Lo psicoanalista tedesco Erich Fromm nel suo noto libro: "Avere o essere ?" esamina le due modalità con le quali si esplica la vita umana.
Per l'autore l'avere coincide con il desiderio di possesso e il superfluo, tipici della società opulenta, invece l'essere coincide con l'autorealizzazione.
"La mia vita è abbastanza provvista del superfluo, ed è così povera di cose essenziali": questa frase terribile la scrisse nel 1973 nel suo "Diario" lo scrittore Guido Morselli, che all'età di 61 anni si suicidò.
A condurre Morselli a quell'estuario tragico della vita forse fu il fallimento editoriale. I suoi romanzi, di forte impatto e originalità, erano stati respinti da vari editori. Poi, dopo la sua morte, i suoi libri ebbero successo.
Le pagine del suo "Diario", pubblicato nel 1987 rispecchiano il benessere esteriore della sua condizione sociale, nel contempo rivelano il vuoto interiore che si stava aprendo nella sua esistenza. Quel vuoto interiore è simile a quello provato da tante persone provviste di beni economici ma prive di affetti e valori. A differenza di Morselli, spesso costoro procedono soddisfatti, senza un impegno etico, e fanno scorrere le loro giornate senza la ricerca di significato per il loro agire.
L'antico filosofo greco Socrate, evocato dal suo discepolo Platone, ammoniva: "una vita senza ricerca non merita d'essere vissuta". Per molti, invece, la vita banale è una scelta che fa evitare ogni domanda e narcotizza la propria coscienza.
Per l'autore l'avere coincide con il desiderio di possesso e il superfluo, tipici della società opulenta, invece l'essere coincide con l'autorealizzazione.
"La mia vita è abbastanza provvista del superfluo, ed è così povera di cose essenziali": questa frase terribile la scrisse nel 1973 nel suo "Diario" lo scrittore Guido Morselli, che all'età di 61 anni si suicidò.
A condurre Morselli a quell'estuario tragico della vita forse fu il fallimento editoriale. I suoi romanzi, di forte impatto e originalità, erano stati respinti da vari editori. Poi, dopo la sua morte, i suoi libri ebbero successo.
Le pagine del suo "Diario", pubblicato nel 1987 rispecchiano il benessere esteriore della sua condizione sociale, nel contempo rivelano il vuoto interiore che si stava aprendo nella sua esistenza. Quel vuoto interiore è simile a quello provato da tante persone provviste di beni economici ma prive di affetti e valori. A differenza di Morselli, spesso costoro procedono soddisfatti, senza un impegno etico, e fanno scorrere le loro giornate senza la ricerca di significato per il loro agire.
L'antico filosofo greco Socrate, evocato dal suo discepolo Platone, ammoniva: "una vita senza ricerca non merita d'essere vissuta". Per molti, invece, la vita banale è una scelta che fa evitare ogni domanda e narcotizza la propria coscienza.