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Messaggi - paul11

#1051
Tematiche Filosofiche / Re:Kant e il Principio.
09 Luglio 2018, 18:31:49 PM
Va bene come inizio l'osservazione della natura, ma l'essenza non è nel fenomeno manifesto e Nietzsche non è certo un naturalista.
Ad esempio Jung studia Dio  anche ontologicamente o solo come effetto sull'uomo in termini psichici?
L'archetipo si manifesta non dall'esperienza che è il manifestato della natura.
E' o non e una reminiscenza e quindi un'anamnesi in termini filosofici?
Quale natura ontologica ha l'archetipo o non lo ha.Se non lo fosse sarebbe manifestazione di un qualcosa d'altro di ontologico.

Questo esempio sopra esposto , relativo a Kant significa che questi smette di indagare ontologicamente, ma non può ancora saltare ,nel suo tempo storico in cui era, alla negazione dell'ontologia.Cerca di salvare "capra e cavoli", ma si pone come soggetto ,come agente conoscitivo che relaziona gli oggetti fisici, morali, ecc. che perdono la connotazione ontologica per acquisire quella gnoseologica .L'errore di Kant, con il senno di poi, è aver ritenuto che il processo conoscitivo umano potesse avere e sostituire i concetti ontologici su cui erano poste le verità.
Questo porta verso due  direttrici :il positivismo o verso l'idealismo.
Il positivismo si pone antimetafisco e quindi del noumeno e della cosa in sè poco o niente gli importerà.
Il massimo della metafisica è la legge scientifica che tu poni .La legge scientifica avrebbe caratteristica di un eterno e quindi ontologicamente vera se non fosse fondata sui limiti conoscitivi umani e sull'altro limite, la manifestazione, le apparenze delle cose. La conoscenza diventa una relazione instabile fra un soggetto limitato e una cosa non vera,se non come manifestazione= relativismo= opinione. perchè ciò che esiste come apparenza in sè e per se(la cosa in sè) non è detto che sia ontologicamente vero e infatti l'epistemologia moderna si inventa la fallibilità.Ma questo è riconoscersi ontologicamente in un sistema contraddittorio, dove la stessa conoscenza è fittizia, mai definitiva, sempre in divenire per altre contraddizioni. per nuove apparenze e manifestazioni.
Hegel all'opposto, che è contro il sistema scientifico moderno,invece spingerà a contenere concettualmente nella coscienza dell'agente conoscitivo la negazione della "cosa in sè" con il processo dialettico che si pone   fino allo spirito.
#1052
Tematiche Filosofiche / Re:Kant e il Principio.
09 Luglio 2018, 13:05:48 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 09 Luglio 2018, 12:19:26 PM
Citazione di: paul11 il 09 Luglio 2018, 11:22:37 AM
quando la SACRA legge scientifica della termodinamica è "nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma" è insita la contraddizione severiniana

CARLO
Per la scienza questa legge è sacra fino a un certo punto, cioè, a partire da quel mistero scientifico chiamato Big-Bang in poi.

PAUL11
Se l'episteme è cercato e focalizzato nella trasformazione, dimenticando ciò che è e quindi non può essere distrutto, allora la "sua" trasformazione e ritenerle verità in divenire sono contraddittorie alla sua essenza "originaria" che invece è un immutabile eterno e quindi verità.

CARLO
Non c'è contraddizione tra essere e divenire nel momento in cui poni un divenire governato da leggi immutabili, cioè, da leggi che appartengono all'essere. Infatti "ciò che è" è l'energia, e la sua trasformazione è retta da leggi immutabili del tipo E=mc^2
la risposta è nella mia proposizione successiva:
Citazione di: paul11 il 09 Luglio 2018, 11:22:37 AM. Infatti l'ontologia contemporanea del pensiero filosofico semmai svolge la tematica fra eterno ed esistenza, laddove l'esistenza raccoglie le essenze che non possono che essere immutabili

Ma la scienza una legge lo trae dal manifesto, dall'apparenza del fenomeno non  è importante l'essenza.
Non cerca l'immutabile, ma l'osservabile, lo sperimentabile, il verificabile in quanto a sua volta è manipolabile, trasformabile dalla tecnica ai fini speculativi utilitaristici e funzionali all'uopo.
#1053
Tematiche Filosofiche / Re:Kant e il Principio.
09 Luglio 2018, 11:22:37 AM
Kant, a sua insaputa :o, è l'oggetto/soggetto ideologico del pensiero filosofico posteriore a lui .
Ha creduto in buona fede che la rivoluzione scientifica galileana dovesse percorrere anche il pensiero filosofico iniziato da Cartesio.
L'esaltazione della creatività umana, porrà l'intelletto umano al centro dell'umanesimo e dell'illuminismo che finirà nei concetti positivistici.
Ma altrettanto Kant è del tutto ignorato dal pensiero della grande filosofia che porrà ancora le problematiche ontologiche della cultura occidentale da Nietzsche in poi dividendo il pensiero della filosofia analitica anglo sassone che si esplicherà negli USA, da quello continentale europeo.


Perchè?
Perchè sposta obnulando l'ontologia, il focus del pensiero filosofico ora sarà   su quel "io penso, io sono, io dubito, io conosco......."
Non ha più importanza per Kant che  la cosa in sè sia un indimostrabile come già prima aveva detto Hume,  o che vi sia Dio o non Dio.
Il "noumeno" kantiano è un'invenzione per non dire, per non argomentare di ciò che l'"io penso......." non può dire.
Vuol dire che non è importante ontologicamente la cosa in sè, ma come io la penso su quella cosa in sè.

