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Messaggi - green demetr

#1066
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
25 Ottobre 2023, 01:54:41 AM
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2023, 11:13:19 AMSono aporetiche col senno di poi, ma feconde fin dalla sentenza di Parmenide, ragionando sul "non essere che non è", con animo ed occhio limpidi.

Bella domanda che dovrebbe costituire il nucleo di un luogo denominato "Riflessioni". Ho già risposto in vari modi, ma l'importanza della questione merita di essere ribadita e chiarificata. Partendo dall'essere in carne ed ossa, l'essere umano, che permane nel suo divenire autocosciente dalla nascita alla morte. Il cui destino comune genera la categoria filosofica, etica piuttosto che metafisica, dell'umano che si concretizza socialmente, e si imprime spiritualmente, nell'umanesimo.

Buttandola in letteratura, l'umano è la somma di tanti figli senza padre, al massimo una madre, che va dalla matrigna leopardiana alla inesorabile nicciana, comunque assai poco pietosa.

La pietà ce la deve mettere l'essere umano, diventando quello che si è, direbbe FN: un accidente evolutivo cui solo la compassione inscritta nella carne dei senza padre, piuttosto che nella loro metafisica, può offrire una via di redenzione e salvezza. Nel divenire evolutivo di cui, come essere umano, individuale e collettivo, è capace.

Divenire evolutistico lo lascerei dire ad Harari che frattanto è sbarcato in Italia, con la sua ideologia che puzza di zolfo lontano un miglio (non ne dubitavo).
Io parlerei visto che vogliamo guardare oltre il conservatorismo, di progressismo.
Ma ormai siamo arrivati col cervello liquefatto.
Non capisco cosa c'entri la politica, evidentemente le esalazioni mefitiche della palude della ragione nella sezione politica hanno raggiunto anche queste zone.
Bizzarro.
#1067
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
24 Ottobre 2023, 00:04:26 AM
Citazione di: cvc il 21 Ottobre 2023, 09:59:27 AMBuongiorno. Una delle prime e più profonde ragioni della guerra penso sia la guerra per il territorio, per ragioni intuibili. Il territorio nella sua forma concreta può però avere una corrispondenza astratta nell'ego. A livello astratto l'ego è il territorio di ognuno di noi. L'odio che è il motore della guerra nasce dalla rabbia, che nasce dal fastidio per l'intrusione. Il senso di intrusione nel proprio ego è non assimilazione o problematica assimilazione dell'altro. E' incongruenza fra bisogni degli uni e degli altri. Ciò che poi fa la differenza nella guerra è la natura dei mezzi che si usano per combatterla.
E ciò che domina dentro di noi è un profondo bisogno di pace, ottenibile però soltanto attraverso la guerra. La quale si può definire in molti modi, mentre la pace è solo l'assenza di guerra. La guerra di per sé sarebbe un qualcosa di positivo, non fosse che per ciò che si porta dietro: odio, morte, distruzione.
Sì è pensato di poter evitare la guerra con l'espandersi del commercio. Ma la guerra come l'acqua prende la forma degli ostacoli che incontra.
La guerra chiama alla guerra. Non esiste alcuna metafisica della guerra. Nessuna guerra viene usata per la pace. La pace è assenza di guerra, ma la guerra viene sempre portata, perchè esistono i signori della guerra. Gente malvagia, che va giudicata come tale. E invece nella modernità buono-malvagio è stato completamente annacquato. Serve un ritorno duro alla morale, che attinga dal reale. E non dall'ideologico come lamentava giustamente sopra Jacopus.
Purtroppo oggi il reale è totale appannaggio della modernità, che non solo lo rende spendibile, ma addirittura lo ribalta (cosi è avvenuto per il covid, così per l'ucraina e cosi per la palestina), tale che oggi il malavagio è bene, e il bene è il malvagio.
Quasi patetico il tentativo di biden di unire russia e palestina. Sul serio? Io non vedo nulla di rilevante a livello filosofico (se non appunto l'uso bieco del concetto di amico-nemico). Al massimo politico (ma pure lì vi sono cose sconcertanti e strategie folli).La filosofia deve dissipare il caos prodotto dalla modernità.
Ho già visto sul libro di scuola di terza elementare. PRIMO distinguere il reale dal fantastico. SECONDO distinguere il bene dal male.
E per questa epoca già arrivare al primo è GRAN COSA.
#1068
Tematiche Filosofiche / Re: La realtà è un continuo.
23 Ottobre 2023, 23:48:37 PM
Citazione di: iano il 22 Ottobre 2023, 07:46:04 AMSulla realtà credo si possano fare solo ipotesi indimostrabili, perchè in effetti un ipotesi è il punto di partenza di una dimostrazione e non il punto di arrivo.
Volendo dunque dimostrare non per via logica questa ipotesi, ma attraverso i fatti , ci troveremo ad esaminare fatti a favore e fatti contro, e in teoria è sufficiente un fatto contrario per dimostrare la falsità della ipotesi, se la nostra dimostrazione è volta alla verità.
In alternativa potremmo voler dimostrare, ponendo a confronto ipotesi alternative, quali siano quelle che aiutano a dimostrare il maggior numero di fatti e/o di maggior interesse, con lo scopo ad esempio di agevolare la nostra interazione con la realtà attraverso la spiegazione dei fatti, accettando che questa non sarà mai perfettamente efficace.

