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Messaggi - doxa

#1066
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
09 Dicembre 2019, 16:31:27 PM
Buon pomeriggio Sari.

Il Natale in famiglia  e i piacevoli o spiacevoli  ricordi dell'infanzia...

Ma da adulti ?

Molte persone  sono contente delle festività natalizie, tante altre vorrebbero evitarle perché per loro significa malinconia, solitudine, problemi nei rapporti familiari o problemi economici, oppure lavorativi.  

Si, lo shopping per i regali, la preparazione di pranzi e cenoni, la tensione psicologica e la stanchezza che inevitabilmente pervade chi ospita.

E le "visite parentali" ?  I parenti sono come i gatti: abitudinari.  Cambiare iter diventa difficile e si diventa preda di critiche. Meglio variare i tempi  per non suscitare. assuefazione. Anche se per anni ci si è comportati in un determinato modo, non significa che si debba per forza continuare a farlo.

A volte sentirsi ingabbiati nelle pretese dei diversi familiari può  essere stressante, e si pensa alle festività natalizie come una incombenza da superare  il prima possibile, da far diventare presto un ricordo e tornare alla "normalità" quotidiana.

Riti e rituali vanno bene nella liturgia ecclesiastica, invece  tra parenti, anche se rafforzano i legami,  alla lunga stancano, diventano noiosi.

Sari ti ricordi il film del 1992 titolato "Parenti serpenti" , diretto da Mario Monicelli ?

In quel film tutti i parenti, quattro nuclei familiari,  come ogni anno per le festività natalizie si riuniscono nella casa dei nonni. Tutto sembra scorrere tranquillamente, nell'ordinaria routine festiva, con cenone della vigilia, processione, tombolata, messa di mezzanotte e scambio di regali, ma nel giorno di Natale avviene l'imprevisto durante il pranzo..., con conseguenti litigi che liberano rancori, ipocrisie, gelosie.

Penso che per le festività natalizie sia meglio partire per una breve vacanza con la partner e gli eventuali  figli, se sono minorenni.

Non è più il tempo del detto popolare: "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi".
#1067
Tematiche Filosofiche / Re:Insoddisfatti
08 Dicembre 2019, 18:08:22 PM
Daniele ha scritto
CitazioneLa mia è una personale riflessione sull'insoddisfazione primordiale. Prova a metterti in un divano senza passatempi e guarda il soffitto poi dimmi...
Insoddisfazione primordiale ? Quale sarebbe ? Quella di essere nato ?

CitazioneL'insoddisfazione è il motore dell'evoluzione.
L'insoddisfazione ?  Forse vuoi dire desiderio di conoscenza, oppure ambizione.

CitazioneRallentando la mente si può prendere il controllo del presente,

Puoi spiegarci come fai a rallentare la mente ? Cos'è per te la mente ?

CitazioneSe vi guardate intorno vedete un mondo di distrazioni, shopping, gioco, internet, social, film, serie TV, etc etc. Tutto questo è nato dall'insoddisfazione. Inutile ripeterlo, non ci piace stare soli, dobbiamo agire.
Non la pensano come te i monaci, gli eremiti.
Hai provato a fare una settimana di ritiro spirituale in un monastero ? Forse ti vien voglia di rimanerci per trovare la pace interiore.
#1068
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
08 Dicembre 2019, 10:24:45 AM
L'abbigliamento degli zampognari
 
Nel passato l'8 dicembre in numerosi paesi e città  arrivavano gli zampognari. 

Le coppie di suonatori che giungevano a Roma di solito avevano ai piedi lunghi calzettoni di lana di pecora, al posto delle scarpe  usavano le "cioce", con lacci a forma di fettucce attorcigliate sulle gambe; indossavano pantaloni di velluto nero lunghi fino al ginocchio, giacche di lana di pecora o giacconi di montone,  e sulla testa mettevano un cappello nero, di feltro, di forma tronco-conica avvolto da nastro rosso. Si proteggevano dal freddo indossando il tabarro, il mantello a ruota, in panno pesante o di lana ruvida, di colore nero, allacciato al collo con un fermaglio.  A tracolla il tascapane, utilizzato per metterci il cibo nella prima parte del viaggio verso la città, e gli oggetti per la pulizia personale.

Così apparivano i suonatori di piffero e zampogna, che dall'Appennino centrale  andavano per le strade  della città per suonare le tradizionali melodie natalizie  e la speranza di ricevere in cambio offerte di denaro. Su prenotazione si recavano anche nelle case e nelle botteghe per suonare e cantare davanti al presepio o alle immagini di Maria col Bambino Gesù. Come compenso ricevevano cibo, dolciumi, denaro.