E chiaro semmai cosa determinerà lo spostamento dall'ontologia al processo gnoseologico nella cultura occidentale?
In sintesi, che la verità non è necessaria, basta che un concetto sia utile e funzionale alla tecnica......appunto al relativismo

.e aggiungerei 
quando la SACRA legge scientifica della termodinamica è "nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma" è insita la contraddizione severiniana
fra una verità eterna"nulla si crea e nulla si distrugge......." dal " tutto si trasforma" il divenire delle metamorfosi per cui si manifesta ora per non essere più e diventare altro da sè"
Se l'episteme è cercato e focalizzato nella trasformazione, dimenticando ciò che è e quindi non può essere distrutto, allora la "sua" trasformazione e ritenerle verità in divenire sono contraddittorie alla sua essenza "originaria" che invece è un immutabile eterno e quindi verità.
Infatti l'ontologia contemporanea  del pensiero filosofico semmai svolge la tematica fra eterno ed esistenza, laddove l'esistenza raccoglie le essenze che non possono che essere immutabili
#1054
Si tenga presente che:
1) le statistiche che proiettano indici demografici sono tanto più fallibili per a) velocità delle trasformazioni economiche b) politiche sulla famiglia
Ad es. quarantanni e più anni fa il Club di Roma proiettava gli indici demografici nel periodo del baby boom, sbagliando completamente gli effetti,; oggi ci troviamo nella situazione opposta.
Da quando anche la moglie o convivente lavora, direi dagli anni Settanta, la difesa del reddito famigliare per innalzare io dico
illusorio, tenore di vita, ha sostanzialmente abbassato il numero delle natalità inferiore ad una coppia per ogni coppia( significa che mogie e marito, 2 persone, per mantenere il numero demografico dovrebbero avere due figli, se ci abbassiamo demograficamente è perchè mediamente si è al di sotto dei due figli per coppia)
2) se è vero i contributi versati dagli imprenditori è in teoria il 32 e qualcosa per cento, è realmente vero che fatto cento il numero degli imprenditori nel territorio italiano, meno della metà versa questa quota, per molte forme di agevolazioni decontributive.bMa quì si intende imprenditori economici con relativa azienda. e non semplice datore di lavoro per colf o badante.
Infine, e non è poco, i contributi versati vengono portati in deduzione del reddito nella formazione dell'imponibile fiscale, cioè si abbassa il valore impositivo.
#1055
Citazione di: PatrickEzechieleArt il 30 Giugno 2018, 20:10:34 PM
Ciao cari utenti! Ci tengo a mostrarvi il primo quadro da studente, fatto durante il corso di pittura acrilica che stò seguendo  :) .

Mi è stato chiesto di fare un dipinto e di farlo con un solo colore, per poi scurirlo col nero (usato pochissimo) e schiarirlo col bianco.
Ecco cosa è saltato fuori:


Patrick Ezechiele, Il mare all'imbrunire, 06-2018, acrilico su carta, 24×32 cm, #1

La scena marittima è immaginaria, prima l'ho abbozzata e nonostante le onde un po' strane mi entusiasmava.. anche ora da finito, scena semplice ma sento che mi rappresenta molto. Per rendere bene il tema ho scelto di farlo utilizzando il colore "Terra d'ombra bruciata".

Vi piace? Io per esempio continuo a guardare le onde, non so perchè..

Ciao un caro saluto e tutti e tutte!  :)
mi aspetto che dalla schiuma delle onde sorga la Venere del Botticelli
#1056
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
01 Luglio 2018, 23:40:18 PM
Citazione di: anthonyi il 01 Luglio 2018, 07:11:01 AM
Citazione di: paul11 il 01 Luglio 2018, 01:25:00 AME hanno vinto loro........Il mio parametro fondamentale quarant'anni dopo è ancora l'uomo, al netto, scevro da qualunque sovrastruttura, culturale, economica, politica.E' l'uomo"nudo e crudo" con la sua esistenza..
Ciao paul11, permettimi un'osservazione, ma come fai a riconoscere l'uomo al netto di qualsiasi sovrastruttura culturale? E soprattutto, ti rendi conto che anche se fosse possibile farlo sarebbe grazie all'azione di una sovrastruttura culturale? Un saluto.
.........non avevo risposto a quanto ho sottolineato.
Non intendo la cultura una sovrastruttura, è un fondamento.
Avevo risposto che si trattava di disinnescare i dispositivi culturali, quindi è ovvio che che c'è un 'azione di una cultura.

Non ritengo Phil, che l'uomo sia riconducibile ad un dominio come quello dei numeri, delle parole, o di operatori logici.L'analisi di Godel vale per domini dove numeri, ecc. non sono autoconsapevoli e non creano nulla di per sè in sè, non sono loro agenti conoscitivi.
Siamo noi che traiamo giudizi, di esatto , errato, bello, brutto, non siamo limitabili come dominio e infatti il
delirio di onnipotenza è andare oltre un limite di "rispetto".

I verbi modali come dovere, potere, volere, mutano in funzione dei dispositivi culturali.
#1057
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
01 Luglio 2018, 10:20:04 AM
ciao Anthonyi,
quando discutiamo con famigliari, amici, conoscenti, colleghi i lavoro, magari anche semplici passanti in una sala d'aspetto, quando
emerge una situazione in cui ci sente piacevolmente bene e lo si capisce anche lo sono altri, ecco emergere la parte positiva umana, quella colloquiale, quella di una cena o di un dopo cena, dove il tempo è in sospensione.
Lì c'è l'umanità umana, anche se nella discussione su qualcosa non ci troviamo d'accordo, ma cerchiamo tutti la stessa cosa.

