Citazione di: Sariputra il 18 Dicembre 2016, 12:15:02 PMQuando un povero cristo dice di essere inadeguato, la maggior parte delle persone sorride benevolmente, ti rincuorano: "Siamo tutti un pò inadeguati" ti dicono per sollevarti , alcune si spingono fino ad abbracciarti...non che questa cosa mi dispiaccia , sia chiaro...ma io vorrei rispondere che c'è inadeguatezza e inadeguatezza, come c'è filosofia e filosofia , o religione e religione. Sentirsi inadeguati in ogni situazione è intollerabile, ti riempie d'ansia, ti rende insicuro dei tuoi stessi passi...Però... che miseria la nostra testa... ci provo pure un sottile perverso piacere, di cui poi mi vergogno naturalmente, ma...è come un demone che mi spinge a fare il bastian contrario in ogni dove. Io lo osservo ben bene questo diavoluccio che mi possiede. Se ne sta di solito accucciato in un angoletto della mia testa, quando giro solitario per Villa Sariputra o per il podere circostante, ormai spogliato dall'inverno. Non appena però arriva un visitatore su un calesse e si spalanca il cancello acuminato che immette sul viale lastricato, unica via che porta direttamente sotto il pergolato di vite, abbracciante la facciata della villa, eccolo là! Balza su...lo sento proprio agitarsi...mi smuove le labbra nella tipica smorfia ironica che odio...mi sussurra:" Muoviti imbecille! Vai ad accogliere i visitatori! E' quella culona della L...dice proprio così, è sempre volgare... e suo marito che non ti ha ancora ridato i soldi che gli avevi prestato"...E' veramente venale...che poi non capisco che cosa gli interessi veramente , come se avesse il timor di restar senza soldi...La sua molestia arriva a mettere in dubbio qualsiasi cosa faccia. Sto leggendo un sutra? "Non serve a niente" continua a ripetermi, "Perdi tempo...andiamo a passeggiar nel centro di Sotto il Monte piuttosto, che ci facciamo quattro risate...". Mi sto scervellando sopra un trattato filosofico? Dovreste vedere come sghignazza...questa cosa lo diverte in modo abominevole. "Questi son quelli che ti dicono che una cosa esiste e quegli altri che la stessa cosa non esiste? Quelli dell'onanismo mentale ? ( In verità usa un'espressione oltremodo sconcia...) Ma andiamo piuttosto dalla Vania o dalla Maddi che forse è la volta buona che..."( sempre a quello mira, sembra che non gli interessi altro...). A nulla servono le mie obiezioni...che poi mi rendo conto sono proprio ridicole, inesistenti quasi...del tipo 'Ma io sono una persona molto spirituale' o l'altra ' Sono una persona riflessiva e stimata da tutti'...a parte che mentre me le dico già rido da solo, dovreste sentire lo scompisciarsi dalle risate del diavoletto. Sembra che lui se ne intenda veramente di cose come 'spiritualità' e 'filosofia', tanto da spalancare gli occhietti e fare la bocca a U, e poi...giù a ridere come un deficiente!...Signori che avete la pazienza di leggere ancora, sappiate che sono così inadeguato da arrivar a dubitare di me stesso e di pensar che...dio mio, che orrore!... Io sia proprio questo diavolo saggio e filosofo...può essere? Che alla fine io sia solo un suo sogno o un suo passatempo? Da come si diverte parrebbe proprio così..ahimè!...Se vado ad un funerale...eccolo là che mi stampa in viso un sorriso ironico, agghiacciante per l'occasione e, mentre tutti fingono di piangere e contristarsi per la perdita, io sorrido in modo veramente strano. La cosa terribile è che...muoio di vergogna a raccontarvelo... le donne, soprattutto loro, interpretano il sorriso come una forma di partecipazione sofferta al loro dolore...e allora mi