A Roma e a Napoli gli zampognari giungevano dalla valle del Liri  e dalla Val di Comino  (prov. di Frosinone), dal versante meridionale delle Mainarde, da Scapoli e Castelnuovo al Volturno, frazione del Comune di Rocchetta al Volturno (prov. di Isernia), da Fossalto (prov. di Campobasso).

Nel XIX secolo a Roma gli zampognari venivano chiamati "Li piferari" (i pifferai). Arrivavano nella capitale il 25 novembre, giorno in cui la Chiesa cattolica commemora Santa Caterina d'Alessandria (d'Egitto). Solitamente erano in due, talvolta tre: uno suonava la zampogna, un altro il piffero, il terzo cantava. 
Per la questua giravano per le vie della città, si fermavano a suonare vicino le edicole mariane diffuse nel centro storico. Ce ne ha lasciato il ricordo il noto pittore romano Bartolomeo Pinelli.


Bartolomeo Pinelli: "Li piferari in Roma"; acquaforte con coloritura, 1809.
#1069
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
08 Dicembre 2019, 10:17:59 AM
L'8 dicembre, in concomitanza della celebrazione dell'Immacolata Concezione, ci sono tre tradizionali eventi: l'allestimento del presepio e/o dell'albero di Natale, l'arrivo in città degli zampognari.

Del presepio e dell'albero di Natale ho  scritto in precedenti post, oggi descrivo

gli  zampognari



Gli zampognari  sono  così chiamati perché suonano la zampogna, un antico strumento musicale. Le canne sono collegate ad un otre di pelle nella quale il suonatore insuffla l'aria.

Il nome della zampogna deriva dal latino "symphōnĭa" (sembra impossibile crederci, ma è vero), che significa armonia, consonanza di suoni.



Questo strumento musicale era diffuso nel Vicino Oriente e in altre località del Bacino del Mediterraneo.

Nel Libro del profeta Daniele la zampogna  è citata col nome in aramaico: "sumponyàh".

In epoca romana le lunghe marce delle legioni erano accompagnate dal suono di vari strumenti musicali, fra i quali una particolare zampogna derivata dal flauto di Pan, denominata In latino "utriculus" o "tibia utricularis".

Nel Medioevo e in epoca moderna la zampogna venne diversificata in varie tipologie territoriali, una delle quali è la cornamusa scozzese ("great highland bagpipe"), di quattro diversi tipi.  Veniva usata anche durante le battaglie.



Ancora oggi ci sono reggimenti scozzesi che continuano a marciare al suono delle cornamuse.
#1070
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
07 Dicembre 2019, 15:49:57 PM
Simbologia mariana e la bandiera d'Europa

La "corona di 12 stelle" oltreché simbolo mariano ispirato dall'Apocalisse dell'evangelista Giovanni è presente anche sulla bandiera d'Europa. Infatti raffigura  dodici stelle dorate disposte in cerchio su campo blu.

Questa bandiera venne adottata dal Consiglio d'Europa  nel 1955, l'8 dicembre, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra l'Immacolata Concezione.    

Le discussioni per la scelta iconografica dell'emblema cominciarono fin dalla fondazione del Consiglio d'Europa, istituito a Strasburgo nel maggio del 1949. Era un organismo in quel tempo   privo di poteri politici effettivi ed incaricato solo di porre le basi per la costruzione di una federazione europea.

Nel 1950 quel Consiglio bandì il concorso per  il bozzetto della bandiera della futura Europa unita.

Nel gennaio del 1955 cominciò la rassegna dei numerosi progetti presentati, al termine della quale scelse un disegno del francese Arsène Heitz. Il giovane alsaziano partecipò con un bozzetto che presenta 12 stelle su sfondo azzurro.

Lo scrittore  cattolico Vittorio Messori disse che al devoto mariano Heitz  l'idea gli venne dalla lettura dell'Apocalisse, ma di tale sua ispirazione non c'è traccia nei documenti ufficiali.  

Il 25 ottobre del 1955 l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approvò la scelta  della bandiera d'Europa con 12 stelle e fu adottata dagli Stati membri l'8 dicembre dello stesso anno.


Venne esposta per la prima volta  a Parigi, dove fu issata sul pennone del castello de "La Muette" il 13 dicembre 1955.    