Penso che i dispositivi culturali, o le semplici situazioni mondane, fanno emergere o la parte positiva umana, quella conviviale, o la parte negativa quella di arroganza, di potenza.

In una accesa discussione spesso c'è la situazione della pallina da tennis.Uno alza la voce e tira la pallina dall'altra parte della rete, l'altro alza ancora di più la voce e tira ancora più forte la pallina all'altro, emerge la potenza, anche se il problema è banale.
Ma se si lascia passare la pallina senza ribattere, c'è un momento di inazione, in cui tutto torna alla normalità.E spesso si finisce col capire che il motivo banale della discussione non meritava una tale presa di posizione.
L'uomo per natura è colloquiale e conviviale, addirittura penso che cerchi l'ozio, ma non inteso come "peccato" dalla cultura di questo sistema, ma come qualità di vivere un tempo sospeso.
Ci sono molti e troppi dispositivi culturali nei paradigmi della nostra società che ci inducono a pensare ed agire in un certo modo, perchè è "la norma", la "norma-lità"
Disinnescare i meccanismi, uno dei quali è prendersi il proprio tempo in un tempo sospeso e non correre dietro al tempo, è già uno.
#1058
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
01 Luglio 2018, 01:25:00 AM
A sedici anni ricordo che leggevo sotto il banco alle scuole superiori Stato e Anarchia di Bakunin e contemporanemente un libro su Buddha.
Le dottrine politiche sociali hanno fallito nell'analisi sull'uomo. Marx era convinto che bastava lo stato di sfruttamento, renderlo cosciente agli sfruttati ,per cambiare rivoluzionariamente il sistema nel periodo in cui il ciclo economico del capitale avesse raggiunto il picco.Quest mancanza analitica sull'uomo lo ebbi già chiara quarant'anni fa.
Mi chiesi quali fossero le condizioni del sistema uomo, sistema economico, sistema politico e sistema culturale che avessero potuto dare  come risultato questo tipo di società umana.Da quel periodo  iniziai ad analizzare soprattutto psicologia, economia ,politica e filosofia.Quando ognuno di noi legge, studia,osserva, agisce ,ha un parametro interiore che dà un risultato ad uno studio di un pensiero, ad un'azione a "tutto quello che ci gira attorno", quel parametro è intimo, spesso incomunicabile e ci indica se un pensiero è giusto, sbagliato, acuto, banale, ecc. Per me quel parametro iniziale era l'umanità pura e semplice di una persona. Forse la definirei "innocenza",vale a dire di una persona che vuole solo stare in pace  non agisce mai contro il prossimo.
Il cristianesimo, la filosofia, altre analisi politiche ecc. sono venute dopo.
Qualche anno dopo feci azione politica, durò poco.Prima di tutto notai un linguaggio asettico, poco umano, c'era personalismo, ma erano a scopo di  carriera.Parlavano di sfruttati, ma con lo stesso metodo e linguaggio che un padrone parla ai schiavi, un datore di lavoro ai suoi subordinati.
Notai che i linguaggi erano uguali anche se parti avverse in competizione fra loro.L'uomo di partito guarda soprattutto ai competitori degli altri partiti e applica strategie e tattica , proprio come un imprenditore guarda ai suoi competitori.
Linguaggi simili, meccanismi identici.Studiando altre culture,approfondendo la storia, attraverso autori non banali ed acuti, ci si accorge che vi sono dispositivi culturali diversi che agiscono sul come condurre la propria esistenza.

L'inazione è quello che non si aspettano.L'imprenditore economico vuole che le mani del consumatore scelgano il suo prodotto, come il partito vuole che l'elettore faccia una croce sul suo marchio politico..
Si possono fare mille metafore ed esempi per spiegare che nulla sfugge all'uomo dentro una cultura, il fatto di porsi pro o anti è comunque sempre interno a quel sistema e lo si vede dai meccanismi.
L""ideologia" del marketing è lo studio del gesto del consumatore che sceglie, deve capire il meccanismo mentale per mutarlo e condizionarlo.Tutte le analitche soprattutto statunitensi basate sui test, che sono parecchio interessanti, non è lo studio di fondamenti culturali, ma guardano a risultati ,Non arrivano a capire le cause, nessuno riuscirà mai a spiegare per filo e per segno cosa ,come si costruiscono, e agiscono meccanismi psichici e mentali.Ma la teoria dei giochi ,la teoria delle scelte, ad esempio spiega dei meccanismi "esterni", pratici.Ma nessuno studio sociale politico è andato mai a fondo sull'uomo per certi tipi di analisiI come i "markettari"
E hanno vinto loro........Il mio parametro fondamentale quarant'anni dopo è ancora l'uomo, al netto, scevro da qualunque sovrastruttura, culturale, economica, politica.E' l'uomo"nudo e crudo" con la sua esistenza..
Quando Jean, Sariputra o l'attuale discussione sulla felicità ci paiono quasi di un mondo diverso da quello fatto dalle scadenze: le ricette dal medico, la patente da rinnovare, il bollo auto, le bollette da pagare, l'avanzo o disavanzo a fine mese e poi il mondo mediatico con le notizie economiche ,politiche..............perchè mondi diversi se l'uomo è uno?
A quale sistema siamo chiamati, a quali sistema siamo ancorati, perchè ogni mondo ha linguaggi diversi, ogni dominio parla a se stesso  noi a correre per altre ricette, nuovi bolli,nuove bollette.....e la vita scorre.
Quale è il meccanismo che ha portato tutto questo?Questo è peggio del destino e fatalismo utilizzato contro DIo.
Perchè queste sono pure e semplici costruzioni umane che hanno indotto un'intera cultura a proseguire e perseguire una strada,
Dobbiamo chiederci se è veramente umana e può rispondere solo la nostra intimità e dopo, solo poi capire se agire o non agire, come agire o come non agire, per non perderci e disumanizzarci in questo sistema.
La mia unica fiducia è ancora nell'uomo, a tutti batte un cuore , tutti hanno sentimenti e sono convinto che tutti vorrebbero vivere in pace e felici; ma daccapo allora perchè nonostante tutto pensiamo e agiamo in maniera sistematica e funzionale alla disumanizzazione.
Continua la mia inazione, non agisco su come vorrebbe il marketing, non agisco come vorrebbero i partiti, mi siedo sull'erba e ascolto la natura e cerco una mia sintonia, non odio nessuno, anzi è più una compassione, perchè ho maturato talmente ciò in cui penso che le parole invidia, gelosia, sono eliminate dal mio personale vocabolario.
#1059
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
29 Giugno 2018, 21:57:43 PM
ma perchè odio? Sarebbe allora odiosa la vita visto che ci vivo.
Si tratta di costruire degli equilibri, non mi interessa la villa, l'auto lussuosa, la barca, la portaerei, e gli elicotteri, fra un poco vedremo per la strada carri armati civili,
Fino a quando l'uomo occidentale invidierà "l'uomo che non chiede mai" per poi fare l'estremista ,sarà in contraddizione con il sistema. e questo sistema vive di implicazioni psicologiche, di motivazioni al successo, a fare come nei film e pubblicità.
E ci riescono anche se le persone credono falsamente di non esserne coinvolti.

