Citazione di: Koba II il 07 Novembre 2023, 08:19:28 AMCiao green.Evidentemente ci sei già arrivato allora, mentre io sto muovendo i primi passi.
Con Platone-Socrate mi sembra che si passi dalla rivelazione di una Verità più o meno esoterica (Eraclito, Parmenide), alla costruzione di una tensione "erotica" per la ricerca della verità. La quale non venendo mai a galla, consiste, piuttosto che in una definizione o dottrina, in un percorso di confutazione di ciò che altri (i sofisti o cittadini importanti) ritengono poter dimostrare essere tale.
L'educazione è così un esercizio del pensare e del vero dialogare, del mettere in discussione ogni posizione che sembra a prima vista, perché ben argomentata o sostenuta da persone autorevoli, definitiva e pienamente soddisfacente.
Un esercizio che è quindi etica, morale.
Il fatto che nei dialoghi platonici si riesca ad arrivare a conclusioni "robuste" in ambito metafisico (la teoria delle idee dal Teeteto al Sofista), ma non in quello etico (il problema della giustizia, "avvicinato" in tanti dialoghi, ma mai risolto, neanche in Repubblica), dovrebbe suggerirci – almeno a me fa questo effetto – che la cosa che conta è l'esercizio filosofico (il quale funziona ovviamente solo se c'è vera conversione alla ricerca della verità) e che sia meglio lasciare ai nuovi sofisti (che appunto non fanno filosofia) la presunzione di sapere quale sia questa verità.
In effetti secondo il mio maestro, ma a questo punto direi proprio secondo la lezione platonica, i dialoghi erano una palestra del pensiero.
Platone non fornisce alcuna soluzione, ma cementa una strada piena di domande di senso.
Il mio errore passato è stato quello di leggerlo come se fosse un vademecum, come lo è la stragrande maggioranza della filosofia probabilmente proprio a partire da Aristotele in poi lentamente ed impietosamente fino ai libri di "consulenza filosofica" che sono il ribaltamento completo del pensiero filosofico.
Le domande dei protagonisti vanno lette non come risposte ma come gradini di avvicinamento ad un pensiero esoterico, esoterico non tanto perchè vi sia qualcosa della gnosi esoterica che caratterizza per esempio le massonerie contemporanee, ma perchè intimamente legato a qualcosa che viene dall'alto e chiede di essere riportato in alto.
Nell'Eutifrone, dialogo liquidato come giovanile e povero di contenuti, a me invece ha suscitato una enorme impressione.
Quello che prima non vedevo mai, ora lo vedo chiaramente.
Il dialogo successivo L'Apologia infine mi ha spazzato via il peso di questi anni chiuso nello studio mai remunerativo.
Non ho idea del perchè ma è come se qualcosa di suo (causa sui?), si muove in me.
Questi 2 dialoghi già mi hanno portato un enorme senso di sollievo e insieme di necessità di elaborazione.
Probabilmente troppo tardi nella vita mi è arrivata questa illuminazione, ma sto facendo un enorme sforzo per non farla spegnere.
La conversione alla verità come esercizio, è un esercizio di chiarificazione del vero stesso.
In questo senso non può che essere dialogico.
Platone non può essere letto senza che noi dialoghiamo con lui.
Ed è un dialogo che spezza la tradizione stessa di quella che io ho sempre tentato di interpretare come emendazione dei discorsi stessi dei filosofi del novecento sopratutto.
Per il mio maestro però la storia è molto corta: Platone, Boezio, Agostino.
3 autori che da sempre ho odiato, ma ora capisco perchè (me li hanno fatti odiare probabilmente).
Ma già l'Eutifrone che ragiona sul sacro, è infinitamente superiore a qualsiasi cosa detta balbettando da Schmit ad Agamben.
Per non parlare del Dio confuso di Heidegger, Platone conosce subito il suo DIO, non ha dubbi su di esso.
La filosofia occidentale cede il passo appena entra nella veranda del pensiero platonico.
Come capirai sono sconvolto e sempre più allibito.
Sto cercando di non odiarmi troppo, fase difficile.
Ps era ovvio e davanti a me SEMPRE che il DIO è ciò che è opposto al sacro, il sacro non ha alcun statuto intellettuale, anzi è il prima sofisma che Platone affronta e distrugge. Ma lo distrugge perchè costringe l'occidente a pensare, e quando ha pensato, si schianta con il finale dell'Eutifrone.
L'Eutifrone se ne va. E insiema a lui l'intera filosofia occidentale.
Scommetto che la critica lo considera un dialogo aporetico.
Ma già quel poco detto ti fa capire che non lo è.
Anzi, in estate ogni volta che ci tornavo col pensiero, senza nemmeno stare sul testo, che è assai più ricco, sentivo nascere in me questa forza che va su, che trascende. La cosa che ho cercato tutta la vita.
L'apologia è poi un testo che mi fa impazzire, la maestria platonica nello svelamento dei sotterfugi della sofistica è sublime.
La cosa assurda è che non sembrano sofismi.
E insieme porta avanti un discorso esoterico che è chiaramente di impronta matematico pitagorica. Tra le pieghe della realtà, socrate si innalza su un piano che non è più umano.
Questa conversione ha cioè dei contenuti Koba, ho intezione di seguirli tutti con il massimo rispetto per il sommo Maestro, e l'enorme sdegno verso tutto ciò che finora mi ha portato giù nella polvere...anni e anni buttati nel cesso.
Scusa lo sfogo.
Ciao!
PS non esiste socrate, penso che la sofistica l'abbia inventato per mettere confusione.
In tutti e 2 i dialoghi, socrate è solo un personaggio che chiede di entrare in relazione con te, ma il maestro dietro il dialogo stesso, non è socrate, in alcuna maniera, ma è solo Platone.
Per me non vi è alcun dubbio.
Pensa a quel cane di Derrida che passa ore e ore a parlare di socrate dietro platone e platone dietro socrate...puro sofisfmo.
Esiste solo platone e la sua palestra. Che sloterdijk RIBALTA nella palestra della materialità. Quando invece è lapalissiano che è la palestra della spiritualità.
I 2 cani da me amati, zizek e sloterdijk, proprio oggi ho visto il dialogo fra i 2 cani....che schifo! Tutto la mia fatica per cercare di capire cosa c'era che andava e cosa no. Zizek che mi sembrava un illuminato.
Parlano di Platone ed Hegel e usano Hegel per sovvertire Platone.
E' tutto cosi chiaro che sono basito!
scusa lo sfogo AGAIN!

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Chi vuole esser lieto sia...o nO?
, BOH, non so come aiutarti per dire che c'entra eccome, leggiti i libri, quelli sono ancora in giro, non so fino a che tempo. 
scusa ...cosa è kabhiru? non era geova il loro dio maschile di riferimento? che mal di testa! già fui preso a male parole che pensavo gli abrei fossero monoteisti, quando invece avevano una pletora di DEI....ma mi era stato detto geova...e d'altronde la bibbia lo dice.