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Messaggi - Koba

#106
Percorsi ed Esperienze / Re: Dick Laurent è morto
05 Marzo 2025, 11:47:09 AM
Contro la vita, contro il mondo

La vita ci ha stancati, inutile far finta di niente.
Da una parte c'è il dolore, di gran lunga più resistente e profondo di quei piaceri che di tanto in tanto riusciamo a procurarci.
Dall'altra c'è lo spettacolo insensato dei processi naturali e sociali, che osserviamo attoniti e spaventati quando qualcosa ci risveglia: materia animata o inanimata che avanza senza un perché, che si espande, si organizza, si moltiplica, per poi collassare e rimescolarsi alla melma da cui ha avuto origine.
Dall'ottusa frenesia delle molecole ai piccoli sordidi commerci umani di tutti i giorni.
La specie umana scomparirà, e il mondo sarà dominato da altre creature che forse proprio ora nelle profondità degli oceani o nelle viscere della terra stanno muovendo i primi passi della loro orribile vicenda evolutiva che durerà milioni di anni.

L'unica cosa che si può fare di questa vita, di questo genere di sostanza simile a un manufatto uscito per sbaglio dal sogno di un demiurgo incompleto, è rimanere il più possibile confinati nel sogno.
Illusioni e ancora illusioni. Mai cedere al realismo.
Resistere con dignità nella tempesta, come un Des Esseintes dei nostri giorni, e non consentire, mai e poi mai, che la realtà si prenda più di ciò che è strettamente necessario alla pura sopravvivenza.
È la saggezza di Howard Phillips Lovecraft.
#107
Gli ultimi post di anthonyi e inVerno sono al limite della disinformazione:
- il New York Times non è un quotidiano di orientamento conservatore;
- tutti i sondaggi disponibili sul gradimento di Trump danno valori leggermente inferiori al 50%, come dice giustamente Pio intorno al 48%;
- anthonyi addirittura auspica la continuazione delle operazioni militari perché non c'è fretta (?!): ma gli inviati di guerra dicono tutt'altro, entrambe le parti sono stremate, e quella ucraina sta peggio;
- in diretta mondiale abbiamo tutti assistito all'aggressione verbale di Trump e Vance a Zelensky, poi invitato ad andarsene dalla Casa Bianca, ma il presidente ucraino ne sarebbe uscito bene, dignitosamente? Ma che cosa vuol dire? Quale vantaggio avrebbe ottenuto?

Cerchiamo di mantenere separati i fatti dalle opinioni. Sono stufo di dover controllare ogni cosa che scrivete.
#108
Citazione di: anthonyi il 02 Marzo 2025, 16:51:29 PMQuando zelensky é andato negli USA ha incontrato sia Trump che la Harris, che doveva fare? Incontrare solo Trump così da apparire suo sostenitore?
Come ho già detto quello di Trump era solo un tentativo di estorsione, pretendere dall'ucraina un sacco di soldi in cambio di niente, e poi usare la mediazione per scambiare con Putin la resa dell'ucraina in cambio di vantaggi strategici nel confronto con la Cina.
Insomma l'ucraina era solo un servo da spremere ed usare per propri fini.
Il comportamento di zelensky é stato estremamente dignitoso per quella situazione infame.
Se Zelensky è andato negli Usa vuol dire che la bozza dell'accordo sulle terre rare era accettabile.
Altrimenti sarebbe rimasto a Kiev.
Poi magari a telecamere spente, nella riunione vera e propria, avrebbe comunque dichiarato che senza la garanzia della protezione Usa non avrebbe firmato niente. Nulla toglie che la sua mossa potesse essere appunto questa: strappare qualche garanzia militare per il futuro.
Sembra comunque che gli Usa non vogliamo prendersi impegni al riguardo, quindi il negoziato, se si fosse svolto veramente così, sarebbe comunque fallito.