Trent'anni dopo, nel 1985, i capi di Stato e di governo della Comunità europea decisero, col consenso del Consiglio d'Europa, di usare la stessa bandiera come simbolo dell'unione europea, istituita con il trattato di Maastricht nel 1992.




Questa è la bandiera di colore blu e di forma rettangolare  del Consiglio d'Europa e dell' Unione europea.
Il significato di perfezione è simboleggiato dal cerchio,  formato dalle 12 stelle d'oro a 5 punte che rappresentano idealmente l'unità,  la solidarietà e l'armonia tra i popoli d'Europa. Il numero delle stelle è invariabile, non dipende dal numero degli Stati membri.

Numerose nazioni che fanno parte della "confederazione" europea  raffigurano la  comune bandiera sia sulle banconote  e le monete sia sulle patenti di guida e targhe automobilistiche.
#1071
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
07 Dicembre 2019, 15:47:18 PM
Iconografia e simbologia dell'Immacolata Concezione

"Tota pulchra es, Maria, et macula originalis non est in te." (=Tutta bella sei, Maria, ed in te non c'è la macchia originale del peccato): la frase è tratta da una delle melodie mariane più popolari, ma è la rielaborazione di un versetto del "Cantico dei Cantici".

Un altro versetto divenuto celebre nella storia dell'arte sacra è  nel 12/esimo capitolo dell'"Apocalisse", scritta dall'evangelista Giovanni:  "Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di 12 stelle."

I due suddetti versetti ed altre frasi tratte da testi religiosi contribuirono a formare l'iconografia di Maria concepita senza il peccato originale. La rappresentazione simbolica  che si affermò fu  realizzata nel '600  dal pittore spagnolo di corte Francisco Pacheco, censore artistico dell'Inquisizione,  suocero e maestro del pittore Diego Velàzquez.

Pacheco raffigurò l'Immacolata come un'adolescente dai lunghi capelli e per i dettagli  trasse ispirazione dal citato versetto dell'Apocalisse:

- immaginò la Vergine in una visione celestiale ("nel cielo apparve un segno grandioso"...);

- con l'abito splendente ("vestita di Sole");

- la luna in fase calante o crescente, a forma di falce, sotto i suoi piedi ("con la luna sotto i suoi piedi");

- "e sul suo capo una corona di 12 stelle".

Un altro interessante dettaglio è  il cingolo o cordone che cinge ai fianchi  la tunica della Madonna.  Nei dipinti commissionati dai  frati Francescani, questi spesso pretesero la riproduzione del  cingolo  con tre nodi in uso nel francescanesimo: indicano i voti di povertà, castità ed obbedienza. 
#1072
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
07 Dicembre 2019, 15:45:15 PM
Immacolata Concezione  /2

Le prime dispute teologiche sull'immacolata concezione cominciarono nell'alto medioevo, ma  la prima teologia su tale tema  fu elaborata dal  francescano Duns Scoto (1265 – 1308). 

Papa Sisto IV, che pontificò dal 1471 al 1484 ed era stato in precedenza superiore generale dei Francescani, cominciò l'iter della definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione con due Bolle: "Cum praecelsa", del 1476, e "Grave nimis" del 1483.

Nei secoli successivi ci furono in merito altre Bolle pontificie, fino a quella di Pio IX, denominata "Ineffabilis Deus", dell'8 dicembre 1854, con la quale definiva verità di fede  l'Immacolata Concezione. 


A questo dogma sono collegate due "apparizioni" mariane riconosciute dalla Chiesa:

Nel 1830 Catherine Labouré, novizia in un monastero parigino, fece coniare una medaglia (detta poi la medaglia miracolosa) che riportava le seguenti parole, da lei viste durante un'apparizione della vergine Maria (avvenuta il 27 novembre dello stesso anno): "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi"

Nel 1858, quindi quattro anni dopo la proclamazione del dogma da parte di Pio IX,  la "veggente" di Lourdes, Bernadette Soubirous,  riferì che la Vergine le si era presentata con le parole "Que soy era Immaculada Councepciou" ("Io sono l'Immacolata Concezione", in lingua occitana).
#1073
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
07 Dicembre 2019, 15:41:25 PM
8 dicembre: Immacolata Concezione

Quest'anno la seconda domenica di Avvento coincide con la solennità dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre.

Cosa s'intende per immacolata concezione ? Non il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria, ma  che lei fu concepita  immune dal peccato originale per volontà di Dio.

Il peccato originale rappresenta la disobbedienza verso il volere di Dio da parte di Adamo ed Eva, progenitori dell'umanità.

