria o nazione nel nome della ragione di stato sia semplicemente sbagliato. La scelta versata all'individuo, infine e per come la penso, sarebbe d'obbligo oltre per quanto detto fin qua, anche per quanto detto nell'ultimo mio post, il numero 54, su Nietzsche e Zarathustra. Dico cioè che non possiamo più permetterci il lusso di essere governati da esseri irrazionali che agiscono nel nome di ragioni di stato quantomeno ambigue e sempre in fibrillazione con altre ragioni di stato; intendi cioè che saremmo irrazionali nel senso che c'è un punto cieco in ognuno di noi, chi più chi meno, in cui la ragione abdica di fatto perché sopraffatta dalle profondità delle proprie paure o desideri, tutta roba soggettiva peraltro, o almeno, invocando una certa intersoggettività, sarebbero soggettivi i livelli di intensità con cui queste componenti emotive agiscono a volte anche dilagando. Un saluto 
#110
Citazione di: anthonyi il 09 Febbraio 2025, 20:59:46 PMPer capire a cosa servono i partiti bisogna domandarsi Qual'é l'alternativa ad essi.
La presenza dei partiti favorisce la presa di decisioni politiche da parte di gruppi di individui che hanno idee in comune.
In assenza di partiti le decisioni le prendono tendenzialmente singoli individui che generalmente vengono definiti dittatori.
Sintesi perfetta la tua. Non c'è alternativa ai partiti pur con tutti i mali che si portano appresso. L'unica soluzione che io vedo è che possano ribaltare la prospettiva nella quale versare la loro politica. Dovrebbero quindi abbandonare l'obsoleta prospettiva d'azione nel nome della patria, della ragione di stato, e dedicarsi alle ragioni dell'individuo, della sua ricchezza e della sua libertà. Il gioco resta intatto ed è fondamentalmente lo stesso; si è sempre più o meno conservatori nei confronti di abitudini e tradizioni, Patria compresa 
#111
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
09 Febbraio 2025, 10:05:17 AM
Pure io mi chiedevo il significato, o il senso di "volontà di potenza" o "potenza di volontà ". Capirei al più "potenza di pensiero" che può anche innescare una volontà di imposizione del proprio pensiero appunto. Ma a questo punto ci si ritrova all'interno dell'imperativo categorico kantiano che già criticai come portatore di pensiero tirannico. Pur tuttavia abbraccio l'idea del superuomo, a modo mio ovviamente. Detto questo e tanto per dare informazione della mia esperienza, la conoscenza inaudita di cui parlavo nel post precedente, come ogni conoscenza (giusta o sbagliata che sia) si è concretata in un attimo, che nel caso in questione è immortalato nello stralcio di dialogo che segue in fondo nel quale cerco di convincere il mio interlocutore. C'era comunque in me già un pregresso di conoscenza più o meno inaudita (giusta o sbagliata che sia) circa la stretta connessione tra cura del fuoco e formazione del linguaggio umano, ma non era sufficiente per rispondere alla mia domanda perché ricascavo sempre nella logica del buono e cattivo che era per me inaccettabile. Rimarco inoltre, come già detto, che noi confondiamo la realtà "là fuori" con quella che sta dentro nella nostra testa. Nel senso che sempre, ma la rilevanza di questo