A sfavore dell'ipotesi di una realtà continua c'è la regina attuale della fisica, la teoria quantistica, la quale ci dice che tutto è quantizzato, quindi tutt'altro che continuo.
Se la teoria dicesse la verità avremmo dimostrato che la nostra ipotesi è falsa.
Le teorie fisiche però,  per loro statuto, non dicono mai la verità.

Ma se ciò che è quantizzato non può essere continuo, ciò che è continuo può essere quantizzato in tanti modi a piacere, quindi la nostra ipotesi di continuità, se la meccanica quantistica è uno di questi modi, non cozzerebbe con i fatti.

Teorie fisiche diverse possono cozzare fra loro, ma nessuna di queste contraddice l'ipotesi di continuità, e dentro questa ipotesi troverebbero quindi un punto di incontro, essendo modi diversi di quantizzare il continuo.
Capisco l'imbarazzo, ma il discontinuo ha dimostrato che non esiste il continuo.
Infatti nel continuo esiste una sola dimensione temporale.
Nel discontinuo questa cosa è saltata.
E' vero l'esatto opposto che cioè dal discontinuo si possono capire molte cose del continuo. Tipo il Big Bang, che nasce non come credevo da una idea di continuo, ma dal suo esatto opposto, infatti la nascita dell'universo deve essere preceduta dalla nascita dello spazio-tempo. Per capire qualcosa che è fuori dallo spazio tempo le teorie infantili di Popper sono ridicole a dire poco.
Infatti non esiste niente di empirico, eppure razionalmente è così che le cose possono essere spiegate.
Il principio di causa effetto oggi richiede l'immediato abbandono delle categorie di spazio tempo.
Questo naturalmente richiede la nascita di scienziati un pò più svegli di quelli attuali cioè le cattedre dei teorici dovrebbero essere superiori visto l'infinito campo di ricerca apertosi, e invece il moderno ha messo le mani anche su quello, le cattedre piu pagate e ambite sono quelle dei maneggioni.
Gente col cervello appiattito, facilmente corrompibili, etc...etc... :D ;)
#1069
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
23 Ottobre 2023, 23:36:53 PM
Citazione di: daniele22 il 23 Ottobre 2023, 19:50:51 PM
Ti dirò che per quel che riguarda il (mio?) pensiero non voglio negare l'esistenza dell'assoluto qui in terra; essendo anarchico ben allenato, secondo me tanto vale per l'anarchia quanto vale per l'assoluto: rappresentano un'utopia, ovvero il luogo dove cessa, o se vuoi dove viene superata la problematica posta in essere nel chiedersi cosa sia vero o cosa sia falso. Il luogo dove per segrete vie cessa infine il desiderio della domanda rivolta al tempo, sia essa volta alla verità da certificare, oppure volta a stabilire la giustezza o no del nostro agire. In relazione all'anarchia va considerato il fatto che se segui la via dell'amore puoi trovarti pure davanti a uno che ama violentare le persone ... della serie lo lasciamo fare o no?