Secondo la Chiesa cattolica per effetto del peccato originale, l'uomo eredita una colpa che, se non viene estinta con il sacramento del battesimo preclude la salvezza.

Nella Genesi il peccato originale è un peccato dello spirito, ma per il filosofo e teologo Clemente Alessandrino (150 circa – 250 circa) una delle conseguenze è la concupiscenza.

Per Agostino, vescovo di Ippona il peccato originale  si trasmette con l'atto sessuale: l'individuo è generato nella colpa, insita in ogni accoppiamento.  

Vittima di quell'ideologia sessuofobica  fu nel passato il matrimonio. Per correggere i peccati della "carne" furono redatti i penitenziali, elenchi di peccati e penitenze.

Per la Chiesa cattolica ogni essere umano nasce con il peccato originale, ma Maria quando fu concepita dai suoi genitori fu esentata, perché nel disegno divino doveva diventare la madre di Gesù Cristo. 

Secondo la tradizione cristiana i genitori di Maria si chiamavano Gioacchino (in ebraico Jojakim) e Anna (in ebraico Hannah). La loro leggenda è narrata in tre vangeli apocrifi: il Protovangelo di Giacomo (del 150 circa), il Vangelo dello pseudo Matteo (del V secolo) e nell'Evangelium de nativitate Mariae (del Vi secolo).

Su Maria di Nazaret la Chiesa cattolica deliberò in tempi diversi quattro dogmi:  il suo immacolato concepimento da parte dei suoi genitori, la sua verginità, la sua maternità e la sua assunzione in cielo.

Il termine dogma  indica in una religione una verità di fede non soggetta a discussione da chi si reputa seguace. 
 
Nella teologia cristiana la verità dogmatica discende dalla rivelazione divina, in modo diretto od indiretto, oppure da indicazioni di fede o di morale su un determinato argomento.


Nel passato il dogma dell'Immacolata Concezione indusse molti genitori  ad attribuire alle neonate i nomi di Concetta (=concepita senza peccato) e Immacolata. 
#1074
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
06 Dicembre 2019, 16:20:58 PM
/2  6 dicembre: san Nicola 

San Nicola: in lingua latina "Sanctus Nicolaus";  nella lingua olandese "Sint Nikolaas", modificato  nel tempo in "Sinter Klaas". Questa  modalità fonetica fu introdotta negli Stati Uniti d'America da immigrati originari del nord Europa, ma negli U.S.A. il nome  del santo subì un'altra modifica dai parlanti la lingua inglese e Sinter Klaas divenne Sankt Niklaus (= portatore di doni) ed infine Santa Klaus, personaggio ideato dallo statunitense Washington Irving e conosciuto in Italia col nome di "Babbo Natale. 


Jan Steen: "Festa di san Nicola", 1668 circa; Rotterdam (Olanda), Museo Boijmans van Beuningen

E' uno dei dipinti più noti della storia dell'arte olandese. Sono rappresentate le abitudini ancora oggi in uso  la mattina del 6 dicembre in Olanda, momento in cui la famiglia si riunisce in cucina e i bambini scoprono i doni che, secondo la tradizione diffusa nel nord Europa, san Nicola calandosi dal camino, va a mettere nelle scarpe lasciate in vista sul pavimento.
Il pittore Jan Steen ha raffigurato la scena che si svolgeva nel proprio ambiente domestico e col ricorso ai propri figli come modelli. La bambina è raffigurata al centro mentre sorregge i doni. Dietro di lei c'è il fratello con una specie di mazza da golf con la pallina in terra.
Vicino alla bambina c'è il fratello più grande che piange perché ha trovato nella sua scarpa ha trovato soltanto verghe, ma viene confortato dalla nonna che ride. Gli usi in questa composizione pittorica sono all'origine dei costumi che nel XIX secolo vennero associati al periodo natalizio con l'intervento di nuovi e differenti portatori di doni, tra cui il tedesco "Weihnachtsmann" (= Uomo di Natale), il russo "Ded Moroz" (= Nonno Gelo) e l'americano "Santa Claus".


In Olanda san Nicola è anche il patrono della città di Amsterdam.


Per comprendere il favoloso personaggio Santa Klaus si deve tener presente l'agiografia di San Nicola e le tradizioni popolari a lui collegate: San Nicola offre doni, Santa Klaus (o Claus) porta doni.
 
 Nell'immaginario collettivo Santa Klaus ha l'aspetto di un simpatico e panciuto uomo anziano con la folta barba e baffi bianchi, che nella notte della vigilia di Natale entra nelle case per lasciare sotto l'albero di Natale i regali.
 