Se si pensa di cambiare le virgole a questo sistema è come fare gargarismi avendo una polmonite.
A me non interessa il successo, essere invidiato o invidiare, il conto in banca l'amante e,la barca, l'elicottero.
Lo lascio volentieri ai cretini arricchiti che credono di aver capito la vita, sniffando cocaina e passando le ore nelle paranoie.

Perchè per costruire una falsa personalità di successo quando sotto o dentro il falso scudo arrogante, batte un cuore umano come tutti quanti, ci vogliono dosi di anfetamine, per far emergere all'esterno una personalità falsa che combatte con quella vera, per poi sapere che basta un infarto per rimetterti a terra e capire come funziona la vita.

La vera rivoluzione non passa per le armi, quelli non cambieranno mai la cultura, ma passa per i pensieri e le azioni semplici.
Applico un linguaggio, in senso generale, nella vita diverso dal sistema pur vivendoci dentro.
Loro corrono e io cammino, loro dormono e io studio, loro vanno in trekking in Perù e io prendo la bicicletta e faccio birdwatching in una oasi.Loro sono portaborse e galoppini sempre di qualcuno che è superiore a loro, io li guardo negli occhi e vado altrove dove vanno loro. Non ho ansie di competizione, non ho ansie di conti in banca, non ho ansie da prestazione, piu hai e più hai preoccupazioni, perchè ti sveglierai un mattino e capirai di essere rimasto indietro a qualcun'altro che ti ha scalzato.
Ci vuole una bella faccia tosta a non guardarsi bene allo specchio,ci vuole tanta palestra di cretinismo per finirci con l'essere e diventarci.
Vedo eserciti, masse di questi personaggi e il sistema vive di questo, si nutre e si sostenta, altro che partiti e politica.
Un altro esercito vive "la via di mezzo", vorrebbe essere qualcosa d'altro, ma non ci riesce,Vive la schizofrenia di fare cose che per forza deve fare, ha il sorrisino cretino, dice sempre sì come in una caserma.

Siamo noi che dobbiamo rivoluzionarci capendo cosa siamo e non un sistema che cambia l'uomo per farci diventare androidi con qualche sinapsi e neurone persi in una scatola cranica da suppellettile.
Termini come autenticità, identità, onestà, forse nemmeno più i vocabolari fra poco li avranno.
E questo grazie ai dispositivi culturali costruiti dalla negatività umana, quella dei desideri infiniti, quella che spaccia la felicità egoistica in una società di drogati, alcolizzati,anfetaminizzati e sul lettino psicanalitico, Perchè hanno collassato il "di dentro" per diventare qualcosa d'altro "di fuori".

La sovranità, per tornare a bomba sul l'argomento, è una difesa e ha delle sue ragioni identitarie, le sue tradizioni culturali, la sua storia,ma sono mulinelli all'interro di una impetuosa corrente di un fiume che spiana e irrompe dentro e fuori il suo alveo
#1060
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
29 Giugno 2018, 10:51:41 AM
ciao Mauro(Oxdeadbeef)

non si riesce a riflettere attentamente..............
i dispositivi culturali occidentali sono legati all'azione .
I nostri scopi sono azioni che agiscono sui risultati finali, fin dalle scuole ci insegnano questo, fin dalla famiglia, non parliamone nel lavoro ,nell'economia; lo stesso diritto è fondato sull'azione.

Tutti si fanno la stessa domanda: cosa facciamo? Ed è già questo dentro  i dispositivi culturali.
Ho scritto in un passaggi odi stare attenti a due termini: possibilità e volontà.
La possibilità (la potenza) era tipica del mondo antico ed era limitata dalla stessa cultura:agiva già sul pensiero e limitava l'azione.
la volontà prende il sopravvento sulla possibilità nella modernità (Nietzsche li utilizza entrambi : volontà di potenza).