Entrando nel merito del dialogo penso che l'io sia una costruzione inconsapevole costretta, non un'illusione. Costretta dal linguaggio, dalla lingua. In due parole, noi pensiamo di essere attivi, ma saremmo invece attivi partendo da una passività di fondo, da un subire il mondo. In questo senso in post precedenti, fraintendendomi forse, hai detto che la lingua riflette la nostra mancanza di verità. Intendevo dire che la lingua riflette la sua mancanza di verità, non la nostra, anche se per affermarla ricorriamo alla menzogna, cosa più che giustificabile almeno fino ad un certo punto. Questo pensare di essere attivi ci sarebbe indotto da quel velo di maya rappresentato dalla lingua stessa, ma in che modo? Ti ho sentito affermare in altri interventi, con Green mi sembra, che noi saremmo tutti innocenti. E hai perfettamente ragione. Se è vero il fenomeno e potenzialmente fallaci le sue spiegazioni, la lingua ci avrebbe ingannati alla grande facendoci credere che la via giusta a svelare gli insorti grandi dilemmi umani fosse l'indagine sul cosa vi fosse là fuori, sull'altro da te. E come non sarebbe potuto accadere? Sembrava facile, la via più semplice, guarda poi quanti bei gingilli tecnologici che saltano fuori, ed eccoci qua ... no coment ... È proprio il caso di dire che finora abbiamo guardato il dito invece che guardare la luna. A parte il fatto che la luna spiega quel che può spiegare ... tra le altre, non sai mai chi sei, si pensa solo di saperlo ... sarebbe ovvio che la luna è dentro di te, ipse dixit l'oracolo di Delfi da tutti osannato, da pochi praticato. E lì dentro alla luna nel pozzo troverai, come dici tu, il campo minato, l'abisso, meglio il campo minato va là, rende più l'idea ... sembra quasi un giallo fiction filosofico ah ah ah aah! E l'oracolo dice pure che quest'atto di conoscenza interiore sarebbe liberatorio, ci farebbe conoscere il pensiero degli dei ... È lecito affermare che la materia oscura muove il mondo per mezzo dell'implicata materia chiara? Non si può ammettere pubblicamente l'esistenza e la potenzialità di azione di ciò che reca dentro di se l'individuo e che non è misurabile dall'osservatore? In tal senso vi sarebbero delle componenti concrete, discrete,  a formare il campo minato.
"Per ogni ora passata in campo, E non ti sporchi neanche la maglietta, Ci vuol sudore e un minimo di cuore, Se non vuoi lo zero a zero" canta Ligabue in "Quando tocca a te". Siccome l'individuo sta perdendo uno a zero sarebbe opportuno almeno pareggiare. Poi si vede. Un saluto

Vedo la tua posizione molto vicina a quella di Ipazia. Come già detto no problem, e anzi come giustamente dici tu almeno pareggiamo...vedo che anche a te vien da ridere.
Certo BlueMax ha parlato però correttamente di Campo Minato. Mi pare sopra da qualche parte ho parlato del Dio che diventa DIO-TEOCRATE.

Ma d'altronde l'amore della sapienza, quello antico, quello che ha reso quella civiltà superiore, era tale proprio perchè spaziava nei campi minati. E da che mi risulta anche solo leggendo (Eutifrone e Apologia) Platone è stato un sommo bonificatore.