fatto sta in certi argomenti che sollecitano la nostra sfera emotiva, sempre appunto parliamo con quello che sta nella nostra testa pensando di parlare di quello che sta fuori. Tanto che anche in casi banali di accordi che si siano presi càpiti a volte che uno possa lamentare all'altro come abbia potuto intendere male le indicazioni precedentemente accordate. Nello stralcio che segue ero giunto quindi al punto topico del mio dilemma. Voglio dire che quando iniziai a scrivere "Sì. Il senso primevo.....etc" non lo sapevo mica che sarei giunto a scrivere la sorprendente affermazione finale. E fu per me, nonostante il mio muro, sorprendente lieta sorpresa conoscitiva; conoscenza, tra l'altro, che può essere ragionevolmente verbalmente trasmessa. Naturalmente non vi scorsi un nesso col fantomatico superuomo, ma ricordo benissimo che dissi tra me e me, e molto soddisfatto ... Finalmente ho tutte le carte in regola per dissestare il sistema (produzione di una tesi che può essere scientifica), e solo io posso perdermi ... Pensavo fosse facile, ma mi sbagliavo; incredibilmente ho sopravvalutato l'essere umano. Incredibilmente, dato che nelle prime battute del dialogo (che qui non ci sono) dicevo proprio che l'essere umano si sopravvaluta. E di fatto sono ancora qui, e dal mondo "là fuori" non giungono buone nuove. Insomma, il comprensibile, fino a un certo punto, muro contro muro non viene minimamente scalfito.
Segue la parte del testo:
- Ma non può essere! ... Potresti forse sostenere che il senso di quell'oggetto era la mia ignoranza?
- Sì. Il senso primevo della sua esistenza apparterrebbe a quel serbatoio della tua ignoranza che tu sai che c'è ... e, fondamentale, dal quale vorresti estrarlo. Si tratterebbe della già citata categoria che si afferma all'esistenza per il suo non essere qualcosa. In realtà però non è vero che tu non sapevi proprio cosa fosse. Era evidente che quella cosa era fatta di legno, ovvero una spoglia mentale inferiore in cui poteva trovare già la sua collocazione. E allora? ... cos'è che non sapevi? Non si trattava già di un pezzo di legno? Non t'abbastava? No, tu sapevi che c'era dell'altro, ma perché lo sapevi? Lo sapevi perché vivi nel nostro mondo ... nel mondo delle novità, delle aspettative, nel mondo dell'abitudine all'esistenza delle cose, dove sapere delle cose può rivelarsi a volte determinante. Pertanto, quando parliamo delle cose si sappia che si parla in realtà del significato delle cose, giacché sono i tempi, le azioni ciò che la mente realizza in prima battuta, e non le immagini. Il significato delle cose dunque rappresenterebbe il muro dove si riflette l'eco della tua imperscrutabile domanda. Ma quel muro, maledettamente simile a quello degli altri umani, eppur separato a volte da incolmabili abissi, sta ancora dentro la tua testa!!! La realtà è sinonimo perfetto di conoscenza e di consapevolezza, e non sta lì fuori, dove la scienza e noi pure (parlandone) pensiamo che si trovi. Questo è l'inganno! .....
#112
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
07 Febbraio 2025, 08:54:06 AM
Citazione di: niko il 06 Febbraio 2025, 13:41:36 PMSi e' una molla elicoidale e non un cerchio...

