Il concetto di malattia mentale è però diverso da altre patologie, è molto relativo, perché la follia ha un'origine SOCIALE e quello che è ritenuto normale in un'epoca storica può essere considerato patologico in un'altra. Nell'antica Grecia era ritenuto normale fermarsi all'improvviso in mezzo alla strada per pensare, oggi riterremmo la cosa quantomeno bizzarra e quasi folle. Lo stesso fatto non avviene per tutte le altre patologie organiche, se si ha un tumore è una cosa oggettiva, verificabile e sperimentabile, con la patologia mentale non è così, tanto che la follia potrebbe anche essere considerata solo come una percezione alternativa (a quella normale e media) della realtà. Potete escludere in maniera ASSOLUTA che le voci sentite da uno schizofrenico non siano solo allucinazioni ma qualcos'altro che non comprendiamo a fondo? San Giovanna d'Arco sembra che sentisse le voci (dico sembra perché su di lei ci sono molte versioni storiografiche), ma per il resto non si comportava come una psicotica, organizzò e guidò un esercito con ordine e suprema disciplina, ed anzi quelle voci sembra che abbiano in parte salvato la Francia dal disastro bellico della guerra dei Cent'anni ed io in quanto credente le potrei anche ritenere come voci di Angeli o di Dio stesso che comunicava con lei in quel modo. Più che schizofrenica direi che fu una persona speciale. Allo stesso modo potrei ritenere a buon diritto, sempre in quanto credente quale sono, che le voci sentite da uno schizofrenico in cui vengono ordinate moltissime cose dannose per sé e per gli altri (come uccidere, suicidarsi, suggerimenti falsi e dannosi) derivino dai demoni, perché per un credente esisterebbero anche queste realtà spirituali negative. Quindi chi dice che la preghiera può essere un rimedio non sbaglierebbe, anzi, in un esorcismo effettuato in una casa di cura per malattie mentali il presunto diavolo disse questo all'esorcista francescano: "I due terzi di quelli che sono ricoverati qui lo sono per opera mia!". Io scommetto che moltissimi Santi, compreso San Francesco, oggi sarebbero imbottiti di antipsicotici e considerati schizofrenici o bipolari. Lo stesso discorso vale per la depressione, la si potrebbe considerare non come una vera malattia, ma come la percezione forte e chiara che la propria vita (e la vita in generale) non abbia senso e motivazione per continuare: questa convinzione poi porta ad avere tutti i "sintomi" della depressione, come l'apatia, la privazione di energia mentale e fisica, il pianto, i propositi suicidi, ma tutto questo non è malattia, ma è solo una particolare visione della vita che è fonte di sofferenza e che si è spesso instaurata per fatti che sono obiettivamente gravi (perdita di lavoro, lutti, ecc.) quindi il depresso non si può dire che non abbia razionalità, anzi, ne ha fin troppa. Uno psichiatra potrebbe benissimo dire che Leopardi fosse un malato depresso cronico, ma non si può parlare di patologia per me, ma solo di visione della vita alternativa a quella ritenuta "normale".