Citazione di: Jacopus il 11 Novembre 2024, 01:09:05 AMInevitabilmente proprio perchè siamo animali molto complessi, non possiamo più separare realtà e mappa della realtà ed anzi ci avviamo in una direzione dove la realtà sarà sempre più mappa, e già lo è, al punto che non solo è mappa, ma è mappa di mappe di mappe. Per questo motivo siamo così disorientati e privi di un centro di gravità permanente, ed è anche per questo che la scienza ci affascina così tanto.In effetti questo 'centro di gravità permanente'' esiste ancora, ed è il nostro rapporto diretto con la realtà che genera evidenze, cui si affiancano nuovi rapporti indiretti proposti dalla scienza, dal che il sospetto che nessuno di questi sia veramente diretto, senza che questa consapevolezza scalzi però le evidenze di realtà.
Se però questi diversi approcci sono fatti della stessa sostanza, allora abbiamo solo moltiplicato il numero di mappe, ma dove la mappa appare si perde l'evidenza.
Quando diciamo di non comprendere le nuove teorie fisiche, in effetti stiamo solo lamentando il fatto che esse non produco più evidenze, e al posto delle evidenze ci sono solo parole che veicolano il pensiero, che nella sua versione più critica è capace di negare pure le ovvietà, capace di affermare che non è vero ciò che appare, portando anche prove a ciò, senza però che questa consapevolezza sposti di un centimetro il nostro centro gi gravità, che permane indifferente alle parole, come mappa non fatta di simboli , e per questo indifferente ad ogni critica.
Detto in altri termini, non potendo ridurre i rapporti indiretti a quello diretto si può teoricamente fare però il contrario, confortati comunque che questa consapevolezza non farà sparire il buon vecchio mondo fatto di panorami da contemplare commuovendosi.
Il risultato che otterremo è che, mantenendoci il nostro mondo fatto di panorami più o meno idilliaci, non ci affanneremo più a cercare di ridurre i nuovi mondi a quello, ciò che per noi equivarrebbe a comprenderli, accettandone allo stesso tempo la pacifica convivenza.
Di questo affanno mi pare che la filosofia abbia acquisito ormai l'esclusiva, e da ciò vorrei sollevarla.
Ma non è propriamente un problema di misure, perchè queste si possono fare ancora ad occhio, anche se meno precise.
Gli strumenti di misura sono in effetti una esternazione dei nostri sensi, ma non diversi nella sostanza, come le mappe sono i prodotti delle elaborazioni dei dati raccolti che stanno per le evidenze, che svolgono però la stessa funzione.
Ma alla fine perchè abbiamo portato tutto fuori di noi, non riconoscendo più quel che abbiamo esportato come nostro, producendo alienazione?
Forse perchè non siamo stati noi a farlo, ma l'evoluzione di cui poi abbiamo seguito l'esempio, e la filosofia nella sua nuova versione, la psicologia, continua questa operazione di scavo ed esternazione di ciò che in noi è sepolto.
Il problema della filosofia è che appena fa qualcosa di buono, la scoporano dalla disciplina e gli cambiano nome.


