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Messaggi - doxa

#106
Varie / Curiosità romane
11 Maggio 2025, 16:41:21 PM
Ieri a Roma cielo sereno e piacevole giornata di primavera.

Ho partecipato ad una visita culturale nel  rione "Pigna" (vi consiglio di leggere tramite Internet il perché si chiama così), tra piazza del Collegio Romano e  piazza  del Pantheon, affollata di turisti.

Sulla piazza del Collegio Romano prospettano l'omonimo edificio, un lato del  maestoso Palazzo Doria-Pamphili, l'ex chiesa di Santa Marta, ed altro.

Il palazzo del Collegio Romano è un complesso monumentale. Già sede dell'omonimo istituto d'istruzione gesuitico dal 1584 al 1870, l'edificio ospita nell'ala orientale  la sede centrale del  Ministero della Cultura, nell'ala occidentale il liceo classico dedicato a "Ennio Quirino Visconti".


veduta del "Collegio romano"


Nella parte opposta della piazza c'è l'ex chiesa di "Santa Marta (di Betania) al Collegio Romano". 

la facciata

L'interno a navata unica con abside semicircolare e cappelle laterali quadrate, è ricco di stucchi e di  colonne in marmo rosso.  Nella volta c'è un affresco  dipinto dal pittore genovese  Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio (1639 – 1709).

Prima di questa chiesa nell'area c'era la cosiddetta "Casa di Santa Marta", fondata da Ignazio di Loyola nel 1543 per accogliere le "malmaritate", oppure "le donne coniugate in peccato pubblico senza timor d'Iddio et senza vergogna delli uomini" che volevano riabilitarsi.

La povertà induceva molte donne a prostituirsi per vivere e far vivere la propria famiglia.

Dopo la morte di Sant'Ignazio la casa divenne un monastero con annessa chiesa.

Nel 1560 gli edifici furono assegnati alle monache agostiniane, ma nel 1872 furono confiscati dallo Stato Italiano.

L'ex monastero è ora sede del I Distretto di Polizia della città, mentre l'ex chiesa, di proprietà del Ministero per i Beni e le attività culturali,  viene usata per convegni, mostre e concerti.

segue
#107
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 16:12:28 PM
Altre notizie sul passaggio da Prevosto a Provest nel cognome del papa Leone XIV.

"Papa Leone XIV (Robert Francis Prevost), figlio di Louis Marius Prevost , di origini francesi e italiane, e di Mildred Martínez, di origini spagnole.

Giovanni Prevosto, il nonno paterno, italiano, era un professore universitario, nato a Torino il 24 giugno 1876. Il suo nome e cognome vennero anglicizzati in John R. Prevost quando si trasferì negli Usa. Sposò Susanne Marie Fabre, nata in Francia il 2 febbraio 1894.

Nel 1917 Robert e Susanne  ebbero il loro primo figlio: John C Prevost, lo zio del papa,  professore universitario di letteratura francese.

Tra il 1917 e il 1920 la famiglia di Robert e Susanne  Prevost si trasferì a Chicago dove il 28 luglio 1920 nacque Louis Marius Prevost, padre di Leone XIV.

Louis Prevost conobbe a Chicago Mildred Agnes Martinez nata nella capitale dell'Illinois il 30 dicembre 1911. La famiglia della madre del futuro Papa Leone proveniva da New Orleans, ma di origini caraibiche – creole.

Louis Marius Prevost,  padre del pontefice si diplomò nel 1943, poi  fece il servizio  militare nella Marina Usa durante la Seconda Guerra Mondiale. Congedato come veterano, si dedicò all'insegnamento fino a diventare preside della Mount Carmel Elementary School a Chicago. La madre del Papa Mildred Agnes dopo aver studiato biblioteco-economia e pedagogia  lavorò come bibliotecaria".
#108
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 10:25:36 AM
Mi correggo, il padre del nuovo pontefice aveva radici francesi e italiane. La madre non c'entra nulla col cognome Prevost  :-[
#109
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 09:23:19 AM
Da prevosto deriva "prevost" nel dialetto milanese.

Ci sono circa 78 famiglie Prevosto in Italia, sparse in varie regioni, in particolare  tra Liguria, Piemonte e Lombardia
#110
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 08:42:12 AM
Il ramo materno del nuovo pontefice è di origine italiana.