Il passato ha una sua ben autocontenuta e ben salda realta', non e' puro dato conoscitivo, e non e' neanche puro nulla; e ha potere causale, e conformativo, sul presente e sul futuro, solo tramite la mediazione di un (sempre) libero desiderio presente nei viventi, quindi, in un certo senso, e' anche come se non lo avesse.
Si puo' trascendere il desiderio metafisico (il desiderio di un altro, e idealizzato, mondo) solo desiderando, innumerevolmente, al suo posto, il mondo, proprio questo, mondo, e questo e' sia il motivo, che la realta' del proseguire infinito dell'eone; o meglio, degli, eoni  :) .






Faccio marcia indietro. Con questo non voglio rinnegare del tutto quanto già detto, ma c'è a mio giudizio un punto debole nell'architettura che va a costituire l'idea del superuomo. Come evidenziato da baylham vi è intanto un gioco all'interno del desiderio: vogliamo cose belle e temiamo cose brutte. Questo gioco è soggettivo e difficilmente si può intruppare in una volontà oggettivabile. Provate a chiedere a un tossicodipendente cosa pensi della sua tossicodipendenza; molti provano disagio, ma vi assicuro che più d'uno vi dirà che sta benissimo ugualmente e che anzi non vede proprio alcun motivo per smettere di drogarsi. E altrettanto di sicuro questa tipologia di "tossici" non viene reclamizzata in tv, ma c'è. ¿Potrei forse dire a costui che si sbaglia? Potrei dirlo quando vi fosse un comune "senso della vita". Se superuomo deve essere quindi, penso io, il superuomo dovrà comprendere tutti, belli e brutti, coraggiosi e vigliacchi tanto per intenderci. Per questo motivo penso che la forza che spinge l'uomo a farlo divenire "super" non possa certo derivare da una volontà, bensì da uno stato di fatto in cui si trova in un dato contesto storico sociale. La forza quindi non potrebbe che pervenire da una consapevolezza (conoscenza) nuova, inaudita. Del resto, se l'ateo rinunciasse una volta per tutte a quella balzana idea di avere un "minimo" di libero arbitrio, "minimo" che denuncia tutta la sua ignorante spocchiosità, gli sarebbe finalmente ben chiaro che l'unica cosa che può cambiare un suo comportamento in senso "migliorativo" è l'acquisizione di una nuova consapevolezza ... e non è detto che lui cambi, ma per certo è l'unica cosa che possa cambiarlo
#113
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
05 Febbraio 2025, 18:54:15 PM
Citazione di: niko il 05 Febbraio 2025, 14:21:00 PMil superuomo, vuol dire sostanzialmente che autovolersi e l'autosuperarsi in generale della volonta', e di ogni volonta', (volonta' qui intesa come forza, e caratteristica fondamentale, presente in tutti gli esseri viventi, capacita' di volere, e dunque, anche di soffrire) genereranno, prima o poi un tipo umano capace di volere se stesso e il mondo. Diverso dall'uomo attuale, che in un modo o nell'altro non ne e' capace. Previsione tutto sommato abbastanza ottimistica.

Poiche' la visione di Nietzsche pero' e' dinamica, e in essa il mondo non e' un oggetto, non e' separabile dal proprio divenire, e tantomeno il se' interiore dell'uomo, neanche e' pensabile come un oggetto, il concetto di "volere il mondo", (possibile per il superuomo, e impossibile per l'uomo) si traduce in una sorta di "ricominciare la storia del mondo", volerla ricominciare, assentire al rovescamento della clessidra cosmica, e tanto piu', il "volere se stessi", e' un voler ricominciare, la storia, di se stessi.

L'uomo, vuole il passato, cioe' la verita' (della sua stessa coscienza) e il nulla; il superuomo, che e' quello che sta oltre l'uomo, vuole che il passato sia passato.
Lascia che questo voluto, e quindi, in un certo senso, questo amato, gia' in nuce, sia pure in maniera incompleta, presente nell'uomo, sia fino in fondo se stesso.


Intanto ti ringrazio. Se ho ben capito col mio discorso ho completamente travisato l'idea di "volontà di dominio" scambiandola con volontà di sopraffazione, cosa questa che perterrebbe invece all'uomo che non è "uomo nuovo". O almeno, l'uomo "antico" subirebbe in qualche misura un fascino al permanere tale. Premesso comunque che l'uomo nuovo non è ancora apparso ... a parte il sottoscritto ah ah ah aaaah, ma non faccio testo ... e vai a sapere se apparirà, nonostante che io dica il contrario, ti chiedevo della forza che farebbe emergere questo fantomatico uomo nuovo. Giusto perché le cose accadono quando c'è un problema. Tanto per capirci, quando Eutidemo era in corteo nel maggio francese non vi sarebbero stati dei presupposti di natura sociale, un problema sociale insomma tale per cui potesse affermarsi una rivoluzione globale. A mio vedere quindi, il "Dio è morto" (immagino più che altro la sua legge positiva, la sua parola) da solo non basterebbe a far emergere l'uomo nuovo