Nel settembre 2024 a me risulta che Zelensky abbia sì incontrato Trump ma solo in forma privata, mentre con la Harris mi sembra abbiano visitato insieme una fabbrica con tanto di conversazione con la stampa etc.
#109
Al netto dell'aggressività mafiosa di Trump e Vance, non capisco però come Zelensky abbia potuto commettere l'errore di aver insistito così tanto sul tema delle garanzie di protezione militare quando sapeva benissimo, anche prima di partire per gli Usa, che quel punto, ovviamente essenziale per l'Ucraina, non sarebbe stato affrontato quel giorno. Sarebbe stato affrontato negli incontri successivi con la presenza dei paesi europei.
In questo senso va compresa l'insistenza di Trump e Vance sulla sua ingratitudine, perché se fosse stato per loro due, semplicemente avrebbero abbandonato l'Ucraina al suo destino, e amen.
Invece sono lì a mediare con Putin e a lavorare per il paese di Zelensky.
È così che loro due e tutto l'entourage di Trump sembrano percepire la situazione (al di là dell'affare delle terre rare).
Tra le altre cose Vance ha fatto pesare a Zelensky anche il suo viaggio negli Usa del settembre scorso, in cui avrebbe sì presentato a Biden il suo piano per vincere la guerra (?!), ma, ed è questo ciò che brucia ancora ai repubblicani, anche partecipato ad un incontro con la Harris in Pennsylvania (uno degli Stati che si riteneva essere in bilico) apparso come un appoggio alla campagna elettorale democratica.
#110
Citazione di: green demetr il 01 Marzo 2025, 21:32:47 PMQuesta meditazione tua ha messo in forma una delle mie troppe intuizioni, non mi appartengono nemmeno, o almeno non mi apparteneva fin quando non l'hai messa in forma tu.
La visione della melanchonia di durer naturalmente.
Sento che la mia intera esistenza (il pensiero di essa naturalmente) debba passare da quella visione.
Hai ragione la melanconia è il crollo del senso.
Contemplando la litografia sento una forza che pervade il pensatore.
Una forza che insieme lo disgusta e lo frena.
La figura umana ne esce deturpata, una maschera di sofferenza.
Come sappiamo Durer soffriva di depressione.
Ma la depressione è semplicemente un pensiero negativo.
La melanconia antica era qualcosa di diverso.
Qualcosa di strettamente legato all'universo alchemico, all'indagine dei sentimenti.
Del sentimento religioso.
Ossia a qualcosa che lo precede.
Qua torniamo dunque alla tua domanda di ripensare questa discussione.
Naturalmente mentre scrivo agisco, e questo agire è già di per se la maschera che viene messa alla melanconia.
Come se la melanconia ci precedesse, persino nel pensare.
Ricordando il malessere di questi mesi di profonda demotivazione.
Il pensiero che si pensa libero da ciò che lo precede.
E' questo che mi inchioda. In un tale malessere esistenziale che le tue accuse di pigrizia impallidiscono al confronto.
La via megalomane di S.Francesco per quanto eccezionale, per quanto vicino in fondo all'exemplum christi, rimane pur sempre una megalomania senza Dei.
In un contributo psicanalitico lacaniano si diceva che la megalomania per i greci era tutt'altro che una malattia, anzi era una suprema virtù.
Esattamente come la magnanimità lo è nel cristianesimo.
Per essere magnanimi bisogna essere megalomani.
Carmelo Bene venne condannato dalla psichiatria di megalomania.
Cermelo Bene disse di aver trovato più verita negli anni del manicomio che in qualsiasi altra età della sua esistenza.
La visione luciferina della legge, dello IUS romano, il diritto del più forte, la legge della giungla e tutte queste amenità, non possono ammettere il pensare in grande.
Ma pensare in grande non vuol dire essere arroganti, chi arroga è invece proprio la legge.
Ma se c'è qualcosa al di là delle maschere sociali, vi è appunto l'assenza del divino.
O meglio qualcosa che soffoca la ricerca del DIO.
Qualcosa che in fin dei conti cela la megalomania.
Ossia forse la domanda dovrebbe essere quando la megalomania è vera ricerca e quando è invece sintomo di qualcosa di malvagio.
Siamo dalle parti dell'alchimia allegorica, dalle parti dell'analisi dei sentimenti.
Nicce ci ha dato una grossa mano, siamo deboli, deboli che non riusciamo ad andare avanti.
E di nuovo come nei circoli infinite paranoici, siamo qui a dirci depressi.
La melanchonia ci domina.
Ci tocca domandarci, è una visione che non vuol andare via!
Mentre il mondo precipita nel fuoco del Nemico.
Spero di ridestarmi, il disprezzo che provo verso me stesso, sopratutto per tutto quello che avrei potuto e dovuto dare al futuro, sta raggiungendo dei picchi preoccupanti. E' l'ebraismo con la sua genealogia che bussa sempre più forte alla porta. Una visione lacaniana. Peccato che Lacan non ha capito assolutamente chi bussa alla parte. (il padre? ma il padre arriva MOOOOLTO dopo)
La melanconia è stata definita da una psicoanalista, Marie-Claude Lambotte, come una verità arrivata troppo presto.
Ogni melanconico avrà un ricordo dell'infanzia in cui questa verità si è presentata per la prima volta, sganciata da qualsiasi causa.
Per me: un pomeriggio d'autunno di ritorno da solo dai prati in cui noi bambini giocavamo, il giallo dell'erba, il giallo arancio del cielo, l'aria che si faceva fredda. La certezza che il mondo fosse un luogo gelido e sporco. Ecco, in un certo senso, nel mio piccolo, il tocco del male. E gli anni che sarebbero seguiti come reazione ad esso. Con periodi facili, quasi fossi in procinto di averla vinta definitivamente, e ricadute violente.
Il primo ricordo naturalmente non è la causa. Sulla causa della melanconia ci sono tanti modelli. A ognuno il suo. Ma non c'è guarigione, solo attente condotte reattive, una disciplinata compensazione tramite illusione.
Così come per il bambino melanconico è fondamentale tenere vivi i mondi fantastici che inventa, crescendo, diventato adulto, la stessa importanza viene assunta dalla creazione.
Creazione dell'opera: in generale, come archetipo, ecco appunto l'opera alchemica, la trasformazione in oro di ciò che è senza valore. Redenzione di frammenti di mondo.
Ma che cosa sono l'opera conoscitiva, l'opera artistica, l'opera religiosa, se non redenzione (sempre parziale) di un mondo gelido e sporco, completamente privo di senso?
#111
Racconti Inediti / Re: Cristalli viventi
26 Febbraio 2025, 11:09:44 AM
Citazione di: green demetr il 26 Febbraio 2025, 02:34:03 AML'ho riletto meglio una seconda e una terza.
A proposito della mancanza di un passaggio che mi aspettavo dopo la lettura degli effetti del farmaco.
Mi scuso, quello è ciò che mi aspettavo io.
Ma il racconto ha invece continuato nell'analisi razionale del sintomo personale, che si sposava con gli effetti del farmaco.
Mi è venuto in mente perchè è quello che faceva Poe.
In effetti in questa seconda ottica, che è poi quella scelta dall'autore, non avrebbe avuto senso, forse, una scena di spavento.
Ecco che la chiusura, sebbene scontata, era necessariamente così.
Perchè il racconto come un orologio era stato caricato così per avere quell'effetto.
Molto ben fatto Koba. Scusa la disattenzione.
ps
In Poe ciò non di meno mi par di ricordare che la tensione della razionalità a tutti i costi, virava brutalmente nei finali mitici come quelli del gatto nero.
Dove appunto lo spavento si univa al delirio del personaggio, creando quella letteratura che si univa direttamente al mito.
Nel racconto invece la discesa nel delirio finale è veramente razionale fino in fondo.
Notevole.
Ciao!