Il cognome "Prevost" e "Prevosto" è più frequente nell'area tra Lombardia e Piemonte.

#111
Tematiche Culturali e Sociali / Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 07:53:03 AM
Robert Francis Prevost: = Roberto Francesco Prevosto: un bel cognome. E' uno di quelli che a volte sembrano predestinare chi lo ha.



Il sostantivo "prevosto"  deriva dal francese antico "prevost" e questo dal latino "praeposìtus": significa "posto innanzi, posto al comando". Questo termine nel passato alludeva al funzionario addetto ad un particolare servizio pubblico di tipo civile o ecclesiastico.

Nell'ambito della Chiesa cattolica  il prevosto era il vicario del vescovo o dell'abate.

Nella provincia ecclesiastica di Milano, che  nel passato si estendeva a quasi tutta l'Italia settentrionale, il vicario foraneo  era il sacerdote collaboratore del vescovo. S'interessava degli affari della diocesi al fuori delle città. Coordinava la pastorale e l'attività dei parroci.

Il termine foràneo deriva dal latino tardo foraneus, e questo da foris, foras = fuori.

Nei "capitoli canonici" o di monasteri (capitolo = assemblea di presbiteri o di religiosi)  il prevosto era un autorevole esponente.

In talune diocesi, specialmente dell'Italia settentrionale, il parroco è ancora detto prevosto.
#112
"Cos'è la normalità" ? Non lo so ! 

A me sembra un concetto astratto, ma  viene definita "condizione di ciò che è o si ritiene normale, cioè, regolare e consueto, non eccezionale o casuale o patologico, con riferimento sia al modo di vivere, di agire, o allo stato di salute fisica o psichica, di un individuo, sia a manifestazioni e avvenimenti del mondo fisico, sia a situazioni più generali".
 
Si può dedurre da questa definizione che la normalità, comunemente opposta al patologico, venga stabilita in base a delle norme a cui bisogna far riferimento e a cui è necessario omologarsi per sentirsi normali, uguali e accettati all'interno dell'ambiente sociale in cui si vive.
 
Chi si discosta dalle norme che definiscono la normalità diventa diverso, anormale, malato, patologico.
 
Il diverso viene guardato con occhi differenti alcune volte diventando bersaglio di pregiudizi, chi non si adatta alla normalità  è considerato  un "disadattato", perciò da emarginare.
 
Ma è corretto? Considerare la normalità come universale e da rispettare per sentirsi accettati e non "malati" ? Esiste la normalità? Ognuno di noi è diverso, nessuno pensa allo stesso modo, ognuno ha le proprie caratteristiche.
 
Le persone comprese negli acronimi  "LGBTQ", e "LGBTQIA" (come è noto si riferiscono all'identità di genere e all'orientamento sessuale)  come considerarle ? Anomale ? Perché statisticamente in minoranza se confrontate con gli eterosessuali ?
#113
A Padova, fino al 9 maggio, nel Museo di storia della medicina c'è l'esposizione dedicata a: "L'anomalia e la norma. La variabilità della vita tra anatomia e biologia".



La mostra  propone ai visitatori un percorso storico dall'antichità ai nostri giorni  per far capire il modo in cui la società, la medicina e la biologia hanno affrontato il rapporto tra l'anomalus e il normalis, soffermandosi sulla trasformazione che questi concetti hanno avuto anche in relazione ai progressi della conoscenza scientifica.

Racconta in tre sezioni come la nostra cultura ha percepito, definito e vissuto i concetti di norma e anomalia nel corso dei secoli.

Cosa significa "normale" e cosa rende qualcosa "anomalo" ? La percezione e i criteri con cui giudichiamo ciò che è comune o straordinario, accettabile o deviante.

L' exhibit  invita il visitatore  a riflettere sul suo personale concetto di normalità, puntando a scardinare pregiudizi sociali e culturali, lanciando il messaggio che, in fondo, l'anomalia è la norma.

Dall'antichità al Medioevo, l'anomalo viene inteso prevalentemente come monstrum: veniva considerato una maledizione o  manifestazione divina, incompresa dalla medicina (la cura, quindi, è assente) ed escluso dalla società, segno di malvagità e sventura.

