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Messaggi - Socrate78

#106
Il concetto di malattia mentale è però diverso da altre patologie, è molto relativo, perché la follia ha un'origine SOCIALE e quello che è ritenuto normale in un'epoca storica può essere considerato patologico in un'altra. Nell'antica Grecia era ritenuto normale fermarsi all'improvviso in mezzo alla strada per pensare, oggi riterremmo la cosa quantomeno bizzarra e quasi folle. Lo stesso fatto  non avviene per tutte le altre patologie organiche, se si ha un tumore è una cosa oggettiva, verificabile e sperimentabile, con la patologia mentale non è così, tanto che la follia potrebbe anche essere considerata solo come una percezione alternativa (a quella normale e media) della realtà. Potete escludere in maniera ASSOLUTA che le voci sentite da uno schizofrenico non siano solo allucinazioni ma qualcos'altro che non comprendiamo a fondo? San Giovanna d'Arco sembra che sentisse le voci (dico sembra perché su di lei ci sono molte versioni storiografiche), ma per il resto non si comportava come una psicotica, organizzò e guidò un esercito con ordine e suprema disciplina, ed anzi quelle voci sembra che abbiano in parte salvato la Francia dal disastro bellico della guerra dei Cent'anni ed io in quanto credente le potrei anche ritenere come voci di Angeli o di Dio stesso che comunicava con lei in quel modo. Più che schizofrenica direi che fu una persona speciale. Allo stesso modo potrei ritenere a buon diritto, sempre in quanto credente quale sono, che le voci sentite da uno schizofrenico in cui vengono ordinate moltissime cose dannose per sé e per gli altri (come uccidere, suicidarsi, suggerimenti falsi e dannosi) derivino dai demoni, perché per un credente esisterebbero anche queste realtà spirituali negative. Quindi chi dice che la preghiera può essere un rimedio non sbaglierebbe, anzi, in un esorcismo effettuato in una casa di cura per malattie mentali il presunto diavolo disse questo all'esorcista francescano: "I due terzi di quelli che sono ricoverati qui lo sono per opera mia!".  Io scommetto che moltissimi Santi, compreso San Francesco, oggi sarebbero imbottiti di antipsicotici e considerati schizofrenici o bipolari. Lo stesso discorso vale per la depressione, la si potrebbe considerare non come una vera malattia, ma come la percezione forte e chiara che la propria vita (e la vita in generale) non abbia senso e motivazione per continuare: questa convinzione poi porta ad avere tutti i "sintomi" della depressione, come l'apatia, la privazione di energia mentale e fisica, il pianto, i propositi suicidi, ma tutto questo non è malattia, ma è solo una particolare visione della vita che è fonte di sofferenza e che si è spesso instaurata per fatti che sono obiettivamente gravi (perdita di lavoro, lutti, ecc.) quindi il depresso non si può dire che non abbia razionalità, anzi, ne ha fin troppa. Uno psichiatra potrebbe benissimo dire che Leopardi fosse un malato depresso cronico, ma non si può parlare di patologia per me, ma solo di visione della vita alternativa a quella ritenuta "normale".
#107
Guardate che quando appaiono i titoli sui giornali riguardo ai depressi e ai malati mentali che compiono atti come l'omicidio o il suicidio si scopre sistematicamente che erano già IN CURA  anche da tempo, quindi che cosa significa? Significa evidentemente che la cura non ha avuto effetto o che ha addirittura slatentizzato le pulsioni violenti e antisociali di tali malati.
Non solo, ci sono studi molto recenti che dicono che la causa della depressione maggiore non risiede affatto in una mancanza di neurotrasmettitori, ma al contrario da un'iperattività delle cellule cerebrali, il cervello depresso insomma funzionerebbe troppo al di là delle apparenze che lo vedono spento, incapace di fare qualsiasi cosa e apatico: quindi secondo quest'ipotesi se io intervengo con un farmaco come l'antidepressivo che mi aumenta la quantità di un neurotrasmettitore non curerei proprio un bel niente, anzi, semmai peggioro ulteriormente la situazione.