Ciao green, grazie delle numerose osservazioni. Per chi è impegnato in esperimenti letterari sono oro.
Il sogno da cui parte il racconto è vero, l'ho fatto qualche settimana fa, di solito nei sogni in cui c'è dell'acqua annego, quindi figurati la mia perplessità. Non ho proprio capito come interpretarlo: se come un giudizio di superficialità alle mie introspezioni artigianali, o come il segno della capacità di restare a galla nonostante tutto.

Philip Dick era un genio, Valis è un grandissimo romanzo, forse il mio preferito dei suoi, ma scriveva a manetta, impasticcato di anfetamine, sempre indebitato un po' come Dostoevskij, e molti suoi testi purtroppo non rendono quanto avrebbero potuto se ci avesse lavorato di più sulla forma.
Si vede infatti che razza di atmosfere meravigliose ne ha tirato fuori Ridley Scott in Blade Runner, dal romanzo di Dick che in confronto appare meno potente.

Mi hai fatto venir voglia di rileggere qualcosa di Poe...
#112
Racconti Inediti / Re: Cristalli viventi
26 Febbraio 2025, 11:07:04 AM
Citazione di: Gyta il 26 Febbraio 2025, 01:02:56 AMWow..troppo bello!! Stavo sbirciando in giro con zero intenzione di leggere.. Appena iniziato me lo sono divorato d'un fiato.. (solitamente i romanzi mi annoiano tranne rare eccezioni).. è favoloso, conciso, ricco di elementi in grado di suscitare importanti temi di discussione: il ruolo centrale della percezione, la teoria dell'evoluzione, le mediocrita' dilaganti nella figura dello psicologo, la criminale superficialita' dei giochi di mercato e di potere sino al presagio finale, l'auspicato intrinseco epilogo della loro stupidita' nella loro stessa auto eliminazione!