In mostra ci sono alcuni reperti di animali teratologici (animali che presentano delle malformazioni) quali il cranio di un elefante nano e quello di un vitello bicefalo, spiegano le origini di alcuni esseri mitologici, la cui somiglianza formale con alcune gravi patologie, fecero scaturire errate interpretazioni e credenze che alimentarono, ad esempio, il mito dei Ciclopi e delle Sirene.

L'anomalo come patologia. Con l'avanzare delle conoscenze mediche  tra '600 e '900  l'anomalo perde i suoi connotati "mostruosi" e  viene considerato  come sintomo di patologia e disfunzione d'organo.

L'anomalo concepito come patologico fu studiato dal medico Giovanni Battista Morgagni (Forlì 1682 – Padova 1771) fondatore di una nuova scienza, l'anatomia patologica, e si passò dal considerare l'anomalo come creatura mitica, prodigiosa, al riconoscerlo come soggetto patologico, disfunzionale, da curare e catalogare per la ricerca sperimentale.

Dopo la diffusione della teoria dell'evoluzione di Charles Darwin, si comprende che alcune anomalie genetiche non patologiche furono fondamentali per favorire l'evoluzione della specie viventi, creando le condizioni per un migliore adattamento all'ambiente.

Nel nostro tempo le anomalie, ad eccezione di quelle identificabili come patologiche, sono indici di diversificazione che testimoniano la singolarità di ogni essere umano, unico e irripetibile a livello fisico e psicologico.
#114
Tematiche Filosofiche / Aristocle = Platone
02 Maggio 2025, 17:10:49 PM
Nel "corriere della Sera del 27 aprile scorso c'è un articolo  scritto da Mauro Bonazzi, titolato "Platone è un cigno che salta (strano no ?) sugli alberi".

L'autore dice che  "Per Friedrich Nietzsche, Platone era «la più grande disgrazia d'Europa»; per Epicuro niente più che un adulatore di tiranni.  Il filosofo Antistene di Atene  gli aveva invece dedicato un trattato dal titolo molto eloquente, Sathon.
«Platone», come noto, è un soprannome che si riferisce alle spalle larghe del filosofo (il suo vero nome era Aristocle).
Sathon alludeva alle dimensioni di altri organi: al lettore il piacere della traduzione".

 E' a voi noto che Aristocle è il vero nome di Platone ?

Perché Antistene dedicò a Platone un trattato titolandolo "Sathon" ?

Nell'antica lingua greca cosa significa "sathon" ? Bonazzi non lo dice !  ::)

#115
Ultimo libro letto / Il "vizio" di scrivere
27 Aprile 2025, 19:19:32 PM
Scrivere è un'esperienza imprevedibile, anche per chi ne è artefice. Tende a comportarsi come un re indiscusso nel suo piccolo dominio fatto di lettere, spazi e segni d'interpunzione.

"Se solo fossi uno scrittore capace di scrivere, non sempre e soltanto di riscrivere!", lamentava lo scrittore e attore statunitense Truman Capote  all'amico Donald Windham nel 1959.

Truman Capote, pseudonimo di Truman Streckfus Persons (1924 – 1984) nella prefazione del suo libro titolato "Musica per camaleonti" (1980) scrisse: "Poi un giorno mi misi a scrivere, ignorando di essermi legato per la vita a un nobile ma spietato padrone. Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta; e questa frusta è predisposta unicamente per l'autoflagellazione".

Uno scrittore contrae debiti di gratitudine verso autori che lo hanno preceduto. Legge i libri degli altri come se fossero congegni ad orologeria da smontare, indugiando su artifici, soluzioni, idee, tecniche per costruire personaggi, ambienti, vicende. Si affida all'esperienza di alcuni grandi scrittori del passato, immaginando per ciascuno di essi una motivazione preliminare all'atto di scrivere.

Sono necessarie la costanza, la disciplina, l'abilità nel non perdere il ritmo, la sapienza nel trasformare l'impellente necessità di scrivere in qualcosa in bilico tra vizio e tortura, dice Alessandro Piperno nel suo libro titolato: "Ogni maledetta mattina. Cinque lezioni sul vizio di scrivere" (edit. Mondadori). Insieme al  suo precedente libro "Il manifesto del libero lettore" (edit. Da Mondadori) l'autore compone un ideale dittico.

