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Messaggi - Jacopus

#1066
Iano@. Dipende, secondo me, quanta dimestichezza hai con questi temi. Se hai già letto qualcosa sulla fisiologia umana, sull' etologia e sulla psicologia umana è meglio, ovviamente. Questo testo è comunque molto scorrevole, con frequenti incursioni nel mondo della letteratura, della filosofia e dell'antropologia. Non a caso a 10 anni dalla prima pubblicazione è già un piccolo classico della materia. Se non l'hai letti inizia con Harari: "sapiens" o con Jared Diamond "armi, acciaio, malattie".
#1067
CitazioneNessun essere vivente però presumo potremmo descrivere  con uno dei due estremi, perchè uno comporta conseguenze così prevedibili da potersi dire determinate, cioè la non vita della materia, e l'altro impossibilitato ad esprimere il libero arbitrio, perchè incapace di qualunque scelta, non potrebbe parimenti dirsi vivo.
Direi che è proprio così e aggiungerei che, considerata l'universalità della struttura in due emisferi del cervello dei vertebrati, si tratta di una duplice funzione di successo, che regola la sopravvivenza attraverso modalità contrastanti, come ho già scritto qui:
https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/biemisfericita-del-cervello/

Probabilmente la disfunzionalità che mette a rischio la specie si presenta quando una modalità prende il sopravvento sull'altra, senza giungere al suo estremo, che, come fai notare, è solo un estremo ideale. Chi fosse completamente dominato dalla categorizzazione dell'emisfero sinistro non apprenderebbe mai nulla, perchè prima della categorizzazione occorre elaborare il materiale da categorizzare. Chi fosse completamente dominato dall'approccio fenomenologico dell'emisfero destro non farebbe altro che meravigliarsi continuamente del mondo, ma non saprebbe adottare alcuna strategia, perchè non sarebbe mai sicuro delle sue scelte e morirebbe di fame o non saprebbe scegliere la sua partner o non saprebbe trovare la strada di casa e così via.
La stessa disfunzionalità avviene a livello sociale, quando si accoglie un'idea come assoluta e certa, priva di contraddizioni e di controindicazioni e come dicevo, questa disfunzionalità può riguardare le religioni ma anche le idee politiche o quelle sociali o qualsiasi mix di queste idee. Dall'altro lato, invece, vi è il famoso nichilismo, che mettendo in discussione ogni verità, blocca l'azione.
#1068
Premessa: ognuno crede, perché altrimenti sarebbe difficile perfino vivere. Ma il binomio credere/non credere può essere indagato anche a partire dalla struttura del cervello e della sua divisione funzionale in due emisferi specializzati. L'emisfero destro è infatti specializzato nel mettere in dubbio la realtà: quando pensa o dice "credo", intende un "credo" come probabilità plausibile ma non certa, perché ha in mente l'incertezza della vita reale e fenomenologica, nella quale le certezze sono ben poche. L'emisfero sinistro, detto anche dominante, è invece quello che categorizza e classifica. Senza questa attività non sarebbe stato possibile evolverci, perché con essa decidiamo se cacciare o pescare o corteggiare e come farlo. Questo perché l'emisfero sinistro ha categorizzato e semplificato precedenti esperienze e le ripete sulla base di un assunto di certezza e di ripetitività. Non a caso l'area di Broca, addetta all'elaborazione del linguaggio è situata nell'emisfero sinistro e il linguaggio secondo Nietzsche "serve a rendere comune ciò che comune non è".
Questo approccio neurologico può essere applicato anche alla scienza oltre che alla religione. Quando lo scienziato afferma la propria certezza rispetto ad una tesi usa l'emisfero sinistro così come il credente che assume la sua religione come un dogma privo di dubbi e punti oscuri. La scelta di credere in senso "forte", quindi, oltre ad altri fattori di cui non parlo per non fare un trattato, dipende anche da quale emisfero abbiamo privilegiato. Ciò non toglie che si può anche credere in senso critico, lasciando spazio al dubbio e alle interazioni che quel tipo di "credere" mette in moto nel mondo, funzione tipica dell'emisfero destro. Ripeto, anche questo secondo approccio può essere usato religiosamente e secondo me, in modo più proficuo e meno pericoloso per la società, rispetto a sempre possibili soluzioni talebane. Soluzione talebane a cui non è immune neppure la scienza o il pensiero politico o qualsiasi altro pensiero dominato dalla elaborazione dell'emisfero sinistro.