Grazie Gyta, mi fa piacere che ti sia piaciuto.
Il titolo è un omaggio ad un romanzo particolare, molto delicato, a suo modo romantico (lontano dall'ironia folle di Burroughs), "Cristalli sognanti" di Theodore Sturgeon, che forse, se non hai ancora letto, potrebbe interessarti.
#113
Racconti Inediti / Cristalli viventi
25 Febbraio 2025, 13:18:01 PM
La terra inizia a scottarmi sotto i piedi quando una notte sogno di nuotare in un lago nero con un'acqua così ferma e densa che anziché affondare, quando smetto di muovermi cedendo alla sonnolenza e all'oblio, rimango sospeso in superficie.
Così faccio due più due e capisco che la mia analisi con il dott. Benway non sta funzionando – che altro potrebbe significare il fatto che anziché perlustrare le acque profonde rimango a galla come se fossi bloccato in uno strato gelatinoso? – e che quindi la cura per contrastare la mia metamorfosi, da uomo a minerale, non sta portando a niente.
Ma il tempo stringe. La notte percepisco strani mutamenti del corpo, con la pelle che in alcuni punti si fa liscia come una pietra levigata dallo scorrere perenne dell'acqua di un ruscello, e con nuove escrescenze e organi alieni che sembrano prepararsi a sbocciare, come fiori lussureggianti in una foresta di cristallo.

Mi precipito da Benway.
La sala d'attesa è vuota. Dallo studio non arrivano voci. Busso piano, poi entro. Non c'è nessuno. Sulla scrivania è posata una cartelletta con l'intestazione "Interzona Incorporated". Sfoglio velocemente quello che sembra essere un rapporto sugli effetti di un farmaco chiamato Xnova. Dopo un po' capisco che si tratta di un potente allucinogeno.
Continuo nella lettura e trovo questo passaggio: "La produzione di nuove identità supportate da adeguate allucinazioni a lunga durata e a bassa intensità, come uno sfondo tratteggiato sì in modo approssimativo ma sufficiente a sostenere la buona fede del soggetto, per definizione un pigro bastardo e intollerante al dubbio, è il mercato del futuro.
La trans-identità, di genere, di specie, rappresenta oggi, secondo le nostre ricerche di marketing, il desiderio più segreto, per la cui realizzazione il popolo tutto è disposto a pagare qualsiasi cifra e a rinunciare a qualsiasi libertà".
Continuo a sfogliare il dossier. Nell'ultima pagina ecco l'immagine della Xnova: una piccola pillola gialla a forma di rombo. Esattamente uguale allo psicofarmaco che il dott. Benway mi ha prescritto all'inizio della terapia, due mesi fa.

Dunque è questo ciò che mi sta accadendo?
Mi concentro e cerco di ricordare quando è iniziata la metamorfosi. Alcuni pensieri si oppongono, respingono l'idea che ci sia stato un tempo in cui io non ero un minerale. Ma non è così. Anche se è tutto confuso. Perché è così difficile ricordare?
Mi scuoto. Ora ci sono: all'inizio ero solo depresso. Sì, è così. E qualcuno mi ha dato il biglietto da visita del dottor Benway e ho preso un appuntamento. Ero depresso, triste, le cose andavano male, volevo solo morire. Poi però a un certo punto salta fuori quella strana idea della metamorfosi, che non mi ha più lasciato.
Ma certo! L'effetto della Xnova! Maledetto Benway!
Sento dei passi dietro di me.

"Vedo che ha letto il rapporto sulla Xnova, signor Lee. Stupefacente vero? Nel vero senso della parola... Si tratta infatti di una sostanza che abbiamo intenzione di tenere fuori dal mercato legale dei farmaci. È la droga del futuro. Scalzerà l'oppio e i suoi derivati in brevissimo tempo. E solo noi, della Interzona Inc., sappiamo come produrla. Le lascio immaginare di che giro d'affari stiamo parlando. Purtroppo nel suo caso le cose non sono andate come dovevano. Se si fosse convinto di essere, per esempio, uno scrittore come William Burroughs, oppure una ragazza dolce e romantica di nome Maisie, lei ora sarebbe felice. Certo, qualcuno obietterebbe dicendo che così sarebbe solo un artificio. Ma non esiste felicità o anche soltanto pace che non sia l'effetto di una simulazione. È così.
Questo mondo è brutale, signor Lee. Non fa per gli uomini come lei. Ecco perché si è immaginato di essere un sasso. Desiderava essere più forte.
Come può intuire dal revolver che le sto puntando al petto siamo all'epilogo. Troppi soldi in ballo per lasciarla andare. Mi dispiace. Addio, signor Lee".