Piperno, competente narratore, conduce all'esplorazione irriverente dell'atto di scrivere, offre la sua riflessione sull'arte di scrivere. Dice che scrivere dischiude "orizzonti infiniti", permette di "allestire omerici campi di battaglia o spedizioni galatiche (...), creare dal nulla personaggi affascinanti o malvagi (...), riavvolgere il nastro della storia umana e (...) stravolgerla".

In "Ogni maledetta mattina ..." Alessandro Piperno s'interroga sul significato del proprio mestiere, su quella specie di richiamo al tavolo da lavoro, non meno potente del richiamo della foresta, che costringe chi scrive a passare ore chino su una tastiera nel tentativo di  elaborare il testo.

Scrivere non è un dovere, deve essere una necessità.
#116
Riflessioni sull'Arte / "In fuga dalla critica"
25 Aprile 2025, 16:59:55 PM

Pere Borrell del Caso, Huyendo de la critica (= In fuga dalla critica),  olio su tela, 1874,
Collezione Banco de España, Madrid. Il dipinto fu presentato per la prima volta  all'Esposizione di Belle Arti di Barcellona nel 1874.

La scena: un bambino con gli occhi terrorizzati tenta di fuggire prima che la "critica" lo colpisca.

Il dipinto è un trompe-l'œil (= inganna l'occhio). Questa tecnica pittorica permette di confondere lo sguardo dell'osservatore, il quale non riesce a distinguere i confini tra lo spazio reale  e quello immaginario.  Tramite prospettive, ombre ed  effetti ottici induce  l'illusione di guardare una scena reale e tridimensionale, invece è su una superficie bidimensionale.

L'autore usa la cornice dorata per dare tridimensionalità alla figura, rappresentata mentre tenta di fuggire da qualcosa che l'osservatore non riesce a discernere a causa dello sfondo nero. 

Il  titolo allude a quei critici che consideravano la loro opinione su un'opera d'arte come verità assoluta.

Adesso vi presento l'autoritratto di Pere Borrell del Caso



Pere Borrell del Caso (1835 – 1910) era un insegnante di disegno e pittura. Nonostante il successo internazionale decise di continuare a insegnare nell'accademia privata che aveva creato.

Questo autore produsse ritratti e numerosi  dipinti inerenti l'arte sacra. Fu influenzato dalla pittura dei Nazareni tedeschi e dai romantici.
#117
Attualità / Broligarchia
24 Aprile 2025, 17:26:49 PM
Da alcuni mesi appare nei media il neologismo inglese "broligarchy", parola composta, formata dal prefisso "bro-" e dal suffisso "-archy", corrispondente all'italiano "-archia": indica una realtà collegata al potere di poche persone ("oligoi", anche se non facenti parte del governo ne condizionano le scelte e l'orientamento).

"Bro-" (abbreviazione di brother = fratello), slang americano usato nei gruppi giovanili, ma viene interpretato come abbreviazione di "tech-bro": un uomo giovane, bianco, che si è arricchito  nel settore tecnologico-digitale, caratterizzato da eccessiva opinione di sé,  presunzione di sé. Il suo "ritratto" era già stato delineato dal sociologo inglese Michael Kimmel nel suo libro titolato: "Angry white men. American masculinity at the end of an era" ("Uomini bianchi arrabbiati. La mascolinità americana alla fine di un'era"), pubblicato nel 2013. Tale testo fa riferimento all'ira del maschio bianco sconfitto, quando Barack Obama si accingeva al suo secondo mandato di presidente degli Usa.

Oggi quell'iconografia è assimilabile ad Elon Musk, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos, Sam Altman, Sundar Pichai, Tim Cook, per citare solo i più famosi.



Nel giorno del giuramento di Donald Trump come 47/mo presidente degli Stati Uniti, un ricco parterre si è affollato alla sua corte, affiancandolo sul palco e offrendoci un'immagine simbolica della "broligarchy": è una sorta di vincolo tra plutocrati (plutocrate = ricco individuo che ha influenza determinante nella vita politica e sociale) che hanno costruito il loro impero economico nell'ambito della tecnologia digitale, ne controllano la diffusione e sostengono il governo Trump influenzandone le scelte, con la "benedizione dell'attuale presidente degli Stati Uniti.