Mi è stato consigliato di leggerlo, perchè Platone è il nemico giurato di questa società. A me sono bastati i 2 dialoghi di cui sopra, per capire di come la stessa scuola lo abbia completamente sovvertito.  ??? Inconcepibile, e inamissibile. Ma questa è la modernità. Avanti coi prossimi incubi della ragione. Tanto a me viene da ridere, se non me ne stessero capitando tra capo e collo così tante, che non ho nemmeno le forze per reagire a questo orrore. Leggere bisogna! Saluti.
#1070
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
23 Ottobre 2023, 23:26:31 PM
Citazione di: daniele22 il 22 Ottobre 2023, 19:19:14 PM
Mi sembra di essermi già speso, comunque la permanenza non è mancanza di moto nel tempo, dato che il moto temporale viene realizzato da un osservatore che rileva nel tempo la presenza di moto e permanenza. La personalità,  ad esempio te la porti immutata o quasi durante tutta la vita, forse con intensità diverse. Comunque, dato che riconosco in parte le ragioni dell'essere ti propongo uno stralcio di pensiero che già postai il 22 dicembre scorso:
"L'essere è fatto della stessa sostanza del divenire, solo che l'essere non si mostra e il divenire è invece percepibile (dal corpo-mente). Se è vero che tutto quel che la nostra mente può realizzare può farlo solo se ciò che realizza riesce ad inquadrarlo in qualche misura nel divenire, questo significa pure implicitamente che la mente ha realizzato l'esistenza di una causa che sarebbe quella che l'oggetto realizzato produce nei confronti nostri e/o di altre cose. Allora, visto che "l'essere" è comunque un oggetto mentale (una parola, un sintagma, un qualcosa di cui si può parlare anche a vanvera) e quindi per forza di cose realizzato dalla nostra mente, questo significherà per quanto detto prima che la nostra mente, o forse la prima mente che lo espresse in forma di parola, tale mente appunto avrebbe colto in qualche misura il suo divenire. Allora, quale sarebbe 'sto benedetto divenire dell'essere? Il divenire dell'essere sta nel considerarlo come la sua possibilità di percepire una causa e, assimilandone l'effetto, in successione temporale produrre vari effetti che a loro volta, nel proseguire del divenire diverranno altre cause. Questo marchio invisibile, che si potrebbe chiamare il logos dell'essere, è lo stesso marchio che sta in ciascuna cosa, noi stessi compresi, che è percepibile dalla mente tramite i sensi nel suo divenire, e che noi enti umani esterniamo tramite il nostro logos umano: il verbo, la parola, il discorso"
Sarebbe cioè chiaro, almeno a me, che la permanenza, la pausa, sta in quella assimilazione della potenziale causa. Visto che tale pensiero lo ripropongo come buono osservo pure che ad oggi rimane permanente. Un saluto

Ciao scusa se mi intrometto, nel post precedente a cui ti avevo risposto, ti avevo chiesto se accettavi però la "correzione" proposta da Iano.
Perchè è fondamentale per capire se per te l'io è il frutto della dimensione causale-temporale, oppure può essere altro.
Naturalmente come già detto è chiaro che l'io è questa dimensione causale, il punto è che secondo me è anche altro, per cui amo Hegel.
Infatti Hegel distingue la dimensione temporale causale come quella dell'io che lui chiama "soggetto", rispetto a quella dell'io che invece è fuori del tempo e dello spazio e di cui forse Bobmax ha sentore o conoscenza, che appunto Hegel chiama tutt'uno Io (ti dico in termini generali perchè il tedesco non lo so).
Naturalmente ci si puà fermare ipazianamente a questa dimensione del soggetto e farla diventare Io tout court. No problem  ;)
#1071
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
23 Ottobre 2023, 23:17:14 PM
Citazione di: bobmax il 22 Ottobre 2023, 15:57:25 PMSì, il divenire è la "verità" per antonomasia: tutto diviene.
Tuttavia, se vogliamo tenere i piedi per terra, dovremmo chiarire bene cosa significhi divenire.
Divenire non significa forse "cambiamento"?
Ma il cambiamento non necessita forse sempre di un qualcosa che, permanendo, lo permetta?