 Ma chi creò tale personaggio ? Il progenitore è il newyorchese Washington Irving (1783 – 1859), che  nel 1809 scrisse  l'umoristica  "History of New York" usando lo pseudonimo di Diedrich Knicherbocker. Il testo satirico descrive la vita nella colonia olandese di  New Amsterdam (l'attuale New York) e cita Sinter klaas,  non  come santo ma immaginato come una polena affissa sulla prora del vascello "Buona dama",  con l'aspetto di un marinaio olandese che indossa un mantello verde e con la pipa in bocca. Irving narra che mentre la nave stava entrando nel porto di quella città,  la polena all'improvviso si animò, scese a terra e prese un cavallo legato ad un carro pieno di regali. Con questo cominciò prodigiosamente a volare sul cielo di quella città e a fermarsi sui tetti delle case dove erano i bambini, ai quali calava i doni attraverso i camini.

Su questo tema ci furono poi interventi letterari di altri autori. Il 23 dicembre del 1823 sul quotidiano di New York "Sentinel Troy" venne pubblicata l'anonima poesia "An account of a visit  of St. Nicholas", scritta dall'insegnante di lingue e letterature straniere Clement Clark Moore (1779 –1863). La poesia è nota  col suo incipit:  "Twas the Night Before Christmas" ("Era la notte prima di Natale") o come "The Night Before Christmas" ("La notte prima di Natale"). Questo testo poetico  fu fondamentale per lo sviluppo della figura del moderno Santa Klaus/Babbo Natale: contribuì a collegare il popolare portatore di doni alle date del 24 e 25 dicembre anziché al 6 dicembre (giorno dedicato dalla Chiesa alla commemorazione di San Nicola) e a "separare" il santo dal suo "erede", Santa Claus/Babbo Natale.

Una delle prime versioni illustrate della poesia di Moore  è  del 1830, disegnata da Myron B. King, che mostra Santa Claus in cima ad un tetto con la slitta trainata da  renne.
Invece l'illustratore statunitense di origine tedesca Thomas Nast (1840 – 1902) disegnò nel 1863 per la rivista "Harper's Weekly"  la classica versione di Santa Claus. Prima di allora, la maggior parte delle rappresentazioni di Babbo Natale mostravano un uomo alto e magro. Nast, invece, disegnò un uomo anziano, in tunica,  paffuto, con fluente barba e baffi bianchi. In numeri successivi della rivista, il cartoonist immaginò Santa Klaus proveniente dal Polo Nord, dove aveva una fabbrica di giocattoli  realizzati da un gruppo di elfi che lavoravano per lui. Nella notte di Natale caricava i doni sulla slitta trainata da  renne volanti e poi via in giro per far avere ai bambini i regali desiderati... se possibile. 


Il passaggio da Santa Klaus al cosiddetto Babbo Natale avvenne casualmente dopo il crack di Wall Street nel 1929 e la conseguente recessione economica che causò alla Coca Cola il crollo delle vendite della bibita.  Per rilanciarle, quell'azienda decise nel 1931 di imperniare la campagna pubblicitaria invernale facendo del popolare Santa Klaus il "testimonial" della bevanda. 
 Venne chiesto al pittore Haddon Sundblom di ridisegnare Santa Klaus, che fino ad allora veniva immaginato vestito con abiti azzurri, grigi o  di color marrone. Sundblom, invece, lo veste con un fantasioso completo di giacca e pantaloni di colore rosso, con bordure di pelliccia bianca; stivaloni neri e lucidi, cappellino conico di colore rosso e listato con la bianca pelliccia; di aspetto sorridente e bonario, mentre sorregge sulla mano la bottiglietta sinuosa con quella bibita. L'idea fu vincente, le vendite migliorarono, ma quel che più conta, da quel giorno l'abito di Babbo Natale rimase rosso, come noi lo conosciamo. I primi disegni di Sundblom con il ritratto di Santa Klaus vennero pubblicati sul "The Saturday evening post" e su "Ladies home journal".
Haddon Sundblom, nato nel Michigan e cresciuto a Chicago, per il suo Santa Klaus si ispirò al viso sorridente di un suo amico, un pescatore in pensione di nome Lou Prentiss. Dopo la morte di questo, l'artista si ispirò su se stesso per le successive raffigurazioni.
#1075
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
06 Dicembre 2019, 15:26:43 PM
Grazie Anthony per la tu informazione. L'avevo letta tempo fa, ma desidero approfondirla per capire il collegamento con il dies natalis del 336.