Dal tempo moderno l'uomo (occidentale) ritiene che la sua volontà sia superiore a qualunque ostacolo e tutti  i nostri dispositivi culturali ci dicono persino i nostri training autogeni: "ce la puoi fare, basta volerlo..."

E io, personalmente ,agisco il contrario, perchè penso di aver capito il meccanismo occidentale.
Anzi in verità, non agisco, la mia è inazione per disinnesscare il dispositivo culturale
L'ultima volta che ho votato, non lo ricordo.(mi avevano chiamato in prefettura per dare una giustificazione per la mi a"vacanza elettorale"........quindi è parecchio tempo fa)
Non sono proprietario di nulla.
Potevo scegliere di fare carriera, non ho voluto 
Mi accontento di ciò che ho
Sul lavoro da anni sanno che è meglio lasciarmi stare, io faccio bene il mio, mi danno denaro e io dò prestazioni: punto e basta.
Coltivo soprattutto da una vita la curiosità da autodidatta in parecchie discipline.

Cosa dice lo scrivano Bartleby al suo capo, nel famoso scritto di Melville:"Preferisco di no........." e lo fa come un mantra.
Il mio parere è che Il finissimo Melville ,scrittore di capolavori come Moby Dick, ha indagato l'animo umano in profondità  e ha capito che non si  può vincere un destino della balena bianca con tutta la volontà e cinismo e  dall'altra un animo gentile un comunissimo scrivano risponde gentilmente ad ogni richiesta "preferisco di no......"

Disinneschiamo i dispositivi ,cercando di essere noi stessi, non quello che vorrebbero che noi fossimo per loro, nella quotidianità dei nostri gesti, azioni e inazioni.

Quindi "che fare"? "Preferisco di no"..........
#1061
Citazione di: sgiombo il 28 Giugno 2018, 19:24:50 PM
Per "felicità" (più o meno, ma di fatto mai completamente, realizzata) comunemente si intende l' appagamento (più o meno, ma di fatto mai completamente, ottenuto) delle aspirazioni (proprie di ciascuno); per "infelicità" il loro mancato appagamento.

.......................

Che ne pensate?

cia Sgiombo,
da tempo ho imparato e forse capito che la felicità non deve perseguire scopi, bensì sottrarre il gesto agli scopi.
Parecchio tempo fa in tre ore da 1.500 metri ero salito in montagna ad una vetta di circa 3.000   e poi ridisceso come un camoscio .
Oggi ammesso che ci riuscissi impiegherei almeno un'intera giornata.Ma oggi il fine non è più un traguardo, mi dò un tempo lento, ammiro il paesaggio e respiro lungo e ho imparato a riconoscere fiori, piante ,alberi, mi fermo nel bosco ad ascoltare uccelli e vedere magari scoiattoli.
Ho capito che è proprio un dispositivo culturale occidentale quello di collegare l'azione ad uno scopo e di perdere il cammino che diventa solo strumento.Non è felicità il raggiungimento di scopi, è stress di vittoria o sconfitta, è pensare che bisogna avere per forza dei traguardi da raggiungere e pensiamo che la vita sia fatta di scopi.
A me importa il gesto sottratto allo scopo, ho una visione più "zen" e vedo giovani carrieristi, padri che devono "sistemare " figli,persone che sono sempre preoccupate anche se possono vivere serenamente, di arrivare a qualcosa,ma ogni cosa è invece   già al suo posto , ogni vita, anche i figli, avrà un loro destino l.Una volta che imparano a camminare, è giusto che sbaglino, cadano, e imparino, e vanno lasciati andare per la loro strada.
Capisco l'apprensione che nasce dal sincero affetto, ma attenzione al famoso "attaccamento", la vita è fatta di incontri e addii e affinchè non vi sia amaro in bocca bisogna imparare ad incontrarsi e lasciarsi  e vivere semplicemente i momenti,  i gesti, gli attimi,le parole e i silenzi sono questi che rimarranno nella memoria,quella sensazione di complicità, di accomunamento che dura poco ,forse è questa ,almeno per me, la felicità.
Dio capirà............
#1062
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
28 Giugno 2018, 16:08:10 PM
rispondo a Viator, Mauro(Oxdeadbeef) e Inverno.
Le teorie moderne, nascono da un substrato culturale/filosofico ,che qualche filosofo indica come dialettica del fondamento o aporia del fondamento ,altri li definiscono dispositivi culturali , e tutto li indicano nel tempo classico dei greci.
Quì non è il luogo di discuterne.
Di sicuro è nella modernità(figlia dell'aporia), quando l'uomo ha esaltato se stesso come dominatore del mondo e artefice del proprio destino.
La teoria economica si basa sul soggetto uomo esaltandone sue caratteristiche e negandone altre.
Se nasciamo in un sistema volutamente costruito sull' egoismo dove le condizioni sociali restringono  le caratteristiche di possibilità e volontà, essendone veicolate per fini che il sistema stesso ha scelto e facciamo passare questo come "spontaneismo" ,stiamo dimenticando che altre culture attuali che non sono occidentali, e il passato storico ,mostrava e praticava altre azioni economiche e sociali.
Se vogliamo far passare questo com e"destino dell'Occidente" dobbiamo sapere che è vero come potenza in atto, come forza propulsiva, ma che non regge come teoria economica dell'uomo in relazione al mondo naturale, non regge come cooperazione umana, non regge come caratteristiche volutamente obnulate che viviamo come , nevrosi ,alienazione ,emarginazione.
Non è in crisi il capitalismo che è come un virus adattativo che muta periodicamente nei suoi cicli economici evolutivi, è in crisi l'uomo è in crisi la cultura intera che è nata nella modernità  che ha finito la spinta propulsiva che ha chiamato benessere ,progresso, spacciando il gingillo tecnologico.Il paradosso quale è? Che siamo noi stanziali e indigeni occidentali che sentiamo la crisi e la decadenza, ma nelle altre parti del mondo la globalizzazione ha già vinto, tutti hanno accettato la regola del gioco, il substrato culturale della potenza delirante e a loro sta promettendo "accetta il capitalismo ,ti diamo benessere e progresso sociale, in cambio m iprendo la tua anima".  Perderanno la loro cultura, perchè loro non hanno vissuto la nostra di cultura, le altre vedono solo la punta dell'iceberg e gli dice che saranno più felici, potenti, siamo noi che vediamo il deliri odi potenza, perchè la nostra cultura sta decadendo, la loro sta "rinascendo" come potenza, vedi Cina, India, ma perderanno l'anima delle loro tradizioni,Loro stanno crescendo in potenza, noi stiamo declinando, noi inquinavamo e loro respiravano, già oggi loro inquinano di più e noi respireremo. Capite?
Domani loro avranno la possibilità di dominarci, è solo questione di gap tecnologico, e alcune analisti USA lo hanno già evidenziato.
Il Nord coreano che dopo la provocazione dei missili stringi le mani di Trump mostrano la potenza della mediazione del dragone cinese nello scacchiere mondiale.
La dimostrazione sono  i dazi USA, che sono forme economiche difensive, la sovranità nel concetto attuale è pura difesa
Il capitalismo che promette "profumi, balocchi e cotillon," è vincente.

