Citazione di: Sariputra il 31 Dicembre 2016, 16:40:10 PMCitazione di: Apeiron il 31 Dicembre 2016, 16:04:46 PMMa non dobbiamo porci tanti dubbi sulla durata dell'innamoramento. Si ama e basta! Tu sei giovane, vorresti dirmi che, se vedi una bella ragazza e ne sei attratto, i dubbi sul fatto che potrebbe non durare, ti fanno desistere dall'amarla veramente? Sarà la vita a dirti se quell'amore dura o no, non certo i tuoi dubbi...Citazione di: Sariputra il 31 Dicembre 2016, 15:36:30 PMSono molto d'accordo con le obiezioni sollevate da Apeiron al concetto di "filosofia perenne" o spiritualità universale che dir si voglia. Le somiglianze che possiamo vedere nei vari cammini sono per lo più attinenti al piano etico. Così troviamo sicuramente somiglianza tra i cinque precetti buddhisti e il decalogo delle fedi abramitiche,per esempio, ma una comunanza etica non intende che sorgano da una stessa sorgente e confluiscano nello stesso mare. L'etica è infatti un mezzo e non il fine della spiritualità, anche se è difficile, a mio parere, avere autentica spiritualità in assenza di un' etica morale. Potremmo forse raffigurarcela come il letto dove scorrono i vari fiumi della spiritualità, la modalità dello scorrere delle acque, non certo la sorgente( domanda) e la foce (risposta) e nemmeno la composizione delle acque stesse. Presupporre un Uno sorgente delimita già una teoria, come giustamente dice Apeiron, una nuova forma di religione che tende a ridurre a sintesi i vari sentieri che hanno come premessa questo ipotetico Uno. Un lavoro simile si tentò di fare con la teosofia che intendeva i vari maestri spirituali apparsi come espressione di un'unica Realtà esoterica. Così i vari Rama, Krishna, Mosè, Yeoshwa, Buddha, erano semplici "avatar" di questo Uno essenziale, con l'attesa messianica di una nuova incarnazione (Maitreya). Non ebbe molta fortuna. In primis perché ci vuole pure un certo criterio per preparare dei minestroni appetibiliCaro Sariputra, come sempre mi poni ottime obiezioni. Diciamo che è entrambe le cose sia il "nostro modo di essere" sia "il contesto sociale" sia però anche "il salto nel buio" (vedi ad esempio la pena dei poveri Kierkegaard e Wittgenstein che erano molto attratto dalla cristianità ma non riuscivano a "fare il salto"). D'altronde uno non diventa un praticante cristiano o buddista o induista se non decide apertamente di farlo anche perchè tale decisione condizionerà molto la sua vita. Il punto è che più uno conosce più dubita e più uno dubita meno è disposto ad accettare di "lasciarsi andare nel fiume..." (nemmeno se tale fiume è di sua "costruzione"...). C'è sempre l'elemento di "fede" in ogni percorso. D'altronde non mi faccio monaco theravada se non lascio da parte la mia tendenza a dubitare e cercare evidenze! Questo contraddistingue religione e filosofia/scienza/buonsenso... Il fatto poi che ci attrae ad esempio una rossa/mora/bionda/ecc (e magari siamo innamorati..) non implica che passeremo la vita con lei specialmente se ci facciamo tanti dubbi sulla durata dell'innamoramento, sui problemi coniugali...che raramente risultano tali se progettati a tavolino e poi perché, proprio per la sua artificiosità, mancava di quell'unicum che rende autentico un cammino di questo tipo, che presuppone una maestro autentico alla sua sorgente. Contrariamente ad Apeiron però non ritengo che si scelga un fiume piuttosto che un altro con un "salto nel buio", con un atto di fede. In realtà mi sembra che siamo "attirati" verso una sorgente piuttosto che un'altra. Cos'è che ci attrae a seguire il corso di un fiume piuttosto che un altro? La nostra stessa , connaturata , visione dell'esistenza, quella che noi sentiamo più "vera", più vicina al nostro sentire. E' la stessa ragione per cui aderiamo ad una certa filosofia e ne rigettiamo altre; che ci sentiamo attratti da una mora piuttosta che da una rossa
... Possiamo pure aver fiducia che non abbiamo bisogno di seguire alcun fiume particolare, ma risolverci di investigare con la nostra "anima" e trovare da noi stessi le risposte alle nostre domande ( che risolte farebbero di noi stessi degli esseri autentici senza bisogno di alcun maestro o guru...).
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Similmente sarà solo immergendoti nel fiume che potrai sapere se ti sta portando verso un mare puro e non verso uno stagno putrido. Come capirlo? Se navigando diminuiscono i dubbi e crescono le certezze; se diminuisce la sofferenza e aumenta la serenità e il distacco... Sono i frutti che ci parlano della bontà dell'albero...sempre tenendo in conto tutti i limiti della nostra condizione umana. Se un frutto è buono, perché dubitare che lo sia? Si gusta e basta!...
Alla tua età ero uno sciupafemmine virtuale mostruoso. Mi sciupavo molto sognando l'"amore"....il problema era che loro non mi sognavano, accidenti!!
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Eh Sari


Come vedi è proprio la razionalità che a volte trattiene e non fa vivere. Ti dirò che anche per molto meno vado in paranoia, mi metto a riflettere sui pro e i contro delle cose più sceme. Ehm sono fatto così, che ci posso fare


P.S. Rinnovo gli auguri di buon 2017