6 dicembre: san Nicola

San Nicola nacque a Pàtara di Licia (Anatolia) nel 270  e morì nel 343 a Myra (attuale Demre, nella Turchia meridionale) città in cui fu vescovo.  Questo santo è conosciuto come Nicola di Myra o Nicola di Bari. Le sue reliquie, dopo varie vicissitudini, sono custodite, secondo la tradizione, a Bari e Venezia.



La devozione verso san Nicola, considerato taumaturgo, protettore dei marinai e uomo caritatevole, venne diffusa dal VI secolo  nel bacino del Mediterraneo ed in Europa. I monaci ortodossi diffusero in Russia il culto per questo santo.

L'etimo del nome "Nicola" deriva dall'unione di due parole greche "Nike" (= vincitore) + "Laos" (= popolo), cioè: "vincitore del popolo".

Nella mitologia greca la dea Nike  è la personificazione della vittoria, raffigurata come una donna con le ali, da cui deriva l'appellativo di "Vittoria Alata".Viene menzionata per la prima volta da Esiodo nella Teogonia. Nike è celebrata in occasione delle vittorie nelle gare atletiche o artistiche, ma anche negli scontri bellici.

Le spoglie di Nicola, vescovo di Myra,  furono conservate nella cattedrale di Myra fino al 1087. In quell'anno  furono trafugate da una spedizione di 62 persone tra marinai e mercanti partiti da Bari a bordo di una nave.  Tornarono nel capoluogo pugliese il 9 maggio 1087 col "sacro bottino" e furono accolti trionfalmente dalla popolazione. Le reliquie  vennero custodite nella chiesa dell'abbazia benedettina.

A questo santo la leggenda ha assegnato un gesto che persino Dante rievoca quando parla della "larghezza che fece Niccolao a le pulcelle, per condurre ad onor la giovinezza" (Purgatorio XX,31-33): tre giovani donne, che un padre in miseria le voleva destinare alla prostituzione per ragioni di sopravvivenza.
Nicola per aiutarle s'introdusse  di notte nella loro stamberga e regalò loro tre piccole borse con monete d'oro. Quel leggendario dono dette origine all'uso dei regali di "Sankt Niklaus", così denominato nell'area anglosassone. Col tempo il nome fu deformato in "Santa Claus". In Italia è conosciuto come "Babbo Natale".

Nei dipinti viene rappresentato  con l'abito talare vescovile e la mitra; con la mano sinistra sorregge il bastone pastorale e con la mano destra benedice nel modo greco-ortodosso; altri simboli collegati alla sua figura carismatica sono: il libro dei Vangeli, le  tre sfere d'oro, oppure tre sacchetti con le monete, per ricordare il suo aiuto alle tre ragazze.



In Italia e all'estero sono molte le chiese dedicate San Nicola e numerose sono le tradizioni in suo onore.  

Nell'attuale Turchia, dove nacque e fu vescovo, viene chiamato  "Noel Baba".


Statua di Noel Baba a Demre (ex Myra, dove san Nicola fu vescovo).  In precedenza  nello stesso luogo c'era la statua che rappresentava san Nicola. Il cambio è stato effettuato con la speranza di aumentare l'afflusso di turisti.
#1076
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
05 Dicembre 2019, 20:56:56 PM
Ciao Anthonyi, per il dies natalis Christi mi sono attenuto al "Chronographus" del Filocalo, pur sapendo del Natalis Solis Invicti e dei Saturnalia, ma su questi temi  argomenterò in seguito.

Mi interessa il tuo riferimento del dies natalis Christi alla fine del mese di marzo. Su quale festa pagana si sovrappose ? Forse alla cosiddetta "Festa primaverile di Hilaria" che si svolgeva dal 22 al 27 marzo in onore di Attis e Cibele (la Magna Mater), entrambe divinità protettrici anche della vegetazione e  connesse al ciclo di morte e resurrezione della Natura ?
#1077
Presentazione nuovi iscritti / Re:Un saluto a tutti!
05 Dicembre 2019, 17:19:09 PM
Benvenuta tra noi Lady Joan. 
Questo è un forum di brave persone, un po' noiose e cavillose quando si dedicano alla filosofia,  :)  ma accettabili  e comprensibili quando si dedicano alle altre sezioni del forum. ;D
Altamarea
#1078
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
05 Dicembre 2019, 14:41:15 PM
Sari sei bravissimo nell'esporre i tuoi ricordi. L'incipit del tuo racconto presepiale mi fa pensare ad Eduardo De Filippo nella commedia tragicomica "Natale in casa Cupiello". :D


Per quanto riguarda l'albero di Natale..., questa tradizione ebbe inizio nel nord Europa. Trae origine  da rituali pagani che simboleggiavano la rinascita del Sole dopo il  solstizio d'inverno.