Il mio parere è che l'unica soluzione è che la nostra cultura dopo il Medio Evo è da rivisitare, perchè è lì che storicamente emerge (nasce prima) il delirio di potenza, inteso come esaltazione dell'uomo sul dominio universo. Noi sopra la natura e pieghiamo la natura alle nostre esigenze., la natura è al nostro servizio.
Questa cultura che ribadisco è il substrato su cui è nato il capitalismo, lo sfruttamento, l'alienazione, perchè non è  bastato considerare  l'uomo come concetto universalistico  superiore come qualità alla natura, va oltre non avendo un limite culturale che lo blocca, ha detto io sono superiore a te e quindi ti sfrutto, io sono superiore ate come razza e ti metto in un lager, io sono superiore a te e decido
 il tuo destino.
#1063
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
27 Giugno 2018, 22:32:04 PM
ciao Mauro(Oxdeadbeef),
non capisco come e dove hai dedotto quanto da te esposto in base al mio post precedente.

La sovranità e l'economia non sono scoperte della modernità. Semmai sono invenzioni teoriche dentro un tempo che era l'industrializzazione che ha portato al capitalismo quasi immediatamente.
L'omeostasi di qualunque cellula vegetale e animale, il loro equilibrio energetico, rappresentano il dato pratico di come un vivente possa sussistere .Questo per me è la "vera" teoria economica da dedurre.
L'economia nella teoria moderna è una favola politica,perchè l'agente umano è teorizzato come puro edonismo utilitaristico e persino menefreghistico e cinico nei confronti del  prossimo.Se una cellula se ne fregasse del tessuto come insieme di cellule, e se ogni organo e nostro apparato si comportasse in maniera egoistica, come potrebbe sussistere il corpo umano ,nel nostro caso?
Von Hayek fa pura apologia della sua ideologia.Lui parla da dentro un sistema che è già connaturato capitalisticamente, ma non funzionerebbe in una economia non capitalistica egoistica e cinica. e competitiva.
La teoria marginalista fu aspramente criticata in maniera perspicace da Sraffa in una lettera inviata a Keynes.