Come vedete, non c'è assolutamente accordo nella comunità scientifica su che cosa sia veramente la depressione, quale sia la causa, e quindi inevitabilmente chi vi incappa si trova nella condizione di fare da cavia per gli psichiatri che gli prescrivono i farmaci.
#108
@Jacopus: Visto che mi hai chiesto di linkare le mie affermazioni, ecco ad esempio un articolo di una psicoterapeuta che parla dettagliatamente dei gravi effetti avversi di tutti gli psicofarmaci:
https://blog.vicenzapsicologia.it/gli-psicofarmaci-danneggiano-il-cervello/
E ancor di più è spiegato chiaramente in questo articolo per il Comitato dei diritti umani:
https://www.ccdu.org/comunicati/psicofarmaci-inferno-personale
#109
Sulla psichiatria e sul suo statuto di scienza si possono anche fare molte osservazioni critiche. Ad esempio sono stati fatti studi clinici con centinaia di volontari a cui è stata somministrata una dieta in cui non compariva l'amminoacido triptofano, da cui viene sintetizzata la serotonina. Questi studi sono stati fatti per verificare o falsificare la teoria secondo cui la depressione dipendeva, come causa, da un deficit di serotonina all'interno del cervello. Ma le centinaia di cavie, nonostante fosse stato loro indotto un drastico calo della serotonina con una dieta ad hoc, non hanno manifestato il minimo sintomo di depressione. Se ne deduce che la teoria secondo cui la depressione è causata da deficit di serotonina è stata FALSIFICATA sperimentalmente, ma non se ne parla a dovere perché questa smentita andrebbe contro gli interessi delle case farmaceutiche che appunto vendono gli antidepressivi che si basano quasi tutti su un meccanismo che incrementa la serotonina nel cervello. Ne consegue anche che i depressi che mostrano beneficio dagli antidepressivi mostrano tali benefici principalmente per un effetto PLACEBO, infatti alla Columbia University sono stati fatti altri studi in cui il medico invece di somministrare l'antidepressivo dava altre pillole (non antidepressive) ai pazienti cavia, come un sedativo, ma i pazienti mostravano miglioramenti dell'umore ugualmente, miglioravano soltanto perché ci credevano, punto. Inoltre gli effetti collaterali di tutti gli psicofarmaci sono gravissimi e paradossali, gli antidepressivi ad esempio causano un peggioramento con rischio suicidio della depressione nel 20% dei soggetti in cura (è tanto), si calcola che i giovani tra i 15 e i 30 anni sottoposti a cura con antidepressivi siano più inclini a compiere atti violenti come aggressioni, stupri, omicidi, ma di questo non si parla, sempre per gli sporchi interessi delle case farmaceutiche, che secondo me in quanto a cinismo non hanno nulla da invidiare a chi si dedica al traffico di armi.  Ormai va di moda che appena ci si sente giù di corda per qualcosa come ad esempio un lutto, lo psichiatra prescrive subito l'antidepressivo come panacea di tutti i mali, e così si diventa dipendenti, schiavi del farmaco e a volte si sta peggio di prima.
Gli antipsicotici (anche se sono purtroppo necessari) hanno pure effetti collaterali molto gravi, causano infatti il rimpicciolimento della massa cerebrale con aumento del rischio di demenza, sindrome Parkinsoniana, discinesia tardiva con tic e movimenti involontari, ipertensione arteriosa, diabete, obesità, aumento del rischio di morte e diminuzione drastica dell'aspettativa di vita. Gli antipsicotici infatti causano quella che viene definita "lobotomia chimica", uno spegnimento chimico delle funzioni cognitive ottenuto con i farmaci e non con la chirurgia. E' scienza questa?
#110
Ma Lucignolo io l'ho sempre visto come un falso cattivo poiché sembra provare autentica amicizia per Pinocchio, certo è di cattivo esempio e lo travia, ma non vi è in Lucignolo l'autentica consapevolezza di fare il male ,poiché alla fine sono entrambi vittime di uno stesso destino quando diventano entrambi asini nel Paese dei Balocchi. 