abbracciano e mi dicono che sono 'tanto caro' e ' che mi sentono vicino'. Così, mentre i quattro becchini in nero, calano la bara per l'eterno riposo, "lui" si fa vivo ."Però" sussurra "che tette sode ha la T., chi l'avrebbe mai detto...". A questo mi riduce la testa. Voi siete sicuramente superiori a questa volgarità, vero?...Se c'è da soffrire, soffrite veramente di sicuro...O forse no? Anche a voi capita delle volte?...Magari vi vergognate a confessarlo?....Ma io sono in uno stato così provato che ormai non mi vergogno di nulla e sono sincero circa i miei patimenti. Questa vita è proprio un patire; siam così scossi... come una barchetta nell'oceano in tempesta. E' la nostra testa che , mentre dovrebbe andare a sinistra...se ne va a destra, ci inganna continuamente. Forse io e il diavolo che mi tortura , in fondo, non siamo proprio così...ci facciamo compagnia alla fine; lui mi prende in giro e io provo piacere che qualcuno mi prenda in giro, anche se mi arrabbio per la mia inadeguatezza. Quando provo a ribellarmi e lo apostrofo ( questa è la mia vendetta...) con la frase che so lui odia più di ogni altra, "Ma tu non esisti veramente" o anche , visto che si definisce un saggio filosofo, con "Ma tu sei vuoto di esistenza intrinseca"...eccolo farsi serio, si accuccia nel suo angoletto e piange sommessamente...quasi mi fa pena...sembra un bimbo innocente sgridato ingiustamente dalla mamma. Poi mi guarda e sembra volermi dire:" Ma tu Sari, in fondo, mi vuoi bene vero? Sono tuo amico, il tuo più intimo amico. Noi ci conosciamo e ci capiamo, vero?...Non ho altri amici se non vivo in te". Così porto avanti la mia pena e la mia inadeguatezza e lui si fa felice e mi grida "Sììì...andiamo a scriver qualcosa sul forum". Nel frattempo il demonietto vi invita a cantare: https://www.youtube.com/watch?v=7WpdSh8VYd4
Ah beh qui potremmo farci un discorso che non finisce più. Mi ci ritrovo in molto di quello che scrivi (non a caso penso, visto che mi ritrovo in quello che scrivi anche altrove) e in effetti credo che tutto sia dovuto al fatto che noi sappiamo di essere imperfetti e siamo alla ricerca se non della perfezione, del miglioramento di sé. Molto spesso mi capita di pensare "ah quello scemo di..." riferendomi ad un mio amico e poi subito dopo pentirmi di averlo pensato! Ecco troviamo il diavolo in noi, sappiamo che c'è e ci spaventa: sappiamo di essere imperfetti. Tale conoscenza poi ci blocca, ci distrugge, ci ferma e ci paralizza. Ma perchè? Perchè devo farmi così tanti problemi io che mi controllo così tanto? Perché così tanta coscienziosità? Ecco perchè: perchè d'altronde così siamo noi e sappiamo che questa cosa è un bene! Perchè viviamo la filosofia e sappiamo che la conoscenza NON è una garanzia di "non peccaminosità" (anzi siamo consci dei preicoli di troppa conoscenza). Perciò sì dico anche io: sono inadeguato e soffro. La consapevolezza del demonietto mi paralizza e mi da ansia e a volte vorrei essere "più libertino". E qui però la coscienza mi dice: no caro mio, non farai una cosa che SAI essere sbagliata. Quindi eccomi qui: sono in paralisi ma d'altronde è anche vero che molti che hanno successo sono "posseduti dal demonietto". L'importante credo dunque è saper rinunciare e sapere che anche il migliore degli uomini non è un dio ma umano, troppo umano...
P.S. Spesso si rincuora l'altro perchè si pensa che dirgli "sei imperfetto" sia un insulto. Invece io voglio sentirmi solo dire "sei imperfetto, milgiorati così....". E ahimé tutti sono così assuefatti dal "buonismo" che non imparo nulla... e rimango inadeguato!