Il mio corpo diviene continuamente.
Ma questo suo divenire consiste nel movimento di componenti che di per sé stessi restano identici, cioè non divengono.

Il divenire è possibile perché vi è qualcosa che non diviene.
Magari diverrà in futuro, ma non in questo caso.
E quando pure anch'esso diverrà, lo potrà fare solo perché qualcos'altro, non divenendo, lo permette.

Quindi intendendo con "essere" ciò che non diviene, questo essere è necessario per lo stesso divenire.

Diverso è l'Essere, che prescinde da ogni permanere o divenire. Questo Essere coincide con il Nulla.

Tutto questo ragionamento seguendo un percorso logico.

Ma vi è un modo ben più profondo per mettere in discussione la "verità" del divenire.
Che procede meditando sul nostro amore.
Affrontando spassionatamente l'effettiva realtà del nostro oggetto d'amore.

Chi, cosa amo veramente?
Cos'è che permane, cosa è l'essere dell'oggetto del mio amore?
Non è forse l'amato mai identico a se stesso?

Potrò allora iniziare sospettare che il mio amore è rivolto in realtà al Nulla.
E quel Nulla è l'autentico Essere, è l'Uno.
Non ho capito perchè l'amato è sempre diverso da se stesso.
E' invece l'esatto opposto, per cui infatti l'amore è pura idealizzazione.

Una volta capita l'accezione morale al concetto ontologico dell'ESSERE che per non diventare l'ESSERE teocratico deve diventare NULLA.
Direi di cominciare a intendere meglio questo amore per questa unità (impossibile).

E visto che si parla d'amore:
Uno dei problemi gravi miei personali, è che ho perso l'amore per la conoscenza, faccio fatica a leggere, e alla fine vado su Meta.

Eppure una volta non ero così, alle medie, o quando leggevo in adolescenza Kafka e Dostoevskj, provavo un sommo piacere. Perchè conoscevo quelle regioni dell'imponderabile, della realtà estesa (altro che internet).

In cosa consiste a livello ontologico morale, questa perdizione che ormai ha inghiottito un'era intera.

Penso che sia tutto collegato, Marx leggeva i moralisti inglesi, voglio dire, dobbiamo fare uno sforzo per uscire da questo terrificante piovra del Male.

Perchè è ovvio che in una realtà che si percepisce frammentata poi l'individuo diventa frammentato.
Perdendo l'anima, perdendo la sua fantasia e la sua volontà di attingere a sè stessa.
Senza fantasia non ci sarebbe nemmeno il concetto matematico, che è reale.
Attingere a se stessi infatti non vuol dire solo attingere agli unicorni (e io amo Harry Potter), o agli incubi di ipaziana memoria, ma anche e sopratutto ad oggetti reali.
La fantasia nei reami dell'oltremondano percetto, ha scovato questi enti.
E sono enti. Di questo non vi è dubbio.
La filosofia usa termini troppo difficili, bisogna anche saper dire cose complesse, con linguaggio semplice, affinchè sia educativo.
Educare, essere educati, e sopratutto essere educabili (il grande insegnamento platonico).
#1072
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
23 Ottobre 2023, 22:59:18 PM
Citazione di: Ipazia il 22 Ottobre 2023, 08:41:06 AMNon ha senso neppure contrapporre l'istante all'eterno.

L'essere umano, inteso nella sua unità psicofisica autocosciente, permane dalla nascita alla morte, un manufatto, dalla produzione al consumo o distruzione, l'universo, da un ipotetico bigbang ad una probabile fine.

Con gradi diversi di certezza possiamo definire la permanenza dei ta panta come il loro essere coincidente con l'esistere, così come la nostra episteme è in grado di stabilire nel suo stato dell'arte.