Questa élite non si limita a dominare il mercato tecnologico. I broligarchi intrecciano il loro potere economico con una propria agenda politica, sfruttando i dati e le piattaforme per plasmare opinioni, influenzare decisioni e, in alcuni casi, manipolare il consenso.

Dalla "Casa Bianca" nel suo ultimo discorso alla Nazione, l'ex presidente Usa Joe Biden ha avvisato: "Oggi, in America sta prendendo forma un'oligarchia di estrema ricchezza, potere e influenza che minaccia la nostra democrazia, i nostri diritti e la nostra libertà".

I broligarchi

Elon Musk (Tesla, SpaceX, Twitter/X): imprenditore visionario e controverso, è il più tech bro dei tech bro: con Tesla, SpaceX e l'acquisizione di Twitter/X, ha consolidato il suo potere economico e sociale. Spinge le sue opinioni radicali e cerca di avere un impatto diretto sulle politiche globali, dall'intelligenza artificiale all'esplorazione spaziale fino alle elezioni di altri Paesi.

Mark Zuckerberg (Meta): è il creatore di facebook, oggi controlla anche Instagram e Whatsapp e dunque miliardi di connessioni sociali e le informazioni di gran parte della popolazione mondiale, motivo per cui ha un'influenza sulle persone, ovunque.

Jeff Bezos (Amazon, Blue Origin): ha rivoluzionato il commercio elettronico e il cloud computing con Amazon, che ha fondato, e ha esteso il suo impero con Blue Origin (esplorazione spaziale) e il Washington Post, dimostrando di voler influenzare anche la politica e l'informazione.

Larry Page e Sergey Brin (Google/Alphabet): hanno dato vita al motore di ricerca più utilizzato al mondo, che gestisce anche YouTube e il sistema operativo Android.

Sundar Pichai: è l'ad di Alphabet.

Peter Thiel (Palantir, Founders Fund): venture capitalist influente, co-fondatore di PayPal, finanzia start-up strategiche e progetti di intelligenza artificiale, con una visione politica  spesso libertaria e conservatrice.

Tim Cook (Apple): guida l'azienda tecnologica più cool del mondo, definendo standard globali per l'innovazione e la privacy digitale.

La broligarchia offre anche dei vantaggi: contribuisce alla crescita economica, all'innovazione veloce: i broligarchi hanno finanziato e guidato innovazioni che hanno trasformato la società, dalle auto elettriche alle reti 5G, dai sistemi di pagamento digitali all'intelligenza artificiale, connettività globale: miliardi di persone possono accedere a Internet,  le aziende tecnologiche hanno creato migliaia  di posti di lavoro diretti e indiretti, stimolando l'economia globale.
#118
Tematiche Culturali e Sociali / Refuso
22 Aprile 2025, 21:30:16 PM
 Refuso: questo sostantivo deriva dal latino "refusus", participio passato di refundĕre (= "riversare").

Per refuso s'intende  un errore compiuto durante la scrittura di un testo oppure l'errore tipografico (una vocale, una consonante,  oppure una parola al posto di un'altra). Può essere un errore di omissione (es. cane anziché carne) o nell'aggiunta (es. compresse anziché comprese), ecc..


Presi dall'impeto della scrittura e concentrati più sul contenuto che sulla forma, è facile generare refusi nella prima stesura di un testo.

Se Dio è in tutte le cose allora il diavolo è nel refuso.

I refusi vivono di vita propria,  s'insinuano nelle parole, tra le parole, al posto delle parole. Fuoriescono aitanti dalle pagine, storpiano i nomi e le cose, sono i corruttori della grammatica e della logica.

I refusi si nascondono, resistono al primo sguardo, anzi danno la sensazione di concretarsi immediatamente dopo: "prima non c'era, lo giuro".  Sono i servizi segreti deviati dell'idioma, sono la multinazionale della semantica, il trofeo della distrazione. Testimoniano la nostra fallibilità, la sciatteria: fuoriescono dalla grammatica mal digerita, dalla fretta.