 ) farò come Baruch: pensatore (forse considerarmi "filosofo" è troppo) sì ma lavorerò nella società in qualche modo.
 ) farò come Baruch: pensatore (forse considerarmi "filosofo" è troppo) sì ma lavorerò nella società in qualche modo.
				 ! ( Ma c'è stato qualcosa di realmente interessante dopo?...Boh!...
 ! ( Ma c'è stato qualcosa di realmente interessante dopo?...Boh!...  )
)  ). Ora il bambino vuole essere portato alle giostre, però il padre vuole che prima faccia i compiti. Il padre dice "se non fai i compiti per punizione non andrai alle giostre". Il bambino non fa i compiti e non viene portato alle giostre. A questo punto il bambino chiede "perchè devo fare i compiti?". Il padre gli risponde "sei curioso, non puoi capire totalmente il motivo. Sappi solo che è una cosa che fai per te e per gli altri mentre le giostre ti giovano solo a te!". Ora il bambino può dire "va bene" e la volta dopo dire "ok faccio prima i compiti" e quindi viene portato alle giostre. Dopo però avviene che il bambino capisce il valore del "fare i compiti" e capisce che è un suo dovere sviluppando una coscienza morale che lo porta spontaneamente a fare i compiti. Chiaramente la spiegazione del padre era incompleta e quindi il bambino doveva "accontentarsi" di non domandare troppo. Viceversa pensa al bambino che diceva invece "no spiegami bene il perchè!!". Questa era in un certo senso un "capriccio". Il bambino cioè non voleva imparare da chi ne sa più di lui. Ora: con la religione siamo forse nella stessa condizione? La curiosità oltre un certo punto è peccato? Se sì qual è il limite? Personalmente un altro discorso "strano" del paradiso cristiano è la "resurrezione dei corpi". Ma perchè proprio un'esistenza così umana? O forse è solo un "simbolo"? Ha senso davvero crucciarsi per tale destino dopo-morte? Per il discorso del "bene senza premiazione". Anche qui c'è una riflessione da fare: all'inizio tutti noi abbiamo una rudimentale nozione di "bene" e di "male" che ci fa desiderare il bene per il premio. "Se fai i compiti ti porto alle giostre"!. Ora quando si parla di bene "disinteressato" sembra che in sostanza si voglia la totale eliminazione dell'egoismo. Ma desiderare il bene per gli altri non è desiderare il bene anche per noi? Pensiamo anche al buddismo: il samvega ci fa cominciare la ricerca. Vediamo il ciclo di "nascita e distruzione" e "vogliamo uscirne" e ottenere il "senza morte" (amrita). Quindi facciamo tutto il "sentiero" e... "perdiamo l'ego" (!). Cristianesimo: desideriamo la salvezza e... "amiamo tutti" (!). Sembra quasi che per ottenere una cosa piacevole non dobbiamo desiderarla per il nostro ego. Paradosso, no? Il sommo bene per noi stessi nasce da ampliare i nostri orizzonti!