Con buona pace di tutti gli assoluti, Verità inclusa. E di secoli di postulazione metafisica su un flogisto rivelatosi aprioristicamente fallace. Resta la letteratura, spesso di ottima fattura, per un godimento estetico. E, filosoficamente, una riflessione sulla insuperabile maieutica dell'errare. In tutta la sua semantica.
Con te Ipazia non si possono percorrere le vie dell'essere, perchè sai già che sono aporetiche a fare i buoni, e per fare i cinici, usate per piallare ben bene il pensiero.

Eppure neppure tu puoi fuggire dalla tematica del divenire.
Infatti se ogni cosa diviene, in cosa consiste l'umano?
#1073
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
23 Ottobre 2023, 22:52:10 PM
Citazione di: daniele22 il 21 Ottobre 2023, 21:28:43 PM
Non sostengo che il divenire sia l'assoluto, intendendolo solo come un postulato, un punto di partenza arbitrario; proprio così come il buddismo dice che esiste la sofferenza io dico che esiste il fenomeno. Nel caso in esame, "vero è il fenomeno" intende significare che la percezione mentale dell'azione è ciò che permette alla ragione di funzionare. Quello che inoltre mi induce a postularlo a guisa di pietra angolare dell'apprendere, del conoscere, deriva pure dal fatto che ad altri senzienti accadrebbe di ritenerlo vero, il fenomeno appunto, magari non rendendosene conto.  Ben fondato sarebbe pertanto il mio stare coi piedi per terra. Altrettanto ben fondata non sarebbe invece l'idea dell'essere, e infatti tu lo eguagli al nulla, salvo poi dire che, diversamente, esiste un essere assoluto che prescinde dall'essere e dal divenire e che anch'esso evidentemente non esiste. Un bel guazzabuglio. Comunque, non può essere allo stesso tempo che il divenire neghi l'essere e l'essere neghi il divenire. Nel senso che uno dei due nega solo di riflesso verso una pretesa dell'altro. A negare, invece, può essere solo uno dei due e a deciderlo sarebbe la successione temporale con cui si sono presentate in vita l'idea del divenire e quella dell'essere. E come già detto, dato che pure altri senzienti si attengono al fenomeno e il fenomeno rimanda all'idea del divenire, mi sembra che il divenire corrisponda all'idea più antica, e ben piantata quindi coi piedi per terra. Un saluto

Ciao Daniele, naturalmente Hegel parte proprio da queste tue considerazioni.
Ti rimando al mio vecchio 3d.
E di fatto possiamo dirci entrambi razionalisti.
Ecco la struttura letteraria di Hegel è in realtà fatta a matrioske, una volta infatti accettato il razionalismo temporale del prima e dopo rispetto ad una alterità umana, senziente etc Sorgono nuovi problemi.

E cioè che questo umano senziente, con i piedi ben attaccati al terreno, siamo veramente noi?
Infatti è innegabile il divenire. Eppure è lo stesso divenire che manda all'aria la conquista temporale.
E' evidente come dici anche tu, che è solo al momento fin tanto che non cambia, che noi possiao dirci tali, cioè senzienti, se cambia dobbiamo cambiare il nostro senziente (in realtà è la correzione indicata da Iano, penso non farai fatica ad accettarla).
Ma di fatto il nostro percepire noi stessi è fuori dal tempo e dallo spazio.
Come dimostra ampiamente la nostra fantasia.
Possiamo dunque dire di essere il senziente che cambia fuori dal tempo e dallo spazio, o invece in noi è radicato un potere razionale superiore al tempo e allo spazio? e su questo che si interrogano bluemax, damiano etc..
In fin dei conti la domanda è sempre la stessa chi siamo noi?
#1074
Citazione di: bobmax il 21 Ottobre 2023, 04:19:27 AMMa l'infinito non c'è.