La primogenitura dell'albero di Natale la pretende la città di Riga, capitale della Lettonia.
Nel centro storico c'è la piazza "Ratslaukums", sulla quale si affaccia anche il municipio. Nel selciato è stata affissa una lastra disegnata che simboleggia i rami d'abete e nel contempo indica in 8 lingue diverse il punto dove nel 1510, nel periodo natalizio, fu collocato il primo "albero di Natale": un abete addobbato, si dice,  con carta colorata, mele e dolciumi, poi venne bruciato come auspicio di prosperità per l'anno successivo.
 
        
(sui bordi della petrosa lastra ottagonale c'è incisa in otto lingue la scritta: "Il primo albero di Natale, a Riga nel 1510".)

Ma il preteso primato della capitale lettone è contestato dagli estoni, che credono di essere stati loro nel 1441 ad allestire e addobbare il primo abete  a Tallinn, capitale dell'Estonia, in occasione del mercatino dell'Avvento nella loro città, nella piazza del municipio. Lo sostiene lo storico estone Jiri Kūskemā.



(Tallinn: la Piazza del Municipio innevata e le casette in legno dove si vendono prodotti natalizi nel periodo dell'Avvento)


Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase nel nord e centro Europa.  I cattolici la consideravano un uso protestante e solo nello scorso secolo questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico. Da alcuni anni viene allestito pure in Vaticano, in piazza San Pietro, insieme al presepe.

Nel 19/esimo secolo la tradizione dell'albero di Natale fu introdotto negli Stati Uniti d'America da immigrati tedeschi.

E dagli Stati Uniti la moda dell'albero di Natale giunse in Italia dopo la seconda guerra mondiale, anche per merito dei commoventi film importati dal U.S.A. e della televisione, che iniziò le tramissioni nel 1954.  
L'abete e non il pino è il vero albero di Natale. Nell'abete gli aghi sono attaccati a mazzetti, invece nel pino gli aghi sono singoli.
 
L'abete (vero o di plastica) viene addobbato con sfere colorate, luci, festoni, filamenti color oro e argento che simboleggiano i capelli delle fate secondo leggende nordiche.


Spesso vicino l'albero vengono posate sul pavimento le confezioni natalizie con i regali da offrire ai familiari nel giorno di Natale.

Fra  i numerosi canti natalizi alcuni sono diventati famosi, come l'italiano "Tu scendi dalle stelle",  il tedesco "O tannenbaum", l'austriaco "Stille nacht" (in italiano "Astro del ciel")  gli americani "Jingle bells" e "White Christmas". E' invece di origine irlandese il testo e la melodia del canto"Adeste fideles".
#1079
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
04 Dicembre 2019, 15:46:50 PM

Roma, basilica di Santa Maria Maggiore

Nel VII secolo questa basilica fu titolata a Santa Maria in Praesepium perché giunsero da Betlemme alcune reliquie, tra le quali la  cosiddetta "mangiatoia" dove venne adagiato  il neonato Gesù,  e le fasce ("fasciatori") che lo "avvolgevano".  

Le reliquie vennero collocate all'interno di un'apposita cappella, che nel tempo fu decorata e accolse anche il  gruppo di sculture del presepe realizzato nel 1291 circa dall'architetto e scultore Arnolfo di Cambio su  commissione di Niccolò IV, il  primo papa appartenente all'Ordine francescano:  pontificò dal 1288 al 1292.

Sisto V (1585 – 1590), che  era stato  il papa che più dei suoi predecessori aveva saputo ridare vigore alla città depauperata dal "sacco" di Roma del 1527, commissionò all'architetto Domenico Fontana il progetto e la costruzione nella Basilica di Santa Maria Maggiore di una cappella dedicata al Santissimo Sacramento, degna anche di custodire i gruppi scultorei del  presepio arnolfiano.
Nei vari spostamenti ci furono danni e dispersioni di statue, come quelle della Vergine e del Bambino.

Attualmente il gruppo scultoreo arnolfiano è custodito nella cripta della Basilica di Santa Maria Maggiore,  ma è incompleto.  