Lo scrittore Vincenzo Monti scrisse ad Antonio Fortunato Stella, che aveva pubblicato la sua "Musigonia" per dirgli: "Dacché gli stampatori godono il privilegio di assassinare gli autori non si è mai veduto né strazio né indegnità tipografica da paragonarsi con questa. Versi mancanti, parole cambiate, altre mutilate ...".

Giacomo Leopardi in una lettera  scritta nel 1824 all'avvocato Brighenti disse: "Non conosco lo stampatore [...] Vi prego a impedire ch'io sia strapazzato [...] tanto nel testo, quanto nominatamente nella punteggiatura".

Invece lo scrittore e pittore Alberto Savinio (il suo vero nome era Andrea de Chirico, fratello del noto pittore Giorgio de Chirico)  nel  saggio "Refusi. Scritti sull'errore tipografico" scorge  nell'errore un incidente in grado di prospettare nuovi significati, a volte sono perfino provvidenziali.  ???
#119
Attualità / Re: La morte di Papa Francesco
21 Aprile 2025, 22:01:36 PM
"Qui radio Londra": "La patata è matura, ripeto, la patata è matura, chi ha orecchi per le profezie intenda la mia!;D
 
Ciao InVerno, Hitler nacque il 20 aprile, non il 21. Oggi, invece, è il cosiddetto "Natale di Roma", ricorrenza collegata alla fondazione della città da parte di Romolo nel 753 a. C..
Da questa data deriva il conteggio degli anni utilizzato dai Romani e la locuzione latina "Ab Urbe condita" = "dalla fondazione della città", anno stabilito da Marco Terenzio Varrone.
#120
Attualità / Re: La morte di Papa Francesco
21 Aprile 2025, 18:07:00 PM
"Er papa novo": sonetto scritto  dal Belli il 21 ottobre 1846, in occasione dell'elezione di Pio IX.


ritratto di Pio IX

"Er Papa novo"   
                   
Che ce faressi? è un gusto mio, fratello:
su li gusti, lo sai, nun ce se sputa.
Sto Papa che c'è mò ride, saluta,
è giovene, è a la mano, è bono, è bello...
 
Eppuro, er genio mio, si nun ze muta,
sta più p'er Papa morto,  poverello!:
nun fuss'antro pe avé mess'in castello,
senza pietà, quela ginìa futtuta.
 
Poi, ve pare da Papa, a sto paese,
er dà contro a prelati e a cardinali,
e l'uscì a piede e er risegà le spese ?
 
Guarda la su' cucina e er refettorio:
sò propio un pianto. Ah queli bravi sciali,
quele belle magnate de Grigorio!"
   

Parafrasi: Morto Gregorio XVI  l'1 giugno 1846, il 16  fu eletto papa il cardinale  e conte Giovanni Maria Mastai Ferretti col nome di Pio IX.

I primi mesi del  nuovo pontificato furono all'insegna dell'innovazione: l''amnistia per i detenuti politici, ridotte le spese di rappresentanza della corte pontificia; i romani videro il nuovo papa andare a piedi fino alla chiesa dell'Umiltà per celebrarvi la Messa.

Il personaggio che parla nel sonetto è un reazionario  anticlericale. 

Che cosa vuoi farci? E' un gusto mio, fratello: e non si discute sui gusti, lo sai ("su li gusti, lo sai, nun ce se sputa", versione caricaturale del motto latino, "de gustibus non disputandum" (con riferimento al nuovo pontefice Pio IX).

Questo papa ride, saluta tutti, è giovane, è alla mano, è buono, è bello... Eppure, se il papa non cambia modo d'agire, la mia preferenza va più al pontefice che è morto (Gregorio XVI)  poveretto!: non fosse altro per aver rinchiuso in Castel Sant'Angelo, senza alcuna pietà, quella genìa futtuta, la razza maledetta dei giacobini e dei liberali. Poi, vi sembra un atteggiamento da papa, in un paese come questo, l'opporsi ai cardinali e ai prelati di curia, e andare in giro a piedi e tagliare le spese? Guarda la sua cucina e il suo refettorio: sono proprio un pianto, una tristezza, tanto sono parchi. Ah! Quei begli sprechi del pontefice Gregorio XVI.
Tra le carte del poeta Belli, dopo la sua morte, fu trovato un appunto con la frase: "A Papa Grigorio je volevo bene, perché me dava er gusto de potenne dì male".