P.s.: una molla elicoidale vista dall'alto sembra un cerchio, ma non lo è 
#114
Citazione di: PhyroSphera il 04 Febbraio 2025, 09:28:11 AMLe nazioni sono necessarie e vanno distinte dal nazionalismo fanatico che è una cosa aggiunta. La difesa delle nazioni non è assimilabile a un crimine o immoralità; è un atto dovuto attualmente, che la politica di sinistra rimasta senza comprensione del disastro in URSS non vuol accettare, nel miraggio di una unica società e di salvezze economiche inesistenti.
Accanto al degenerare nel nazismo c'è anche un comunismo parimenti degenerato che vuole legami sociali controproducenti.
Io non ho difeso la politica di Trump sulla Palestina, noto però che le sue dichiarazioni sono spesso fraintese. A volte i suoi semplici propositi sono scambiati per decisioni. Credo che la sua presenza ha favorito il rilascio degli ostaggi ed anche un briciolo di dialogo tra i contendenti.
Riguardo agli animali, io noto che una parte dell'umanità è invadente e che sarebbe l'ennesimo torto coinvolgere nei litigi umani altri esseri viventi che hanno bisogno di loro spazi in più.
I muri non vanno sempre rifiutati, voialtri ricavate delle equazioni sbagliate, che ritenete universali. Non entro nel merito della questione USA-Messico.

MAURO PASTORE
E dagli con questi voialtri. Posso capire che a volte si generalizzi, ma tieni presente che parole come anarchico, comunista, liberale, credente o ateo, rilegano delle identità a dir poco fatiscenti. La prova è senz'altro testimoniata nel forum. Si tratterebbe cioè di una patina che cela in realtà un uno contro tutti.
Rigetto comunque l'idea della necessità delle nazioni, così come rigetto la necessità della famiglia. A tenerle in piedi sarebbe solo l'idea della proprietà privata. È necessaria pure questa? A essere necessario sarebbe solo il fatto di prendere atto che nella storia documentata verbalmente nazioni e proprietà privata si siano presentate già in essere. Tu dici che nazioni e nazionalismo vanno distinti, ma il nazionalismo è una possibilità che proviene dall'esistenza della nazione. Sì, per mio conto ad oggi è immorale difendere l'esistenza delle nazioni. Sulla famiglia sono molto più cauto. Sono comunque d'accordo che la sinistra brancoli nel buio dall'insuccesso del comunismo
#115
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
05 Febbraio 2025, 08:59:34 AM
Citazione di: niko il 04 Febbraio 2025, 13:48:53 PMBeh Niezsche dice che, inevitabilmente, per vivere "quietamente" e in societa', le istanze aggressive, e di dominio, che sono nel cuore di ogni individuo, diventano, e devono diventare, almeno in parte, autoaggressive e di autodominio: il senso di colpa e' una latenza di aggressivita'. Per paura di una puniziune o comunque di una consegueza negativa, qualora gli istinti aggressivi e di dominio, presenti in tutti i singoli, presso una societa', fossero espressi apertamente. Un po' come in Freud.

Pero' a differenza di Freud, Nietzsche illustra, anche, si puo' dire, un po' al di la' delle sue reali e aristocraticissime intenzioni, la magnificenza della vendetta sottile, simbolica, e valoriale che il debole comunque esercita e puo' sempre esercitare sul forte evitando la sfida aperta ad esso e dunque la morte o la punizione: la societa' occidentale, in quanto societa' cristiano platonica, nasce dal risentimento dei deboli verso i forti; quindi, non si puo' certo dire che tale risentimento, sia  improduttivo di conseguenze e stati di cose storici e "reali", isomma non si puo' certo dire che la latenza, dell'aggressivita' e dell'istinto di dominio dell'individuo socializzato e "pacificato" tipico, sia una vera latenza.

Tale societa', insomma la nostra, e' basata su valori che, pur non risolvendo radicalmente l'infelicita' del debole, permettono, quantomeno, a questi di prosperare e sopravvivere.

Nella decadenza, della societa' occidentale, la volonta' di potenza e' comunque sempre all'opera.