O si attaccano le fondamenta e i paradigmi di una teoria, o semplicemente la si aggiusta.L'ha attaccata a modo suo Marx, e poi...........
il niente.
Oggi siamo nella situazione che le le ve del governo economico utilizzate da banche centrali e Stati, non danno più gli stessi effetti.E' come se un farmaco, come gli antibiotici ,non riuscissero più a combattere i batteri che hanno mutato il dna.
La configurazione attuale di un economia enorme come mole di denaro, come velocità degli scambi e come rottura del concetto di luogo geografico, ha mutato i concetti politici tra cui la sovranità.
Molte teorie politiche nelle sue sfumature si sono adattate ,persino un "marxismo"( si fa per dire) internazionale ormai appoggia la globalizzazione.
Quando ad esempio  il PD ripete come un mantra che l'italia si sta isolando dalla comunità internazionale in realtà in parte dice davvero ciò che sostiene l'attuale sinistra internazionale, ed ecco l'appoggio ai migranti.
Perchè si sostiene che lo Stato, di solo qualche decennio fa, è inesorabilmente mutato e le resistenze sovraniste sono pure utopie, persino perdite di tempo, perchè il trend globale è verso l'equilibrio globale, impossibilitato da gestire da parte di piccoli Stati, ma solo da Unioni, Blocchi, con trattati accordi bilaterali, trilaterali, ecc.
Attenzione non è detto che questo sia il mio pensiero, ma questa teoria ha una logica e sta nell'impossibilità nel medio periodo da parte di qualunque Stato singolo di resistere al cambiamento globale.
Per questo ho descritto come mutano i rapporti investimenti= lavoro= reddito= profitto,ecc.
Le vecchie regole ad esempio la politica degli investimenti non regge se non è finalizzata e studiata bene; le cosiddette politica a "pioggia" di denaro sono definitivamente finite in soffitta.Se un tempo 1 milione di euro di investimenti produttivi equivalevano a 100 posti di lavori nuovi, oggi ne vale 1 sì e no.Finirà sul lungo periodo persino il concetto e pratica del tempo di lavoro= salario/stipendio.Noi siamo già in un tempo in cui i l senza lavoro è un dato di fatto, non è più un'anomalia, Nelle teorie economiche è impossibile la piena occupazione, persino la corruzione e il lavoro  nero sono contemplate nelle teorie, in quota parte e dentro tolleranze percentuali,  sono dentro il sistema di mercato e servono a mantenere gli equilibri economici di costi e prezzi.
Ma il sistema "mondo" non è uno spazio infinito, questa è la teoria di una certa sinistra attuale, quando il mercato raggiungerà tutte le latitudini, il problema a quel punto saranno 6-7-8 miliardi di persone, non i 60 milioni di italiani, o di francesi o di tedeschi,perchè il lavoro è globale e i contratti di lavoro per certe funzioni prevedono spostamenti "migrazioni", globali.
Nessun diritto del lavoro locale, nessun sindacato dei lavoratori locale, può resistere all'impeto della velocità del cambiamento.
Quì siamo nel"adattati o muori".
Ora, può il concetto di sovranità esistere, sussistere e resistere alla velocità degli squilibri del mutamento?
Nel lungo periodo la mia risposta è assolutamente no, lo Stato attuale uscito dalla storia della modernità per come era ,sarà solo un ricordo, una memoria storica.
Il mio parere è cercare di capire come si potrà vivere, quali spazi e tempi di vivibilità dei singoli, di comunità possono e mio parere, devono comunque continuare a sussistere: ne va della nostra identità.
Perchè è altrettanto chiaro che essendo ormai spuntati tutti gli strumenti di resistenza,di difesa al globalismo economico, con una perdita storica ovunque del pensiero sociale  storico, andremo a governi mondiali, (le attuali frantumazioni sono solo passaggi di tempo...)in un sistema,dove se non mutano queste teorie dell'agente economico umano cinico ed egoistico, l'uomo sarà un concetto di consumo,di reddito, dove la parte umana che ci caratterizza sarà un orpello, un'anomalia,da eliminare, nella massa di obbedienti e cretini di un prossimo futuro.
#1064
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
26 Giugno 2018, 23:26:44 PM
in fondo avete ognuno le proprie giuste ragioni.
Ma dobbiam sapere che sovranità ed economia sono mutati concettualmente dopo nemmeno un secolo, per riconfigurazione
sostanziale, direi fisica dell'economia e direi anche virtuale ancora dell'economia stessa.

Fisica perchè oggi l'economia è pura convezione.Sembra paradossale ,ma lo è.Paradossale seppur il denaro virtuale è quello che permette di pagare bollette, mutui, pagnotte,l biglietto dell'aereo.
Non esiste una teoria economica superiore ad un'altra, esistono anche quì convenzioni.
Faccio un esempio di come la sovranità si scontri con le convezioni.
Il PIL. il mitico prodotto interno lordo se andate a studiarvi come è composto vi accorgereste che l'Italia ad esempio  che ha una giurisdizione, dei confini fisici geografici, è uno Stato(come tutti d'altra parte), e le aziende che producono potrebbero essere tutte di proprietà straniere.Bene, quello che producono fa parte del PIl.
Lo sapete che circa mezzo punto percentuale è dato da rimesse di italiani all'estero?

Ecco il paradosso, uno Stato può avere sul proprio territorio tutte aziende produttive straniere, e viene calcolato nel PIL, anche se poi il denaro dei proprietari torna al loro luogo d'origine.Un'azienda di proprietà italiana all'opposto ha deciso di delocalizzare. all'estero, ha portato i suoi stabilimenti produttivi altrove, ma essendo italiana la proprietà porta le rimesse in denaro sui conti bancari italiani.

L'assurdo è che ormai lo Stato rischia di diventare un uovo vuoto, un'altra convenzione, l'economia vive su convenzioni il Pil è solo uno degli esempi, la Moneta è un altro, fra qualche anno sparirà del tutto la moneta fisica, non ha senso, così tutte le transazioni saranno controllate e il denaro sarà necessariamente depositato(si fa per dire, non ci sarà nulla di fisico) presso finanziarie, banche, ecc.

Adesso guardate fisicamente il rapporto: produzione di valore aggiunto, lavoro, ricchezza, Stato.
Nel "vecchio" concetto di sovranità tutto o quasi  era "fisicamente" nel luogo dello Stato, oggi persino l'indebitamento dei titoli di stato italiani, magari li ha in mano un lappone, un eschimese e un fondo pensionistico di dipendenti pubblici canadesi, e i titolari del credito nemmeno sono tenuti a sapere cosa sia l'Italia, gli interessa solo la rendita finanziaria sull'investimento eseguito,che  non è eseguito da loro, ma dal broker, dall'agente finanziario  che non è quello con cui hanno discusso ,ma da appositi uffici di persone tecnicamente specializzate che non  conoscono e loro sì hanno il controllo dei loro investimenti, che ingegnerizzano  i debiti o li ricompongono in mix di fondi bilanciati, azionari, ecc.

Allora potrebbe voler dire, che in Italia il tessuto produttivo è in mano ad aziende estere che danno lavoro a italiani e solo i salari e gli stipendi dei lavoratori rimangono in Italia, non necessariamente gli investimenti di quelle aziende: al contrario aziende di proprietà italiane sono delocalizzate all'estero danno lavoro a stranieri e le loro rimesse di denaro, quindi tornano in Italia.