Non posso crederci! Che ingenuo questo dottor Benway! Cosa pensa di fare con quella pistola? Cosa può fare un proiettile contro la roccia?
#114
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
23 Febbraio 2025, 12:23:06 PM
Sì, è senz'altro pertinente. Ci sono poi filosofi contemporanei come Byung-Chul Han che hanno affrontato il problema concentrandosi sulle caratteristiche peculiari dell'era digitale.
Alla base di questi discorsi che denunciano un profondo malessere mi sembra ci sia il problema di sapere ciò che è umano, ciò che è l'ethos umano che ci accomuna, e che può orientarci nei passaggi della vita, compreso quello finale della morte.
Pensare che tale ethos sia da cercare in certe espressioni dell'animalità che con continuità attraversa tutta la natura, dalla muffa a homo sapiens, ritengo non porti a niente, perché molto semplicemente per il bambino entrare nel mondo umano non significa provare empatia ed emozioni simili a quelle che prova il cucciolo di cane. È qualcosa di diverso, che riguarda la capacità di vivere a poco a poco le contrapposizioni del bene e del male, del giusto e dell'ingiusto, del desiderio e della colpa, e via dicendo.
Questo approccio non sarà mai in grado di rispondere alla complessità delle nostre esigenze esistenziali.
Anche perché intanto il pensiero illuministico, avendo come fine giusto la liberazione del soggetto da sovranità inique, si è spinto fino alla decostruzione dei fondamenti di ogni cultura, di ogni civiltà.
Allora non rimane che la retorica della singolarità, l'apologia delle differenze del soggetto, visto che la comunità viene descritta solo come la somma di istituzioni necessarie e che un'analisi approfondita ne può in ogni momento mostrare la relatività. Il che si presta, sul suo versante negativo, alla strumentalizzazione del capitalismo. Con il risultato che pur essendo liberi non siamo mai stati così manipolabili.

Non c'è conclusione, ovviamente. Ma ognuno, se intende rifiutare l'ottundimento del consumo e la frammentazione del dialogo e del pensiero nell'era digitale, non può fare a meno che portare avanti una ricerca sul fondamento dell'umano.
Mi viene da dire che ognuno, nel nostro tempo, è costretto a diventare un metafisico...
#115
Attualità / Re: Monaco 1938-2025
22 Febbraio 2025, 21:00:41 PM
Beh no, la Russia attuale pur essendo uno stato autoritario non è paragonabile al Terzo Reich dove il fondamento della legge era la volontà del Fuhrer, quindi una dittatura assoluta, se così si può dire.
Sugli Usa invece hai ragione: la democrazia sta lasciando il posto a qualcos'altro.
I cittadini onesti dovranno scegliere se accettare la sovranità di questa casta di coglioni capitalisti e dementi o combattere.
E andrà pure rivalutata la figura del ragazzo che è morto tentando di conficcare una pallottola nel cranio di Trump: forse non si trattava di follia omicida ma di lungimiranza...
Al riguardo mi è venuto in mente il film di Cronenberg "La zona morta".
#116
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
22 Febbraio 2025, 14:37:14 PM
Non sono mai stato interessato alla vita eterna.
Per me il problema non è tanto la mortalità, ma il fatto che il tempo, nella nostra epoca, sia vissuto sempre di più come qualcosa di irreale.
Come se fossimo bloccati in un presente eterno, ma con la certezza paradossale che intanto gli anni scorrono inesorabili e ci si avvicina alla morte.
Il motivo potrebbe essere il fatto che ciò che è comune si è dissolto. Così la storia dell'individuo non è scandita da niente. C'è soltanto una specie di alternanza lavoro–godimento.
I progetti del singolo, per quanto possano essere condivisi da una cerchia ristretta di familiari o amici, appaiono come isole iridescenti in mezzo al vuoto, il che li rende soggetti, soprattutto nelle fasi critiche e nei fallimenti, agli attacchi del dubbio e del paradosso: non sarà che sono esistiti solo nella mia testa? ci si chiede sgomenti.
E questa incertezza finisce per minare la continuità del tempo vissuto.
Angoscianti déjà vu, crisi di panico: non sono più fatti psicopatologici rari. Sono ormai disturbi comuni dell'era digitale.
#117
Attualità / Re: Trump's Alzheimer
22 Febbraio 2025, 13:48:19 PM
Citazione di: anthonyi il 22 Febbraio 2025, 12:09:54 PMQuanto ai 3 anni di guerra risparmiati te lo dico io cosa sarebbe successo, Putin avrebbe preso il controllo dell'ucraina, con il suo patrimonio bellico integro,
Avrebbe avuto una quota di produzione agricola tale da ricattare mezzo mondo, avrebbe avuto ulteriori industrie dalle quali produrre armamenti e 30 milioni di ucraini tra i quali coscrivere tanti soldati in più da mandare alla conquista di Polonia, repubbliche baltiche, Ungheria e Romania, e se gli andava bene, magari avanzare ancora verso occidente. E' STATA UNA FORTUNA CHE ZELENSKY NON SI SIA ARRESO, ALMENO PER NOI EUROPEI OCCIDENTALI.