La mia esperienza di vita contesterebbe senz'altro a Nietzsche che le istanze aggressive e di dominio alberghino nel cuore di ciascun individuo. O almeno, per personale esperienza, e posso pure parlare anche per altri, l'aggressività si manifesta più che altro come forma di difesa del proprio "territorio", spirituale o materiale che sia ... diciamo tutteddue assieme ... Sempre per esperienza vissuta, ho notato pure che vi sono persone aggressive, ma non rappresentano certo la globalità umana. E sempre una cosa che ho notato è che vi siano pochi leader non aggressivi ... assomiglierebbero costoro a delle semi-divinità che altro non fanno se non indurre aggressività alle folle contestanti/approvanti la loro magnitudine. Di fronte a questa strumentalizzazione "occulta" cadrebbe pertanto, almeno in parte, la genuinità della cosiddetta volontà di dominio che albergherebbe nel cuore di ciascuno. E di conseguenza potrebbe evaporare anche il discorso dell'autocastrazione di cui invece patirebbe senz'altro l'aggressivo che vuole dominare qualora dovesse contenersi.
Rivolgendomi ora all'oggi, paradossalmente mi ha fatto piacere che il governo si sia comportato come si è comportato nella gestione del caso AlMasri. Il suo agire alla luce del sole infatti, una novità di fatto, nolente o volente, ha sbattuto in faccia al ben pensante che vi è qualcuno, il semi-dio di turno, che favorisce le porcate che lui tanto depreca.... il benpensante dovrebbe rendersi conto infine che qualcuno lo protegge sporcandosi le mani in sua vece ... concludendo, sorvolo per ora sulla crisi dell'occidente che per me sarebbe invece una crisi globale di natura antropologica, ma vista la debolezza della volontà di dominio, mi sfugge ancora quale sia la forza, secondo Nietzche, che fa emergere il superuomo e la sua positività, giusto solo così perché anch'io avrei la mia idea
#116
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
04 Febbraio 2025, 09:23:57 AM
Citazione di: niko il 03 Febbraio 2025, 21:21:30 PMSe il tempo e' infinitamente ritornante, e se tu lo sai, ne consegue che, allora, devi vivere intensamente e sapientemente ogni attimo, insomma che devi avere schifo e orrore non della morte (non, insomma, dei tuoi limiti e di un inevitabile destino di perdita) ma della mediocrita'.............
Premesso quanto già detto nel post 31 mi chiedo come Nietzsche risolva il conflitto tra l'essere sé stessi e l'ipocrisia, quasi che l'ipocrisia non sia parte di noi. Noi la detestiamo più che giustamente, ma troppo, perché a mio giudizio l'ipocrisia sarebbe il fondo naturale sul quale poggia una  "pacifica" convivenza di gruppo.
Perché se fosse vero, e per me lo è, che noi saremmo naturalmente dotati del senso di un "quieto vivere" in comunità, sarebbe pure vero che, nonostante una base comune, non collimino purtuttavia le sensibilità individuali. Allora, a questo punto, o applichi la guerra totale, o fai entrare in gioco l'ipocrisia ... che in ultima analisi è quella che ti permette di fare buonviso a cattivo gioco. Nice che dice?
#117
Tematiche Culturali e Sociali / Re: TIMORE e SPERANZA
03 Febbraio 2025, 08:23:39 AM
Citazione di: Koba II il 02 Febbraio 2025, 13:44:58 PMCapisco il timore, non capisco però la speranza. Infatti le ingiustizie del mondo non sono dovute a buone intenzioni che poi per deficit di razionalità finiscono in disastri, deficit di razionalità che si potrebbe pensare superabile tramite intelligenza artificiale, da cui un possibile ottimismo.
No, niente del genere. Noi sappiamo fin troppo bene cosa dovremmo fare per rendere il mondo un bel luogo abitabile per tutti. Manca la decisione. Che del resto, anche a livello di singola vita, si verifica raramente tanto da utilizzare, quando si verifica, termini religiosi come "grazia"...