I cultori del presepio reputano sbagliato indicare come presepiali le sculture in bassorilievo o altorilievo che raffigurano la Natività. Le statue  per il presepe debbono essere "a tutto tondo".

Il primo presepe scolpito a tutto tondo è conservato nel Seminario patriarcale di Venezia. Le petrose statue furono realizzate nel 1240 circa. Le figure hanno caratteristiche simili alle statue (in altorilievo)  che sono nella lunetta del timpano della basilica forlivese di San Mercuriale, realizzate nel 1230 circa dal "Maestro dei mesi", che lavorò anche  nel duomo di Ferrara e fu  allievo dello scultore Benedetto Antelami.

Alcuni studiosi considerano il primo presepio con statue in legno a tutto tondo  quello conservato  a Bologna in una cappella nella chiesa della Trinità che fa parte del complesso ecclesiastico di Santo Stefano o delle sette chiese.  Rappresenta l'adorazione dei Magi e  fu scolpito alla fine del XIII secolo dal cosiddetto "maestro del crocefisso".

Nel periodo rinascimentale  furono realizzate da noti artisti delle opere di tipo presepiale nei dipinti, sculture in legno e in terracotta.

Il grande sviluppo dei presepi ci fu nel '600 e nel '700, durante i quali primeggiarono  alcuni artigiani napoletani. Le rigide  statuine furono sostituite con manichini snodabili, vestiti con  pregiate stoffe. Numerose nobili famiglie napoletane fecero a gara  per allestire nelle loro dimore il più bel presepio. Aggiunsero alla scenografia case tipiche dei borghi agricoli,  negozi, statuine che raffigurano commercianti, artigiani, popolani.

Tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX   nel periodo natalizio comincio a diffondersi l'allestimento del presepio anche nelle case della borghesia e  poi degli strati sociali marginali. Tale tradizione ancora continua, anche se da almeno 50 anni sta avanzando l'usanza dell'albero di Natale.
#1080
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
04 Dicembre 2019, 13:00:33 PM
Grazie a te Myfriend !

Fin dall'alto Medioevo la nascita di Gesù e l'epifania venivano ricordate con sacre rappresentazioni  interpretate da attori, di solito sul sagrato delle chiese. Invece per il Natale del 1223, Francesco d'Assisi, volle rievocare di sera la  nascita di Gesù.

Si narra che nel novembre di quell'anno  tramite l'intercessione della nobildonna Jacopa dei Settesoli e del cardinale Ugolino, il pontefice Onorio III ricevette alla corte papale in Roma Francesco e alcuni suoi compagni di vita eremitica.

Il poverello di Assisi ormai quasi cieco,dopo aver contratto  durante il suo viaggio in Palestina una grave malattia agli occhi, chiese al pontefice l'autorizzazione alla predicazione del Vangelo e la bolla papale  con l'autorizzazione di una Regola per i  suoi seguaci.
Chiese anche l'autorizzazione per realizzare un presepe a Greccio in una grotta simile a quella di Betlemme per ricordare la povertà in cui nacque il Bambino Gesù. Il pontefice Onorio III accolse le richieste di Francesco.

Di ritorno a Greccio, Francesco venne ricevuto dal feudatario del luogo, Giovanni Velita. Costui lo interrogò sulle vicende romane e promise  di aiutarlo a realizzare  la rievocazione della natività sera del 24 dicembre del 1223 nella grotta dove il santo si  ritirava  in preghiera con i suoi compagni.  


Fra Tommaso da Celano, biografo della vita di San Francesco racconta che "C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: "Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.

E giunge il giorno della letizia, il tempo dell'esultanza! Per l'occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme."
("Vita prima", cap. XXX, 468 - 469)

Alticama, moglie di Giovanni Velita, confezionò  con le sue mani un'immagine del bambino, tipo bambolotto, da mettere nella mangiatoia.  La scena venne animata dalla presenza dell'asino e del bue, ma non erano previsti i ruoli di Maria e Giuseppe.

Quell'evento ebbe notorietà anche per merito dei frati francescani che successivamente fecero costruire in quel luogo una cappella rurale e poi il complesso conventuale.  



Greccio, la rupe sulla quale  fu costruito  il complesso conventuale francescano che ospita il "santuario del presepe",



La "grotta del presepio" nel 1228 venne trasformata in cappella: c'è un altare, e nella lunetta l'affresco rappresenta la "natività di Gesù",  fu dipinto nel 1409  da Giovanni di Giovannello di Paulello, noto come "maestro pittore di Narni", attivo in Umbria  nel primo quarto del XV secolo.

Questi sono i due riquadri