Il convincimento che l'infinito ci sia, è emblematico di quanto si sia ormai imposto il pensiero nichilista.
Abbiamo ridotto l'infinito a cosa, in modo da poterlo maneggiare e così spiegare ogni cosa. Lo abbiamo trascinato nel razionale, appiattendo la realtà eliminandone  il limite insuperabile.
Perché in realtà abbiamo sempre a che fare con l'illimitato.

L'infinito è, ed è soltanto, la negazione del finito.

Con Cantor e compagnia ci siamo illusi di possedere l'infinito!
Ma l'infinito non è possibile possederlo perché è inattualizzabile: non c'è.
Reificando l'infinito ci siamo inoltrati lungo il sentiero della notte, dove regna il nichilismo.

Infinito e infinitesimo, concetti utili per una sistemazione della realtà. Ma dovremmo sempre tenere presente che non esistono.
Il molteplice ha i piedi d'argilla. Cosificando l'infinito ci siamo illusi di rendere questi piedi di roccia. Ma è una solidità inventata, frutto del nichilismo.
L'infinito è un oggetto matematico, e come tale esiste.
Il nichilismo che descrivi è a livello morale, e non ontologico, per cui invece, se ho capito bene e se il libro liceale sia stato onesto (cosa che visto Platone non so più se vera) per esempio potrei utilizzarlo come concetto (di un esistente reale, in quanto matematico) per una analogia con Dio. E dunque come spiegazione razionale del Dio. Si devo proprio aprire 3d anche su Anselmo d'Aosta.
Come dice Hegel tutto ciò che è razionale è reale.
Naturalmente in un discorso morale che itenda questa realtà matematica come applicabile all'uomo, servirebbe altro discorso, che è quello proposto brillantemente da Damiano. (anche se di nuovo mi pare aporetico, e di base potenzialmente nichilistico, e infatti non risponde più. E non è certo il primo utente a lasciare, per lesa maestà, tale per cui non sputerei sui frequentatori del forum  ;) , e questo è proprio l'abc del provare a fare comunità ;) , beh certo prima che mi venisse da ridere  :D ).
#1075
Tematiche Filosofiche / Re: Il perfetto vivente.
23 Ottobre 2023, 22:27:03 PM
Citazione di: iano il 21 Ottobre 2023, 04:52:28 AMSe il potenziale entropico dei non viventi dipende dal fatto che sottostanno a leggi naturali, in cosa si distinguerebbero in tal senso i viventi che seguono senza eccezioni la verità?
Ma certo perchè la verità è una questione inerente l'umanità latente e volitivamente costruita dall'uomo per l'uomo.
In questo l'extraterreste non può sapere niente, nè oggi, nè mai.
Se invece sottendi che l'ET sia consapevole del vivente, sarà interessante capire il suo linguaggio (necessario per qualsiasi consapevolezza), e vedere solo a posteriori il suo concetto di verità.
Comunque la domanda mi sembrava di tipo naturalista, per cui rimango alla legge entropica.

#1076
Citazione di: Ipazia il 21 Ottobre 2023, 07:00:22 AMLa matematica in sè, no. Ma si comincia dagli iperurani popolati da forme ideali del Padre nobile e, tralasciando i passaggi intermedi, si finisce coi Figli ignobili delle armi di distruzione di massa ...

... per via razionale (i sogni della ragione...) che ha partorito stati, religioni, ideologie,... mentre l'empirico al massimo alimenta filosofia naturale e lo spirito della terra di nicciana memoria. Per cui non posso che dissentire su questa inversione di segno e significato:

(N.B. senza infoiarmi nello scontro spuntato tra opposti nichilismi)

Ma no certo, non sarò io a portare avanti una diatriba su opposti nichilismi.
L'importante è capire l'humus da cui parte ogni considerazione.
Direi che Nietzche sia un nome piuttosto risonante, direi necessario.
Va bene cos' andiamo avanti (anche se a me vien da ridere ;) ).

#1077
Citazione di: bobmax il 21 Ottobre 2023, 18:14:26 PMRitengo che la tua impressione abbia una qual ragion d'essere. Perché per affrontare il nichilismo occorre accettare il suo campo di gioco.