 ). Ora il bambino vuole essere portato alle giostre, però il padre vuole che prima faccia i compiti. Il padre dice "se non fai i compiti per punizione non andrai alle giostre". Il bambino non fa i compiti e non viene portato alle giostre. A questo punto il bambino chiede "perchè devo fare i compiti?". Il padre gli risponde "sei curioso, non puoi capire totalmente il motivo. Sappi solo che è una cosa che fai per te e per gli altri mentre le giostre ti giovano solo a te!". Ora il bambino può dire "va bene" e la volta dopo dire "ok faccio prima i compiti" e quindi viene portato alle giostre. Dopo però avviene che il bambino capisce il valore del "fare i compiti" e capisce che è un suo dovere sviluppando una coscienza morale che lo porta spontaneamente a fare i compiti. Chiaramente la spiegazione del padre era incompleta e quindi il bambino doveva "accontentarsi" di non domandare troppo. Viceversa pensa al bambino che diceva invece "no spiegami bene il perchè!!". Questa era in un certo senso un "capriccio". Il bambino cioè non voleva imparare da chi ne sa più di lui. Ora: con la religione siamo forse nella stessa condizione? La curiosità oltre un certo punto è peccato? Se sì qual è il limite? Personalmente un altro discorso "strano" del paradiso cristiano è la "resurrezione dei corpi". Ma perchè proprio un'esistenza così umana? O forse è solo un "simbolo"? Ha senso davvero crucciarsi per tale destino dopo-morte? Per il discorso del "bene senza premiazione". Anche qui c'è una riflessione da fare: all'inizio tutti noi abbiamo una rudimentale nozione di "bene" e di "male" che ci fa desiderare il bene per il premio. "Se fai i compiti ti porto alle giostre"!. Ora quando si parla di bene "disinteressato" sembra che in sostanza si voglia la totale eliminazione dell'egoismo. Ma desiderare il bene per gli altri non è desiderare il bene anche per noi? Pensiamo anche al buddismo: il samvega ci fa cominciare la ricerca. Vediamo il ciclo di "nascita e distruzione" e "vogliamo uscirne" e ottenere il "senza morte" (amrita). Quindi facciamo tutto il "sentiero" e... "perdiamo l'ego" (!). Cristianesimo: desideriamo la salvezza e... "amiamo tutti" (!). Sembra quasi che per ottenere una cosa piacevole non dobbiamo desiderarla per il nostro ego. Paradosso, no? Il sommo bene per noi stessi nasce da ampliare i nostri orizzonti!  
  Un corpo incorruttibile , adamitico, senza macchia e senza bisogni (ovviamente). Mi rivedo ragazzino chiedere a mio padre:"Quando i corpi resuscitano...che età hanno?"- "Mah...rispondeva- forse avremo l'età di Gesù quando è morto in croce" (così gli avevano insegnato). "Ma chi è morto nell'utero di sua mamma si ritroverà con un corpo trasfigurato da 36enne?"...curiosità di ragazzino che però gia mi rendevano problematica la visione, con tutte le sue ingenuità ovviamente...Pensa a tutti quei poveracci che hanno passato la vita odiando il proprio corpo e attribuendogli tutte le infelicità e i mancati sogni realizzati...se lo ripigliano per tutta l'eternità . L'eternità è un tempo lunghissimo, proprio...eterno! A meno che non ci facciano tutti somiglianti ad Adam e a Eva: perfetti nudisti che passeggiano nell'Eden senza alcuna malizia, armati di una cetra ( anche suonare ininterrottamente la cetra per tutta l'eternità è un tempo lunghissimo...
 Un corpo incorruttibile , adamitico, senza macchia e senza bisogni (ovviamente). Mi rivedo ragazzino chiedere a mio padre:"Quando i corpi resuscitano...che età hanno?"- "Mah...rispondeva- forse avremo l'età di Gesù quando è morto in croce" (così gli avevano insegnato). "Ma chi è morto nell'utero di sua mamma si ritroverà con un corpo trasfigurato da 36enne?"...curiosità di ragazzino che però gia mi rendevano problematica la visione, con tutte le sue ingenuità ovviamente...Pensa a tutti quei poveracci che hanno passato la vita odiando il proprio corpo e attribuendogli tutte le infelicità e i mancati sogni realizzati...se lo ripigliano per tutta l'eternità . L'eternità è un tempo lunghissimo, proprio...eterno! A meno che non ci facciano tutti somiglianti ad Adam e a Eva: perfetti nudisti che passeggiano nell'Eden senza alcuna malizia, armati di una cetra ( anche suonare ininterrottamente la cetra per tutta l'eternità è un tempo lunghissimo...  . Una letterina così vecchia e piena di impronte sudicie di impiegati postali che se l'hanno letta e poi, presi da sollecitudine , han pensato bene di aggiunger qualche suggerimento proprio...). Se pensi che, oltre un certo limite, si fa peccato vuol dire che hai Paura ( la grande Paura che, a mio avviso, è la base, la radice del "sacro", passata dai fuochi dentro le caverne alle religioni abramitiche) del Padre e che, in fondo in fondo, non lo ritieni totalmente Buono...allora devi investigare il perché di questo timore. ma ci si disorienta... Un giorno Yeoshwa perdona e l'altro insegna che verrà a dividere il grano dalla pula ( e la pula verra bruciata...che infernale simbolo il fuoco, sempre quel fuoco amato e odiato dai nostri avi primitivi, che scaldava e uccideva). Allora ti chiedi:" Ma che padre è l'Onnipotente? Buono...ma giustiziere? Oppure giustiziere buono?. Queste domande nascono perché noi non l'abbiamo mai sentito seduto vicino a noi, non c'era quando piangiavamo impauriti dalla vita...a volte abbiamo magari pensato che solo con noi non desiderava sedersi vicino, forse si sedeva con tutti gli altri, avevamo tanto desiderio che si sedesse, forse eravamo cattivi...per questo forse non veniva a sedersi con noi... Ma chi era che soffriva...se non l'agape stesso? "Io" pensava che qualcuno doveva sedersi ma, sparito l'Io illusorio, era l'agape stesso che stava seduto in te...il dolore era nell'errata concezione di una dualità, di una separazione tra Io e l'agape. L'amore non accetta la separazione , l'amore tende sempre all'unità. Quande cresce la separazione sorge il dolore. C'è un bene morale destinato a tutti ma pure un bene più grande da scoprire, mi sembra, che necessita di ali possenti ( "non da tutti"...ma le piccole ali ben allenate possono sollevarci lo stesso
 . Una letterina così vecchia e piena di impronte sudicie di impiegati postali che se l'hanno letta e poi, presi da sollecitudine , han pensato bene di aggiunger qualche suggerimento proprio...). Se pensi che, oltre un certo limite, si fa peccato vuol dire che hai Paura ( la grande Paura che, a mio avviso, è la base, la radice del "sacro", passata dai fuochi dentro le caverne alle religioni abramitiche) del Padre e che, in fondo in fondo, non lo ritieni totalmente Buono...allora devi investigare il perché di questo timore. ma ci si disorienta... Un giorno Yeoshwa perdona e l'altro insegna che verrà a dividere il grano dalla pula ( e la pula verra bruciata...che infernale simbolo il fuoco, sempre quel fuoco amato e odiato dai nostri avi primitivi, che scaldava e uccideva). Allora ti chiedi:" Ma che padre è l'Onnipotente? Buono...ma giustiziere? Oppure giustiziere buono?. Queste domande nascono perché noi non l'abbiamo mai sentito seduto vicino a noi, non c'era quando piangiavamo impauriti dalla vita...a volte abbiamo magari pensato che solo con noi non desiderava sedersi vicino, forse si sedeva con tutti gli altri, avevamo tanto desiderio che si sedesse, forse eravamo cattivi...per questo forse non veniva a sedersi con noi... Ma chi era che soffriva...se non l'agape stesso? "Io" pensava che qualcuno doveva sedersi ma, sparito l'Io illusorio, era l'agape stesso che stava seduto in te...il dolore era nell'errata concezione di una dualità, di una separazione tra Io e l'agape. L'amore non accetta la separazione , l'amore tende sempre all'unità. Quande cresce la separazione sorge il dolore. C'è un bene morale destinato a tutti ma pure un bene più grande da scoprire, mi sembra, che necessita di ali possenti ( "non da tutti"...ma le piccole ali ben allenate possono sollevarci lo stesso  comunque sono d'accordo che nonostante abbia detto due volte di aver "messo fine alla filosofia", la filosofia rimane viva e vegeta (d'altronde lui voleva liberarsene ma riconosceva di non riuscirci).
 comunque sono d'accordo che nonostante abbia detto due volte di aver "messo fine alla filosofia", la filosofia rimane viva e vegeta (d'altronde lui voleva liberarsene ma riconosceva di non riuscirci).