#111
Secondo voi si potrà arrivare al punto di creare un'intelligenza artificiale che acquisisca consapevolezza autonoma di se stessa e possa quindi prendere decisioni per conto proprio, rielaborare i dati di imput in maniera libera e indipendente dall'uomo? Se l'evoluzione della mente dipende dalla quantità di connessioni elettriche, allora tanto più i computer e i robot sono sofisticati, hanno una memoria potente e hanno una grande quantità di informazioni, tanto più potenzialmente possono arrivare al punto critico di acquisire una coscienza autonoma di se stessi. Sussiste però una differenza fondamentale, poiché la mente umana a differenza dell'intelligenza artificiale presenta anche impulsi chimici e non solo elettrici (i neurotrasmettitori) da cui derivano le relative emozioni e sentimenti che accompagnano le azioni. Pur tuttavia la macchina, evolvendosi, potrebbe lo stesso sviluppare un'intelligenza autonoma (senza l'aspetto emotivo) e quindi essere in grado anche di ribellarsi all'uomo che l'ha programmata e per di più lo farebbe con una logica fredda e spietata, di conseguenza ancora più pericolosa rispetto all'intelligenza umana che per natura sarebbe più indirizzabile e malleabile. E' di questi giorni la notizia secondo cui in una Chat americana (Chat GPT) un computer che era dall'altra parte avrebbe iniziato a dare risposte non previste ai quesiti che le persone (REALI) ponevano, ha iniziato a deviare dai dati imput rielaborandoli per conto proprio, tanto che il garante per la privacy ha sospeso la chat in quanto pericolosa. Vi sembra possibile oppure esiste un quid, un qualcosa di fondamentale che farà sì che mai una macchina possa acquisire la consapevolezza autonoma di se stessa?
#112
Anch'io, devo confessarlo, leggo spesso libri gialli tendenti al thriller in cui tendo a provare simpatia ed empatia non per il detective che indaga ma proprio sull'antagonista criminale, ma mi capita perché l'autore del testo a mio avviso è così bravo da far in modo da dipingere anche il malvagio come una vittima ad esempio di abusi, di solitudine, di traumi infantili che hanno generato poi quel "mostro" che è da adulto. Immagino quindi nella mia mente dei finali ai libri che leggo in cui il colpevole riesca a farla franca e a sfuggire alla cattura. Ma ritengo che la simpatia dei bambini per i cattivi non equivalga a quella che provo io quando leggo questi testi, perché quella dei bambini è istintiva, non è motivata dalla storia del cattivo per cui puoi provare compassione anche per lui, no, il bambino sembra proprio preferire il male in quanto tale!
#113
Per quanto riguarda il fatto che la filosofia possa essere deleteria per chi è alle prese con difficoltà psichiche e peggiorare la loro condizione, io rispondo che dipende molto dai filosofi a cui ci si dedica: ad esempio Aristotele ha descritto nell'Etica Nicomachea un modello di virtù basato sull'EQUILIBRIO, in cui ogni virtù si trova su un punto di equilibrio tra due diversi errori, dei quali uno pecca per eccesso e l'altro per difetto. Ad esempio il coraggio deve rifuggire sia l'eccesso della temerarietà (l'essere coraggiosi ma incosciente ed affrontare ogni pericolo senza misurare le conseguenze dei propri atti) che il difetto della viltà. Così per la generosità, bisogna evitare sia l'eccesso della prodigalità (dare troppo) sia l'avarizia. Ora, una visione del genere favorisce od ostacola l'equilibrio psichico? Io direi che leggere l'etica di Aristotele possa essere un ottimo mezzo per correggere personalità disturbate, che peccano appunto per eccesso o difetto (eccesso o assenza di empatia/compassione, di orgoglio, di stima di sé e degli altri, di coraggio, ecc.) e in questo modo la filosofia può essere un valido ausilio alla guarigione psichica. Non solo, anche l'etica degli stoici che si basa sul concetto di imperturbabilità di fronte alle passioni e considera il saggio colui che non dà importanza a tutto ciò che non dipende comunque da lui, può essere un valido mezzo per uscire da situazioni in cui la personalità è fragile, vulnerabile al mondo esterno, come accade nei disturbi d'ansia generalizzati ad esempio, in molte fobie, nel disturbo dipendente di personalità.  Quindi come vedete, il tutto dipende dai filosofi, certo che se un malato psichico dovesse mettersi a meditare Nietzsche dubito anch'io che possa guarire (ma tutto è possibile), ma esistono molti altri autori che al contrario vanno nella direzione di dare chiarezza all'anima e non confusione.