E il campo di gioco del nichilismo è la materia, la logica, insomma è lo stesso pensiero determinato.
Mentre per sconfiggerlo deve prevalere la spiritualità.

Come fare allora?

Secondo me, occorre usare le stesse armi del nichilismo, ma utilizzandole meglio del nichilista stesso!
È cioè necessario condurre il pensiero razionale sino a dove cessa il suo potere.
Proprio là dove la razionalità trova il proprio limite. E trovandolo, normalmente che fa?

Ripiega.
Ripiega incurante, perché incapace di ammettere a se stessa che vi è un limite, che esiste davvero un punto oltre il quale non le è concesso di andare.

Per la razionalità esiste infatti solo ciò che è razionale. Ciò che non lo è non esiste. Se vi si imbatte, si è trattato solo di un malinteso. E così ripiega nel suo mondo logico rassicurante.

Se invece tu resisti sul limite, allora ti coglierà l'angoscia del Nulla.
È il Nulla ciò che aborrisce la razionalità.

Ma il cuore impavido è qui chiamato alla scelta per l'eternità.
Che lì, dietro quel Nulla, vi sia lo Spirito dipende solo da lui.
Se non vi riesce e cade, ecco il nichilismo.
Grazie bobmax,

Avevo questa impressione, ma temevo non fosse così.
E invece c'è molto di più.
Messaggio eccezionale, che spero di fissare nella mente. E' come dici tu.
#1078
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
21 Ottobre 2023, 04:05:28 AM
Più che altro questa è una guerra che va avanti a suon di missili, e droni.
Mi pare che le scorte ucraine in difetto siano proprio quelle missilistiche.

Naturalmente l'industria bellica si prepara a sfornarne a migliaia approfittando delle pausa invernale.Dove le avanzate dell'uno e dell'altro esercito saranno impossibili.
#1079
Tematiche Filosofiche / Re: Il perfetto vivente.
21 Ottobre 2023, 03:57:19 AM
Citazione di: iano il 17 Ottobre 2023, 00:10:27 AMIl perfetto vivente ''terrestre'' conosce la verità e pratica  il bene, che è seguire la verità, senza eccezioni.
Ma un imperfetto alieno, che osservasse questi viventi terrestri, come farebbe a distinguerli dalla terrestre materia non vivente?

Attraverso la differenza di potenziale entropico, nei non viventi più alto che nei viventi.
#1080
Citazione di: bobmax il 19 Ottobre 2023, 10:33:02 AMConcordo.
Occorre a mio avviso pure considerare che nulla significa soltanto non esistenza.
Nulla è la negazione dei qualcosa, nient'altro che questo.
E pure l'Essere non è mai qualcosa.
Perciò, seppur paradossalmente, ma non troppo... per noi che siamo esistenza: Essere = Nulla.

La constatazione che il Tutto non possa essere qualcosa, ci fa intuire come il Tutto sia un'idea aperta. Ossia l'idea del Tutto è percezione del limite tra Esistere e Essere.
E questo limite è il Nulla.

PS
Vedo la tua buona volontà nella ricerca. Mi spiacerebbe perciò che ti ritrovassi invischiato in discussioni sterili, che inizialmente sembra che dicano chissà che cosa, ma poi finiscono per mostrare la loro inconsistenza.
Questo forum è una delle ormai rare oasi per riflettere, messa a disposizione dalla generosità del fondatore. Ma purtroppo pure qui è diffuso un chiacchiericcio inconcludente. Mancando sovente un autentico desiderio di riflettere.
L'infinito è qualcosa di matematico, perciò non è nulla.
L'essere è l'infinito dell'essente, perciò non è nulla.
Mi pare che dimentichi queste cose banalissime, che smontano l'intero tuo edificio argomentativo almeno a livello ontologico.
A livello morale invece mi è più facile seguirti, anche se permane la mia impressione che vi sia un nichilismo latente nelle conclusioni.