#1069
Scienza e Tecnologia / Organi vestigiali
26 Gennaio 2023, 10:45:04 AM
Gli organi vestigiali possono essere anche definiti i cecchini definitivi di ogni teoria negazionista dell'evoluzionismo. Infatti sono organi che la specie umana possiede ancora ma che sono la prova concreta ed organica del nostro passato biologico. L'organismo non si è ancora disfatto di questi organi, come le branchie o i piedi prensili, ma ci ricordano come le nostre forme vitali sono in continuo cambiamento, anche se il cambiamento si misura (come minimo) in decine di migliaia di anni.
Ve li elenco:
Organo vomeronasale: Si tratta di un recettore che è dentro il nostro naso, che servirebbe a captare gli odori delle femmine, per capire quando sono in "calore" e quindi capaci di riprodursi. Nella specie umana, questo organo è stato staccato dal sistema nervoso centrale e quindi non svolge più la sua funzione originaria.
Capezzoli maschili: Non svolgono nessuna funzione e non si è a conoscenza di quale funzione avessero potuto svolgere in passato.
Muscolo palmare lungo: E' un muscolo fra la mano e l'avambraccio ed ha una funzione tipica di aiuto ad aggrapparsi agli alberi. Il 14 per cento della popolazione umana, l'ha perso e la tendenza è progressiva.
Plica della congiuntiva: è una piccola piega all'interno dell'occhio ed è ciò che resta della terza palpebra, che molti animali ancora possiedono, chiamata palpebra nittitante, che serve a mantenere la visione, proteggendo l'occhio dai raggi solari: una sorta di palpebra sottilissima, come se fossero degli occhiali da sole.
Tubercolo di Darwin: è una piccola protuberanza che abbiamo in alto sull'orecchio ed è il ricordo di quando potevamo direzionare le orecchie per ascoltare meglio i rumori.
Appendice: Un prolungamento fastidioso e inutile dell'intestino, che è ciò che è rimasto del nostro intestino precedente, molto più adatto a digerire solo cibi vegetali, che oggi non possiamo più mangiare come foglie e ortaggi che oggi mangiamo solo da cotti.
Coccige: E' la parte finale della spina dorsale, formata da 3 a 6 vertebre, ed è ciò che resta della coda che i nostri antenati possedevano. Il fatto che vi sia tanta differenza individuale nel numero di vertebre indica che la perdita della coda è piuttosto recente, ovvero circa 20 milioni di anni fa.
Denti del giudizio: attualmente servono solo ad arricchire i dentisti. Nel nostro passato servivano per triturare cibi molto resistenti, visto che non avevamo ancora accesso alle tecniche di cottura del cibo.

#1070
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
24 Gennaio 2023, 23:51:20 PM
CitazioneNon capisco come fai a dire una cosa del genere: il transumanesimo non è un andare oltre il corpo, ma oltre l'uomo come unione di spirito e carne.

Quando parlano di controllo di corpi, del nuovo essere umano cibernetico, della necessità di fare dell'umanità un enorme massa da cannone, a cosa pensi alludano: a Platone? Non capisco.
Penso a Platone come primo esponente più autorevole (con i dovuti distinguo e ambiguità per evitare una categorizzazione troppo netta a proposito di un gigante come Platone) della tradizione della separazione corpo-mente e quindi anima-corpo e di tutte le dualità polarizzanti su cui si è costruita la realtà filosofica occidentale almeno fino a Schopenhauer. La riscoperta del corpo come Leib contrapposto a Körper della filosofia di Husserl. In realtà pensavo a questo. Ma sono solo pensieri fuggevoli, non sistematici che andrebbero approfonditi. La fonte di questi pensieri è il mio interesse per il sè incarnato, ovvero per la coscienza che lungi dall'essere nel cervello, nella mente o nell'anima è nel corpo e nell'Unione dei corpi, considerati nel loro insieme di cellule, indifferenziate e non gerarchizzate, come invece pretendeva Menenio Agrippa. Ti ripeto però sono solo pensieri che si aggirano pigri nella mia mente, ed essendo pigri non ho voglia di renderli più chiari. E magari sono semplicemente fragili.