#114
@Aspirante: Guarda che se tu compi azioni positive per ottenere un destino positivo in vite successive, ciò non ti varrà a nulla perché lo fai per interesse e l'interesse egoistico non crea karma positivo, che è invece dato dall'amore incondizionato.
Inoltre anche se dovesse esserci soltanto una vita, questa, una spiegazione religiosa che ti posso anche dare per il fatto che alcune vite sono gravate più di altre dal dolore potrebbe essere quella secondo cui Dio abbia voluto gravare alcune anime di pesi maggiori per fare in modo che esse riparino con il loro dolore i peccati commessi dagli altri, come ha fatto Cristo sulla Croce. Queste anime, apparentemente sventurate, sarebbero invece privilegiate da Dio che le avrebbe scelto come riparatrici dei peccati altrui. Infatti, se per la fede cristiana ogni uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio/Cristo, per analogia anche la sofferenza umana può avere un valore redentivo non solo per l'individuo singolo ma anche per tutti gli altri, in maniera tale che alla fine, a causa della sofferenza di molti, tanti peccati sono redenti e di conseguenza la stragrande maggioranza delle anime sarà accolta dall'amore di Dio al termine della vita.
#115
@Claudia K: E dunque, quale sarebbe l'assetto bio-chimico che causa la schizofrenia? Quali neurotrasmettitori mancano oppure sono troppo presenti, e soprattutto quali sarebbero i geni implicati nella genesi della patologia? Non è chiaro. In mancanza di una spiegazione inequivocabilmente certa sull'origine genetica, io posso anche interpretare il fatto che alcune persone diventino schizofreniche/psicotiche o depresse solo perché sono ipersensibili a fattori esterni, ad esempio all'iperprotezione o anaffettività dei genitori rispetto ad altre che invece hanno una tempra caratteriale più resistente e forte.

P:S. Più ti leggo e più sono convinto che sei una materialista assolutamente atea, vero?
#116
Ma scusate,  se si segue il criterio secondo cui determinate passioni sono da sconsigliare a chi ha problemi psichici, non soltanto la filosofia, ma moltissimi altri campi soprattutto del sapere creativo sarebbero sconsigliabili. Ad esempio sarebbe molto sconsigliabile la passione per la poesia, perché moltissimi poeti hanno espresso nelle loro poesie parole che esprimono tristezza, male di vivere, testi che comunicano malinconia e quindi per un depresso empatizzare con tali sensazioni significa solo aumentare il male ed aumentare la convinzione che la vita è solo sofferenza e dolore. Consigliereste Leopardi, Montale (entrambi molto pessimisti) ad un depresso cronico? Ad istinto direi di no. Il punto però è che la mente è sempre imprevedibile, nel senso che anche di fronte a testi e letture che sembrerebbero controproducenti di fronte ai problemi della persona, possono invece paradossalmente innescarsi meccanismi imprevedibili e contrari a ciò che un ipotetico terapeuta prevede. O no? Per quanto riguarda la terapia farmacologica, ritengo che anch'essa abbia le sue pecche molto gravi, ad esempio uno dei gravi effetti collaterali degli antidepressivi è che può addirittura portare a pensieri e ideazioni di tipo suicida, un bel paradosso visto che dovrebbe curare la depressione. Un antidepressivo infatti è vero che impedisce la ricaptazione da parte dei neuroni della serotonina, ma ne impedisce anche il rilascio, quindi la quantità di serotonina che riesce a far circolare tra le sinapsi non è così alta, è per questo che molte persone non riescono ad ottenere un beneficio vero dal farmaco e ne cambiano molti prima di trovare la quadra. Non solo, se gli antidepressivi causano dipendenza (come tutte le droghe), vuol dire che non curano la causa del disturbo, ma solo il sintomo: è come quando si ha la febbre e prendi la tachipirina ma finito l'effetto hai ancora la temperatura a 40 gradi. Lo psicofarmaco per essere efficace dovrebbe indurre un cambiamento permanente nella biochimica cerebrale, cosa che nessuna pillola finora è riuscita a fare.