Penso che quando vi sia tutto il tempo per ponderare una decisione da prendersi, questa dovrebbe emergere da un'accurata analisi della realtà. Non sono quindi d'accordo che noi si manchi di decisione, viste come vanno le cose pure qui nel forum. Visto cioè che la mancanza di una visione comune della realtà genera un odio viscerale, malcelato, che dà luogo pure a sciocchezze del tipo "l'impero del male" e via dicendo. Non sarebbe pertanto così semplice sapere cosa fare per avere un mondo dove tutti si viva un po' meglio. Per me quindi il problema umano è molto più simile a quello della tossicodipendenza, nel nostro caso dipendenza da una miscela di idee, cose e persone; in ultima analisi, dipendenza dalla propria personalità.
La speranza invece è l'ultima a morire, ma a mio favore gioca che l'essere umano è votato da millenni alla conoscenza, e quella della natura umana, l'anello mancante di cui molti negano l'esistenza, manca ancora all'appello ... sole nero che attrae e respinge ... Ma il destino è senz'altro il suo disvelamento, che probabilmente è già in tavola. Nel senso che l'intelligenza artificiale manca dell'emotività umana la quale, a mio giudizio, sarebbe responsabile tanto della formazione quanto del governo dell'individuale visione della realtà. Se ho capito bene come funziona l'Ai, non le ci vorrà molto a mettere in crisi tutte le stupidaggini di cui è infarcita la nostra testa ... a essere più precisi, la vostra testa. Un saluto
#118
Tematiche Culturali e Sociali / TIMORE e SPERANZA
02 Febbraio 2025, 09:50:10 AM
Già l'anno scorso misi in crisi una chat gtp per poveri discutendo della natura umana, ma il suo conservatorismo mi chiudeva le porte ... aaaah forse è una balla. Poco conta. In ogni caso ho posto attenzione a questi due articoli apparsi di recente.
Il primo parla della nostra vita individuale:
https://www.ilpost.it/2025/02/01/whatsapp-dice-che-oltre-novanta-giornalisti-e-attivisti-sono-stati-spiati-sulla-sua-app/
Il secondo della vita della nostra specie:
https://www.fanpage.it/innovazione/tecnologia/perche-openai-ha-deciso-di-rilasciare-lultimo-modello-ia-che-spaventa-i-ricercatori-gratuitamente/
Evocando la terza domanda kantiana la mia speranza è che l'intelligenza artificiale metta in riga una volta per tutte l'animale a due mani
#119
Citazione di: Eutidemo il 31 Gennaio 2025, 17:36:59 PM
Ciao Daniele22 :)
Mi sento ritornare sempre più indietro nel tempo; credo che all'epoca, a 18 anni, io fossi ancora l'unico ad indossare giacca blu, camicia bianca e cravatta rossa ai cortei (e mazzafionda alla cintura)!
Eccomi qui,  a 18 anni, a Parigi ;D
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Un cordiale saluto! :)
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Ciao Eutidemo ... beccato in pieno dal fotografo! Maggio francese? ... a quei tempi ero ancora alle elementari. ¿Ma come mai giravi in bianco rosso e blu? Buona domenica
#120
Aggiungo che nel mio conflitto interiore di anarchico che vorrebbe sposare una società democratica da una parte godo assai quando accadono simili faccende dall'altra mi rattrista che nella società cosiddetta civile non ci si ponga nemmeno il problema di quanto la "ragion di stato" a volte contraddica il senso di giustizia che probabilmente ogni persona "sana" sente e applica quando si muove per strada. Sembra quasi che il popolo si senta emancipato avendo conquistato la coscienza (conoscenza) che esiste pure la ragion di stato. Ma se riduciamo questo schema all'individuo ne emerge proprio il comportamento dell'anarchico fascistoide di cui il nostro tessuto sociale è ben intriso. Mi chiedo infine chi sia "l'opposizione", o di quale foggia essa sia