#1071
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
24 Gennaio 2023, 08:08:52 AM
Non voglio parlare in nome di Niko, ma l'importanza del corpo come protagonista della storia è il contrario del transumanesimo. Potrei apoditticamente sentenziare che il corpo è l'antitesi della tradizione filosofica da Platone a Cartesio, fino a giungere agli ultimi epigoni transumani.
#1072
Questa discussione ha sollecitato in me una domanda singolare. Se fossi un credente che tipo di credente sarei? Eterogenesi dei fini e delle discussioni su un forum... il collegamento che spontaneamente è salito dall'archivio mnemonico alla coscienza è stato Spinoza. Inevitabilmente, il credente più ateo in circolazione. Effettivamente la sua distinzione fra natura naturante (Dio) e natura naturata (la vita effettiva nelle sue forme storiche e carnali) potrebbe soddisfarmi. Vi è un ente che decide "che sia vita", e da quel momento la vita procede seguendo una propria dinamica,  che obbedisce però sempre al primo impulso: "che sia vita". È la tensione fra vita potenziale ed illimitata e vita effettiva. Da questa visione consegue però la pari dignità di ogni forma vivente e quindi la necessità di concepire ogni singolo essere vivente, dal batterio fino ad homo sapiens, come esecutori di un concerto comune. In questa visione Dio diventa un principio vitale e gli esseri viventi le forme sempre mutevoli di quel principio. Non vedo però in questa ipotetica religione alcun passaggio in un aldilà salvifico. La natura naturata, proprio perché dipende dalla natura naturans (Dio), deve formarsi, sbocciare e sfiorire, poiché l'indeterminatezza e la potenzialità devono essere tutelate. Uno Jacopus eterno non sarebbe altro che una nuova natura naturans e questo mi sembra incoerente con questo modello religioso fantasticato in questa fredda serata di gennaio.
#1073
CitazioneL'idea di una fede consolatoria rispetto alle sofferenze non é una risposta esplicativa in senso evoluzionistico. Tutti noi abbiamo meccanismi di senso che ci producono dolore, e che hanno senso evoluzionistico proprio in questo perché ci impediscono di compiere movimenti per noi dannosi, anche la paura di morire ha lo stesso senso evoluzionistico, mentre il "credere" di non morire, o di continuare a vivere dopo la morte non ne ha alcuno e contrasta con la paura di morire che invece senso evoluzionistico ne ha. 
Io penso che abbia invece un grande valore in termini di sopravvivenza della specie. Infatti una volta asserita la "differenza" ultraterrena dell'uomo diventa legittimo sfruttare il pianeta Terra in tutte le sue componenti e questo è un vantaggio, quando bisogna giustificare la propria posizione dominante nel mondo. Ma la ricerca di storie, di miti, di fedi che raccontano le nostre origini è la conseguenza della stessa evoluzione culturale dell'uomo, che pur avendo delle basi biologiche, si è poi dilatata in spazi che non sono più biologici. Le religioni, come i miti, hanno bisogno almeno di una lingua orale, una lingua che metterà in moto ulteriori processi mentali, alla base dei quali, oltre all'impulso di vivere, vi sono altre esigenze fondamentali dell'uomo: il senso di giustizia, la cooperazione, la ricerca di una armonia fra uomini e fra uomini e natura, la speranza, tutte esigenze a cui assolvono le religioni o le mitologie.