Il valore aggiunto non ha più rapporto con il lavoro ed è completamente slegato dal PIL. o meglio da quello che ci vorrebbero far credere concettualmente come PIL.
Significa che le vecchie politiche economiche tutt'ora in uso sono una farsa,non incidono sulle dinamiche perchè non ne hanno  il controllo giurisdizionale e quindi politico come lo sono gli indicatori oggi fuorvianti come appunto il PIL.
Pensate che i migranti tengano tutto il loro denaro in Italia se dovessero  lavorare quì e hanno famiglie all'estero?
Cosa facevano i nostri migranti quando andavano in USA o in Germania a lavorare?Quanti  si sono stanziati  all'estero e quanti sono tornati?
Le comunità cinesi, e non solo, dove versano  il denaro?
E' impossibile gestire e prevedere economicamente l'agente economico che poi è l'uomo, dipende dalle sue scelte soggettive in base alle  condizioni oggettive.
Mi preme far capire che le dinamiche oggi sono impossibili da prevedere, persino da  ipotetiche teorie del complotto o da poteri occulti, quali potranno essere anche solo fra tre- cinque anni.

E' tutto in crisi paradigmatica nella post modernità , ma è anche vero che tutto è riconfigurabile, è aumentata la possibilità, e diventa un problema di volontà, per cui il nocciolo è politico non economico.
#1065
Citazione di: Jean il 23 Giugno 2018, 23:22:25 PM

Prima di leggere guardate questo video: https://youtu.be/zb7mQeS9NPI


Una bella grafica (minimalista), un'ottima scelta e sincronizzazione musicale... se (come il sottoscritto) non avete di primo acchito colto il significato... beh, si riferisce al trascorrere del tempo, illustrando quella che pare esperienza comune: man mano che s'invecchia il tempo si contrae, le giornate durano sempre meno e le ore... accidenti, passano come i minuti!

Qual che sia la soggettiva percezione del flusso temporale è certo che la nostra clessidra vada inesorabilmente svuotandosi dell'energia vitale che ci anima e sostiene la nostra mongolfiera nel suo girovagare (o stazionare) nel cielo, così che arriverà il momento che il nostro "io immutabile" dovrà prender atto che per quanta zavorra vada scaricando non è in grado di contrastare l'incremento di velocità.  

Giunto ad un punto della vita in cui s'evidenzia sempre più il punto d'impatto della mia mongolfiera (naturalmente se non interviene il Divino Romanziere a concludere anzitempo la permanenza nelle pagine dell'esistenza) non mi do più pena di scaricar zavorra, non c'è né ci sarà alcuno che si risolleverà permanentemente nel cielo, conviene farsene una ragione il prima possibile... per osservar un po' meglio appunto quella zavorra che portiamo con noi.

Non quella materiale ma l'altra, qual memoria residente nei circuiti neuronali o in una mente che s'appoggia a quelli.
Beh, non c'è da esser sicuri di potersene affrancare, non essendo possibile un "reset" completo del nostro hard disk (semplificando, il cervello).
Accettata la situazione almeno resta la possibilità di scelta tra le varie zavorre... per dar corpo nei limiti del possibile alla nostra precipua peculiarità.
La mia, attualmente, può esprimersi  al meglio (secondo la mia limitata misura) solo in ambiti (diciamo) artistici e non codificati.

La filosofia è per me un interesse di passaggio, certamente anche a causa dell'inadeguatezza del mio "strumento intellettuale".
Al pari di un sentiero spirituale qual che sia... perché necessariamente esclude gli altri, palese contraddizione (per chi vuol vederla).
Oppure scientifico... per parlar di scienza occorre esser di scienza, per comprendere "i numeri" serve lo strumento matematico e la capacità di sentir "parlare" una formula, cogliendone l'intrinseca bellezza (come, per esempio, dicono delle equazioni di Navier-Stokes).

Così mi rimane percorribile solo quest'ambito, d'artista dilettante, risolvendomi di tornar qui ogni tanto a dir qualcosa al riguardo.
Quel che ho già detto (e come) ovviamente rimane, a volte come fondamenta del diverso approccio (artistico) alle questioni.  

Per questo il titolo della presente discussione è il medesimo di quello che ho aperto in filosofia, ma la prospettiva la rende tutt'altro.
Un al di là dell'aldilà "artistico", se così si può dire... dove divien reale (e prima ancora possibile) anche il camminar sopra un arcobaleno... ma questo sarà il tema di un prossimo post.

Un cordiale saluto a vecchi (eh sì, si dice così...) e nuovi utenti.

Jean

https://youtu.be/0cHeNscKZN0


caro Jean,
è sempre un piacere leggerti.
Superato il " nel mezzo del cammin di nostra vita........" da un pezzo, o si rischia continuamente di guardarsi indietro e di aspettare Godot, oppure si vive semplicemente giorno per giorno.Persino gli acciacchi danno il ritmo alle giunture, ma per fortuna, come scrisse il filosofo francese George Canguilhem, la normalità non può essere uno standard universale, ogni età ogni condizione di salute ha una sua soggettiva normalità.Quindi ogni giorno va vissuto e si sposta l'asticella un pò più in là.
L'arte ha la prerogativa di uscire dallo spazio tempo, di rompere ogni paradigma, di buttare già porte, per questo è un forever young.
Attendendo tuoi nuovi post,
un caro saluto

P.S.
nel sito lamacchinadiluce. com ci sono anche tue creazioni?