Eh sì, perché il problema della Russia è che gli manca territorio... Come dire, si sentono un po' strettini a casa loro, hanno bisogno di spazio vitale...
#118
Attualità / Re: Trump's Alzheimer
22 Febbraio 2025, 11:38:53 AM
Trump sta delegittimando Zelensky perché ciò evidentemente fa parte delle condizioni richieste da Putin.
Ma l'affermazione che Zelensky sarebbe potuto arrivare ad un trattato di pace già nella primavera del 2022 non è completamente una menzogna: nessuno sa come siano andate realmente le cose nelle trattative di quei mesi. Sicuramente alla fine Zelensky ha potuto decidere di continuare la guerra solo avendo la garanzia degli Usa di un supporto militare. Ma il dubbio che rimane è che se Zelensky avesse insistito per la pace forse ci saremmo risparmiati tre anni di guerra. C'è comunque chi, tra gli analisti, ha scritto che invece sono stati Usa e Gran Bretagna a insistere (o meglio, costringere) per continuare nello scontro fino all'utopico ripristino dei confini territoriali dell'Ucraina, compresa la Crimea. Usa e Gran Bretagna che avevano come obiettivo quello di indebolire in un colpo solo Russia e Ue. Mentre dell'integrità territoriale dell'Ucraina se ne fregavano alla grande.
Ricordo perfettamente l'arroganza dei soldatini da tastiera che insultavano coloro che invece esprimevano perplessità sulla necessità di andare avanti con la guerra: ma non era veramente possibile una pace (sia pure "ingiusta") che avrebbe risparmiato centinaia di migliaia di morti? Così parlavano alcuni: i cosiddetti "pacifinti" secondo l'insulsa definizione degli atlantisti ortodossi, ora grazie a Dio, silenti.
Dunque può essere che la stessa arroganza avesse contagiato anche Zelensky e i suoi generali, e che invece di pensare a trattare nei momenti di maggiore difficoltà del nemico – nemico che non sarebbero riusciti mai e poi mai a sconfiggere sul campo definitivamente, chiunque sano di mente lo sapeva – tale arroganza li spingesse a mettere in atto azioni militari ambiziose e barocche.
Non sapremo mai la verità.
La cosa buffa e divertente è vedere la Meloni che essendosi costruita una credibilità internazionale sul sostegno "senza se e senza ma" all'Ucraina, ora è impegnata a riallinearsi ai suoi veri amichetti americani (accozzaglia di oligarchi, anarco-capitalisti, simpatizzanti del nazismo) senza che la cosa appaia troppo spudorata... Vediamo cosa si inventa.
#119
Nota a margine per i futuri studiosi di questo forum (tutti psichiatri, naturalmente): anche i bravi bambini, ogni tanto, hanno bisogno di un capro espiatorio.
#120
Mi ero espresso male e ho cercato di rimediare con il post successivo.
Ma la domanda è: Mauro Pastore ha commesso un reato scrivendo quello che ha scritto?
Perché c'è una bella differenza tra un'idea di cui si può anche provare una certa ripugnanza e un'idea che va censurata perché la sua espressione pubblica costituisce un reato.