#1074
Sul retropensiero su Wikipedia ti smentisco subito. Una pagina fake o ideologica su Wikipedia ha vita breve. Una come questa con dati così sensibili durerebbe forse qualche ora se contenesse dati falsi. Sul fatto che l'umanità non è solo quella del XXI secolo sono d'accordo. E se vuoi sono anche d'accordo (anche se non l'hai detto) sul fatto che ci sono credenti molto più simpatici e alla ricerca della giustizia di tanti atei. Il discorso è partito solo dalla tua proposta di far studiare le credenze religiose a qualche evoluzionista ( il che potrebbe anche essere accaduto: vedi alla voce Frans der Waal : il bonobo e l'ateo, cortina editore.)
#1075
Anthonyi. Nel link dei dati obiettivi:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Demografia_dell%27ateismo

Se proprio volessimo dare una interpretazione evoluzionistica a questi dati, dovremmo concludere che i credenti europei sono molto più simili, evolutivamente, alle popolazioni africane che a quelle europee.
#1076
Anthonyi. L'evoluzionismo non ha certo come focus quello di spiegare perché parte dell'umanità (e di sicuro non la stragrande maggioranza) crede in Dio. L'evoluzionismo nella sua versione sintetica (Darwin + genetica), cerca di spiegare le leggi naturali dell'evoluzione delle specie organiche sul pianeta terra. È da queste leggi ormai "vere" in senso scientifico come le leggi della termodinamica o del relativismo, emergono molti interrogativi rispetto alla possibilità di conciliarle con l'esistenza di Dio. A meno che non si voglia fornire di paradiso ed inferno, tutte le creature capaci di senso morale, che non è un appannaggio di solo sapiens. Possono agire in modo malvagio ed opportunistico molto primati e mammiferi superiori e molti studi hanno ormai accertato che la moralità non risiede in un testo sacro ma nello sviluppo biologico dei mammiferi superiori. Inoltre si da il caso che, poiché è certa l'esistenza di specie homo non sapiens, vorrei chiedere a che divinità possono appellarsi per poter sperare di vivere in eterno. Inoltre se Dio esiste, quale è stato il suo piano? Un piano piuttosto incomprensibile. Per 3 miliardi di anni vivono sulla terra solo batteri, poi si susseguono esplosioni di specie e loro estinzioni di massa, fino all'arrivo di homo sapiens appena 200.000 anni fa. In realtà dei novellini rispetto ad alcune specie di scorpioni o di squali che sono fra noi da centinaia di milioni di anni. È vero che si può sempre dire che i disegni del Signore sono imperscrutabili ma qui direi che piuttosto si assiste ad un disegno bizzarro ed esplosivo, piuttosto che razionale e lineare. L'unica ipotesi possibile  che a me potrebbe soddisfare è quella di una divinità che accende un interruttore iniziale e poi si disinteressa delle dinamiche successive, che assumono quasi una fisionomia quantistica, determinata da caso e necessità.
#1077
La sensibilità è un fatto individuale, sicuramente. A me interessava più, nel discorso che ho fatto, decifrare le radici "filogenetiche" di due diversi tipi di verità. La meraviglia del credente in Dio è la meraviglia del bambino di fronte a ciò che non può spiegare e quindi si sottomette ad un potere terribile e sovraumano. La meraviglia del credente nella scienza è la meraviglia di chi ha accettato con responsabilità il precetto di Kant relativo al l'illuminismo, ovvero il superamento dello stato di minorità dell'uomo dovuto a sè stesso.
#1078
Sugli ultimi interventi, alcuni spunti di riflessione a ruota libera.
1) rispetto alla citazione di Hoyle, ho una posizione simile a quella di Niko. Un universo che non ha confini spazio-temporali può produrre la vita, anche tramite metodi e leggi diverse da quelle conosciute, proprio a causa delle infinite possibilità, data dagli infiniti sistemi solari, dentro infinite galassie, dentro infiniti ammassi di galassie. Se si considera "vera" la teoria del big bang, almeno nella sua versione inflazionistica , anche il singolo universo conosciuto è talmente immenso da poter contenere almeno una scimmia che sta battendo a macchina l'opera omnia di Shakespeare. La differenza rispetto alla scelta creazionista è che ormai conosciamo, attraverso la paleontologia, i tempi immensi che richiede lo sviluppo e la dinamica della vita, che quindi sono un dato verificato, mentre il creazionismo si basa solo su una scelta di fede.