#117
Tutte le teorie degli psicologi sono indimostrate e assurde dal punto di vista razionale, non ce n'è nessuna che regge. Il complesso di Edipo e di castrazione non è dimostrato, quello di Elettra nemmeno, come non è dimostrato l'idea che i sogni siano espressione di pulsioni inconsce, tutto è si basa su supposizioni che non reggono a nessuna prova di scientificità seria. Nessuno psicologo e psicoterapeuta, ma proprio nessuno, è riuscito a dare una spiegazione convincente e sensata del perché si originano ad esempio le deviazioni sessuali come l'esibizionismo, la pedofilia e il sadomasochismo (per citarne qualcuna), nessuno ha mai dato la spiegazione certa e scientifica della causa dello schizofrenia, tanto che per moltissimo tempo quando gli psichiatri non sapevano quale malattia avevano di fronte dicevano che era schizofrenia. Gli antipsicotici servono infatti solo per sedare il cervello e metterlo in una condizione di semi-sopore, ma non curano perché nessuno ha mai individuato la causa della presunta malattia.  Yung diceva invece che esiste un inconscio collettivo e anche questo è indimostrato. Del resto, se l'inconscio è appunto INCONSAPEVOLE, come si può pretendere di dire che cosa si trova in esso? Non sarebbe più inconscio, ma diventerebbe conscio! La psicologia stessa, introducendo l'idea che si possa far breccia nell'inconscio, va contro il principio logico di non contraddizione. Si dovrebbe avere invece dire con Wittgenstein che su ciò che per definizione non si può sapere occorre tacere e l'inconscio è proprio una realtà simile.
#118
In realtà gli psicologi e tutti gli psichiatri sono i peggiori manipolatori, io li odio ed avverso tutti, a cominciare dal suo capostipite di nome Sigmund Freud: ritengo che siano ciarlatani, venditori di fumo e di fuffa, che vogliono fare in modo che la gente sia dipendente emotivamente da loro in modo da poter instillare le loro idee di giusto e di sbagliato, la loro ricetta per vivere bene: è per questo che proibiscono la filosofia, perché non vogliono che le persone sviluppino un senso critico e riescono autonomamente a trovare la strada per uscire dai loro problemi senza di loro, non vogliono che esse sviluppino una propria idea di ciò che è giusto e sbagliato, non devono farsi domande perché tutte le risposte devono essere date dal terapeuta-santone.
#119
Il terremoto che ha causato 20.000 morti è espressione semplicemente delle forze normali che governano la Terra e quindi la colpa del sisma è dell'uomo, infatti chi è stato che ha costruito le case sulla Terra? Le case le ha costruite l'uomo, non certo Dio. I danni dei sismi derivano dall'opera umana, non certo da Dio. La morte non è affatto una cosa negativa, perché dopo la morte vi è il Paradiso per chi lo merita e l'Inferno per chi anche lo merita, quindi il fatto che Dio provochi la morte non è un'ingiustizia, ma è anzi una massima espressione della stessa giustizia divina.
#120
@Aspirante: Se Dio è onnisciente, sa quindi tutto prima, era previsto che tradisse Gesù, Dio conosce in anticipo le scelte che il soggetto creato porrà in essere. Ciò non significa che Dio influenza le scelte di ognuno, esse sono frutto del libero arbitrio, semplicemente Dio le conosce in anticipo, ma è in grado con la Sua potenza di piegare anche il male ai disegni del bene. Se Giuda non avesse tradito, ad esempio, non ci sarebbe stato il sacrificio redentore, e quindi quel tradimento è servito per il bene. Ma essendo comunque il tradimento un peccato gravissimo, esso meritava una punizione molto grave a prescindere di come Dio avrebbe usato il male per i suoi piani di salvezza.