2) A proposito del fatto, riproposto spesso da Duc, che tutti abbiamo qualche fede, è possibile, ma rivendico la differenza metodologica delle diverse verità. Una fede religiosa si basa su assiomi diversi dalla "fede scientifica". la prima è immodificabile o modificabile sulla base di decisioni applicate ex-cathedra da una gerarchia a cui non ci si può opporre. La seconda è fondata sulla necessaria contingenza di ogni verità che è tale finché è verificabile e finché una verità successiva non approfondisca la nostra conoscenza. Nel primo caso il mondo è già scritto una volta per tutte e non ha bisogno di riscritture o di verifiche. È così e basta. Nel secondo, il mondo è continua fonte di meraviglia e di approfondimento. Questa differenza è così evidente che mi appare molto più "mistica" la scienza in questo suo desiderio di continuo rivolgimento che la religione con le sue scritture immobili nei millenni.
3) che l'evoluzionismo rispetti Occam, più del creazionismo, non credo sia corretto. La complessità delle leggi della vita sono così ingarbugliate e ridondanti da farci scordare il famoso rasoio. Non c'è nulla di semplice in un dna che si porta appresso codice genetico "spazzatura" oppure in un osso come il coccige, che non ha alcuna funzione organica (per non parlare dell'appendice o dei denti del giudizio). Ci piace pensare ad Occam come criterio regolatore dell'evoluzionismo perché ci fa pensare all'organismo come a una macchina perfetta e matematicamente ridotta all'efficienza pura. Niente di tutto ciò. La natura sviluppa la vita non come un ingegnere ma  piuttosto come un norcino, che del maiale non butta via niente, anche se magari non sa che fare delle parti che non butta. Ovviamente c'è una ragione anche in ciò, ma che non risponde alla logica di Occam, ma ad una logica strettamente evolutiva.
#1079
Ciao Aspirante. Il discorso che hai aperto è molto delicato. Hai avuto il coraggio di aprirlo e ti ringraziamo per questo. La mia risposta non differisce molto dalle tue considerazioni finali. È il concetto dell'ubuntu della cultura zulu: "io sono perché noi siamo". Solo sentendoci tutti più vicini e condividendo le nostre vite, possiamo alleviare le nostre sofferenze, senza alcuna consolazione metafisica. Il nostro viaggio terreno inizia in un certo modo e termina in un altro. Noi facciamo le nostre mosse come in una partita a scacchi ma non decidiamo noi se essere alfiere o pedone. Ciò che cambia il senso del tutto è l'alfiere che aiuta il pedone, fino a provare ad elevarlo al suo rango.
Il problema di tutto ciò è che la cultura occidentale ha perso l'ubuntu, sia nella dimensione religiosa che in quella civile.
#1080
Varie / Re: Lista utenti ignorati
19 Gennaio 2023, 12:38:38 PM
Bob. Penso che tu, con le tue riflessioni possa dare molto a questa piccola comunità on-line e possa anche ricevere molto. Si tratta solo di essere aperti all'ascolto. La questione a cui ti riferisci a me sembra che nasca da un equivoco, ovvero che il termine "ignorata" sia rivolto alla discussione e non alla persona. Se invece fosse rivolto alla persona, effettivamente ignorare un altro membro del gruppo così, significa non riconoscerne la soggettività e quindi non mi sembra un atto molto elegante. Inverno poteva al pari glissare, ma evidentemente siamo umani anche noi moderatori e credo che la sua reazione sia stata più da membro del gruppo che da moderatore. Effettivamente ho talvolta pensato a questa doppia valenza del moderatore, che non è mai completamente libero di rispondere ciò che vuole perché la prima interpretazione che si da ai suoi interventi è una interpretazione da moderatore. Non a caso, probabilmente gli interventi dell'amministratore Ivo, sono scritti con il contagocce. E comunque il perdono rivolto anche a chi ti offeso è sempre un'ottima medicina per vivere meglio.